mercoledì 28 agosto 2013

Un vero capolavoro.La vita segreta delle piante

http://regno-vegetale.blogspot.it/2011/05/la-vita-segreta-delle-piante-di-peter.html

La vita segreta delle piante Di Peter Tompkins,Christopher Bird


Sempre dallo stesso blog http://regno-vegetale.blogspot.it/

Jagadish Chandra Bose e l'affetto nelle piante

Jagadish Chandra Bose diede un notevole contributo alla scienza nell'ambito della fisiologia vegetale. Ha trasmesso una teoria per la salita della linfa nelle piante, nel 1927. Secondo la sua teoria, pulsazioni elettromeccaniche di cellule viventi sono le responsabili per l'ascesa della linfa nelle piante.

Nella sua ricerca sulla stimolazione delle piante, Bose ha dimostrato con l'aiuto dei suoi crescograph di recente invenzione, che le piante hanno risposto a vari stimoli, come se disponessero di un sistema nervoso simile a quello degli animali. Egli ha quindi trovato un parallelismo tra i tessuti animali e vegetali.

I suoi esperimenti hanno dimostrato che le piante crescono più velocemente ascoltando musica piacevole e la loro crescita è ritardata in presenza di rumore o suoni pesanti.

Il suo maggiore contributo nel campo della biofisica è stata la dimostrazione della natura elettrica della conduzione di stimoli diversi nelle piante (ad esempio, le ferite, agenti chimici), che in precedenza erano ritenuti di natura chimica. Tali affermazioni sono state successivamente dimostrate sperimentalmente da al Wildon et al. (Nature, 1992, 360, 62-65).

E 'stato anche il primo a studiare l'azione delle microonde nei tessuti delle piante e cambiamenti corrispondenti al potenziale di membrana delle cellule. Ha studiato il meccanismo degli effetti stagionali sulle piante, l'effetto degli inibitori chimici sulle piante stimoli, l'effetto della temperatura, ecc. Dall'analisi della variazione del potenziale di membrana delle cellule delle piante in diverse circostanze, ha dedotto l'affermazione che le piante possono"sentire il dolore, capire l'affetto".



Una interessante pagina dedicata all'argomento.



Il libro può essere integralmente letto in inglese collegandosi a questo indirizzo:
http://www.rexresearch.com/bose/bose.htm 



Link diretto al libro.

martedì 27 agosto 2013

Povia ha iniziato con i bambini,ma adesso è diventato saggio


Il cantante Povia, quello dei “bambini fanno oh”, ha visto il video-messaggio di Silvio Berlusconi, quello realizzato poco dopo la condanna. Lo ha commentato così su Facebook:
Mi ha colpito il discorso di Berlusconi che è stato fatto fuori da un gruppo di persone messe lì da un’ulteriore èlite di altre persone che hanno fatto e faranno in modo che lui non possa più operare perchè intralcia i loro piani di dominio economico europeo-mondiale. Questa è la democrazia.
L’Italiota Gombagno medio esulta e non capisce di essere sotto un nazismo economico mai visto prima, governato da persone che nessuno ha votato. P.s. E IO NON SONO NEANCHE PER BERLUSCONI.

Canzone sul potere delle banche

Uomini liberi e servi sciocchi

fonte
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli 

USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione)

Chi controlla il passato, controlla il futuro. Chi controlla il presente, controlla il passato.
George Orwell


Completamente ipnotizzati dal puzzle dell’IMU e dal salvataggio-sì/salvataggio-no di Silvio Berlusconi i nostri media hanno totalmente passato sotto silenzio una notizia di grande rilevanza globale.

Non è una novità, direte voi.


Già, se le notizie non piacciono a chi domina il mondo possono venir falsate, mistificate, o, più semplicemente, taciute. I giornali servono a questo, no? Occhio non legge…mente non lavora. Questo silenzio ha una doppia valenza; prima di tutto indica come la nostra stampa sia estremamente provinciale, e, in secondo luogo, come il tacere su certi avvenimenti sia non solo omissione ma menzogna, la cui vera finalità è quella di far sì che per la gente certi eventi non siano mai accaduti. Mi riferisco alla riunione N.7015 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 6 agosto scorso[1], il cui tema era: “La cooperazione tra le Nazioni Unite e le organizzazioni regionali e sub-regionali per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali”.

Gli argomenti messi sul tappeto non sarebbero mai arrivati in Consiglio di Sicurezza se non grazie al fatto che alla Presidenza del Consiglio di sicurezza era di turno l’Argentina, che ha avuto pertanto la possibilità di denunciare pubblicamente all’ONU lo spionaggio da parte delle agenzie d’intelligence Usa e britanniche. Il giorno prima del Consiglio di Sicurezza, il 5 agosto, il Presidente della Repubblica Argentina, il Presidente della Bolivia, il presidente del Brasile, il Presidente dell'Uruguay, nonché i Presidenti di Venezuela ed Ecuador, avevano – tramite i loro Ministri degli Esteri - duramente condannando gli atti di spionaggio svolti dalle agenzie di intelligence degli Stati Uniti d'America[2].

Sei nazioni sudamericane hanno dunque saputo dare una lezione di dignità e di coraggio in primo luogo agli europei che, come ben si ricorda, hanno assunto un atteggiamento patetico di servi sciocchi di fronte alle rivelazioni secondo le quali aziende, legazioni consolari e ambasciate, telefonate e messaggi email di comuni cittadini vengono regolarmente spiate da anni dalle intelligence americana ed inglese. Senza parlare dell’incredibile episodio del dirottamento dell’aereo del presidente boliviano Morales, cui a luglio venne negato il sorvolo dello spazio aereo da parte di diversi Paesi europei compreso il nostro. Il nostro Ministro degli Esteri, l’ineffabile Emma Bonino, cui venne indirizzata una richiesta di spiegazioni, non ebbe neppure il coraggio di ammettere i fatti, mostrando non solo il volto del servo ma anche quello del servo sciocco.

Ebbene, cosa hanno portato i sei Paesi sudamericani in Consiglio di Sicurezza?

Qui di seguito alcuni stralci dai loro discorsi:


“L'intercettazione di telecomunicazioni – dall’allegato alla nota verbale del 22 luglio da parte della missione permanente del Venezuela alle Nazioni Unite, indirizzata e già discussa con il Segretario generale, Ban Ki-moon - e gli atti di spionaggio svolte nei nostri Paesi costituiscono una violazione dei diritti umani, del diritto alla privacy e del diritto all'informazione dei cittadini. Costituiscono inoltre un comportamento inaccettabile che viola la nostra sovranità e che è dannoso per il normale svolgimento dei rapporti tra le nazioni. (…) Abbiamo pertanto deciso di lavorare insieme per garantire la sicurezza informatica degli Stati membri a MERCOSUR, che è essenziale per difendere la sovranità dei nostri Paesi. Chiediamo inoltre ai responsabili [di tali atti di spionaggio] di cessare immediatamente queste attività e di fornire una spiegazione sui motivi e sulle conseguenze di esse. È fondamentale che la prevenzione della criminalità e la repressione dei reati transnazionali, tra cui il terrorismo, avvenga secondo lo stato di diritto e nel rigoroso rispetto del diritto internazionale. Intendiamo promuovere l’adozione da parte delle competenti istituzioni multilaterali di norme per la regolamentazione di Internet che pongano una particolare attenzione alle questioni di sicurezza informatica, al fine di promuovere l'adozione di norme che garantiscano un'adeguata protezione delle comunicazioni, in particolare per salvaguardare la sovranità degli Stati e la vita privata delle persone”.

