giovedì 31 ottobre 2013

Ambasciata Usa tana di spionaggio: Snowden dimostra ciò che l’Iran di Khomeini disse 34 anni fa

di Davood Abbasi
Domenica 4 Novembre 1979 gli studenti di ingegneria di quattro università dalla capitale iraniana, Teheran, danno inizio a quella che sarà “la conquista” della “sede diplomatica statunitense”.
Subito dopo i media del mondo “civile” di allora iniziarono a parlare di “ostaggi”, diquestione umanitaria, e gli Stati Uniti di Carter reagirono con sdegno a questo “barbaro” atto, che fu visto come un oltraggio ai secolari principi del diritto internazionale.
Ma se questa era la storia, come la raccontano in Occidente, e’ forse solo oggi, dopo 34 anni, che il mondo intero può comprendere l’Iran di allora.
Perchè gli studenti rivoluzionari di allora dell’Iran avevano capito e compreso ciò che dopo oltre tre decenni il mondo intero ha compreso e tra l’altro per puro caso e grazie ad un atto di coraggio incredibile dell’ex collaboratore della Cia Edward Snowden. Il mondo intero solo oggi sta apprendendo che le ambasciate statunitensi nel mondo sono servite a lungo come centri di spionaggio, e non certo solo nei Paesi ostili; e’ stata spiata la Cina come l’Italia, la Russia come la Spagna. E’ addirittura il quotidiano israeliano Maariv a scrivere oggi, che le ambasciate Usa nel mondo si sono trasformate in veri e propri “centri di spionaggio”.
Ed alla luce di queste verità affiorate come non dare la ragione a quegli studenti che fecero piazza pulita delle spie americane a Teheran? Avevano o no il diritto di salvaguardare la loro nazione? Ma soprattutto, chi era che violava le leggi internazionali?
E solo adesso si può comprendere perchè l’Imam Khomeini dopo la conquista della tana di spionaggio americana a Teheran disse che “questa e’ una seconda rivoluzione, ancor più importante della prima”, definendola quindi più preziosa di quella vittoria che aveva portato alla fuga dello Shà.
E forse ora i popoli del mondo capiranno che “barbaro e incivile” non e’ quel popolo che nel film Argo, di Ben Affleck, libera il suo Paese espugnando una tana di spie, ma lo è quella nazione che con prepotenza inverosimile va’ a spiare il mondo intero.
34 anni dopo il mondo comprende e chissà se comprenderà, dopo tutto questo tempo, che gli americani, nel resto del mondo, non sono alla ricerca di “alleati” o “amici”, ma solo vassalli da sfruttare che siano disposti a farsi mettere i piedi in testa.
L’Iran ha fatto la sua scelta da 34 anni fa ed ancora oggi, il 4 Novembre, si festeggia “lagiornata nazionale della lotta all’imperialismo” e milioni di persone marciano per le strade intonando lo slogan “Morte all’America”. E non si parla certo del popolo americano e teoricamente nemmeno del governo, ma di quel modo di pensare solitamente dominante nel pensiero dei politici americani sul resto del mondo.
Tratto da: ilfarosulmondo.it

Scie chimiche: dopo l’incidente stradale, sequestro ai Marcianò per fermare la denuncia delle scie chimiche


Sulla vicenda repressiva nei confronti dei fratelli Marcianò vedi
30 ottobre 2013
Incursione della polizia postale in casa dei fratelli marcianò, dopo che uno dei due aveva da poco subito un’incidente stradale intimidatorio…
Le scie chimiche danno fastidio e si sono sequestrati tutti i computer con una scusa ridicola, dei 2 tra i più grandi divulgatori sia in italia che nel mondo di informazioni in merito all’attacco che l’umanità subisce continuamente con la geoingegneria clandestina e le scie chimiche…
fate girare questo video in maniera virale.

