tag:blogger.com,1999:blog-86770367740655276892024-03-05T06:46:45.976+01:00UN LUNGO SOGNOUN LUNGO SOGNO.
STORIA DI UN RISVEGLIO, viaggiando nel sud est asiatico,da cui è nato un libro.Cliccando nelle ETICHETTE,,,LIBRO FINE,,potrete leggere la parte finale del libro,il mio incontro con il GRANDE MISTERO.Cliccando LIBRO, invece si avra un lungo riassunto.Nel blog informerò su argomenti che i normali mass media non trattano.Una volta conosciuti se stessi,ci si diverte un mondo a conoscere la realtà,che chiunque proietta.fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.comBlogger1503125tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-10093150185979472062024-02-15T13:33:00.002+01:002024-02-15T13:33:54.739+01:009 prese di coscienza che cambiano il senso della realtàScritto da Cristina Bassi
Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto condizionato dalla percezione che è l’elemento piu manipolabile e “l’era covid e seguenti in corso”… lo stanno ben mostrando.
“Non vedrò mai il mondo come lo vede un altro, il che significa che non vivrò mai nello stesso mondo di un altro; quindi non devo fare in modo che gli osservatori esterni siano l’autorità per ciò che sono e per come è veramente la vita per me.”
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La Mente
1. Non sei la tua mente
Non ci potevo credere, che altro potevo essere?Avevo dato per scontato che il chiacchiericcio mentale nella mia testa fosse il mio “io centrale” a cui capitavano tutte le esperienze della vita.
Ora vedo con chiarezza che la vita non è che esperienze che passano e che i miei pensieri non sono che una categoria in più di cose di cui faccio esperienza. I pensieri non sono piu’ fondamentali dell’olfatto, della vista e dei suoni. Come ogni altra esperienza, sorgono nella mia consapevolezza, hanno una determinata tessitura e poi lasciano spazio ad altro.
Se puoi osservare i tuoi pensieri come puoi osservare altri oggetti, allora CHI sta osservando? Non rispondere frettolosamente. Questa domanda e la sua impronunciabile risposta, sono al centro di tutte le grandi religioni e tradizioni spirituali.
2. La vita si svolge solo in momenti
Ovviamente! Nessuno ha mai fatto esperienza di qualcosa che non fosse parte di un singolo momento che si stava svolgendo. Significa che la sola difficoltà e sfida della vita è gestire quel singolo momento che proprio ora stai avendo. Prima di riconoscere questo, cercavo continuamente di risolvere tutta la mia vita, combattendo problemi che in realtà non stavano accadendo. Il singolo momento presente: l’unico punto di contatto con la vita e quindi non c’è altro che uno possa fare di utile. Nessuno puo’ affrontare il passato o il futuro, perché entrambi esistono solo come pensieri nel presente
La Mente Estesa
3. La qualità della vita è determinata da come affronti i tuoi momenti e non da quali momenti accadono e quali no.
Incredibile quanto tentante ancora sia aggrapparsi ad ogni circostanza, nel tentativo di ottenere esattamente cio’ che uno vuole. Incontrare una situazione indesiderabile e lavoraci sopra, è la nota che contraddistingue la persona saggia e felice.
Immagina di aver bucato una gomma, di ammalarti nel momento sbagliato, di investire qualcuno… Non c’è nulla da temere se sei d’accordo con te stesso di gestire con volontà qualsiasi avversità si presenti.
Ecco come rendere migliore la vita. Il tipico metodo di bassa leva è sperare di accumulare possibilmente potere sulle circostanze, per poter avere piu’ spesso cio’ che si vuole.
4. La piu’ parte della vita è immaginazione.
Noi esseri umani abbiamo un costume di pensiero compulsivo cosi pervasivo , da perdere di vista il fatto che quasi sempre stiamo pensando. Quello con cui interagiamo non è il mondo stesso, ma i nostri pensieri e il nostro credo su di esso, la nostra aspettativa di esso ed i nostri interessi personali nella faccenda.. Abbiamo delle difficoltà ad osservare qualcosa senza confonderla con i pensieri che abbiamo avuto . Quindi la piu’ parte delle cose che sperimentiamo nella vita, sono cose immaginarie . Come disse Mark Twain: “Ho attraversato cose terribili nella mia vita ed alcune di esse sono veramente accadute ” Quale il trattamento migliore che ho trovato? Coltivare la presenza e l’attenzione
Jung e lo Sciamanesimo
5. Gli esseri umani si sono evoluti dalla sofferenza e soffrire è cio’ che facciamo meglio di ogni altra cosa.
Non sembra sia una scoperta molto liberatoria. Ero solito pensare che se stavo soffrendo significava che in me c’era qualcosa di sbagliato, che stavo facevo qualcosa di “sbagliato” nella vita. Ma soffrire è completamente normale e umano. Per quanto lugubre suoni, questa presa di coscienza è liberatoria perchè significa che:
1) la sofferenza non significa necessariamente che la mia vita stia andando nel verso sbagliato
2) la palla è sempre nel mio campo e quindi il grado della sofferenza, alla fine, dipende da me
3) tutti i problemi hanno la stessa causa e la stessa soluzione.
6. Le emozioni esistono per renderci prevenuti.
Ero solito pensare che le mie emozioni fossero degli indicatori affidabili sulla stato della mia vita e potessero dirmi se ero sulla mia strada giusta o meno .. Gli stati di emozioni transitorie che hai , non possono misurare la tua autostima o la tua posizione nella vita, ma sono eccellenti nell’insegnarti cosa non sei in grado di lasciar andare.
Il problema è che le emozioni ci rendono ancor piu’ pregiudizievoli e allo stesso tempo, ci forzano di piu’.
Si tratta di un altro meccanismo di sopravvivenza con degli odiosi effetti collaterali.
Supera la piccola mente, se vuoi trovare soluzioni e guarigione
7. Tutte le persone sono spinte da due motivazioni : soddisfare i propri desideri e sfuggire alla sofferenza.
Imparare questo, mi ha fatto finalmente capire come le persone possano ferirsi a vicenda cosi terribilmente. La migliore spiegazione che avevo prima di questo, era che alcune persone sono semplicemente cattive . Ma…al di là del comportamento esibito, le persone si comportano nel modo piu’ efficace che conoscono (in quel dato momento) per soddisfare un desiderio o per alleggerirsi della sofferenza . Questi sono motivi che possiamo tutti comprendere. Variano solo nei metodi che ognuno di noi adotta e questo dipende dalla educazione ricevuta , dalla nostra esperienza di vita ed anche dal nostro stato di consapevolezza. Alcuni metodi sono abili ed utili, altri no e sono distruttivi; la piu’ parte del comportamento distruttivo è inconscio.
8. Le credenze non sono nulla di cui andare orgogliosi
Sono cresciuto pensando che le varie credenze, fossero qualcosa di cui essere orgogliosi , ma non sono che opinioni che ci rifiutiamo di considerare. Le credenze sono cosa facile. Tanto piu’ sono forti , tanto meno sei aperto a crescere e diventare saggio, perché la “forza nel credere” è solo l’intensità con cui poni resistenza a fare domande a te stesso.
Se diventi orgoglioso di un credo, non appena pensi che questo aggiunge qualcosa a cio’ che sei, ecco che lo rendi una parte dei tuo ego.
Ovunque ci sia un credo c’è una porta chiusa. Prendi con te i credi per cui sei disposto a batterti con uno scrutinio umile e onesto e non avere mai paura di perderli .
La Medicina della Consapevolezza nei trattamenti SCIO
9. L’oggettività è soggettiva
La vita è una esperienza soggettiva a cui non si puo’ sfuggire. Ogni esperienza che ho incontrato giunge dal mio punto di vista personale. Cio’ che costruisco dipende dai libri che ho letto, dalle persone che ho incontrato e dalle esperienze che ho avuto. Significa che non vedrò mai il mondo come lo vede un altro, che significa che non vivrò mai nello stesso mondo di un altro e quindi non devo far si che gli osservatori esterni siano l’autorità per ciò che sono e per come è veramente la vita per me.
La soggettività è l’esperienza primaria, è la vita vera e l’oggettività è qualcosa che ognuno costruisce nella propria testa, privatamente, per spiegarla. Queste parole hanno sicuramente un forte impatto sui ruoli della religione e della scienza, nelle vite di coloro che ad esse si attaccano.
Ratto da: https://www.raptitude.com/?s=mind+bending
Traduzione Cristina Bassi per www.thelivingspirits.netfiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-1480274961870503682024-01-07T19:11:00.002+01:002024-01-07T19:11:08.825+01:00LA MORTE NON ESISTE 12 Dicembre 2023
(brani tradotti dal libro di Stéphane Allix * : “La mort n’existe pas’’)
Fonte https://www.isabelladisoragna.com/
L’esperienza della sensazione che si possa ‘’non’’ esistere non è né immaginaria né simbolica. Questo terrore che invade è per la morte dell’ego e corrisponde a un meccanismo cerebrale che le neuroscienze hanno già messo in evidenza studiando gli effetti degli psichedelici sul cervello in vari paesi del mondo. Essi mirano a studiare gli effetti terapeutici degli psichedelici in vari campi, dall’ansia alla dipendenza a droghe e alcool, alla depressione, ai problemi di comportamento alimentare, all’accompagnamento di pazienti cancerosi in fase terminale, alle persone in lutto, ecc.
Come mai gli psichedelici suscitano tanto interesse nei ricercatori sul piano terapeutico? Perché hanno effetto sulla… mente. Esse permettono alla persona che ne fa l’esperienza, di avere accesso a sensazioni e a zone del suo inconscio che altrimenti non potrebbero rivelarsi. Di solito si ha un varco verso queste zone, tramite i sogni e dopo lunghe terapie psicanalitiche: in questo modo invece si ha accesso a questi spazi, immediatamente e durante alcune ore, grazie a queste sostanze che in qualche modo permettono al lato conscio e inconscio di avere scambi con una chiarezza inedita. Esse cambiano la maniera in cui circolano le informazioni a livello del nostro sistema nervoso. La terapia assistita da psichedelici permette di riconnettersi col corpo, di sciogliere nodi psicologici e emozionali della nostra infanzia, ecc.
La MDMA (metilenediossimeamfetamina o Ecstasy) ne è un esempio – è una sostanza che accresce la produzione di serotonina – un neurotrasmettitore che implicato nella gestione degli stati emozionali nel cervello, il cui aumento diminuisce l’ansietà – agisce sull’amigdala, sede della paura e del terrore, ‘’disattivando’’ questa parte del cervello, favorendo quindi una guarigione dagli effetti nocivi di un traumatismo.
Gli psichedelici quindi sono sostanze che agiscono fisicamente sul nostro corpo a livello di serotonina, ormoni, dopamina, oxitocina e ci aiutano ad essere più in contatto con il mondo emozionale interno. Inoltre per molti terapeuti che utilizzano queste sostanze come accompagnamento, la dimensione spirituale è ugualmente centrale. Questo è un accesso a quello che molte tradizioni nominano ’’il regno dei morti” . Grazie a queste sostanze – permette una sorta di apertura di comunicazione con quelle dimensioni.
Questo fa dire a Stanislas Grof, riguardo piuttosto all’LSD, con il quale ha lavorato a lungo a partire dal 1967 all’università J. Hopkins:-
L’importanza potenziale dell’ LSD per la psichiatria e la psicologia è paragonabile all’importanza del microscopio per la biologia e la medicina, o del telescopio per l’astronomia. Il microscopio ha rivelato l’esistenza del microcosmo e il telescopio quella della profondità dell’universo, campi fin lì inesplorati. L’LSD permette di studiare i processi profondi della psiche, normalmente non osservabili. –
Ecco in maniera sommaria, alcune ragioni che motivano la ripresa di molte ricerche su grande scala da qualche anno, sul DMT ( dimetil-triptamina) presente notoriamente nell’ayahuasca, la mescalina estratta dal cactus come il peyotl, la psilocibina, estratta da varie specie di funghi, l’LSD e la MDMA (metilenediossimeamfetamina o Ecstasy)
Alcune di queste stanno provocando una vera rivoluzione nelle neuroscienze.
Nelle varie università e Centri di ricerche psichedeliche da una decina di anni, si fanno studi sugli effetti di queste sostanze. Questi studi hanno dimostrato che molti tipi di queste sostanze, come DMT, psilocibina, ketamina o anche l’LSD, inducono impressionanti stati di estasi che hanno somiglianze con alcuni aspetti dell’esperienza di morte imminente. Sono paragonabili alle esperienze mistiche, che possono apparire spontaneamente, a volte in una EMI (esperienza di morte imminente) come anche a persone che fanno pratiche intense di meditazioni. Queste esperienze si caratterizzano, grazie a un sentimento di unità ineffabile, di risveglio, spesso accompagnato da un accesso intuitivo di grande chiarezza, a una conoscenza profonda, la connessione a una coscienza più larga di quella che noi sperimentiamo nel quotidiano.
Da studi anteriori abbiamo saputo che le esperienze indotte da sostanze psichedeliche sono indiscernibili da quelle vissute spontaneamente! Ecco le ricerche avanzate in alcune università e grazie a volontari, per capire quello che succede al cervello durante queste esperienze. Un dottore ricercatore volontario che non aveva mai assunto droghe, subì un’iniezione di psilocibina endovenosa e, assistito da altri scienziati, visse quello che definì la ’’perdita dell’ego’’- esperienza che di solito non si fa quando si studia la coscienza. Altrimenti sarebbe stato come vivere la visione dei colori di qualcuno che non ha mai visto i colori: si possono averne descrizioni dettagliate, identificare i neurotrasmettitori ecc. ma vedere è altra cosa.
L’ingestione di psilocibina provoca una riduzione dell’attività di talamo, corteccia anteriore, posteriore e pre-frontale ecc. e questo provoca una più o meno grande riduzione di attività, mostrando l’intensità o meno degli effetti personali riportati dai soggetti. Più l’attività di queste strutture decresce, più il soggetto riferisce gli effetti della sostanza.
Ma cosa sappiamo di questo circuito neuronale? Vi sono numerose capacità. Ragionamenti personali, memorie vissute, proiezioni nel futuro, potenzialità… in breve un circuito che lavora in permanenza e prepara anche l’individuo a cambiamenti del suo ambiente.
Ecco la rete dell’… ego. Questa rete restringe la cognizione, per proteggere l’individuo da un flusso di stimoli che sorpasserebbero la sua capacità di trattarli e che lo sommergerebbero. Un esempio è il malato di Alzheimer che perde la propria storia e la sua identità. Avviene che la sostanza provoca un indebolimento della funzione di questa rete e quindi un’alterazione di ciò che si chiama la ”coscienza di sé”: ecco che toglie la costrizione e provoca un’espansione della coscienza. In breve si assiste all’apertura di ciò che si chiama ‘’la porta della percezione’’ (v. Aldous Huxey).
Queste scoperte provocarono un colpo di fulmine nel mondo della neuroscienza che si aspettavano un forte aumento dell’attività cerebrale: quello sperimentato dai volontari fu esattamente il contrario. Le manifestazioni derivate dall’ingestione di psichedelici non sono causate da un’attività cerebrale, ma al contrario da una cessazione di attività. Cercando la sorgente dell’estasi, si è appreso che il cervello non c’entrava affatto. Il nostro cervello anzi blocca le nostre capacità extra-sensoriali, ma quando si osserva una diminuzione di questa attività neuronale che sottintende un ego… allora si aprono le porte della percezione.
La morte corrisponde a un arresto irreversibile del cervello: gli psichedelici permettono di fare un’esperienza che si avvicina, ma è reversibile! – mettendo in uno stato di veglia la parte del nostro cervello che filtra la realtà materiale – quella che al momento della morte si arresterà per prima: la rete del ’’modulo per difetto’’. Da qui il terrore che sopraggiunge. L’ego è lo spettatore che guarda seduto comodo al cinema e totalmente assorbito dalla storia, s’identifica con tale intensità a uno dei personaggi sullo schermo che crede di essere lui il personaggio e che null’altro esiste. L’ego non sopporta che il film si fermi e dimentica che… è solo al cinema. Per lui che è appassionatamente identificato all’attore, questo sta per sparire. Ora gli psichedelici fermano il film: ecco l’angoscia. Si deve convincere l’ego-personaggio che la sua sparizione momentanea è senza pericoli per la coscienza che è camuffata. La buona novella è che si può educare il proprio cervello. È malleabile. Inoltre vi è la pratica intensa della meditazione che può rendere normale un depresso. Lo studio sui meditanti ha mostrato una grande somiglianza con l’ingestione di psilocibina. Inoltre essa agisce con più dolcezza! Ê una rieducazione cerebrale perenne.
L’arresto delle funzioni cerebrali non porta all’incoscienza, al nulla, ma al contrario, ci apre un mondo infinito e a un campo di percezioni extrasensoriali reali!
Devo quindi calmare l’ego, rassicurarlo, pur vedendone l’inconsistenza, per non avere intralci e liberarmi da questo circuito neuronale della paura!
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(N.B. Se realizzo davvero che non sono mai nato e che quanto “osservo” è solo un gioco di memorie filmate al concepimento e che in definitiva NON mi riguardano, come e “chi” potrà mai avere ancora paura?)
Stéphane Allix è un giornalista francese che viaggiava da giovane col fratello in Afghanistan per intervenire-aiutare il blocco del traffico di droga: lì il fratello morì in un incidente d’auto. Disperato cercò ovunque se vi era un mondo oltre la…morte: finì spesso in Amazzonia tra rituali di ayahuasca e sciamani e poi fra i saggi di questo mondo.fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-80770654421989796402023-12-29T11:06:00.006+01:002023-12-29T11:08:34.375+01:00la Realtà è semplicemente la perdita dell’egoSri Ramana Maharshi, Discorso 146
In risposta alla signorina Lina Sarabhai, una colta e d’alto rango donna indiana, Sri Bhagavan disse: “Lo stato di equanimità è lo stato di beatitudine. L’enunciazione dei Veda ‘Io sono Questo e Quello’ [iti-iti], è solo un aiuto per ottenere l’equanimità della mente”.
D. – Allora è sbagliato cominciare prefiggendosi uno scopo?
M. – Se c’è uno scopo da raggiungere, non può essere permanente. Lo scopo dev’essere già presente. Noi cerchiamo di conseguire lo scopo con l’ego, ma lo scopo esiste ancor prima dell’ego. Ciò che si trova nello scopo è anteriore anche alla nostra nascita, cioè alla nascita dell’ego. Poiché noi esistiamo, anche l’ego sembra esistere.
Se consideriamo il Sé come fosse l’ego allora diverremo l’ego; se pensiamo che sia la mente, diverremo la mente; se immaginiamo che sia il corpo, sentiremo di essere il corpo. È il pensiero che costruisce rivestimenti in così tanti modi. L’ombra riflessa nell’acqua si vede tremolare. Forse qualcuno può arrestare il tremolio dell’ombra? Se smettesse di tremolare voi non notereste l’acqua, ma soltanto la luce. Allo stesso modo, non prestate attenzione all’ego e alle sue attività, ma vedete soltanto la luce che vi è dietro. L’ego è il pensiero-io. Il vero ‘Io’ è il Sé.
D. – È un passo verso la realizzazione?
M. – La realizzazione è già presente. Lo stato libero da ogni pensiero è il solo reale. Non esiste un atto come la ‘realizzazione’. C’è qualcuno che non stia realizzando il Sé? Qualcuno può negare la propria esistenza? Parlare di realizzazione vuol dire postulare due sé: quello che deve realizzare e quello che dev’essere realizzato. Si cerca di realizzare ciò che non è ancora realizzato. Una volta che riconosciamo la nostra esistenza, com’è che non conosciamo il nostro Sé?
D. – Per via dei pensieri, della mente.
M. – Giusto. È la mente che fa da schermo e vela la nostra felicità. Come sappiamo di esistere? Se dite a causa del mondo che ci circonda, come fate a sapere di esistere durante il sonno profondo?
D. – Come liberarsi della mente?
M. – È la mente che vuol uccidere se stessa? La mente non può suicidarsi. Di conseguenza, ciò che dovete fare è scoprire la vera natura della mente. Allora scoprirete che la mente non esiste. Trovato il Sé, la mente non c’è più. Quando si dimora nel Sé, non ci si preoccupa più della mente.
D. – Come liberarsi della paura?
M. – Che cos’è la paura? E solo un pensiero. Vi sarebbe motivo d’aver paura se vi fosse qualcosa oltre il Sé. Chi vede questo qualcosa di esterno? Prima sorge l’ego che poi vede gli oggetti come cose esterne. Se l’ego non sorge, esiste soltanto il Sé e non vi è nessuna manifestazione esterna. L’esistenza di qualcosa di esteriore implica l’esistenza di un veggente interiore. Cercandolo non sorgeranno né dubbi né paura – e non sparirà soltanto la paura, ma anche tutti gli altri pensieri che ruotano intorno all’ego.
D. – Questo metodo sembra più rapido di quello solito, che consiste nel coltivare le qualità ritenute necessario alla salvezza.
M. – Sì. Tutte le qualità negative hanno per centro l’ego. Quando l’ego scompare, la realizzazione si produce spontaneamente. Nel Sé non vi sono né qualità positive né negative. Il Sé è libero da ogni qualità. Le qualità riguardano solo la mente. Il Sé trascende le qualità. Se vi è unità, vi sarà anche dualità. Il numero uno fa sorgere gli altri numeri. La Verità non è né uno né due. È così com’è.
D. – La difficoltà è essere liberi dal pensiero.
M. – Lasciate a se stesso lo stato libero dai pensieri. Non pensate che vi appartenga. Quando camminate, muovete le gambe senza pensarci. La stessa cosa accade durante le vostre attività, lo stato libero dai pensieri non è toccato dalle vostre azioni.
D. – Qual è l’elemento che discrimina durante l’azione?
M. – La discriminazione sarà automatica, intuitiva.
D. – Allora conta soltanto l’intuizione; anche l’intuizione si sviluppa.
M. – Coloro che hanno scoperto delle grandi verità, le hanno trovate nelle calma profondità del Sé.
L’ego è come la nostra ombra proiettata sul terreno. Sarebbe sciocco cercare di seppellirla. Il Sé è uno. Quando è limitato, diventa l’ego. Se non lo si limita è infinito ed è la Realtà. Le gocce sono innumerevoli e differenti l’una dall’altra, ma l’oceano è solo uno. Allo stesso modo gli ego sono numerosi, mentre il Sé è uno soltanto.