I ministri degli Esteri del Brasile, Venezuela, Uruguay, Bolivia ed Ecuador hanno dunque duramente condannato il piano spionistico internazionale degli Stati Uniti considerandolo senza mezzi termini una grave minaccia per i governi democraticamente eletti dell'America Latina, un comportamento che mette di fatto in pericolo la loro sopravvivenza.

Il Giornale OnlineRicordiamo bene, infatti, come il Sudamerica sia stato sempre considerato dagli USA come il “cortile di casa”, come sia stato per molti tragici decenni schiacciato da dittature militari che hanno inflitto impunemente terrore di stato. La storia recente testimonia come i Paesi sudamericani siano stati soggetti a progetti di destabilizzazione e di abbattimento dei propri leader democraticamente eletti da parte della CIA. Basti ricordarne alcuni - e l’elenco non è completo: il presidente Arbenz in Guatemala nel 1954; il Presidente Goulart in Brasile nel 1964; il Presidente Juan Bosch, nella Repubblica Dominicana nel 1965; il Presidente Torres in Bolivia nel 1971; il Presidente Allende in Cile nel 1973, sino alla più recente destabilizzazione dei governi di Honduras e Paraguay.

Meno di un mese prima della riunione del Consiglio di Sicurezza, il 12 luglio, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, la signora Navi Pillay aveva affermato: “I programmi di sorveglianza senza garanzie adeguate per proteggere il diritto alla privacy in realtà rischiano di incidere negativamente sul godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali, contraddicendo gli articoli 12 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo[3] e gli articoli 17[4] e 18[5] del Patto internazionale sui diritti civili e politici, che stabiliscono, rispettivamente, che Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, famiglia, casa o corrispondenza, e che Ogni individuo ha diritto alla protezione della legge contro tali interferenze o lesioni[6]”.

Negli interventi al Consiglio di Sicurezza è stata sottolineata la preoccupazione che, come è accaduto più volte, i leader della NATO e di Paesi membri ritengano che non sia necessaria l'autorizzazione esplicita da parte del Consiglio di Sicurezza per ricorrere alla coercizione, visto che la NATO ha liberamente interpretato mandati d'azione volti a promuovere la pace e la sicurezza internazionale autorizzata dal Consiglio di Sicurezza, trasformandoli in occasioni di aggressione e di guerra, mascherate da ‘missioni di pace’ o ‘guerra umanitaria’.

Significativi alcuni passi del discorso del Ministro degli Affari Esteri della Bolivia David Choquehuanca Cespedes, tenuto nel pomeriggio del 6 agosto:

“Preservare la pace non è e non sarà il risultato dell’esistenza di poliziotti internazionali, ma piuttosto il risultato dello sviluppo della giustizia sociale, dell’equità, la complementarietà, la solidarietà e il rispetto tra gli Stati...vorrei esprimere il nostro rifiuto e la condanna della pratica di spionaggio da parte degli Stati Uniti. Vorrei anche esprimere il dolore e l'indignazione del mio popolo e il mio governo sull’atto di aggressione subito dal presidente Evo Morales Ayma, che è stato descritto dalla comunità internazionale come offensivo, umiliante, discriminatorio, colonialista, spiacevole nonché una violazione dei diritti umani e delle norme internazionali. Tenuto conto della grave natura di questi fatti, chiediamo alle Nazioni Unite di chiarire questi eventi e di adottare misure per garantire i diritti umani e il rispetto del diritto internazionale, in modo che nessuno debba in futuro soffrire per tali violazioni”.

“La pace – così Elias Jaua Milano, Ministro degli Affari Esteri del Venezuela e Presidente protempore del Mercato Comune del Sud (MERCOSUR) - non può essere raggiunta nel mondo senza giustizia sociale e senza sradicare una volta per tutte fame, povertà, analfabetismo, malnutrizione e il divario tecnologico, in altre parole, senza garantire a tutti le risorse necessarie per un pieno sviluppo in condizioni di uguaglianza. Allo stesso modo, noi rifiutiamo le azioni di spionaggio globale condotte dal governo degli Stati Uniti, che minano la sovranità degli Stati e che conosciamo grazie alle rivelazioni di Edward Snowden. Data la gravità di questi rapporti di spionaggio informatico su scala globale, riconosciuto dallo stesso segretario generale dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni, le Nazioni Unite, alla luce di tali pratiche illegali, devono avviare un ampio dibattito multilaterale per rendere possibile la progettazione di accordi per salvaguardare la sovranità e la sicurezza degli Stati membri. (…)

Ribadiamo la nostra condanna di azioni che potrebbero minare il potere dei membri di attuare pienamente il diritto di asilo umanitario. A questo proposito, respingiamo ogni tentativo di fare pressione, molestare o criminalizzare uno Stato parte o di terzi alla decisione sovrana di una nazione a concedere l'asilo, sancito in tutte le convenzioni internazionali. Allo stesso modo, esprimiamo la nostra solidarietà con i governi di Bolivia e Nicaragua, che, come il Venezuela, hanno offerto asilo al signor Snowden, come espresso dai capi di Stato del Mercosur nella decisione relativa al riconoscimento universale del diritto di asilo politico”.

In effetti, dopo aver resistito a innumerevoli tentativi di golpe militare e di controllo economico, il nuovo pericolo che oggi devono affrontare i governi indipendenti dell'America Latina – e non solo loro - proviene dai programmi di sorveglianza elettronica della NSA, un attacco cibernetico nei confronti degli spazi più privati ​​e intimi della vita dei popoli e degli Stati. Un progetto criminale il cui obiettivo più inquietante sembra quello di minacciare l’identità e la mente delle persone, distruggendo la loro capacità di creare reti di solidarietà e di ottenere le informazioni cruciali per la loro comprensione degli avvenimenti, annientandone in tal modo il pensiero critico, senza il quale essi vengono ridotti facilmente alla condizione di zombie, confusi, docili, facilmente controllabili, soggiogati, in ultima analisi, sfruttati e ridotti in schiavitù.

Questa sorveglianza equivale a imporre un controllo totale individuale e sociale che è una forma d’isolamento psicologico e intellettuale, una delle più crudeli forme di tortura, che alla fine porta alla disintegrazione della personalità umana, costretta all’interno di un prigione invisibile.

