Le varie forme di sciamanesimo una molto interessante, anche se poco conosciuta, è quella degli aborigeni australiani.
La parola aborigeni vuol dire ‘abitanti del posto’, ma per convenzione il termine viene riferito agli antichi abitatori dell’Australia.
Per particolari condizioni l’Australia è rimasta separata e isolata dal resto del mondo così da conservare antichissime peculiarità culturali. Gli antropologi riconoscono negli aborigeni caratteri che li accomunano all’uomo di Neanderthal di 40.000 o addirittura 50.000 anni fa, sia per la forma del cranio, che per le proporzioni del corpo, il tipo di utensili, le armi e la cultura.
Tra i vari gruppi aborigeni sono particolarmente citati gli ARUNTA, che meglio rappresentano la civiltà preistorica, legata al culto degli antenati e degli spiriti primordiali.
Dall’osservazione dei crani e delle mascelle, si ipotizza che i primi ominidi non avessero un linguaggio articolato ed è probabile che usassero la telepatia o forme di comunicazione sottili come avviene nei branchi di animali, poi, nel tempo, molte capacità vennero perdute a vantaggio del linguaggio verbale. Ma alcuni degli antichi poteri persistono presso gli aborigeni e ancor oggi studiosi e missionari raccontano di cose straordinarie al limite tra psicologia ordinaria e parapsicologia, sanno per esempio che chi arriva di lontano può essere visibile agli aborigeni alcune ore prima di apparire concretamente, che c’è chi può seguire altri membri della tribù in un viaggio e dire per visione telepatica in quali luoghi si trovano e cosa stanno facendo, e c’è chi parla della possibilità di voli astrali. Molti aborigeni sono rabdomanti naturali e riescono a ‘sentire’ l’acqua anche a forti profondità, abilità che permette loro di avanzare in zone inospitali del terribile entroterra desertico. Anche i Papua della Nuova Guinea sono famosi per vedere mentalmente luoghi lontani e sconosciuti.
Gli aborigeni australiani, come i Maori della Nuova Zelanda e i Papua della Nuova Guinea, possiedono un ricco patrimonio di miti che dicono che l’uomo non nasce dalla Terra, ma ha un’origine extraterrestre, ed essi cercano di comunicare col loro mondo di origine. I loro miti ricordano un Eden perduto a causa di una trasgressione, gli equivalenti del nostro Paradiso Terrestre e del Peccato Originale, che sembrano archetipi universali. E’ da questo luogo metafisico che provengono gli Aiutanti o Messaggeri, il cui sapere è superiore a quello umano. Anche il concetto di una realtà o cielo separato da cui vengono Messaggeri e Aiutanti è presente in tutte le culture, come una costruzione archetipica innata; i nativi d'America hanno delle leggende in cui forme di vita aliene scendono dal cielo sulla Terra, e in Mesopotamia, migliaia anni prima di Cristo, si parlava dei Pazuzu, terribili geni alati col corpo umano provenienti dal cielo che a volte sono buoni e a volte cattivi, non diversamente dai Mal'akh, gli angeli messaggeri, che compaiono 400 volte nella Bibbia, l'Apocalisse li indica come creature viventi che non intendono tutta la nostra realtà e viaggiano a velocità incredibili, superando i limiti del nostro mondo; questi esseri sono in genere portentosi, ma anche terrificanti, alcuni capaci di aiutare, altri di uccidere, come gli esseri alati dei Rig Veda indiani e spesso sono implicati in micidiali battaglie tra loro (del resto anche la Bibbia parla della guerra tra gli angeli obbedienti al Signore e angeli ribelli), in India i testi sacri parlano di queste creature alate che si scontrarono in cielo mille anni prima di Cristo; in genere l'arrivo degli Aiutanti a livello di popolo coincide con l'inizio di una civiltà o con l’apparizione