lunedì 31 marzo 2014

Karl Renz

Domanda: Sono qui perché non vorrei rinascere un’altra volta.
Karl: E proprio perché non vorresti rinascere, succederà.

D.: Come, scusa?
K.: Il desiderio di evitare qualcosa, è sempre un ordine che ne provoca la realizzazione.

D.: Allora dimmi come posso liberarmi da questo desiderio.
K.: Affatto. Non puoi liberartene.

D.: Oppure come ne possa venir fuori.
K.: Non ne puoi venir fuori. Invece puoi accettare senza riserve il fatto che è impossibile liberartene
o di uscire dalla tua situazione. Questa è conoscenza di sé. La conoscenza di sé è la comprensione
dell’impossibilità di sfuggire a te stesso. Spingi all’indietro lo schienale e goditelo. Non ci sarà nessun altro che possa goderlo.

domenica 30 marzo 2014

Sonniferi,il denaro,del 1 febbraio 2010,ma attualissimo

Champasak Laos, sito Unesco gennaio 2005,ancora non conoscevo internet.Entro in una sgangaratissima banca,devo cambiare 50 dollari,mi dovrebbero bastare per 3 giorni.Il commesso mi da per la mia unica moneta,un sacco nero pieno di soldi,per farci un idea come se avessi comprato un panettone.
Facile viaggiare nel sudest asiatico troppo facile,basta avere qualche dollaro o euro,e si fa i nababbi.Che potere il denaro,ma cosa c"è dietro al denaro,non è facile comprenderlo,solo da poco più di un anno so qualcosa del SIGNORAGGIO BANCARIO.
Sembra difficile l"argomento,ma tutte le cose alla fine sembrano complesse,se vai alla radice è tutto molto semplice


Non è la prima volta che posto questo video,la sua semplicita la sua chiarezza,mi hanno fatto svanire tanti dubbi.La matematica non è un opinione,è scienza,anche se ne possiamo fare benissimo a meno,in quanto gioco mentale ideale per addormentarci sempre di più,quanto tempo da adoloscente ho giocato con i numeri,ma mi e rimasto qualcosa,i miei viaggi grazie a questa arte sono stati di una facilita incredibile..Bene,gli INTERESSI sono il trucco sottile,per rapinare le persone,il video lo spiega in maniera illuminante.
Non c"è solo questo,pochi lo sanno ma le banche nazionali,sono in MANO AI PRIVATI,che stampano carta moneta ad un costo irrisorio,la danno allo stato,e da ciò NASCE IL DEBITO PUBBLICO.Grazie a questo debito pubblico,i cittadini perdono sempre più diritti.Abbiamo efficentissime tecnologie,ma grazie a questi trucchi,soprattutto al fatto che il lavoro viene sottopagato,i soldi finiscono sempre di più in poche mani.
Quasi tutti i paesi del mondo hanno dei debiti con le banche,RICORDIAMOLO SONO PRIVATE,in cambio di pezzi di carta,che muovono un economia distruttiva,il tutto voluto dai finanziatori,che facendo cosi impoverisce nazioni e ruba l"unica ricchezza reale MADRE TERRA.
Le masse gran parte del tempo devono pensare a come accumulare denaro,che come dice massimo Fini(denaro sterco del demonio)puzza è addormenta sempre di più.Si perdono i veri valori reali,e si insegue pezzi di carta,che come ben sanno molti paesi del terzo mondo,possono da un giorno a l"altro non valere più nulla (pensiamo all"Argentina)
I cossiddetti popoli primitivi adoravano,padre sole madre terra sorella acqua ,ecc ecc,noi adoriamo qualcosa d"inesistente,che da un momento all"altro puo scomparire,(basta pensare ad una superinflazione,al blocco dei depositi,viaggiando in sudamerica ho conosciuto tante persone che hanno subito queste cose.)
Si dice che da noi è impossibile,ma questo benedetto debito pubblico,per la sua legge matematica,per estinguersi necessita,un lavorare sempre più brutale.E questo quello che vogliono,farci lavorare sempre di più,chi lavora non ha tempo di pensare e comprendere.Tutta la nostra energia va indirizzata,in questa schiavitu contemporanea.
Quando ci sveglieremo e comprenderemo,che i soldi come calamite vanno sempre a finire nelle mani dei soliti pochi?Probabilmente il giorno che il nuovo idolo la TV,iniziera a parlare di signoraggio,perchè la gente crede solo alla TV,almeno fino a quando la nostra vita sara placida e tranquilla,per i più è ancora cosi,ma sempre più persone,stanno incasinate,e tranquille non lo sono più.
Ma accendi la televisione,si parla di tutto meno del Signoraggio,normale,chi vuol fare il giornalista,sa che se vuole smettere di lavorare altro non ha da fare,che parlare male dei suoi padroni, di chi stampa i soldi.Oggi senza soldi non si può vivere,secondo i più,ma per una persona risvegliata,questa è una barzelletta.
http://obiettivi.wordpress.com/2014/03/30/pagare-per-vivere-una-delle-piu-grande-scemenze-delluomo-moderno-e-civile/

venerdì 28 marzo 2014

Arriva uno studio shock: “Sarà una strage annunciata, il cellulare causa il tumore”

Ricorso al Tar contro il governo. “Gli studi degli esperti dicono che i cellulari sono pericolosi”. Come riporta Affari italiani, crociata di un pool di avvocati e cittadini per le scritte choc sul telefonino: “Nuoce gravemente alla salute, come le sigarette. Nei prossimi anni possibile una strage”. Un ricorso al Tar del Lazio perche’ ordini al Ministero della Salute e al Governo di effettuare una immediata campagna di informazione pubblica su scala nazionale sui rischi dell’insorgenza di tumori per l’utilizzo dei telefono cellulare e sulle modalità da attuare per annullare o ridurre l’esposizione: e’ la causa lanciata oggi dall’associazione Apple (Prevenzione e lotta all’elettrosmog) e da Innocente Marcolini, dirigente d’azienda bresciano che ha vinto nel 2012 una causa in Cassazione contro l’Inail ottenendo che fosse stabilito il nesso di causa tra uso del telefono cellulare e il tumore alla testa che lo aveva colpito. La causa e’ stata predisposta dagli avvocati Renato Ambrosio, Stefano Bertone e Chiara Ghibaudo, dello studio legale Ambrosio e Commodo di Torino. I ricorrenti chiedono che si applichi il principio di precauzione (art. 191 del Trattato sull’Unione Europea) e che, anche in assenza di certezze definitive sul legame causale, ordini in via d’urgenza al Governo di fare un’attivita’ di informazione a fini precauzionali. Il ricorso al Tar e’ stato notificato ai Ministeri della salute, dell’ambiente, dello sviluppo economico e al Miur. Tra l’altro da ricordare una vicenda dell’autunno del 2012… “Il telefono cellulare comporta possibili rischi”. Qualche ricercatore o esperto lo dice da tempo. Andava in questa direzione anche una missiva del ministero della Salute. Tutto nasce da un cittadino residente in Basilicata, malato di tumore al cervello. La sua storia, raccontata da Massimo Brancati su la Gazzetta del Mezzogiorno è particolarmente importante. Subito dopo la drammatica diagnosi, l’uomo, un avvocato di Potenza, decide di limitare le esposizioni del suo corpo alle onde del telefonino e comincia a rispondere solo con il “viva voce”. Ma si tiene lontano anche dalle onde magnetiche delle reti wi-fi. Sì, perché il suo sospetto è che le ore passate al telefonino possano essere state la causa della sua malattia. E ci sono anche studi che gli danno ragione… Fonte http://www.infiltrato.it/