“I leader che dovrebbero dare spiegazioni – ha aggiunto Patino Aroca, Ministro degli Esteri dell'Ecuador - e confrontarsi con il dibattito sui limiti di ciò che stiamo discutendo, hanno invece lanciato una crociata contro il diritto di asilo - una vera e propria offensiva diplomatica contro i Paesi che hanno mostrato disponibilità in un caso così importante. I Popoli della Nostra America Latina sono stati messi sotto pressione, semplicemente perché hanno preso in considerazione una domanda di asilo. Tutti questi Paesi hanno firmato la Convenzione di Caracas del 1954 sull'asilo territoriale, che è forse uno degli strumenti più importanti del sistema interamericano dei diritti umani. Non è la rivelazione del reato che minaccia il clima di comprensione tra le nazioni, ma il reato stesso. In un mondo fragile, dove i conflitti armati sono a malapena influenzati da pressioni internazionali, tali azioni non aiutano a generare fiducia, ma tensione. (…) La massiccia sorveglianza globale, arbitraria e illimitata deve fermarsi. (…) È richiesto anche dallo spirito di convivenza, che ha ispirato la stesura della Carta delle Nazioni Unite. È anche l'appello di miliardi di persone nel mondo che capiscono che qualsiasi azione mirante a garantire la sicurezza di un Paese ha i suoi limiti, vale a dire i diritti umani di tutti sul pianeta”.

Ma qual’è davvero lo scopo di questo programma NSA di sorveglianza globale?

Non riuscendo a contrastare in modo significativo – come ammesso dagli stessi protagonisti - l'attività terroristica, deve avere un fine nascosto.
Il Giornale OnlineProviamo a pensare alle possibili conseguenze di tali misure di spionaggio globale: non è difficile immaginare che già oggi vi saranno molte persone che, sapendo che le proprie comunicazioni sono spiate, cambieranno il proprio comportamento.

Ad esempio ci sarà chi, prima di visitare siti web controversi, o di discutere argomenti ‘sensibili’ o di indagare su questioni politicamente delicate ci penserà due volte. Individualmente, queste esitazioni potrebbero sembrare insignificanti, ma il loro ripetersi e moltiplicarsi per milioni di cittadini potrebbero modificare il rapporto della gente con il potere.

Queste ipotesi sono terrificanti.

Un vero e proprio ‘divieto di pensiero’; riporto ancora una volta una citazione da una conferenza di Rudolf Steiner del 1916: “Non sarà trascorso molto tempo dopo che sul calendario sarà passato l’anno 2000, che si manifesterà – a partire dall’America - un divieto, non diretto, ma comunque un divieto di ogni tipo di pensare, una legge che avrà lo scopo di sopprimere ogni pensiero individuale. Da un certo punto di vista l’inizio di ciò si può ravvisare in ciò che oggi fa la medicina puramente materialistica, dove l'anima non può avere più alcuna influenza, dove l’uomo viene trattato come una macchina solo sulla base di esperimenti esteriori[7]”

Fantasia? O solo l’inizio di una nuova politica di dominio assoluto del mondo?

D’altra parte la feroce determinazione di arrestare Edward Snowden fa pensare che egli potrebbe aver scoperto qualcosa di più, qualcosa di così illegale che, per coprire tali reati, gli autori non esitano a mettere in pericolo quelle vite stesse che affermano di proteggere grazie alle intercettazioni. Il dirottamento dell’aereo di Morales, che ha messo in pericolo la vita del presidente della Bolivia, rende questa ipotesi non del tutto peregrina. Insomma, nel Consiglio di Sicurezza del 6 agosto sotto la presidenza argentina si è aperto un capitolo nuovo.

Quelle che una volta venivano sprezzantemente definite ‘Banana Republic’ stanno indicando al mondo una via di dignità e di coraggio il cui testimone ci auguriamo possa venir raccolto da altri Paesi.

Riferimenti:

[1] 

[2] 

[3] Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, nè a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

[4] 1. Nessuno può essere sottoposto ad interferenze arbitrarie o illegittime nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa o nella sua corrispondenza, né a illegittime offese al suo onore e alla sua reputazione.

2. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze od offese.

[5] 1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di avere o di adottare una religione o un credo di sua scelta, nonché la libertà di manifestare, individualmente o in comune con altri, e sia in pubblico sia in privato, la propria religione o il proprio credo nel culto e nell'osservanza dei riti, nelle pratiche e nell'insegnamento.

2. Nessuno può essere assoggettato a costrizioni che possano menomare la sua libertà di avere o adottare una religione o un credo di sua scelta.

3. La libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo può essere sottoposta unicamente alle restrizioni previste dalla legge e che siano necessarie per la tutela della sicurezza pubblica, dell'ordine pubblico e della sanità pubblica, della morale pubblica o degli altrui diritti e libertà fondamentali.

4. Gli Stati parti del presente Patto si impegnano a rispettare la libertà dei genitori e, ove del caso, dei tutori legali di curare l'educazione religiosa e morale dei figli in conformità alle proprie convinzioni.

[6] 

[7] 


Fonte: 