Quando vi si dice che non siete l’ego, realizzate la Realtà. Perché v’identificate ancora con l’ego? È come dire “Non pensare a questa o quella cosa, mentre prendi la medicina”. È impossibile. Lo stesso accade alla gente comune. Quando vi si dice cos’è la Realtà, perché continuate a meditare su Shivoham o Aham Brahmasmi? Bisogna scoprire e capire il significato. Non basta ripetere le semplici parole o rifletterci sopra.
La Realtà è semplicemente la perdita dell’ego. Distruggete l’ego cercando la sua identità. Poiché l’ego non è un’entità, svanirà nel nulla e la Realtà splenderà spontaneamente. Questo è il metodo diretto. Tutti gli altri metodi sono praticati mantenendo l’ego; sollevano tanti dubbi e il vero problema rimane ancora da affrontare. In questo metodo, il problema finale è l’unico ad essere preso in considerazione, e si pone fin dall’inizio. Per impegnarsi in questa ricerca non è necessaria alcuna sadhana.
Non c’è mistero più grande del fatto che, essendo noi stessi la Realtà, cerchiamo di realizzare la Realtà. Pensiamo che vi sia qualcosa che nasconda la nostra Realtà e che dev’essere distrutta prima di ottenerla. È ridicolo. Verrà un giorno in cui riderete dei vostri sforzi passati. Quello che ci sarà nel giorno in cui riderete esiste anche qui ed ora.
D. – E dunque tutto un gioco di simulazione?
M. – Sì. Nello Yoga Vasishta è scritto: “Quel che è reale ci è nascosto, e ciò che è falso ci appare vero”. In effetti, la sola cosa che sperimentiamo è la Realtà e tuttavia non lo sappiamo. Non è la meraviglia delle meraviglie? La ricerca ‘Chi sono Io?’ è l’ascia con cui recidere l’ego.
Fonte https://www.itisnotreal.netfiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-58265104825212653262023-11-26T20:13:00.003+01:002023-11-26T20:13:30.493+01:00Dohakosha-giti - Canto per il popolo (Saraha)traduzione dall'inglese di Daniel Odier
1
Ignorando il mistero profondo, i bramini recitano invano i Veda.
2
Cantano salmi, fanno l'offerta dell'acqua, della terra e del fuoco, bruciano l'erba kusa, con gli occhi arrossati dal fumo.
3
Con un'aria da Bhagavan, impugnano un bastone, si pavoneggiano e i fedeli si lasciano ingannare. Essi separano arbitrariamente il puro e l'impuro.
4
Nudi, coperti di ceneri, portano lo " chignon ", accendono una lampada ad olio e fanno tintinnare i loro campanelli.
5
Seduti nella posizione del loto, confidano segreti, abusano dei fedeli e vendono l'iniziazione alle vedove e alle monache.
6
Vagabondano nudi o vestiti di stracci, si lasciano crescere smisuratamente le unghie e trascurano il loro corpo. La loro liberazione non é altro che una parodia.
7
Se basta denudarsi per conoscere la liberazione, cani e sciacalli sono liberati! Se basta rasarsi il cranio per conoscere l'illuminazione, i fianchi delle donne sono più che illuminati!
8
Avere una coda non ha mai liberato nessuno. Guardate il pavone e lo yack! Se nutrirsi di rifiuti conduce alla conoscenza, l'elefante e il cavallo l'hanno raggiunta!
9
Saraha canta : nessuna liberazione per gli asceti che tormentano il loro corpo poiché si privano della Realtà.
10
I novizi, i monaci, i sanyasin, impressionati dagli Antichi, rinunciano al mondo, insegnano le scritture e si inaridiscono a forza di concentrazione.
11
Altri fanno appello al Grande Veicolo e ai testi sacri. Meditano sui chakra e i mandala, scindono la felicità in diverse tappe.
12
Essi non fanno altro che allontanarsi dalla via e si battono per sapere se essa sia spazio o vacuità.
13
Trascurare lo Spontaneo per discutere del nirvana é perdere di vista l'Assoluto.
14
Chi si allontana dallo Spontaneo non conoscerà la liberazione. A che servono meditazione, offerte di lampade ad olio, recitazione di mantra ?
15
A che servono l'austerità e i pellegrinaggi ? Non ci si libera tuffandosi nelle acque sacre.
16
Abbandona ogni attaccamento, rinuncia a contrastare le cose. La conoscenza perfetta é senza caratteristiche. Quando la Coscienza emerge, ogni cosa é liberata.
17
Dietro gli insegnamenti ed i trattati, le discussioni filosofiche e i testi sacri, non c'é null'altro che questa Realtà che si scopre ai piedi del Guru!
18
Che la sua parola penetri il tuo Cuore un solo istante e tu possa realizzare che il tesoro é nelle tue mani. Saraha canta che il mondo é soggetto all'illusione e che lo spirito ignora la sua propria natura.
19
Saraha canta : non meditare, non abbandonare il mondo, vivi in compagnia. Se tu non ti liberi prendendo un piacere profondo al mondo sensoriale, si può dire che la tua conoscenza sia perfetta ?
20
Se la Verità é manifesta, perché meditare ? Se la Verità é nascosta, tu non fai altro che camminare nelle tenebre! Saraha canta : l'eternità non é di dominio dell'essere né del non essere, dunque, tocca lo Spontaneo!
21
Saraha canta spontaneamente la profondità segreta del mondo, non rimanere prigioniero del gregge inebetito! Ciò che ci fa nascere, vivere e morire é il cuore del Supremo.
22
Il Supremo non medita, perché meditare su di lui ? Il Supremo é indicibile, allora taci! Gli esseri sono prigionieri del divenire e nessuno scopre la natura del Sé.
23
Abbandona i mantra, i trattati, gli oggetti di meditazione, la concentrazione! La Coscienza é immacolata, non inquinarla con la pratica! Smetti di tormentarti e dimora nell'intima felicità!
24
Deliziati dei cibi e delle bevande, sii felice, gioisci del piacere che offri alla discendenza dei maestri, é così che ci si libera! Il Maestro cammina sulla testa di coloro che si attaccano al mondo!
25
Saraha ti dice, rilassa la tua coscienza, risiedi nel Cuore, là dove non penetrano né il sole né la luna né tanto meno il soffio.
26
Abbandona la dualità, risiedi nell'unità. Che la tua conoscenza sia libera da distinzioni. Che il fremito del tuo amore non percepisca altro, nella totalità dei mondi, che il colore dell'Uno!
27
Allora non vi é più né nascita, né evoluzione, né fine. Il divenire si esaurisce. Il nirvana scompare. Nella Beatitudine suprema non vi é nessuna differenza tra te e il mondo!
28
Ovunque si diriga il tuo sguardo, niente altro che questa Realtà! Liberati dallo smarrimento e abbandona ogni ricerca!
29
Il Maestro ti dirà che all'estremità spaziale dell'organo di senso l'ego si dissolve e si manifesta allora il corpo dello Spontaneo.
30-31
Saraha canta il luogo in cui muore il pensiero e scompare il soffio, questo luogo é la Felicità Suprema. Non cercarla altrove!
32
Resta nell'acutezza, o yogi, dimora nell'intimità di questo riconoscimento, evita di identificarlo a qualunque cosa, scorri fluido, insieme al tuo pensiero che é della stessa natura del mondo.
33
Saraha canta, ascoltalo. Non c'é liberazione attraverso la meditazione. Non ti impigliare le membra nella rete dell'illusione!
34
All'origine il cielo é puro ma l'essere legato finisce per vederlo intorbidito. L'imperfezione delle cose dipende dal tuo stesso pensiero!
35
Il legame dell'ego nasconde la Realtà. Non criticare le diverse vie, sfuggi alla confusione del mondo riguardo la meditazione e vedi la tua stessa natura.
36
La sorgente della coscienza ti sfugge poiché tu ti allontani dallo Spontaneo per immaginare una tripla via. Non lasciare il luogo in cui tu vivi e muori.
37
Se ti interessi alla sorgente, l'insegnamento del Guru ti ci porterà. La diversità del ciclo della vita e della morte non é che una forma della Coscienza.
38
Nessuno può definire la tua natura ma il guru può rivelartela. Divorando il bene e il male, non resta più nessuna zona oscura.
39
Quando il tuo Cuore si é liberato dal pensiero, tu sei tutt'uno con il guru. Le sue qualità sono le tue. Io, Saraha, lo ho riconosciuto. Ho abbandonato mantra e tantra per cantare questo poema.
40
Attraverso l'atto legato al tempo, tu stesso ti intralci. Quando ti liberi dall'azione premeditata, il pensiero ritrova la sua sorgente e conosci la liberazione suprema.
41
La Coscienza é la sorgente vibrante di ogni fioritura e di ogni liberazione, é il tesoro nascosto a cui rendere omaggio. Allora, tu hai ciò che desideravi!
42
Quando la Coscienza é legata tu sei legato, quando la Coscienza é liberata tu sei liberato. Questo é certo! Ciò che incatena gli ignoranti, libera gli illuminati.
43
Il pensiero incatenato si slancia in tutte le direzioni. Liberato, rimane immobile, come un cammello. Questo paradosso é ovvio!
44
Oh yogi, non rimanere come una pietra priva di respiro a fissare la punta del tuo naso. Gioisci dello Spontaneo e smetti di legarti al futuro!
45
Abbandona il cavallo instabile del pensiero che modifica la sua corsa come il vento. Realizza la tua natura spontanea e il pensiero, di colpo, si immobilizzerà!
46
Quando il pensiero si corica, il corpo é liberato, tutto é abbandonato nel sapore dello Spontaneo. Non vi sono più distinzioni di casta, né bramini!
47
Davanti a te, i fiumi divini, il Gange e la Yamuna, Benares e Allahabad, luna e sole!
48
Ho visto i luoghi sacri ma nessun luogo é così ricolmo di beatitudine come il mio stesso corpo.
49
Puoi contemplare un fiore di loto e non vedervi altro che fiori, pistilli, foglie e steli. Abbandona queste distinzioni futili e vedi il fiore di loto. Non angosciarti, non tormentarti, abbandona l'inutile.
50
Abbandona i mantra, i testi e orienta la tua ricerca verso il luogo in cui gli dei si sfumano, allora tu sarai l'assoluto e ogni altro desiderio svanirà.
51
Riconosci questa ambrosia che si esprime a partire dal non-sapere. Coloro che si dedicano a spiegazioni non trovano la trasparenza in seno all'attività.
52
Oh discepolo, assaggia il sapore meraviglioso della Realtà la cui natura é indicibile. In questo luogo in cui l'immaginario smette di estendersi, tutto si immerge nella felicità.
53
In questo luogo l'intelligenza si abbandona, il pensiero si rilassa, l'ego si dissolve. Non utilizzare la meditazione per toccare mondi illusori.
54
Una cosa si manifesta e se ne va. Quando essa non é più, perché sorgerebbe di nuovo? Quando nulla si manifesta o scompare, rimani dove sei, dice il guru.
55
Utilizza i sensi, guarda, ascolta, tocca, gusta, senti, cammina, siediti ma fai tutte queste cose senza abbandonarti al dialogo interiore. Rimani nell'unità e abbandona il pensiero.
56
Se non ti abbeveri alla parola del maestro, che é un nettare di immortalità, rischi di morire di sete, perso nel deserto dei testi.
57
Abbandona totalmente il pensiero e il non-pensiero, sii come un bambino. Abbi una convinzione assoluta nella parola del maestro, allora lo Spontaneo indicibile ti sorprenderà come una tigre.
58
Una giovane vergine non può descrivere il piacere dell'unione sessuale. Senza linguaggio, l'ineffabile non può essere espresso. L'assoluto sfugge à ogni descrizione.
59
Totalmente liberato dall'essere e dal non-essere, l'universo si dissolve in Esso. Il pensiero si immobilizza, il ciclo del divenire si ferma.
60
Per ottenere il Corpo incomparabile, riconosci il Supremo in te stesso. Allora l'errore si dilegua e tu vedi il Sé.
61
Senza immaginare, libera il piacere sessuale dal pensiero e riconosci il Senso Supremo e immacolato del fremito.
62
Sebbene lei sia dentro la casa, lo sposo cerca la sposa all'esterno. Saraha canta : tu che ti perdi, conosci il Sé che non può essere l'oggetto di nessuna meditazione, di nessun mantra, di nessuna concentrazione.
63
" Il maestro spiega l'ultimo segreto? Senza discernimento, sarei forse liberato? " si dicono tra loro. Gli adepti vanno e vengono. Errano nelle loro pratiche e commettono l'errore di non riconoscere lo Spontaneo.
64
Godi del mondo sensibile senza essere ridotto dalla sensorialità. Cogli il fiore di loto senza creare onde sull'acqua, come uno yogi che é aperto alla sorgente delle cose e gode senza intralci.
65
Per quanto vedi un Dio e lo conosci, rimani comunque mortale e sottomesso al ciclo del divenire. Non c'é via d'uscita al di fuori della tua stessa liberazione.
66
" Il nostro venerato maestro raccomanda l'arresto del pensiero, la meditazione ad occhi aperti, il controllo del respiro " dicono gli smarriti. Ma quando il respiro si ferma da solo nel momento della morte, tu che fai?
67
L'atto trova la sua leggerezza solo nel momento in cui il sensibile si spegne. Si comprende questo mistero vedendo chiaramente dove ci si trova in questo stesso istante!
68
Gli eruditi commentano i trattati ma ignorano il Buddha nel loro corpo. Non hanno distrutto la fluttuazione mentale e pretendono con impudenza di godere della conoscenza.
69
Attraverso l'insegnamento del maestro, l'intelligenza si affina, é l'ultimo gioiello. Perché cercare di sfuggire alla vecchiaia e alla morte?
70
Colui che si rifugia nella vacuità senza godere del mondo attraverso la finezza dei suoi organi , é come un uccello che prende il volo da una barca in mezzo all'oceano, vola, si sfinisce nella vana ricerca della terraferma, e si posa di nuovo sulla barca.
71
Saraha canta : che il tuo godimento del mondo sensibile sia libero dall'attaccamento. Ignorante, guarda la farfalla, l'ape, il pesce, l'elefante e il daino.
72
Ciò che emerge dalla Coscienza é di una natura identica a colui che é cosciente. Le onde sono differenti dall'acqua? La natura indifferenziata del divenire é quella dello stesso spazio.
73
Chi parla? Chi ascolta? Chi annuisce? La polvere, in uno spazio chiuso, ricade continuamente, così ciò che emerge dal Cuore ricade nel Cuore.
74
L'acqua versata nell'acqua non ha che un solo sapore. Riconosci qualità e difetti come uguali poiché essi si toccano.
75
Senza attaccarti al vuoto, considera tutto con uguaglianza. Anche la scorza di un seme di sesamo ingoiata può causare lacerazioni e dolori.
76
" Io penso questo, io penso quello" La perla dell'azione soddisfa tutti i desideri. Strano che coloro che si dedicano alla conoscenza intellettuale operino la loro stessa rovina, mentre la grande felicità risiede nel loro Cuore.
77
In questa felicità ogni forma é lo spazio infinito. Colui che fissa il suo pensiero nell'uguaglianza della propria natura spaziale, spoglia il suo pensiero dalla cogitazione e gode della suprema Spontaneità.
78
Ovunque si parla di purezza, ma chi conosce la dimora della Grande Felicità? Saraha canta : il mondo non é altro che Coscienza e nessuno può comprendere la non-coscienza.
79
Il Divino é Uno, ma é rivelato diversamente da ogni tradizione, ciascuno lo percepisce secondo il proprio desiderio.
80
Ognuno crede che il Signore stia dalla sua parte e vede gli altri come nemici. Se si divora l'Uno, si consumano tutti gli altri. Non uscire alla ricerca della sposa!
81
Il Signore Supremo non avverte del suo arrivo e non dice se rimarrà. Riconosci l'immacolato, il senza onda.
82
Smetti di andare e venire, altrimenti come conoscerai la giocosa tutta fremente?
83
" La pura Coscienza si medita sul centro fra le sopracciglia ", dicono. Abbandona dunque ogni distinzione. Appena smetti di scindere il corpo e di separare la parola e il pensiero, tu godi della natura stessa dello Spontaneo.
84
Quando la donna divora spontaneamente l'uomo, l'altro non ha il tempo di sorgere! La yogini é incomparabile!
85
Lei divora l'uomo e gode dello spontaneo poiché il suo amore é al di là dei limiti dell'attrazione e della repulsione. Seduta accanto allo yogi con cui lei vive, questa yogini che ha volatilizzato la coscienza empirica mi é apparsa.
86
Si può bere e mangiare senza attività discorsiva poiché ciò che appare nella Coscienza é irraggiungibile e il pensiero si calma. La magia della yogini é senza pari!
87
In lei, notte e giorno, emerge il triplo mondo. La coscienza della yogini conosce la magia dello Spontaneo.
88
Allorché il mondo é tormentato dalla parola, quando ci si libera dalla parola la si fa turbinare.
89
Interiormente e esteriormente identico, saldamente impiantato, il senza sostanza é celato nel corpo. Sappilo e sii libero.
90
Ho fatto voto di successo ma l'acquavite mi ha fatto dimenticare. Conosco bene una parola ma ne ho dimenticato il suono.
91
Se tu ignori che ogni cosa é la tua propria essenza, come raggiungerai la grande felicità nel momento dell'unione sessuale? Come un daino assetato che, in preda ad un miraggio, corre verso una lontana distesa d'acqua, tu rischi di morire di sete senza toccare il liquido celeste!
92
Qual'é il miraggio? I mondi, gli organi di senso ed i loro oggetti mutevoli. Io non nascondo nessun segreto.
93
Che gli eruditi ascoltino queste parole senza ambiguità : ciò che la yogini mi ha insegnato, perchè mai ne farei un segreto?
94
Questi giochi amorosi tra donna e uomo, chi non vi trova piacere? C'é qualcuno nel triplo mondo, di cui non soddisfino i desideri?
95
Questi giochi possono essere quelli della felicità, della Via, o dell'unione dei due. Colui che li conosce attraverso la grazia straordinaria del suo guru é raro!
96
Di questa profondità immensa in cui non vi é più né se stessi né altrui, di questa esperienza intima, gioisci nella suprema felicità dello Spontaneo!
97
La luna, perla dell'oscurità, rischiara le tenebre come questa felicità suprema dissolve la sofferenza in un istante.
98
Quando il sole cessa di rischiarare l'agitazione, la regina delle stelle sorge e ogni manifestazione meravigliosa sembra magica, così é per i cerchi mistici e le ruote.
99
Cogli, in un istante fulmineo, ogni coscienza come Coscienza, oh ignorante, e abbandona subitamente ogni opinione. Nella Grande Felicità Suprema trova la profonda capacità di fare tutto.
100
Il re degli elefanti, la Coscienza liberata senza equivoci, fa che la montagna mobile dimori sulla riva del fiume e vi si abbeveri a suo piacimento.
101
Afferra gli organi di senso come la proboscide dell'elefante. Ciò che uccide l'individuo ordinario libera lo yogi che sfugge come un abile domatore.
102
Non immaginare nessuna distinzione tra il samsara e il nirvana, riconoscili come immacolati, senza fissazione.
103
Senza lasciare la tua dimora o rifugiarti nella foresta, conosci il tuo pensiero dovunque tu sia. Se risiedi nell'illuminazione dello spirito Uno, non vi é più né samsara né nirvana.
104
L'illuminazione non ha un luogo. Conosci questo mistero e sii non-mutilato nella natura originaria della tua coscienza immacolata.
105
" Ecco il mio corpo, ecco un altro corpo" dice l'ignorante. Abolisci questo legame con la separazione che ti imprigiona e liberati!
106
Non fare l'errore di distinguerti dall'altro poiché tutto é Buddha, immacolato e supremo, pura Coscienza nella sua natura autentica.
107
L'albero della Coscienza non-duale si stende sul mondo. I suoi fiori sono l'amore, i suoi frutti il dono.
108
L'albero del vuoto é pieno di fiori e di atti d'amore, i frutti appaiono spontaneamente perché la felicità non nutre il pensiero dell'altro.
109
L'albero del vuoto non conosce la compassione, é sprovvisto di rami, di fiori e di foglie e se tu li immagini, cadi giù!
110
Questi due alberi nascono da un unico seme e non danno che un solo frutto. Colui che non li oppone é liberato da tutto, anche dallo stesso nirvana!
Da: http://www.danielodier.com/dohakosa_i.htmfiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-35015333612648582052023-11-06T13:16:00.008+01:002023-11-06T13:32:06.934+01:00Sia crocifisso Nole! Blog Di Stefano Montanari Nov 05, 2023
Evidentemente c’è qualcosa che non funziona o che io non capisco.
Fior di scienziati, vale a dire i virologi che si esibiscono in tibbù senza la seccatura di doversi informare su ciò che dicono, ci avevano assicurato che senza “vaccinazione”… Un presidente del consiglio che non aveva avuto il disonore di essere macchiato da un solo voto popolare aveva ammonito il popolo, sempre con la tacita approvazione della tacita magistratura: “Se non ti vaccini, muori!”
E, invece…
Invece Novak Djokovic, il tennista no-vax al quale tante partecipazioni a tornei sono state impedite per la sua vergognosa presa di posizione, ha stravinto ancora. Stavolta, al Master 1000 di Parigi, in poco più di un’ora e mezza, ha liquidato l’altro finalista: il bulgaro Dimitrov. Poi, ha interrotto l’intervista del dopo-gara per andare a consolare il malcapitato avversario.
Parlando dei tornei di maggior prestigio mondiale, nessuno ha vinto più del “vecchio” Nole (36 anni compiuti il 22 maggio), e ora strapazza colleghi molto più giovani di lui.
