Comunicato AMPAS del 21/4
Con
serenità, ma anche con determinazione, i medici del gruppo della
medicina di segnale (735 iscritti all’AMPAS, la nostra associazione, di
cui tanti impegnati in prima linea), preoccupati per le possibili derive
autoritarie in atto, desiderano fare chiarezza circa la possibilità che
siano lesi dei diritti costituzionalmente garantiti per i cittadini.
1. Lesione libertà costituzionalmente garantite
In questo periodo sono stati gravemente lesi alcuni diritti
costituzionali (la libertà di movimento, il diritto allo studio, la
possibilità di lavorare, la possibilità di accedere alle cure per tutti i
malati non-Coronavirus) e si profila all’orizzonte una grave lesione al
nostro diritto alla scelta di cura. Tutto questo in assenza di una vera
discussione parlamentare, e a colpi di decreti d’urgenza. Ci siamo
svegliati in un incubo senza più poter uscire di casa se non firmando
autocertificazioni sulla cui costituzionalità diversi giuristi hanno
espresso perplessità, inseguiti da elicotteri, droni e mezzi delle forze
dell’ordine con uno spiegamento di forze mai visto neppure nei momenti
eversivi più gravi della storia del nostro paese.
Ora sta entrando in vigore un’app per il tracciamento degli
spostamenti degli individui, in patente violazione del nostro diritto
alla privacy, e che già qualcuno pensa di utilizzare per scopi
extrasanitari.
Ma tra le lesioni più gravi ai nostri diritti costituzionali spicca
quella legata al diritto di scelta di cura, ben definito sia nella
costituzione che nel documento europeo di Oviedo. Noi medici siamo
colpevoli di non aver adeguatamente contrastato, due anni fa, una legge
che toglieva al pediatra di fatto ogni dignità e autonomia decisionale.
Ricordiamoci che una lesione di diritti non giustificata è sempre la premessa ad altre possibili lesioni.
2. Conflitti di interesse
Gli attori “scientifici” della redazione e della promozione della
citata legge Lorenzin non sembrano essere molto diversi dai “consulenti”
dell’emergenza di oggi.
Ci chiediamo se le informazioni provenienti dalle figure che
operano come consulenti del Ministero della Salute siano diffuse con la
comunicazione dei conflitti di interesse che essi possano avere con
aziende del settore. Non sarebbe etico né lecito avere consiglieri che
collaborano con grandi aziende farmaceutiche.
Sempre in tema di conflitto di interessi: è stato il Parlamento a
stabilire i componenti della Task force costituita recentemente per
affrontare la cosiddetta fase2? Sono presenti possibili conflitti di
interesse? Tali soggetti pare abbiano chiesto l’immunità dalle
conseguenze delle loro azioni. Ma non dovrebbero essere figure
istituzionali a prendere “decisioni” sul futuro del nostro paese? Una
cosa è la consulenza, altro è decidere “in nome e per conto”. Con quale
autorità?
3. Libertà di espressione e contraddittorio
Il giornalismo dovrebbe essere confronto di idee, discussione,
valutazione di punti di vista diversi. Ci chiediamo quanto sia garantita
la libertà di espressione anche di professionisti che non la pensano
come noi. Vediamo invece giornalisti che festeggiano la “cattura” di un
povero runner sulla spiaggia da parte di un massiccio spiegamento di
forze, e la sistematica cancellazione di ogni accenno a diversi sistemi
di cura rispetto alla “narrazione ufficiale” del salvifico vaccino, si
tratti di vitamina C o di eparina, in totale assenza di contraddittorio.
In questo quadro intossicato, le reti e i giornali maggiori mandano
in onda continuamente uno spot, offensivo per l’intelligenza comune, in
cui si ribadisce a chiare lettere che la loro è l’unica informazione
seria e affidabile: il resto solo fake. Viene così creata l’atmosfera
grazie alla quale si interviene su qualunque filmato, profilo social,
sito internet che non si reputi in linea con la narrazione ufficiale.
Nessuna dittatura può sopravvivere se non ha il supporto di una
informazione asservita.
4. Vaccino: soluzione a tutti i mali?
Tutti aspettano come una liberazione il nuovo vaccino (che
giornalisti e virologi a senso unico continuano a vantare come l’unica
possibile soluzione), dimenticando alcuni fatti. Il primo è che il
vaccino viene sviluppato sulla base delle proiezioni teoriche sui virus
in circolo l’anno precedente, e dunque è una “scommessa” (è esperienza
comune ad ogni inverno che molte persone vaccinate si ammalino
comunque). Il secondo è la continua forte variabilità di un virus a RNA
come il Coronavirus, di cui pare esistano già diverse varianti.