giovedì 27 marzo 2014

Solo 9 paesi sembra,hanno una banca centrale che non appartiene ai Rothschild

Sono solamente 9 i Paesi che hanno la #Banca Centrale che non appartiene ai #Rothschild. Sono: #Cina, #Russia, #Iran,#Venezuela, #Ungheria, #Siria, #Cuba, #Islanda e #Corea del Nord. Tre di questi Paesi, nell’ordine Russia, Iran e Venezuela, sono anche le tre più grandi riserve energetiche del mondo, considerando le riserve di petrolio, gas e carbone.
Direttamente o indirettamente tutte le altre banche centrali appartengono o sono controllate dai Rothschild. Ci sono addirittura quattro banche centrali che sono quotate in borsa: le banche centrali di BelgioGrecia,Giappone e Svizzera. La Banca centrale di Grecia oltre che essere quotata alla Borsa di Atene è quotata anche alla Borsa Tedesca.
Da queste brevi considerazioni, penso sia comprensibile a tutti perchè i paesi che hanno una banca centrale indipendente siano costantemente attaccati mediaticamente dai media di tutto il mondo, tutti al servizio ovviamente delle grandi potenze imperialistiche dell’occidente.
Tutti questi paesi sono praticamente inseriti nell’asse del male, tutti i loro governi sono per i media occidentali delle “dittature” ed in tutti ci sono tentativi di destabilizzazione.
Si comprende anche perchè Russia, Iran e Venezuela siano costantemente “presi di mira” dai media internazionali. Oltre che avere la Banca Centrale indipendente dai Rothschild sono anche le tre più grandi riserve energetiche del mondo.
Quando una Banca Centrale disegna la politica economica e monetaria del proprio paese sta pensando ai benefici per il suo popolo o ai benefici per i propri azionisti? Scontata la risposta: pensano ai benefici per i propri azionisti. Si comprende perchè un Paese come il Belgio possa stare per mesi (esattamente 18) senza un governo, perchè in sostanza il ruolo del governo è relativo. Si comprende perchè un paese come Grecia è completamente in balia della Troika, ossia del Fondo Monetario Internazionale (FMI), della Banca Centrale Europea (BCE) e della Commissione Europea (CE).
E l’Italia? La maggior parte degli italiani pensa che la Banca d’Italia, ossia la Banca Centrale dell’Italia appartenga allo Stato! Invece, come tutte le banche centrali del mondo, escluse quelle dei 9 paesi citati sopra, la Banca d’Italia appartiene ai propri azionisti. L’elenco completo degli azionisti della Banca d’Italia è consultabile nel sito stesso della Banca d’Italia, all’URL: http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti/Partecipanti.pdf. Da tale documento, in linea, si evince che le due principali banche italiane, Intesa San paolo e Unicredit hanno il 52% delle quote; Inps e Inail, enti statali, hanno quote irrilevanti. Ovviamente nel capitale delle grandi banche italiane, che controllano la Banca d’Italia, rientra quello dei Rothschild. Povera Italia! Poveri italiani!

mercoledì 26 marzo 2014

Le ragioni di chi sta dalla parte di Putin



                       Putin_3


 Di Alfonso Piscitelli Fonte http://accademiadellaliberta.blogspot.it/




Coloro che, partendo da diversi punti di vista,  hanno a cuore il tema della libertà dei Popoli, della sovranità e dell’indipendenza da un modello economico dominato dai grandi speculatori occidentali nelle ultime settimane si sono divisi riguardo alla valutazione della crisi in atto nella regione orientale del nostro continente. La divisione è legittima ed è doveroso ascoltare le ragioni degli altri, così come argomentare nella maniera più pacata possibile le proprie. Il modello da evitare è quello del tifo da stadio, il paradigma da perseguire è l’analisi della realtà che tenga presente i fattori strutturali (economo-sociali) e quelli valoriali nello stesso tempo. Chi scrive ritiene inoltre che sia doveroso un passaggio di livello da un piano di argomentazione “ideologico” a un piano di argomentazione più squisitamente “geopolitico”. Vedremo nei prossimi scritti di illustrare meglio – nei limiti delle nostre capacità – questo passaggio di livello.

Ciò premesso arriviamo al nocciolo della questione e della divisione. Vi è chi ritiene che i manifestanti di piazza Maidan abbiano agito per la libertà e il bene del loro popolo e che siano un esempio da seguire e un alleato da appoggiare. Vi è chi al contrario ritiene che gli “indipendentisti” di piazza Maidan – e ci riferiamo in particolare agli attivisti di Svoboda e Pravi Sector – siano stati più che altro la manovalanza di un colpo di Stato promosso all’esterno dei confini dell’Ucraina.

Questo colpo di Stato mira ad inserire l’Ucraina nella sfera di influenza della NATO, sottoponendola alle logica del Fondo Monetario Internazionale e dei grandi speculatori internazionali. Non si può parlare certo di “strumentalizzazione” di una rivolta partita con finalità giuste e con strategie efficaci: i leader della protesta di piazza sapevano benissimo quali movimenti si compivano nelle retrovie, chi forniva aiuti finanziari, logistici e addirittura armi nuove di zecca.

Come giudicare poi la figura e il ruolo assunto nel continente europeo da Vladimir Putin? Coloro che nel corso della crisi ucraina si sono schierati dalla parte della Federazione Russa sono stati accusati di essere succubi di una sorta di “emozione politica”: di una putin-mania. Se esiste questa affezione possiamo tranquillamente confessare di esserne affetti…

Ebbene sì, chi scrive è un “putiniano”: considera Vladimir Putin il più importante statista europeo e fatte le dovute differenze di contesto guarda a Putin come un patriota risorgimentale siciliano del 1861 guarderebbe a  Cavour, Garibaldi, Vittorio Emanuele e come un patriota del Baden-Wurttemberg del 1870 guarderebbe a Bismark e al Re di Prussia. Ovviamente le analogie valgono fino a un ceto punto: qui non si tratta di costituire uno Stato accentrato monolitico, con capitale Mosca, ma di pensare a una vasta e articolata confederazione di popoli europei che non può non includere la Russia (che però non è propriamente uno Stato minore… e neppure una “media potenza regionale”).

Quali sono i motivi del giudizio positivo di Putin? Elenchiamoli, schematicamente e senza pretesa di esaustività:

1. Putin ha restaurato in Russia una “concezione spirituale della vita”, incentrata sul rispetto delle grandi tradizioni religiose russe (cristianesimo, buddhismo, islam scita, sciamanesimo siberiano). Esaurita definitivamente la fase del materialismo di Stato la Russia torna a essere un luogo spiritualmente libero dove vige la compresenza rispettosa delle grandi Tradizioni religiose e se Putin bacia le icone ortodosse, il suo ministro della difesa Shoigu è buddhista.

