martedì 31 maggio 2016

Silenzio in America mentre ci si prepara alla guerra


di John Pilger  
Tradotto da ComeDonChisciotte.org 
Al mio ritorno negli Stati Uniti in periodo elettorale, mi colpisce il silenzio. Dal 1968 ho coperto quattro campagne presidenziali; ero con Robert Kennedy quando gli spararono e vidi il suo assassino prepararsi ad ucciderlo. Fu una sorta di battesimo all'americana, condito dalla bramosia violenta della polizia di Chicago al convegno truccato del Partito Democratico. La grande controrivoluzione era iniziata.
Quell'anno, il primo ad essere assassinato fu Martin Luther King, che aveva osato equiparare la sofferenza degli afro-americani e quella dei Vietnamiti. Quando Janis Joplin cantava, "Libertà è solo un altro modo per dire di non aver niente da perdere", parlava, forse inconsciamente, per i milioni di vittime degli americani in terre lontane.
"Abbiamo perso 58.000 giovani soldati in Vietnam, morti difendendo la vostra libertà. Non lo dimenticate." Così diceva una guida del Servizio Nazionale Parchi mentre filmavo la scorsa settimana al Lincoln Memorial di Washington. Stava parlando ad una scolaresca di adolescenti vestiti con magliette di brillante arancione. Ha trasformato, meccanicamente, la verità sul Vietnam in una menzogna incontrastata.
I milioni di Vietnamiti che sono morti o sono stati mutilati, avvelenati ed espropriati dall'invasione americana non hanno un posto storico nelle menti dei giovani, per non parlare dei circa 60.000 veterani che si sono tolti la vita. Ad un mio amico, un marine tornato paraplegico dal Vietnam, è stato spesso chiesto, "da che parte hai combattuto?".

Qualche anno fa partecipai ad una mostra popolare intitolata "Il Prezzo della Libertà" al venerando Smithsonian Institute di Washington. Alle code di gente comune, in maggior parte bambini che si trascinavano attraverso quella specie di grotta di Babbo Natale del revisionismo, furono propinate una serie di frottole: il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki aveva salvato "un milione di vite"; l'Iraq era "stato liberato [con] attacchi aerei di precisione inedita". Il tema era immancabilmente eroico: solo gli americani pagano il prezzo della libertà. La campagna elettorale del 2016 è rilevante non solo per l'ascesa di Donald Trump e Bernie Sanders, ma anche per la capacità di ripresa di un lungo silenzio riguardo ad un'assassina autoproclamata divinità. Un terzo dei membri delle Nazioni Unite ha provato la pressione di Washington nel rovesciare governi, sovvertire democrazie, imporre blocchi e boicottaggi. La maggior parte dei presidenti responsabili sono stati liberali: Truman, Kennedy, Johnson, Carter, Clinton, Obama.

Il defunto Harold Pinter scrisse che lo strabiliante record di malvagità è così falsificato nella mente delle persone, che per loro [la malvagità] "non è mai successa...niente è mai successo. Anche mentre stava accadendo non stava accadendo. Non importava. Non era di nessun interesse. Non contava...". Con sarcasmo, Pinter fingeva ammirazione per quello che definì "una clinica manipolazione del potere in tutto il mondo, mascherata da forza per il bene universale. È un brillante, persino arguto, atto di ipnosi di grande successo."
Prendiamo Obama. Mentre si prepara a lasciare l'ufficio, il servilismo è ricominciato. Lui è "cool". Uno dei presidenti più violenti, Obama ha dato il suo pieno appoggio all'apparato guerrafondaio del Pentagono del suo disonorato predecessore. Ha perseguito più informatori - svelatori di verità - di ogni altro presidente. Ha pronunciato Bradley (Chelsea) Manning colpevole prima che fosse processata. Attualmente, Obama svolge a livello mondiale una campagna senza precedenti di terrorismo e omicidio da drone.

Nel 2009, Obama promise di aiutare "a liberare il mondo dalle armi nucleari" ed è stato insignito del premio Nobel per la pace. Nessun presidente americano ha costruito più testate nucleari di Obama. Sta "modernizzando" l'arsenale da giorno del giudizio degli Stati Uniti, tra cui una nuova "mini" arma nucleare, le cui dimensioni e la cui tecnologia "intelligente", dice un importante generale, garantisce che il suo uso "non è più impensabile".
James Bradley, autore del best-seller "Flags of Our Fathers" e figlio di uno dei marines statunitensi che ha innalzato la bandiera su Iwo Jima, ha detto, "[Una] grande fola sta svolgendosi sotto i nostri occhi, quella che vede in Obama una specie di ragazzo pacifico che sta cercando di sbarazzarsi delle armi nucleari. Invece è il più grande guerriero nucleare che ci sia. Ci ha impegnato in una corsa rovinosa alla spesa di un trilione di dollari in più per le armi nucleari. In qualche modo, la gente vive in questa fantasia perché lui dà notizie vaghe nelle sue conferenze stampa, nei suoi discorsi e nelle sue simpatiche sedute fotografiche, e [fa pensare che] in qualche modo tutto ciò sia collegato alla politica reale. Non lo è".

Sotto Obama, è in corso una seconda guerra fredda. Il Presidente Russo è rappresentato come un cattivo da pantomima; i Cinesi non sono ancora tornati alla loro sinistra caricatura con le trecce - come quando tutti i cinesi furono banditi dagli Stati Uniti - ma i guerrieri mediatici ci stanno lavorando su.
Né Hillary Clinton né Bernie Sanders ne hanno mai parlato. Non vi è alcun rischio né pericolo per gli Stati Uniti e per tutti noi; per loro, il più grande assembramento militare ai confini della Russia dalla seconda guerra mondiale non è avvenuto. L'11 maggio, la Romania ha mostrato "una diretta" da una base Nato sulla "difesa missilistica", con missili americani puntati al cuore della Russia, la seconda potenza nucleare del mondo.

In Asia, il Pentagono sta inviando navi, aerei e forze speciali nelle Filippine per minacciare la Cina. Gli Stati Uniti già circondano la Cina con centinaia di basi militari che curvano ad arco dall'Australia all'Asia attraverso l'Afghanistan. Obama lo definisce "un perno".
Come diretta conseguenza, si riferisce che la Cina abbia cambiato la sua posizione politica sul nucleare da sola difesa a quello di massima allerta e messo in mare sottomarini nucleari. L'inasprimento sta accelerando.
Fu Hillary Clinton che, come Segretario di Stato nel 2010, elevò le rivendicazioni territoriali concorrenti da roccia e barriera corallina nel Mar Cinese meridionale ad un problema internazionale; poi vennero l'isteria della CNN e della BBC: la Cina stava costruendo piste di atterraggio sulle isole contese. In un enorme gioco di guerra nel 2015 chiamato "Operation Talisman Sabre", Stati Uniti e Australia praticarono il "soffocamento" dello Stretto di Malacca attraverso cui passa la maggior parte del petrolio e del commercio su nave della Cina. Ma questo non fece notizia.