lunedì 26 agosto 2013

20 Film Per un Risveglio delle Coscienze

DI MARCK DE NICOLA
TRADOTTO PER ECV DA FABRIZIA BELTRAMONE

film

Il vasto reame dei film e della televisione è sicuramente una delle forme di intrattenimento più apprezzate; ognuno di noi ha visto un buon numero di film e show televisivi che ci hanno fatto piangere, ridere, emozionare oppure, a volte, ci siamo ritrovati a chiederci perché fossero stati realizzati in primo luogo. Molto raro è, invece, trovare nei film un pizzico di verità e di coscienza collettiva; un team alla Collective Evolution ha messo insieme un elenco di film che ritiene possano offrire qualcosa in più del semplice intrattenimento. Buona Visione!
PEACEFUL WARRIOR
Dà ampio spazio all’importanza di vivere il momento e mette in luce il modo in cui la mente può annebbiare la nostra guida interiore. Mostra il nostro potenziale limitato ponendo l’accento sul fatto che c’è molto di più nella vita di ciò che abbiamo e rincorriamo per avere potere e successo. Basato sulla storia vera di Dan Millman.
THE MATRIX
Rende perfettamente l’idea di ciò che siamo agli occhi dell’Elite mondiale: batterie. Alimentiamo l’intera matrice e tutto il sistema prestabilito. Forse anche più interessante è come questo film mostri cosa vuol dire prendere coscienza ed emergere da questa matrice verso il mondo reale: solo la tua mente e il tuo ego ti possono limitare.
EQUILIBRIUM
Cosa succederebbe se il governo creasse un farmaco che impedisce di provare sentimenti? Questo film, spaventosamente realistico, si chiede come abbiamo fatto a diventare droni in un sistema prestabilito semplicemente andando al lavoro e svolgendo i nostri compiti in totale assenza di sentimenti verso gli stimoli esterni. Ma cosa succede se qualcuno si libera? LORD OF WAR Punta i riflettori sulla verità che giace dietro all’industria delle armi, mostrando il ruolo predominante del governo nella vendita e distribuzione; coprendo le proprie tracce, istiga alla violenza ed alla paura in tutto il mondo.
ESSI VIVONO
’Essi vivono’ mostra come un gruppo di extraterrestri rettiliani sia al potere e stia bombardando il nostro pianeta con frequenze che ci rendono completamente ciechi di fronte alla verità sulla loro natura, sviscerando i segreti dell’Elite, che controlla le varie strutture governative.
V PER VENDETTA
Da questo film emergono alcuni lati della corruzione a vari livelli governativi e il modo in cui la verità viene occultata. Inoltre ci offre una visione delle intenzioni che giacciono dietro all’Ordine del Nuovo Mondo e del fatto che la sola cosa necessaria per porre fine al loro potere ed al loro controllo sia una presa di coscienza collettiva e il rifiuto di obbedire.
EYES WIDE SHUT
Uno sguardo all’interno di ciò che sono i rituali massonici, fu realizzato intorno ad eventi realmente accaduti. Il successo di Kubrick sta nell’essere riuscito ad esporre ciò che accade nell’Elite mondiale ed apparentemente il regista fu ucciso per il rilascio di questo film, poco dopo aver approvato il finale che è uscito nelle sale.
IL PIANETA VERDE
Mostra l’interconnessione tra gli esseri umani e quanto l’esperienza umana si sia allontanata da questa connessione. Si concentra sulla semplicità e sulla pace che intrinsecamente provengono da un pianeta basato sull’amore e sull’unicità.
FIGHT CLUB
In conclusione mostra il totale collasso finanziario, che è necessario per cambiare la coscienza del nostro pianeta; inoltre è fondamentale il ruolo che la mente può giocare, mascherando se stessi dietro una verità e la nostra sola esperienza.
REVOLVER
Un fantastico film che contiene una buona dose di verità. Mette a nudo ciò che davvero è l’ego e quale ruolo gioca nel renderci schiavi, di quanto sia importante nella nostra esperienza; tutto ciò si rivela tramite una storia che appassionerebbe chiunque. 1984 Mostra come sia facile per il governo riscrivere la storia a proprio piacimento e di come possa controllare tutto ciò che diciamo, pensiamo e proviamo; usa una versione rovesciata delle parole sull’amore e sulla libertà per controllare completamente la realtà, mentre il potere permane nelle mani di pochi. Inoltre fa riflettere sul fatto che la paura della solitudine sia sufficiente a convincere le persone non solo a supportare, ma anche a promuovere il sistema che li rende schiavi.
CONVERSAZIONI CON DIO
Mette in luce le relazioni e le connessioni che intercorrono con la nostra guida spirituale; secondo questo film il corso della vita scorre tranquillo quando intercorrono connessioni vere, ma la mente può giocare un ruolo definitivo nel disconnetterci da esse.
METROPOLIS
Mostra la schiavitù di massa a favore del benessere di pochi e il desiderio di separazione che esiste tra le due classi, tanto che gli schivi non si rendono conto della loro situazione e che i benefattori non apprezzano affatto coloro che beneficiano.
BLOOD DIAMOND – DIAMANTI DI SANGUE
Punta i riflettori sulla corruzione che in certe parti del pianeta fornisce ricchezze non necessarie a chi ha il potere di cambiare il mondo; inoltre mostra come la verità sia controllata e nascosta da coloro che governano le grandi aziende attraverso lodi e valori.
AVATAR
Un film che coinvolge la coscienza e mostra come siamo tutti connessi gli uni agli altri, al pianeta ed al regno animale. Nel film gli umani creano corpi ibridi per ingannare e manipolare i Na’vi, molto similmente a quanto avviene sulla Terra.

IL MAGO DI OZ
Mostra uno dei sistemi di controllo più largamente utilizzati, cioè quello di portare il controllo ed il potere a livelli incredibilmente alti, facendo sembrare persone normali follemente importanti e potenti rispetto a ciò che sono davvero (il piccolo mago dietro la tenda).
K-PAX. DA UN ALTRO MONDO
Questa è la storia di una caduta, in cui un extraterrestre prende le sembianze umane per provare un’esperienza sulla Terra. Prote, il protagonista, vuole osservare e riportare dati sulle esperienze terrestri.
MR. DESTINY
Una commedia che fa riflettere sui limiti temporali, mostrando che per quanto la realtà sembri spiacevole, è sempre un bene per la crescita dell’anima e dell’esperienza.
A SKANNER DARKLY. UN OSCURO SCRUTARE
Caratterizzato da alcune perle di Alex Jones, il film si immerge nel mondo della droga mostrando come il governo e coloro che puntano a debellare l’uso e la vendita della droga siano in realtà i principali fornitori.
AMBITION TO MEANING
Questo film del Dr. Wayne Dyer è basato su alcuni dei suoi libri. È una rivisitazione di tre storie diverse che si intersecano in una sola e si focalizza sulla diffusione della convinzione che sia necessario trasferire la propria coscienza per creare una nuova esperienza di vita.
AL DI LÀ DEI SOGNI
E se a volte capitasse che creiamo ciò che appare come un aldilà in base a ciò che crediamo mentre viviamo? E cosa succederebbe se rimanessimo sospesi in quest’aldilà finché non scopriamo come muoverci e reincarnarci di nuovo?
WAKING LIFE
Sono i sogni reali quanto la realtà? Il film guarda al mondo onirico come a qualcosa che possa essere reale quanto la vita vera. Questo è un ottimo spunto di riflessione e ci autorizza a sollevare parecchie questioni sulla vita, l’universo e di come sia tutto connesso.

domenica 25 agosto 2013

Chi sono?

D.: Chi sono?
P.: Chiunque tu ti immagini di essere. Quando smetti di crearti delle identità, troverai chi sei veramente.

Poonja

L' "io sono" stesso è Dio.

L' "io sono" stesso è Dio. La ricerca stessa è Dio. Mentre cerchi scopri che non sei ne il corpo né la mente, ma l'amore del sé in te per il sé in tutto. Le due cose sono una sola. La coscienza in te e la coscienza in me, apparentemente due, sono in realtà una sola, cercano l'unità e questo è amore.

