mercoledì 29 maggio 2013

Semplicità

di Sister Ajahn Sundara
© Ass. Santacittarama, 2010. Tutti i diritti sono riservati.
SOLTANTO PER DISTRIBUZIONE GRATUITA. 
Tradotto da Gabriella De Franchis

Tratto dal libro "Freeing the heart", reperibile dal sito www.amaravati.org.

L’ESPERIENZA DEL PERIODO TRASCORSO IN THAILANDIA, durante il quale ho praticato la meditazione abbastanza intensamente, mi ha insegnato molto. Per quasi due anni e mezzo ho avuto la possibilità di fare parte di una cultura che ha una visione della vita molto diversa dalla nostra e, vivendo in quel contesto, ho potuto rendermi conto di quanto la mia mente fosse condizionata dai valori occidentali, da preconcetti, pregiudizi e arroganza.
All’inizio molti elementi di quella cultura mi erano completamente estranei: c’erano molte cose per me impossibili da comprendere. Ma già prima che arrivasse il momento di partire mi sentivo come a casa. Così mi farebbe piacere condividere con voi alcuni aspetti di questo periodo trascorso in quel meraviglioso paese.
Nella zona rurale dove si trova il monastero gli abitanti sono prevalentemente contadini; gente semplice che vive una vita semplice. Al contrario di noi, non sembrano pieni di problemi psicologici o di crisi esistenziali. La loro vita gravita attorno a bisogni immediati, come il cibo e il sonno, ai semplici piaceri della vita e a come superare la giornata. I Tailandesi si sanno proprio divertire!
Quando incontrai per la prima volta il mio maestro, Ajahn Anan, egli mi chiese come procedeva la mia pratica. Io gli dissi che uno dei motivi per i quali mi trovavo in Thailandia era quello di avere l’opportunità di continuare a svilupparla. Poi mi chiese se avessi incontrato difficoltà, così gli raccontai come avevo praticato e come mi sentivo in quel periodo.
Fu straordinario! Mentre stavo parlando ebbi la sensazione improvvisa di avere un solido specchio di fronte a me e di vedere questo ‘Io’, che ripeteva la solita scena con sagaci argomentazioni, diventare improvvisamente una grande nuvola di proliferazioni! Fu un’intuizione meravigliosa. Con chiunque altro mi sarei sentita offesa o avrei pensato di non essere presa seriamente, ma con lui provai un grande senso di sollievo: forse perché era solo se stesso e profondamente tranquillo.
Il modo in cui i tailandesi si avvicinano agli insegnamenti e a se stessi è fortemente influenzato dalla dottrina buddhista e dalla sua psicologia. Anche la loro lingua di tutti i giorni è ricca di parole Pali. Ricordo di avere notato che il modo in cui essi parlano della mente/cuore a noi potrebbe sembrare alquanto freddo. Quando attraversavamo periodi di grandi sofferenze, di paure o ricordi dolorosi, il maestro ci diceva soltanto: "Bene, si tratta solo di kilesa (stati mentali non salutari)" oppure "Il tuo cuore non è felice?"
Stranamente, cose simili dette in quel contesto, ridimensionavano totalmente l’abitudine di pensare a cose come: "‘Io’ che ho un’enorme problema che deve essere risolto." E poi c’era sempre questo specchio solido e compassionevole, che rifletteva. Chiunque altro avesse detto che i miei ‘problemi’ derivavano semplicemente dal fatto che mi sentivo infelice, mi avrebbe fatto veramente seccare e mi sarei sentita ignorata, ma con Ajahn Anan, nel quale credevo molto, ero capace di vedere il modo in cui lavorava la mia mente e di abbandonare la confusione. Le domande: "Che cosa sta succedendo? Il tuo cuore è infelice?", mi riportavano al momento presente.
L’atmosfera del villaggio, situato in una incantevole foresta sul versante di una montagna, era molto tranquilla e in quel periodo non succedeva niente di particolare. Era un luogo semplice, calmo e isolato, e non c’era molto da fare durante la giornata tranne che ricevere l’elemosina del cibo, mangiare e spazzare il proprio sentiero per mezz’ora circa. Tutto qui. Nel tempo che restava potevamo dedicarci alla pratica formale. La mia mente si calmò molto.
Attraverso queste esperienze ho imparato ad apprezzare la semplicità e la mente quando si trova in uno stato di normalità: quando non crea problemi sul modo di essere delle cose. Non sto dicendo che quest’approccio, apparentemente semplice e diretto, nei confronti della mente, sia giusto o sbagliato, ma ho notato che praticare in quell’ambiente e in quella cultura per due anni, ha avuto un effetto potente. Mi ha aiutato a smettere di continuare a creare la mia persona e questo è stato un atto alquanto liberatorio. Quando la mente si calmava potevo vedere con molta chiarezza questo senso dell’‘Io’, la persona, ogni volta che sorgeva.
Gli insegnamenti ci dicono che se soffriamo a causa del senso dell’Io, sicuramente non possiamo andare molto a fondo nella pratica; l’intuizione che sorge non può essere tanto profonda da sradicare l’attaccamento. Tutta la cultura di questo popolo fa sì che questo atteggiamento diventi possibile. Se uno pensa troppo, lo si considera sull’orlo della follia. Chiedetelo ad un tailandese: dicono che quando qualcuno pensa troppo ha un ‘cuore caldo’ – e quando uno è caldo (‘ron’ in Thai) è considerato un illuso. Avere un ‘ronchai’ (cuore caldo) è alquanto negativo, persino offensivo. La gente di lì non ha molta passione per il pensiero; non sto dicendo che sia un bene o un male, ma loro non credono nella mente pensante. Cosa molto diversa dalla mia cultura d’origine, dove il pensiero è oggetto di culto, dove vengono scritte tonnellate di libri e dove le persone hanno fiducia nell’intelletto e ci credono molto. Quindi, era interessante trovarsi in una cultura che funzionava in un modo così diverso – molto più intuitivo, più femminile.
Una volta tornata in Europa, quello che mi colpì di più fu la complessità dello stile di vita occidentale. Mi accorsi che il fatto di avere accesso a tante tradizioni e a tanti insegnanti aveva trasformato i valori spirituali della società in un immenso mercato. Non che questo sia tutto negativo, ma per una mente che già lotta con tutto quello che riceve attraverso i sensi, diventa molto impegnativo. Non c’è da meravigliarsi se le persone, dopo essere state esposte a tante informazioni e a tante scelte, diventino nevrotiche!