Ciononostante, in dispregio anche del rischio di interferenza virale
(per cui il vaccino per un virus diverso può esacerbare la risposta ad
un altro virus) la regione Lazio propone l’obbligatorietà per tutti i
sanitari e tutti gli over65 di effettuare vaccinazione antinfluenzale
ordinaria, violando ancora una volta (se l’obbligo fosse reale) il
diritto costituzionale alla scelta di cura. E i difensori della
costituzione, muti. Facile immaginare cosa succederà non appena sarà
reso disponibile, con iter accelerati e prove di sicurezza minimali, il
nuovo vaccino salvavita. Da medici vogliamo ribadire l’importanza del
rispetto della libertà di scelta di cura così come costituzionalmente
definita.
5. Bambini e movimento fisico
Una nota è necessaria per capire la gravità della situazione anche
per quanto concerne movimento fisico e chiusura in casa dei nostri
bambini. La stessa OMS si è pronunciata nel merito raccomandando
l’uscita all’aria aperta e il movimento fisico come indispensabili
presidi di salute e di sostegno immunitario. Quasi tutti gli altri paesi
europei hanno consentito l’uscita in solitaria per fare sport e la
passeggiata con i bambini. Noi no. Con una regola di incredibile
durezza, venata di un inaccettabile paternalismo (“se li lasciamo liberi
poi non sono capaci di stare distanti”) abbiamo creato disagi
psicologici e fisici (obesità e sedentarietà) e costretto a salti
mortali i pochi obbligati al lavoro (sanitari, agricoltori,
trasportatori, negozi alimentari).
Non possiamo inoltre non rimarcare la totale disattenzione di
questi draconiani provvedimenti nei confronti delle famiglie con figli
disabili (e in particolare autistici) per i quali il momento quotidiano
di uscita all’aria aperta rappresenta un indispensabile supporto alla
propria difficile condizione. I più fragili, come sempre, pagano il
pedaggio più duro.
Tutto ciò non bastasse è stata scatenata la guerra del sospetto e della delazione tra gli invidiosi delle libertà altrui.
Come lucidamente scrive Noam Chomsky, mettere i propri sudditi uno
contro l’altro è uno splendido sistema per qualunque dittatura per
distrarre il popolo da quello che veramente il potere sta perpetrando a
suo danno.
L’intervento di squadre di polizia con quad ed elicotteri ad
inseguire vecchietti isolati sui sentieri non fa che rafforzare l’idea
di poter essere tutti sceriffi, a dimostrazione della perfetta riuscita
di induzione della psicosi da parte del potere.
6. Danni economici del lockdown: un disastro epocale
Alcuni comparti, come quello del turismo, della ristorazione o
automobilistico hanno avuto riduzioni di fatturato vicine al 100%.
Questo significherà, come dicono le prime stime, una decina di milioni
di disoccupati. Che smetteranno di pagare i mutui in corso. Smetteranno
di acquistare beni di consumo. Perderanno le loro attività o le loro
aziende costruite in decenni di sacrifici. Noi medici sappiamo cosa
significhi questo a livello sanitario: migliaia e migliaia di nuovi
decessi. Persone che si ammaleranno, si suicideranno (le prime
avvisaglie sono già visibili), ritireranno i propri risparmi in banca.
Serve ripartire subito, tutti, senza tentennamenti. Per ridurre i danni,
che comunque, anche si ripartisse oggi, saranno epocali. Se domani si
dovesse scoprire che qualcuno ha surrettiziamente prolungato il lockdown
italiano (ad oggi il più duro d’Europa) per mantenere alto il panico e
trovare un ambiente più pronto all’obbligo vaccinale, ci auguriamo solo
che la giustizia possa fare il suo corso con la massima durezza. La
gente perde il lavoro e muore di fame, e lorsignori pontificano.
7. Le cure
Anche qui l’argomento è imbarazzante. È comprensibile che un virus
nuovo possa spiazzare anche i migliori medici per qualche tempo. Ma via
via che le informazioni si accumulano occorrerebbe ascoltare coloro che
sul campo hanno potuto meglio capire. Un gruppo Facebook di cui molti di
noi fanno parte, nato spontaneamente come autoaiuto, e che conta circa
100.000 iscritti, ha elaborato delle raccomandazioni di cura efficaci
poi inviate al ministero.