2. Putin promuove una grande alleanza di civiltà d’Oriente (India, Cina, Iran) per bilanciare l’unipolarismo promosso  da chi all’indomani del crollo del Muro di Berlino aveva la convinzione di annunciare la “fine della storia”.

3. Ultimamente, sia pur con risultati alterni, Putin ha intensificato le relazioni anche con il Giappone cercando di sottrarlo all’area americana.

4. Attraverso la cooperazione energetica (North Stream) e tecnologica (ammodernamento della Transiberiana) sta stringendo i legami strutturali tra Germania e Russia e l’integrazione tra le due grandi potenze europee procede nonostante il governo per molti aspetti occidentalista della Merkel.

5. Il Partito Russia Unita sta sviluppando i legami con quei movimenti identitari e sovranisti che – sia pur con qualche semplificazione intellettuale e qualche incertezza strategica – si propongono di ovviare ai guasti della società multietnica, del commissariamento dall’alto dei Popoli europei e dell’esposizione ai condizionamenti dei grandi speculatori occidentali.

6. Putin sta rinnovando il volto della Russia promuovendo opere come  la “Grande Mosca”, nella cui realizzazione peraltro un ruolo importante assume il  design di architetti italiani.

7. Putin ha vietato gli OGM sul suolo russo.

8. Putin ha indicato l’obiettivo dell’autosufficienza alimentare della Russia.

9. Egli ha indicato stabilito l’obiettivo del ripopolamento delle aree rurali e ha indicato la vita a stretto contatto con la natura come un  modello positivo da proporre ai giovani.

10. Putin combatte in Siria e Egitto il terrorismo salafita e nello stesso tempo impedisce che in Siria e Iran si pongano le premesse per un nuovo disastroso intervento armato.

11. Ha fatto spiccare un mandato di cattura internazionale per Soros, lo speculatore internazionale che invece in alcuni paesi occidentali è addirittura considerato un filantropo e un munifico mecenate di artisti della politica…

12. Putin ha posto un argine all’espansione del fondamentalismo islamico in Russia  e ha condannato l’ideologia del multiculturalismo ribadendo la necessità per gli immigrati di rispettare le leggi, le tradizioni religiose e civili del popolo che li ospita.

13. Guardiamo con interesse allo svilupparsi in Russia di iniziative come i Giochi militari studenteschi e al rinascere dell’Ordine dei Cosacchi. La storia dei prossimi decenni dirà se questo genere di iniziative saranno feconde per la conservazione della civiltà europea o se lo sarà invece un modello incentrato sul Grande Fratello, sul consumismo televisivo, sulla rivendicazione isterica di diritti di piccole lobby.

14. Importante è in Russia la rivalutazione dell’importanza del “pubblico”: scuola pubblica, sanità pubblica, gestione attraverso aziende strettamente legate alla sovranità statale del petrolio e delle altre risorse del sottosuolo, esercito pubblico basato sulla leva di popolo e non sull’impiego di professionisti delle armi.

15. Nella Russia di Putin sono disincentivati divorzio e aborto, vengono aiutate le famiglie prolifiche. È stato posto rimedio al drammatico crollo demografico che era frutto della crisi profonda degli anni Novanta.

16. La droga, ovviamente, è severamente proibita e sono stati previsti ceck up periodici per tutta la popolazione giovanile.

17. L’omosessualità tollerata in privato non viene innalzata a “modello pubblico”. Allo stesso modo le starlet del mondo dello spettacolo non vengono considerate profetesse di una qualche verità rivelata e se compiono provocazioni premeditate offendendo ciò che vi è di più sacro ne pagano le conseguenze.

Per tutti questi motivi Putin è entrato nel mirino di contestatori arguti ma abbastanza faziosi, come quel Bernard Henry-Levi che dalle colonne francesi e anche italiane tuona contro di lui. Per questi motivi (ma altri ancora più profondi potrebbero essere addotti: motivi di ordine storico, spirituale, culturale) noi stiamo con Putin.

La guerra del Gas (ancora sul golpe in Ucraina)