di nuove conoscenze e tecniche. Anche i miti dei Maya, degli Incas o degli Indiani Hopi parlano di Maestri venuti dal cielo, alcuni buoni, altri cattivi e tali da essere combattuti in vere guerre; molti popoli narrano anche di uno incontr-scontro tra Titani e donne della Terra; gli Egizi conoscono la figura dei Guardian e un po' tutte le mitologie parlano di esseri superiori che aiutano i popoli nel loro sviluppo con doni magici, invenzioni, scoperte o regole di vita. Nell'antica Persia troviamo Gayomart, essere gigantesco che emanava luce come una lampadina, non diversamente dagli esseri luminosi di cui parlano gli Australiani; in Cina abbiamo il colossale P'an Ku. I giganti buoni insegnarono all'uomo ad esercitare poteri sensoriali e a risanare le malattie, poi tornarono nelle loro dimensioni, mentre gli uomini cercavano di ristabilire il contatto con i Maestri con riti e miti. Giganti compaiono anche nei miti celtici, che pongono un equivalente del piano akashico indiano nel gigante Mimir, che custodisce il sacro pozzo della conoscenza contenente la memoria del mondo; quando Odino a se stesso svela il segreto delle Rune, ciò è concesso da Mimir che lo immette nel segreto della vita.
In Australia il magico mondo delle grotte australiane con le pareti ricoperte di graffiti, incisioni e pitture, sembra parlare di incontri con civiltà extraterrestri ed esseri straordinari poco simili agli umani. E’ possibile vedere murales anche molto grandi, 4 m per 12, a colori densi, rosso bruni, ottenuti macinando polveri naturali pressate nelle incisioni fatte sulla pietra. Alcune delle pitture rupestri sono state datate 18.000 anni fa. Molti di questi esseri alieni sembrano portare tute spaziali o caschi da astronauta e non hanno fattezze umane. Notiamo anche come le pitture più antiche, a capo York, si presentino a 4 m dal suolo della grotta su una parete inaccessibile.
Ma l’altro mondo di cui parlano i miti degli aborigeni non è situato su un altro pianeta ma è integrato con questo e si sviluppa in una dimensione parallela alla nostra, viene chiamato il ‘Tempo dei Sogni’.
Il tempo dei sogni si sviluppa in tre parti: prima viene ‘Il Tempo Prima del Tempo’, poi 'Il Tempo in cui la Terra fu Creata’, infine ‘Il tempo Attuale’. Ma questi tre tempi non si allungano storicamente, sono compresenti in una realtà atemporale che tutti li accoglie e li vivifica. Il rito ripercorre queste fasi e, ciò facendo, ne partecipa e le alimenta. Il mito della Genesi non è situato nel passato ma avviene continuamente ora.
Nello sciamanesimo australiano le visioni del sogno sono ricercate come varchi dell’essere ampliative della conoscenza sacra e si rivelano particolarmente ricche, secondo una vera e propria magia onirica, una potenza del conoscere che si origina attraverso il sogno lucido, generando un sapere magico-sapienziale che è tra i più antichi del mondo. Grazie alle particolari condizioni di isolamento storico-geografico dell'Australia, abbiamo un popolo che non si è evoluto più di tanto e che in parte si è salvato dalla contamianzione con civiltà diverse, conservando inalterate fino ai nostri giorni forme rituali antichissime. Per decenni l’ottusità degli invasori occidentali non solo ha ignorato la cultura animica degli aborigeni ma l’ha addirittura disprezzata e repressa, compiendo un genocidio materiale e culturale.
Lo sciamano australiano, o karadji, è detto ‘uomo d’ingegno’ (similmente ai Celti che chiamavano i Druidi ‘gente di talento’) e collega conoscenze, malattie o disgrazie al Tempo del Sogno Primordiale, in cui è l’essenza della Genesi. Per entrare in questo mondo ultraterreno, le vie privilegiate sono il sogno e la trance.