Oggi che pare chiaro e assodato che il decesso avvenga a causa di
una forte coagulazione intravascolare molte vite possono essere salvate
con l’uso della semplice eparina. Ma non basta: servono anche attenzioni
specifiche a seconda del timing della malattia: ai primi sintomi, ai
primi aggravamenti, o in fase procoagulativa. In particolare a noi
medici di segnale risulta difficile comprendere l’uso massivo di
paracetamolo o di altri antipiretici una volta acclarato che la febbre è
un potente antivirale per l’organismo. È in preparazione un documento
interassociativo anche su questo delicato argomento che merita più ampia
trattazione.
Ove qualcuno, tuttavia, si permetta di ritardare l’adozione di
sistemi di cura efficaci, per motivi meno che chiari (e alcuni
interventi televisivi volti a screditare l’eparina sembrano andare in
quella direzione) si aspetti reazioni forti da chi ha rischiato la
propria vita in prima linea.
La magistratura sta ora indagando sui gravi errori commessi in
alcune regioni nella gestione delle residenze per anziani, veri e propri
focolai d’infezione con purtroppo un numero elevatissimo di decessi,
stante la fragilità e la polimorbilità degli ospiti, quasi sempre in
trattamento con statine, antipertensivi, analgesici, antidiabetici. Al
di là delle responsabilità regionali, che la magistratura valuterà,
preme fare dei numeri: dei 22000 decessi totali nazionali ben 7000 (il
30%!) sono di degenti in RSA. Un dato sconvolgente, ma che deve farci
riflettere sull’incremento importante dei decessi in alcune province.
Gli errori fatti, in buona o cattiva fede, sono costati la vita a
più di 100 medici e ad un alto numero di altri operatori sanitari che
sono stati mandati allo sbaraglio senza un piano preciso e senza i
necessari dispositivi di protezione. A loro va la nostra più profonda
gratitudine.
8. Test sierologici ritardati o non autorizzati
Uno dei modi per capire quante persone hanno già incontrato il
virus (smettiamo di chiamarli “contagiati”, perché talvolta hanno avuto
solo lievi sintomi influenzali e prodotto splendidi anticorpi) è quello
di effettuare un test sierologico, che è di costo contenuto e che
evidenzia malattia in corso (IgM+) o malattia superata e presenza di
anticorpi memoria (IgG+). Chi sia IgG+ potrebbe già serenamente
ricominciare a muoversi senza particolari cautele né per sé né per gli
altri. Sensibilità e specificità di questi test sono altissime a
differenza di quelle dei tamponi. Perché tanta ostilità da parte di
governo e istituzioni sanitarie tanto da vietarne l’uso “fino ad
approvazione di un test affidabile”? I casi di Ortisei (45% di positivi)
e di Vò Euganeo (75%) ci dicono che probabilmente il virus si è già
diffuso molto più di quanto pensiamo e che le misure in essere
potrebbero non essere poi così necessarie, almeno in alcune zone
d’Italia.
9. Qualche numero
Vi prego risparmiateci il teatrino delle 18. Quei numeri non sono
affidabili e fanno parte di una consumata regia. A fianco di Borrelli
sfilano talvolta alcune figure i cui potenziali conflitti d’interesse
non vengono mai dichiarati.
Il numero dei “contagiati” è privo di senso, visto che dipende dal
numero di tamponi effettuato. E la stragrande maggioranza della
popolazione potrebbe già avere incontrato il virus senza saperlo. Stime
della Oxford University parlano di 11 milioni di potenziali positivi già
ora. Se questo dato fosse vero la letalità di Sars-Cov2 sarebbe
veramente irrisoria: lo 0,05%, anche prendendo per veri i dati di
mortalità. Ma anche su questi permane il terribile dubbio sui decessi
PER e CON Coronavirus. Diverse testimonianze mettono in forte dubbio il
dato, visto che ogni giorno in Italia ci lasciano circa 1900 persone
(dati ISTAT) e non si fa fatica ad estrarne 400, tra questi, che siano
anche positivi al virus. Tuttavia è dato chiaro a chi lavori in prima
linea che la grave coagulazione intravascolare indotta dall’incontro tra
il virus e un terreno per lui fertile (età media decessi 78 anni, media
3,3 patologie presenti) possa portare rapidamente alla morte individui
fragili che tuttavia avrebbero volentieri vissuto qualche anno ancora.