Ma come è possibile? - ci domandiamo noi che ci fidiamo della “scienza”. Questo signore è un abusivo della vita e non rispetta la “scienza”. Ergo: crucifige!fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-63180764853674734312023-09-21T22:12:00.003+02:002023-09-21T22:14:45.222+02:00LA VISIONE DEL MONDO E’ REALE (O SOGGETTIVA) ? 10 Settembre 2023
-Tutto il vissuto rimane com’è, ma sei libero ”dentro”-. Che cosa significa quest’affermazione? Avendolo sperimentato di persona, e analizzato il processo, posso affermare che da bambini – molti lo dimenticano o riappare brevemente – non vi era separazione psichica tra madre e figlio, da gestante e feto e così rimane per qualche tempo in seguito. O riappare nonostante le ripetute ‘’istruzioni’’:
-Tu sei Paolo o Concetta, il bambino che ora vedi allo specchio sei ‘’tu’’- l’uccello che vedi volare in cielo è Là… fuori, ecc.-
Il mondo che appare alla visione infantile assume forme precise e nomi, si oggettiva, si ’’conosce’’ e quindi tutto appare FUORI, diviso, estraneo. Si esce dal paradiso terrestre dell’unità divina che siamo. Risultato? PAURA, che genera controllo, potere e autorità esterna. Per alcuni quest’unità totale col TUTTO-a cui danno il nome di DIO (coscienza unica ecc.) rimane. Nessuna separazione: tutto è Dio e me stesso incluso. Ma guai a ripeterlo altrove. Il risultato? Si va in psichiatria, diretti. Si diventa un robot senza emozioni, rovinati, ma da chi o che cosa realmente? Se crei un individuo separato dal mondo, assumi il controllo e questo ha fatto creare e degenerare le religioni (di amore e unità), ma ufficiali, in strumenti di potere, basati sulla paura – che è solo il sentirsi ‘’divisi’’ dal resto del creato. Qualche mistico ci ha provato a raccontarlo, ma appena avuti seguaci (come s.Francesco) ha dovuto poi sottomettersi al potere ecclesiastico in occidente ed… ecco l’hanno fatto SANTO = sei mio!-
Inoltre nella vita attuale, il bambino che si sentiva “nulla e tutto’’ si è sottomesso e ha creato mille paure, malattie strane ecc.
Una mia compagna di classe che si esprimeva sinceramente su questo e non si conformava al dictat scolastico e parentale, l’hanno rinchiusa come schizofrenica, imbottita di medicine e ne è uscita come un perfetto robot senz’anima. Altri casi davvero simili me l’hanno confermato.
Un impiegato mandato in Portogallo per lavoro aveva spesso ‘’visioni di Dio’’ e felice, lo raccontava: risultato, l’hanno rinchiuso in una clinica psichiatrica per quindici giorni e ne è uscito totalmente senza più alcuna emozione, una marionetta o quasi. Mi scrisse disperato, non si riconosceva più, era rovinato in tutti i sentimenti e anche nella sua beatifica visione di… Dio!!!
Certamente ci sono casi che mettono in pericolo il paziente e la famiglia, anche per altre ragioni, ma ogni caso va approfondito.
Se vedi il mondo non totalmente come… tutti i cosiddetti normali(?) questo genera diffidenza e paura e non si va oltre.
Anhaloniumm lewinii o peyote (che dà la vera visione)
-Meglio tacere – ripetevo a me stessa, anche da ragazza.
Un noto psichiatra franco-brasiliano – Pierre Weil, che aveva una clinica in Brasile, raccontava di un ragazzo venuto da lui con la madre e dichiarato schizofrenico. Dopo qualche scambio preliminare, il ragazzo esclamò che non voleva essere registrato! Weil assicurò che non aveva registratori di nessun tipo. Il ragazzo insisteva. Poi lo psichiatra aprì un cassetto e cosa vi trovò? Un registratore spento, ma presente! Questo cambiò molto la sua visione dei casi esaminati. Per lo schizofrenico non vi è vera separazione tra lui e il… resto del mondo circostante, ma è evidente che si tratta di modellare il sistema, in modo da poter vivere nel quotidiano e anche nel… reale sottostante. Si tratta di trovare una via di mezzo per funzionare nel quotidiano, pur accettando di fondo, la Realtà com’è realmente. Ma Ananda Moy fu perfino dichiarata schizofrenica da molti che non capivano i suoi strani improvvisi comportamenti!!
È il mondo ‘’ normosato’’ e flagrante della società che vuol sottomettere – perché lo teme! – chi è DIVERSO o vede la realtà com’è davvero: etichetta il tutto e richiude in un cassetto. Tutto a posto.
Per finire il discorso, ci sono infiniti ‘’medium’’, chiaroveggenti, sciamani ecc. che lo vivono, ma come specialità e ne fanno un gioco di potere, mentre è invece la nostra vera identità di NON-separazione. A cui ognuno può attingere senza timore di essere preso per pazzo!
Nelle società cosiddette primitive, lo sciamano è uno schizofrenico che scende nel suo ‘inferno psico-fisico’ per poi uscirne, traendo l’energia utile e chiaroveggente per essere utile alla comunità.
In Amazzonia (Perù e stati limitrofi) le antiche popolazioni eseguivano il rituale del peyotl, proprio per vivere almeno per qualche tempo la realtà del mondo com’è. Appunto erano rituali sacri, non passatempi per ricercatori di stati inebrianti, che poi finivano male! Conobbi europei che vi parteciparono in quei paesi e furono entusiasti come quelli che vissero l’esperienza dell ’ayahuasca, anche se molto dolorosa, ma purificante. (A. Huxley descrisse magnificamente la sua esperienza col peyotl in: Le porte della percezione).
Inutile dire che a quest’apertura al REALE, si può arrivare senza questi estremi, ma è anche importante vedere che negli individui si può scorgere il riflesso del VERO anche se coperto dal velo del pensiero invadente.
In realtà tutto accade da sé, inutile credere a nostre decisioni, causalità o simili, ma l’importante è “vedere, verificare il falso’’ e questi vari metodi hanno dimostrato le differenze e il modo di trascendere il conosciuto che si rivelava un concetto prodotto da memorie e false credenze.
Ranjit Maharaj dice sempre:-Tutto quello che SAI è irreale, è reale solo quello che NON PUOI SAPERE!
-Dal blog di Isabella di Soragna
fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-84420369764800993472023-08-24T13:08:00.007+02:002023-08-24T13:09:50.145+02:00MORIRE PRIMA DI MORIRE 11 Giugno 2023 Ovvero un sogno nel sogno:
ecco l’esistenza terrestre
Fonte https://www.isabelladisoragna.com/
Morire prima di morire, frasi e versi che hanno risuonato da secoli nei poemi e detti di tanti mistici di ogni provenienza. Scopriamo però che Quello che siamo veramente è già “prima del concepimento e della nascita” dove… nessun concetto è mai stato possibile. Solo congetture posteriori, al seguito di un ipotetico sistema neuronale, hanno potuto mettere in orbita la fede in un corpo, in una mente, sostenuta da una “coscienza” o senso di essere che ora appare ora scompare. Ma cos’è tutto questo, realmente? In ultima analisi vi sono solo atomi vuoti in un’illusoria, apparente solidificazione di …vuoto, cementata tuttavia da memorie, insegnamenti, inganni per poter …sopravvivere. La mente non può tollerare il vuoto (di concetti) altrimenti perde quota. Per la mente tutto questo non è affatto accettabile, perché dovrebbe dileguarsi, dato che la “comprensione “ con i suoi mezzi, è impossibile. Concepire il vuoto è irrealizzabile.
Si tratta di verificare senza ombra di dubbio che tutto questo è davvero inesistente! Che cosa può temere di morire se non è mai nato? Un ego sottile e nascosto che teme di dissolversi e si esprime con frasi e concetti magnifici, che suonano bene e dànno una sensazione di verità, anche se, molto probabilmente, chi l’ha verificato davvero può certamente esprimersi così, per sintetizzare questa realtà – ma non chi lo ripete senza viverlo nel quotidiano (apparente)!
Si tratta del… come ‘’sappiamo’’, ma non sempre verifichiamo fino in fondo. Quando qualcosa sopraggiunge che ci turba o peggio, si entra nel pozzo delle memorie dimenticate, si sprofonda nella melma dell’irreale, sempre pronto a infangarci di nuovo con apparenti verità. Solo quando l’adesione è totale, quasi un annegarsi nel non-detto o dimenticato, anche tragico a volte, lo riuniamo e l’annulliamo allo stesso tempo e quindi possiamo librarci oltre, senza nemmeno volerlo coscientemente: accade da sé.
Non è un gioco psicanalitico o simile, solo un accogliere quanto è stato trascurato, soppresso per troppo dolore o altro, creando divisioni e blocchi che ci allontanano dalla Realtà unica, ineffabile, il paradiso terrestre prima della… ’’caduta ’’ dovuta alla conoscenza ispirata dal ‘diabolus’=divisione= menzogna. Tutto è uno, ma la mente (menzogna) divide.
Del resto è essenziale liberarci dall’identificazione al corpo. Significa però che questo ”corpo” è percepibile solo(!) se mente e coscienza fanno il loro lavoro! Significa che anch’essi devono risultare altrettanto irreali. Chi riconosce un ’’corpo’’ se non un pensiero, fabbricato da neuroni, inculcato dai primi balbettii davanti a uno specchio che rimanda… un’immagine di qualcuno che non abbiamo mai né visto né sentito nominare?
La mente, non contenta, se rimane anche ben occultata, troverà spazio per un’’io-naturale’’ e cercherà ancora e ancora di oggettivare, ossia conoscere … ’’l’Inconcepibile Oltre ‘’ o l’ Assoluto!! Impossibile! Il gioco quindi continua e così l’imbroglio perenne.
Siddharameshwar Maharaj , maestro di Nisargadatta Maharaj, esprimeva bene, riferendosi al noto Dasbodh indiano, che l’Assoluto – oltre la coscienza (prima della nascita) è inconcepibile, se lo vuoi trovare ti elude, ti inganna. Perché ciò che da sempre siamo, è naturalmente introvabile, poiché, cercando di “concepirlo” facciamo il gioco della mente.
Riporto alcune sue frasi da ‘’Vachanamrut o Paroles immortelles’’ (Parole immortali):-
Un sogno in un sogno
Sappiate che questa è l’esistenza terrestre
(Dasbodh)
-Non essendo nati e immortali, stavate solo dormendo e sognando. In quel sogno, avete fatto un altro sogno! Quel sogno nel sogno è quest’esistenza terrestre. Recandovi dal Maestro, avete fatto la distinzione tra l’essenza e la non-essenza. Poter pensare a ciò che è vero e a ciò che è falso, durante questo sogno nel sogno, è una fortuna inaudita. Ascoltando gli insegnamenti del Maestro, avete fatto l’esperienza dell’Aham Brahmasmi, che significa ”Sono l’Essere Supremo (Brahman)” e in quel momento vi siete svegliati dal sogno nel sogno. Con l’esperienza così ottenuta, siete sempre nel sogno originale. Vediamo com’é. Voi che dite: -Ho fatto l’esperienza di qualcosa – esistete sempre. Mentre il vero stato del Sé (swarupa) è questo:-
-Non vi è sé nel Sé-
Se un mango dice:- Ho gustato dello zucchero – allora non è un mango. Allo stesso modo:- Sono l’Essere Supremo – è sempre un ego sottile.
Nello stato naturale (sahaja) del Sé, ogni ombra di “io” è una spina che deve sparire. Se ogni limitazione è soppressa, si diventa onnipresenti.
In breve,”Io sono l’Essere Supremo”, questo ego accade a causa della Conoscenza che è un sogno, e dissolvendo la Conoscenza, siete allora totalmente risvegliati.
Sperimentate davvero questo, non diventate un fonografo. Avete ascoltato, allora esaminate quel che avete ascoltato e afferrate la Verità….
Solo quelli che hanno davvero assimilato queste Verità, possono trasformare la ‘’persona’’ in Essere Supremo, solo questi esseri sono capaci di chiarire ed esprimere questa suprema verità.
Tutto È l’Essere Supremo e solo Quello è il vostro Sé veritiero. Fermamente inteso questo, nessuna pratica, né austerità sono necessarie.
La vera Felicità senza limiti è per la Coscienza universale (che siamo), la sofferenza è per la persona. Sviluppate questa fiducia in voi stessi…-
…………………………….
Anche il “vuoto” si rivela un elemento mentale, immaginabile, quindi falso. Meglio assicurarci che non siamo mai stati “qualcuno”, ma SIAMO sempre e da sempre … QUELLO: inconoscibile, immutabile e perfetto, e…oltre la coscienza (che lega a mente e corpo).
Allora CHI muore? E che cosa muore… prima di morire?
Un sogno che svanisce.fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-929499887355123252023-08-14T09:56:00.002+02:002023-08-14T09:58:11.116+02:00L"anno più piovoso della mia vitaNon sono più portato per scrivere,oggi farò un eccezione.
Il 27 AGOSTO dell"anno scorso,dopo mesi di siccita,ci fu un temporale di ben 120 millimetri,misurati con un semplice secchio d"acqua.
Il 16 settembre ci fu la celebre alluvione marchigiana,qui al mio paese,vicino alle sorgenti dell"esino,registrai ben 300 mm dal 16 a fine mese.
Il fiume torrente che ho sotto la mia casa,che controllo da una vita,il 20 settembre inizio a scorrere,ed OGGI 14 AGOSTO e di nuovo secco.
Normalmente questo torrente quando va bene a meta novembre inizia a scorrere,per cessare di solito i primi di giugno.
Una volta in vita mia,ho 59 anni,lo visto scorrere fino a meta luglio,ripeto solo una volta lo visto scorrere a luglio.
Da qui l"eccezionalita dell"evento odierno,riporto anche che i dati dei mesi di maggio giugno e luglio.
Maggio 130 mm giugno 200mm,luglio 80mm.
Poi un"altro evento, qui da giugno fino ad oggi, a fatto un caldo micidiale solo per circa dieci giorni,per il resto questa è l"estate più fredda
da moltissimi anni a questa parte.
Tutto cio in barba al fantomatico riscaldamento globale
fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-82510936720887833322023-06-06T14:30:00.003+02:002023-06-06T14:33:14.150+02:00IL CONCEPIMENTO E’ REALE? 4 Giugno 2023 <div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHPeYq4UXtUKvgTrsyZFCJqLnIY5u4Qm3SV9Hs0cDiUezN94XPQNN7f-Oec4Z8-owq-V07uFK6YzUolu53gTNrmvXIoYIlJWv5mf1qVya2VSly1esXh9xZ8tXO6gOY5OXm3hfcI14-ktfz06cyRAnDNjU6AEhTMd8g-BCCM2CDUyPfFaMANay3tyJiSw/s540/luce.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="293" data-original-width="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHPeYq4UXtUKvgTrsyZFCJqLnIY5u4Qm3SV9Hs0cDiUezN94XPQNN7f-Oec4Z8-owq-V07uFK6YzUolu53gTNrmvXIoYIlJWv5mf1qVya2VSly1esXh9xZ8tXO6gOY5OXm3hfcI14-ktfz06cyRAnDNjU6AEhTMd8g-BCCM2CDUyPfFaMANay3tyJiSw/s320/luce.jpg"/></a></div>
Ecco una frase ripetuta spesso da Nisargadatta ‘’Cos’eri otto giorni prima del concepimento?’’
Si resta infatti senza …parole. Già… Cos’ero?
‘’Ciò che sei ora e sarai dopo la scomparsa del corpo’’
In fondo cos’è un concepimento? Un… concetto, quindi un pensiero costruito dal nostro sistema neuronale, ovvero falso!
Non solo siamo il non-nato, ma perfino il ‘’non-concepito’’!!! Tutto quello che è oggettivabile significa divisione dovuta alla mente ed eccoci usciti dal Paradiso terrestre. Conoscere significa quindi dividere ed è falso, è il dia-bolus che facendoci uscire dalla realtà indivisibile e inconcepibile, ma REALE, ci avviluppa nel miraggio dell’esistenza presa per vera e tangibile.
Né sono né non-sono, allora cosa accade?
Tutto sparisce nel ’’non-so-che-non-so’’.
Ecco che ci siamo ora e ci siamo sempre stati. Inconoscibile sì, ma REALE! ! Allora anche il Vuoto diventa un concetto!!
Un concetto che cos`è? Una rappresentazione mentale, fabbricata da neuroni in attività e memorie di nomi imparati. Ma possono essere …reali?
Siamo quindi solo un pacco di concetti che si dimostrano irreali, fabbricati fin dai primi balbettii e che ci fanno credere a oggetti solidi, materiali?
Diventiamo come ‘’Alice nel paese delle meraviglie’’, che spazia tra mille mondi incredibili, irreali e di sogno, ma in fondo è proprio quello che viviamo tutti, ogni giorno, senza esserne davvero coscienti.
La fisica quantistica ci annuncia che siamo fatti, cosmo compreso! di… atomi vuoti. Tutto questo l’abbiamo rivestito di memorie imparate e che si sono agglutinate, facendole credere personali, nostre e vere. Da dove provengono queste memorie? Dai primi mesi di vita, per mezzo di genitori, parenti, poi più tardi dalla parrocchia, dal professore e dal… capufficio che in realtà non fanno che rinvangare le nostre memorie già ben salde. Sono memorie di che cosa? Solo d’irrealtà!
Inoltre è risaputo ormai dalla scienza che ogni nostra (creduta) decisione personale è GIÀ pronta nel sistema neuronale.
Messo in cantiere tutto questo programma di rivalutazione del sistema cognitivo, per poter poi volare oltre, dove possiamo trovare una soluzione?
La soluzione, dopo aver verificato tutto il falso (come ci insegna da sempre Nisargadatta), è di vanificarlo con l’assoluta certezza che non potremo mai ‘’oggettivare la Realtà’’ (v. stati trascendentali che ingannano ancora di più) lo siamo da sempre, ma è camuffandoci da persone anche molto intelligenti e altamente spirituali, che perdiamo piede e sprofondiamo nel fango mentale e allucinatorio.
Per tornare al concepimento attribuito ai nostri genitori – o come esemplari prodotti da provette e simili, in un’epoca di robotizzazione di massa – , si tratta di strappare con coraggio! le etichette convenzionali antiche, di verificare che quanto si è manifestato in un’unione di cellule (ormai note come intrinsecamente vuote) è solo il certificato di concepimento e di nascita di un miraggio… nel deserto quantico. Questo si ripercuoterà sul comportamento psicologico, poiché anche se un film ci fa sorridere o piangere, siamo in fondo convinti che succeda sullo schermo e che i personaggi non sono persone autentiche.
Realizzo che:
NON sono il corpo, ma osservo qualcosa che definisco, nomino in tal modo, come qualunque altro oggetto apparentemente esterno e fatto di sensazioni, percezioni a cui si è messo un’etichetta dai primi mesi di vita e che ho memorizzato.
NON sono la mente evidentemente, quella che mi è servita per definire l’apparato psicosomatico che sembra appartenermi. Essa è solo il risultato di un agglomerato di memorie, definizioni.
NON sono la coscienza, – il senso di essere presente – e di un ipotetico pronome IO che tiene insieme l’involucro di sensazioni e memorie. Non è solo una sensazione fisica anonima, ma una definizione che autorizza a creare una persona separata. Ognuno la considera proprietà personale quando in realtà è TUTTO quanto ci circonda, come l’aria che respiriamo non è privata, individuale. Dimentichiamo che è comune ad ogni essere vivente. Se non c’è aria nei polmoni o altri organi simili in natura, NON c’è possibilità di vita. il cordone ombelicale è stato rimpiazzato dalla formula chimica H2O.
Tutto questo ci dimostra ancora una volta come la “verifica” ci riveli come stanno veramente le cose. Se sono serio e mi pongo ancora la domanda: cos’è cambiato davvero dal “prima del concepimento’ NULLA
’?fonte https://www.isabelladisoragna.com/articoli/il-concepimento-e-reale/
N u l l afiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-49835861283222405332023-05-28T21:43:00.002+02:002023-05-28T21:45:50.434+02:00Non siamo mai soli…<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://www.fisicaquantistica.it/wordpress/wp-content/uploads/2023/05/346287378_1165750960785195_1780828626100897304_n.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="320" data-original-height="720" data-original-width="504" src="https://www.fisicaquantistica.it/wordpress/wp-content/uploads/2023/05/346287378_1165750960785195_1780828626100897304_n.jpg"/></a></div>
«Il padre porta il figlio nella foresta, gli mette una benda sugli occhi e lo lascia lì da solo.
Il giovane deve rimanere seduto su un tronco tutta la notte senza togliere la benda finché i raggi del sole non lo avvertono che è mattino.
Non può e non deve chiedere aiuto a nessuno. Se sopravvive alla notte, senza crollare, sarà un UOMO.
Non può raccontare della sua esperienza ai suoi amici o a nessun altro, perché ogni giovane deve diventare uomo da solo.
Il ragazzo è chiaramente terrorizzato… sente tanti rumori strani attorno a lui. Ci sono senz’altro bestie feroci che lo circondano. Forse anche degli uomini malvagi che possono fargli del male.
Il vento soffia forte tutta la notte e scuote il tronco su cui è seduto ma lui va avanti coraggiosamente, senza togliere la benda dagli occhi. In fondo, è l’unico modo per diventare uomo!
Finalmente, dopo una notte terrificante, esce il sole e si toglie la benda dagli occhi. Ed è così che si accorge che suo padre è seduto su un altro tronco al suo fianco.
È stato di guardia tutta la notte proteggendo suo figlio da qualsiasi pericolo. Il padre era lì, anche se il figlio non lo sapeva…
Anche noi non siamo mai soli.
Nella notte più terrificante, nel buio più profondo, nella solitudine più completa, anche quando non ce ne rendiamo conto, il Padre non ci abbandona mai, e fa la guardia… seduto sul tronco a fianco a noi».
Fonte: https://www.facebook.com/rinomontefuscoministries
Letto su: https://www.fisicaquantistica.it/spiritualita/non-siamo-mai-solifiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-50471618227395912642023-04-30T21:52:00.006+02:002023-04-30T21:52:46.575+02:00La fine della colpevolezza? di Wayne Liquorman 16 Gennaio 2011 | Categorie wayne liquorman | Etichette colpevolezza, lavoro interiore
tradotto da 3emillenaire n°98
A cura di Luciana Scalabrini
Primo intervento: Mi sono occupato dei membri della mia famiglia, e in particolare di mio fratello.
Quando vedo le prove che ha incontrato sul piano fisico mi è difficile non essere in collera.
Oggi, in certo modo, perde la testa. Ce l’ha con me e ho anche paura che si suicidi.
Di fronte a questo non mi sento libero. Vorrei non sentirmi colpevole se si suicida…
W.L. Nessuno vuol sentirsi colpevole.
Non posso darvi una tecnica che impedisca al senso di colpa di manifestarsi.
Ma l’insegnamento che viene qui, all’istante, può ridurre ciò da cui proviene la colpevolezza, poiché essa si manifesta a partire dal sentimento di essere responsabili di ciò che accade, cioè di esserne l’autore.
Nella misura in cui diminuisce la convinzione di essere autore dei propri atti, la colpevolezza scompare in un modo naturale. La colpevolezza non ricompare, ma se dovesse succedere, quell’insegnamento si attualizza e spezza la possibilità di affliggervi.
Realizzare che non avrei mai potuto agire diversamente da come ho fatto, non è una filosofia ma una convinzione; la colpevolezza è tolta alla radice quando giunge quella convinzione.
Interlocutore: Capisco quello che dite, ma quella convinzione non c’è.