Attraverso i sogni si contattano i ‘Maestri venuti dal Cielo’. Gli aborigeni non parlano di divinità in senso tradizionale, ma di esseri extradimensionali, che vivono in un mondo parallelo e sembrano visitatori extraterrestri o alieni. Questi esseri primordiali, esseri di energia, hanno grande potere, la loro vibrazione è diversa dalla nostra ma essi esistono in un mondo compresente, anche se in un ‘Altro Tempo’, il ‘Tempo delle origini’. Le leggende dicono che, oltre questa realtà terrena, c’è una realtà ultraterrena, ‘il Mondo del Sogno’, separato dal nostro ma compresente; è possibile contattarlo in luoghi particolari, in genere caverne, che diventano varchi per un’altra dimensione, porte del sogno. Ci sono caverne per uomini e caverne per donne, perché la loro energia è diversa.
Uno dei varchi extradimensionali per l’età del sogno è nel cuore dell’Australia, a Ayers Rock, un gigantesco monolite rossastro di arenaria, lungo due km e mezzo e alto 335 m. che si eleva minaccioso e cupo sopra la distesa rossa del deserto. Gli aborigeni pensano che esso segni il confine tra Tempo degli Uomini e Tempo del Sogno; ogni sua fessura o caverna è sacra. Oggi la zona è stata sconsacrata dal business del turismo ed è diventata meta privilegiata dei viaggiatori, vi si possono vedere impressi strani disegni e strane incisioni, molti considerati di origine aliena.
Sciamano è chi riesce a passare nell'altra dimensione, dove può conoscere spiriti particolari, Esseri Superiori, le forze che hanno dato ai clan i territori, i miti, le tradizioni, e soprattutto i canti. Tali esseri non sono umani e non hanno fattezze umane. Gli aborigeni li chiamano ‘Quelli di Prima’. Credono che, nelle grandi pietre, ci siano varchi o aperture (buchi neri o tunnel spazio-temporali), che portano a immensi universi pieni di vita, paralleli ai nostri, dove vivono queste strane creature filiformi, solo vagamente antropomorfiche, abbastanza simili alle visioni che Castaneda dice di aver avuto nel deserto messicano, chiamandole 'gli Alleati'. Qualche volta i Maestri vengono dalla loro dimensione alla nostra per insegnare agli uomini cose utili alla vita; i loro insegnamenti vengono comunicati in forma vibrazionale, come canti, perché i Maestri conoscono le vibrazioni che creano tutte le cose e dunque i canti simulano le vibrazioni di energia che, al tempo delle origini, crearono il paesaggio, gli animali, le pietre, le piante ecc. Non diversamente i mantra induisti sono vibrazioni che imitano i suoni dell’Essere divino e la Genesi induista dice che il mondo fu creato da una vibrazione, come la Bibbia parla di un Verbo di Dio che crea il mondo.
I canti che gli aborigeni australiani dicono di ricevere sono le vibrazioni sacre che descrivono il territorio. Tutta l’Australia viene descritta in queste mappe di canti sacri, secondo una vera topografia sacra vibrazionale, una rete di canti che avvolge tutta l'Australia, in cui il ritmo e le vibrazioni vocali o del didjeridou imitano le vibrazioni che crearono il territorio, gli sconvolgimenti tellurici che produssero deserti e montagne, sorgenti e canions. Ogni tribù ha un canto che domina un preciso territorio e permette alla tribù di muoversi con sicurezza lungo un percorso; il canto descrive la via, le sorgenti, le caverne, i monti… da un lato è una mappa descrittiva di un viaggio, dall’altro la sua vibrazione è morfogenetica, cioè guida e mantiene la forma di un territorio. Là dove finisce il canto di una tribù comincia il canto di un’altra, così che tutti i canti si intrecciano e si uniscono dando luogo all’intera Australia.