In Inghilterra hanno rilevato che che il 73% dei pazienti ricoverati in
Terapia Intensiva per CoronaVirus è sovrappeso o obeso. Come dice il dr.
Lustig: “Il virus non distingue chi infetta ma distingue benissimo chi
uccide”.
Questi pazienti fragili comunque avrebbero preferito morire tra le
braccia dei loro cari piuttosto che da soli in questo modo terribile.
In altri paesi hanno usato modalità di calcolo diverse. Non
potremmo chiedere dati più precisi e affidabili evitando di diffondere
panico e preoccupazione?
10. Altri Paesi europei e non: lockdown molto diversi
Altri paesi sia in Europa che nel mondo stanno adottando lockdown
parziali molto meno rigidi di quello italiano, tanto che il lockdown
completo viene ormai tristemente chiamato “all’italiana”. Eppure abbiamo
il problema da prima di tutti gli altri e ci stanno facendo credere che
lo chiuderemo buoni ultimi. Per colpa dei runner e dei bimbi a
passeggio, ovviamente. Peccato che in molti paesi europei la passeggiata
di adulti e bambini, la gita al mare, l’accesso alle seconde case sia
quasi ovunque consentito, a patto di mantenere il distanziamento
sociale. Ma non eravamo nell’Europa unita? Perché questa crudeltà nella
sola Italia? Siamo ancora il paese cavia? Richiediamo con forza di
allinearci al più presto alle direttive in essere nella maggior parte
dei paesi europei.
11. Sostegno al sistema immunitario: i sani proteggono
Un punto chiave, che è sfuggito totalmente ai nostri governanti e
ai nostri media è che i sani (quell’85% delle persone che ha incontrato
il virus e nemmeno se ne é accorto, o ha subito lievi sintomi,
costruendo presto gli anticorpi necessari) conducono uno stile di vita
più sano che ne ha irrobustito e forgiato il sistema immunitario.
Mangiare sano, fare sport quotidiano, condurre una vita meno stressante
(magari abitando fuori città), assumere vitamine e integratori naturali,
fare a meno di farmaci inutili, rinunciare a fumare, a drogarsi o a
bere senza controllo, rappresenta un impegno che si vorrebbe vedere in
qualche modo valorizzato come comportamento virtuoso quantomeno in
relazione al risparmio che consente al sistema sanitario nazionale e, in
questo caso, alla protezione dalla diffusione del virus e alla non
occupazione di un posto letto, lasciato così libero per un altro.
Invece se accendiamo la TV vediamo solo pubblicità di farmaci e di
dolciumi. E tra i pochissimi negozi aperti, in pieno lockdown, lo stato
ha pensato bene di lasciare le tabaccherie. Fuma, riempiti di dolci,
stai sedentario e ingozzati di farmaci: questo il messaggio che lo stato
ci ha dato in questo periodo. Tanto, presto, arriverà il vaccino.
12. Le richieste
Consapevoli del fatto che il futuro sarà nuovo e diverso solo se
capiremo che la nostra biologia non ci consente di vivere in città
superaffollate, inquinate, fumando, drogandoci e mangiando solo cibi
industriali e raffinati in completa sedentarietà, vogliamo sperare che
il “dopo emergenza” possa essere migliore del “prima”. Ma questo potrà
avvenire solo se avverranno molte delle cose che siamo qui a richiedere,
alcune immediate, altre a breve.
Richiediamo dunque con forza, a nome dell’associazione AMPAS e dei
735 medici che ne fanno oggi parte (nonché dei numerosi simpatizzanti
non medici):
- L’immediato ripristino della legalità istituzionale e costituzionale, richiamando il parlamento alle sue funzioni democratiche e al dibattito che necessariamente deve scaturirne.
- L’immediata cancellazione di task force e di consulenti esterni i cui conflitti di interesse potrebbero essere letti, nel momento in cui si affidino loro responsabilità non previste istituzionalmente, come un aggiramento delle regole democratiche.
- L’immediato ripristino del diritto al lavoro per milioni di italiani, che se non possono avere il proprio stipendio saranno presto alla fame con conseguenze prevedibili di ordine pubblico (nel rispetto delle nuove regole di distanziamento fino a che sarà necessario)
- L’immediato ripristino del diritto allo studio per milioni di bambini, ragazzi, studenti universitari che sono stati da un giorno all’altro privati di uno dei loro diritti fondamentali (nel rispetto delle nuove regole, fino a che sarà necessario)
- La protezione del diritto alla scelta di cura, già violato da precedenti leggi, per impedire l’obbligatorietà di ogni possibile nuovo trattamento sanitario. Ogni nuovo provvedimento emesso in emergenza dovrà obbligatoriamente prevedere una data di fine del provvedimento, al fine di non “tentare” alcuni a rendere le restrizioni alle libertà una regola.