W.L. Ma noi ci lavoriamo! Cercate sempre di vedere ciò che potete fare come autore dell’azione….Ed è ciò che stiamo facendo ora, in questo momento. Poi vedremo ciò che succede, ma la possibilità c’è. La breccia si è aperta.
Secondo intervento: Possiamo prenderci per colui che agisce, è vero, constato che io non sono i miei pensieri o il tempo che passa e che non sono l’ego.
Ma perché questa comprensione non mi libera dalle turbolenze del me?
W.L. Nella mia metafora preferita dell’onda e dell’oceano, tutto ciò che è e che esiste è oceano.
Le onde sono i movimenti dell’oceano e dunque tutti gli oggetti nell’universo sono onde.
Le onde hanno un inizio, una durata e una fine.
Voi e io siamo onde, e abbiamo un inizio, una durata e, mi dispiace di dovervi dire che avremo una fine.
In quanto onde siamo sempre sia onde che oceano. E a volte abbiamo la sensazione di essere separate dall’oceano e abbiamo l’impressione di essere frammenti dell’oceano e tentiamo di ritornarci.
Allora con pratiche spirituali immaginiamo di aiutarci a ritornare all’oceano o che questo accadrà alla nostra morte.
Ma nella mia metafora, non c’è nessuna possibilità di separazione, perché tutto è oceano.
Da nessuna parte può prodursi una separazione, perché l’oceano è dappertutto.
Con la vostra esperienza il senso di separazione cade e sperimentate il senso di far parte del Tutto.
Ma il senso errato di essere autore dei propri atti ritorna e vi sentite di nuovo separati.
Con il senso di essere separati viene l’impressione di potenza, di essere capaci di fare.
Quel sentimento sbagliato va e viene.
Interlocutore: Ma perché nel momento in cui constato di non essere autore dei miei atti,quello non è così potente, così forte da fare esplodere la carcassa dell’ego?
W.L. Non lo so. A volte lo è, a volte no. Non rispondo mai alle domande perché… Il perché è una storia che si sovrappone a ciò che è, ci sono moltissime storie… E allora ne prendete una ,quella che vi conviene.
Nuovo intervento: Nella metafora dell’onda e dell’oceano, l’onda no ha coscienza di esistere, mentre io ho coscienza di esistere.
W.L. Ma si, l’onda ha coscienza della sua esistenza come onda: “sono un’onda, sono nata il tal giorno, ho delle esperienze, dei ricordi, ho un sapere”, questo è il contenuto dell’onda, che le dà la sua forma e ciascuna è differente.
Interlocutore: Ciò che volevo dire è che l’ego, il me, è un meccanismo. Si ha la libertà di vedere quel meccanismo e così mettervi un freno?
W.L. A volte si, a volte quello capita.
Primo interlocutore: Parlavate del senso errato di essere autore dei propri atti e di sentirsi potente.
Ma ho l’impressione che lo stesso senso sbagliato può dare il senso di impotenza e forse la colpevolezza.
W.L. Quel senso di impotenza è quello di essere una vittima ed è conseguente al senso di avere un potere. Si tratta perciò della stessa cosa, che implica la possibilità di avere potere o di non averlo abbastanza.
Quando l’insegnamento evoca l’impotenza, parla dell’assoluta impossibilità di avere qualsiasi potere.
Interlocutore. Nella mia esperienza sento qualcosa di rassicurante nel fatto di non essere più occupato dall’idea di avere o non avere un qualsiasi potere.
W.L. La liberazione, è quello.
fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-78064609879569855412023-03-20T13:36:00.001+01:002023-03-20T13:37:05.296+01:00Alan Watts – Il sé esiste, ma solo per divertimento<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH56Syk6eeKWlQE6pLyjDGOmbJiAlqkofCILXkIENif40vT7TqR5yOYqdYG1pVsLFemDUBmv9InkrDSCqeoELZ9jUorl63D4Apqt0xwbF9EG__RZcPikUcQE6DFqq_ngnDomXxVvtsBIFm0d7TXKRvnKOza9V7F_kVEkA9k8lQhfYb1VBpfWJHzVhfVw/s500/teacher-page.webp" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="500" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH56Syk6eeKWlQE6pLyjDGOmbJiAlqkofCILXkIENif40vT7TqR5yOYqdYG1pVsLFemDUBmv9InkrDSCqeoELZ9jUorl63D4Apqt0xwbF9EG__RZcPikUcQE6DFqq_ngnDomXxVvtsBIFm0d7TXKRvnKOza9V7F_kVEkA9k8lQhfYb1VBpfWJHzVhfVw/s400/teacher-page.webp"/></a></div>
Quando i filosofi induisti e buddhisti parlano di distacco, significa solo accordarsi al mondo e non resistere al cambiamento. Così facendo, ci si può permettere di restare in sintonia, cioè di mescolarsi alla vita, di innamorarsi e di farsi coinvolgere da un sacco di cose. Lo si può fare a patto di sapere che si tratta di un’illusione. Questo è il frangente in cui il termine di maya risulta cruciale. Sì, maya significa ‘illusione’, ma anche magia, arte, delineamento e misurazione. In lingua inglese i termini matter [materia; N.d. T.] e material [materiale; N.d. T.] si riferiscono a maya, ma quando oggi si dice «materiale» si pensa a qualcosa di molto concreto, per nulla illusorio. Ebbene, l’atto di misurazione è sicuramente illusorio, poiché non si trovano dei centimetri sparsi in giro, non si può prendere in mano un centimetro. Centimetri, chili, dollari e ore in realtà sono entità immaginarie, proprio come lo è il sé. Il vero sé non è materiale: «it doesn’t matter». Vale a dire che la sua esistenza non ha alcuno scopo, che esso non ha bisogno di esistere per alcuno scopo. Infatti, per quale scopo esisterebbe? Perciò, la cosa più importante dell’universo è proprio la cosa che non ha importanza, la cosa totalmente e completamente inutile e che nessuno è in grado di trovare.
Una volta hanno chiesto a un maestro zen: «Qual è la cosa più preziosa al mondo?». Egli ha risposto: «La testa di un gatto morto». Perché? Perché nessuno è in grado di attribuirle un prezzo. Perciò il sé (Brahman) somiglia alla testa di un gatto morto. Ma se pensate di dover andarvi a cercare una testa di gatto morto perché rappresenta qualcosa di spirituale e vi sarebbe molto utile, state mettendo il carro davanti ai buoi. E se volete trovare il sé per diventare una persona migliore, o per piacere di più agli altri, o per essere socialmente più costruttivi, questo equivale a provare a far sì che la coda comandi il cane anziché il contrario. La conoscenza del sé (Brahman) non giova mai a nessuno, se si tenta di costringere il sé a giovare a se stessi. E come quando vi rilassate, cominciate a divertirvi e pensate: «Questo mi fa bene, è esercizio. E anche una pausa dal lavoro, e questo è un bene: mi aiuterà a lavorare meglio». Gli americani sono particolarmente fissati in questo genere di cose: tutto quel che si fa, dev’essere fatto per un serio motivo (questa è la coscienza protestante). Ma il gioco è qualcosa che si fa per farlo, per divertimento. E il sé (ātman, Brahman) esiste per divertimento.
Da: Alan Watts, “Lo zen e l’arte di imbrogliare la mente“, Macro Edizioni, 2019.fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-48047644780534669382023-02-24T18:59:00.003+01:002023-02-24T18:59:28.360+01:00MAYAVADA SUTRA da questo blog https://www.isabelladisoragna.com
traduzione di Isabella di Soragna
Traduzioni tratte da “L’insegnamento della non-esistenza del mondo”: Note di un senza-nome’’
– Edizione Hagenmüller
Colui che è lo spettatore della manifestazione non è approdato alla saggezza: saggio è colui che non solo ha riconosciuto, ma integrato nel suo pensiero che non esiste una manifestazione.
Il saggio poi è anch’esso un’illusione, ma la sua saggezza proviene dalla Realtà e svela la Realtà.
LA REALTÀ ASSOLUTA è INDESCRIVIBILE, LA SI PUÒ SOLO INDICARE VIVENDOLA, INCARNANDOLA.
Ciò che esiste è Consapevolezza pura, ciò che è visibile è solo apparenza: che esista un mondo è un’invenzione, che non esista un mondo è conoscenza diretta.
Non esiste lo spazio, ma l’apparenza di spazio, non esiste tempo, ma l’apparenza di tempo, non esiste causalità ma solo l’apparenza della causalità.
Il cambiamento ed il tempo sono le due facce di una medaglia apparente: non esiste cambiamento né tempo. Non esistendo il tempo non esiste nemmeno l’eternità, ma solo il “senza-tempo o atemporalità”.
“L’atemporalità” significa che ciò che sembra passato è ancora presente, e ciò che pare futuro è già presente.
Se dici che l’intelletto produce l’illusione del mondo, si può controbattere che l’intelletto fa parte dell’illusorio individuo, quindi è inesistente. Ciò che non esiste non può produrre nemmeno un’illusione.
Poiché all’inizio non esisteva un mondo, non ve ne sarà uno alla fine, quindi non può esserci un mondo nemmeno nel presente.
Quando si chiede a un fisico atomico di cosa è fatta la terra ti direbbe:’’ Praticamente di nulla’’, poiché se si comprimessero le particelle subatomiche di cui la terra appare fatta, non rimarrebbe praticamente nulla. Un giorno anche quelle particelle si volatilizzeranno, ma i fisici lo devono ancora imparare, e un giorno essi scopriranno ciò che i mistici hanno capito da sempre.
Se è compresa l’irrealtà del mondo, tutte le scienze si rivelano solo occupazioni di una Fata Morgana.
Esiste un’apparizione del mondo, ma il mondo non esiste realmente. Finché si vede “qualcosa” si è ancora ciechi, si vede solo quando …non si vede più nulla.
La Realtà è aldilà degli opposti, mentre l’illusione del mondo è soggetto alla polarità: un polo implica un altro polo. Chi combatte il “male” diminuisce in tal modo il “bene” e chi aumenta il “bene” rinforza in tal modo il “male”.
Non si può migliorare un’illusione del mondo. Si aiuta il mondo realizzando che non esiste. Chi vuol migliorare l’esterno ha in realtà bisogno di migliorare il proprio interno.
Non si può migliorare la Realtà che è perfetta e il mondo non è migliorabile perché non esiste. Ciò che rimane quando il miraggio scompare, è la perfezione.
Noi non siamo gli agenti di un’azione, siamo solo gli spettatori della persona con la quale ci identifichiamo. Che bisogno c’è di un libero arbitrio?
Il libero arbitrio è un’illusione e la volontà vincolata è altrettanto illusoria: in realtà non abbiamo nessuna volontà.
Sullo schermo appaiono pensieri che crediamo nostri, i sentimenti e gli impulsi che consideriamo nostri, come le nuvole sul cielo immobile.
Il karma è solo una catena di quadri illusori, quindi nulla: una legge apparente per apparenti persone in un mondo apparente, quindi irrealtà. Non appena si riconosce il mondo come irreale anche il karma lo diventa.
Chi riconosce che non vi è un “agente” si libera da ogni karma.
Ciò che ci appare come disgrazia lo è dal punto di vista umano, dal punto di vista dell’Assoluto è solo immaginario.
La morte: torniamo al punto da cui non siamo mai partiti. Parte solo l’immaginazione di un corpo materiale.
Alla morte del corpo svanisce l’illusione di questo corpo, ma rimangono le illusioni del corpo astrale e causale: finché questa fede rimane, siamo soggetti all’inganno della reincarnazione. L’attaccamento alle cose materiali è il seme che ci fa prendere forma sul piano terreno.
La fine della ricerca: colui che cerca non esiste e quello che esiste veramente non cerca.
La Realtà è immutabile. Qualunque cosa uno cerchi di raggiungere – foss’anche l’Illuminazione – è un miraggio.
Tutte le immagini fallaci dei Guru sono solo strumenti con cui l’Assoluto si serve per insegnare alle false immagini dei discepoli oppure… per prenderli per il naso.
Tutto ciò che un Guru può fare è di insegnare al discepolo che né lui, il Guru, né lui il discepolo esistono. Se fa questo è utile, se non lo fa è un ciarlatano.
Il Sat-guru (Vero Guru) è l’Assoluto. Quando l’immagine illusoria del vero Guru parla, è l’Assoluto che lo fa, attraverso i pensieri manifestati dalla bocca del vero guru.
Non è il proferire di qualche mantra, ma il tacere, il mezzo per vivere la Realtà. In verità si tratta di dissolvere il meditante.
L’asservimento è ignoranza e l’Illuminazione è anch’essa illusione. No vi sono illuminati né non-illuminati: l’individuo non può né diventare né essere illuminato, perché non esiste.
La legge della Realizzazione del Sé dice che chiunque rinunci a tutto, guadagna tutto.
La “rinuncia” non è “fisica”: non significa buttar via le cose materiali, ma accettare con mente serena se spariscono.
Realizzarsi è semplice: significa annullare l’”IO”. Non appena l’”IO” è totalmente scomparso, l’Assoluto riempie subito la vacuità che si è creata.
Siamo solo spettatori e non attori dei cambiamenti del mondo. Non serve agitarsi per delle immagini. Si rimane ad assistere la vita come ad un film.
(Il teatro della mia vita)
Non siamo nemmeno gli “abitanti” del nostro corpo, siamo l’osservatore unico di corpi.
L’ascesi significa ritirarsi dal potere immaginario della coscienza.
Chi ha riconosciuto il Sé non è giunto (per così dire) al traguardo, ma solo se Lo vive costantemente.
Si può solo essere liberi dall’errore di essere un corpo che vive in un mondo materiale. Il corpo non sarà esente da mali e limitazioni, ma realizzeremo che non abbiamo nulla da fare con essi.
Chi vede in un angolo della stanza una sedia e nell’altro angolo uno spazio vuoto, realizzando che sono la STESSA COSA, allora vive il Sé.
Ecco MAYAVADA è l’insegnamento di maya – è il tentativo di descrivere qualcosa d’indescrivibile e di spiegare qualcosa d’inspiegabile.
Nell’Assoluto immutabile eterno, emergono quadri che cambiano e poi spariscono.
La fine di questo insegnamento:
la comprensione di ciò che è, quando non c’è nulla.
L’insegnamento di maya è la sola visione del mondo che rende sopportabili i terrori del mondo e le tragedie della vita.
La verità è cercata dagli scienziati della natura, è afferrata dai filosofi, e trovata dalla maya.
L’intera dismisura per quanto concerne il sapere umano, è falsa: più si sa, più si è poco intelligenti.
I nostri sensi sono i più grandi impostori.
Non possiamo vedere il mondo, vediamo in fondo un quadro del mondo che la nostra coscienza ci consegna esclusivamente.
Tutto quello che le scienze naturali hanno scoperto finora, sono solo quadri che coprono la realtà, ma non sono la realtà.
Gli uomini giudicano dalle apparenze, mai dall’essenza, ecco perché ogni giudizio è falso.
Ciò che esiste non è descrivibile, quello che si può descrivere non esiste: sulla realtà si può solo mentire o tacere.
Tutto ciò che cambia è pura apparenza, la realtà è immutabile, completa e perfetta.
Ciò che esiste non scompare, ciò che scompare non esiste.
Se si designa l’Assoluto come “qualcosa”, è sbagliato, se lo si designa come “nulla” è ancora falso: meglio dire “un nulla che è ancora nulla” (non-nulla).
L’Assoluto non ha nulla a che fare con ciò che designiamo come coscienza: esso non dipende da nulla e non si basa su nulla.
Tutti gli opposti sono illusioni. L’Assoluta Consapevolezza, la sola esistente, è al di là di ogni contraddizione. Ecco perché ogni logica si annienta e vige solo il paradosso.
Il conoscitore, il conosciuto e la conoscenza sono la stessa cosa nell’Assoluto: esso è anche al di là dello spazio e del senza spazio.
Dove c’è cambiamento vi è anche tempo, dove non c’è cambiamento non c’è tempo: tempo e cambiamento sono le due facce di una stessa medaglia. Nell’Assoluta consapevolezza non c’è tempo, quindi il cambiamento è impossibile.
Non esiste nulla di quello che conosciamo, esiste solo quello che NON conosciamo.
L’Assoluto è inconoscibile, ma lo si vive nel momento in cui l’illusione del mondo sparisce.
Ciò che esiste è solo Pura Consapevolezza, tutto ciò che è visibile è in verità solo un simulacro.
Cos’è irreale? TUTTO, tranne la Pura Consapevolezza, che è il vero substrato invisibile del mondo irreale.
Il mondo non è una rappresentazione dell’individuo, poiché l’individuo stesso è una rappresentazione ed è finora inaudito che una rappresentazione possa produrre una rappresentazione.
Perché l’Assoluto ha manifestato l’illusione del mondo? Come la natura del corpo umano è di respirare, distruggere vecchie cellule, ricrearne di nuove fino alla fine, così quella dell’Assoluto è di creare scene di universi, uomini e cose, per dissolverle in seguito. La sua attività è di pensare e rappresentare, ma ciò non cambia nulla, SEMBRA SOLTANTO che lo faccia.
Si può solo trascendere il mondo riconoscendone l’irrealtà.
Non può esserci un mondo poiché manca la sua origine. Un accadimento causale si rompe se manca un membro – il primo, o quello di mezzo o l’ultimo. Nell’ordine causale del mondo manca il primo membro. Anche se si parla di Big Bang (prima esplosione), questo non lo spiega veramente, poiché ci doveva essere “qualcosa” prima che potesse creare un’esplosione. Da dove proveniva il materiale che poi è esploso? Manca quindi l’origine – il primo membro – dell’esistenza del mondo. Questo fa concludere che il mondo visibile è solo un quadro fittizio.
Nulla è mai successo e non esiste una storia del mondo. Non c’è speranza nel mondo, ma non c’è da temere, è solo fatto di quadri fittizi: l’insegnamento di maya è una consolazione poiché dimostra che tutto è irreale.
La fine del mondo? Non c’è da agitarsi! Se ne va solo uno spettacolo illusorio.
Il mondo si sta inabissando! – piagnucolate. – Non è mai esistito! – rispondo.
La realtà è aldilà degli opposti, mentre l’illusione del mondo è sottoposta alla legge di polarità: un polo necessita l’altro. Chi combatte il “male”, diminuisce anche il “bene” e chi aumenta il “bene” aumenta di conseguenza il “male”.
Gli opposti apparenti del mondo illusorio non hanno bisogno di equilibrarsi, ma di essere trascesi.
Il malessere del mondo giace nel fatto che gli uomini combattono il male: se lo accettassero, nel mondo regnerebbe solo la pace. Se ognuno si occupasse dei propri problemi con lo stesso zelo con cui si occupa di quello degli altri, il mondo sarebbe più in equilibrio: in realtà chi vuole salvare o migliorare gli altri ha bisogno di farlo in sé stesso.
La realtà non necessita miglioramenti poiché è perfetta, il mondo non ne ha bisogno perché non esiste e va trasceso.
Maya significa non solo che il mondo è un’apparizione illusoria, ma anche che non ha nessun significato.
Chi vede il male è prigioniero di un’allucinazione: i mali del mondo sono reali come quelli visti sulla scena di un teatro. Il mondo dev’essere imperfetto per poter adempiere al suo compito di trascenderlo.
La differenza tra noi e le persone con cui ci identifichiamo (sono limitate) è che noi esistiamo – nell’illimitato Assoluto – mentre le persone con cui ci identifichiamo, non esistono e sono passeggere.
Il Sé che siamo, non è mai nato ed è immortale: i corpi cui ci identifichiamo sono invece come le ombre proiettate dai nostri corpi alla luce del sole.
Anche i corpi sottili, astrali e causali sono solo proiezioni del potere di immaginazione della Pura Consapevolezza e quindi irreali, solo il Sé, il substrato è reale.
Il mistero nascosto nel profondo del mondo e dell’individuo, se lo proiettiamo o oggettiviamo, lo nominiamo Assoluta Consapevolezza, ma se lo riconosciamo nel profondo di noi stessi è il SÉ (o Atman). Siamo sempre oltre l’essere e il non-essere, ed è indescrivibile col linguaggio umano.
Siamo quello che veglia quando il corpo dorme e che vive quando il corpo muore.
Il Sé è oltre lo spazio-tempo e causalità: oltre lo spazio significa che non ha né forma né frontiere; al di qua del tempo significa immutabile, al di qua della causalità significa che non ha origine e imperituro.
Poiché nulla esiste tranne l’Assoluta Consapevolezza, ne consegue che siamo quella Consapevolezza: senza frontiere, puri, immutabili e immortali, ecco quello che siamo realmente.
Non siamo nel mondo, ma il mondo è dentro di noi – è un quadro fittizio nella coscienza che siamo e in cui appaiono persone immaginarie con cui ci identifichiamo falsamente. Tutto succede nell’illimitata Presenza che siamo: libertà senza frontiere, pace e gioia.
Si tratta però di distinguere tra coscienza limitata e falsa che appartiene ancora alla persona illusoria e individuale e quella assoluta, senza traccia di personalità (ego), indescrivibile e inimmaginabile.
Assoluto e il nostro sé sembrano due in apparenza, ma sono un’unica realtà. Nell’Assoluto tutti i contrari sono risolti, non c’è né parte, né che l’Assoluto sia “intero”, altrimenti potremmo credere di poter cambiare il movimento del mondo, cosa impossibile.
Alla domanda del nostro rapporto con l’Assoluta Consapevolezza, il Buddha ha dato la sola risposta valida: è rimasto in silenzio.
Non ci sono relazioni: una relazione implica dualità, quando in realtà c’è solo identità e nessun”altro”. Guarda dietro una pietra e vedi TE, guarda dietro una pianta e vedi TE, guarda dietro un animale e vedi TE, guarda dietro una persona e vedi TE: guarda dietro di te e vedi TE.
Che i nostri corpi si manifestino come “realizzati” o non-realizzati, siamo sempre lo stesso.
I nostri corpi sono come nuvole passeggere nel cielo sempre azzurro.
Sul piano del mondo apparente non sembriamo liberi, in quello Assoluto siamo oltre gli opposti di libertà e di prigionia. La prigionia è illusoria. Possiamo liberarci solo dalla falsa credenza di essere imprigionati: non lo siamo mai stati.
Non possiamo essere “liberati”, come dicono gli ignoranti, ma ognuno È già libero: la libertà è il nostro essere vero e non può esserci né data né tolta.
Lo yoga non può portarci in generale, anche dopo anni e anni di sforzi fino alla morte, alla liberazione. Mayavada è la “Via” di chi la segue, per poter constatare la propria libertà da un secondo all’altro.