martedì 29 ottobre 2013

IL TEMPO DI LETTA E’ (QUASI) FINITO. RENZI E’ PRONTO PER DARE IL COLPO DI GRAZIA ALL’ITALIA

Fonte www.ilmoralista.it Il governo Letta ha i giorni contati. E non perché Berlusconifa le bizze, ma perché chi detiene il potere all’interno degli occulti cenacoli esoterici che condizionano le politiche di tutti i Paesi che compongono l’area euro ha deciso così. Solo gli ingenui definiscono “visionari complottisti” (clicca per leggere)coloro che si sforzano di legare i punti per individuare una traccia razionale in grado di fornire risposte ad interrogativi non più aggirabili. Vi chiedete mai perché tanti capi di Stato e di governo continuino a promuovere le famigerate politiche di austerità nonostante i ripetuti e oramai certificati fallimenti?  C’è ancora qualcuno in giro che crede alla favoletta del rigore necessario per abbattere il peso di un insostenibile debito pubblico (peraltro aumentato considerevolmente anche durante l’interregno del prestigioso Monti)? Mi auguro di no. A questo punto, quindi, è d’obbligo domandarsi: allora perché insistono? Perché, come non mi stanco di ripetervi, l’aumento della povertà e delle disuguaglianze, unito ad un progressivo annichilimento del welfare state e della dignità del salario, costituisce il fine dissimulato di questo ingegnoso lavorio di officina  che i media compiacenti chiamano umoristicamente “crisi economica”. Questa consapevolezza deve essere metabolizzata al più presto da parte delle avanguardie culturali e politiche desiderose di porre un freno al dilagare del tecno-nazismo continentale. E’ inutile organizzare una Resistenza civile e democratica senza sapere contro chi e cosa si combatte. A tal fine invito i miei lettori a rileggere un importante articolo pubblicato dal Moralista il 29 settembre del 2013 (clicca per leggere). Adesso, individuati i centri decisionali del potere massonico-reazionario comunitario (capitanati dalVenerabilissmo Maestro Mario Draghi), riconosciute le teste di legno operanti all’interno dei singoli stati membri su mandato di una  tecnocrazia sadica, antidemocratica e oligarchica (mi riferisco ai vari Rajoy in Spagna,Enrico Letta in Italia o Samaras in Grecia), demistificata la narrazione fasulla che spaccia per “risanamento dei conti un effettivo ridisegno in chiave feudale della società europea, non resta che dedicarsi alla comprensione delle sfumature e dei dettagli. Cosa sta succedendo in Italia? Cosa ci riserva il futuro prossimo venturo? Non c’è bisogno di consultare nessun oracolo per comprendere l’evolversi di alcuni eventi governati con discrezione e sapienza da personaggi abituati a non affidarsi mai ai capricci del caso.  Andiamo con ordine. Nel novembre del 2011, inviando Mario Monti in Italia per il tramite del sempre recettivo Giorgio Napolitano, la massoneria reazionaria intese imprimere una forte accelerazione al già da tempo strisciante e avviato progetto dicinesizzazione (copyright God) in atto ai danni del popolo italiano. Finito il lavoro sporco, Monti finì riposto nel cassetto degli arnesi oramai vecchi e inservibili, anche sulla scia di una patetica performance elettorale in grado di certificarne a reti unificate l’oggettiva inettitudine e mediocrità.  Ma Napolitano, vero gran visir apprezzato dalSultano nascosto, fu subito lesto  nell’apparecchiare una nuova tavola altrettanto gradita  dai burattinai di Bruxelles. Signore e signori ecco a voi il governo di Enrico Letta, nato, ca va sans dire, “per il bene del Paese”. Il governo delle larghe intese, sul modello della germanica Grosse Koalition, è funzionale ai disegni della massoneria di ispirazione nazista che domina la Ue, permette ai diversi partiti di ammortizzare il dissenso e fornisce pure un comodo alibi utile in prospettiva per giustificare i sicuri fallimenti (“la convivenza tra forze politiche diverse è sempre difficile. Mai più larghe intese”). Il governino di Letta, però, nonostante gli sforzi traballa. Il problema si chiama Silvio Berlusconi, vecchio maggiordomo caduto in disgrazia agli occhi dei padroni per avere denunciato i limiti delle politiche di austerità nel corso delle elezioni politiche di Febbraio (clicca per leggere). Ai massoni reazionari di stanza a Bruxelles, bruciata la carta Monti, restano adesso soltanto due alternative: o continuare a puntare sul servile Letta, a patto però di riuscire a fare trionfare le cosiddette “colombe” del Pdl marginalizzando Berlusconi (intento fallito per la tenacia di un ringalluzzito Cavaliere che ieri ha dimostrato di possedere ancora la forza per combattere una guerra che è comunque destinato in prospettiva a perdere); o, ipotesi oramai prevalente, forzare la rapida incoronazione di Renzi agevolando l’apertura di una immediata finestra elettorale. Il governo Letta, bersagliato da Grillo e dalla rinata Forza Italia, reggendosi solo grazie alla complicità di una trentina di aspiranti straccioni di Valmy, non avrebbe più la forza sufficiente per assestare all’Italia quei colpi mortali che gli incappucciati oligarchici pretendono. Renzi perciò sente avvicinarsi il momento dell’ingresso trionfale a Palazzo Chigi. Pronto per essere incoronato premier da milioni di giulivi italici sadomasochisti, il sindaco di Firenze ridurrà in pochi anni l’Italia in cenere (clicca per leggere)Napolitano, sempre pronto a fissare la rotta solo dopo aver attentamente interrogato le stelle, si prepara a mollare la suacreatura Enrico Letta pur di assecondare le ambizioni del nuovo Blair di Palazzo Vecchio (clicca per leggere).Anche Re Giorgio d’altronde, finito contemporaneamente nel mirino di grillini e berlusconiani, sente l’impellente necessità di riposizionarsi subito  per poter  finire in serenità e armonia il suo secondo e irrituale settennato che tanto lo ringiovanisce nello spirito. La prossima vittoria elettorale di Renzi, naturalmente, finirebbe col garantire anche l’Uomo del Colle. L’improvvido attivismo di un Quirinale impegnato a far cambiare la legge elettorale si spiega anche in questa ottica (clicca per leggere). Così come le critiche avanzate dall’ammaccato Monti (pur sempre intraneo al primo cerchio della massoneria reazionaria sovranazionale) all’indirizzo del governino Letta testimoniano il crescente fastidio dei padroni del vapore nei confronti di questa triste e ridicola esperienza di governo. Renzi è pronto. Il suo arrivo al potere produrrà in Italia effetti simili a quelli causati dalla bomba atomica statunitense sganciata ad Hiroshima nel 1945. Dopo, esauritasi la meschina missione delegata al giovane Matteuccio, toccherà a noi ricostruire un Paese oramai stremato, in macerie e pericolosamente radioattivo. E’ giusto prepararsi fin da ora.
Francesco Maria Toscano