L’iniziazione dunque avviene nelle caverne, là dove sono i varchi extradimensionali per penetrare l’Altro Mondo. Tutte le religioni più antiche, anche nel bacino del Mediterraneo, ci danno culti aderenti alla Terra e ai suoi luoghi profondi e comprendono l’incubazione onirica sacra delle sacerdotesse che, dormendo, comunicavano con le energie della Terra.
In un racconto australiano, l’iniziato viene trasportato da una corda su una roccia, che si apre inghiottendolo e si ritrova in un ambiente di luce, sulle cui pareti risplendono cristalli di rocca, alcuni di questi cristalli gli vengono consegnati con l’insegnamento di come servirsene. I cristalli di rocca sono elementi importantissimi nello sciamanesimo australiano come in quello di tutto il mondo, perché sono rappresentano ‘luce pietrificata’. Sia in Australia che in altri territori, Oceania come due Americhe, gli sciamani vengono immersi in un’acqua sacra e potente fatta con quarzo liquefatto, essa è un bagno di luce celeste, che dovrebbe modificare la vibrazione costitutiva dell'essere umano. I quarzi sono considerati pietre sacre che permettono anche di compiere voli della mente, attivando poteri superiori. Sono stati trovati manufatti impressionanti di origine ignota di popoli che hanno usato il quarzo per scopi che non sappiamo, probabilmente rituali. Michell Hedges, un avventuroso archeologo, trovò nel 1927 un teschio a grandezza naturale scolpito nel cristallo di rocca in Honduras, nelle rovine di una città maya, aveva 3.600 anni e veniva probabilmente usato dai sacerdoti per celebrare particolari riti magici, ma i Maya sono posteriori (290 a.C. circa) per cui il manufatto ha origini inquietanti. L’oggetto avrebbe richiesto 150 anni di lavoro a scalpello. Ma il fatto più curioso è che a Londra un museo possiede un teschio gemello di questo, che sembra costruito dalla stessa mano, salvo che la mandibola è fissa e non mobile.
In Australia, dunque, caverne speciali servono ai riti di iniziazione, il candidato dorme nella caverna dopo riti appositi e digiuni, affidandosi ai Mastri del Tempo del Sogno che lo uccideranno, squarteranno e modificheranno. Gli Arunta sognano che gli Spiriti del Mondo dei Sogni gli scagliano contro una lancia invisibile che gli trafigge la testa da parte a parte, spaccandogli la lingua (troviamo spesso nello sciamanesimo il simbolo della lancia). Lo Spirito toglie poi gli organi interni e li scambia con altri, conficca dei cristalli di quarzo nei polsi e nel terzo occhio, così l’uomo vedrà direttamente la verità o avrà poteri di guarigione. Anche nel mondo tibetano ci sono riti iniziatici per i veggenti che prevedono il conficcamento di una scheggia di osso nel terzo occhio per aprire la sua visione sottile. Attraverso il rito, l’uomo muore e rinasce modificato, diventando uno sciamano (le visioni di Krishnamurti, il più grande mistico indiano, parlano di analoghe sostituzioni di organi, che per lui avvengono eccezionalmente nell’arco lunghissimo di 70 anni).
In Australia, l’iniziazione ha luogo spesso attraverso sogni straordinari, con i quali si raggiunge la via sacra, si abolisce il tempo storico e si ritrova il tempo mitico.
La trasformazione viene simboleggiata dal mito del serpente Arcobaleno. La leggenda dice che una volta l’arcobaleno si trasformò in un grande serpente colorato che scese sulla terra e, strisciando col suo corpo di luce, formò fiumi, ruscelli e montagne. Un giorno il serpente Arcobaleno riparò due ragazzi dalla pioggia ma, senza volerlo, li inghiottì, trasformandoli in uccelli. Il serpente arcobaleno simboleggia un grande fiume di energia creativa, l’energia cosmica, la vibrazione che nel profondo della terra scuote gli strati rocciosi e crea la configurazione del mondo. Chi si immerge in questa energia si trasforma e rinasce in forma diversa con un diverso potere.