martedì 28 maggio 2013

Un po di ottimismo

Elezioni a cinque stelle

Nessunodeverimanere JPGNon so cosa si aspettassero i militanti del M5S da questa tornata elettorale, ma devo dire che il risultato delle urne è stato in linea con le attese più ragionevoli. Lo so che i giornali dicono esattamente il contrario, che il M5S ha avuto un crollo, una débacle, una sconfitta cocente e via dicendo, ma in realtà, per chi conosce un pochino le cose elettorali e non è completamente in malafede, le cose non stanno affatto così. Cerco di spiegarne le ragioni.
Tra elezioni nazionali e competizioni locali la differenza è come tra il giorno e la notte. Lo si è visto molto chiaramente anche durante le elezioni politiche dello scorso febbraio, con i risultati di Roma. In città alle politiche, il M5S è stato il primo partito con oltre il 27% dei voti, ma contemporaneamente, alle regionali che si tenevano nello stesso giorno ed al quale hanno partecipato gli stessi che hanno votato per il M5S alle politiche, il voto per i rappresentanti del movimento sono stati ben l’11% di meno, attestandosi intorno al 16%. Schizofrenia dell’elettorato? Carisma irresistibile di Zingaretti? Errori di presentazione dei candidati? Non credo proprio. I candidati del M5S, sia alle politiche che alle regionali, così come alle comunali, erano dei perfetti sconosciuti al grande pubblico, né avevano particolari radicamenti sul territorio. Anzi, magari è proprio il contrario, sono i candidati al Comune che sono stati più presenti di quelli al nazionale nelle questioni dei quartieri, delle circoscrizioni e delle città.
Il fatto è che le elezioni politiche hanno visto una caduta verticale della fiducia nei confronti dei partiti, percepiti come artefici del disastro dell’economia del paese, della disoccupazione, delle difficoltà quotidiane, dello spread, dell’aumento dei prezzi, e soprattutto visti come incapaci di dare risposte credibili ai problemi del paese, delle persone, delle famiglie e delle imprese. A livello locale, invece, questa ottica scompare ed emerge il rapporto diretto con il politico, il candidato, il gruppo di potere cui si è legati nel paese, nella città, nel quartiere. La risposta che non riesce a dare la politica nazionale perché è astratta e lontana dai bisogni e dai problemi della gente, chiusa com’è nei suoi palazzi, la si cerca nella politica locale, dove una raccomandazione, un posto in comune o in una municipalizzata, un piccolo appalto, un legame di parentela, di amicizia, di clan sono la regola e non l’eccezione. Se dalla politica nazionale i cittadini si attendono le risposte ai grandi problemi della crisi, della mancanza del lavoro, dell’accesso al credito bancario, della riduzione delle tasse e dei servizi pubblici nazionali, dalla politica locale ci si attende, invece,  la soluzione del problema locale. Nessuno pensa che il sindaco di Roma o di Empoli possa risolvere da solo il problema della disoccupazione o dello spread, ma che possa togliere la multa, o rateizzare il pagamento questo sì che se lo aspettano. Quel sistema di diffusa corruzione spicciola, quella della raccomandazione per un esame all’ospedale, per ottenere un certificato, un provvedimento dell’autorità competente (ce ne sono migliaia), una chiamata a scuola per una supplenza, un posto da precario nella pizzeria che dal politico ha ottenuto la licenza magari facendo chiudere un occhio o due nei controlli, insomma, tutto questo è decisivo per le elezioni locali.
Per questa ragione, penso che il risultato del M5S  sia non solo buono, ma per certi versi eccezionale. La sinistra estrema, quella che in qualche modo è sempre stata estranea a queste logiche clientelari, non ha mai superato la soglia del 5% nelle elezioni locali, mentre il 12 e passa per cento del M5S a Roma è di per sé un risultato notevole. Come si fa ad andare oltre? Come si batte questa logica clientelare, spartitoria, amicale, di clan, di lobby, che costituisce il tessuto stesso della società italiana?
L’opzione trasparenza non è sufficiente da sola. L’onestà, va bene, la trasparenza, va benissimo, la condivisione pure, ma poi occorre altro. La gente si aspetta risposte immediate ai propri problemi quotidiani, non assicurazioni astratte sull’etica pubblica. Se questa non fa mangiare e non distribuisce lavoro o qualche piccolo privilegio la gente non la sceglie affatto. Inutile nascondersi dietro un dito, l’Italia è un paese di ipocriti, educato nell’ipocrisia cattolica a predicare bene e razzolare male, anzi malissimo. D’altra parte, l’opzione trasparenza da sola, ha funzionato finora solo a Parma, e per ragioni legate alla situazione davvero insostenibile dei due partiti maggiori in quella città. E ora?
Pizzarotti rivendica giustamente di aver ridotto il debito della città di oltre il 20% in un anno. Bravissimo, ma i tagli ai servizi pubblici, l’aumento delle tasse, una gestione povera di idee e di innovazione non hanno dato a nessuno la sensazione che a Parma si sia compiuta davvero una rivoluzione, o che questa stia per cominciare da un momento all’altro. Una buona e onesta politica di tagli e di tasse, ma soluzione dei problemi zero.
Questo è il punto, che deve fare il M5S dopo aver raccolto a livello nazionale la protesta della gente contro il malaffare, la corruzione, il consociativismo, l’incapacità della politica ad affrontare la crisi e le sue conseguenze e soprattutto, l’indifferenza dei politici “casta” nei confronti dei suoi problemi? Promettere trasparenza, legalità, onestà non basta. Di Pietro nel 1992 prometteva questo con una credibilità ben maggiore – mi perdonino i 5S, ma è oggettivamente così – eppure non ha mai sfondato, così come Ingroia, che è persino più credibile del Di Pietro degli esordi ha raccattato solo schiaffoni in queste elezioni politiche.
Il 50% che a Roma non ha votato è costituito dagli esclusi, da quelli che sanno che comunque, chiunque vinca, non darà loro alcun vantaggio concreto, alcuna possibilità, alcuna speranza. E nemmeno il M5S ha saputo costruire questa prospettiva. Probabilmente, senza il M5S l’astensione avrebbe superato il 50%, il 12,5% dei voti presi dai pentastelluti sta a rappresentare una fascia di popolazione che nella trasparenza e nell’onestà vede un’alternativa reale. Ma quanti sono, e chi sono? Si dovrebbe fare un’analisi sociologica del voto per capire chi ha votato M5S, ma non si fa fatica ad immaginare che si tratta di gente che prova nei confronti del malaffare e della corruzione non solo un senso di repulsione ma ritiene che affrontare questo problema possa risolvere una parte dei suoi problemi, che certamente non sono legati alla crisi economica.
Quello di cui ha bisogno la gente è di un progetto compiuto e credibile, ma soprattutto praticabile nell’immediato. Un progetto che coinvolga non solo il 12,5% dell’elettorato del M5S, ma anche quell’altro 10/15% che ha votato per gli altri partiti e che non è legato a lobbies di nessun genere – e ce ne sono! – e soprattutto il 50% che non ha votato. Insomma, la gente deve avere la sensazione che il problema della spesa e quello della trasparenza della politica sono due fatti immediatamente correlati, non in astratto o alla lontana. Per le imprese, il problema è lo stesso, hanno bisogno di risposte immediate, efficaci, praticabili e credibili. Un progetto così si porta appresso tutta la società, non solo una esigua minoranza e riporta alla politica, che non significa al voto, ma all’impegno per una società migliore, tutti quelli che in questi anni se ne sono allontanati. Un progetto di ricostruzione del tessuto sociale dal basso, fondato sulla ricostruzione della solidarietà sociale, dei servizi pubblici, di un ambiente vivibile e bello, di una vita non più segnata dallo stress quotidiano e dalla lotta di tutti contro tutti. In cui chi viene sconfitto perde tutto, casa lavoro, famiglia, la faccia, la vita. Una società in cui non ci siano sconfitti né perdenti, ma tutti siano vincitori del bene fondamentale, la vita.
Il M5S è portatore “sano” degli elementi di questa innovazione radicale: il Reddito di cittadinanza, la moneta complementare sono elementi che in concreto possono cambiare la società. Occorre continuare su questa strada, realizzando i progetti, e per farlo non c’è nemmeno bisogno di stare nelle istituzioni se non per garantire la trasparenza e controllare l’onestà dei comportamenti e battersi contro gli inciuci consociativisti che rischiano spesso di sfociare in inciuci criminogeni. Occorre costruire il nuovo dal basso, dall’unione di imprese, cittadini, precari, lavoratori, impiegati, pensionati per la costruzione di una nuova economia che porti ad una nuova società. Strappando così migliaia, e poi centinaia di migliaia, e poi milioni di persone dalla logica della piccola corruzione, che fa schifo a tutti ma che tutti praticano. Per questo, occorre continuare così, sulla strada della democrazia liquida, della trasparenza, della implementazione della partecipazione sul web e nella società, ma soprattutto sulla strada della costruzione in concreto di un’alternativa economica e sociale, che diventi alternativa politica. Il progetto Faz, che abbiamo presentato a Roma il 15 maggio insieme al candidato sindaco del M5S De Vito è una di queste alternative, credo la più immediatamente praticabile e la più concreta, anche se è quella che ha più alto il senso dell’utopia. La battaglia è appena iniziata, una fetta consistente della popolazione di questa città crede nell’alternativa, in questo genere di alternativa non solo in una diversa gestione degli usuali modi della cosa pubblica. Un altro 50% dell’elettorato aspetta che ci sia un’alternativa del genere per impegnarsi di nuovo e liberarsi degli affanni quotidiani sulla bolletta, sulla multa, sul lavoro che non c’è, sui rapporti sempre più difficili e nevrotici. Possiamo farcela, le premesse ci sono tutte. Possiamo fare in modo che nessuno rimanga indietro e tutti possano avere le loro opportunità per una vita migliore. Ce la meritiamo tutti una vita migliore di questa, compresi quelli che non ci credono.