Nisargadatta Maharaj

venerdì 23 agosto 2013

Carta del popolo indigeno U’WA



Noi nasciamo figli della terra, questa è una realtà che non può essere cambiata né dagli indigeni né dall’uomo bianco.
Più di mille volte ed in mille forme diverse abbiamo detto che la terra è nostra madre, che non possiamo né vogliamo venderla, ma l’uomo bianco sembra non capire, insiste affinché vendiamo e maltrattiamo la nostra terra, come se l’indigeno fosse anche lui uomo di molte parole.
Noi non domandiamo se è abitudine dell’uomo bianco vendere sua madre. Non lo sappiamo. Però, noi U’WA sappiamo che il bianco usa la menzogna, sa ingannare, uccide le sue creature senza permettere ai loro occhi di vedere il sole né alle loro narici di odorare l’erba. Tutto questo è ripugnante ed abominevole anche per un “selvaggio”.
La legge del nostro popolo si differenzia da quella dei bianchi, perché la legge del “Riowa” (bianco) viene dagli uomini e sta scritta su un foglio di carta, mentre la legge del nostro popolo viene da Sira (Dio). Fu Sira (Dio) che la dettò e la scrisse nel cuore dei nostri sapienti Werjayas (sciamani). Il rispetto verso i viventi ed i non viventi, ciò che si conosce e quello che non si conosce, fa parte della nostra legge: la nostra missione nel mondo è quella di raccontarla, cantarla e metterla in pratica per sostenere l’equilibrio dell’universo. La nostra legge U’WA sostiene il mondo. La nostra legge è antica quanto la stessa terra, la nostra cultura si è organizzata seguendo il modello della creazione, per questo la nostra legge della terra e la terra stessa sono una cosa sola. “La nostra legge non morirà”,….
Sappiamo che il Riowa (uomo bianco) dà un prezzo a tutti i viventi e perfino alla stessa pietra. Commercia con il suo proprio sangue e vuole che noi facciamo lo stesso nel nostro territorio sacro con la “Ruiria”, il sangue della terra, quello che loro chiamano petrolio…tutto questo è estraneo ai nostri costumi…tutto quello che è vivo tiene sangue: tutti gli alberi, tutti i vegetali, tutti gli animali, anche la terra. Questo sangue della terra (Ruiria, il petrolio) è quello che dà forza a tutti, a piante, animali ed uomini.
Ma noi domandiamo al Riowa (bianco) “come si può mettere prezzo alla madre e quale è questo prezzo?”. Lo domandiamo non per fare deduzioni, ma per cercare di comprendere: se l’orso è nostro fratello, a maggior ragione lo è l’uomo bianco. Chiediamo questo perché crediamo che egli, uomo “civilizzato”, talvolta conosca modalità per stabilire un prezzo per sua madre e venderla senza cadere nella vergogna, quella stessa vergogna nella quale cadrebbe un primitivo, in ragione del fatto che la terra che calpestiamo non è solo terra, ma è la polvere dei nostri avi e per questo camminiamo scalzi, per stare in contatto con essi.
Il Riowa (bianco) non ha voluto capire che se ci separiamo da nostra madre, il tempo andrà via con essa (lo spirito dei nostri avi, il nostro presente, il nostro futuro). Tutto accadrà fino a quando terminerà il tempo che Sira (Dio) le ha affidato…adesso non avrebbe tempo, adesso non avrebbe vita, siamo sopravvissuti grazie a lui ed egli è sopravvissuto grazie al nostro rispetto. La nostra separazione porterebbe un vuoto che inghiottirebbe tutto meno il deserto.
Il futuro dell’uomo bianco si intorbiderebbe con ogni goccia di olio che egli stesso versa nella trasparenza dei nostri fiumi, il suo destino si fa più letale con ogni goccia di pesticida che deposita in essi. I nostri fiumi comunicano con le nostre deità. Essi sono messaggeri ed i messaggi fluiscono in ambe le direzioni: se si sporcano o se muoiono sapremo cosa vogliono le deità che non ascolterebbero più le nostre invocazioni, e con le nostre lodi provocheremmo la loro ira. I fiumi di tutta la terra adesso sono molto arrabbiati con i bianchi.
I capi bianchi dicono alla loro gente che il nostro popolo indigeno è selvaggio, ci presentano come loro nemici e come nemici di un Riowa(bianco) maggiore che essi hanno chiamato progresso. Prima che gli altriRiowa (bianchi) e tutti i popoli del mondo debbono inginocchiarsi ad esso noi domandiamo “Che cosa è più importante, la macchina o l’uomo che inventa la macchina?”. Tuttavia, quello che sappiamo è che tutto ciò che attenta alla madre agisce contro i figli, chi aggredisce la madre terra ci aggredisce tutti, quelli che vivono oggi e quelli che verranno in futuro.
Per l’indigeno la terra è madre, per il bianco è nemica; per noi le sue creature sono nostre sorelle, per loro sono solo mercanzia. Il Riowa (bianco) siede con la morte, lascia nei campi e nelle sue città tanti uomini tenuti come alberi abbattuti nella selva.
Noi non abbiamo mai commesso l’insolenza di violare le chiese ed i templi del Riowa (bianco) mentre egli è venuto a profanare le nostre terre, e dunque noi domandiamo “Chi è il selvaggio?”.
L’uomo bianco ha dichiarato guerra a tutto, meno che alla sua povertà interiore, ha dichiarato guerra al tempo e perfino a se stesso, come ha detto un altro fratello indigeno di un popolo lontano: “l’uomo bianco cavalca sopra il progresso verso la sua distruzione”. Non contento di dichiarare guerra alla vita, ha dichiarato guerra anche alla morte, non sa che la vita e la morte sono due estremità di uno stesso corpo, due estremi di uno stesso anello,…”l’esistenza”…non c’è morte senza la vita ma neanche c’è vita senza la morte, gli U’WA si prendono cura del mondo materiale e di quello spirituale da sempre, per questo comprendono questi concetti.
Al Riowa (bianco), che ha inviato uccelli giganti sulla luna, gli diciamo che deve amare e curare la Terra, gli diciamo che non può andare per l’universo facendo ad ogni astro quello che è stato fatto ad ogni albero del bosco sulla terra. Ed ancora domandiamo ai suoi figli: “Chi fece il metallo con il quale è stata costruita ogni piuma che coprì il grande uccello? Chi fece il combustibile con il quale si alimenta? Chi fece lo stesso uomo che dirige e fabbrica l’uccello?… Il Riowa (bianco) non deve ingannare ne mentire ai suoi figli, deve insegnare che anche per costruire un mondo artificiale l’uomo necessita della Madre Terra per questo bisogna amarla e curarla.
Il Riowa (bianco) insisterà affinché noi vendiamo la terra e ci dirà “Che importa la vergogna ad un selvaggio che mantiene la sua faccia nascosta nello spessore della selva, le ombre delle montagne e il velo della nebbia?”…dunque, una volta ancora, cercheremo di fare capire, che se questo accadrà, non solo la vergogna paralizzerà gli U’WA ma accadrà anche che il giaguaro, la volpe, il mais, la coca, e tutti i nostri fratelli animali e le nostre sorelle piante, che da sempre hanno dato compagnia e alimento al nostro popolo, moriranno di “kueken awriar (tristezza) poiché, nella nostra grande famiglia, non si conosce quello che il Riowa (bianco) chiama tradimento. Se ciò dovesse accadere, la Terra piangerebbe tanto che l'ultimo picco coperto di neve del Cocuy si scioglierebbe e scenderebbe e la deità, custode delle acque maligne, guiderebbe le lacrime della terra fino ad unirsi con Kuiya (il padrone e signore della terra) e dalla loro unione sorgerebbe dall’oscurità del mondo di sotto Yara, il terremoto che porta dolore. Yara, dunque, come un gigantesco serpente di fango prodotto dall’unione della deità custode delle acque maligne con il signore della terra, si calerebbe fra le montagne cercando le valli ed al suo passaggio inghiottirebbe sia indigeni che bianchi, sia ferro che alberi, sia case che accampamenti. Quando questo succederà non ci sarà chi canti per mantenere l’equilibrio del mondo di su e di giù che è lo stesso equilibrio dell’universo…
L’uomo prosegue cercando il Ruiria (petrolio) e, in ogni esplosione che percorre la selva, udiamo il mostruoso passo della morte che ci persegue attraverso le montagne.

