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UN LUNGO SOGNO. STORIA DI UN RISVEGLIO, viaggiando nel sud est asiatico,da cui è nato un libro.Cliccando nelle ETICHETTE,,,LIBRO FINE,,potrete leggere la parte finale del libro,il mio incontro con il GRANDE MISTERO.Cliccando LIBRO, invece si avra un lungo riassunto.Nel blog informerò su argomenti che i normali mass media non trattano.Una volta conosciuti se stessi,ci si diverte un mondo a conoscere la realtà,che chiunque proietta.
lunedì 24 febbraio 2025
Robert Kennedy: Atto Primo
Robert Kennedy Jr. non perde tempo. Dopo essersi insediato al ministero della salute ha già fatto la sua prima mossa, ed è una mossa importante: aggredire la pubblicità ingannevole sui vaccini, per sostituirla progressivamente con una campagna tendente al consenso informato.
La campagna pubblicitaria presa di mira è la cosiddetta “Wild to Mild”, che significa “da selvaggio a mite”. In parole povere, la campagna usa l’analogia fra animali “selvaggi” e animali “miti” per sostenere che i vaccini antiinfluenzali possono anche non evitare il contagio, ma riducono comunque il rischio delle conseguenze più severe dell’influenza.
Questa campagna, ovviamente, fa parte dell’ormai storico “rebranding” della parola “vaccino” iniziato in era Covid.
Come certo ricorderete, fino al 2023 sul sito del CDC il vaccino era definito “un farmaco che immunizza da una certa malattia”, ma quando si è visto che i cosiddetti vaccini anticovid non immunizzavano affatto, allora la definizione generica di “vaccino“ è stata cambiata in “un farmaco che protegge da una certa malattia”. Laddove la “protezione” è parziale (e quindi non più quantificabile), mentre l’immunizzazione è totale.
Visto che la trappola dialettica ha funzionato, il CDC aveva deciso di utilizzarla anche per la campagna antinfluenzale di quest’anno. Ed ecco che il nuovo vaccino antinfluenzale - dice la campagna - “non immunizza interamente dall’influenza, ma ne riduce decisamente le conseguenze più gravi”. “Wild to Mild” appunto, ovvero “da selvaggio a mite”.
Sayer Ji, direttore di GreenMedInfo.com, ha definito il messaggio della campagna “semplicistico e fuorviante, poichè riduce un complesso processo immunologico a una banale analogia tra animali selvatici e gattini. Questa infantilizzazione del pubblico – ha detto Ji - è indicativa di un problema più ampio: le agenzie per la salute pubblica spesso si affidano a narrazioni cariche di emotività piuttosto che a solidi discorsi scientifici per promuovere l'adesione.
Ebbene, contro questa pubblicità ingannevole Robert Kennedy si è scagliato apertamente, ordinando al CDC di ritirare immediatamente la campagna a livello nazionale, e di sostituirla con una campagna informativa mirata al consenso informato.
Già nel CDC ci sono stati i primi mugugni, e c’è qualcuno che dice di temere che in questo modo i tassi di vaccinazione scenderanno.
Che è proprio quello che vuole ottenere Kennedy. Ma non lo farà proibendo direttamente i vaccini, lo farà semplicemente informando il pubblico sui loro reali pericoli. Dicesi libertà di scelta.
Massimo Mazzucco
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