lunedì 27 maggio 2013

Una bellissima chiacchierata

La storia di Salvo Mandara come persona che riprende i vari comizi di Grillo,e la fantastica   storia di un  giramondo Alessandro di Battista.

https://www.youtube.com/watch?v=T1V_Q9D0iYg

sabato 25 maggio 2013

La denuncia di Ida Magli: “I governanti ci vogliono uccidere”

Minimalista, depressa, costantemente sull’orlo del baratro. E’ questa l’Italia che vuole l’Europa?O è la conseguenza di errori politici? Ne discutiamo con Ida Magli, antropologa e saggista italiana. Nel suo lavoro ha applicato il metodo antropologico alla cultura occidentale, pubblicando i risultati delle ricerche in numerosi saggi dedicati al cristianesimo, alla condizione delle donne, agli strumenti della comunicazione di massa. Ida Magli, nel 1997, con il suo saggio “Contro l’Europa”, ha previsto ciò che oggi sta accadendo in Europa, in Italia.
Dal 1997 lei afferma che l’Europa, questa Europa, è dannosa per l’Italia. Come spiega l’europeismo italiano a tutti i costi?
Sono i governanti, i politici, i sindacalisti, più qualcuno dei grandi industriali per ovvi motivi di allargamento del mercato, ad aver imposto l’europeismo italiano a tutti i costi. Lei fa bene a sottolineare che è ‘italiano’: in tutti gli altri paesi, sebbene i governanti spingano verso l’unificazione europea, non c’è l’assolutezza che c’è in Italia, naturalmente anche a causa dell’obbedienza dei mezzi d’informazione nel tenere il più possibile all’oscuro i cittadini sugli scopi dell’Europa e sui suoi aspetti negativi, un’obbedienza quasi incredibile. Faccio un solo esempio: tanto Mario Monti quanto Emma Bonino sono stati compartecipi del più grosso scandalo avvenuto in seno al governo europeo (La Commissione Santer: Commissione Europea in carica dal 1995 al 1999, quando è stata costretta alle dimissioni perché travolta da uno scandalo di corruzione – ndr) e costretti alle dimissioni con due anni di anticipo dalla scadenza del mandato per motivazioni ignobili quali nepotismo, contratti illeciti, enorme buco di bilancio, come recitala Gazzettaufficiale dell’UE. Ma nessun giornalista lo dice mai e nessuno l’ha mai sottolineato, neanche quando Mario Monti è stato capo del governo e oggi in cui Emma Bonino è ministro degli esteri nel governo Letta.”
Quali sono gli interessi in gioco?
“I motivi di esclusivo interesse per i governanti sono molti, ma mi fermo a illustrarne soltanto due. Il primo è di carattere politico: distruggere gli Stati nazionali e per mezzo dell’unificazione europea, distruggere i popoli d’Europa, ossia i ‘bianchi’, facilitando l’invasione degli africani e dei musulmani per giungere a un governo ‘americano mondiale’. Naturalmente per la grande maggioranza degli italiani, quella comunista, l’universalizzazione era già presente negli ideali marxisti ed è persistita, malgrado le traversie della storia, fino ad oggi in cui vede finalmente realizzati i propri scopi nel governo Letta. Si spiega soltanto così la lentezza e la tortuosità che sono state necessarie per giungere al governo Letta: era indispensabile creare le condizioni che giustificassero il vero governo ‘europeo’, abilitato a distruggere l’Italia consegnandola all’Europa. Il secondo motivo è esclusivamente d’interesse personale: si sono costruiti, spremendo e schiacciando il corpo dei sudditi, un grande ‘Impero’ finto, di carta, che non conta nulla e non deve contare nulla in base ai motivi che ho già esposto, ma che per i politici dei singoli Stati è ricchissimo. Ricchissimo di onori, di benemerenze, di poltrone, di soldi. Governare oltre cinquecento milioni di persone, con tanto di ambasciate aperte in tutte le parti del mondo, fa perdere la testa a questi politici che vengono dal nulla e che non sono nulla e che, quando manca una poltrona in patria, la trovano in Europa per se stessi, parenti, amici, amanti, con un giro immenso di possibilità e libero da ogni controllo. Non c’è praticamente nessuno dei politici oggi sulla scena che non sia stato parlamentare europeo: Napolitano, Bonino, Monti, Prodi, Letta, Rodotà, Bersani, Cofferati e tanti altri ancora, con un ricchissimo stipendio e benefici neppure immaginabili  per i comuni lavoratori. Essere parlamentare europeo significa anche impiegare il poco tempo passato a Bruxelles a tessere i legami e scambiare i favori utili per la futura carriera in patria, godendo anche alla fine di questi ben cinque anni di dura fatica, di una cosa strabiliante: la pensione per tutta la vita.”
In un suo recente intervento ha affermato che non c’è nessuna luce al termine del tunnel della crisi. Il tunnel è dunque la realtà alla quale dobbiamo abituarci?
“Sì, il tunnel è la realtà. Non dobbiamo abituarci, però, anzi: dobbiamo guardarla in faccia come realtà. Niente di ciò che dicono i politici prospettando un futuro miglioramento nel campo economico è vero e realizzabile, perché non possiamo fabbricare la moneta, come fa ogni Stato sovrano (Come fanno in questi giorni il Giappone e l’America per esempio – ndr). Una moneta uguale fra paesi diversi è una tale aberrazione che non è possibile credere a un errore compiuto dai tanti esperti banchieri ed economisti che l’hanno creato, fra i nostri Ciampi e Prodi. E’ stato fatto volutamente per giungere a una distruzione.”
Per distruggere cosa?
L’introduzione dell’euro ha sferrato il colpo di grazia all’economia degli Stati. Se viceversa si fosse trattato davvero di un errore, allora perché, invece di metterli alla gogna, continuiamo a farci governare da quegli stessi banchieri ed economisti che non sopportano la minima critica all’euro? Dunque la situazione economica continuerà ad essere gravissima e il solerte Distruttore si prepara a consegnarci all’Europa sostenendo che mai e poi mai potremo mancare agli impegni presi e che per far funzionare l’euro bisogna unificarsi sempre di più. Questa è la meta cui si vuole giungere. Visto che la moneta unica non funziona, perché sono diverse le produzioni dei singoli Stati, cambieranno forse queste produzioni unificando le banche e le strutture economiche? Bisogna farsi prendere per imbecilli non reagendo a simili affermazioni. L’unica possibilità che abbiamo per salvarci è che sorga qualcuno in grado di organizzare una forza contraria. Io non lo vedo, ma lo spero. Lo spero perché l’importante è aver capito, sapere quale sia la verità, guardare in faccia il nostro nemico sapendo che è ‘il nemico’.”
In Italia, come in altri paesi colpiti da questo nuovo assetto di mercato che tanti chiamano crisi economica, spesso il suicidio è visto come una soluzione. Come si spiega antropologicamente che è meglio morire invece di ribellarsi?
“La spiegazione si trova in quello che ho detto: i governanti ci vogliono uccidere, lavorano esclusivamente a questo scopo, obbligandoci a fornire loro le armi per eliminarci il più in fretta possibile. Questo è il ‘modello culturale’ in cui viviamo. In base alla corrispondenza e l’interazione fra modello culturale e personalità individuale, chi più chi meno, tutti gli italiani percepiscono il messaggio di condanna a morte che i governanti hanno stabilito per noi in ogni decisione che prendono, in ogni discorso che fanno, in ogni persona che scelgono, in ognuno dei decreti, delle leggi che emanano e delle tasse che impongono. E tuttavia non se ne può parlare: la condanna a morte è chiara ma implicita, sottintesa, segreta, nascosta perché ovviamente l’assassinio individuale così come il genocidio di un popolo, è un delitto e non si può accusarne il governo, il parlamento, i partiti: nessunoE’ questo il motivo per il quale ci si uccide: l’impossibilità a parlarne, a dirlo chiaramente perfino a se stessi, a fare qualsiasi cosa per evitarlo e ad accusare il proprio ‘padre’. Neanche Shakespeare sarebbe stato in grado di descrivere la tragedia che stiamo vivendo, per la quale stiamo morendo. Qualcuno riesce forse a rendersi conto di che cosa significhi eliminare volontariamente i ‘bianchi’, la civiltà europea, invece che tentare di allontanare il più possibile questa fine, di imprimere nella storia lo sforzo per la salvezza? Qualcuno riesce a concepire un delitto più nefando di questo: che si siano assunti il compito di agevolare  questa morte soprattutto gli italiani, i governanti italiani, quando viceversa avrebbero dovuto essere loro a impedirlo, a voler conservare il più possibile l’immensa Bellezza che gli italiani hanno donato al mondo?