Sonniferi ,la musica

Amo la musica,come non si può amare la musica,ma quando vedo persone camminare con walkman,mp3,in aperta campagna ,mi dico che folli,ad non ascoltare i suoni della natura.La musica come tutte l"esperienze,ci può totalmente allontanare da noi stessi,ho rigettarci in noi stessi.Gran parte della musica commerciale,con tante parole per farci immaginare,o ballare sfrenatamente o eroticamente,assolve benissimo al compito di farci sognare in continuazione,e chi sogna come si sa è addormentato.Ecco qualcosa che invece può risvegliare.Danze sacre di Gurdjieff.


domenica 27 ottobre 2013

Notizia molto interessante

Durante il sonno il cervello espelle le tossine

27 ott 2013 - Uno studio finanziato dal National Institute of Neurological Disorder and Stroke (NINDS), parte del NIH (National Institut of Health), ha scoperto che durante il sonno il cervello è in grado di liberarsi delle tossine. La cosa accade perché lo spazio fra le cellule cerebrali, mentre dormiamo, aumenta, permettendo l’eliminazione di sostanze dannose.


Sembrerebbe un aspetto da non sottovalutare nella cura e nella prevenzione delle malattie: il sonno avrebbe un ruolo molto importante se lo studio in questione, condotto su modelli murini, trovasse ulteriori conferme.

“Il sonno cambia la struttura cellulare del cervello. Sembra essere uno stato completamente diverso”, ha detto Maiken Nedergaard, dell’Università di Rochester di New York, e primo autore dello studio.

Per secoli, gli scienziati e filosofi si sono chiesti perché le persone dormono e come questo influenzi il cervello. Solo di recente gli scienziati hanno dimostrato che il sonno è importante per la memorizzazione dei ricordi. In questo studio, il dottor Nedergaard e i suoi colleghi inaspettatamente hanno scoperto che il sonno può essere anche il periodo in cui il cervello si purifica dalle molecole tossiche.

I loro risultati, pubblicati su Science, mostrano che durante il sonno, un sistema chiamato glinfatico si può aprire, lasciando che il flusso attraversi il cervello. Nedergaard ha recentemente scoperto che il sistema glinfatico aiuta a controllare il flusso del liquido cerebrospinale, un liquido che circonda il cervello e il midollo spinale.

“È come se il dottor Nedergaard e i suoi colleghi avessero scoperto una rete di tunnel nascosti e questi risultati entusiasmanti evidenziano la potenziale importanza della rete nelle normali funzioni del cervello”, ha detto Roderick Corriveau, direttore del programma di NINDS.

Inizialmente i ricercatori hanno studiato il sistema iniettando colorante nel liquido dei topi per vederlo scorrere attraverso il loro cervello monitorando contemporaneamente l’attività elettricadel cervello. Il colorante scorreva rapidamente quando i topi erano inconsci, sia addormentati che anestetizzati. Al contrario il liquido a malapena scorreva quando gli stessi topi erano svegli.

“Siamo rimasti sorpresi da quanto poco il flusso scorresse nel cervello quando i topi erano svegli”, ha detto il dottor Nedergaard . Inoltre, ha aggiunto l’esperto “la posizione delle cellule del cervello cambia notevolmente tra stati di coscienza e inconsci”.

Per verificare questa idea i ricercatori hanno utilizzato elettrodi inseriti nel cervello per misurare direttamente lo spazio tra le cellule cerebrali. Essi hanno scoperto che lo spazio all’interno del cervello è aumentato del 60 per cento quando i topi erano addormentati o anestetizzati.

“Questi sono alcuni dei cambiamenti nello spazio extracellulare”, ha detto Charles Nicholson, professore presso la New York University.

Alcune cellule cerebrali, chiamate glia,controllano il flusso attraverso il sistema glinfatico. La noradrenalina è un ormone eccitante che controlla anche il volume delle cellule. Gli scienziati hanno poi trattato i topi con farmaci che bloccano la noradrenalina inducendo un aumento del flusso del liquido cerebrale e lo spazio tra le cellule, sostenendo ulteriormente il legame tra il sistema glinfatico e la coscienza.

Precedenti studi suggeriscono che le molecole tossiche coinvolte nei disordini neurodegenerativi si accumulano nello spazio tra le cellule cerebrali. In questo studio, i ricercatori hanno testato se il sistema glinfatico controllasse questo accumulo iniettando nei topi con la proteina beta amiloide fra le cause dell’Alzheimer. I ricercatori hanno potuto osservare che nei topi svegli la proteina non veniva smaltita, mentre nei topi che dormivano la proteina veniva smaltita durante il sonno.

“Questi risultati possono avere vaste implicazioni per molteplici disturbi neurologici”, ha detto Jim Koenig, direttore del programma di NINDS. “Questo significa che le cellule che regolano il sistema glinfatico possono essere nuovi obiettivi per il trattamento di una serie di disturbi”.

Fonte: gaianews.it

giovedì 24 ottobre 2013

La mia amata terra

Parco naturale della Gola della Rossa di Frasassi nel Comune di Genga in provincia di Ancona


Fonte Bioregionalismo Treia

Nessuna descrizione può restituire l’impressione profonda che un mondo da favola, di bellezza, di armonia, di potenza, trasmette al visitatore lasciandogli sensazioni indimenticabili. Di grande interesse paesaggistico: la Gola di Frasassi è una delle più belle e intatte delle Marche, è lunga oltre tre chilometri e si apre fra le rocciose pareti dei monti Giungano e Valmontagnana scavata dal millenario corso del Sentino che l’attraversa formando cascatelle, pozze, laghetti di limpida acqua. 