Lo sciamano, nel suo viaggio astrale, immagina di essere ridotto a scheletro, rende piccolissimo l’albero del mondo, lo mette in un sacchettino e si arrampica sul Serpente Arcobaleno, cioè sulla immane energia della Terra. Là metterà nel suo corpo dei quarzi o piccoli arcobaleni per cambiare i suoi poteri.
Il simbolo dell’arcobaleno è molto diffuso in tutto il mondo, come ponte tra terra e cielo; in Polinesia c’è un eroe che visita il cielo usando l’arcobaleno o un cervo volante; Buddha scende sulla terra con un arcobaleno; in altri luoghi troviamo come simbolo di ascensione la renna o ancora il cervo o l’aquila. I miti ci dicono che un tempo c’era comunicazione tra cielo e terra, ora la comunicazione è interrotta per un peccato delle origini ma lo sciamano può ricostituirla, risalendo l'arcobaleno; anche nell’Apocalisse il trono di Dio è circondato da un arcobaleno e i tamburi sciamanici a volte lo portano disegnato.
Lo sciamano aborigeno impara a sognare e ad usare il sogno lucido (come nello yoga tantrico); attraverso il sognare consapevole comunica con i ‘Rai’, spiriti disincarnati, o con i ‘Mimi’, fantastico popolo di esseri bizzarri dotati di grandi poteri (simile al piccolo Popolo che vive sotto terra che gli Irlandesi ereditarono dai Celti o al piccolo popolo dei Sardi che vive nascosto ed ha costruito le 'domus de janas'); grazie ai nuovi poteri, lo sciamano impara a vedere col terzo occhio o occhio della chiaroveggenza, si aprono in lui facoltà sconosciute, come vedere all’interno dei corpi (endoscopia), conoscere le energie interne della vita o conoscere cose che avvengono lontano. In modo non dissimile in Tibet nel 1100 sorsero le famose Scuole dei Maestri del Sogno; essi meditavano attraverso sogni lucidi e li usavano per accelerare l’illuminazione, apprendendo anche l’arte della chiaroveggenza o della diagnosi e guarigione
I dipinti nelle caverne australiane rappresentano spesso queste visioni intracorporee o endocorporee generate durante la trance, si vedono per es. animali o uomini entro cui sono tracciate linee simili ai meridiani cinesi, linee di scorrimento dell’energia; queste pitture parlano del peccato originale, di un paradiso terrestre da cui l'umanità venne cacciata per una violazione della legge, che interruppe il contatto con gli spiriti superiori, non diversamente da quanto avvenne nell’Eden perduto di cui parla la Bibbia.
La parola aborigeni vuol dire ‘abitanti del posto’, ma per convenzione il termine viene riferito agli antichi abitatori dell’Australia.
Per particolari condizioni l’Australia è rimasta separata e isolata dal resto del mondo così da conservare antichissime peculiarità culturali. Gli antropologi riconoscono negli aborigeni caratteri che li accomunano all’uomo di Neanderthal di 40.000 o addirittura 50.000 anni fa, sia per la forma del cranio, che per le proporzioni del corpo, il tipo di utensili, le armi e la cultura.
Tra i vari gruppi aborigeni sono particolarmente citati gli ARUNTA, che meglio rappresentano la civiltà preistorica, legata al culto degli antenati e degli spiriti primordiali.
Dall’osservazione dei crani e delle mascelle, si ipotizza che i primi ominidi non avessero un linguaggio articolato ed è probabile che usassero la telepatia o forme di comunicazione sottili come avviene nei branchi di animali, poi, nel tempo, molte capacità vennero perdute a vantaggio del linguaggio verbale. Ma alcuni degli antichi poteri persistono presso gli aborigeni e ancor oggi studiosi e missionari raccontano di cose straordinarie al limite tra psicologia ordinaria e parapsicologia, sanno per esempio che chi arriva di lontano può essere visibile agli aborigeni alcune ore prima di apparire concretamente, che c’è chi può seguire altri membri della tribù in un viaggio e dire per visione telepatica in quali luoghi si trovano e cosa stanno facendo, e c’è chi parla della possibilità di voli astrali. Molti aborigeni sono rabdomanti naturali e riescono a ‘sentire’ l’acqua anche a forti profondità, abilità che permette loro di avanzare in zone inospitali del terribile entroterra desertico. Anche i Papua della Nuova Guinea sono famosi per vedere mentalmente luoghi lontani e sconosciuti.