shale-gas-extractionUna ventina di giorni fa ho scritto un articolo in cui facevo alcune considerazioni sull’Ucraina e la rivoluzione di piazza che ha decretato la fine del governo Yanukovych e sugli interessi in gioco. Oltre al fatto, successivamente ampiamente confermato, che più che dai moti spontanei di piazza, la vittoria della rivoluzione fu dovuta ad un gruppo ben armato e finanziato dagli americani, sostenevo che il vero obiettivo degli americani fosse la Crimea, sia per ragioni di stretta natura militare, sia per impedire ai russi di creare la via meridionale per portare il gas in Europa. La costruzione del South Stream, il gasdotto di cui la Saipem del gruppo ENI, si è assicurata il ricco appalto per circa due miliardi di dollari da completare entro il dicembre 2015, e che dovrebbe attraversare il Mar Nero per sbarcare in Bulgaria e da lì in Italia meridionale, è attualmente sotto osservazione dell’EU e soprattutto degli USA ed è sospeso se non si trova un accordo. Tuttavia, non avevo tenuto conto di un fattore importante che ha spinto gli Usa a spendere ben cinque miliardi di dollari per i rivoltosi (che a proposito, adesso reclamano i soldi che pare, non hanno ancora ricevuto secondo le promesse) del Maidan.
La mossa dei Russi di riprendersi rapidamente la Crimea, battendo sul tempo ogni possibile reazione occidentale ed evitando di ricorrere alle inutili e dispendiose lungaggini delle procedure ONU in materia di risoluzione dei conflitti regionali, ha probabilmente sorpreso gli occidentali. C’è una storiella divertente in proposito: “Shimon Peres incontra Putin e gli chiede: Vladimir, ma tu hai qualche antenato ebreo? E Putin gli chiede: Cosa te lo fa pensare Shimon? Beh – continua Peres – sei riuscito a far spendere cinque miliardi agli americani per farti consegnare la Crimea. Nemmeno un ebreo avrebbe trovato tanto coraggio!
Ma a parte le storielle, sono più convinto del fatto che gli americani si aspettassero una reazione russa anche se, forse, non così decisa e immediata. Tuttavia, se il loro obiettivo era di rendere difficoltose le forniture di gas all’Europa, ci sono riusciti benissimo. Anche se Exxon­Mo­bil e Shell hanno perso gli importanti contratti, che avevano trattato con Yanukovych, per la produzione del gas di scisto proprio nel Mar Nero davanti alla Crimea (ma si rifaranno con la produzione continentale, soprattutto nell’est del paese),l’obiettivo di bloccare la sempre più veloce integrazione tra l’economia della EU e quella della Russia e dei paesi della CSI, tutti produttori di materie prime essenziali per l’Europa che non ne ha, è stato perfettamente raggiunto.
Ma c’è un altro fattore che ha spinto gli americani ed ha convinto anche i riottosi europei ad appoggiare le manovre del grande alleato d’oltreoceano. Se ricordate, la prima reazione europea alla crisi in Crimea fu molto prudente.La Merkel si dichiarò assolutamente contraria alle sanzioni, così come la maggior parte dei partner della EU, tranne la Polonia e i paesi baltici. Dopo poche ore, però, la Merkel cambiò rapidamente idea e fece saltare tutte le ipotesi di una posizione prudente e autonoma dell’Unione sulla crisi, in base a mere considerazioni di convenienza economica e di dipendenza dal gas e dal petrolio russi. Evidentemente, la Germania ha avuto ampie assicurazioni dagli alleati americani, ed infatti si scopre che questi hanno assicurato agli europei le forniture del gas di cui hanno bisogno indipendentemente dalla sospensione o meno delle forniture russe, e ad un prezzo che è almeno pari (a parole) a quello garantito dai russi.
In questo modo, gli americani ottengono alcuni risultati molto brillanti.
1) Riportano sotto il loro controllo gli europei che si stavano avvicinando troppo alla Russia con cui integravano le loro economie, e li rende dipendenti dalla proprie forniture di gas.
2) Gli creano anche qualche grattacapo economico in aggiunta a quelli che hanno già e che non sono pochi, costringendoli a farsi carico dell’Ucraina in un clima che sarà probabilmente di forte tensione nei prossimi mesi se non anni, e quindi non certo favorevole ad un rapido rilancio economico.
3) Ottengono una ragione valida per superare le resistenze del Congresso a vendere all’estero gas e petrolio americani, che attualmente sono soggetti ad embargo interno. D’altra parte sono gli stessi produttori di gas americano che spingono verso questa soluzione, poiché i prezzi interni sono assolutamente non remunerativi e quindi l’esportazione del gas potrebbe garantire loro alti profitti. Per la verità i profitti migliori potrebbero essere fatti esportando il gas verso l’Asia, dove i prezzi sono più alti, ma anche l’Europa è un mercato decisamente migliore di quello americano.
4) Infine, gli americani ottengono una insperata compattezza sul TTIP, il trattato transatlantico di scambi commerciali tra USA e UE che prevede di incrementare gli scambi tra i continenti di oltre 120 miliardi di dollari nei prossimi anni.
Insomma, con un sol colpo e spendendo solo cinque miliardi, gli americani si sono assicurati per i prossimi decenni la fedeltà degli alleati europei, di cui evidentemente non si fidavano troppo, visto che li spiavano continuamente e con gran dispiegamento di mezzi.
5) Ultimo risultato, è che questa storia mette una pietra tombale sulla imbarazzante vicenda delle rivelazioni di Snowden sulle attività di spionaggio della NSA verso gli europei, sulle quali gli americani erano stati invitati, anche duramente, a dare spiegazioni chiare. Scommetto che non se ne parlerà più.
Facciamo qualche conto. La incredibile vicenda del trattato TTIP è raccontata con la solita lucidità in questo link di Megachip. che sottolinea come il trattato preveda lo smantellamento in Europa di quel minimo di tutele sociali che il liberismo nostrano non è riuscito ancora ad eliminare. Questo farà felici i ricchi capitalisti americani e li porterà in massa ad investire in Europa i loro soldi. Il gas di cui stiamo parlando è il gas di scisti, quello ottenuto bombardando sottoterra le rocce con potenti getti di acqua che liberano i gas. C’è il piccolo particolare che le conseguenze per l’ambiente sono particolarmente pesanti e gravi, ma negli Usa l’ambientalismo non va di moda e nemmeno in Ucraina, dove pare ci siano grandi giacimenti pronti per essere sfruttati. Ce ne sono anche sotto il Mar Nero, come ci riferisce Margherita Paolini del Manifesto in questo articolo di qualche giorno fa, e di qui la grande irritazione americana per non aver fatto filotto, ma non si può avere tutto dalla vita! E veniamo ai prezzi. Come dice la Paolini, il prezzo negli Usa del gas naturale è inferiore ai 5$ per MMBtu (millions of British thermal units), e questo dato lo riscontrate qui, in questo report di Yahoo finance, dove sono riportati i prezzi dell’ultimo anno. Il prezzo praticato dai Russi agli Europei è invece di circa 11$ per MMBtu, come si evince da questa rivista specializzata, mentre quello garantito agli Ucraini da Gazprom, prima del golpe americano, era di 9,70 $ per MMBtu. In Asia i prezzi sono ancora più alti, aggirandosi intorno ai 16$ per MMBtu, come si desume da questo articolo di AGI Energia, e questo spiega la ragione per cui i produttori americani preferirebbero commerciare il gas di scisti americano verso quell’area. Ah, faccio notare che, grazie a queste tecniche, gli Usa sono diventati il primo produttore al mondo di gas, soppiantando proprio la Russia che ancora lo estrae secondo tecniche tradizionali.
Alla fine saranno tutti contenti, tranne gli europei, ovviamente, ma di loro non gliene importa niente a nessuno. Gli americani, terranno di nuovo sotto il loro tallone l’Europa più o meno unita (se ovviamente la UE resiste a tutti questi scossoni e non si frantuma in mille pezzi), gli forniranno il gas ad un buon prezzo eliminando i Russi dalla scena economica europea, e prendendo in mano il pallino per le forniture a loro di tecnologia più o meno d’avanguardia. I Russi forniranno il gas alla Cina ed all’Asia che ne ha un crescente bisogno ed è disposta a pagare prezzi più remunerativi per ottenerlo. Gli europei dovranno pagare per l’Ucraina, e sono una settantina di miliardi ai quali gli americani contribuiranno con qualche spicciolo, sorbirsi tutte le tensioni che deriveranno dal tentativo di alcuni milioni di ucraini di andarsene a spasso per l’Europa in cerca di occasioni di lavoro e di vita migliori (poveri illusi!), rinunciare di fatto al ricco mercato russo verso il quale le tecnologie europee saranno colpite da embargo (c’è da scommetterci) e in cambio avranno da sperare nei ricchi (?) investimenti americani nell’ambito del TTIP, che comporterà lo smantellamento definitivo di quel poco che resiste dello stato sociale europeo, per la gioia di milioni di persone, soprattutto nel sud del vecchio continente. In Italia, soprattutto, siamo prontissimi a fare salti di gioia a fronte di questa meravigliosa prospettiva, e non vi dico in Grecia, o Spagna o Portogallo, oppure anche nella stessa Francia.
Il dollaro americano sta precipitando e loro, con una mossa astuta e rischiosissima, l’hanno ancorato alle sorti della vecchia Europa, condannando presumibilmente l’Euro alla fine ingloriosa che merita. I Russi si rifaranno con i cinesi, appunto. Occorrono un paio di anni per costruire una pipeline di raccordo per portare il gas in Cina, ma d’altra parte ne servono altrettanti per costruire in Europa un numero sufficiente di rigassificatori in grado di accogliere il gas americano. QUindi aspettiamoci un paio di anni di pace armata condita da sanzioni crescenti verso la Russia e grandi tensioni non solo nella povera Ucraina, ma in tutta la zona di confine.  È ovvio, no?

martedì 25 marzo 2014

Oliver Stone: Il controllo ebraico dei media impedisce un dibattito libero sull'Olocausto