Un torrente di particolare bellezza, solca uno degli scenari di maggior fascino di tutta la zona e si mostra spettacolare e rumoroso, ricco di buche che sembrano ognuna la vasca di un acquario, popolate da magnifiche trote. Nella parte centrale della Gola un ripido sentiero conduce alla Grotta del Santuario, grande cavità naturale così ampia da contenere per intero l’edificio ottagonale eretto da Papa Leone XII. Accanto una più antica, minuscola chiesetta medievale. 

All’imbocco della Gola si trova il borgo di San Vittore. Una frazione stupenda sotto l’aspetto paesaggistico. Il verde intenso dei boschi e delle pinete si sposa armoniosamente con i molti colori delle rocce e la luce, che attraversa con fatica la Gola, ancora oggi vi si possono notare numerosi resti della civiltà romana e tutto intorno numerosi castelli medievali come quello di Pierosara che vanta una leggenda che non ha nulla da invidiare a quella di Paolo e Francesca. Nella frazione dei San Vittore troviamo l’omonima abbazia romanica, un grazioso insieme artistico, semplice e suggestivo che lega in un unico complesso tre epoche, tre concezioni di vita. E’ una delle chiese più antiche affascinanti e ben conservate della nostra Regione. Accanto ad essa, meritano una visita il museo spelopaleontologico e archeologico. Si può ammirare il famoso e rarissimo fossile di Ittiosauro (il più grande animale vissuto nell’ambiente marino che dominava l’attuale area umbro-marchigiana durante il Giurassico finale, circa 150 milioni di anni fa) e lo scheletro di un orso bruno. 

La sezione archeologica ospita le preziose urne cinerarie della necropoli di Pianello di Genga, reperti preistorici, piceni, gallici e un teschio, il più antico reperto umano rinvenuto nelle Marche. Intatto è il ponte romano sul Sentino dell’età augustea, sul quale sorge una torre provvista di un passaggio verso l’abbazia. In epoca romana nel sito vi era un bagno medicinale: l’acqua solfatara. Si sente l’acuto odore anche a considerevole distanza dalla sorgente. Non lungi dall’abbazia, si trova un rinomato stabilimento termale per le sue acque salutari dalle innegabili proprietà terapeutiche: acque sulfuree, clorate, sodiche con le quali si curano malattie dell’apparato respiratorio, della pelle, ginecologiche, si dispone anche di fangoterapia etc. 

Ai moderni impianti termali dello stabilimento è annesso un albergo con un bel parco verdeggiante e piscina all’aperto alimentata conacqua termale. Ma la perla turistica della zona sono le celebri e meravigliose Grotte. Non hanno rivali in Italia e in Europa per la grandiosità, la lunghezza, la bellezza, la vitalità. Vitalità, si, perché la Grotta Grande del Vento e la contigua Grotta del Fiume sono vive: la natura continua a creare le sue meraviglie e basta entrare nell’immenso “Abisso Ancona” nel quale starebbe comodamente il Duomo di Milano per avvertire, guardando ed ascoltando, che il lavoro incessante dell’’acqua continua con il suo perpetuo gocciolare che innalza le stalattiti verso l’alto o spinge le stalagmiti verso il basso anche se ciò avviene creando ogni anno, circa mezzo millimetro di nuova concezione. Gli ambienti della Grotta sono tutti visibili e visitabili. Guide professionali accompagnano i visitatori su un percorso turistico che dura settantacinque minuti. 

La visita alle Grotte è un momento particolare: il visitatore prova l’ebbrezza di un mondo rovesciato, bellissimo, emozionante, fatto di concrezioni così particolari da restare con il fiato sospeso. I giri turistici sono davvero ben organizzati. E’ anche possibile prenotare dei percorsi avventura che consentono a piccoli gruppi di addentrarsi nei cunicoli, nelle strettoie e negli scivoli ad ammirare sale nascoste.
Insomma, scoprite e conoscete meglio questo splendido e suggestivo angolo di paradiso.

Franco Stobbart

mercoledì 23 ottobre 2013

UNGHERIA: LA MARCIA PER LA LIBERTA'



 di Edina Karossy  
Una Festa Nazionale dal sapore particolare.La nazione in Piazza contro l’Usurocrazia e i vecchi fantasmi. Uniti per la Libertà.

Famiglia, Storia, Religione, Cultura, Identità, Sovranità:quei valori non negoziabili che il popolo ungherese difende contro lo strapotere della disumana Ue. Un tuffo nella storia per capire 
In Quel lontano 23 Ottobre 1956…  

Budapest – Qui Ungheria, di Edina Karossy - Il 23 ottobre del 1956, a Budapest, ebbe luogo la manifestazione pacifica degli studenti universitari contro la dittatura di Stalin e contro l’occupazione sovietica. L’evento si trasformò in una drammatica rivoluzione perché i comunisti spararono sulla folla e fecero riudire il metallico ed inquietante suono dei carri armati che per finta avevano già lasciato il Paese. I miei genitori ricordano bene quei giorni, da testimoni oculari dei fatti, anche se erano ragazzini.Mia mamma dovette nascondersi in cantina per un paio di giorni: in ballo c’era la vita! Nella via dinnanzi casa sua passavano i carri armati puntando con i cannoni le finestre delle case; mio padre e suo fratello, invece, furono fermati per strada: le truppe di Stalin gli puntarono addosso i fucili.  Come accadde per altre migliaia di persone.