Questo è il nostro testamento

Al ritmo a cui va il mondo, verrà un giorno nel quale un uomo sostituirà le montagne del condor con le montagne di denaro, per questo, dunque, questo uomo non avrà chi omprerà nulla, e, se lo avesse, questo qualcuno comunque non avrebbe niente da vendergli. Quando arriverà questo giorno già sarà troppo tardi affinché l’uomo possa meditare sulla sua pazzia…
Tutte le sue offerte economiche riferite a ciò che per noi è sacro, come la Terra ed il suo sangue, sono un insulto per le nostre orecchie ed una corruzione per le nostre credenze. Questo mondo non è stato creato dalRiowa (bianco) né da nessuno dei suoi governi e per questo egli lo deve rispettare. L’universo è di Sira (Dio) e noi U’WA lo amministrano solamente. Noi siamo solo una corda del cerchio tessuto, ma il tessitore è Lui. Per questo motivo noi U’WA non possiamo cedere, maltrattare né vendere la Terra né il suo sangue e neanche le sue creature perché questo è contrario ai principi. Però il bianco pensa di essere il padrone, sfrutta e schiavizza a suo modo e questo non è una cosa buona: rompe l’equilibrio, rompe Irokua. Se non possiamo vendere quello che non ci appartiene, non ci si può impadronire di quello che non si può comprare.
Da parte nostra non ci sarà nessun tradimento verso la nostra Madre Terra, né verso i suoi figli che sono nostri fratelli, né tradiremo la fierezza dei nostri avi perché il nostro territorio è sacro e tutte le cose in esso contenute sono sacre. Per noi è proibito uccidere con il coltello, il machete e le pallottole; le nostre armi sono il pensiero e la parola; il nostro potere è la saggezza.
Anziché vedere i nostri principali elementi sacri profanati (la terra, il petrolio ed altri) preferiamo la nostra morte, il suicidio collettivo del popolo U’WA. Se nella lotta per difendere i nostri principi dovremo fare un gesto estremo, sarà questo; se per difendere la vita dobbiamo dare la nostra lo faremo.
Alcuni capi bianchi sono inorriditi davanti al loro popolo rispetto alla nostra decisione di suicidio collettivo come ultimo gesto per difendere nostra Madre Terra. Ancora una volta ci presentano come selvaggi; però, essi cercano di confondere, cercano di screditare. A tutto il loro popolo noi diciamo: “L’uomo U’WA si suicida per la vita, il bianco si suicida per le monete. Chi è dunque il selvaggio?”. L’umiliazione del bianco verso l’indigeno non tiene limite, non solo non ci permette di vivere, ma ci dice anche come dobbiamo morire…non ci lasciano decidere sulla vita…ora decidiamo dunque sulla morte.
Nel corso di più di cinque secoli abbiamo ceduto davanti all’uomo bianco, davanti alla sua cupidigia ed alle sue infermità, come il ruscello cede in tempo d’estate, come il giorno cede alla notte,…il Riowa (bianco) ci ha condannato a vivere come estranei nella nostra terra, ci tiene rinchiusi nelle terre scoscese molto vicino le rocce sacre da dove il nostro cacicco (sciamano) Guicanito e la sua tribù saltò per salvare l’onore e la dignità del nostro popolo davanti alla feroce avanzata prima degli spagnoli. Poi sono venuti i missionari, ora le multinazionali petrolifere.
Prima, alla cupidigia ed all’ignoranza davano il nome di azioni evangelizzatrici o civilizzatrici, ora le chiamano progresso, questo fantasma che nessuno vede e che si è dedicato a terrorizzare l’umanità…Prima l’oscuro cammino di saccheggi, genocidi ed ingiustizia contro il nostro popolo era perpetrato nel nome di Dio e di sua maestà, oggi è illuminato con il petrolio e fatto in nome del progresso e della maggiore delle maestà per la maggior parte dei non indigeni: il denaro.
Prima l’oro era giallo, ora è nero; però il colore del sangue che si paga per esso continua ad essere rosso, continua ad essere indigeno. Noi U’WA procediamo tutti per una stessa strada, siamo tutti (popolo ed autorità) una stessa famiglia. Se è arrivato il momento che il nostro popolo parta da questa terra lo farà con dignità!…
L’unica cosa che ci unisce ai nostri fratelli bianchi è il fatto di provenire dallo stesso padre (Sira) e dalla stessa madre (Raira) e di essere allattati dallo stesso capezzolo (la terra), dividiamo lo stesso mondo fisico: il sole, la luna, il vento, le stelle, le montagne, i fiumi, …dividiamo lo stesso mondo fisico però il nostro sentimento è diverso. La terra è un fiore: l’uomo U’WA si avvicina ad essa per alimentarsi con la stessa cura del colibrì, mentre per l’uomo bianco è come il fiore che il maiale selvatico calpesta sul suo cammino. Il cammino del Riowa (bianco) è stato il denaro. Il denaro è il suo mezzo, è il suo fine, è il suo idioma. Il denaro ha fatto ammalare il cuore del nostro fratello bianco e la sua malattia lo ha portato a costruire fabbriche come armi, a spargere veleni come sangue. La sua malattia è arrivata alle acque, all’aria ed alle nostre selve.
Una volta ancora l’uomo bianco viola le leggi di Sira (Dio), quelle della terra ed anche le sue proprie leggi, quello che non potrà evadere mai è la vergogna che i suoi figli potranno sentire verso i padri che danneggiarono il pianeta, rubarono la terra dell’indigeno e lo portarono alla sua estinzione. Alla fine della fredda, dolorosa e triste notte, per il pianeta e per gli indigeni, la stessa notte che sembrava tanto perenne come l’erba, quando inizierà a scorgersi il regno della morte contemporaneamente comincerà a fiorire nuovamente la vita…perché non ci sono estati eterne, né specie che possa imporsi sopra la vita stessa…
Se l’uomo agisce con cattive intenzioni, presto o tardi, finirà con il bere il veleno del suo proprio fiele, perché non si può tagliare un albero senza che muoiano le sue proprie foglie e nel passaggio della vita nessuno può lanciare pietre senza rompere la quiete e l’equilibrio dell’acqua. Per questo, quando i nostri siti sacri saranno invasi dall’odore dell’uomo bianco, sarà vicina la fine non solo degli U’WA, ma anche del Riowa (bianco). Quando egli avrà sterminato l’ultima tribù del pianeta, prima di incominciare a contare i suoi genocidi, gli sarà più facile incominciare a contare i suoi ultimi giorni. Quando questi tempi si avvicineranno, i ventri delle figlie non daranno alla luce alcun frutto ed in ognuna delle sue vite ancora una volta spezzate, lo spirito dei suoi figli non conoscerà serenità. Quando arriverà il tempo nel quale gli indigeni resteranno senza terra, anche gli alberi resteranno senza foglie; dunque, l’umanità si chiederà “perché?”…e solo pochi comprenderanno che tutti i principi hanno la loro fine e tutte le fini hanno i loro principi, perché nella vita non c’è niente di indipendente, niente che non sia legato alle leggi dell’esistenza. Il serpente arriverà a mordere la sua stessa coda per chiudere così il suo ciclo di distruzione e morte…Tutto questo perché tutto è intrecciato.
Forse noi U’WA potremo seguire il nostro cammino, dunque, così come gli uccelli fanno i loro grandi viaggi senza nessuna provvista, così noi seguiteremo il nostro viaggio senza conservare il più piccolo rancore contro il Riowa (bianco) perché è nostro fratello. Continueremo cantando per sostenere l’equilibrio della terra non solo per noi e per i nostri figli, ma anche per egli (il bianco) perché ne ha bisogno. Nel cuore degli U’WA c’è preoccupazione per i figli dell’uomo bianco, per questo se lo vogliono e lo permettono non arresteremo l’aria che nasce nelle nostre montagne ma i nostri fiumi dovranno partire dalle nostre terre così limpidi come arrivarono. Così, la purezza dei fiumi parlerà agli uomini del mondo “di sotto” della purezza del nostro perdono.
Ogni volta che si estingue una specie l’uomo si avvicina alla propria estinzione; ogni volta che si estingue un popolo indigeno non è solo una tribù che si estingue, è un membro in più della comunità che è partito per sempre in un viaggio senza ritorno. Ogni specie estinta è una grave ferita per la vita, riduce la vita e lascia posto alla sopravvivenza…Forse, prima la cupidigia si impietosirà dell’uomo bianco, prima gli permetterà di vedere la meraviglia del mondo e la grandezza di un universo che si estende più in là del diametro della moneta.