Fonte http://andreacarancini.blogspot.it/
OLIVER STONE: IL CONTROLLO EBRAICO DEI MEDIA IMPEDISCE UN DIBATTITO LIBERO SULL’OLOCAUSTO[1]
Lo spassionato regista di Hollywood afferma che il suo nuovo film[2] ha lo scopo di inserire Adolf Hitler, che egli in passato definì un “facile capro espiatorio”, nel suo adeguato contesto storico.
Di Haaretz Service, 26 luglio 2010
Il controllo ebraico dei media impedisce una discussione aperta sull’Olocausto, ha detto l’eminente regista di Hollywood Oliver Stone al Sunday Times, e ha aggiunto che la lobby ebraica americana controlla la politica estera  di Washington da anni.
Nell’intervista al Sunday, Stone a quanto risulta ha detto che l’opinione pubblica americana è focalizzata sull’Olocausto a causa del “dominio ebraico dei media”, e ha aggiunto che un suo prossimo film ha lo scopo di inserire Adolf Hitler e il dittatore sovietico Josef Stalin “nel contesto”.
“C’è una lobby dominante negli Stati Uniti”, ha detto Stone, e ha aggiunto che “è gente che lavora duro. Stanno in cima a ogni commento, è la lobby più potente di Washington”.
Il famoso regista hollywoodiano di film come “Platoon” e “JFK” ha anche detto che se Hitler era un “Frankestein”, c’era anche un “Dr. Frankestein”.
“Gli industriali tedeschi, gli americani e gli inglesi. Ebbe un grande sostegno”, ha detto Stone al Sunday Times, e ha aggiunto che “Hitler fece molto più danno ai russi di quanto ne fece agli ebrei: 25 o 30 [milioni di uccisi].
Riferendosi alla presunta influenza della potente lobby ebraica sulla politica estera americana, Stone ha detto che Israele “distorce da anni la politica estera degli Stati Uniti”, e ha aggiunto che considera “orribile” la politica americana verso l’Iran.
“L’Iran non è necessariamente il bravo ragazzo”, ha detto Stone, sostenendo [però] che gli americani non “conoscono tutta la vicenda”.
I commenti di Stone al Sunday Times fanno eco a precedenti dichiarazioni del regista di Hollywood, riguardo a ciò che egli percepisce come una visione distorta, da parte dei media americani, di figure come Adolf Hitler e Josef Stalin.
Già in precedenza, quest’anno, Stone – parlando al convegno semestrale dell’associazione dei critici televisivi a Pasadena[3] – aveva detto che “Hitler è un facile capro espiatorio per tutta la storia e viene usato in modo grossolano”.
“Lui è il prodotto di una serie di azioni. È causa e effetto … La gente in America non conosce la connessione tra la Prima e la Seconda guerra mondiale”, ha detto Stone, e ha aggiunto che attraverso la sua opera documentaria è riuscito “a mettersi nei panni di Stalin e di Hitler per capire il loro punto di vista”.

“Dovremo educare, liberare e aprire le nostre menti. Vogliamo andare oltre le opinioni … Entrare nell’argomento dei finanziamenti al partito nazista. Quante corporation americane vennero coinvolte, dalla GM[4]all’IBM. Hitler è solo un uomo che si poteva facilmente assassinare”, ha detto Stone.
 


[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo:http://www.haaretz.com/jewish-world/oliver-stone-jewish-control-of-the-media-is-preventing-free-holocaust-debate-1.304108 . Le rimanenti note sono del traduttore.
[2] Si tratta della serie di documentari intitolata Oliver Stone’s Untold History of the United States (uscita in Italia con il titolo: U. S. A. La storia mai raccontata). Informazioni qui: http://www.amazon.it/Oliver-Stone-U-S-A-Storia-Raccontata/dp/B00HVLTU2A
[3] All’epoca ne riferì anche la stampa italiana, come questo pezzo di “Repubblica”:
[4] General Motors.

lunedì 24 marzo 2014

Sono daccordo con Barroso,ma non vorrei dei miliardari a governarci,ma bensi dei veri saggi,tipo San francesco,poverissimi materialmente

“La ragione per cui abbiamo bisogno dell’Unione europea è proprio perché non è democratica. Lasciati a se stessi , i governi eletti potrebbero arrivare a fare ogni sorta di cosa semplicemente per guadagnare voti.
I governi democratici non hanno sempre ragione, se i governi democratici avessero avuto sempre ragione non avremmo la situazione che abbiamo oggi: le decisioni adottate dalle istituzioni più democratiche del mondo sono spesso molto sbagliate.”E continua: “Questa è stata, in larga misura, la logica e l’obiettivo principale per l’unificazione europea
José Manuel Barroso

domenica 23 marzo 2014

Toh, questa poi! La Banca d’Inghilterra si accorge che il denaro è creato dalle Banche con il debito…