La Terza Repubblica Ungherese e il nemico rosso  
Nel 1989, il 23 ottobre è stata proclamata la nascita della Terza Repubblica Ungherese e, nel Paese, ogni anno ci si ricorda – dunque – di questo doppio evento. Pertanto il 23 ottobre è stato dichiarato giorno solenne di Festa Nazionale. Nel 2006 – cioè durante il cinquantenario degli eventi del 1956 - al potere stava il partito socialista MSZP, compagine partitica passata alla storia del nostro Paese come la più corrotta di sempre… eredi naturali degli stessi comunisti di prima e dei loro diretti discendenti. In Primavera, dopo la vittoria delle elezioni il partito si riunì a Balatonőszöd per analizzare e fare il punto sui precedenti 4 anni di attività. Il primo ministro di allora,Gyurcsány Ferenc  pronunciò nell’occasione un discorso a dir poco vergognoso (passato alla storia come il discorso di  őszöd) nel quale dipinse l’Ungheria e la sua nobile ed antica storia con colori e tonalità davvero disarmanti, sconcertanti e chiamandola – scusarete il termine, ma rende meglio l’idea – “puttana”. Gli epiteti, nell’occasione, non furono risparmiati, nel tentativo di inculcare nei giovani cittadini controvalori ed una controstoria assolutamente aliena e distante da quello che è l’antico spirito ungherese. Lontano anni luce non solo da ogni verità storica, ma da quelle che sono le sue antiche radici cristiane ed i suoi ben noti costumi. Qualcuno nell’occasione registrò il discorso e nell’autunno dello stesso hanno lo diffuse pubblicamente per tutte le vie e le piazze della Nazione. Sapete quale fu il risultato? Iniziò una reazione a catena con orgogliose proteste da parte di tutta la cittadinanza, profondamente toccata nel suo amor patrio.


Subito Diecimila persone davanti al Parlamento ungherese    
Era il 23 ottobre: circa diecimila persone si radunarono fin da subito davanti al Parlamento ungherese per chiedere le dimissioni di Gyurcsányi. Contestualmente a Budapest altri cittadini stavano commemorando i fatti del ’56. Allora accade che delle truppe armate sotto la direzione di  Péter Gergényi - capo della polizia, con sfolgorante carriera all’orizzonte, grazie aigli amici comunisti e socialisti al potere - irruppero nella piazza, scagliandosi sui manifestanti con un intervento squadrista di rara brutalità - quanto illegale – causando 167 feriti, tra cui anche turisti in visita nella città del “Danubio Blu”. Due persone persero la vista grazie alle pallottole di gomma sparate sulla folla ad altezza d’uomo. Ma un elemento fu subito colto dai testimoni di quell’assalto, un particolare davvero curioso: secondo i presenti tanti poliziotti coinvolti nell’assalto erano stranieri e parlavano una lingua slava, quindi invitati come rinforzo solo per intervenire brutalmente ed eseguire gli ordini senza quasi sapere di che si trattasse. Circostanza che – guardando ai fatti di oggi – non può non suscitare paragoni facili…

 Per Nascondere i Soliti vecchi Fantasmi
Successivamente, cioè l’anno scorso, con il partito FIDESZ al governo il popolo ungherese di nuovo si ritrovò nelle piazze di Budapest, e sempre in data 23 ottobre. Nell’occasione fu organizzata una marciapacifica per dimostrare con forza all’Europa delle banche e della tecnocrazia che gli Ungheresi stanno in stragrande maggioranza con il premier Viktor Orbán, e ciò contrariamente alle notizie allarmanti che venivano/vengono trasmesse in tutti i paesi occidentale in continuazione. Media che parlano ancora oggi, impropriamente, di populismo e nazionalismo, per nascondere i soliti vecchi fantasmi che di tanto in tanto ritornano a spaventare i popoli, magari celandosi sotto bandiere o lenzuoladi colori diversi… rosse, nere, a strisce o blu che siano! ma non diversi nella sostanza! I miei genitori si ricordano, anche se ormai sono anziani, che tanti come loro di una certa età, poi altri giovani, famiglie con bambini piccoli, disabili, persone di tutti i tipi - gente fiera e con gli occhi lucidi, l’animo trasparente ed il cuore aperto – vivevano e respiravano negli anni precedenti ai fatti raccontati atmosfere fantastiche, testimoni, allora come oggi, di quei valori veri da recuperare. Di quei valori che possono salvarci e che posono salvare l’Ungheria, l’Europa e l’Italia. La Famiglia, la Storia, la Lingua, la Religione, la Cultura e l’Identità di un popolo non solo valori negoziabili o “vendibili” al migliore offerente. Sono valori che nascono, crescono, maturano e muoiono con un popolo, con una Nazione. Chi dice il contrario o gioca per il genocidio indotto e/o mascherato dei popoli è un mentitore.

Parlavano con entusiasmo, gentili e col sorriso sulle labbra  
Tutti erano uniti, parlavano gentilmente tra di loro e con entusiasmo e sorriso. Allora come oggi la propaganda dei nemici della storia e dei popoli è forte. Allora come oggi gli anziani ungheresi testimoni di quegli anni desiderano far aprire gli occhi a tutti gli Europei, facendoli destare dal coma ideologico e rendendo loro consapevoli che le notizie trasmesse sull’Ungheria dai media di regime erano e sono false. Secondo i calcoli mezzo milione di persone nel 2012 furono presenti nelle piazze di budapest, scesi volontariamente in strada dalle loro case, distratti dalle loro abitudini e dalle loro comodità per una causa incommensurabile: la libertà! Quella vera!