La Clinton ha dichiarato che l'America ha un "interesse nazionale" in queste acque asiatiche. In virtù di vecchie inimicizie contro la Cina, le Filippine ed il Vietnam sono stati corrotti e incoraggiati a perseguire le proprie rivendicazioni. In America, le persone vengono indotte a vedere ogni posizione difensiva cinese come offensiva, così ponendo le premesse per un rapido inasprimento della situazione. Una simile strategia di provocazione e di propaganda è applicata alla Russia.
La "candidata delle donne" ha alle spalle una scia di golpe sanguinosi: in Honduras, in Libia (con l'aggravante dell'assassinio del presidente libico) ed in Ucraina. Quest'ultimo paese è ora un parco a tema della CIA, brulicante di nazisti e linea del fronte di una fattibile guerra con la Russia. È stato attraverso l'Ucraina - letteralmente, terra di confine - che i nazisti di Hitler invasero l'Unione Sovietica, che perse 27 milioni di persone. Questa catastrofe immane è tuttora molto sentita in Russia. La campagna presidenziale della Clinton ha ricevuto denaro da nove su dieci tra le più grandi aziende manufattrici di armi al mondo. Nessun altro candidato si avvicina [a tale record, ndt].

Sanders, speranza di molti giovani americani, non differisce molto dalla Clinton nella sua visione padronale del mondo oltre gli Stati Uniti. Ha sostenuto i bombardamenti illegali di Bill Clinton in Serbia. Avalla il terrorismo da drone di Obama, la provocazione della Russia ed il ritorno delle forze speciali (gli squadroni della morte) in Iraq. Non ha nulla da dire sulle costanti minacce alla Cina e sul rischio di accelerazione di una guerra nucleare. È d'accordo che Edward Snowden debba affrontare un processo e chiama Hugo Chavez - socialdemocratico come lui - "un dittatore comunista morto". Ha promesso di appoggiare la Clinton se sarà nominata.

L'elezione di Trump o di Clinton è la vecchia illusione di una scelta che non è tale: sono due facce della stessa medaglia. Usando le minoranze come capri espiatori e promettendo di "rendere l'America nuovamente grande", Trump è un arruffapopoli di estrema destra; tuttavia il pericolo Clinton può essere ancora più letale per il mondo. 
"Soltanto Donald Trump ha detto qualcosa di significativo e critico della politica estera statunitense", ha scritto Stephen Cohen, professore emerito di Storia Russa alle Università di Princeton e New York, uno dei pochi esperti sulla Russia negli Stati Uniti a parlare del rischio di una guerra.

In una trasmissione radiofonica, Cohen rammentò le domande critiche che solo Trump aveva sollevato. Tra queste: qual è il motivo per cui gli Stati Uniti sono "ovunque sul globo"? Qual è la vera missione della NATO? Perché gli Stati Uniti sono sempre pronti a perseguire cambi di regime in Iraq, Siria, Libia, Ucraina? Perché Washington tratta la Russia e Vladimir Putin come nemici?
L'isterismo dei media liberali su Trump serve l'illusione di un "dibattito libero e aperto" e di una "democrazia al lavoro". Le sue opinioni sugli immigrati e musulmani sono sì grottesche, ma il più grande deportatore di persone vulnerabili dall'America non è Trump,  è Obama, per cui il tradimento della gente di colore è il suo retaggio: come lo è l'ammassamento in carcere di una popolazione perlopiù nera, ormai più numerosa di quella dei "gulag" di Stalin.

Questa campagna presidenziale potrebbe non riguardare il populismo, bensì il liberalismo americano, un'ideologia che si propone come moderna e perciò superiore, e quindi l'unica vera via. Quelli sulla sua ala destra ricordano gli imperialisti cristiani del 19° secolo, con il dovere di convertire o cooptare o conquistare quanto elargito loro da Dio.
In Gran Bretagna, questo è blairismo. Il criminale di guerra cristiano Tony Blair riuscì a tener segreta la sua preparazione all'invasione dell'Iraq in gran parte perché la classe politica liberale e i media furono ingannati dal suo "cool Britannia". Nel Guardian, l'applauso era assordante; lo definivano "mistico". Una follia conosciuta come identità politica, importata dagli Stati Uniti, si trovò bene tra le sue mani.

La storia fu dichiarata finita, la classe abolita e il "genere" promosso a femminismo; un gran numero di donne divennero parlamentari nel New Labour. Come da manuale, il primo giorno in Parlamento votarono il taglio dei benefici ai genitori single, perlopiù donne. La maggioranza di loro votò per l'invasione che produsse 700.000 vedove irachene.
Negli USA, l'equivalente sono i guerrafondai politicamente corretti che dominano lo scenario politico sul New York Times, il Washington Post e sulle reti televisive. Ho guardato un furioso dibattito sulla CNN sulla doppiezza di Trump. Era chiaro, dissero, che di un uomo del genere alla Casa Bianca non ci si poteva fidare. Nessun argomento fu sollevato. Niente sull'80 per cento degli americani il cui reddito è crollato ai livelli del 1970. Nulla sulla deriva verso la guerra. Quello che si evinceva sembrava essere di "turarsi il naso" e votare per Clinton, o chiunque ma non Trump. Solo così si ferma il mostro e si salvaguarda un sistema che smania per un'altra guerra.

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Fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16512

Versione originale: http://johnpilger.com/articles/silencing-america-as-it-prepares-for-war

martedì 24 maggio 2016

‘Cos’è destra – o di sinistra?’. Lo dice Bernie Sanders

Premessa:  In Austria, tutto come previsto:  incredibile successo di Hofer al primo turno, sconfitta al secondo.  Nel mezzo, qualche settimana di demonizzazione (“ultra-nazionalista, xenofobo”!) che ha innescato  – come al solito – i riflessi pavloviani delle più vaghe e vacue sinistre e moderatismi: andare a votare in massa per bloccare il Pericolo Fascista. Votare per  l’altro, qualunque sia,  per  respingere Hitler alle porte.  No al salto nell’abisso!
Funziona sempre. In Europa, funziona da mezzo secolo.  La sinistra di Pavlov.  Ricordo   una memorabile presidenziale francese in cui, per contrastare Le Pen (padre) che aveva superato al primo turno i socialisti,    tutta la  Gauche si buttò a votare, turandosi il naso, tutti gli orifizi e con smorfie di schifo, un detestato gaullista, discusso sindaco di Parigi, corrottissimo:  Jacques Chirac. Regalandogli otto anni di potere.
Ovviamente in Austria, le sinistre e i moderati (gli elettorati dei due partiti consociativi di sempre, disfatti da Hofer al primo turno) hanno votato per l’euro, per la UE , per l’alluvione di migranti, per la Merkel e Juncker.