Il Sé che siamo, è il testimone o osservatore sia della veglia – nella persona apparente – sia del sogno, sia del sonno profondo: il cosiddetto “quarto stato” (turiya) e quello che è indescrivibile, turiyatita, che assiste a questi stati, è il solo stato del Sé in cui siamo sempre veramente immersi.
Cos’è l’uomo? Un fantasma, nient’altro e così i suoi dolori e le sue gioie. Tutti i problemi sono illusioni; se non ci sono illusioni, non ci sono problemi.
I suoi tre corpi-sottile, astrale, causale (apparenti) sono solo immagini fittizie nella Pura Coscienza che è. Crediamo che essa sia legata ai corpi, mentre sembra soltanto esserlo.
Il termine “avidya” è la falsa credenza che esista un mondo con dei corpi in esso. Nessuno è sprofondato in avidya, è solo immaginazione, apparenza.
I mali del mondo non sono l’ignoranza, ma di credere nella realtà del falso. Si tratta di abbandonare le conoscenze basate sul falso, quindi
non si tratta di imparare, ma di dis-imparare.
Più si sa e si conosce, più ci allontaniamo dal reale. Il nostro unico compito è di verificare che siamo solo marionette manovrate dall’ ignoto (che siamo).
Se non esistono individui, che libero (o non libero) arbitrio potrebbero avere?
Crediamo di agire, invece assistiamo solo alle azioni della persona illusoria cui ci identifichiamo: a che serve quindi un libero arbitrio? È basso esoterismo anche credere di non potere agire secondo volontà, mentre in realtà non vi è mai stata una volontà.
Chi accoglie l’insegnamento di maya viaggia nella vita senza bagagli o sensi di colpa.
La nascita significa che è apparsa un’illusione e la morte che un’illusione sparisce: quello che sta in mezzo ad esse è altrettanto immaginario. Non siamo mai nati e quindi immortali. Siamo nati in un corpo apparente e in un mondo apparente: nulla è mai successo.
Non ci sono ignoranti né saggi, né criminali né santi: sono solo immagini fittizie come la gioia e il dolore e noi siamo al di qua di esse. Facciamo solo quello che è nel programma.
Sul palcoscenico, lo sfondo che accoglie la “persona” *, appaiono pensieri, sentimenti, reazioni che crediamo nostri, come nuvole nel cielo puro.
La più grande saggezza è quindi lasciar accadere la vita.
Il karma è una catena di quadri falsi: le cosiddette colpe karmiche si appoggiano sui corpi sottili, ma il nostro vero Sé non ne è minimamente toccato. Finché lo crediamo ne siamo coinvolti.
Al momento della morte sembra che qualcosa accada, in realtà …nulla. Siamo ora come quando non eravamo ancora nati e lo saremo dopo la morte. Non vi è in realtà nessun mutamento.
Alla morte sparisce l’illusione di un corpo fisico, ma rimane quello degli altri corpi sottili. È un’immaginazione falsa che l’anima lasci il corpo alla morte: il corpo è nel Sé e alla morte il Sé spinge via un corpo (apparente). In realtà torniamo da dove non siamo mai partiti.
La morte è una benedizione perché se ne va l’imbroglio del mondo fisico. È la nascita e la prigionia in un corpo fisico che è da temere. La morte dovrebbe generare gioia.
Solo l’ignorante teme la morte, l’intelligente desidera la morte, ma al saggio non fa differenza che abbia un corpo o non ne abbia.
Chi non ha più desideri, non è più sottoposto al desiderio di reincarnarsi.
Il senso della vita? Ciò che non esiste non può avere un senso. Possiamo definirlo il senso di un gioco, un passatempo, ma un gioco che ci può risvegliare da un sogno.
Che senso ha dunque quello di migliorare, di perfezionare ciò che non è mai esistito? Gli stati di samadhi sono altrettante illusioni che non peggiorano né migliorano, ma non portano alla realtà. Se ci sono ancora desideri intensi (qualunque siano) essi allontanano dalla realtà sempre presente.
La fine della ricerca: colui che cerca non esiste e colui che esiste non cerca.
Il desiderio d’illuminazione impedisce il riconoscimento che siamo, siamo stati e saremo sempre al di qua o oltre degli opposti di illuminazione e ignoranza.
Nessuna azione o pratica spirituale potrà liberarci dalla falsa credenza che ci sia un mondo materiale e che il praticante sia un individuo in esso che possa subire un cambiamento, mentre invece queste rafforzano l’errore e ne impediscono la liberazione.
La pratica di rituali e cerimonie per raggiungere il traguardo della vita, non solo è inutile, ma anche dannoso.
Tutti gli ashrams sono monumenti dell’illusione, mentre la realizzazione del Sé è invece la liberazione da tutte le illusioni. Più ci si sente bene in un ashram e più questo è un ostacolo, più ce ne si allontana e più ci si avvicina alla realizzazione.
Non si ottiene la liberazione attraverso le pratiche, ma malgrado questi esercizi spirituali.
Siamo al mondo per imparare, ma l’ultima lezione è quella che tutto è stato un teatro, che nulla è migliorato e che tutto quanto è stato imparato era inutile.
L’unica cosa che può fare un guru è di comunicare al discepolo che né lui, il guru né il discepolo esistono. Se lo fa, è utilizzabile, se non lo fa, è un ciarlatano.
Non ci sono mai stati filosofi, maestri o illuminati, né Sankhara né Buddha, ecc. ma solo immagini fittizie di quelli: solo l’Assoluto ha parlato attraverso di essi. Non solo gli insegnamenti, ma anche i falsi insegnamenti derivano dalla Consapevolezza Assoluta.
Tutti i Maestri esterni sono solo cartelli indicatori del vero Maestro in ognuno di noi. Nessuno ha un Guru, ognuno È il Guru della persona che uno NON è. Non c’è differenza tra un vero maestro e un vero discepolo, solo identità.
La meditazione è senza senso, perché chi medita non esiste, ed è inutile perché quello che esiste veramente è immutabile e quindi non ha bisogno di meditazione.
Non è il pronunciare dei mantra, ma il silenzio, il modo di riconoscere la realtà: il meditante deve sparire.
Finché si crede di meditare, si è impantanati nel fango dell’illusione: se ci si accorge che è solo la persona illusoria che medita e che assistiamo alla meditazione della persona, siamo nella luce della Consapevolezza Assoluta.
Chi siamo realmente non fa esperienze. La realizzazione del Sé non è un’esperienza: finché c’è ancora “qualcuno” che fa esperienze, è ancora lontano dalla realizzazione.
Tutti gli stati di samadhi, anche il più alto (nirvikalpa) sono stati illusori e passeggeri: è lo stesso fenomeno di chi assiste alla manifestazione del mondo e dei suoi oggetti.
Finché si vede ancora qualcosa, non si realizza la verità: chi la realizza NON vede più NULLA.
Essere prigionieri dell’ignoranza è un’illusione, e così l’illuminazione. L’illuminazione avviene all’interno dell’universo illusorio ed è quindi anch’essa un’illusione.
L’immagine fittizia di un buon Guru porta alla comprensione che siamo sempre stati e saremo nel senza-tempo, al di qua d’illuminazione e non-illuminazione.
Gli individui non potranno mai essere illuminati, perché non esistono.
Quando avremo compreso che siamo già immutabile Consapevolezza, non possiamo più preoccuparci se le persone che appaiono nel mondo si manifestino sia come saggi sia come ignoranti.
Il Sé che siamo si trova su un piano di non-dualità, oltre ogni opposto: l’illuminazione – contrapposta all’ignoranza è quindi ancora nella dualità.
Chi sa quello che è veramente, non è né illuminato né cerca illuminazione.
Ci sono molti illuminati, ma pochissimi realizzati.
Moksa significa al di qua dell’illuminazione e dell’ignoranza.
La ricerca del Sé è la via al patibolo: la realizzazione costa … la propria testa.
Non ci sono sacrifici da fare tranne quello del proprio IO. Più si cerca all’esterno e più si è ipnotizzati da materia, mondo e individui.
L’infinito in noi ha la nostalgia dell’infinito: le depressioni sono la nostalgia della nostra vera patria.
Vita e dolore sono sinonimi. Essere felici in questo mondo d’ipnosi è la più grande disgrazia, ma in essa lavora già l’assoluta Consapevolezza.
Chi ha intrapreso il cammino spirituale ha come medicina i dispiaceri che non sono mancanze, ma gradini verso il Sé: essi guariscono perché distruggono la persona illusoria. Anche le medicine buone hanno spesso un sapore amaro.
Il Sé che siamo non è mai toccato né da mancanze, né da dolori, né da angosce. Chi se ne duole non è ancora toccato dalla propria vera natura.
Il saggio non ha pietà, ma solo compassione.
La legge della vera saggezza dice che chi rinuncia a tutto, guadagna tutto: significa essere già morto prima di morire.
Rinunciare a tutto non si tratta di gettar via i propri beni, ma accettare di buon grado se spariscono.
Non appena l’IO sparisce, l’Assoluto ne prende subito il posto vacante.
Se in ogni occasione della vita si comprende che l’IO a cui si era identificati non esiste e che il Sé che siamo non è mai commosso da nessun avvenimento, abbiamo raggiunto l’apparente traguardo della vita.
Nessuna richiesta, nessun desiderio, né di beni materiali né di assenza di malanni: il senso di pace dell’assenza di desideri ne è la prova.
Cerca la presenza di saggi realizzati se puoi, ma chi è solo ha tutto il mondo per sé.
L’animale nell’uomo cerca il branco, il divino cerca la solitudine; per guadagnare il cielo si deve abbandonare il mondo. Vivere come se non si vivesse. Tutto quello che si costruisce o nasce nel mondo è destinato a sparire.
Se riconosciamo il Sé, non abbiamo più bisogno del mondo.
Non siamo il corpo, siamo l’osservatore del corpo e delle sue azioni, come un film che passa: l’ascesi significa ritirarsi dalle false immaginazioni.
Il più grande ostacolo alla realizzazione è l’intelletto. Tutto dev’essere liquidato. Non dobbiamo accettare la verità da qualcun altro, ma trovarla in noi stessi e abbandonarsi alla grazia.
Morire prima di morire significa riconoscere profondamente che la persona individuale non esiste.
Chi ha riconosciuto il Sé non è ancora arrivato al traguardo: lo è (in apparenza) se lo vive totalmente, in ogni occasione.
Essere liberi non significa essere esenti da limitazioni, malanni e disgrazie, ma considerarli come fatti con cui non abbiamo nulla a che fare: la vera felicità non la si troverà mai nel mondo. Se uno è felice senza ragione, è sulla buona via.
Non dobbiamo raggiungere l’Assoluto, lo siamo sempre anche oltre l’eternità.
L’ignorante vive nel passato o nel futuro, l’intelligente vive nel presente, il saggio nell’assenza di tempo: in esso nulla cambia e nulla avviene.
È vivo chi non ha ancora realizzato la propria vera natura, il realizzato è già morto, il suo unico compito che rimane, è quello di lasciar cadere il suo corpo.
Dove l’uomo comune vede una persona, il saggio vede solo un’ombra, attraverso la quale vede…e che cosa? Sé stesso! Né niente né non-niente, né essere né non-essere: ossia…è indescrivibile.
Il saggio vede la propria vita e la manifestazione, come se assistesse a un film cui non reagisce più.
Egli non ha più bisogno né di guarire o migliorare, perché ha riconosciuto che tutto va bene così com’è. Non ha bisogno di aiutare il mondo, perché per lui il mondo non esiste più. Non desidera né chiede più nulla: non si rallegra né si dispiace per qualcosa, non ha tentazioni, ma assiste soltanto alla manifestazione illusoria.
Il saggio e il suo corpo sono come una coppia che vive insieme, ma non ha più nulla da dirsi.
Amore è un bisogno di soddisfazione sentimentale o sensuale: è l’opposto di odio: chi potrebbe amare colui che non ha più oggetti da amare o odiare? Ci dovrebbe essere uno che ama e un altro che è amato, ossia una dualità.
Egli esiste solo come un fantasma (o ologramma) senza traguardi, poiché non ha mai lasciato
la méta. Egli è un quadro immaginario, ma comunica la realtà ultima.
L’ultimo insegnamento del saggio: IL SILENZIO.
888888888fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-86561168463831434922023-02-13T18:04:00.000+01:002023-02-13T18:04:00.773+01:00Rivoluzionari confusi
da https://luogocomune.net
di Andrea B. Nardi
Dappertutto abbiamo movimenti anti-sistema, partiti contestatari, gruppi e associazioni contro il potere, grida, urli, comizi, cortei e manifestazioni, però, inevitabilmente, nessuno di questi riesce a ottenere l’appoggio decisivo e duraturo dei popoli: perché?
Il motivo è semplice: sbagliano a scegliere il problema contro cui lottare.
Se non si conosce il problema sarà impossibile risolverlo e, tanto meno, farlo conoscere alle masse, convincendole a lottare per esso. È la scelta della corretta strategia – ossia l’individuazione dell’obiettivo da colpire – a dare un senso alla guerra, mentre la tattica si limiterà a utilizzare mezzi e modi atti a raggiungere quel fine.
La Gran Bretagna, per esempio, ha, sì, vinto la battaglia per uscire dalla UE e liberarsi della BCE – di cui, peraltro, non aveva adottato l’euro – ma ha perso la guerra restando comunque sotto lo scacco della Bank of England, ossia il lievito madre del peggior morbo che abbia mai colpito l’umanità, fin dal 1694, regina e artefice dell’associazione a delinquere di stampo mafioso chiamata circuito bancario privato internazionale.
Una rivoluzione, questa inglese, abortita sul nascere, e un’ottima occasione persa, con gran piacere dei dominanti. D’altra parte, il potere criminale finanziario, che da trent’anni è riuscito a vincere la sua lotta contro la democrazia, assoggettando tutte le repubbliche occidentali e non – corrompendone governi, media, politici – resta timoroso della rivoluzione, dacché sappiamo che, nella Storia, anche il più assurdo, iniquo, crudele, forte e duraturo sistema liberticida può essere abbattuto (col feudalesimo medievale ci abbiamo messo mille anni, ma poi ci siamo riusciti, salvo poi buttare tutto alle ortiche).
Pertanto, per eliminare dalla propria strada ogni tendenza sovversiva, è lo stesso regime a indicare ai popoli gli obiettivi insulsi con cui giocare alla rivoluzione: l’ambiente, l’ecologia, il riscaldamento globale, diritti individuali diversi a seconda della sessualità delle persone, l’educazione transgender per i bambini, l’eliminazione del maschile e del femminile nel linguaggio, l’abbattimento dei monumenti, l’imbrattamento delle opere d’arte, la distruzione delle auto di lusso e dei piccoli negozi privati durante la finta guerriglia urbana.
Tutto ciò non è rivoluzione, ed è, invece, perfettamente funzionale al regime, che non ha nulla da temere da queste idiozie isteriche e infantili.
Le nuove generazioni, che per una questione biologica sarebbero, a quell’età, naturalmente portate a combattere il regime, in una sorta di parricidio edipico, anche per la disponibilità di tempo nullafacente che attanaglia i giovani, loro malgrado disoccupati, sono distratte dai golem che il regime stesso getta loro in pasto, facendogli rincorrere le battaglie stupide di cui sopra, al seguito, per esempio, di una bambina psicotica e ignorante che sproloquia cretinate prive di senso, fantoccio di una messinscena mediatica il cui business frutta miliardi al suo entourage, o di innumerevoli bloggers e cantanti, i quali convincono i ragazzi che essere ribelli significhi coprirsi di tatuaggi, piercing, vestirsi da deficienti, e urlare luoghi comuni ai concerti.
Sull’altro lato, pure i partiti e i movimenti politici anti-sistema sbagliano completamente le loro lotte: Podemos, Cinque Stelle, Syriza, Italexit, Occupy Wall Street, Verdi/Destre/Sinistre anti-governative di ogni compagine nazionale, ognuno di loro ha avuto un seguito popolare riottoso, e ognuno, immancabilmente, l’ha perso.
Qual è il motivo? La risposta è che nei loro programmi anti-regime c’era dentro di tutto, in un minestrone confuso, la cui assenza di precisione ha impedito alle popolazione di capire per cosa, effettivamente, stessero lottando e quale fosse il vero nemico da combattere.
Il mondo degli adulti, impegnati a non affondare nella propria vita, non può permettersi di perdere tempo dietro nonsense e proteste farraginose, e lo stesso dicasi per quella classe media di lavoratori, già troppo tradita dai politici.
A queste masse nazionali, per poterle far arrivare ad appoggiare, anima e corpo, una causa di lotta, occorre chiarire in modo assolutamente esatto il problema da risolvere, denunciarlo, insegnarlo, e spiegarne la soluzione, senza mischiarlo con mille altre questioni. Solo così si può sperare di conquistare la popolazione alla lotta.
Finché si fanno programmi politici generalizzati, dove si incita all’uscita dalla UE, al sovranismo, contro i mercati, contro la corruzione, contro la dittatura sanitaria, contro le ideologie (liberismo, capitalismo, statalismo, welfare…), oppure troppo particolaristici, come le battaglie contro una determinata imposta o provvedimento governativo, contro la privatizzazione di quel determinato ente, contro il bancomat o la raccolta differenziata… L’uomo della strada, il popolo, la stragrande maggioranza dei cittadini non verrà coinvolta nella rivoluzione, poiché, per quanto favorevole a detti provvedimenti, non li capirà a pieno.
Perché, in fondo, devo uscire dalla UE? Cosa me ne viene? E che significa, poi, sovranismo? E se tornassimo alla lira non sarebbe un casino? E le tasse ci sono sempre state, quindi? I politici diventano corrotti appena eletti, non c’è da aspettarsi che questi siano diversi. E se poi non faccio il vaccino e muoio? E che significa liberalismo? E ancora a parlare di comunismo…?
Ecco, quindi, la disillusione borghese, la rassegnazione, la tanto amata – dal regime – resilienza.
La rivoluzione, invece, si fa dichiarando un obiettivo unico, chiaro, comprensibile a chiunque, spiegando come esso sia l’origine di tutti i problemi e il suo raggiungimento sia l’inizio della soluzione di tutti i suddetti.
Se si insistesse fino alla nausea a denunciare un preciso obiettivo da colpire, insegnando quali tragedie esso abbia provocato e quali miglioramenti ne sorgerebbero una volta eliminato, allora il popolo prenderebbe coscienza. Coscienza di classe, coscienza del problema, coscienza di lotta.
E nessuno può fermare un popolo che abbia capito quant’è stato ingannato per generazioni.
Ora, qual è il problema primordiale che affligge l’umanità, la tragedia fondamentale che aleggia sui popoli? La continua penuria di denaro da parte degli Stati.
Ciò è stato causato in passato dall’idiozia di ancorare il denaro a un qualche materiale scarso e limitato e, oggigiorno, all’ulteriore follia di aver delegato la creazione della moneta alle banche private, esautorando gli Stati sovrani dalla sacrosanta prerogativa di emettere da sé moneta fiat, ossia creata dal nulla come semplice unità di misura del valore del lavoro.
Viviamo in un’epoca in cui gli Stati piangono miseria, martoriano i cittadini di tasse inique e li abbandonano in balia delle privatizzazioni e delle proprie rovine, mentre le banche centrali private elemosinano ai Governi denaro da esse creato dal nulla, imprestandoglielo col contagocce dietro interessi e ricatti, salvo poi trovare, d’incanto, mille miliardi di dollari per salvare le banche private nel 2008, e centinaia di miliardi di euro per sostenere un presidente ucraino sanguinario e cialtrone.
Nessuna compagine politica che voglia sovvertire il criminale sistema di potere finanziario che attualmente governa il mondo può prescindere dall’individuare come suo primo obiettivo, suo capitale, essenziale, basilare obiettivo, l’abbattimento del meccanismo delle banche centrali private, la messa fuorilegge delle stesse, la riappropriazione della sovranità statale nell’emissione di moneta, e la creazione di un parallelo circuito di risparmio e prestiti totalmente pubblico, estraneo ai mercati privati.
Confiscare, espropriare, condannare e neutralizzare i banchieri privati dalla gestione del denaro pubblico dev’essere emblema e bandiera di qualsiasi progetto politico che voglia restituire libertà e benessere ai popoli, ed è un obiettivo facile da comprendere, con un nemico facile da far odiare alle masse, ben definito nella lotta di classe, e determinante per le sorti della prospettiva politico-economica.
Essendo le banche, da oltre un secolo – almeno dal 1913, anno di fondazione della sciagurata FED – la causa principale dei mali del mondo, guerre mondiali comprese, “Morte ai banchieri!” potrebbe essere il provocante e colorito, quanto interessante slogan di questa lotta.
Senza questo, tutti gli altri propositi politici sono fuffa.
Tratto da: “Lo Stato senza tasse” di Andrea B. Nardi – Robin Edizioni
fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-25353606944215370882022-12-29T12:58:00.002+01:002022-12-29T12:58:20.208+01:00La Beatitudine dell’Inconoscibile Rajiv KapurSe c’è qualcosa che ci preoccupa costantemente come null’altra è l’incertezza del
non sapere cosa ci accadrà nel futuro; che sia lavoro, denaro, salute, relazioni e persino i
nostri progressi spirituali. Siamo continuamente alla ricerca di un senso di sicurezza per
non affrontare la paura di un futuro sconosciuto; vogliamo avere il controllo sugli eventi
e programmare la nostra vita in base ai risultati che auspichiamo. Per tutta la vita ci
preoccupiamo di allontanare da noi l’ignoto tentando di arroccarci in una posizione in
cui possiamo essere sufficientemente sicuri di cosa ci accadrà. Siamo alla continua
ricerca di uno stato di completa sicurezza e assenza di incertezze.
Ma di rado va in questo modo. Quello che invece succede è che pianifichiamo
qualcosa, ma accade qualcos’altro; allora il ricordo delle volte che abbiamo fallito
aumenta la nostra paura e agita i nostri pensieri e le nostre emozioni. Questa continua
ricerca sfocia nell’avidità di conoscere sempre di più perché crediamo che più cose
conosciamo, migliore sarà la nostra prospettiva di sopravvivenza in questo mondo.
Cominciamo a dipendere dal conoscere quanto più possibile, e la nostra vita prende a
ruotare intorno all’avidità di conoscere e alla paura dell’inconoscibile, e come risultato
c’è l’INFELICITÀ.
Infatti stiamo inseguendo un “falso amico”, che in realtà è un ingannatore. Il
conosciuto è un falso amico che vi tradisce; non vi potete mai fidare di lui. Arriva senza
che glielo chiediate, come alla nascita, e vi lascia senza preavviso, come alla morte.
Tutto ciò che avete accumulato tramite la vostra conoscenza diventa polvere quando vi
lascia.