Cinquecentomila  
Cinquecentomila Ungheresi riniti nelle piazze di Budapest con le loro candele in mano. Cinquecentomila anime ad illuminare le vie della marcia. Peccato che di questo evento all’epoca non vi fu traccia in nessun giornale: neppure una notizia uscì. La censura del regime fu totale… Nessun quotidiano o TG ne parlò… Vi ricorda qualcosa cari Italiani? Neppure una parola, zero. Lo zero assoluto! Ma come mai i media non si sono occupati di una manifestazione così grandiosa? Non lo trovate un pò strano?

 Budapest – Domani, 23 Ottobre, noi ci Saremo      
Quest’anno, cioè domani, il 23 ottobre 2013, il popolo ungherese scenderà di nuovo per strada, e ripeterà la marcia della pace per gridare all’Europa e a tutti che i valori ritenuti importanti, fondamentali, non negoziabili, sono di nuovo in pericolo e bisogna difenderli ancora una volta. La minaccia questa volta riguarda oltre 500 milioni di europei! Oltre ai valori di cui sopra aggiungerei – tuttavia – pure la sovranità nazionale (specie quella monetaria), assieme alla coesione e all’unione nazionale; alla democrazia (quella vera non il fantasma che ci propinano); la liberta, l’umanità e l’amore: quindi tutto ciò che è indispensabile per ogni cittadino e che sta per essere rovinato dalle politiche inumane dell’Unione Europea. Noi domani ci saremo! Saremo in Piazza! Saremo lungo il Danubio e fin dentro il cuore della città: per le vie della nostra bella Budapest. Viva gli Ungheresi, viva l’Ungheria! Hajrá magyarok, hajrá Magyarország holnap október 23-án!

 fonte: http://www.losai.eu/lungheria-si-prepara-alla-grande-marcia-per-la-liberta-del-23-ottobre/

Fantastico video di Elia Menta e Giuseppe Turrisi


Poche parole,assolutamente da vedere,interessantissimo.

Il mitico dottor Mozzi intervistato da Il giornale

Il medico privo di camice ascolta la voce del sangue

Vive da eremita sull'Appennino. In fila alle 5 di mattina col biglietto per avere la dieta basata sui gruppi 0, A, AB e B. "Evitate il latte: conduce all'Alzheimer"