venerdì 24 maggio 2013

Salute – Decrescita Sanitaria

La malattia, come risaputo, è un enorme business e i guadagni per i potenti della medicina-supermarket non rallentano certo di fronte al dolore delle persone, anzi. I nuovi casi di malattia sono una nuova, costante e poderosa spinta al motore fabbrica-soldi che si chiama leggendariamente Big-Pharma.
Se un tempo – quando ancora c’era buon senso e un briciolo di onestà aleggiava ancora in questa “bella” società – si attendeva che la persona diventasse sintomatica per procedere a curarla, da molti anni ormai non si attende che sia la persona stessa a dire “Ahi!”, si parte dal concetto che gli si deve impedire di dirlo o che tanto prima o poi lo dirà e va curato in anticipo.
Tutto è mascherato dalla parola “Prevenzione” che nella realtà dei fatti non previene alcunché. Al massimo si tratta di “diagnosi precoce” (detta anche Prevenzione secondaria), ma con il prevenire davvero le malattie non ha nulla a che vedere.
Quando nacque l’industria della diagnosi precoce, il fine ultimo era quello di dare al paziente una chance di guarigione, cercando di trovare oggettivamente il male nelle sue fasi iniziali; oggi va fatta la diagnosi precoce e presuntiva (genetica) di malattie possibili cercando nell’infinitamente piccolo, dimenticandosi di indagare nella vita delle persone, costellata di immensamente grandi problemi.
Perché si spinge fortissimo sull’acceleratore della diagnosi precoce presuntiva?
Per far si che le persone inizino ad assumere i farmaci il prima possibile e che questa assunzione duri per il resto dei loro giorni. In questo modo, sotto una velata cortina di rassicurazioni, convincimenti, pubblicità, articoli roboanti e il più volte citato “Prevenire è meglio che curare”, si nasconde un’articolato meccanismo il cui fine principale è quello di favorire BigPharma con cortese e previdente sollecitudine.
A questo proposito invito il lettore a leggere quest’altro mio post.
Parliamo di chirurgia, dato che si tratta della prestazione sanitaria più costosa.
Nelle realtà chirurgiche, nel corso degli ultimi dieci anni, l’attività è raddoppiata e il numero delle urgenze chirurgiche è aumentato del 200%. Volumi di lavoro spaventosi (oltre 5.000.000 di interventi chirurgici all’anno, in ascesa) che destano, negli alti papaveri aziendali, un’ondata di ammirazione, soddisfazione, compiacimento. A nessuno di questi azionisti-coi-soldi-altrui salta alla mente una semplice domandina: “Ma perché si fanno tutti questi interventi?”, oppure “Perché la gente sta’ così male?”
Sono domande umane, logiche, sensate, da padre di famiglia ed è proprio questo che è venuto a mancare, il senso del padre di famiglia, ovvero di colui che pensa al bene della propria famiglia, dapprima evitando che i propri cari stiano male, poi eventualmente provvedendo a curarli amorevolmente.
La Sanità odierna non è una famiglia, è solo un consiglio di amministrazione, un istituto finanziario dove si raggirano i clienti con bond (cambiali) tossici, spesso mortali.
L’aziendalizzazione delle Unità Sanitarie Locali ha demolito il concetto stesso di Sanità ovvero curare e GUARIRE le persone.
Quest’ultimo concetto è di primaria importanza.
Per l’odierna politica sanitaria, guarire le persone sembra essere l’obiettivo da mancare con assoluta diligenza e massimo impegno. Meglio cronicizzare che guarire. La persona guarita non consumerà più farmaci e starà attento a non riprecipitare nella malattia. Un malato cronico consumerà farmaci per tutta la vita. Non ci vuol molto per capire che cosa comporti tutto ciò per la piovra farmaceutica di cui dicevo dianzi.
Vediamo ora il meccanismo dei rimborsi sanitari che contraddistingue il nostro SSN. Partiamo con il parlare di DRG.
DRG è l’acronimo di Diagnosis Related Group, ovvero Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi e significa, in breve, che ogni paziente dimesso da un istituto di diagnosi e cura viene identificato in base alla patologia per la quale ha ricevuto diagnosi e trattamento. Queste manovre diagnostico-terapeutiche hanno un costo che viene sostenuto dalle ASL, le quali fornendo opportuna documentazione al Ministero della Salute, riceveranno adeguato rimborso.
Ad una prima analisi sembra un meccanismo virtuoso, ma andiamo nel sottile e nel non detto.
Il sistema DRG è stato inventato, sviluppato e ottimizzato da un americano ed introdotto nel 1983 nel sistema sanitario statunitense, notoriamente basato sulle Assicurazioni private.
In quel sistema il DRG si integrava come un pesce nell’acqua. Un ospedale fornisce una prestazione, l’Assicurazione del paziente rimborsa l’ospedale in base a dati e tariffe concordate.
Questo sistema NON PUO’ FUNZIONARE IN ITALIA dove la sanità non si basa sulle Assicurazioni e quindi sul rimborso da parte di privati cittadini. In italia chi paga le prestazioni ospedaliere è il Ministero della Salute che USA I SOLDI DI TUTTI.
Capite qual’è l’inganno o il circolo diabolico?
Negli USA le assicurazioni vogliono spendere solo lo stretto necessario, imponendo agli ospedali un rigido e rigoroso controllo al ribasso, perché si usano i soldi privati (del cittadino e dell’assicurazione stessa).
In italia non c’è nessuno che controlla in modo rigoroso perché si spendono i soldi pubblici, ovvero di tutti. Si sa che il concetto di “Soldi di tutti” non è altro che un forte richiamo per malavita organizzata e singoli approfittatori e ladri. Questo fa si che la spesa sanitaria sia in lievitazione costante e apparentemente inarrestabile. Più prestazioni si fanno e più le aziende guadagnano, offrendo a pochi papponi salari di risultato che fanno letteralmente incazzare.
Per il cittadino malato c’è la convinzione di essere “guardato a fondo per il proprio bene”, ma non si accorge che questo sistema gli chiede ancora più tasse e che lui, da malato, è in realtà come le afidi per le formiche, uno schiavo da sfruttare.