L’Inconoscibile invece supera la prova della vera amicizia. Voi venite da una fonte
sconosciuta e vi rifondete in essa alla morte. L’Inconoscibile vi sta vicino all’inizio del
vostro viaggio e lo ritrovate di nuovo alla fine, pronto a riaccogliervi. Voi non riuscite a
riconoscere chi veramente vi appartiene, chi vi è veramente fedele, e questo è il motivo
per cui la vita si trasforma in una lotta.
Ma quello che non vedete è che anche se la conoscenza è la base per ogni
conseguimento e appare prima di ogni realizzazione, ciò che precede tale conoscenza è
l’Inconoscibile stesso! L’Inconoscibile è l’origine, il fondamento di ogni conoscenza.
E allora? Potete invertire questo processo e procedere dal sapere verso il non-sapere
invece di accumulare conoscenze diverse e aggrapparvi ad esse? Potete accogliere
l’Inconoscibile nella vostra vita? Il che significa non preoccuparsi delle opinioni, le
vostre e degli altri; significa mollare il controllore che sta dentro di voi; significa essere
rilassati nel conoscere sempre di meno riguardo cosa questo mondo ha da offrirvi in
termini di ricchezza, salute, denaro, lavoro, affari, sicurezza, amore, relazioni. Voi non
dovete rifiutare ciò che la coscienza [intesa come manifestazione, ndt] vi porta:
successo, sicurezza, relazioni…, avete solo bisogno di restare indifferenti a tali cose,
dovete solo prestare sempre meno attenzione ad esse. Che ci siano o che non ci siano,
non importa; voi non gioite quando appaiono e non diventate tristi quando scompaiono.
Se potete far ciò dal nucleo più profondo del vostro cuore allora diverrete
automaticamente fusi all’Inconoscibile.
La benedizione che l’Inconoscibile vi dona è indescrivibile. Perciò fate amicizia con
l’Inconoscibile ed esso si rivelerà a voi come l’eternamente libero e beato SÉ. fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-69458431350385998582022-12-01T10:04:00.007+01:002022-12-01T10:13:16.018+01:00LA LEGGE NATURALELink del fantastico sito,,https://monarchiainteriore.com/mark-passio-in-italiano/
Le informazioni più importanti in assoluto da apprendere per poter conoscere il modo in cui vivere in un mondo libero. QUESTE sono le informazioni più occultate e offuscate nel nostro mondo. Visione assolutamente FONDAMENTALE.
La Legge Naturale – La VERA Legge dell’Attrazione & Come Applicarla Nella Vostra Vita
Parte 1 di 3
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fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-21038549653537036682022-10-21T20:33:00.004+02:002022-10-21T20:33:45.782+02:00“Siete dei criminali”: nomi e volti di chi oggi dovrebbe chiudere scusa agli italiani
Hanno preso in giro per mesi e mesi i non vaccinati, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore hanno augurato loro, neanche troppo velatamente, di andare incontro a qualche grave problema di salute o peggio. Oggi tutte queste persone, e la lista è lunghissima, tacciono imbarazzate di fronte all’ammissione del responsabile commerciale di Pfizer, uno dei colossi che hanno prodotto e venduto i vaccini durante la pandemia, che ha spiegato di fronte agli europarlamentari: “Il nostro farmaco non è mai stato testato per prevenire l’infezione da Covid. E d’altronde nessuno ci ha mai chiesto di farlo”. La conferma di quanto tanti scienziati veri, non asserviti alla politica e alle multinazionali, sostenevano da tempo: vaccinarsi può essere utile per i fragili e gli anziani, ma visto che il farmaco non previene l’infezione né tutela gli altri è inutile parlare di obblighi.
Ma ve le ricordate le facce e le espressioni di chi, dall’esplosione della pandemia in poi, ha puntato il dito contro i non vaccinati, definendoli come pericolosi criminali? Se la memoria vi fa difetto, eccovi una breve carrellata video dei protagonisti di una campagna d’odio senza precedenti nella storia del nostro Paese. A partire, ovviamente, dai virologi, le star assolute di quei mesi difficilissimi, onnipresenti sul piccolo schermo e sui social. Uno dei più celebri, Fabrizo Pregliasco, tuonava così: “”Non vaccinarsi potrebbe voler dire essere imboscati, come succedeva in guerra. E in tempo di guerra le persone venivano fucilate se rifiutavano di combattere”.
Una follia della quale, oggi, in molti fingono di non esssere stati complici. E invece eccoli lì, marchiati a fuoco in modo indelebile, affinché nessuno li dimentichi. Il giornalista David Parenzo invitava a “trattare queste persone come fossero terroristi”, mentre Giuliano Cazzola affermava trionfante: “I non vaccinati meritano cenere e bastoni”.
Una linea condivisa, nella sostanza, anche dai vertici delle istituzioni italiane, a loro volta decisi a portare avanti a tutti i costi l’opera di demolizione dei pericolosi “no vax”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci metteva la faccia spiegando: “Non si invochi la libertà per sfuggire alla vaccinazione”. Gli faceva eco il premier Mario Draghi: “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire”. (Continua a leggere dopo la foto)
Tutto falso, invece, visto che i non vaccinati hanno la stessa identica probabilità di contagiarsi e contagiare degli altri. Rifiutare l’inoculazione, dunque, non significa affatto mettere in pericolo le persone che ci stanno intorno, come ammesso dagli stressi produttori dei farmaci anti-Covid. E pensare che il giornalista Andrea Scanzi aveva detto dei non vaccinati: “Sono persone ignoranti, persone analfabete, persone convinte di sapere tutto. Non li recuperi più”. Chi è, adesso, l’ignorante?
Fonte Il Paragone
fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-54296939509514602172022-08-08T19:53:00.004+02:002022-08-08T19:53:35.002+02:00TUTTO E’ TE STESSO 20 Luglio 2022 FONTE https://www.isabelladisoragna.com/articoli/tutto-e-te-stesso/
Un famoso psichiatra, con clinica in Sud America , raccontava in una conferenza episodi di casi di schizofrenia e concludeva citandone qualcuno: si trattava in genere di persone che erano ancora nella fase antecedente…l’educazione parentale, il catechismo, la scuola e che facevano fatica ad adattarvisi. Avendo messo su di loro l’etichetta di malattia mentale grave, in genere si adottavano metodi drastici e allopatici per bloccare la manifestazione invece di integrarla.
https://www.isabelladisoragna.com/traduzioni/accogliere-il-se-frammentato/
Lo schizofrenico – come lo era all’inizio lo sciamano nelle società più vicine alla natura, quando per lui si trattava di “vivere morte e rinascita” per poter aiutare i propri simili – è semplicemente in contatto con le vere forze profonde della vita, ma se non è capito, non solo può reagire male, ma ha difficoltà ad integrarsi con la cosiddetta’’normosi’’ di cui parlava appunto lo psichiatra sud-americano.
In uno dei casi riportati, vi era una madre – col suo bambino…’’malato’’- che cercava aiuto per le sue strane tendenze inabituali. Seduto davanti a lui, in silenzio, ad un tratto il ragazzino sbottò: – Perché tieni un registratore, non lo voglio! – Il dottore stupito, rispose che non vi era nessun registratore! Finalmente poi si ricordò che in un cassetto della scrivania, c’era una borsa con dentro un registratore che però non era in funzione! Da quel momento però, cominciò a vedere e curare questi casi in modo diverso, anzi, utilizzando le loro facoltà di essere al corrente di quanto ‘’sotterraneo’’ ci poteva essere, meglio dei vari medium, guaritori extra-lucidi che si servivano di ‘’poteri occulti’’ per vantaggi propri. Era un’ennesima prova che NON vi è mai stata una vera separazione tranne che nel processo ‘’mentale’’, divisorio.
Da bambina per me non c’era una vera divisione io-altro, tutto era Dio (ora la chiamano ‘coscienza pura’), altrimenti che Dio poteva essere? Era perfetto così, (come non esistessi come individuo separato) perché poi mi raccontarono che era diverso? Non lo dicevo, ma vedevo bene se qualcuno mi mentiva, o anticipavo un evento, se una piantina che mi aveva regalato un amico, sfioriva, vedevo subito che l’amicizia era finita… tutto era naturale. Poi mi tormentarono con educazione, catechismo ecc. e così mi ammalai con problemi endocrini curati naturalmente con dosi massicce di medicine allopatiche che aggravarono la situazione fisica, ma ero ridiventata ‘normosata’ pur rimanendomi un costante bisogno di ‘uscire da un’immaginaria prigione’!!
A scuola la mia unica vera amica era una compagna, che molti anni dopo, decretarono…schizofrenica e rinchiusero in una clinica con dosi massicce di medicine antipsicotiche ecc. La rividi dopo anni e mi spaventò… sembrava un burattino ammaestrato e stra-parlava…Molti anni dopo mi telefonò, era uscita dal…’’carcere’’ e mi raccontò che era stata al porto della città in cui viveva e, avendo visto partire una grossa nave, era contenta perché sulla nave… c’era…anche lei!! Trovai difficile continuare la relazione anche a distanza e telefonicamente, ma non avevo ancora capito tutto il meccanismo implicato. Sia lei che io e chissà quanti altri non vivevamo la ‘’normosi’’ e quindi eravamo soggetti difficili da ri-educare. Vi furono alcuni che decretarono che Ma Ananda Moy era in effetti una…malata mentale! Per lei non ci fu mai separazione. O si parlava di misticismo, come di qualcosa di ”speciale.”
Questa “normosi” non si applica solo a questa situazione mentale particolare, ma all’umanità intera ed è quello che oggigiorno sfruttano i “mass-media” pagati e sottomessi a “poteri” che in realtà sono solo effetti di una divisione intellettuale, che crea paure viscerali e inconsce e quindi bisogno di controllo enorme.
S. Francesco che aveva avuto un seguito di frati, fu “santificato” per …includerlo nell’orbita ecclesiastica (come Padre Pio): troppi sostenitori di una semplice verità che metteva da parte il potere religioso vigente.
Ecco perché vi sono tanti problemi di droghe: è il bisogno di andar oltre il dualismo, di ritrovare uno stato che riunisca le separazioni mentali, dopo il lavaggio del cervello ‘’sociale’’ per poter intravedere la Realtà, ma purtroppo con mezzi debilitanti. Il peyotle e l’ayahuasca dei popoli oltre-oceano erano rituali considerati “sacri” perché (come raccontava A. Huxley) ti fanno vedere-verificare … che tutto è in realtà TE STESSO, ma con le “cerimonie appropriate” che aprono alle dimensioni vere.
Ora anche la scienza, la fisica quantistica e gli studi approfonditi sui meccanismi del sistema neuronale e anche l’astrologia transpersonale, la medicina cinese, l’omeopatia ecc. confermano questa tesi: siamo fatti di ’’vuoto’’ e tutt’al più di risonanze, tutto è il risultato di meccanismi già in atto prima di qualunque decisione e dunque di qualunque cosa, se NON la “nominiamo”. Questo fa cadere le tesi dualistiche di un IO e di ALTRO, di spazio-tempo e di un’origine… mai esistita! Non si tratta di “chiaroveggenza’’, se in un tema astrologico posso vedere già ‘’tutta la vita’’ di un individuo, o se tastando il polso di una persona s’individua il tipo di costituzione o di problemi, poiché siamo un ologramma che al concepimento – nascita contiene GIÀ tutto il gomitolo che nell’apparente spazio-tempo’’ si manifesterà a seconda delle energie in corso, che non sono ”fuori”(anche se li chiamiamo Plutone o Giove ecc.) ma in ognuno di noi e anche in tutto quello che ‘’osserviamo’’ e che si dimostra sempre nostro fedele specchio. Si tratta solo di saperne identificare il simbolo-tipo di energie particolari che risuonano in vari strati della vita, ma che poi si rivelano un’unità.
Nessun “destino o karma “solo specchi nell’apparente spazio-tempo: tutto poi accade da sé o meglio sembra apparire!
Continuiamo pure a servirci di nomi e di eventi ecc., ma possiamo ben vedere davvero che il nome è un’etichetta, (come il nostro nome o altra definizione) ma NON è la cosa e che non serve identificarsi a un corpo-mente-coscienza che è fatto di atomi…vuoti.
Siamo INFINITO SENZA-TEMPO, ma possiamo accogliere anche il… tempo e lo spazio, senza dei quali (anche se fittizi) non vi sarebbe nemmeno la possibilità di contemplare un apparente ”esterno a noi’’- che funziona solo se le nostre percezioni sono attive, anche se anch’esse illusorie.
Eppure basterebbe far ‘’parlare il …cuore’’ che tutto abbraccia, anzi È TUTTO, ma non si può…parlarne senza sminuirlo.
Qual’è più reale ?fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-53356518504682934122022-06-18T13:07:00.001+02:002022-06-18T13:07:22.525+02:00Sa Defenza: Vladimir Putin: Il vecchio mondo è finito<a href="https://sadefenza.blogspot.com/2022/06/vladimir-putin-il-vecchio-mondo-e-finito.html?spref=bl">Sa Defenza: Vladimir Putin: Il vecchio mondo è finito</a>: Il presidente russo Vladimir Putin pronuncia un discorso durante una sessione plenaria del 25° Forum economico internazionale di San Pietrob...fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-26163394691052388882022-05-06T07:31:00.002+02:002022-05-06T07:34:51.455+02:00“Vorrei che si dicesse alla gente, con brutalità o con dolcezza parimenti violenta, ricordati che hai un’anima e che un’anima può tutto”. Cristina Campo, un’intervistaTra i reperti della Radiotelevisione Svizzera c’è un documento straordinario, pubblicato nel 1977. Si tratta di un colloquio tra Cristina Campo e Olga Amman, “etnologa, viaggiatrice e documentarista” (vedi qui), realizzato a Nervi, alcuni mesi prima della sua morte, accaduta il 10 gennaio 1977, a Roma. La Campo non era solita rilasciare interviste: con la Amman fece una eccezione, “accettò forse perché anch’io come lei ero convinta che le cose del mondo visibile sono meno numerose di quelle del mondo invisibile”. Il dialogo si può ascoltare integralmente qui; ne ho estrapolato, per punti, alcune parti, in lettura, lo spartito di un’anima rara. “Io traverso uno strano periodo, un poco sonnambolico, interrotto da momenti di acutissima veglia. Le chiavi continuano ad aprire porte inattese… Io non sono così innocente da penetrare in quei territori come Alice nello specchio – mi rendo conto che si può scoprire all’improvviso di trovarsi in foreste di orsi e di serpenti”, scrive la Campo, il 21 gennaio 1975, a ‘Mita’. Vigile nella solitudine, la Campo abita un doppio romitorio: fisico – ha rari contatti con il mondo – e metafisico – s’è scavata un monastero nel cuore, dove il volto è scatto di fiamma. La sua voce, allo stesso modo, è distante, da un regno blu, scandito da un tempo misurabile in candele, e viva, piena, pronta, qui, in salotto – la Campo è allo stesso modo monda e mondana, ha l’attenzione di chi è nudo e morde. Appena dopo la morte, nel numero di gennaio-marzo 1977 di “Conoscenza religiosa”, sono pubbliche le sue traduzioni da Efrem Siro, il grande poeta e sapiente della Chiesa vissuto nel IV secolo. È poema che brucia, trapunto di luce, un inno alla luce – “Se si congiunge a una fonte di luce/ l’occhio diviene luce/ sfavilla di quella luce/ si fa glorioso di quello splendore” – che infine acceca, fino a rendere visibile solo ciò che non si vede.
***
Chi è Cristina Campo?
“Ma scusi, ma a chi importa?… c’è pure quel matto che strisciava per terra un grosso zoccolo dicendo, ‘lo consumerò questo pazzo mondo’… sono un po’ perplessa di questa generosità, del loro tempo, eccetera, mi affido a lei, non so cosa dire… Spero bene di non saper mai parlare di me…”.
Lo pseudonimo.
“Il mio è uno pseudonimo… mi ricorda una persona saggia e antica che diceva: non dir mai il tuo vero nome, non dir mai la tua data di nascita e non regalare mai una tua fotografia… Da bambini si giocava a darsi dei nomi, avevo 15 anni e giocavo con una mia dolcissima amica che morì sotto la prima bomba che cadde su Firenze. Da allora questo nome dato per gioco mi diventò più caro del mio, e questo è tutto”.
Il gioco delle maschere.
“Considero Cristina Campo talmente poco importante che non mi pesa affatto… Cristina Campo è un personaggio a cui non penso mai, che bellezza, lei resta fuori…”.
“Ha scritto poco e le piacerebbe aver scritto meno”.
“La parola per me è una cosa terribile, è un filo scoperto, elettrico… con il verbo non si scherza… Possiamo fare un male terribile, dire immense sciocchezze di cui ci pentiremo dieci anni dopo. Possiamo educare, formare anime ancora tenere con una sicurezza bersagliera che dopo alcuni anni rimpiangeremo. Ho sempre avuto una gran paura della parola: ho scritto molte cose che non ho pubblicato e non me ne importa nulla. Domani, se stessi per morire, ne butterei nel fuoco molte. ‘Di ogni parola inutile sarà chiesto conto’, dice la Scrittura”.
Cosa le importa?
“La poesia mi importa molto. Qualcosa che mi importa più della poesia è la fonte della poesia. La poesia non ha senso se non nasce da una fonte metafisica, invisibile, come nelle fiabe. Queste sono le due cose che contano”.
Credere nell’invisibile.
“Credo pochissimo al visibile, credo molto all’invisibile ed è forse la cosa che mi interessa di più”.
Fare cose proibite.
“Sto facendo cose proibite, che ora sono diventate pericolose… Mi sono messa a studiare un po’ per noia del pluralismo nostrano, le liturgie non nostre, rimaste se stesse, ed è un mondo inimmaginabilmente bello e importante: mi sono accorta che non solo tutta l’arte ma anche le fiabe vengono da lì… Le due liturgie che più mi hanno impressionato sono l’etiopica e la bizantino-slava, e poi altre, una bellissima, caldaica, dove sentiamo le parole di Cristo come le ha dette”.
Il Padre Nostro è una poesia.
“Il Padre nostro è una poesia. La prima parte, che si svolge tra uomo e Dio, sui desideri a lode di Dio, è rimata; la seconda parte, quando si scende a chiedere il pane quotidiano, è una prosa ritmica, cala, richiama con risonanze la prima parte, è un capolavoro straordinario… Gli strumenti poi sono bellissimi: gli armeni hanno cembali e gong, gli etiopici hanno i tamburi e i sistri, sono meravigliosi. Ciò che avevamo una volta e che abbiamo gettato via, per ragioni certamente sublimi ma che io non afferro, sono conservati lì per aprire i cinque sensi, che diventano cinque porte per far entrare l’invisibile. I profumi di una chiesa armena non possiamo immaginarceli: il profumo del miron, il crisma dove hanno bollito per tre giorni e tre notti cinquantasette aromi diversi alla lettura continua del Vangelo in un fuoco scaturito da icone e alimentato dal vescovo è qualcosa di indicibile”.
Sulle domande capitali: Chi sei? Che senso ha il mondo?
“Non esco mai dalla minore età, spero sempre vanamente, perciò queste domande non le so immaginare, non posso pormi nel cervello dell’Essere, come faccio? Non mi sono mai posta il problema perché si vive? Per me un miracolo… Avere visto una lucertola che prendeva la buccia di una pera, stando sopra il mio piede, e la portava alla femmina, come un dono, mentre il sole tramontava. Ecco, che bello essere creati… o che cosa spaventosa in altri momenti. La domanda urgentissima, piuttosto, è: perché sei qui e cosa devi fare? A quella domanda quasi sempre rispondo ‘per scrivere’, con enorme presunzione. Testimoniare la bellezza, ecco, mi sembra una risposta. E poi amare alcune persone, potendo moltissime, tutto e tutti, ma è difficile”.
La civiltà occidentale.
“Questa non mi sembra più una civiltà, non ha più niente dei caratteri di una civiltà. La civiltà si trasmette con amore, questa è una cosa che si distrugge con furore”.
Lavorare su se stessi, il “collettivo” non esiste.
“Non credo in niente di collettivo, ognuno deve lavorare su se stesso. Ognuno irradia, collettivamente non si può far niente. Esistono uomini ‘realizzati’: questi uomini entrano e tutto va a posto. Io non ho fiducia in niente, ma ho incontrato persone mature, diciamo così, che hanno capito tutto, basta, chiuso, un 5 o 6 uomini e 7 o 8 donne, che è un numero stragrande per chi vive sola, come me, che non frequento un mondo. Vuol dire che ce n’è di questi uomini. Ho viaggiato poco, li ho conosciuti questi uomini e so che se si potesse permettere a questa gente di avere in mano la ferula, potrebbero scaturire dei miracoli”.
Ricordati che hai un’anima.
“Vorrei che si dicesse costantemente alla gente, con brutalità o con dolcezza parimenti violenta, come faceva Cristo, ‘ricordati che hai un’anima e che un’anima può tutto’”.
Olga Amman
Fonte https://www.pangea.news/cristina-campo-intervista/
fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-16198783909804737612022-04-29T07:30:00.001+02:002022-04-29T07:30:30.178+02:00Vivere in modo naturale: I dati mostrano che la maggior parte dei decessi p...<a href="https://www.vivereinmodonaturale.com/2022/04/I-dati-mostrano-che-la-maggior-parte-dei-decessi-per-COVID-si-sono%20-verificati-dopo-introduzione-vaccini.html?spref=bl">Vivere in modo naturale: I dati mostrano che la maggior parte dei decessi p...</a>: I mandati di vaccinazione supportati dall'amministrazione di Joe Biden e imposti da datori di lavoro, ospedali e altre istituzioni sono ...fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-5045118222606689032022-03-29T19:11:00.004+02:002022-03-31T07:13:06.694+02:00Vladimir Putin ha dichiarato la bancarotta …. del sistema monetario fiatFonte https://www.maurizioblondet.it
Spiegazione del prof Sinagra:
La Banca Centrale della Federazione Russa ha annunciato la reintroduzione della convertibilità in oro della sua moneta nazionale, il rublo. L’ancoraggio all’oro è fissato nella misura di grande convenienza di 5.000 rubli per un grammo di oro. Per la stessa ragione il Col. Gheddafi fu assassinato selvaggiamente dagli anglofrancoamericani. La Federazione Russa e Gazprom hanno deciso che gli Stati che hanno imposto sanzioni alla Russia dovranno pagare il gas (150 miliardi all’anno di mc verso la UE), in rubli e tale mezzo di pagamento è per di più previsto dai contratti di acquisto in vigore.