Gli operaOsterreich-650x529i (quelli che con i musulmani immigrati devono convivere nei quartieri poveri) hanno votato  all’86% Hofer, ossia “la destra”. I  ricchi espatriati, votando per posta, hanno scelto il vecchissimo verde, che ha tutte le stigmate del passato – e non è certo di ecologia che  l’Austria ha bisogno.  Come sempre, i “progressisti”  hanno adottato, e fatto adottare al resto del paese, le soluzioni più conservatrici, regressive, la “continuità”  che  solidifica il potere delle oligarchie tecnocratiche e finanziarie.  Juncker, Merkel, Renzi, Hollande esultano: scampato pericolo.
Negli Stati Uniti il fenomeno è addirittura caricaturale e tragicomico.  Fra i due candidati, quello davvero “di destra” nel senso peggiore del termine, guerrafondaio, neocon, asservito alla finanza, è Hillary Clinton. Circola in rete un video  agghiacciante del 2012 dove Hillary, ridendo istericamente,  in un talk show,  promette che lei “provocherà guerre” contro l’Iran…

Votare per lei significa votare per altre guerre imperiali,   altra miseria per gli americani poveri, più forti dosi di  capitalismo terminale. Eppure negri e latinos votano per lei,   lei è “progressista”.  Trump è per il salario minimo, per il sistema sanitario pubblico,  contro la guerra,  e ha dichiarato la NATO “obsoleta” come strumento imperiale, vuole la pace con Mosca: ma lui è il “fascista” e “razzista”,   contro cui l’Establishment ha cercato di mobilitare il riflesso pavloviano di sinistre e moderati.
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I negri votano Hillary…
Il riflesso pavloviano perpetua   la frattura “destra-sinistra”  come categorie ideologiche, che da tempo la realtà ha  confuso, e già Gaber canzonava.  Ora, però, qualcosa sta forse per cambiare. Proprio in Usa. E la sta cambiando uno che di sinistra è davvero, un socialista mai pentito: il candidato Bernie Sanders.
Già è senza precedenti che un socialista dichiarato non sia stato eliminato fin dall’inizio delle primarie, e va considerato un  fatto rivoluzionario in America.  Il punto è che Sanders, invece di ritirarsi in buon ordine, continua la sua campagna –  e non certo contro Trump. Ma specificamente contro Hillary Clinton, a cui sottrae  delegati a  ogni primaria, intralciandone in modo decisivo la vittoria
E adesso fa’ anche peggio, dal punto di vista dell’Establishment: Sander attacca la direzione stessa del partito democratico. In termini  rivoluzionari,  evoca  l’esortazione maoista: “Sparate sul quartier generale!”.  E’  verso i comandi del cosiddetto partito progressista che Sanders sta  volgendo le artiglierie del suo elettorato, ragguardevole  e militante.
Come lo fa?  Raccogliendo  presso i suoi elettori fondi per far perdere il seggio (è parlamentare della Florida) alla presidentessa del Democratic National Committee  (DNC)  Debbie Wasserman Schultz.  Il DNC è la “macchina” del partito, il centro di quell’apparato quasi invisibile che congegna, fabbrica e manipola le candidature: il quartier  generale. Bernie Sander ha accusato apertamente la signora Wasserman-Schultz di essere  scandalosamente pro-Hillary, laddove il presidente del partito democratico  deve  (in teoria) essere neutrale nella selezione dei candidati; ma invece di  limitarsi alla lamentela, ha invitato i suoi seguaci a dare fondi a  tale Tim Canova,   che è il candidato che concorre per avere il seggio parlamentare che oggi è   occupato dalla signora. “Dividete il contributo di 2,70 dollari a metà fra Bernie e Tim Canova per il Congresso”, ha lanciato l’addetto alla raccolta fondi di Sanders, Jeff Weawer: “contribuirete ad eleggere dei veri progressisti,  e ad inviare un messaggio INEQUIVOCABILE sull’impegno rivoluzionario di eleggere  candidati che condividono i nostri valori”.   I termine ‘inequivocabile”  è tutto maiuscolo nel testo. E il termine “rivoluzione”,  bandito  come  impronunciabile,  pornografico  nella politica USA,  è ripetuto  senza scrupoli: “Rivoluzione politica non significa solo eleggere un presidente. Ci occorre un congresso con membri che credono, come Bernie, che non possiamo cambiare un sistema corrotto senza portargli via il denaro”.
E’ un linguaggio che non si è mai udito in USA, almeno dai tempi di Sacco  e Vanzetti.  L’attacco diretto all’Establishment del partito democratico è davvero qualcosa di rivoluzionario, come nota il sito Dedefensa (a cui devo questa segnalazione) per la sua valenza apertamente anti-Sistema.   Di fronte all’avanzata di Trump e del suo aver cambiato le carte nell’Establishment repubblicano, è stato possibile ad una sinistra vera di apparire, e di sbugiardare l’equivoco della “sinistra” fra virgolette, quella per cui le “conquiste civili” non sono i salari operai, ma le nozze gay,  i diritti LGBT;  la “sinistra di  complemento”  a Monsanto e Soros, a Wall Street e alla NATO; la sinistra dei benestanti “di larghe vedute”, del Jet-Set internazionalista e global all’ultima moda, la cui doppiezza e immoralità ha denunciato con precisione spietata Paolo Borgognone nel suo saggio fondamentale, “L’Immagine sinistra della globalizzazione”.
Chissà. Se Sanders riesce, re-insegna alla sinistra  a fare la sinistra.  E non solo a quella americana.  Tutte le mode culturali  cominciano in Usa e poi arrivano qui,  col consueto ritardo.   Data la nota esterofilia della nostra cosiddetta sinistra italiota e mediatica, e la sua ridicola subordinazione alla “cultura americana”,  anch’essa potrebbe   cominciare ad adottare il modello Sanders, una volta che diventasse di moda.  La sinistra italiana (ed europea) ha adottato per decenni il modello Blair – privatizzazioni, globalizzazione e guerre imperiali neocon – perché era di moda e conveniva.   Ha adottato il modello Obama, così glamour, Nobel per a Pace;  si è potuto additare in Matteo Renzi  “l’Obama italiano”, come fosse un complimento.  E’ stata la sinistra che ha svenduta alla globalizzazione le “conquiste operaie” senza levare la minima voce critica, ma anzi proponendosi ai poteri forti come l’amministratrice della destrutturazione dello stato sociale, la fedele credente nel liberismo senza frontiere,   la collaboratrice a quella “società senza classi  senza Stato, nazione, spiritualità religiosa tradizionale, frontiere, limiti” (Borgognone) che faceva comodo alle multinazionali, venditrici di iperconsumi-standard a consumatori che dovevano rendere “standard”,  cittadini del McWorld, del “tempo libero” (per chi se  lo può permettere). La “sinistra” italiota non ha posto alcuna obiezione intellettuale e morale alla de-industrializzazione  che prima il Washington Consensus, poi la UE divenuta   prigione dei popoli con l’euro; anzi l’ha promossa, voluta e legittimata come “Progressista” Al punto che oggi  è progressista Niki Vendola che ha affittato l’utero di una schiava,  estremo sfruttamento della povertà per scopi ludico-narcisisti.  Perché la collaborazione coi veri poteri forti, l’applicazione locale dei dogmi monetaristi di FMI, UE ed Usa, è stata ben compensata. Il tradimento della classe lavoratrice mica l’hanno fatto gratis.  Loro, hanno gli yacht da regata, le vacanze alle Maldive,  gli amanti dei cinque sessi tratti dai  cataloghi della Società dello Spettacolo; soprattutto, sono al riparo dalla competizione globale, i loro stipendioni pubblici sono del tutto fuori mercato, ma il Capitale terminale, a loro, non chiede tagli né efficienza né produttività.  Un motivo c’è.
Oggi la sinistra italiota, che esiste nei media e nei talk-show, è tutta contro Trump e per la Clinton:  pavlovianamente, sente il primo come “xenofobo” (e “omofobo”) dunque “fascista”, e Hillary l’assassina della Libia e della Siria, come progressista.  Come sempre non è ragionamento, ma un istinto settario e una moda. Se in America cambia la moda, Obama “non si porta più” e invece è “attuale” Sanders, chissà, magari la sinistra comincia a dire davvero qualcosa di sinistra, se non a farlo.
Speriamo  in questo, perché  i partiti  sovranisti (mediaticamente “ultra-nazionalisti, xenofobi”) in Europa hanno davanti a sé il destino di Hofer e del  suo partito austriaco:  trionfo al primo turno, sconfitta al secondo,  In fondo, è proprio per questi che è stato congegnato il sistema di voto a ballottaggio: tagliare “gli estremismi”, escluderli dal gioco, marginalizzali e delegittimarli.  Solo che stavolta il gioco è fatale: c’è bisogno di novità, di idee  nuove e resistenze allo status quo, ed ogni votazione che sconfigge queste “destra” che destre non sono, li ritarda.

