lunedì 23 dicembre 2024

Storie indù

Conoscete già la storia del discepolo che andò dal maestro per chiedergli che cosa fosse il Brahman? Il maestro rispose: «È ogni cosa». «Anche l'elefante del Maharaja?» insistette il discepolo. «Si - rispose il maestro - tu sei il Brahman e lo è anche l'elefante del Maharaja». Al che il discepolo se ne andò molto sodddisfatto. Per strada si imbatté nell'elefante del Maharaja, ma non si scostò al suo passaggio perché, pensò, se lui e l'elefante erano entrambi il Brahman, l'elefante l'avrebbe riconosciuto. Non si mosse neppure quando il conducente dell'elefante gli gridò di spostarsi, e così l'elefante lo afferrò con la proboscide e lo scaraventò sul ciglio della strada. Il giorno dopo, il discepolo, tutto ammaccato, tornò dal maestro e gli disse: «Mi avevate detto che io e l'elefante eravamo entrambi il Brahman e invece guardate come mi ha conciato». Il maestro, imperturbabile, domandò al discepolo che cosa gli avesse detto il conducente dell'elefante. «Di togliermi di mezzo» rispose il discepolo. «Avresti dovuto obbedirgli,» disse il maestro, «perché anche il conducente dell'elefante è il Brahman».
Il protagonista del Mahabharata, il re Yudhishtira, giunto sulle sponde d'un lago, vi trova i quattro fratelli che giacciono al suolo privi di vita. Grande è la sua costernazione per l'inspiegabile sorte dei congiunti, ma ancor più grande è la sete incontenibile dalla quale viene improvvisamente assalito. Mentre si china sull'acqua per bere, ode una voce soprannaturale che gli dice: Voce dal lago: Prima rispondi alle mie domande, poi ti farò bere! Yudhishtira: Chi sei? Io non ti vedo! V.: Rispondi! Y.: Dove sei? Nell'aria? Nell'acqua? V.: Non sono né pesce né uccello. Ho abbattuto i tuoi fratelli perché han voluto bere senza rispondere alle mie domande. Y.: Allora interrogami. V.: Che cosa c'è di più veloce del vento? Y.: Il pensiero. V.: Che cosa ricopre la terra? Y.: L'oscurità. V.: Sono di più i vivi o i morti? Y.: I vivi, perché i morti non ci sono più. V.: Fammi un esempio di spazio. Y.: Le mie mani chiuse come una sola. V.: Un esempio di lutto. Y.: L'ignoranza. V.: Di veleno. Y.: Il desiderio. V.: Un esempio di sconfitta. Y.: La vittoria. V.: Quale dei due è venuto prima? Il giorno o la notte? Y.: Il giorno... ma era solo un giorno avanti! V.: Qual è la causa del mondo? Y.: L'amore V.: Qual è il tuo opposto? Y.: Me stesso. V.: Che cos'è la pazzia? Y.: Una via dimenticata. V.: E la rivolta? Perché si rivoltano gli uomini? Y.: Per trovare la bellezza, nella vita oppure nella morte. V.: Che cosa è inevitabile per tutti? Y.: La felicità. V.: E qual è la cosa più stupefacente? Y.: Ogni giorno la morte colpisce, e noi viviamo come se fossimo immortali. Questa è la cosa più stupefacente. V.: Possano tutti i tuoi fratelli tornare in vita. Y.: Ma chi sei tu? V.: Sono Dharma, tuo padre. Sono la costanza, la luce e l'ordine del mondo. Y.: E hai preso la forma d'un lago? V.: Io sono tutte le forme, Yudhishtira!

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