Si raggiunge Mogliazze, anzi le Mogliazze, percorrendo una mulattiera che mani pietose asfaltarono temporibus illis, 7 chilometri di tornanti a strapiombo sulla Valle del Carlone. Non prima, per chi ci crede, d'essersi raccomandati l'anima a Dio. Giunti quasi in cima all'Appennino piacentino, più che una frazione del Comune di Bobbio appare un crocicchio. Quattro case. Un cartello avverte che è impossibile proseguire se non si ha un appuntamento. Io ce l'ho, ma cambia poco, perché il dottor Pietro Mozzi, vestito da contadino, sta riducendo in ciocchi un tronco e nessuno osa disturbarlo, fors'anche perché impugna un'ascia.
Nella corte rurale tre cani abbaiano agli intrusi. Su un cespuglio di santoreggia fiorita svolazza un campionario di farfalle che farebbe la felicità di qualsiasi lepidotterologo. Giovani stranieri d'ambo i sessi (scoprirò più tardi che si trattava di giapponesi, taiwanesi, coreani, tedeschi, messicani e italiani partecipanti a un campo di lavoro) si congedano commossi dalla moglie e dai due figli del padrone di casa. Dopo mezz'ora d'inutile attesa, faccio presente allo spaccalegna con la barba da profeta che s'era detto per le 10 ed egli abbandona all'istante le occupazioni agresti per ritornare ciò che è: un medico.
Assai particolare, come medico, il dottor Mozzi, nato il 23 gennaio 1950 a Bobbio, «gruppo 0 negativo, segno Acquario», laureato in medicina e chirurgia all'Università di Parma nel 1977: mai indossato il camice bianco in vita sua, mai prescritto un farmaco ai malati o a se stesso, mai avuto un ambulatorio, mai messo piede in ospedale («solo nel 1974, al San Raffaele di Milano, ma da studente»). Come autore del libro La dieta del dottor Mozzi, stampato dalla cooperativa Mogliazze, ha venduto oltre 100.000 copie, «sono saliti tutti fin quassù a farmi la corte, da Feltrinelli a Mondadori, perché volevano che ne pubblicassi un altro, vaglielo a spiegare che non avevo nient'altro da aggiungere». Come divulgatore compare ogni secondo venerdì del mese dalle 20.45 alle 22.45 su Telecolor, emittente di Cremona, dove da nove anni conduce Box salute, attirandosi le benedizioni dei pazienti e i fulmini dei colleghi.
Le sue controverse teorie scientifiche, che grazie a un incessante passaparola l'hanno trasformato in una sorta di guru, si riassumono così: «La salute dipende da ciò che mangiamo. Sia per non ammalarsi sia per guarire bisogna adottare un'alimentazione in base al gruppo sanguigno - 0, A, B, AB - che ha deciso per noi fin dalla nascita quali sono gli alimenti consentiti e quelli vietati. Essere sani significa star bene senza far ricorso a farmaci e avendo le analisi ematochimiche in ordine. Il latte e i suoi derivati sono veleni per tutti, quindi da evitarsi tassativamente». Negli ultimi tempi il telepredicatore s'è spinto a sostenere addirittura che «latte e latticini sono responsabili dell'avanzata del morbo di Alzheimer».
Delle sette famiglie che nel primo dopoguerra vivevano a Mogliazze, oggi restano solo i quattro Mozzi, dediti al frutteto, all'orto, all'apicoltura e a un gregge di 50 pecore. Se non fosse per il trattore, si potrebbero scambiare per Amish. Il medico ha sposato Veglia nel 2012, dopo trent'anni di convivenza: docente di lettere ora in pensione, la signora si faceva a piedi due volte al giorno Mogliazze-Bobbio, 1.600 metri di dislivello, per andare a insegnare alla scuola media. Il primogenito, Martino, laureato in biologia, è stato partorito qui il 4 dicembre 1982, «non avevamo neanche l'acqua in casa», un ventennio dopo l'ultima nata, Luciana Tornari, anche lei venuta al mondo un 4 dicembre, «un passaggio di testimone: la vita è una staffetta». La secondogenita, Esther, classe 1984, ha visto la luce un giorno prima, il 3 dicembre: «Ha frequentato solo il liceo linguistico, ma potrebbe mandare avanti da sola il San Raffaele». Sembra tenerci molto, il dottor Mozzi, alla cabala del calendario: «Ha visto il cippo lungo la strada? Ricorda il punto in cui il 15 maggio 1999 si schiantò con la sua bici Joris Reinert, un giovane belga che era stato ospite da noi durante l'inverno; s'era persino fatto un igloo per dormirci dentro. Terzo di cinque figli. I primi tre sono morti appena compiuti i 25 anni: malattia, suicidio, incidente. Tutt'e tre erano nati un giorno 5 o un multiplo di 5. Tutt'e tre sono morti un giorno 5 o un multiplo di 5. Gli altri due fratelli sono in vita: non hanno il 5 o un multiplo di 5 nella loro data di nascita. Penso che vi siano storie che stanno al di sopra di tutto e di tutti. Joris aveva un appuntamento».
Crede nella predestinazione?
«Credere... Mio padre credeva in Dio. Io no. Però mi sto impegnando per rifare il tetto della chiesa di San Cristoforo, che ha visto salendo qui. Avrà notato che la facciata e i muri perimetrali presentano cinque ordini di pietre nere. Quei macigni scuri se li portò sulle spalle a uno a uno il prete che agli inizi del Novecento saliva da Bobbio a celebrare messa, pensi che fede! Io invece diffido dei dogmi, quindi anche di vegetariani e vegani, propagatori di ideologie spaventose».
Com'è nata la sua vocazione per la medicina?
«C'è un percorso segnato per ognuno di noi. Mio zio Guido era medico, mia zia Antonietta pure. Ho sempre avuto fin da bambino la passione di scoprire perché gli uomini s'ammalano».
Perché non ha mai esercitato?
«Detesto il camice bianco e gli ospedali: odorano di malattia e di morte, non di salute e di vita. Chi ha bisogno di una visita, sa dove trovarmi».
Ha amici medici che seguono i suoi precetti salutistici?
«No. Però diventiamo amici dopo che li ho curati. I miei colleghi sarebbero disposti a trapiantare anche il cervello. A tutti, tranne che ai loro familiari. Ho proposto al presidente dell'Ordine dei medici di Piacenza: raduna 20 colleghi, 10 che accettano i miei consigli e 10 che seguono la medicina ufficiale, e vediamo chi ottiene i risultati migliori, cioè guarire senza farmaci. Campa cavallo. Eppure un medico di Parma che ha passato i 40, il dottor Pasquale, il cognome non lo dico, obeso, iperteso, imbottito di medicine dall'età di 26 anni, in 12 mesi l'ho fatto scendere da 100 chili a 70. Oggi non prende più nulla e sta benone».