“Destre” incapaci di aggregare

Come si constata ogni volta,  i partiti nazionali, quindi anti-UE, anti-Euro, anti-NATO, non sono capaci di aggregare: il loro elettorato resta al secondo turno quello che era al primo, mentre la cosiddetta “sinistra”,  chiamando a raccolta contro “il pericolo fascista”, aggrega cani e porci.  Che votano per la conservazione  di ciò che non deve essere conservato. La “sinistra  plurale” per settarismo  pavloviano; i moderati, che sono la palude centrista maggioritaria, per conformismo e  per viltà:  hanno paura  nel “salto nell’ignoto”   (così gli presentano i media  la vittoria   dei ‘populisti’) “e i politici degli apparati storici strumentalizzano questa paura dell’ignoto: è il solo argomento che oggi resta loro”, scrive Jacques Sapir in una disanima di questo incaglio, che  deve essere l’inizio di una seria auto-analisi per detti partiti,  se vogliono non restare eterni secondi. (Les Leçons de l’Autriche – http://russeurope.hypotheses.org/4977)
Unica eccezione,  è stata in Italia: Berlusconi sapeva aggregare,  negli anni ’90  molta gente di sinistra è accorsa sotto le sue bandiere. Ciò che aggrava la sua colpa, e rende imperdonabile aver  sprecato questa occasione storica  per la sua insipienza culturale e bassezza morale. Questa occasione  non si ripresenterà. Oggi abbiamo lo spettacolo ridicolo e tristissimo  di una “destra”  che è maggioranza nel paese, e i cui capi e capetti non riescono che a litigare;  litigandosi la eredità aggregatrice del fallito Berlusconi, non fanno che dilapidarne quel poco che resta.  In questa dilapidazione va’ citata come caso pietoso estremo una gravida  fuori  posto, che  pare rispondere al nome di Giorgia Meloni. Tutte le volte che apre bocca, fa’ danno. L’ultimo: “Romani, votate   per me, e vi darò una strada intitolata a Giorgio Almirante”.  Fra tutti i problemi di Roma,  non c’è che dire,  ha identificato il più urgente; inoltre s’è fatta dare dell’antisemita dalla comunità ebraica,  incollandosi volontariamente sulla bassa fronte la stigmata di “Estrema Destra” che spaventa  la palude  moderata e, quindi,   perpetua la sconfitta  del sovranismo.  A questo punto, i casi sono due: o è completamente scema ed è bene per tutti che vada a casa a partorire, perché non capisce niente del mestiere; oppure è una sabotatrice. In entrambi i casi, merita il titolo di Inutile Idiota.
Essa non è capace di tenersi al tema. Ignora “i punti cardine  attorno a cui si gioca il contrasto fra populismo ed  establishment”, elencati così un po’ alla svelta, ma con chiarezza politica, da Marco Tarchi: “Identità e radicamento culturale contro cosmopolitismo e omologazione; amore per la stabilità contro culto della precarietà; solidarietà e legami di prossimità contro  individualismo e  globalismo; buonsenso contro sofisticazione intellettuale; controllo costante su chi governa contro delega fiduciaria”. La  battaglia è seria e su temi seri.  Non è per false bionde in gravidanza extramaritale.

giovedì 19 maggio 2016

Basta coi populismi: Roundup è buono e fa’ bene

Chi oserà  dire che  non avvengono più miracoli? Ne ha appena fatto uno la globalizzazione: il diserbante glisofato, prima indicato come probabile cancerogeno, non lo è più. Lo hanno stabilito, unite,  l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le Nazioni Unite, attraverso la sua organizzazione per l’agricoltura e l’alimentazione, la FAO.
Queste due entità  globali, insonni nel  perseguire il bene dell’umanità, hanno unito le loro immense forze. Hanno costituito un comitato scientifico congiunto, Joint Meeting on Pesticides Residues (JMPR) che  ha scoperto “improbabile il rischio cancerogeno per gli umani attraverso l’esposizione col regime alimentare”.  Ciò smentisce diametralmente i  lavori precedenti del Centro Internazionale per la Ricerca sul Cancro (CIRC), che nel 2015  ha  classificato il glisofato come “probabile” cancerogeno.  Ma questo CIRC dipende solo dall’OMS.  Unendo le forze con la FAO, gli esperti hanno visto la luce.  E niente paura: gli studi del CIRC, dichiara il JMPR, sono “differenti ma complementari” al suo.  Infatti: “Il CIRC passa in rivista gli studi pubblicati”, ma “non valuta i rischi incorsi dalle popolazioni associate  con una esposizione al rischio”. Invece il nuovo ente lo valuta, eccome.
E fa’ l’esempio che tutti ci convince: l’esposizione agli ultravioletti.  Classificati come cancerogeni, mentre l’esposizione della popolazione generale al Sole non presenta un rischio cancerogeno.  Personalmente, noi cadiamo in ginocchio: ci vuole infatti la fede per essere  conquistati da un tale comparazione.  La fede vera, non in Dio (che  non esiste) ma nelle  forze della globalizzazione.
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Celiachia: incidenza in rapporto al glisofato
In Argentina, il paese massimo coltivatore di soia geneticamente modificata –   ossia modificata soltanto ed apposta per resistere al glisofato di Monsanto – una organizzazione chiamata “Rete  dei medici delle località irrorate” (Physicians Network of Sprayed Towns) registra i dati dell’incidenza di cancro.  Il coordinatore,  il pediatra Medardo Ávila-Vázquez, docente all’università nazionale di  Córdoba, nel febbraio 2015 ha segnalato che la mortalità per cancro in quelle zone è del 30%, contro il 20% della media nazionale.  E  l’aumento dei decessi si registra dal 2000, in relazione diretta con ”l’espansione dell’uso di glisofato e di sostanze agrochimiche massicciamente  applicate nelle aree”..  Gli agricoltori di tutto il continente americano infatti non si limitano più a usare il glisofato  per incenerire le erbacce nelle fasi iniziali della crescita; lo irrorano anche,  e in grande abbondanza, pochi giorni prima del raccolto, perché  facilita  il raccolto meccanico in quanto brucia i fusti della soia.  L’uso come defoliante…
Morti per crisi renale e glisofato
Morti per crisi renale e glisofato
Come si sa, diversi paesi europei vietano l’uso del glisofato, in quanto lo sospettano non solo di effetto cancerogeno, ma di avere una parte  in una quantità di problemi sanitari, affezioni renali, difetti neonatali, celiachia,  per non parlare dell’ecatombe delle api, impollinatrici insostituibili.