bank of englandDe Simone il mio economista preferito.
Come dire, meglio tardi che mai! Dopo aver negato l’evidenza per anni, dando dell’imbecille, dell’incompetente, dell’incapace, dell’ignorante eccetera eccetera, a quei (pochi) pazzi che come me raccontavano una storia diversa sulla creazione del denaro, con l’ultimo Bollettino trimestrale emanato pochi giorni fa e riferito al primo quarto del 2014, la Banca d’Inghilterra confessa candidamente che in effetti i prestiti bancari creano denaro concedendo i prestiti alle persone ed agli enti, pubblici o privati, che glieli chiedono. Questa stupefacente (per loro) novità, non si ferma qui. Il report scritto dalla Direzione di Analisi Monetaria della Banca, aggiunge ovviamente che le banconote non rappresentano affatto beni reali (ma va?), ma sono come delle “cambiali accettate” universalmente riconosciute e che vengono create per lo più dalle Banche mediante la concessione dei prestiti. Inoltre, quando il debitore ripaga il prestito alla Banca, la moneta creata al moneto del prestito viene “distrutta” ma non gli interessi che restano nel sistema. Infine, le Banche Centrali sono “creatori di ultima istanza di denaro”, ma soprattutto regolano la quantità di moneta agendo sul tasso di interesse così che i soggetti economici aumentino il loro debito, aumentando così la massa monetaria, o lo riducano, riducendo al contempo la massa monetaria.
La storiella che veniva raccontata finora dalle banche a proposito della creazione di moneta, era che questa rappresentava ricchezza reale prodotta e depositata presso le banche in varia forma (oro, argento e mirra, per esempio). All’improvviso, la Banca d’Inghilterra vuota il sacco e confessa quello che tutti coloro che hanno affrontato con onestà intellettuale questa materia sanno benissimo, così come lo conoscono perfettamente anche quella maggioranza di economisti e di operatori della finanza che ha studiato il problema, e però lo negano sia in pubblico che in privato (non si sa mai che qualcuno possa registrare la conversazione), accusando di ignoranza, di incompetenza e chi più ne ha più ne metta chiunque osasse sostenere la verità.
Riporto un brano dal mio libro Un’Altra Moneta la cui prima edizione per i tipi della Malatempora risale al 2003 (pagina 11, il grassetto e il corsivo sono originali):
“I soldi li fanno le banche che te li danno solo se ti indebiti, e se ti indebiti caschi necessariamente nella logica del profitto, altrimenti non potrai mai restituire il tuo debito.
In realtà non ci riesci lo stesso, ma se paghi gli interessi e cresci con il fatturato, le banche ti creano altro denaro indebitandoti ulteriormente così che il loro profitto possa crescere (non dobbiamo dimenticare che le banche hanno bisogno per fare soldi di qualcuno che si assuma il debito).
Le conseguenze sono quelle che vediamo oggi: tutte le aziende sono oberate di debiti e ogni tanto qualcuna che non ce la fa a ripagare il suo debito viene eliminata. Al suo posto sono pronti in mille ad assumersi quei debiti e tentare l’avventura.
L’economia cresce solo con il debito, che è poi il modo del potere finanziario dicreare il denaro.
Quello che interessa alle banche non è che il debito sia restituito, poiché esse sanno benissimo che in molti non potranno farlo, ma che si viva nella logica del profitto e della riproduzione del capitale. Alle banche interessa l’anima degli uomini, esse vogliono indurre comportamenti che presuppongano la logica del profitto. Solo così possono perpetuare il loro potere.”
L’”oggi” cui si riferisce il testo è la fine del 2002, quando ho iniziato a scrivere il libro, e quello riportato è un brano da una delle prime pagine.
Ancora prima, nell’ormai lontano 1999, a pagina 22 del mio libro “Un Milione al Mese a tutti: Subito!” edito dalla Malatempora, scrivevo testualmente così: “Ci si accorse che la banca, per questa via, creava denaro! Emettendo certificati su certificati, ovvero note di credito su note di credito. Il termine banconota nasce così, ad indicare appunto, una nota di credito emessa da una banca per l’importo espresso sulla facciata della nota stessa, mentre il retro (come oggi per le cambiali e gli assegni) era riservato alle girate dei possessori.” Appunto esattamente quello che oggi, a distanza di quindici anni, sostiene la Direzione di Analisi Monetaria della Banca d’Inghilterra. Si fossero letti il mio libro, si sarebbero risparmiati la fatica, ma tant’è anche l’America, oltre all’acqua calda, sono state scoperte tante volte.
E qualche riga dopo aggiungevo: “Infatti, se ancora credete che la base della moneta cartacea sia l’oro, toglietevi questa idea dalla testa. Non c’è più alcuna corrispondenza tra la moneta in circolazione e l’oro e gli altri preziosi depositati presso le casse dello Stato.” Anche questo concetto è stato pedissequamente ribadito dalla BoE nel suo report.
Ovviamente, queste sono solo alcune righe, poiché entrambi i libri, così come quelli che li hanno seguiti, sono centrati sul problema della creazione del denaro da parte delle banche e la conseguente creazione di debito per gli interessi. Ed i meccanismi sono spiegati nei dettagli con molta chiarezza. Basta andare a leggere (ogni tanto fa bene, nonostante la grande maggioranza degli italiani, oltre il 95% per cento, pensa che leggere un libro faccia male alla salute e non legge assolutamente nulla…)
Per quale ragione la Bank of England ha deciso di raccontare questa storia? Bella domanda! Forse perché la verità stava venendo fuori, visto che se quindici anni fa queste erano considerate eresie di qualche folle, da qualche tempo, ne parlano in molti e le domande diventano sempre più pressanti. Ma non credo che basti questa spiegazione, diciamo così, euristica. Il problema è che il sistema bancario non ce la fa più a sostenere il debito e le sue logiche perverse e quindi anche al suo interno si sta cercando, e aggiungo disperatamente, una soluzione. E se finora chi osava mettere in discussione le fondamenta stesse del sistema era additato al pubblico ludibrio, adesso la soluzione deve essere trovata e al più presto, prima che il sistema imploda. Forse siamo davvero vicini alla crisi finale del sistema finanziario globale, e non certo per i venti di guerra che cominciano a soffiare forte anche in Europa. Quelli, semmai, sono una conseguenza della crisi finanziaria globale.
Il sistema di creazione di moneta sul debito genera interessi in misura esponenziale. La proporzione è quella del “Debito della Madonna”, se qualcuno ricorda quella divertente storiella raccontata dalla compianta Margrit Kennedy a Roma durante il convegno sulle monete locali nel 2006. In quel caso, il pannolino comprato per coprire Gesù Bambino era stato pagato con un debito di un centesimo di euro, che in duemila anni aveva generato un debito talmente grande, che per pagarlo, il Signore dei Cieli avrebbe dovuto creare qualche migliaio di galassie per recuperare tutto l’oro in esse contenuto e ripagare il debito! Questo è il link a quell’articolo. Insomma, una pura follia che si moltiplica in misura esponenziale ogni istante che passa. Forse siamo vicini al collasso e nelle Banche qualcuno si è accorto che non esiste una soluzione. Almeno, che non esiste una soluzione all’interno del sistema e che occorre inventare qualcosa di nuovo per sdebitarsi. Oppure sarà una guerra devastante a sdebitarci, una guerra atomica che elimini buona parte della popolazione della terra e con essa buona parte delle ricchezze e del debito che ne consegue. Qualcuno deve essersi accorto che questa è una follia ancora più grande del debito per il pannolino di Gesù. Una follia che porta all’estinzione dell’umanità o giù di lì. Ed ha lanciato l’allarme dicendo la verità che tutti facevano finta di non conoscere.
Adesso non si può più nascondere, il Re è nudo. E l’unica soluzione possibile, come ripeto da tempo, è il tasso negativo. Non solo per uscire dall’economia del debito e stare tutti molto meglio da subito, ma per evitare che l’umanità si estingua per la follia di qualche potente, tanto avido quanto stupido. Dobbiamo subito cominciare a fare le Faz, l’unico modo concreto per uscire da questa follia. Ora, non domani. Sarebbe troppo tardi.