- Il blocco di qualunque “app” o altro dispositivo informatico volto al controllo dei movimenti delle persone in palese violazione della nostra privacy.
- L’immediata riapertura della possibilità per adulti e bambini di uscire all’aperto a praticare sport, passeggio, vita sociale, seppur nel rispetto delle regole necessarie.
- Il ripristino immediato di una par condicio televisiva o mediatica, con ospitalità nelle trasmissioni di esponenti, ovviamente qualificati, di diversi punti di vista, con allontanamento immediato (o retrocessione a mansioni diverse) di conduttori che non abbiano saputo tener fede al loro dovere di giornalisti.
- Dichiarazione dei propri conflitti di interesse da parte di qualunque professionista sanitario che esprima un parere televisivo o partecipi a un dibattito. L’omissione deve essere punita con un allontanamento mediatico proporzionato. Lo spettatore deve sapere se chi sta parlando riceve milioni di euro da un’azienda, o meno.
- Il divieto di chiudere o cancellare siti o profili social in assenza di gravi violazioni di legge. Eventuali cancellazioni dovranno comunque essere tempestivamente notificate e giustificate. La rimozione di idee ed opinioni solo perché diverse dal mainstream ufficiale non è degna di un paese civile.
- Il divieto per le forze dell’ordine di interpretare a propria discrezione le regole di ordine pubblico fissate dai decreti. Qualunque abuso, anche minimo, dovrà essere perseguito.
- Il divieto di radiazione di medici per la sola espressione di idee diverse da quelle della medicina ordinaria. Da sempre il dialogo e il confronto tra idee diverse ha arricchito la scienza, che cambia e si evolve. Non sopravvalutiamo le nostre attuali misere conoscenze.
- L’attivazione tempestiva di nuovi protocolli di cura in tutti gli ospedali Covid19 che, oltre a garantire la salute del personale sanitario, prevedano l’utilizzo di vitamine, minerali, ozonoterapia e tutte le cure naturali e di basso costo efficaci e documentate, accompagnando via via con farmaci più a rischio di effetti collaterali solo in caso di aggravamento, e attivando solo per la fase di crisi o pre-crisi l’utilizzo dei farmaci immunosoppressori e dell’eparina.
- La disponibilità immediata e per tutta la popolazione di test sierologici IgM e IgG che possano consentire da subito sia di monitorare lo stato di diffusione del virus nelle diverse aree, sia dare la possibilità a chi sia IgG+ di riprendere la propria vita senza alcuna limitazione.
- In una ipotesi di graduale diffusione dell’immunità virale, particolare attenzione dovrà essere riservata alla popolazione fragile: anziani, obesi, ipertesi, diabetici, infartuati (le categorie più colpite). Nel rispetto del diritto di scelta di cura nessun obbligo potrà essere dato se non temporaneamente, ma solo forti raccomandazioni e informazioni dettagliate sui rischi di infezione. Un individuo fragile deve poter scegliere se rischiare di morire abbracciando il suo nipotino, o restare vivo recluso in casa senza vedere nessuno.
- Una forte campagna informativa sui rischi legati ad un cattivo stile di vita e su come tale stile aumenti il rischio di essere infettati. O vogliamo essere costretti a tenere le mascherine tutta la vita e a non poterci più abbracciare per consentire a qualcuno di fumare e di gonfiarsi di farmaci e di merendine zuccherate, disdegnando qualsiasi tipo di movimento fisico? Ciascuno resterà libero di farsi del male ma almeno lo stato non potrà dirsi complice.
- Il divieto, almeno in questo periodo, di pubblicizzare sulle reti televisive e sui giornali farmaci e prodotti dolciari ingrassanti, al pari di come già in atto con il fumo.
- Un aiuto immediato alle tante famiglie in crisi che a causa di questo lockdown totale hanno smesso di lavorare e di produrre reddito, con modalità molto semplici (ad esempio ticket a valore per acquisti di derrate alimentari). L’aiuto migliore per le aziende, invece dell’elemosina, sarà una tempestiva riapertura.
Medici migliori, in un paese migliore
AMPAS
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