Valutazione del Deutsche Wirtschafts Nachrichten; con questa mossa,
Vladimir Putin ha dichiarato la bancarotta del sistema monetario fiat
CUNEYT YILMAZ
Il 16 marzo 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato durante una videoconferenza “sul sostegno socioeconomico agli stati costituenti della Federazione Russa”:
“Il congelamento illegale di parte delle riserve valutarie della banca centrale russa segna la fine dell’affidabilità dei cosiddetti asset primari. In effetti, gli Stati Uniti e l’UE hanno fallito nei loro impegni nei confronti della Russia. Oggi tutti sanno che le riserve finanziarie possono essere facilmente rubate. E molti paesi potrebbero iniziare nel prossimo futuro – sono sicuro che accadrà – a convertire le proprie risorse cartacee e digitali in riserve reali di materie prime, terra, cibo, oro e altri beni reali, che causeranno solo ulteriori carenze in questi mercati Guiderà.”
Il 3 marzo 2022, il Wall Street Journal , sotto il titolo “Se le riserve valutarie della Russia non sono soldi veri, il mondo è sotto shock”, ha riportato: “Le sanzioni hanno dimostrato che le riserve valutarie accumulate dalle banche centrali possono essere portato via.” Quella dichiarazione del Wall Street Journal coincide con la denuncia di Putin del 16 marzo 2022.
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Appropriato: il 15 ottobre 2020, il capo del FMI Kristalina Georgieva ha dichiarato l’inizio di un “nuovo momento di Bretton Woods“, che era una chiara indicazione che l’attuale sistema finanziario globale doveva essere rivisto.
Basilea III: l’oro diventa un asset premium
L’oro fisico, non l’oro cartaceo, è stato riclassificato da un’attività di livello 3 a un’attività di livello 1 il 28 giugno 2021 ai sensi dell’accordo internazionale di Basilea III.
Ciò significa che dal 28 giugno 2021 l’oro fisico sarà classificato come capitale di classe 1 per le banche. I lingotti d’oro e le monete d’oro presso le banche possono quindi essere utilizzati come riserva per la concessione di prestiti.
Harry Dent, James Rickards e Vladimir Putin
La dichiarazione di Putin è molto importante perché sostanzialmente coincide con le dichiarazioni di esperti finanziari europei e statunitensi secondo cui l’attuale sistema di moneta legale sta per crollare.
Il presidente della Russia afferma anche apertamente che la domanda di metalli preziosi e cereali aumenterà. Numerosi esperti di metalli preziosi ed esperti finanziari – come Harry Dent, James Rickards o Mike Maloney – predicano da molto tempo che i prezzi dell’oro e dell’argento potrebbero raggiungere livelli astronomici. Queste affermazioni sono fatte in connessione con una rivalutazione dell’oro e/o dell’argento, o in connessione con un grave crollo del mercato azionario.
Tuttavia, se le affermazioni di Putin hanno un senso, il vero boom dei prezzi sul mercato dei metalli preziosi e su tutti gli altri mercati delle materie prime si verificherà quando le banche centrali e i governi “convertiranno i loro asset cartacei e digitali in vere riserve di materie prime, terra, cibo, oro e altri beni… reali”.
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Denaro-merce, appoggiato a beni reali, invece di denaro-debito: è davvero la fine dell’Occidente della speculazione e della plutocrazia improduttiva.fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-24604249189335172052022-02-21T13:13:00.001+01:002022-02-21T13:13:04.295+01:00Su La Testa!: SONO UN UOMO LIBERO!<a href="https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2022/02/sono-un-uomo-libero.html?spref=bl">Su La Testa!: SONO UN UOMO LIBERO!</a>: Sono un uomo libero: io non ho paura, neanche di morire. Non indosso - come tanti - mascherine di carnevale, ma soltanto la maschera subac...fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-49386450304691378232022-02-16T09:04:00.009+01:002022-02-16T09:09:51.756+01:00Il mare e le ondewww.isabelladisoragna.com/articoli/mare-le-onde/
Meister Eckhardt(domenicano del 1300) lo spiegava chiaramente nel suo “Sermone della povertà”:
…”Perciò io sono Causa originaria di me stesso secondo il mio essere che è eterno e non secondo il mio divenire che è temporale… perciò io sono non nato e secondo il modo del mio essere non-nato non posso mai morire.” E ancora ”… Se io non fossi, neanche Dio sarebbe: io sono causa originaria dell’ essere Dio, da parte di Dio; se io non fossi, Dio non sarebbe Dio”… “nell’irruzione in cui sono libero del mio proprio volere e del volere di Dio e di tutte le opere e di Dio stesso, là io sono al di sopra di tutte le creature e non sono né Dio né creatura, ma piuttosto quello che ero, che sarò ora e sempre”…”là sono una causa prima immobile, che muove tutte le cose(“.. che muove il sole e l’altre stelle”). Qui Dio non trova alcun luogo nell’uomo, perché l’uomo conquista con questa povertà quel che è stato in eterno” …”qui Dio è una cosa sola con lo spirito e QUESTA è LA POVERTA’ PIÙ VERA CHE SI POSSA TROVARE.” E aggiungeva spesso: ”Non importa se non capite”.
(M. Eckhardt non conosceva certo Nisargadatta Maharaj, ma all’epoca, in Europa si rischiava la pelle a parlar così! Questo sermone (con gli altri) un giorno mi “arrivò per errore e mai richiesto’’ nella cassetta delle lettere: il pacco era destinato ad un lettore dell’Africa del sud).fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8677036774065527689.post-28135719097072548252022-01-29T10:04:00.005+01:002024-01-08T18:15:23.492+01:00 Satsang con Ramesh BalsekarFonte www.innernet
Immagina, se vuoi, che un mattino ti svegli in un altro mondo. Appena ti stropicci gli occhi per abituarti alla luce splendente del sole, vedi che sotto molti aspetti non è un mondo molto diverso da questo. Sei circondato da creature che, ai tuoi occhi, appaiono identiche agli esseri umani con cui di solito condividi il mondo. Li osservi mentre si muovono nelle loro attività giornaliere, vivono le loro vite, s’intrattengono a conversare con gli altri, prendendo le miriadi di scelte e decisioni inerenti alle richieste della vita. Il quadro sembra rassicurante, familiare e normale.
Ma presto scopri che in questo mondo le cose non sono necessariamente come appaiono. Perché questi non sono esseri umani. No, questi sono “organismi corpo/mente” che, a differenza delle loro controparti umane, non hanno la facoltà di scegliere tra più possibilità o di prendere decisioni. Infatti, questi organismi non hanno niente che assomigli lontanamente a quello che chiameremmo libero arbitrio. Le trame delle loro vite furono scritte sulla pietra, molto tempo prima che nascessero, lasciando loro solo la possibilità di compiere meccanicamente degli atti per rappresentare la loro programmazione. Questi, in apparenza delle creature umane, sembrerebbe, non sono diversi dalle macchine. Mentre apparentemente sembrano comportarsi come normali individui dal pensiero libero, indaffarati nelle loro attività quotidiane, stranamente quando gli viene chiesto, sostengono che non stanno facendo proprio niente. Infatti, in questo mondo peculiare, affermano che non ci sono “coloro i quali agiscono”. Per di più, nessuno in questo mondo è mai ritenuto responsabile di qualcosa. Anche quando sembra che uno di questi esseri faccia del male ad un altro, non viene percepito nessun rimorso e non viene assegnata nessuna colpa. Se ti capitasse di chiedere a uno di questi organismi corpo/mente qualcosa a proposito, la risposta sarebbe che non c’era nessuno che aveva fatto niente. L’etica è un concetto sconosciuto da queste parti. Le leggi di natura non sembrano applicabili in questo mirabile nuovo mondo. O forse qui sono state riscritte, dal momento in cui gli esseri sembrano osservare alcune strane leggi. Ti chiedi in quale luogo della Terra potresti essere. Ma non sei sulla Terra, sei atterrato sul Pianeta Advaita.<strike></strike><strike></strike>
Sono venuto a Bombay a intervistare Ramesh Balsekar, uno dei più conosciuti insegnanti dell’Advaita Vedanta attualmente in vita. Vive nel cuore di questa vasta, caotica città, in un’esclusiva zona di fronte al mare, che, mi ha informato il mio tassista, è dove abitano molti vip. Il portiere della sua casa, deducendo automaticamente che come occidentale dovessi essere venuto a visitare Ramesh Balsekar, mi diresse ad un piano superiore, dove c’è la spaziosa e ben ammobiliata residenza di Balsekar. Balsekar fu un padrone di casa molto cortese, accogliendomi calorosamente, nel suo immacolato, tradizionale abbigliamento indiano. Il suo atteggiamento era raggiante e vivace, e mi è stato difficile credere che avesse ottant’anni.
Ramesh Balsekar proviene da un ambiente insolito per un guru indiano. Istruito in occidente, ebbe una carriera di successo come dirigente e andò in pensione dalla sua carica di presidente della Banca dell’India all’età di sessant’anni. E mentre afferma di essere sempre stato incline a credere nel destino, fu solo dopo il suo ritiro dal lavoro che iniziò la sua ricerca spirituale, una ricerca che lo condusse velocemente dal suo guru – il rinomato maestro di Advaita Vedanta Sri Nisargadatta Maharaj. Nisargadatta era un’insegnante impetuoso che divenne famoso in Occidente negli anni ’70 quando fu pubblicata una traduzione inglese dei suoi dialoghi intitolata I Am That (Io sono quello, Astrolabio, Milano, 2001) – un libro che è diventato un classico spirituale moderno. Entro meno di un anno dall’incontro con Nisargadatta, accadde improvvisamente a Balsekar quello che lui ha definito “la comprensione finale” – l’illuminazione – mentre stava traducendo per conto del suo guru. Secondo il racconto di Balsekar, Nisargadatta lo autorizzò ad insegnare appena prima di morire, e da allora, ha costantemente condiviso il suo messaggio come successore di questo maestro molto rispettato. Balsekar ha pubblicato molti libri dei suoi insegnamenti ed ha insegnato in Europa, negli Stati Uniti e in India. Tiene satsang [udienze con un maestro spirituale] ogni mattina nel suo appartamento, e un flusso costante di ricercatori quasi esclusivamente occidentali va a Bombay per vederlo.
All’inizio volevamo intervistare Balsekar, sia perché è un popolare e influente insegnante Advaita – adesso ha autorizzato dei suoi studenti all‘insegnamento – e sia perché è considerato, da molti, il successore di uno dei più riconosciuti insegnanti Advaita dell’era moderna. Nello studiare gli scritti di Balsekar, abbiamo presto realizzato che stava insegnando una forma dell’Advaita insolita e possibilmente eccentrica che induceva, francamente, a nostro parere, a conclusioni opinabili e perfino disturbanti. Sebbene il pensiero indiano sia stato a lungo criticato per le sue inclinazioni deterministiche, sembrava che Balsekar avesse portato questo fatalismo a un estremo senza precedenti. Fu sia un desiderio di esplorare questi spazi inquietanti, sia di proseguire con il nostro interesse soprattutto per gli insegnamenti Advaita, che alla fine mi portò a Bombay a parlare con lui. E mentre arrivai immaginandomi un incontro impegnativo, guardando a posteriori, mi è chiaro che, mentre ci fu offerto il caffè e ci sistemammo comodamente nel suo soggiorno, non avrei avuto nessuna possibilità di prepararmi al dialogo che stava iniziando.
Chris Parish: Sei sempre più noto come insegnante dell'Advaita Vedanta sia in India sia in Occidente. Puoi descriverci cosa insegni?
Ramesh Balsekar: Posso davvero dirlo con una sola frase. La frase su cui si basa il mio intero insegnamento è: “Sia fatta la tua volontà”. O come lo dicono i Musulmani, Inshallah –“Il volere di Dio.” O nelle parole di Buddha: “Gli eventi accadono, le azioni sono compiute, non c’è alcun individuo che agisce”. Vedi, il conflitto di base nella vita è: “Faccio sempre tutto nel modo giusto quindi mi aspetto la mia ricompensa; egli o ella fanno sempre qualcosa di sbagliato e quindi dovrebbero essere puniti”. Questa è la vita, non è cosi?
Chris Parish: Certamente, accade spesso.
Ramesh Balsekar: Questa è la base di ciò che ho osservato. L’intero problema sorge perché qualcuno dice: “Io ho fatto qualcosa e mi merito una ricompensa, o egli ha fatto qualcosa e perciò lo voglio punire per quello che ha fatto”.
Chris Parish: Come conduci le persone a questo – che “non c’è colui che agisce”?
Ramesh Balsekar: È molto semplice. Se analizzi ciascuna azione che consideri la tua azione, scoprirai che è una reazione del cervello ad un evento esterno sul quale non hai alcun controllo. Un pensiero arriva – non hai controllo sul pensiero in arrivo. Qualcosa viene visto e udito – non hai controllo su ciò che vedrai e udrai in seguito. Tutti questi eventi accadono senza il tuo controllo. E poi che succede? Il cervello reagisce al pensiero o alla cosa vista, udita, gustata, odorata, o toccata. La reazione del cervello è ciò che chiami “la tua azione”. Ma, di fatto, è solamente un concetto.
Chris Parish: Qual è la differenza, quindi, fra i pensieri, le sensazioni e le azioni di una persona illuminata e di una non illuminata?
Ramesh Balsekar: Succede la stessa cosa. La sola differenza è che il saggio capisce che quello è ciò che sta accadendo. Perciò sa che non c’è niente che egli stia facendo – semplicemente le cose accadono. Il saggio sa che “io non sto facendo niente”. Ma l’uomo comune dice: “Io faccio delle cose e loro fanno delle cose. Perciò voglio la mia ricompensa e voglio che loro siano puniti”. La ricompensa o la punizione derivano dal fatto che io, lui, o lei facciamo delle cose.
Chris Parish: Posso capire attraverso la mia esperienza che non abbiamo controllo sui pensieri e le emozioni che affiorano. Ma qualche volta un’azione segue e talaltra no, e mi sembra che c’è una grande differenza tra quando un pensiero si manifesta solamente e quando viene intrapresa un’azione che coinvolge un’altra persona.
Ramesh Balsekar: L’azione che accade è il risultato della reazione del cervello al pensiero. Se si è soltanto testimoni del pensiero e il cervello non reagisce a quel pensiero, allora non c’è azione.
Chris Parish: Ma, se come tu dici, non c’è nessuno che decide come rispondere, chi è che causa il manifestarsi o meno di un’azione?
Ramesh Balsekar: Un’azione accade se è nel volere di Dio che accada. Se non è nel suo volere, non accade.
Chris Parish: Vuoi dire che ogni azione che si manifesta è per il volere di Dio?
Ramesh Balsekar: Sì – è il volere di Dio.
Chris Parish: Che agisce attraverso una persona?
Ramesh Balsekar: Sì, attraverso una persona.
Chris Parish: Sia che questa persona sia illuminata oppure no? Attraverso ognuno, in altre parole?
Ramesh Balsekar: Esatto. La sola differenza, come ho detto, è che l’uomo comune pensa: “ È la mia azione”, laddove il saggio sa che è l’azione di nessuno. Il saggio sa che “le azioni sono compiute, gli eventi accadono, ma non c’è un colui individuale che agisce”. Per quanto mi riguarda questa è l’unica differenza. La sola differenza tra un saggio e una persona comune è che la persona comune crede che ogni individuo fa ciò che accade attraverso quell’organismo del corpo/mente. Così dal momento che il saggio sa che non esiste azione che egli compia, se si produce un’azione che ferisce qualcuno, farà tutto ciò che gli è possibile per aiutare quella persona – ma non ci sarà nessun senso di colpa.
Chris Parish: Vuoi dire che se un individuo agisce in modo da ferirne un altro, la persona che l’ha compiuto, o, come dici, l’”organismo corpo/mente” che l’ha agito, non è responsabile?
Ramesh Balsekar: Quello che sto dicendo è che sai che: ”io” non l’ho fatto. Non dico che non sei dispiaciuto di aver ferito qualcuno. Il fatto che qualcuno è stato ferito indurrà un sentimento di compassione e il sentimento di compassione risulterà nel mio tentativo di fare il possibile per lenire la ferita. Ma non ci sarà senso di colpa: io non l’ho fatto! L’altra faccia della medaglia è che accade un’azione lodata dalla società che mi premia per questo. Non dico che non ci sarà felicità causata dalla ricompensa. Così come la compassione si è manifestata a causa della ferita, un sentimento di soddisfazione o felicità può sorgere a causa di una ricompensa. Però, non ci sarà orgoglio.
Chris Parish: Ma intendi letteralmente dire che se io vado a colpire qualcuno, non sono io a farlo? Voglio semplicemente essere chiaro a questo proposito.
Ramesh Balsekar: Il fatto iniziale, il concetto originario, rimane ancora: tu hai colpito qualcuno. Sorge il concetto aggiuntivo che qualsiasi cosa accada è il volere di Dio, e la volontà di Dio relativa ad ogni organismo corpo/mente è il destino di quell’organismo corpo/mente.
Uso la parola “programmare” in riferimento alle caratteristiche inerenti all’organismo corpo/mente. La “programmazione” per me significa i geni più i condizionamenti ambientali. Non hai potuto scegliere i tuoi genitori, perciò non hai avuto scelta per quanto riguarda i tuoi geni. Allo stesso modo, non hai avuto voce in capitolo riguardo all’ambiente di nascita.
Chris Parish: Quindi potrei soltanto dire: “Beh, ho agito per volontà di Dio, non è colpa mia”.
Ramesh Balsekar: Certo. Un atto accade perché è nel destino di quest’organismo corpo/mente, e perché è il volere di Dio. E le conseguenze di quell’azione sono anch’esse il destino di quell’organismo corpo/mente. Se accade una buona azione, quello è il destino. Per esempio, prendiamo Madre Teresa. L’organismo corpo/mente conosciuto come Madre Teresa era stato così programmato affinché accadessero solo buone azioni. Quindi il manifestarsi di buone azioni era il destino dell’organismo corpo/mente chiamato Madre Teresa e le conseguenze furono un premio Nobel, ricompense, onorificenze e donazioni per le varie cause. Tutto questo era il destino di quell’organismo corpo/mente chiamato Madre Teresa. Dall’altro lato c’è un organismo psicopatico che è programmato in modo tale - dalla stessa Sorgente – che accadano solo azioni cattive o perverse. La manifestazione di queste cattive azioni perverse è il destino di un organismo corpo/mente che la società chiama psicopatico. Ma lo psicopatico non ha scelto di essere tale. Infatti, non c’è uno psicopatico; c’è solo un organismo corpo/mente psicopatico, il cui destino è produrre azioni cattive e perverse. E anche le conseguenze di tali azioni sono il destino di quell’organismo corpo/mente.
Chris Parish: Ritieni che tutto sia predestinato? Che tutto sia programmato dalla nascita?
Ramesh Balsekar: Sì. Uso la parola “programmare” in riferimento alle caratteristiche inerenti all’organismo corpo/mente. La “programmazione” per me significa i geni più i condizionamenti ambientali. Non hai potuto scegliere i tuoi genitori, perciò non hai avuto scelta per quanto riguarda i tuoi geni. Allo stesso modo, non hai avuto voce in capitolo riguardo all’ambiente di nascita. Perciò non hai avuto scelta riguardo i condizionamenti dell’infanzia che hai ricevuto in quell’ambiente, che include i condizionamenti a casa, nella società, a scuola e in chiesa. Gli psicologi affermano che la somma dei condizionamenti ricevuti entro i tre, quattro anni d’età è il condizionamento di base. Ci saranno condizionamenti ulteriori, ma il condizionamento di base che crea la personalità è la somma dei geni più il condizionamento ambientale. La chiamo programmazione. Ogni organismo corpo/mente è programmato in un modo unico. Non ci sono due organismi corpo/mente uguali.
Chris Parish: Sì, ma non è forse vero che due persone possono avere un assortimento di condizionamenti simile eppure essere completamente diverse l’una dall’altra?
Ramesh Balsekar: Certo. Per questo motivo uso due termini: uno è la programmazione dell’organismo corpo/mente stesso; l’altro è il destino. Il destino è il volere di Dio riguardo a quell’organismo corpo/mente, impresso al momento del concepimento. Il destino di un concepito può essere di non nascere affatto – nel qual caso sarà abortito. Tutto questo è un concetto, non ti sbagliare. Questo è il mio concetto.
Chris Parish: Affermi che questo è un concetto e, di sicuro tutte le parole sono concetti, ma come facciamo a sapere che questo concetto rappresenta la verità? Tendo a pensare che ognuno abbia delle responsabilità individuali e che, sebbene ci sia una certa quantità di condizionamenti che ereditiamo, possiamo tuttavia scegliere la risposta. Un individuo può trascendere gli aspetti del suo condizionamento, mentre un altro può rimanerci bloccato tutta la vita. Dal momento che questo accade, direi che è dovuto alla volontà dell’individuo di trascendere i condizionamenti, e di aver successo.
Ramesh Balsekar: Ma se questo accade può accadere se non è nella volontà di Dio? Supponiamo che ci siano due persone: una cerca di superare i suoi limiti e ce la fa; l’altra non ce la fa. Quello che intendo è: sia colui che ha successo, sia colui che fallisce lo fa perché quello è il destino del suo organismo corpo/mente – che è la volontà di Dio.
Chris Parish: Ma non potremmo più semplicemente dire che è nella volontà di Dio dare ad ogni individuo la libera scelta di prendere le sue decisioni?
Ramesh Balsekar: No. Vedi, la mia domanda è: quale delle due volontà prevale? Quella dell’individuo o quella di Dio? Secondo la tua esperienza fino a che punto il tuo libero arbitrio ha prevalso?
Chris Parish: Penso che, a volte, la volontà dell’individuo possa certamente prevalere.
Ramesh Balsekar: Nei confronti della volontà di Dio? Quando vuoi qualcosa e ti dai da fare per averlo e lo ottieni, lo ottieni perché la tua volontà coincide con quella di Dio.
Chris Parish: Prendiamo l’esempio di un individuo che diventa un tossicodipendente e rimane tale tutta la vita. Uno, può altrettanto facilmente argomentare, che ha fatto questa scelta per andare contro la volontà di Dio e ha avuto successo – precisamente perché c’è il libero arbitrio.
Ramesh Balsekar: Ma sia che tu lo accetti o no di per sé è la volontà di Dio, non lo vedi? Che tu accetti la volontà di Dio o che tu non accetti la volontà di Dio, è la stessa volontà di Dio!
Chris Parish: Affermare che tutto è programmato anticipatamente, che tutto è destino, che non c’è libera scelta, sembra una forma molto estrema di riduzionismo. Secondo questa visione gli esseri umani sono come computer; tutto ciò che ci riguarda è completamente predisposto.