L’ipocrita Bono, falsa coscienza umanitaria dell’élite

La star degli U2? «Ha creato un’Africa che funziona come fantasia di redenzione per le élite occidentali». Verso la fine dell’estate del 2010 Louis Vuitton pubblicò una pubblicità per una serie di valigie in tela Monogram prodotte in numero limitato, le Keepall 45, dal costo di mille dollari al pezzo. La pubblicità mostra Bono e la moglie, Ali Hewson, nella savana africana, portando le borse dietro di sé, come se fossero appena scesi da un aeroplanino. “Ogni viaggio comincia in Africa”, dice il sottotitolo, nel caso avessimo dubbi su quale continente fosse reso importante dalla presenza di Bono. La coppia è molto glamour (Ali mostra un velato décolleté), ma al tempo stesso risulta molto sobria, impegnata. Non sembrano in vacanza: non c’è altro da vedere se non erba, montagne basse e cielo. Il lettore è portato a immaginare che, appena fuori dall’inquadratura, ci sia un campo di rifugiati o un orfanotrofio o un pozzo, con bambini pronti a essere salvati, vaccinati o dissetati dalla grazia avvincente della coppia.
E proprio della star degli U2 e di Africa parla il libro del giornalista irlandese Harry Browne, “The Frontman”. Un volume smaccatamente che proviene Bono e Obamadalla sinistra militante, pubblicato in Italia dalle edizioni no global Alegre e in Inghilterra dalla Verso, celebre per pamphlet di cultura alternativa e di critica al sistema. Il libro soffre dunque di eccesso di moralismo quando fa le pulci a Bono per i suoi soldi e la sua rete di banchieri, industriali e leader politici con legami con il Fmie la Banca Mondiale, come Paul Wolfowitz. Ma il libro è audace nella critica all’umanitarismo di quello che Oprah Winfrey ha definito “il re della speranza in carica”. «Ovunque due o tre siano riuniti nel nome della ricchezza e del potere, là c’è anche Bono, a garantire per la loro bontà. Bono non si limita a riempire di belle parole posti come i meeting di Davos: lancia progetti, illustra piani d’azione, promuove cause. Tanto lavoro per l’eminenza planetaria della filantropia, per questo è certo di meritarsi il titolo».
Alcuni giorni fa anche il “Daily Mail”, giornale di segno ideologico opposto a quello di Browne, ha massacrato Bono con un lungo articolo che ha messo insieme tutte le incoerenze del cantante e, soprattutto, tutte le sue sconfinate ricchezze: un patrimonio immobiliare da sceicco, un parco macchine da emiro, un tenore di vita da faraone e un’attrazione fatale per la grande finanza e per la Borsa, grazie al coinvolgimento di noti “squali” che gli permetteranno, se tutto andrà per il verso giusto, di raddoppiare in dieci anni il patrimonio personale, che lo stesso “Daily Mail” quantifica oggi in un miliardo di sterline. «Da quasi tre decenni, e soprattutto nel nuovo secolo, Bono ha quasi sempre Bono in uno spot con la moglie Ali Hewsonfatto da megafono ai discorsi dell’élite, difeso soluzioni inefficaci, parlato dei poveri in modo paternalistico e leccato i culi dei ricchi e dei potenti».
Browne non fa mistero di detestare la rock star: «Bono è ricco: indossa abiti firmati, vola su jet privati, guida cinque diverse automobili di lusso, adora i cibi e i vini più raffinati. Bono è famoso: è il leader del gruppo musicale più stabilmente popolare degli ultimi trent’anni, ha milioni di fan, è l’interprete di alcune delle canzoni più conosciute della nostra epoca. Indossa occhiali da sole che attirano l’attenzione su di lui anziché ripararlo dagli sguardi. Bono è potente: la sua opinione è ricercata, ascoltata e apprezzata ai più alti livelli governativi nazionali e internazionali». Browne è perfido con Bono, definito «ispirato cercatore di verità» e «ultrà dell’euro-postmodernismo», campione del «filantrocapitalismo» ed esponente del «potere taumaturgico dello sviluppo dell’Africa elaborato dalle élite occidentali». L’Africa di Bono e delle altre star come Bob Geldof, anziché essere un luogo reale, viene trasformato in «un progetto per la coscienza occidentale, una specie di vocazione».
Secondo il giornalista irlandese, «i discorsi sulla grande benevolenza, sull’impegno e la compassione dell’Occidente, mentre sembrano con ogni apparenza occuparsi della vita di coloro che cercano di salvare e risollevare, in realtà collocano attivamente ‘i nostri ragazzi’ come le star dello spettacolo dello sviluppo, mentre chi è oggetto della benevolenza nazionale (e del nord del mondo) non è altro che lo sfondo di una storia che in realtà si occupa di The Frontman‘noi’, individui del Primo mondo». In altre parole, scrive Browne, la figura della celebrità umanitaria incarnata da Bono «funziona come fantasia di redenzione in cui gli abitanti del sud del mondo sono collocati retoricamente come lo sfondo su cui ‘i bravi ragazzi del Primo mondo’ possono mettere in risalto il senso di sé». Per usare le parole di Alex de Waal, «è il grande carnevale umanitario, la moda delle celebrità».
(Giulio Meotti, “Un libro di sinistra contro Bono, «leccaculo di ricchi e potenti»”, da “Il Foglio” del 26 febbraio 2014. Il libro: Harry Browne, “The Frontman. Bono, nel nome del potere”, Edizioni Alegre, 283 pagine, 15 euro).

venerdì 21 marzo 2014

L'Italia rovinata da Bersani e dal PD


Fonte http://medioevosociale-pietro.blogspot.it/
 Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio l'Italia è stata rovinata da Bersani e dal PD.  I dirigenti del PD come del resto la nomenclatura del vecchio PCI hanno avuto sempre il problema di essere accettati dalla borghesia e dal vertice del sistema economico e finanziario europeo. Ricordo u n viaggio di D'Alema alla City di Londra molti anni orsono per spiegare ai banchieri inglesi che non solo non avevano nulla da temere dai comunisti italiani ma che ne potevano trarne vantaggi concreti se si fossero fidati di loro.
  Berlusconi al governo ha tentato di resistere alle pressioni della Commissione Europea ai tentativi di mettergli il cappio al collo e di mettere l'Italia in catene. Ma ogni volta che resisteva ad una pretesa di Barroso o della Merkel immancabilmente dal cortile del PD si alzavano alti schiamazzi. Bersani accusava Berlusconi di scarso spirito europeista,  di essere vetero, di non  capire che l'interesse dell'Italia era non solo di assecondare il disegno della Commissione Europea ma di essere tra i primi della classe. 
  Se oggi siamo nei guai fino al collo lo dobbiamo a questi miserabili della politica italiana che pur di farsi accettare dalla destra europea ci hanno imposto condizioni dalle quali potremo uscire soltanto con una guerra. Siamo minacciati ogni giorno di essere ridotti come la Grecia. Il welfare ed i diritti dei lavoratori italiani sono stati in grande parte svenduti per saziare il ventre insanziabile di una Commissione di Mafiosi al servizio di Bilderberg e delle banche degli ebrei. 
  Non contenti del cappio che ci hanno messo al collo abbiamo anche noi partecipato alla nostra impiccagione mettendo in Costituzione il pareggio di bilancio ed impegnandoci a pagare per venti anni qualcosa tra i cinquanta ed i cento miliardi all'anno per il cosidetto fiscal compact. 
  Ogni volta che Renzi va a fare gli esami a Bruxelles si deve portare un compito fatto. Il prossimo sarà la decurtazione delle pensioni. Non parlo delle pensioni milionarie ma di quelle dei professori deglli artigiani  medi dei metalmeccanici...

giovedì 20 marzo 2014

Sonniferi il credere

Chi scrive è un ex credente,credevo nell"ateismo,finche l"incontro con il mistero dell"esistenza,mi fece capire quale prigione fosse il mio credo,come tutti i credo.Comprendere i misteri dell"esistenza è impossibile se si è circondati da questa fortezza illusoria chiamata credo.

PERCHE SI CREDE?
Di sicuro non ci sono certezze,in quanto se ci fossero non si crederebbe ,si sarebbe sicuri.Allora perché non dire che tutto è possibile,invece di fabricare un illusorio credo?