Associazione delle autorità tradizionali U’WA

Il fuoco e l'haiku: l'ecologia profonda di Gary Snyder

Fonte: ilcambiamento 



In una raccolta di saggi e interventi curati da Chiara D’Ottavi, il precursore del bioregionalismo e Premio Pulitzer, Gary Snyder, spiega come la tutela del territorio passi attraverso una conoscenza profonda delle sue dinamiche evolutive e come la poesia giapponese possa racchiudere la complessità del nostro ecosistema.


ritorno fuoco
Gary Snyder rilancia l’impegno alla protezione del pianeta attingendo direttamente all’energia interna dell’ecosistema
La storia umana, con i suoi linguaggi e le sue migrazioni, è come un’antica foresta di detriti, vecchi e nuovi, mescolati insieme, di vecchi risentimenti riciclati, di vecchie ricette riscoperte e di mitologie perenni che si mostrano, trionfanti, e impudenti, sul palcoscenico. L’'imperativo ecologico' dev’essere provare a vedere, quale che sia la crisi attuale di cui siamo parte, come questa stessa crisi appartenga a dei meccanismi più ampi e più antichi. Si tratta altresì di un imperativo che onora la diversità della specie, dei linguaggi e delle tradizioni.
Così Gary Snyder, poeta ispiratore della Beat Generation e Premio Pulitzer nel 1975, rilancia l’impegno alla protezione del pianeta attingendo direttamente all’energia interna dell’ecosistema. L’invito è contenuto nella raccolta di saggi e interventi dal titolo Ritorno al Fuoco: Ecologia profonda per il nuovo millennio (Coniglio Editore, 2008), curato e tradotto in modo pregevole da Chiara D’Ottavi, la quale ha intervistato personalmente Snyder nella sua casa alle pendici della Sierra Nevada californiana (l’intervista è acclusa in appendice al libro ed è apparsa in versione ridotta all’interno del mensile La Nuova Ecologia, gennaio 2007).
La proposta del poeta americano, nato a San Francisco, classe 1930, consiste nel riscoprire la specificità del territorio che abitiamo unitamente alle antiche maniere 'selvatiche', che insegnano a vivere in equilibrio con l’ambiente e soprattutto con la sua spontanea, spesso imprevedibile, storia naturale. La straordinaria rilevanza del fuoco nella storia delle foreste della Californiamostra bene come la sostenibilità debba essere valutata anche in termini di intatta qualità delle terre e di varietà biologica.
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Le culture native della California apprezzavano il fuoco come strumento ed amico
In passato gli ecosistemi riuscivano ad adattarsi completamente e a recuperare qualsiasi condizione, malgrado invasioni di insetti, incendi e raffiche di vento. Anzi, le culture native della California apprezzavano il fuoco come strumento ed amico e ogni anno bruciavano la boscaglia per tenere i boschi e le gole puliti e curati.
Per questo, oggi, insistere nel rimboschimento o sul taglio degli alberi commerciabili è una scelta dettata da criteri di produttività economica, piuttosto che dalla comprensione del ciclo delle foreste selvagge: “Fa star male vedere come le varie amministrazioni senza cognizione abbiano usato la paura del fuoco per distorcere le politiche pubbliche promuovendo più sfruttamento, più industria e più leggi restrittive. È l’esatto parallelo dell’uso del 'terrorismo' al fine di alterare i valori americani e aggirare la nostra Costituzione, giustificando così una politica estera aggressiva e il continuare a proporre quella fantasia malata che è l’impero globale americano”.
gary
 snyder
Gary Snyder è il poeta ispiratore della Beat Generation e Premio Pulitzer nel 1975
La proposta di Snyder è, invece, quella di imparare a rispettare la vita di una foresta e quindi di apprendere l’uso del fuoco praticando incendi moderati con le condizioni propizie e i tempi opportuni. In questo modo si tornerebbe ad avere foreste che siano un mix di alberi maturi e di tutte le età, puliti e al sicuro dal pericolo di incendi gravi.
Si tratta di coltivare una forma selvatica di nonviolenza e di rispetto per la natura intera, due precetti silenziosamente presenti nella tradizione giapponese dell’haiku, di cui Snyder si è reso erede negli anni trascorsi in Giappone per approfondire la filosofia buddhista.
Rivendicatore appassionato, con Ginsberg e Kerouac, della libertà di espressione, Snyder sostiene l’importanza di “manifestare in noi stessi e nel nostro lavoro l’integrità del selvatico”. In questo la poesia può essere di grande aiuto, poiché dischiude nuove visioni del mondo e dà voce allacomplessità degli ecosistemi, compresi quelli urbani e contemporanei. Basta saperli interpretare, conoscere e amare. Perciò i saggi che compongono il volume intrecciano costantemente percorso autobiografico, suggestioni poetiche e passione per il territorio.
Solo attraverso una combinazione sapiente e coraggiosa di tali elementi possiamo apprezzare a fondo il significato del messaggio di Snyder, per nulla riducibile alla retorica del buon selvaggio. Il poeta non auspica, infatti, nessun regresso, né si lascia andare a nostalgiche rievocazioni; piuttosto ribadisce la necessità, sempre più attuale, di “una nuova religiosità che abbracci la natura e che non abbia paura della scienza; di leader economici che conoscano e accettino i limiti ecologici e spirituali, di leader politici che passino parte del loro tempo a lavorare nelle scuole, nelle fabbriche o nelle fattorie agricole e che magari (almeno alcuni di loro) scrivano ancora poesie”.
Ma attenzione a riconoscere un buon haiku dalla misura e dalla qualità dell’espressione.

giovedì 22 agosto 2013

La pericolosità sociale del Monti-bis ( o Letta1°)