Ramesh Balsekar: Sì, precisamente.
Chris Parish: Ma questa mi sembra una visione senza cuore. Allora siamo soltanto delle macchine – tutto ci accade. Non c’è niente che possiamo agire, niente che possiamo cambiare.
Ramesh Balsekar: Sì, esattamente.
Chris Parish: Ma questo potrebbe facilmente condurre ad una profonda indifferenza verso la vita.
Ramesh Balsekar: Sì, e se accadesse, allora sarebbe ottimo!
Chris Parish: Davvero?
Ramesh Balsekar: Ma questo è il punto! Certo. Poi puoi dire che qualsiasi cosa accada viene accettata. Allora non c’è infelicità; non c’è miseria, non c’è colpa, orgoglio, odio, invidia. Che c’è di sbagliato in questo? E come già ti ho detto, le azioni accadono attraverso questo organismo corpo/mente, e se questo individuo scopre che un atto ha ferito qualcuno, nasce la compassione.
Chris Parish: Ma non appare un po’ strano prima ferire qualcuno e poi provare compassione? Non sarebbe meglio, in primo luogo, non ferirlo?
Ramesh Balsekar: Ma non è sotto il tuo controllo! Se lo fosse stato, in primo luogo non lo avresti mai fatto.
Chris Parish: Ma se uno crede di poter esercitare il controllo opponendosi alla credenza che afferma il contrario, potrebbe scegliere di non farlo.
Ramesh Balsekar: Allora perché l’essere umano non esercita il controlla su ogni azione che si manifesta? Lascia che ti faccia una domanda. È evidente che l’essere umano possegga un intelletto straordinario, un intelletto tale che un piccolo essere umano è stato capace di spedire un uomo sulla luna.
Chris Parish: Sì, è vero.
Ramesh Balsekar: E ha anche l’intelletto per comprendere che se fa certe cose, altre cose terribili accadranno. Ha l’intelletto per sapere che se produce armamenti nucleari o armi chimiche, poi saranno usate e succederanno cose terribili nel mondo. Ha l’intelletto – dunque se possiede il libero arbitrio, allora perché lo fa? Se possiede il libero arbitrio, perché ha ridotto il mondo in queste condizioni?
Chris Parish: Ammetto che la situazione che descrivi è ovviamente malsana. Ma suggerirei che dipenda dal fatto che le persone hanno una volontà debole. E credo che possano cambiare se lo vogliono – se ci tengono.
Ramesh Balsekar: Allora perché non l’hanno fatto?
Chris Parish: Alcune persone cambiano, ma, come ho detto, sfortunatamente sembra che i più abbiano una volontà debole. Il libero arbitrio da solo non ci assicura che agiremo con intelligenza. Come nell’esempio che hai appena portato, è chiaro che la gente spesso scelga di fare delle cose abbastanza dannose.
Ramesh Balsekar: Se dici che abbiamo il libero arbitrio di distruggere il mondo, significa, in altre parole, che stiamo distruggendo il mondo perché lo vogliamo – sapendo benissimo che il mondo sarà distrutto! Il libero arbitrio significa che vuoi farlo.
Chris Parish: Penso che il problema stia più nel fatto che le persone, di solito, non si assumano le conseguenze delle loro azioni. Spesso pensano solo a loro stesse, senza considerare dove possano condurre le loro azioni.
Ramesh Balsekar: Ma l’essere umano è straordinariamente intelligente. Perché non pensa nei modi che tu proponi? La mia risposta è – perché non è previsto che lo faccia.
Chris Parish: Quando dici “non è previsto”, che significa?
Ramesh Balsekar: Non è nella volontà di Dio che gli esseri umani pensino in questi termini. Non è nella volontà di Dio che gli esseri umani siano perfetti. La differenza tra il saggio e la persona comune è che il saggio accetta che sia come Dio vuole, ma – e questo è importante – che ciò non gli impedisca di fare quello che crede che debba essere fatto. E quello che ritiene di dover fare è basato sulla programmazione.
Chris Parish: Ma perché il saggio ”farebbe quello che crede debba essere fatto” se, come hai già spiegato, sa che, in primo luogo, non è lui a pensare?
Ramesh Balsekar: Vuoi dire, come accade l’azione? La risposta è che l’energia all’interno dell’organismo corpo/ mente compie l’azione secondo la programmazione.
Chris Parish: Quindi l’azione, come tu la descrivi, si manifesta solo attraverso la persona.
Ramesh Balsekar: Sì, fluisce. L’azione accade. Pertanto, questo è il punto di ciò che dico – tornando indietro, di nuovo, alle parole del Buddha: “Gli eventi accadono, le azioni sono compiute”.
Chris Parish: Da quello che conosco sul pensiero del Buddha, anch’egli sentiva fortemente che gli individui erano personalmente responsabili delle loro azioni. Non è questa la base del suo intero insegnamento sul karma, sulla causa ed effetto?
Ramesh Balsekar: Non il Buddha!
Chris Parish: È la mia impressione che Buddha insegnò un bel po’ la “retta azione”. Sembrava che gli stesse molto a cuore quello che la gente faceva, e poneva molta enfasi sulle persone che s’impegnano in modo appropriato per cambiare se stesse.
Ramesh Balsekar: Questa è un’interpretazione successiva del Buddismo. Le parole del Buddha sono molto chiare. Chi ha il controllo di ciò che accade? Dio ha il controllo! Questa è la base di tutte le religioni, come abbiamo visto. E perché ci sono delle guerre religiose se questa è la base di tutte le religioni? Sono coloro che interpretano, la causa di queste guerre! E, ancora, come potrebbe succedere se non fosse nella volontà di Dio?
Chris Parish: È chiaro che tu creda che tutto quello che facciamo, lo facciamo a causa della volontà di Dio. Mi sembra, però, che questo abbia un senso soltanto nel caso di un individuo che sia giunto alla fine del suo cammino spirituale – che abbia concluso con l’ego – perché le azioni di questa persona non sono al servizio di se stessa, e quindi, non ci sarebbe nessuna deformazione della volontà di Dio. Ma fino a quel punto, se un individuo agisce male verso un altro, potrebbe essere solo una reazione compulsiva perché si sente egoista. Se quella fosse la causa, allora ciò che dici potrebbe effettivamente essere usato come una giustificazione per un comportamento spiacevole o aggressivo. Potrebbero semplicemente dire: “Tutto è volontà di Dio. Non ha importanza!”
Ramesh Balsekar: Lo so, ma quella è la verità. La tua vera domanda è: “Perché Dio ha creato il mondo in questo modo?”. Vedi, però, un essere umano è solo un oggetto creato che è parte della totalità della manifestazione che è stata generata dalla Sorgente. Così la mia risposta è: “Un oggetto creato non può in alcun modo conoscere il suo creatore!”. Lascia che ti porti una metafora. Immaginiamo che dipingi un quadro, e in quel quadro dipingi una figura. Poi quella figura vuole conoscere, numero uno, perché tu, quale pittore, hai dipinto quel particolare quadro, e, numero due, perché hai fatto la figura così brutta! Vedi, come può un oggetto creato arrivare mai, in alcun modo, a conoscere la volontà del suo creatore? Comunque il mio punto di vista è che questo non t’impedisce di fare ciò che pensi vada fatto! Accettando che niente accada senza la volontà di Dio non impedisce a nessuno di fare ciò che crede vada fatto. Puoi fare altrimenti?
Chris Parish: Ma basandomi su questa linea di ragionamento, come ho già detto, penserei che sarebbe piuttosto facile concludere: “D’accordo è tutto nella volontà di Dio; non ha importanza quello che accade”. E poi semplicemente lasciar perdere tutto quanto.
Ramesh Balsekar: Vuoi dire: “Allora perché non stare a letto tutto il giorno”?
Chris Parish: Appunto, perché continuare a fare degli sforzi?
Ramesh Balsekar: La risposta è che l’energia all’interno di questo organismo corpo/mente non permetterà a questo organismo corpo/mente di rimanere inattivo neanche per un momento. L’energia continuerà a produrre qualche azione, fisica o mentale, ogni attimo, secondo la programmazione dell’organismo corpo/mente e il destino dell’organismo corpo/mente, che è la volontà di Dio. Ma questo non t’impedisce, pensando ancora di essere un individuo, di fare ciò che credi vada fatto. Per cui quello che dico, di fatto, è: “Ciò che tu pensi che dovresti fare in ogni situazione, in quel particolare momento, è precisamente ciò che Dio vuole che tu pensi vada fatto! In definitiva l’accettare la volontà di Dio non t’impedisce di fare ciò che pensi vada fatto. Vedi? Infatti, non puoi fare a meno di farlo!
Chris Parish: Ho letto qualcosa su un opuscolo scritto da numerosi tuoi studenti che sembra rilevante a questo proposito. Dice: “Quello che ti piace può essere solo ciò che Dio vuole che ti piaccia. Niente può accadere senza la Sua volontà”. L’opuscolo aggiunge anche: “Non sentirti in colpa neanche se accade un adulterio. Tu, la Sorgente, sei sempre puro”.
Ramesh Balsekar: Questo l’ha detto Ramana Maharshi.
Chris Parish: La Sorgente può essere sempre pura, ma, di nuovo, mi sembra che questo potrebbe essere facilmente preso come il permesso di agire senza coscienza. Potresti dire: “Non ha importanza se commetto un adulterio, non ha importanza se faccio del male ai miei amici, perché quell’azione semplicemente accade”. Può essere facilmente preso come il permesso di agire secondo il desiderio, solo perché mi succede di avere quel desiderio.
Ramesh Balsekar: Ma non è proprio quello che accade?
Chris Parish: Accade, certamente, ma…
Ramesh Balsekar: Vuoi dire che succederebbe più di frequente?
Chris Parish: Potrebbe, con facilità, succedere più spesso. Potrei dire: “Ecco, non ha importanza quel che faccio adesso. Non devo far caso a frenarmi se sento un desiderio”. Ti è chiaro quel che intendo?
Ramesh Balsekar: La domanda comunemente formulata è: “Se in realtà io non faccio niente, che cosa mi impedisce di prendere una mitragliatrice e andare fuori ad uccidere venti persone?”. Questo è ciò che intendi chiedere, non è così?
Chris Parish: Beh, questo è un esempio estremo
Ramesh Balsekar: Sì, prendiamo un esempio estremo!
Chris Parish: Ma io credo sia più interessante prendere in considerazione l’esempio dell’adulterio, perché molte persone non farebbero davvero un gesto così estremo come mitragliare delle altre.
Ramesh Balsekar: Va bene. È la stessa cosa quando parliamo del commettere adulterio. Ho letto che gli psicologi e i biologi, basandosi sulle loro ricerche, sono giunti alla conclusione che se inganni tua moglie, non dovresti fartene una colpa. Sempre di più gli scienziati stanno arrivando alla conclusione che i mistici hanno sempre sostenuto – che qualsiasi azione accada sia rintracciabile nella programmazione.
Chris Parish: Mi rendo conto che in alcuni casi questo potrebbe essere vero, ma diciamo, per esempio, che ho l’urgenza di commettere un adulterio. Potrei dire: “Deve essere nella volontà di Dio che accada, quindi lo farò”. Oppure, potrei trattenermi e non causare un bel po’ di sofferenza ai miei amici. Non sarebbe meglio se mi trattenessi?
Ramesh Balsekar: Allora, chi è che ti impedisce di trattenerti? Fai quello che ti pare! Che cosa t’impedisce di trattenerti? Trattieniti!
Chris Parish: Il mio punto di vista è che è meglio fare così!
Ramesh Balsekar: Anche il mio.
Ricercare è il più grande ostacolo a causa della presenza del ricercatore. Il ricercatore è l’ostacolo – non il ricercare; il ricercare accade da solo. Il ricercare accade perché l’organismo corpo/mente è programmato per ricercare.
Chris Parish: Ma secondo la tua visione, potrei altrettanto facilmente dire: “Se sento un desiderio è in virtù del volere di Dio”. E poi non trattenermi.
Ramesh Balsekar: Affermi che sai che dovresti trattenerti – allora perché non ti trattieni? Se un organismo corpo/mente è programmato per non ingannare la moglie, qualsiasi cosa dicano gli altri non lo farà. Se sei programmato per non alzare una mano su nessuno, cominceresti ad uccidere le persone? Ora, se ci fosse una legge che ti permettesse di picchiare tua moglie senza correre alcun rischio, cominceresti a picchiare tua moglie? No, senza che l’organismo corpo/mente sia programmato per farlo, e se è programmato per farlo, succederebbe in ogni caso. Così come ho detto, accettare la volontà di Dio non t’impedirà di fare qualsiasi cosa pensi che vada fatta. Falla! Fai esattamente quello che pensi che debba essere fatto!
Chris Parish: Alla fine, tuttavia, come possiamo dire che sappiamo che si tratta del destino o della volontà di Dio? Tutto quello che sappiamo è che certi eventi si manifestano. In seguito, possiamo rivedere ciò che abbiamo fatto e ammettere: “È successo, semplicemente”. E se ci piace possiamo chiamarlo destino. Ma non è più accurato dire che in realtà non sappiamo se si tratti del destino oppure no? Dire che non lo sappiamo è diverso dal dire che: “Sappiamo che è il volere di Dio”. È diverso dal dire che sappiamo che tutto è già predestinato. Vedi, mi sembra che tu voglia affermare che sai che tutto è nella volontà di Dio.
Ramesh Balsekar: Non lo sappiamo, e questo è il dato di fatto; così se preferisci, puoi abbandonare il concetto di destino e dire che nessuno, in realtà sa niente su nulla. Bene. Non c’è bisogno del concetto di destino. Dopotutto, se accetti che qualsiasi cosa accada non sia nelle tue mani, poi chi rimane a preoccuparsi del destino?
Chris Parish: Dal momento che molti ricercatori spirituali vengono da te per ricevere consiglio sul cammino spirituale, vorrei chiederti, quale valore vedi, se ce n’è, nella pratica spirituale come strumento verso l’illuminazione?
Ramesh Balsekar: Se la sadhana [la pratica spirituale] è necessaria, un organismo corpo/mente è programmato per fare sadhana.
Chris Parish: In altre parole se deve accadere accade?
Ramesh Balsekar: Giusto. Le persone talvolta mi chiedono: “Se niente è nella mie mani (se non posso intervenire su niente), dovrei meditare oppure non dovrei?”. La mia risposta è molto semplice. Se ti piace meditare, medita; se non ti piace, non forzarti a farlo.
Chris Parish: La ricerca spirituale, allora, è un ostacolo all’illuminazione?
Ramesh Balsekar: Sì, ricercare è il più grande ostacolo a causa della presenza del ricercatore. Il ricercatore è l’ostacolo – non il ricercare; il ricercare accade da solo. Il ricercare accade perché l’organismo corpo/mente è programmato per ricercare. Così se il ricercare l’illuminazione accade, allora l’organismo corpo/mente è stato programmato per ricercare. L’ostacolo è il ricercatore che dice: “Voglio l’illuminazione”.
Chris Parish: Allora perché tanti saggi hanno parlato dell’importanza del ricercare? Ramana Maharshi ha detto che il ricercatore deve volere l’illuminazione così intensamente come un uomo che sta annegando vuole l’aria – con tale livello di concentrazione e sincerità.
Ramesh Balsekar: Certo. Quello che vuole dire, quindi, è che ci debba essere quel tipo d’intensità nel ricercare. Ma ha anche detto: “Se vuoi fare uno sforzo, devi fare uno sforzo; ma se è destino che lo sforzo non debba essere fatto, lo sforzo non sarà fatto”. Ramana ha detto questo. Così, vedi, se uno ricerca o non ricerca non è sotto il suo controllo. Se la ricerca di Dio o la ricerca del denaro accade, non è né un tuo merito né una tua colpa.
Chris Parish: In uno dei tuoi libri hai scritto che uno ha raggiunto una certa profondità di comprensione quando può dire: “Non m’importa se l’illuminazione accade o non accade a questo organismo corpo/mente”.
Ramesh Balsekar: È vero. Quando raggiunge quello stadio, allora significa che il ricercatore non c’è più. È estremamente vicino all’illuminazione perché se non c’è nessuno ad interessarsene, allora non c’è più nessun ricercatore.
Chris Parish: Ma il risultato non potrebbe essere soltanto un’indifferenza straordinariamente profonda – che non è l’illuminazione?
Ramesh Balsekar: Quello potrebbe condurre all’illuminazione!
Chris Parish: Ho ancora una domanda. Spesso affermi che dovremmo “solo accettare ciò che è”
Ramesh Balsekar: Sì, se ti è possibile farlo – e questo non è sotto il tuo controllo!
Epilogo
Mentre passai barcollando accanto al portiere e uscii nelle strade affollate di Bombay la mia mente vacillava. Come poteva essere, mi chiesi mentre mi facevo largo tra la folla, che un uomo intelligente ed educato come Ramesh Balsekar potesse veramente credere che ogni cosa è predestinata, che prima di essere nati, il nostro destino è già inciso in una sorta di granito etereo? Poteva essere veramente serio nella sua insistenza che la nostra intera vita, con il suo apparente flusso senza fine di scelte e decisioni, di precarie opportunità per sistemarne il corso per il meglio o per il peggio, sia veramente, dal primo respiro, un destino? Mentre traversavo il marciapiede alla ricerca di un caffè nel quale trovare ristoro dal caos, i difficili passaggi del nostro breve dialogo mi vorticavano in testa. Si, “Così sia” è l’essenza della maggior parte delle religioni, pensavo tra me e me, ma per i più grandi mistici e saggi che avevano fatto queste affermazioni nella storia, l’arrendersi alla volontà di Dio ha significato molto di più del semplice accettare che non c’è nulla che si possa fare per influenzare le circostanze della vita. Certamente quello che tradizionalmente è stato riportato come “volontà di Dio” è quello che uno scopre quando ha completamente abbandonato l’ego, quando tutte le motivazioni egoistiche sono state bruciate, lasciandolo completamente arreso ad eseguire la volontà di Dio, qualsiasi essa sia! Per un Gesù, o un Ramakrishna o un Ramana Maharshi dire che si era arreso alla volontà di Dio era un fatto. Ma dire che questo sia vero per tutti sembrava riflettere, al momento, una forma pericolosa e particolare di pazzia e di un tipo che poteva essere usato per giustificare le più estreme forme di comportamento. L’affermazione di Balsekar “Quello che pensi di dover fare in ogni situazione… è precisamente ciò che Dio vuole che tu pensi che debba essere fatto” significa che per lui il Buddha illuminato non sta facendo in misura maggiore la volontà di Dio, di un serial killer che sta attaccando la sua prossima vittima.
Ero venuto all’intervista aspettandomi qualche disaccordo, ma in qualche modo perfino i libri di Balsekar sui quali tutte queste idee sono ripetutamente e chiaramente espresse, non mi avevano preparato all’incontro con l’uomo stesso. Come gli erano venute queste idee? Mi chiedevo. E perché? I miei pensieri giravano e rigiravano, richiamando ogni fatto della sua rabbrividente affermazione che perfino quando facciamo del male a qualcuno, non abbiamo bisogno di sentirci in colpa, perché non siamo responsabili delle nostre azioni - “che perfino Hitler fu un mero strumento attraverso cui gli orribili eventi che dovettero accadere accaddero” - alla sua dichiarazione, che andava oltre il buon senso, che non abbiamo il potere di controllare il nostro comportamento o perfino di influenzare quello degli altri. E tutto ciò nel contesto della sua descrizione fantascientifica di tutti noi come degli “organismi corpo/mente” che recitano la loro ”programmazione”.
Improvvisamente la benvenuta vista di un the shop apparve tra lo smog, e mentre mi facevo largo per entrare, provai sollievo nel trovare quel tipo di oasi quieta nella quale avevo sperato. Fu lì, a uno dei molti tavolini vuoti, mentre il primo sorso di tè al latte dal sapore dolce e vellutato scivolava tra le mie labbra, che, in un flash, mi colpì. Non stavo bevendo quel tè! Non ero seduto a quella tavola! Infatti, non ero quello che era entrato nel the-shop. E non ero quello che si era appena tormentato per un’ora discutendo con un uomo che in quel momento cominciava ad assomigliare ad un individuo sano. Infatti, non avevo fatto nulla. Era come se un peso che avevo portato per tutta la vita si fosse sollevato improvvisamente nel cielo grazie ad un pallone (ad aria calda), spedito lontano, per non ritornare più. Tutti quegli anni avevo combattuto per diventare un essere umano migliore, più onesto e generoso – tutto quello sforzo che avevo fatto per rinunciare alle mie inclinazioni di superiorità, egoismo e aggressività – sono stati tutti una folle impresa, tutti stupidamente e senza necessità basati sull’idea importante che avevo un qualche controllo sul mio destino, e la meschina presunzione che quello che facevo importasse agli “altri”. Come avevo potuto essere così fuori strada? Ma aspetta, non ero io neppure colui che fu condotto fuori strada! Come se si separassero le nuvole, all’improvviso ora vedo chiaramente, che quello che avevo pensato come “la mia vita” era stato solo un processo meccanico. La persona che pensavo di essere era solo una macchina. Ed il mondo nel quale pensavo di vivere non era, come avevo dedotto, un mondo di complessità umana, ma uno di meccanicistica semplicità, di ordine perfetto, un matematico svolgersi di programmi in movimento dall’inizio del tempo.
Come la clinica perfezione del piano scientifico di Dio iniziò ad aprirsi davanti a me, l’estatico trillo della libertà assoluta – dalla preoccupazione, dall’occuparsi, dall’obbligo, dalla colpa – iniziò a correre attraverso le mie vene come un torrente di fiumi senza argini. E con quello sopraggiunse una pace avvolgente, risuonante, un’assoluta mancanza di tensione, nel riconoscimento che non importa quale ambiguità apparente o quale incertezza potessi incontrare da lì in poi, non importa quali decisioni apparentemente difficili potessi incontrare, potevo sempre riposare con la certezza che qualsiasi scelta facessi era esattamente la scelta che Dio voleva che io facessi. Il misterioso senso di uno Sconosciuto che mi aveva trascinato per così tanto tempo era evaporato. Gli altri nel caffè voltarono la testa mentre ridevo rumorosamente, una lunga risata di pancia, e riflettevo tra me e me che gioco fantastico sarebbe la vita se tutti capissero come va veramente, se ognuno potesse avere almeno un bagliore di come saremmo liberi, se vivessimo tutti sul Pianeta Advaita.fiore selvaticohttp://www.blogger.com/profile/05458445062711751086noreply@blogger.com1