I milioni di prestazioni sanitarie erogate annualmente in italia, danno un falso convincimento che la sanità sia efficiente. Queste prestazioni creano e muovono decine di miliardi di euro all’anno (115 nel 2012), ma si tratta di debito, non di guadagno. Questo debito grava sulla schiena di TUTTI. Tra l’altro il mal di schiena è una vera e propria piaga sociale e forse ora si capisce quale sia la ragione del suo insorgere.
Capite bene che questo sistema non solo non fa prevenzione primaria (evitare le malattie), ma ha tutta l’intenzione di esercitare la sola prevenzione secondaria (scoprire presto una malattia vera o presunta) e fare in modo che, se non si trovano malattie vere, le si debbano creare (osteoporosi, sindrome climaterica, sindrome delle gambe senza riposo, disfunzione erettile, ipercinesia infantile ed altre).
La diagnosi precoce e la terapia preventiva non sono senza conseguenze.
Sottoporre le persone alla minaccia di scoprire essere malate, crea dei malati.
Indurre nelle persone il dubbio/convincimento di essere “nate malate”, crea dei malati.
Consumare farmaci solo per evitare di ammalarsi, crea malattia.
Vaccinarsi senza sapere contro chi o cosa, crea malati.
Il peso psichico della parola “malattia”, crea la malattia.
Considerare la Natura come spietato killer per persone sfigate, crea non solo la malattia, ma il disamore per il pianeta, il mancato rispetto per la Natura stessa, per il proprio ambiente e per gli altri esseri viventi.
Sapete cosa si può fare per decrescere sanitariamente?
Ecco alcuni consigli.
  1. Primo e non a caso, SPEGNETE LA TV o quanto meno non guardate i TG.
    Cosa generano la TV in generale e i TG in particolare? Principalmente ansia ed apprensione. Poi generano credulità, autoconvincimento, percezione catastrofista della vita, senso di minaccia incombente. Particolarmente pericolose le notizie di qualche caso di malattie virali di “incerta endemicità”.
    È curioso notare come venga data la notizia con toni gravi, preoccupati e subito dopo lo speaker dice che il Ministero scongiura il pericolo di contagio su vasta scala.
    Capite la schizofrenica presa per il …. fondello?
  2. Se vi sentite bene, vi state ascoltando a sufficienza ed il vostro corpo vi dice che è tutto a posto. Smettete subito di preoccuparvi della vostra salute. Se vi sentite bene è evidente che state facendo il meglio per voi. Scoprite perché state così bene e quali siano le componenti della vostra buona salute (equilibrio emozionale, alimentazione, abitudini salutari, ecc.), se vi troverete in difficoltà saprete sempre come tornare a star bene. Non temete per voi, semmai temete chi vi dice che potreste ammalarvi.
  3. Se state usando dei farmaci (non salvavita), valutate seriamente un piano per sospenderli, ma fatelo solo se siete sereni. È del tutto insensato sospendere un farmaco verso il quale nutrite una dipendenza psichica. A questo punto sarebbe obbligatorio, da parte mia, dirvi di consultare prima il medico, ma lui è parte del sistema e credo che vi convincerà a continuare nell’uso dei farmaci.
  4. Privilegiate la terapia a casa e rifiutate strenuamente ricoveri immotivati. Creano un debito che poi vi troverete a dover ripagare. Se avete parenti anziani per i quali il medico vi “consiglia” il ricovero in ospedale, non ascoltatelo, a meno che non vogliate liberarvi del vostro parente. Se lo amate davvero, curatelo a casa. Non è facile, ma è umano.
  5. Evitate gli screening di massa per voi e per i vostri cari. Allo stress legato all’esito di tale indagine, si aggiungano i falsi positivi (che talora raggiungono percentuali preoccupanti) e il costo per il SSN, che poi vi si ritorce contro.
  6. Non credete alla bufala delle malattie ereditarie. Oltre che insensata, crea ansia, rassegnazione al divenire dei malati, terrore di fare la stessa fine, attesa isterica dei primi segni. La persona che casca nel vortice dell’ereditarietà, è una persona con mani, piedi e cervello chiusi in una gogna.
  7. Alimentatevi correttamente. State lontani da cibi precotti o che richiedano solo di essere scaldati (magari nel velenoso microonde). Oltre ad essere costosi, sono farciti di additivi chimici, intensificatori di sapidità ed altri artifici che privilegiano il sapore, ma non la nutrizione. Sono cibi praticamente privi di enzimi – quelle sostanze vitali che nella MTC sono chiamate Jing o essenza vitale.
    Perché vengono rimossi gli enzimi?
    Per rallentare il decadimento dell’alimento!
    Se vi nutrite senza enzimi vi state solo saziando, ma in realtà siete solo iponutriti e in condizioni di deficit energetico. Il Nei Jing – un testo antico di Medicina Cinese – afferma che: “Dove c’è deficit, c’è la malattia!”
    Come vi sentite appena svegli? Fiacchi? Ora sapete perché!
  8. Praticate, ove possibile, la filosofia del non-attaccamento. Significa divenire indipendenti da cose/persone/situazioni. Questo evita gli shock biologico-emozionali di perdita, di territorio, di attacco e del boccone, note cause di innesco di SBS che, purtroppo, la medicina convenzionale considera e tratta ferocemente come malattie.
    Lo so che non è facile/semplice distaccarsi da cose e persone, ma ci si può riuscire; quanto meno cercate di liberarvi dalla denaro-dipendenza. Non si tratta di fare con pochi soldi, ma di non sentire il bisogno di averne.
  9. Praticate attività sportive secondo le vostre esigenze, non secondo quelle della moda o della televisione. Quello che conta è stare bene, non far star bene gli occhi altrui.
  10. Agite unicamente secondo il vostro buon senso e fidatevi di quello che dice il vostro cuore e il vostro istinto. La vostra salute dovrebbe stare più a cuore a voi che al Ministero della Salute.
Buona salute a tutti e andate con il vostro Dio, comunque lo concepiate.
Decrescete e moltiplicate coscienza e felicità :-)

