La meditazione ha per scopo di rendere la mente sottile, perché essa è
diventata molto oggettiva. E’ necessaria solo all’inizio per capire cosa dice il
maestro. E’ solo una tappa sul cammino e non l’ultima. La meditazione può condurti
all’ultima Realtà, ma è un cammino lungo e molto difficile. Anche se può essere utile
all’inizio, essa dovrà dissolversi nell’ultima Realtà. Nella nostra tradizione essa è
chiamata ‘’il sentiero della formica“, mentre la via della comprensione è chiamata ‘’il
sentiero dell’uccello’’. Gli uccelli possono volare facilmente da un albero all’altro,
mentre per le formiche lo spostamento è molto più lento. Il cammino dell’uccello è
semplicemente la via del pensiero. La pratica della meditazione è difficile: devi
meditare molte ore al giorno e devi accettare ogni sorta di restrizioni riguardo al
cibo e al sonno. I saggi che si sono risvegliati con la via della comprensione
consigliano allo studente di meditare all’inizio per preparare la mente.Le due
pratiche sono dunque necessarie.
Ranit Maharaj
Pratica dicendo: “Non faccio niente”. Esattamente come nel sogno le cose avvengono,
ma non fai niente: quando ti svegli sai che non hai fatto niente. E’ la stessa cosa qui
nello stato di veglia: ”Io non parlo, io non mangio…” Cerca di capire questo. “Io ho
ragione, lui ha torto…” questo genere di pensieri ingombra la tua mente. Quando
l’emozione, il pensiero sorge, capisci che “Io non faccio niente, l’io non esiste” e così
ti sbarazzerai di tutte queste false idee. Tutto nasce dallo zero e ritorna allo zero
e nulla dura perché non è reale. E’ con l’aiuto di un’altra spina che si può togliere una
spina, ma se conservi la seconda in tasca, un giorno o l’altro ti pungerà. Alla fine
quest’emozione che è il concetto di “io” dovrà dissolversi. Se tu non esisti, allora chi
è l’agente? L’ “io” non ha alcuna entità, ecco cosa devi ponderare. Se non lo fai, come
puoi capire questa filosofia ?
Ranit Maharaj
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