Ma invece – miracolo nel miracolo –  il nuovo studio OMS/FAO dà ragione alla Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA)  che sostiene l’innocuità del Roundup.  Immediatamente il CDU, il partito di Angela Merkel, ha preteso l’adozione del glisofato: una soluzione che “tenga conto degli interessi dell’agricoltura”, ha detto Peter Tauber, segretario generale del partito. Il quale ha anche minacciato il SPD, il partito socialdemocratico con cui governa in Grossekoalition, e che ha nel governo  la ministra dell’ambiente Barbara Hendricks, contrarissima – a non strumentalizzare   elettoralmente  il tema del diserbante, perché questo lo farebbe scadere nel “populismo”.  Alla fine, il SPD ha accettato di registrare il Roundup come innocuo.  In settimana il Comitato permanente europeo deciderà sulla questione: sicuramente, come suggerirà la GrosseKoalition germanica,   sarà  convinto della innocuità di Roundup.  Il populismo è stato  un’altra volta sconfitto.

Il “populismo” preoccupa sempre più i poteri transnazionali.  Il Financial Times segnala in un commento  che il pericolo populista è molto aumentato dall’affermazione di  leader “populisti” che sono “uomini forti”:  ci mancavano Putin,  Victor Orban, Erdogan,  l’uomo forte austriaco; adesso ecco che anche Trump  viene a turbare il ben oleato rapporto di amicizia fra il business e le “democrazie” (il business chiama “democrazie” i regimi che lui  mette al potere). Come mai le democrazie perdono il favore della  popolazione?, si domanda angosciato il giornale della City. Come mai i governi democratici perdono voti elezione dopo elezione?
Vai a sapere. Forse perché Putin ha bandito da tempo l’uso di glisofato  sul suo territorio, ed ora  ha vietato l’importazione di granaglie OGM dagli Stati Uniti, perché contaminate non solo da glisofato, ma da altri infestanti, come la ruggine cubica del mais.  Impenitente populista, nemico della democrazia e dei nostri valori occidentali.
Al contrario, l’Organizzazione Mondiale di Sanità è la più alta espressione dei nostri valori: con sede a Ginevra, è stata creata per vegliare sulla salute dell’intero genere umano.  Nel 2009  infatti diede l’allarme al mondo intero:  sta infuriando uno nuova pandemia: l’influenza suina! Dichiarò anzi  lo stato di pandemia: dizione giuridica che,  in base alle norme internazionali,  obbligò tutti gli Stati a  comprare vaccini e  farmaci che prevenivano l’insorgere della malattia negli adulti e nei bambini sani. Farmaci di cui nessno aveva prima sentito parlare. Ma che – che fortuna, la Roche aveva appena inventato chiamandolo Tamiflu, e la GlaxoSmithKline aveva giustappunto  scoperto nei suoi laboratori, chiamandola Relenza.
Lo stato italiano spese, se ben ricordo,  250 milioni in questi miracolosi farmaci preventivi; il Regno Unito, 424  milioni di sterline;  gli Usa 1, 3 miliardi di dollari dei contribuenti per accumulare la scorta strategica dei medicinali.
Solo a cose fatte  un gruppo medico indipendente dallo strano nome, “Collaborazione Cochrane”, appurò che i due farmaci erano inefficaci,  e che l’OMS aveva modificato  la definizione giuridica di “pandemia”  per farci entrare a viva forza l’influenza  suina.


Dosi comprate e dosi inutilizzate
Dosi comprate e dosi inutilizzate
Vero è che nessuno ha pagato all’OMS per questa truffa, che ha reso miliardi  di profitti indebiti  a Roche e SmithKline;  ma la reputazione scientifica del benefico ente ne è rimasta per qualche tempo oscurata.  Anche perché si scoprì che tra i massimi finanziatori dell’OMS c’era Bill Gates, il filantropo, che staccava assegni di 220 milioni per finanziare disinteressate ricerche de tipo:  sterilizzazione dei maschi per mezzo di ultrasuoni. Ora, passati sette anni,  la  dimenticanza generale ne deve avere ristabilito la autorità sicché l’OMS unito alla FAO, alla UE e alla Merkel, sono tornati alla carica: il Roundup non è “probabilmente” cancerogeno; dunque si introduca.
Monsanto avrà speso un occhio? Il dio della globalizzazione , cui dobbiamo tali  miracoli, si chiama Mammona.

mercoledì 18 maggio 2016

Dare soldi ai cittadini senza indebitare nessuno? Si può fare.


Clamorosa ammissione su Il Sole 24 Ore: si può stampare denaro e darlo ai cittadini senza indebitare nessuno.


Nel saggio intitolato L'illusione della libertà, ho sostenuto che se ci fosse la volontà si potrebbe creare denaro dal nulla e darlo ai cittadini, in modo che tutti dispongano di un reddito che consenta di vivere dignitosamente, senza indebitare nessuno né pretendere nulla in cambio.

Scommetto che in molti avranno pensato che si trattasse della solita “utopia” economicamente impossibile da attuare... invece non è così: si può fare, tant'è che la fattibilità di una simile iniziativa è stata candidamente confessata su Il Sole 24 Ore (niente di meno che la massima testata main stream italiana in ambito economico), da cui riporto un breve estratto:

«Dal punto di vista tecnico, uno strumento per aumentare la domanda aggregata esiste anche nella situazione attuale: è la cosiddetta “moneta distribuita con l’elicottero”, per usare le parole di Milton Friedman. Cioè la banca centrale stampa moneta e la distribuisce ai cittadini, non in cambio di qualcosa (titoli di stato o la promessa di una restituzione futura), ma in modo permanente e a fondo perduto. Le obiezioni nei confronti di questo strumento non sono economiche, ma politiche. Dal punto di vista economico non c’è dubbio che sarebbe efficace». (di Guido Tabellini - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/8dq8dS)

Traduciamo per i non addetti ai lavori: il sistema capitalistico per mantenersi in essere ha bisogno di consumatori disposti a spendere.