La subdola tv di inchiesta

 Fonte weltanschauungblog.blogspot.it/2013/05/la-subdola-tv-di-inchiesta.html

Nell'epoca dell'informazione caotica del web, la cara vecchia TV non si arrende e attraverso insospettabili programmi propina propaganda mondialista tentando di focalizzare l'attenzione degli spettatori su false problematiche.
Oramai comprendere come l'ingranaggio mediatico manipoli l'opinione pubblica attraverso metodologie precise, che ha illustrato discretamente bene anche il noto linguista N.Chomsky, è cosa piuttosto semplice. Tuttavia esiste ancora una grossa fetta di popolazione che considera programmi televisivi come Ballarò, Report, Servizio Pubblico e simili, alternative libere e valide per comprendere le "ingiustizie sociali".
Chiaramente trattasi di programmi di finta dissidenza in cui attraverso salottini borghesi si assiste ad una dialettica nauseabonda ed inconcludente in cui si discute fondamentalmente se le catene della schiavitù debbano essere lunghe cinque o dieci centimetri.
 
Oltre a questa "libera informazione" televisiva, mi soffermerei su un altro fenomeno televisivo, ovvero i programmi di inchiesta/intrattenimento, prendendo come esempio una delle trasmissioni più famose di mediaset: "Le Iene".
Le Iene, che premettiamolo subito, spesso hanno fatto e continuano fare ottimi servizi di denuncia sociale, sono una delle trasmissioni più pericolosamente subdole in circolazione.
Prendiamo come campione alcuni dei servizi effettuati nell'ultimo anno:

- Un coraggioso giornalista ha avuto il fegato di andare tra le bombe in Syria (chapeau) per poi montare un servizio di totale disinformazione dove ovviamente non venivano mai menzionate le origini della gran parte dei ribelli siriani (gente mandata o pagata dall'occidente per condurre una guerra che ha ben altri fini e le cui logiche sono molto complesse).  E' stato presentato uno scenario semplicistico, in cui da un lato c'è un dittatore spietato, Assad, e dall'altro dei martiri della libertà a fianco del popolo, che viene bombardato dal governo un po' a casaccio. Non che ci aspettassimo grandi analisi da un giornalista di italia uno, ma se si decide di fare un servizio su un problema così grave e ampio, mettendo persino a repentaglio la propria vita, come si può poi avere un approccio tale, senza un briciolo di profondità e analisi?
 
- I diritti delle coppie gay è un argomento di punta che viene trattato direttamente o indirettamente in ogni puntata. Mesi addietro si è avuto il coraggio di sponsorizzare in allegria l'adozione di una creatura innocente da parte di una coppia omosessuale attraverso agenzie americane per migliaia di euro. Ammettendo che le posizioni della redazione siano favorevoli alle coppie di fatto, ma perchè far  passare compravendite legali di bambini come un qualcosa di positivo legato al progresso dell'umanità? E soprattutto come mai questa insistenza sull'argomento? 
 
- Attacco sistematico alle religioni, ma non a tutte.
Spesso vengono effettuati dei servizi inerenti ad abusi sessuali da parte di ecclesiasti cristiani, nulla da eccepire per carità, se non fosse per il fatto che i misfatti vengono strumentalizzati in maniera infingarda e costante per tentare di screditare l'intero apparato cristiano, che sarà pur degenerato, ma di cui non si può far di tutta un erba un fascio. 
Inoltre continui sono i riferimenti alle ridicole teorie del deceduto Don Gallo, ad esempio ultimamente si divertono a chiedere alle persone se vorrebbero un "Papa gay" (???). No comment.
Vi è poi una continua aggressione all'Islam e alla retorica sul terrorismo e sulla condizione femminile, oltre che una palesata simpatia per i penosi movimenti delle "Femen".
Ovviamente si guardano bene dall'informare correttamente su cosa sia realmente l'Islam, sul significato della figura della donna e sulle varie cellule fondamentaliste. Macchè, più immediatezza, la donna ha il velo ed è sottomessa e chi è di religione islamica molto probabilmente è un violento. Disamine acutissime e fondate su uno studio esaustivo, non c'è che dire.
La terza grande religione monoteista, ovvero l'ebraismo, non viene però mai minimamente calcolata nonostante il Sionismo, il Talmud e il razzismo spaventoso di Israele, più volte denunciato da Nelson Mandela. Strano. 
 
- Esaltazione del multiculturalismo bollando qualsiasi posizione differente come profondamente retrograda e razzista. Al nuovo ministro Kyenge hanno già dedicato un servizio di tributo propagandando lo Ius Soli come un ovvietà formale.
 
-  Di recente ci è capitato di vedere un servizio dove si propinavano nuove tipologie di famiglie allargate, ad esempio una donna che andava fiera della sua convivenza sotto lo stesso tetto con due uomini.
 