Fonte http://movimentodiazionepopolare.blogspot.it/

                                                                                                                                                                                       L’esecutivo Monti-bis conosciuto ai più come esecutivo Letta ( dal nome del Bilderberg che questa volta ci deve mettere la faccia) continua imperterrito nella sua missione di smantellamento della Nazione. Con tutto quello che significa. Mettiamoci pure l’animo in pace, la questione Berlusconi è solo fuffa. Una lite tra dominati che si contendono il ruolo di sub-dominanti per la spoliazione dell’Italia. Il progetto è quello del nuovo ordine mondiale di cui la UE è la succursale continentale e che opera su indicazione del politburo finanziario massonico della BCE. Basta andarsi a leggere l’elenco delle leggi finalizzate a questo progetto e vedere come nei due rami del parlamento i voti del centro destra e del centro sinistra si sono sommati senza alcun distinguo.
Il Monti-bis ( o Letta 1° ) già nella composizione ministeriale aveva dato un segnale nel senso del superamento del principio delle appartenenze. Ci aveva rifilato due ministre straniere. Una tedesca e una congolese. A dire il vero la tedesca si è poi rivelata più affine alla mentalità con cui i suoi connazionali ci dipingono. Si è adattata ai peggiori usi e costumi italici ed infatti in fretta e furia ha dovuto abbandonare l’incarico ministeriale per una squallida vicenda legata al non pagamento di tributi locali. Come un qualunque italiano che tiene famiglia, una volta colta con le mani nel sacco, ci ha sbattuto in faccia le sue medaglie olimpiche, come se esistesse una correlazione fra le due cose. Che vada da frau Merkel a lezione, poi si ripresenti.
Di tutt’altra tempra è invece la congolese. Si vede che proviene da un’altra scuola e che essenzialmente ha un progetto nella testa. Che è poi quello del nuovo ordine mondiale, appunto. Un progetto che sa coltivare e per il quale sa muoversi con maestria (ahimé per noi italiani). L’ultimo atto della ministra è stata la dichiarazione rilasciata a Riace (RC) il 20 agosto''L'obiettivo è costruire un mondo dove nessuno deve sentirsi escluso perché la terra non ci appartiene ma è di tutti''.
Forse qualcuno dovrà dire alla ministra che la terra è dei popoli che la abitano da secoli, delle generazioni che si sono succedute su di essa, a ciascun popolo la propria terra, le proprie risorse, la propria dignità etnica. Forse la Kyenge non si è resa conto di quanto la sua affermazione sia devastante, o forse si . Devastante per tutti i popoli, non solo per il nostro. Se la terra è di tutti allora vuol forse giustificare il vecchio colonialismo di cui anche il suo Congo ne è stato vittima? Oppure come par di capire, intende creare l’alibi all’azione delle multinazionali finanziarie che vogliono distruggere le identità nazionali per la creazione del villaggio globale, della società di mercato abitata dai nuovi schiavi ? Ma allora se la terra è di tutti è forse favorevole all’instaurazione di  un clima da far west ? In fondo è proprio quello che sta succedendo con l’esportazione della way of  live a stelle e strisce a livello planetario. Ecco che le guerre umanitarie trovano una loro giustificazione , in fondo la terra è anche della Exxon, della Total, della Shell …… Saremmo sciocchini se ignorassimo il disegno che sta dietro alla nomina della signora Kyenge a quel ministero ed alla testardaggine con la quale la stessa ripete ad ogni occasione la necessità dell’istituzione dello “ius soli”. Ammesso e non concesso che con estrema facilità si possa passare (nel caso specifico) da congolese ad italiana e quindi con il distacco da tutto un retroterra culturale e storico ( mi sembra di aver letto che la Keynge non rinnega ad esempio la pratica della poligamia ampiamente praticata dal padre) all'abbraccio di un qualcosa che è naturalmente estraneo all'immigrato, mi permetto di fare una semplice proposta. Un atto pubblico ( considerato il ruolo pubblico che ricopre la signora in questione) di un percorso di investitura di italianità. IL primo passo potrebbe essere il recarsi presso l'aereoporto militare di Pisa, dove è presente un sacrario a ricordo di 13 aviatori italiani che durante una missione umanitaria ONU nel 1961 vennero uccisi a Kindu in Congo e forsanche cannibalizzati. La ministra si rechi al santuario, renda onore agli italiani e deplori oltre all'eccidio la pratica dell'antropofagia, rendendo palese ogni distacco con quelle selvagge  popolazioni. Ecco questo potrebbe essere l’inizio di un abbastanza lungo percorso di “acculturamento” alla nuova nazionalità.
Ma la Keynge è solo un aspetto del problema, quello più folcloristico , quello che usando un gioco di parole rappresenta l’aspetto di colore di questo esecutivo.  La pericolosità sociale, per gli italiani, del Monti-bis ( o Letta1° che dirsi voglia) è a tutto campo. Dal Corriere economia http://www.corriere.it/economia/13_agosto_21/fisco-tribunali-contratti-italia-investimenti-estero_4dbfc832-0a22-11e3-b366-05f9348e8c80.shtml apprendiamo che presso il ministero dello sviluppo economico è stata istituita una task-force di 3 consulenti per mettere a punto un piano per rendere attraente il nostro territorio agli occhi degli stranieri. I provvedimenti all’esame si occuperanno di giustizia con l’apertura di fori specifici per imprese straniere,agevolazioni per linee di credito, apertura dedicata al patrimonio immobiliare solo a stranieri , zone franche solo per stranieri …. E certo che questa ricerca spasmodica di incentivare l’afflusso di capitali stranieri non la capisco. Non credo che un imprenditore americano venga in Italia se non perché ha dei vantaggi economici personali, imprenditore al quale non frega nulla del contesto territoriale in cui opererà. Si tratta soltanto di installare un’azienda che affronti costi minori di gestione rispetto al luogo dove opera attualmente; azienda pronta ad essere smantellata non appena si aprirà la possibilità di poter risparmiare ulteriormente in qualche altra parte della terra. In fondo la lezione dovrebbe essere ben chiara guardando ai tanti nostri “capitani d’industria” che hanno abbracciato la logica della delocalizzazione. Purtroppo non arriveranno imprenditori come Adriano Olivetti, ma piuttosto personaggi che avranno assonanze ideologiche con Marchionne o Bombassei. Il Monti-bis ( o Letta1°) programma la depredazione incentivata della Nazione. Il governo invece di aiutare il lavoro italiano si preoccupa di creare le condizioni perché la finanza internazionale possa comprarci più agevolmente. Del lavoro italiano ( aziende, lavoratori, territori) chi se ne frega. In fondo la terra è di tutti e se siete "choosy" ci penseranno le “risorse umane” dell’ex ministro Riccardi a tirare la carretta. In quanto italiani siete un peso, lo capite o no che dovete levarvi dalle palle. Per mettervelo nel cervello proprio l’altro giorno è stato attivato il redditometro. Se le vostre spese supereranno il 20% delle entrate sarete classificati come un’anomalia. Per il carico fiscale arrivato al 60% invece nessuna anomalia. Sembra che rientri nei parametri, insomma una cosa normale. Se non vi sta bene suicidatevi.


Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...