Ma dato che tutte le misure messe in atto fino ad ora hanno fallito miseramente (o forse hanno centrato pienamente gli obiettivi, a voi la scelta), pur di salvare il sistema capitalistico dalle proprie contraddizioni, alcuni economisti stanno pensando di dare direttamente soldi alle persone in modo da far ripartire i consumi.

Da dove prendono questi soldi? Dal mondo dell'immaginazione: la banca centrale li crea dal nulla, “stampandoli”, e li distribuisce direttamente ai cittadini, udite udite: «in modo permanente e a fondo perduto»

Ciò significa che nessuno dovrebbe restituire neanche un centesimo della cifra ricevuta!

In altre parole, su Il Sole 24 Ore si sta clamorosamente ammettendo che la banca centrale può stampare denaro e darlo direttamente ai cittadini senza indebitare nessuno, e che tutto ciò «non ammette obiezioni di tipo economico, ma solo politiche».

Ma allora è tutto vero? Certo che è tutto vero, la cosa "anomala" è che tali affermazioni siano diffuse su una testata del calibro del Sole 24 Ore. 

In questo modo l'élite mette a segno un eclatante autogol.

Chi detiene il potere dovrebbe stare molto attento a non far diffondere simili verità, perché magari le persone potrebbero riuscire a destarsi dal sonno profondo in cui vegetano e magari potrebbero anche ribellarsi...

Non avete ancora capito? Ve lo dico in modo più esplicito: se la banca centrale può dare soldi direttamente ai cittadini senza indebitare nessuno, e tutto ciò dipende solo da una questione di volontà politica: 

perché i popoli devono sopportare gli effetti delle manovre “lacrime e sangue” propagandate dai governi come “dolorose ma necessarie”?

Perché esiste il debito pubblico? Non si potrebbero finanziare direttamente gli stati senza indebitare i cittadini?

Perché esiste la povertà? Non si potrebbero semplicemente dare dei soldi ai poveri? 

Perché non s'istituisce un reddito d'esistenza, universale ed incondizionato, elargito senza pretendere nulla in cambio, in modo che gli esseri umani non siano più schiavi del lavoro e dei ricatti dei capitalisti, ed i processi produttivi possano essere automatizzati, eliminando così tutti i problemi sociali dovuti alla disoccupazione?

Ve lo dice Il Sole 24 Ore perché non si può fare: perché manca la Volontà di farlo; volontà politica, ovviamente, ma pur sempre di volontà si sta parlando.

Chi detiene il potere non è che non può eliminare la povertà e i debiti, liberare gli esseri umani dalla schiavitù del lavoro o fare in mondo che automatizzare il lavoro sia un bene per la società invece che un male, è solo che non vuole che ciò accada.

Chi detiene il potere, dal momento che può eliminare i problemi ma non lo fa, ammette tacitamente di voler mantenere in essere la società con tutte le sue distorsioni, perché evidentemente servono per raggiungere qualche specifico fine che di certo non coincide con il benessere di tutti gli esseri umani.

Chi detiene il potere vuole che ci siano la povertà e i debiti, che le manovre economiche siano “lacrime e sangue”, che i lavoratori vengano sfruttati e sprechino la propria esistenza lavorando al posto delle automazioni.

Dal punto di vista del potere l'orario di lavoro deve essere totalizzante, affinché gli esseri umani siano il più possibile stanchi, distratti e occupati.

Perché? Perché tutto ciò rappresenta la migliore strategia per esercitare il controllo sociale. 

Se tutti gli esseri umani avessero un reddito assicurato senza alcun obbligo di lavorare e, grazie alle automazioni, il lavoro diminuisse sempre più, ognuno di essi potrebbe scegliere come vivere la propria esistenza in totale libertà.

In questo modo nessuno sarebbe più schiavo, né del lavoro né di altri esseri umani, perché avrebbe la certezza di poter disporre dei beni e dei servizi prodotti da un sistema produttivo automatizzato.

Ma se ciò avvenisse, l'élite non riuscirebbe più ad esercitare il proprio dominio sottomettendo il resto dell'umanità con i tipici ricatti dell'odierna società.
Mirco Mariucci

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-04-19/deflazione-e-moneta-che-piove-cielo-071642.shtml?uuid=

Riporto le immagini dell'articolo, nel caso dovesse "sparire" dalla rete...



lunedì 16 maggio 2016

Il dottor Hamer e l’inquisizione Medica


MEDICINA PROIBITA:
Dottor Hamer e l’Inquisizione Medica
Il dott. med. Ryke Geer Hamer è nato in Germania nel 1935.
A 18 anni ha conseguito la maturità ed iniziò gli studi di medicina e teologia all’università di Tubinger. Dopo diversi anni d’intensa attività nelle cliniche universitarie di Tubinger e Heidelberg, nel ’72 conseguì la specializzazione in medicina interna e iniziò ad occuparsi quale primario in ginecologia di molti malati di cancro.
Nel 1976 il dott. Hamer, con la moglie ed i suoi quattro figli, volle ritirarsi in Italia, per curare gratuitamente i malati nei quartieri più poveri, dal momento che i brevetti depositati delle sue invenzioni gli permettevano un reddito sufficiente.
Il 18 agosto 1978, alle tre del mattino il principe Vittorio Emanuele di Savoia, improvvisamente impazzito, sparò nel pressi dell’isola Cavallo al figlio del dott. Hamer, Dirk, che stava dormendo in barca.

Per più di tre mesi Dirk lottò tra la vita e la morte e alla fine il 7 dicembre morì.Questa perdita inaspettata cambiò la vita del dott. Hamere della sua famiglia. Poco dopo la morte di suo figlio infatti si ammalò di cancro ai testicoli. Lavorando come primario in ginecologia nella clinica oncologica universitaria di Monaco, gli venne il dubbio che la sua malattia potesse essere in rapporto allo choc della morte di suo figlio e quindi che il suo tumore al testicolo non fosse scaturito da una “cellula impazzita”, ma dovesse essere in relazione al cervello.
Chiese ai suoi pazienti se anch’essi avessero vissuto un avvenimento terribile e scoprì che tutti, in effetti, avevano subito un evento traumatico prima di ammalarsi…
Nell’ottobre 1981, quando volle portare la sua scoperta ad una conferenza medica, il dott. Hamer fu richiamato dal direttore della clinica e posto davanti alla scelta di negare le sue scoperte o di lasciare la clinica.