- Di frequente si assiste a denunce politiche votate solamente ai privilegi dei parlamentari con servizi montati ad hoc per far imbestialire l'italiano medio che focalizza così il suo vero nemico: il parlamentare privilegiato di cui nutre una profonda invidia.
Mai un accenno sulle cause dei disastri finanziari, sul massacro della democrazia parlamentare attraverso i trattati europei, sulla sovranità monetaria (di cui han parlato persino illustri economisti moderni come Krugman o Stiglitz) o sulla BCE. Nulla di tutto ciò, si va a importunare il parlamentare che fa la spesa coi soldi pubblici o l'impiegata del senato che lavora dieci minuti in meno perchè va a far colazione. Fantastico. 
 
- Strategie della tensione e della paura. Si spinge spesso su tematiche quali disoccupazione, dipendenze e povertà costruendo servizi attraverso modalità e toni che tendono a scoraggiare lo spettatore, nel quale si strumentalizzano situazioni estreme senza mai sbilanciarsi in considerazioni che vadano oltre un velato ed infido nichilismo.
 
Oramai la prevedibilità con cui vengono costruite tali trasmissioni è disarmante, soprattutto per chi è a conoscenza della direzione verso cui siamo spinti dai tempi.
Ecco che l'attuazione di una subdola propaganda, attraverso maschere di finta denuncia sociale, prende così piede tramite una tattica che tende ad alimentare i continui isterismi delle masse attraverso l'evidenziazione di aspetti della vita pubblica italiana totalmente irrilevanti. Lo spettatore ingurgita tutto e manda giù.
 
La disinformazione sulla Syria ha confermato l'importanza di ciò che sta avvenendo in quelle zone per lo scacchiere geopolitico futuro e gli interessi occidentali. Il totale disinteresse per la fondamentale questione palestinese e le continue ambigue denigrazioni alle religioni monoteiste, esclusa una, confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, determinate dinamiche.
Il terrore psicologico sulla crescente crisi economica attesta il tentativo ormai goffo di focalizzare l'attenzione del popolo solo nei giardinetti privilegiati dei parlamentari, mentre oligarchie non elette portano avanti le questioni che contano creando crisi a piacimento.
Le asfissianti propagande in favore delle degenerazioni sessuali e il multiculturalismo sono poi le ciliegine da aggiungere ad una torta dal sapore orribile.

Se tutto questo avvenga in maniera consapevole o no, poco importa.
La buona o la cattiva fede della redazione mediaset non è argomento che ci interessa, ciò che conta è osservare come tuto ciò avvenga in maniera coerente ed al passo con la degenerazione del carrozzone della post-modernità.

martedì 21 maggio 2013

Per tutti complottisti,che non si fidano del movimento 5 stelle

Intervento di Carlo Sibilia sulla visita che il presidente del Consiglio Enrico Letta ha in programma al parlamento europeo di Bruxelles
https://www.youtube.com/watch?v=kxFbcopXNQU
C"è di tutto in questo video,sovranità monetaria,signoraggio,debito,bilderberg,banca d"italia privata, van rompuy , ecc ecc,imperdibile.
Da questo link.http://www.italiaincrisi.it

Il terzo punto di cui si andrà a discutere al consiglio europeo di domani sarà l’UEM Unione Economica e Monetaria che passa per i provvedimenti in materia di fiscalità a cui lei faceva riferimento.
Un argomento importante, importantissimo, peccato che nessun cittadino italiano e siamo pronti a scommettere, neanche europeo, sappia niente a riguardo.
Allora proviamo a spiegarlo noi cosa ha in mente sul serio il Consiglio Europeo con l’istituzione dell’UEM.
Gli obiettivi sono
1.spezzare il nesso tra banche e stati
2.promuovere un quadro finanziario integrato
3. attivare una politica di assorbimento degli shock economici a livello centrale, centralizzando i poteri di controllo attraverso il MES. questo quanto riportato nel documento di sintesi dell’incontro del 5 dicembre 2012.
Ora non polemizziamo sul fatto che queste siano o meno le priorità dei cittadini europei. Però analizziamo il primo punto.
Spezzare il nesso tra banche e stati?
Mi spiega qual è il nesso tra banche e stati oggi Sig letta ?
Mi spiega qual è questo nesso se la banca centrale europea è di fatto di proprietà delle banche centrali nazionali?
Diremmo benissimo se le banche centrali nazionali fossero di proprietà dei cittadini, dello stato.
Peccato però che le banche centrali nazionali siano, di fatto, banche di proprietà di istituti di credito PRIVATI.
L’esempio è la banca d’Italia che non è di proprietà dei cittadini italiani come il nome potrebbe lasciar pensare, ma bensì di proprietà di Intesa San Paolo, MPS, Unicredit, assicurazioni generali…tutte spa. Tutte trasparentemente elencate sul sito della Banca d’Italia.
Quindi è come dire che dei soggetti privati siano proprietari della nostra moneta e ce la prestino richiedendola indietro con interesse. Ma se la moneta è dei cittadini, degli stati, allora perché ce la prestano?
Ha mai sentito parlare di signoraggio bancario sig. letta?
Ne parlate mai alle riunioni del club bilderberg?
Club di cui lei, il suo predecessore mario monti, emma bonino guarda caso suo ministro degli esteri e mario draghi guarda caso direttore della bce fate parte.
Gli istituti privati stampano moneta cedendola in prestito e richiedendone restituzione con interesse per creare questa spirale di stritolamento che si chiama DEBITO. Il consiglio europeo è responsabile di un europa non fondata sui diritti, non fondata sulla solidarietà tra i popoli, ma di un europa fondata sul debito. Debito come strumento di schiavitù degli stati.
Dica questo al presidente Van Rompuy. E poi chi è questo van rompuy? chi lo ha eletto? io so che lei lo conosce sig. Letta perché anch’egli guarda caso è parte del club bilderberg. ma sappia che i cittadini italiani non sanno per nulla chi sia e da dove venga questo personaggio che non è mai stato eletto in nessuna elezione nazionale e presiede un organismo che condiziona gran parte delle scelte dei cittadini europei e di tutto il mondo.
Si ricorda il tormentone “ce lo chiede l’europa”, bene allora dica a van rompuy che “glielo chiede l’Italia” , dica da parte nostra che l’Italia rifiuta il MeccanismoEuropeodiStabilità mostro giuridico e anticostituzionale!, dica da parte nostra che riteniamo questa politica di scatole cinesi, austerithy, fiscal compact, patto di stabilità: non essere la politica dell’Italia!
Dica da parte nostra che l’Italia ha bisogno di visione politica e non di riforme imposte dall’europa come egli stesso auspicava, dica che, in merito all’evasione fiscale, ci prenderemo subito gli 80 miliardi evasi dal circuito delle slot machine, dica che sigleremo convenzioni in favore della trasparenza bancaria con i paradisi fiscali di tutta Europa che generano evasione per decine di miliardi di euro e con i quali siamo stati sempre fin troppo tolleranti se non protettivi, dica che ripristineremo il reato di falso in bilancio.
Sig. Letta lo sappiamo che lei non dirà mai nulla di tutto questo a Van Rompuy, non per una questione di coraggio quello forse, se è lì dov’è, non le manca, ma perché da oltre 15 anni l’Italia che avete costruito voi partiti PD e PDL, ormai modello Unico è diventata un servile scendiletto dei banchieri di tutta europa. ma sappia, sig Letta, che i cittadini italiani qui fuori vorrebbero che lei dicesse ciò le abbiamo suggerito noi. Adesso pensi a quello che ha in mente di dire Lei domani e ne tragga le sue conclusioni.
Carlo Sibilia