Con la sola dieta?
«Certo. Anziché indagare sulle cause delle malattie, i medici rimuovono tonsille, adenoidi e appendici, cioè le pattumiere del corpo umano, senza capire che quegli organi sono i primi custodi della nostra salute. Nessuno che indaghi sul cibo. I governanti non hanno capito che l'Occidente va a ramengo per colpa delle diete sbagliate. Basterebbe che un terzo dei malati bisognosi di cure stessero meglio e avremmo soldi per tutto, dalle pensioni al lavoro giovanile. La crisi economica cesserebbe subito».
Come mai si fa un gran parlare di lei?
«Lo vede su che bricco abito da 40 anni? Ho subìto tre processi perché il nostro modo di vivere fuori dagli schemi dava fastidio, mi hanno accusato persino di furto di fascine e occupazione di orti. Scendo nel mondo civile solo tre volte al mese, la prima domenica a Pavia, la seconda ad Appiano Gentile e la quarta a Monza, per partecipare ai mercatini biologici con marmellate, ortaggi, estratti di erbe, salsa di pomodoro e dado vegetale prodotti dalla nostra cooperativa. La terza domenica mi riposo, visto che le mie ultime ferie risalgono al novembre di 40 anni fa e che agli appuntamenti pubblici trovo 200 o 300 persone in fila col biglietto numerato sin dalle 5 del mattino per scambiare una parola con me. A tutti do una risposta».
Tiene anche molte conferenze.
«Non direi. Sei o sette l'anno».
Fa pagare 5 euro d'ingresso.
«Anche 10. Ma non io: gli organizzatori. E non sempre. Sono appena stato a Canzo per la Croce rossa. Se mi offrono qualcosa, va al restauro della chiesa».
Perché ha sospeso i contatti attraverso il suo sito?
«Non ci tenevo dietro».
Lei sostiene che le malattie sono correlate a cibo e gruppo sanguigno. Non mi pare una teoria scientifica.
«Infatti è statistica, frutto di 40 anni d'osservazioni prima di tutto su me stesso, a cominciare dalle tonsilliti scatenate dalle fragole e dalle bronchiti provocate dai fichi. Poi estese ad almeno 70.000 pazienti affetti da malattie che ho curato correggendo l'alimentazione. In Italia vi sono 4 milioni di diabetici. Potrei dimezzare questo numero nel giro di un anno. Ma poi i produttori d'insulina e i diabetologi di che camperebbero?».
Il soggetto di gruppo 0 che caratteristiche presenta?
«Sistema immunitario reattivo. S'ammala in tempi rapidi e altrettanto velocemente guarisce. Vietati cereali, salumi, melanzane, minestroni, patate, caffè, polpo, seppia, latte, yogurt e formaggi, a eccezione di quelli caprini e della mozzarella. Sconsigliata la frutta: lo manda in depressione. Con carne rossa e salmone crudo scaccia ogni malanno».
Quello di gruppo A?
«Sistema immunitario poco robusto. Se mangia carne rossa si fa del male. Deve evitare latticini grassi e stagionati, cereali, pomodori, patate, peperoni. Raccomandati trota, merluzzo, salmone, tonno e sgombro, anche in scatola, checché se ne dica».
Quello del gruppo B?
«Sistema immunitario robusto, esposto però a malattie del sangue e autoimmuni. Vietati cereali, pollo, crostacei, pomodori e zucca. Se mangia kebab senza pane, campa cent'anni. L'antica Roma sottomise il mondo perché si nutriva di agnello allo spiedo. Perse l'impero quando cominciò a coltivare i cereali».
Quello del gruppo AB?
«Se si ammala, ci mette un'eternità a guarire. Per fortuna si ammala poco. Ma se non gli concedi orari umani, week-end liberi e ferie, lo uccidi. Deve astenersi da burro, formaggi, carni rosse. Mangiando agnello, sta benone. La carne ovina è consigliata a tutti, tranne che al gruppo A. Infatti sono pecore e montoni ad aver fatto progredire l'umanità, fornendogli cibo per nutrirsi e lana per coprirsi. L'Occidente sta affondando sotto il peso della sindrome metabolica: peso, pressione, colesterolo, trigliceridi e glicemia. L'islam invece continua a cibarsi di carni ovine e dilaga».
Gli attentati dell'11 settembre 2001 sarebbero da attribuire al kebab?
«Pietro Micca, soldato sabaudo che nel 1706 salvò Torino dall'assedio dei francesi facendosi saltare in aria con una mina, era un talebano ante litteram. Ma sui libri di scuola non si studia più».
Se toglie latte e latticini a tutti, come apporta calcio alla dieta?
«E come fanno i cinesi e gli altri popoli che non consumano latte dopo lo svezzamento? Il calcio si trova dovunque: acqua, verdure, legumi, carne, pesce, uova. La cicoria ne contiene più del latte, le mandorle addirittura il doppio. A provocare l'osteoporosi è la rimozione del calcio dalle ossa a seguito di un'alimentazione sbagliata».
Se toglie i cereali, che snack rimane a metà mattina?
«Cubetti di carne masticati come se fossero chewing-gum. Meglio se di tacchino: fa bene a tutti i gruppi».
Che altro suggerisce per mantenersi in buona salute?
«Io sono del gruppo 0, quindi appena sveglio bevo una tazza d'acqua tiepida. La colazione più tardi. Agli altri gruppi consiglio acqua e limone. Poi una doccia fredda. Il 31 dicembre mi lavo all'alba nella vasca della sorgente qui fuori: un modo per ringraziare la natura. E lo stesso faccio una volta al mese. La neve non mi preoccupa: mi ci rotolo nudo».
La sua salute come va?
«Pressione, glicemia e prostata a posto, funzioni sessuali idem. Non faccio analisi del sangue da anni».
Se le diagnosticassero un cancro, come si curerebbe?
«Dipende. Ho una casistica spaventosa su ciò che mangiano i pazienti oncologici, so persino che tipo di aceto usano».
E se fosse un tumore al pancreas?
«Eliminerei cereali e grassi, visto che il pancreas produce due enzimi, amilasi e lipasi, preposti a digerirli. Se il tumore non fosse operabile, non mi sottoporrei a chemioterapia».
Un piatto che non mangia mai?
«I fritti, soprattutto se fatti col burro».
Che cosa pensa del digiuno?
«Fa bene. Ma se poi riprendi con l'alimentazione sbagliata... Papa Francesco, che lo ha proposto per scongiurare la guerra in Siria, dovrebbe digiunare tutti i giorni. Gli voglio bene, ma lo vedo troppo largo, troppo gonfio».
C'è un cibo a cui non rinuncerebbe?
«Ho ben altri desideri».
Quali?
«Vedere la gente star meglio».
(672. Continua)
stefano.lorenzetto@ilgiornale.it

Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...