Non potendo certo rinnegare i dati da lui raccolti e verificati, conscio dell’immenso potenziale di beneficio per tutti i pazienti contenuto nelle sue scoperte, decide, suo malgrado di lasciare la clinica. Prima di partire riuscì a raccogliere i dati di tutti i suoi pazienti affetti da cancro ed i relativi risultati. Egli presentò quindi la sua ricerca all’università di Tubingen e Heidelberg, dove insegnava da diversi anni, allo scopo di verificare la fondatezza delle sue scoperte a livello universitario.
Pochi mesi dopo i decani dell’università respinsero in circostanze misteriose le sue teorie sulla correlazione tra cancro e psiche,
senza nemmeno verificarne l’esattezza.

Incurante delle opposizioni nazionale ed internazionali, degli attentati alla sua vita, dei 67 tentativi d’internamento psichiatrico forzato e alle campagne mediatiche calunniatrici, il dott. Hamer, dal canto suo, ha continuato l’assidua ricerca e verifica delle leggi biologiche da lui scoperte, indagato su più di 30mila pazienti e verificato in ogni caso l’esatta corrispondenza e fondatezza delle sue scoperte.
Infine, il 11 settembre 1998, presso l’istituto oncologico S. Elisabetta a Bratislava e il dipartimento oncologico di Trnava si è proceduto alla verifica delle cinque leggi biologiche della Nuova Medicina a livello universitario, trovandole perfettamente confermate (vedi allegato).
11 settembre 1998:
Attestato ufficiale da parte dell’istituto oncologico S. Elisabetta a Bratislava e del dipartimento oncologico di Trnava dell’avvenuta verifica a livello universitario delle cinque leggi della Nuova Medicina del dottor Hamer.


tratto da “Il Capovolgimento diagnostico – libro.
la genesi delle malattie e in particolare del cancro”. Edizioni “Amici di Dirk” Fuengirola, Spagna:
Ogni malattia è causata da un trauma emotivo che ci coglie impreparati, ci prende in contropiede, un trauma che viviamo in solitudine e che non sappiamo come risolvere.
Allo scopo di continuare la specie, l’uomo ha sviluppato col passare del tempo dei programmi biologici di sopravvivenza che sono diventati automatici e si sono inscritti nel suo cervello, nelle sue cellule.
Esiste una triade indissociabile: mente-cervello-corpo, tre unità che funzionano sempre insieme.
a) Il cervello non è in grado di distinguere tra reale e simbolico, tra realtà e immaginazione.
b) Siamo programmati per sopravvivere, quindi la malattia è la soluzione perfetta del cervello in termini biologici di sopravvivenza.
c) Tutte le volte che un individuo viene colpito da un trauma emotivo che abbia le seguenti caratteristiche:
– vissuto in maniera drammatica
– ci colga impreparati
– l’emoziona abbia il sopravvento sulla ragione
– sia vissuto in solitudine, rimuginando continuamente il problema
– non si trovi una soluzione soddisfacente
Allora e solo allora il cervello entra in azione
mettendo in moto uno speciale programma biologico
per la sopravvivenza dell’individuo.
L’intensità del trauma emotivo determinerà la gravità della malattia, mentre il tipo di emozione determinerà la localizzazione nel corpo.
Quindi la malattia è un simultaneo squilibrio a livello psichico, cerebrale e fisico dovuto ad un trauma emotivo. Senza conflitto non vi è malattia, rendersene conto è il primo passo verso la guarigione!
Seconda legge:
niente esiste senza il suo contrario

Viviamo in un mondo polare, non esiste il giorno se non c’è la notte, la salute non ha senso senza la malattia, ecc. La medicina ufficiale ha individuato circa un migliaio di malattie, suddividendole in malattie “fredde” e malattie “calde”.
Quelle “fredde” sono: stato continuo di stress, insonnia, cancro, angina pectoris, neurodermatiti, psicopatologie, ecc. quelle “calde” sono: infezioni, reumatismi, allergie, esantemi, ecc. In verità non esiste una malattia “fredda” o una malattia “calda”, ma piuttosto esistono fasi alterne “fredde” e “calde”.
Tutte le malattie presentano appunto due fasi: fase “fredda” detta simpaticotonia, e fase “calda” detta vagotonia. E’ sempre la fase “fredda” che arriva per prima, seguita dalla fase “calda” di riparazione una volta superato il trauma. Il superamento del trauma è la chiave di volta per passare in fase di riparazione.
FASE FREDDA:
Al verificarsi di un trauma emotivo che ci coglie impreparati, ci prende in contropiede, che viviamo in solitudine e che non sappiamo come risolvere, i tre livelli dell’essere (mente-cervello-corpo) entrano in una fase di reazione per poter sopravvivere:
– a livello psichico: il paziente continua a rimuginare il suo problema, è stressato, non ha più fame, dimagrisce, fa fatica ad addormentarsi. In questo continuo stato di allarme tutte le energie sono mobilitate al solo fine di superare il trauma.

– a livello cerebrale: si producono dei cerchi concentrici (focolai) in una certa area del cervello che presiede al funzionamento di un organo ben preciso. Alla TAC cerebrale senza liquido di contrasto i focolai di Hamer sono chiaramente visibili.
– a livello fisico: il cervello può dare solo quattro ordini: creare una massa (tumore, ciste, ecc) scavare un buco (lisi), bloccare, sbloccare un organo.
FASE CALDA:
Questa fase ha inizio solamente al momento della soluzione del conflitto.
– a livello psichico: iniziamo a tirare il fiato. Lo stress si dilegua, il conflitto è stato risolto. Torna l’appetito, le estremità del corpo riprendono ad essere calde.
– a livello cerebrale: nell’area del cervello dove si è verificato il “cortocircuito” comincia a formarsi l’edema di riparazione. Una volta terminata la riparazione una crisi epilettoide (tremori, sudori freddi, stress, evacuazioni urinarie) verificherà se l’evento conflittuale è stato completamente superato; in caso affermativo l’edema sarà evacuato tramite la diuresi, in caso negativo si manifesterà con fasi alterne di ricadute e risoluzioni che avranno come conseguenza il formarsi di una cisti cerebrale al posto dell’edema.