I grillini pian pianino,a suon di schiaffi si sveglieranno

Pian pianino,i fratellini 5 stelle,stanno aprendo gli occhi,un mese fa avevo fatto questo post,http://unlungosogno.blogspot.it/2013/04/ho-votato-m5sma-la-gabanellimi-sta.html
ora anche a molti di loro di sicuro la signora della falsa controinformazione,starà sulle balle.
Grillini svegliatevi,come cazzo potete aver fede di chi passa in televisione???
Ma vi capisco,anche io ho dormito molto,mai mi sarei aspettato,quanto fossero furbi ,ma soprattutto criminali senza empatia,chi dirige le masse.

lunedì 20 maggio 2013

L'influenza della luna sulla natura e su di noi tra credenze popolari e realta'


La luna influisce su di noi e sulla natura o sono solo credenze popolari? Chi mi conosce sa bene che sono fedele alla scienza ed al metodo scientifico. Allo stesso modo però mi piace avventurarmi in campi che, lungi da me dal chiamarli scientifici, mi permettono di aprire la mente tenendo sempre ben aperti anche gli occhi. Sono cresciuta, come molti, con alcune convinzioni e con molti modi di dire tramandatimi dagli anziani della mia famiglia.
Mia nonna, quand'ero piccina, mi insegnava cose che mi porto dentro ancora oggi. Uno dei tanti insegnamenti fu, appartenente ovviamente alla saggezza popolare e non certamente guidato da alcuno studio, quello relativo all'influsso -o l'apparente influsso- della luna sulla natura che mi circondava.
Argentea, pallida e brillante, mutevole, ma perennemente presente, mi ha, da sempre, affascinato, fin da quando avevo poco meno di 10 anni. Un anno per il mio compleanno chiesi il mio primo telescopio astronomico.
Non ci potevo credere, passavo ore davanti alla finestra e, se non fosse stato per il fatto che il giorno dopo avrei dovuto andare a scuola, sarei probabilmente rimasta lì aguardare la luna in alto nel cielo nero a lungo, notte dopo notte.
In effetti, a ben pensare, da sempre l'uomo è sempre stato affascinato dalla lunaattribuendo ad essa enormi influenze.
Molte sono le tracce che permettono di capire quanto la luna e gli astri avessero influenza sulla vita dei nostri antenati. 
Le fasi della luna, come mi é stato insegnato, sono identificabili in quattro: quando si trova tra la terra ed il sole non la vediamo e la luna è in fase nuova, quando compare la parte luminosa ed aumenta significa che è in fase crescente fino a quando non arriva alla fase di luna piena; poi quindi decresce, ed è in fase calante.
Mi è sempre stato raccontato, dai nonni o dagli anziani che avendo un'orto stavano ben attenti alla fase nella quale ci si trovava, che ad ognuna delle quattro fasi lunari corrispondeva, in natura, una diversa energia cosmica.
E così la fase della luna nuova è sempre stata la fase caratterizzata da un'energia rinnovatrice nella quale era bene digiunare per disintossicarsi meglio mentre nell'orto era il periodo giusto per permettere la guarigione di alberi malati.
La fase di luna crescente invece rappresentava il periodo perfetto per rigenerarsi e nell'orto era la fase di crescita per eccellenza: le verdure andavano piantate e seminate e questo era anche il periodo giusto per rinvasare, trapiantare ed innestare.
La fase della luna piena era quella che ho sempre preferito. 
Non parliamone nemmeno, infatti è sempre stata la fase della luna più amata, odiata e discussa, sono stati scritti libri a riguardo ed addirittura si sprecano le vicissitudini accadute a causa o grazie ad essa.
In fase di luna piena, la luna si trova dietro la terra, le erbe medicinali nell'orto ,se vengono raccolte in questa fase, sprigionano tutte le loro proprietà e questa è anche la fase migliore per concimare.
Infine la fase di luna calante, è il momento buono per disintossicarsi e depurarsi, nell'orto vanno piantate o seminate in luna calante le verdure che crescono sotto la terra perché questa è più sensibile, è poi il momento per trattare i parassiti e le erbacce oltre che essere il periodo giusto per le potature.
Ma purtroppo, benché io sia attratta da questi racconti e da queste tradizioni, ad oggi l''unica influenza della Luna sulla Terra, provata in modo scientifico, è quella di tipo gravitazionale.
Infatti l'attrazione che la Luna esercita sulla terra, insieme a quella del Sole, provoca maree terrestri e maree oceaniche.
Una giornalista un astrofisico ed un biofisico, Marta Erba, Gianluca Ranzini e Daniele Venturoli, nel loro libro "Dalla Luna alla Terra. Mitologia e realtà degli influssi lunari" analizzano e raccontano tutto questo.
Questo loro libro è un saggio scientifico di taglio divulgativo che intreccia storia e scienza in maniera dinamica.
Il libro scredita miti senza alcun fondamento, ma al contempo avvalora anche quelli che invece hanno alla base una possibile verità scientifica: un esempio per tutti quello dell'agricoltura biodinamica che rispetta la periodicità naturale ed i ritmi della Luna senza l'uso di metodi agricoli intensivi.
Secondo il cicapComitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale ed organizzazione che promuove un'indagine scientifica e critica nei confronti del paranormale, " ...gli unici influssi della luna sulla terra accertati scientificamente sono la forza gravitazionale e la luce solare che essa riflette".
L'effetto più evidente originato dalla forza gravitazionale lunare è costituito -come detto- dalle maree, fenomeni principalmente generati dall'attrazione congiunta della Luna e del Sole sugli oceani....meno conosciuta è l'esistenza di un fenomeno simile che interessa l'atmosfera ed oltre alle maree atmosferiche sono state accertate anche le cosiddette maree terrestri. Infine la luce riflessa dalla Luna, pur essendo molto debole rispetto a quella solare pare essere capace di provocare tropismi in alcune specie vegetali ed ancora alcuni organismi marini sembrano avere un comportamento riproduttivo influenzato dalla luce lunare.
Ma in definitiva posso dirvi che, benché non vi siano prove scientifiche certe, ad oggi, dell'influsso della luna sulle varie attività antropiche e naturali sulla terra, almeno non per tutte quelle che crediamo noi, io mi trovo sempre ad alzare gli occhi al cielo verso la luna osservando la sua gobba o la sua luce e ricordo sempre tra me e me se sia il periodo giusto per raccogliere o seminare, per depurarsi o tagliarsi i capelli...stupido ed insensato, forse sì, ma pur sempre accompagnato da senso armonioso e poetico, noi in fondo piccoli in un universo così estremamente complesso ed infinitamente grande sempre incerto e magico. 

Kia - Carmela Giambrone

Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...