PERCHE ILLUSORIO CREDO?
Osservando il mondo si notano tantissimi credo,ognuno è sicuro che il proprio sia quello giusto.Se fossero tutti giusti,ED IO PENSO CHE SIA COSI,(cioè TUTTI FALSI)sarebbe soltanto il CREDERE a fare la differenza,NON QUELLO CHE SI CREDE.ECCO PERCHE SONO ILLUSORI.
Il CREDERE tranquillizza,ma in modo superficiale,percio si ha bisogno di tante persone per rafforzarlo.Insomma il credo è la più potente DROGA,in quanto moltissime persone alterano la realta,con le proprie fantasie,soltanto perchè si e paurosi dell"IMMENSITA DELLA VITA.Cè bisogno di unita di vedute,si crea un mito(allucinazione credo) e ci si raduna intorno ad esso.Ma questo CREDO è ancora peggiore delle droghe,in quanto le stesse sono criminalizzate,mentre il CREDO é SUPERECLAMIZZATO,una propaganda ALLUCINATORIA che impedisce di osservare LA NUDA REALTA,il credo MODIFICA LA REALTA,che ha mio parere è di una SEMPLICITA CHIARISSIMA.La REALTA ha leggi chiare e non è frutto di fantasie.
Marx di sicuro non conosceva l"oppio,altrimenti avrebbe definito le religioni ,CAMOMILLA dei popoli,il POTERE ha bisogno di gente facilmente addormentabile,e qui in occidente facilmente MANIPOLABILE,per compiere le peggiori angherie(GUERRE) chi usa l"oppio non sa proprio che farsene della violenza.

mercoledì 19 marzo 2014

Cambio regime: Prima l’Ucraina, poi il Venezuela, poi l’Ecuador, Bolivia, Brasile…Cina?

Ora che il Segretario di Stato USA John Kerry ha lanciato un ultimatum alla Russia, ha detto che Putin ha tempo fino a Lunedi per seguire gli ordini di Washington o altrimenti ci saranno delle conseguenze, speriamo che tutti in questi schemi possiamo vedere la ripetizione della marcia della follia che ha prodotto la prima guerra mondiale.


Nel mio ultimo pezzo, “Merkel Whores Per Washington,” ho erroneamente attribuita a Krusciov tutti i trasferimenti del territorio russo verso l’Ucraina. I primi doni dei territori russi in Ucraina sono state fatte da Lenin, e l’ultimo era Sebastopoli nei primi anni del 1990.
Ho inviato oggi il racconto di Alexandr Solzhenitsyn su come il territorio russo è stato dato all’Ucraina. Nel frattempo, il regime fantoccio di Washington a Kiev ha inviato in delinquenti a commettere violenza contro coloro che protestavano a favore della russia in Ucraina orientale, che non vogliono avere nulla a che fare con i tirapiedi di Washington a Kiev, spingendo la Russia a rilasciare un altro avvertimento che l’esercito russo proteggerà i russi. Chiaramente, Washington sta facendo tutto il possibile per provocare Putin a inviare l’esercito russo in Ucraina orientale. Ora che la Merkel ha svenduto l’europa, il corso degli eventi ucraini sembra chiaro, ciò mi permette di rivolgere la mia attenzione al colpo di stato in atto in Venezuela ad opera di Washington..
Anche il Venezuela sta subendo un tentativo di rovesciamento da parte del governo crimnale di Washington
Il colpo di stato orchestrato  da Washington in Ucraina ha tenuto la vicenda del Venezuela fuori dai titoli dei giornali.
Un confronto con la Russia che ha il deterrente delle armi nucleari è più pericoloso che con il Venezuela. Ma la violenza che Washington ha scatenato in Venezuela quasi in contemporanea con l’Ucraina è la testimonianza nei fatti della tendenza alla criminalità di Washington.
Il Sud America è sempre consistito in una minuscola elite spagnolo con tutti i soldi e il potere dominante sulle grandi popolazioni, di maggioranza indigene, che non hanno avuto rappresentanze politica. In Venezuela, Chavez ha rotto questo schema. Un presidente indigeno è stato eletto ed ha rappresentato il popolo e ha lavorato in loro favore, invece di saccheggiare il paese. Chavez è diventato un modello e altri presidenti indigeni sono stati eletti in Ecuador e Bolivia.
Chavez è stato odiato da Washington e demonizzato dagli americani. Quando Chavez è morto di cancro, Washington ha celebrato.
Evo Morales, presidente della Bolivia, era incline alla concessione di asilo all’ex collaboratore della NSA Edward Snowden. Di conseguenza, Washington ha ordinato ai suoi stati fantoccio europei di negare il permesso di sorvolo aereo per il presidente Morales ‘al suo rientro in Bolivia dalla Russia’, in violazione di ogni protocollo diplomatico. Morales ha subito altre umiliazioni per mano dei criminali di Washington.
Rafael Correa, presidente dell’Ecuador, egli stesso un obiettivo di Washington per la concessione dell’asilo politico a Julian Assange. Su ordine di Washington, lo stato fantoccio britannico di Washington ha rifiutato di concedere il libero passaggio di Assange, e Assange sta spendendo la sua vita nella Ambasciata dell’Ecuador a Londra, proprio come il Cardinale Mindszenty spese la sua vita presso l’Ambasciata degli Stati Uniti nell’Ungheria comunista.
Con la morte di Chavez, l’indigeno venezuelano Nicolas Maduro divenne presidente. Maduro non ha il carisma di Chavez, e diventa un bersaglio facile per la piccola élite spagnola che possiede i media.
Washington ha iniziato l’attacco Maduro attaccando la moneta venezuelana e riducendo il suo valore sui mercati valutari. Poi gli studenti universitari, molti dei quali sono figli delle ricche élite spagnole, sono stati inviati a protestare. La moneta venezuelana in calo ha fatto aumentare i prezzi e diffuso il malcontento tra i poveri di base indigena come Maduro. Per mettere fine alla rivolta, ai danni e ai disordini che Washington sta usando per lanciare un colpo di stato, Maduro ha dovuto rivolgersi alla polizia. Il segretario di Stato John Kerry ha definito lo sforzo del governo per ristabilire l’ordine pubblico e di prevenire un colpo di stato una “campagna di terrore contro i propri cittadini.”
Dopo aver orchestrato le proteste e tramato un colpo di stato, Kerry ha accusato Maduro per la violenza che Kerry ha scatenato e ha invitato Maduro “a rispettare i diritti umani”.

Per Washington, è sempre lo stesso copione. Commettere un crimine e dare la colpa alla vittima.
Se Washington può rovesciare Maduro, il prossimo obiettivo sarà Correa. Se Washington può sbarazzarsi di Correa e mettere al potere un governo fantoccio delle ricche elite Spagnole, Washington può indurre il governo ecuadoriano a revocare l’asilo politico che Correa ha concesso a Julian Assange. Se ciò accadesse Assange finirebbe nelle braccia della polizia britannica, che lo invierebbe in Svezia, che lo passerebbe a Washington per essere torturato fino a quando non confessa a qualunque richieste di Washington.
I poveri gonzi creduloni che protestano nelle strade venezuelane non hanno idea del danno che stanno facendo a se stessi e come  le loro controparti in Ucraina hanno fatto. I Venezuelani hanno già dimenticato ciò che la vita per loro era come sotto il dominio delle élite spagnole. Sembra che i venezuelani siano determinati ad aiutare Washington a divenire di nuovo la loro servitù.
Se Washington riconquista il Venezuela e l’Ecuador, la Bolivia sarà la prossima. Poi il Brasile.
Washington ha un occhio sul Brasile, perché il paese è membro del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa), e Washington intende distruggere questa organizzazione prima che questi paesi siano in grado di stabilire un blocco commerciale che non utilizzi il dollaro.
Non molto tempo fa, un funzionario Usa ha detto che non appena noi (Washington) riusciremo a mettere la Russia in un vicolo cieco, ci occuperemo dei nuovi arrivati ​​in Sud America.
Il programma è in programma.
FONTE


Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...