– livello fisico: già prima della crisi epilettoide la malattia smette di progredire ed il cervello si ripara. Nella fase di vagotonia (fase calda) il paziente entra in uno stato di infiammazione; tutte le energie sono ora tese alla risoluzione cerebrale e fisica: può avere stati febbrili, dolori diffusi o localizzati e molta stanchezza. Tutti gli stati infiammatori sono delle riparazioni, ivi comprese le malattie infettive. E’ da tener presente che la fase di riparazione può essere anche più pericolosa della fase di malattia.
Terza legge:
Il sistema ontogenetico dei tumori
e delle malattie equivalenti

Il termine ontogenetico si riferisce alla vita embrionale dell’individuo e si parla di “malattie equivalenti” perché non solo i tumori, ma tutte la malattie, si comportano secondo l’enunciato delle cinque leggi.
La ragione di tutti i comportamenti biologici risale alla notte dei tempi e comincia con l’apparizione della prima cellula sul nostro pianeta.
Abbiamo già detto che l’uomo non sarebbe potuto sopravvivere fino ad oggi se non avesse integrato nel suo cervello programmi biologici di sopravvivenza volti al superamento di ogni genere di ostacoli che nel corso dei millenni si sono presentati sul cammino della sua evoluzione.
Una volta superato l’ostacolo, la soluzione viene trasmessa alle generazioni future: nei primi due mesi di vita intrauterina il feto incarna tutta questa memoria dall’inizio della vita ad oggi.
– prima tappa dell’ evoluzione:
La cellula per continuare deve respirare, mangiare, eliminare e riprodursi. Col passare dei secoli la nostra cellula si associa ad altre cellule e diventa un organismo pluricellulare adattandosi così alle situazioni contingenti.
Se, per esempio, esso vive in un luogo dove l’ossigeno scarseggia, entra in una fase di stress e trova la soluzione al problema moltiplicando le cellule specializzate nella respirazione. Creerà una specie di tumore, una proliferazione cellulare.
Dunque a questo stadio della vita, la sopravvivenza è assicurata da un aumento delle cellule là dove è necessario e l’ordine di proliferazione viene impartito da una struttura cerebrale arcaica che diverrà il tronco cerebrale.
Ciò che avviene nel ventre materno in qualche modo ripercorre tutti gli stadi dell’evoluzione, tant’è vero che, nel corso del suo sviluppo, l’embrione sembrerà di volta in volta un’ameba, un girino, ecc.
Cos’à ereditato l’uomo moderno dalla prima tappa dell’evoluzione della vita sulla Terra? Quali sono gli eventi conflittuali? Sono conflitti che riguardano il…boccone! Un boccone di cibo, d’aria, un boccone da espellere, un boccone in senso figurato (nutrirsi, respirare, eliminare). L’uomo quando si sente crollare tutto addosso, il cervello trattiene i liquidi. Per quanto riguarda la funzione riproduttiva, i conflitti interesseranno l’endometrio e parte della prostata.
– seconda tappa dell’evoluzione:
Qui assistiamo al passaggio degli organismi viventi dall’ambiente acquatico a quello terrestre. Ora deve proteggersi dal nuovo mondo che lo circonda: là dove sarà aggredito dai raggi solari, il cervello produrrà un ispessimento delle membrane per evitare di morire bruciato. Nel ventre materno, l’embrione continua a perfezionarsi irrubostendo tutte le membrane: derma, pleura, peritoneo, pericardio.
Quali tracce psichiche rimarranno registrate nella memoria dell’uomo moderno?
In generale tutti i conflitti relativi alla paura di venire aggrediti, di subire un’aggressione contro l’integrità fisica all’altezza del torace (mesotelioma pleurico), della cavità addominale (mesotelioma peritoneale), del cuore (mesotelioma del pericardio). Fanno ancora parte tutti i conflitti relativi al sentirsi in qualche modo colpiti nella propria integrità morale, insozzati: attacchi vissuti sulla pelle che daranno luogo a melanomi. La pelle è la parte del nostro corpo che per prima entra in contatto con gli altri individui
– terza tappa dell’evoluzione:
Per il nostro piccolo organismo è ora di muoversi, esplorare l’ambiente circostante. Dovrà quindi sviluppare uno scheletro, dei muscoli e dei tendini. Ma se il mondo verso il quale tende (la terra) non è migliore di quello dal quale proviene (l’acqua), deciderà di tornare indietro e dovrà quindi perdere gli organi che aveva espressamente sviluppato: dovrà fare una lisi (riduzione cellulare, necrosi), perdere sostanza.
Nel ventre materno comincia è il momento in cui compare il sistema osseo e muscolare. Questa fase corrisponde allo sviluppo del proprio valore. Qui i conflitti sono di svalutazione di sé(osteoporosi).
-quarta tappa dell’evoluzione:
E’ un ulteriore precisarsi di tutte le tappe precedenti, il passaggio da: “mi sposto sulla superficie e mi misuro con il nuovo ambiente” a “entro in comunicazione con altri individui”. Si affinano gli organi sensoriali:
Sul piano psichico assistiamo ad una proiezione di sé in un contesto sempre più vasto e complesso. Se ho paura di morire la soluzione biologica del cervello sarà quella di aumentare gli alveoli polmonari per prendere più aria e sopravvivere, insomma una proliferazione cellulare, un cancro ai polmoni.
Se invece mi “tolgono il fiato”, mi “manca il respiro”, ossia un conflitto dipendente dal mio rapporto con gli altri, la soluzione sarà quella di ulcerare i bronchi affinché passi più aria. Mentre se il conflitto è legato a dover andare allo stesso tempo in due direzioni diverse e non sappiamo cosa decidere, la soluzione biologica è la paralisi delle gambe (blocco funzionale).
In sintesi:
Al verificarsi di un conflitto inatteso, senza soluzione apparente, vissuto in solitudine, la patologia si esprime contemporaneamente a livello mentale, cerebrale e organico.
– a livello mentale c’è uno stato di stress permanente
– a livello cerebrale si verifica un corto circuito in una specifica area del cervello
– a livello organico avviene la proliferazione cellulare (tumore) oppure la lisi (perdita di sostanza) o ancora un blocco funzionale (paralisi).
L’eliminazione del conflitto è la chiave di svolta che permette di passare alla fase di riparazione.
Quarta legge:
I microbi sono al servizio del cervello:

I microbi sono nostri alleati, sono loro che si occupano di riparare i danni durante la seconda fase. E’ il cervello che invia l’ordine ai nostri amici virus, funghi o batteri.
Tutti i microbi arrivano, proliferano e scompaiono per favorire la riparazione secondo una logica ben precisa in sincronia con il nostro cervello e il nostro corpo. Essi fanno parte del programma biologico della Natura.
l’uomo convive con i microbi: il nostro corpo contiene dieci volte più batteri che cellule umane: centomila miliardi

Quinta legge:
della quintessenza:

Tutti i comportamenti dell’uomo (e malattie) sono determinati da programmi speciali di sopravvivenza inscritti nel cervello fin dalla notte dei tempi. La malattia è una soluzione biologica del cervello, l’ultima possibilità di sopravvivenza.
Ogni organismo vivente possiede un cervello più o meno sviluppato, in grado di captare inconsciamente le informazioni provenienti dal mondo che lo circonda. Le cellule i batteri che abitano in noi, i vari organi, tutto funziona all’unisono, con lo steso ritmo del cervello principale.
La malattia ha sempre un senso. Essa è utile, necessaria, vitale per l’individuo e per l’evoluzione della specie.
Tratto da La medicina sottosopra. E se Hamer avesse ragione? di Giorgio Mambretti e Jean Séraphin ed. Amrita
http://ilnuovomondodanielereale.blogspot.it/

Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...