Gli aborigeni australiani, come i Maori della Nuova Zelanda e i Papua della Nuova Guinea, possiedono un ricco patrimonio di miti che dicono che l’uomo non nasce dalla Terra, ma ha un’origine extraterrestre, ed essi cercano di comunicare col loro mondo di origine. I loro miti ricordano un Eden perduto a causa di una trasgressione, gli equivalenti del nostro Paradiso Terrestre e del Peccato Originale, che sembrano archetipi universali. E’ da questo luogo metafisico che provengono gli Aiutanti o Messaggeri, il cui sapere è superiore a quello umano. Anche il concetto di una realtà o cielo separato da cui vengono Messaggeri e Aiutanti è presente in tutte le culture, come una costruzione archetipica innata; i nativi d'America hanno delle leggende in cui forme di vita aliene scendono dal cielo sulla Terra, e in Mesopotamia, migliaia anni prima di Cristo, si parlava dei Pazuzu, terribili geni alati col corpo umano provenienti dal cielo che a volte sono buoni e a volte cattivi, non diversamente dai Mal'akh, gli angeli messaggeri, che compaiono 400 volte nella Bibbia, l'Apocalisse li indica come creature viventi che non intendono tutta la nostra realtà e viaggiano a velocità incredibili, superando i limiti del nostro mondo; questi esseri sono in genere portentosi, ma anche terrificanti, alcuni capaci di aiutare, altri di uccidere, come gli esseri alati dei Rig Veda indiani e spesso sono implicati in micidiali battaglie tra loro (del resto anche la Bibbia parla della guerra tra gli angeli obbedienti al Signore e angeli ribelli), in India i testi sacri parlano di queste creature alate che si scontrarono in cielo mille anni prima di Cristo; in genere l'arrivo degli Aiutanti a livello di popolo coincide con l'inizio di una civiltà o con l’apparizione di nuove conoscenze e tecniche. Anche i miti dei Maya, degli Incas o degli Indiani Hopi parlano di Maestri venuti dal cielo, alcuni buoni, altri cattivi e tali da essere combattuti in vere guerre; molti popoli narrano anche di uno incontr-scontro tra Titani e donne della Terra; gli Egizi conoscono la figura dei Guardian e un po' tutte le mitologie parlano di esseri superiori che aiutano i popoli nel loro sviluppo con doni magici, invenzioni, scoperte o regole di vita. Nell'antica Persia troviamo Gayomart, essere gigantesco che emanava luce come una lampadina, non diversamente dagli esseri luminosi di cui parlano gli Australiani; in Cina abbiamo il colossale P'an Ku. I giganti buoni insegnarono all'uomo ad esercitare poteri sensoriali e a risanare le malattie, poi tornarono nelle loro dimensioni, mentre gli uomini cercavano di ristabilire il contatto con i Maestri con riti e miti. Giganti compaiono anche nei miti celtici, che pongono un equivalente del piano akashico indiano nel gigante Mimir, che custodisce il sacro pozzo della conoscenza contenente la memoria del mondo; quando Odino a se stesso svela il segreto delle Rune, ciò è concesso da Mimir che lo immette nel segreto della vita.
In Australia il magico mondo delle grotte australiane con le pareti ricoperte di graffiti, incisioni e pitture, sembra parlare di incontri con civiltà extraterrestri ed esseri straordinari poco simili agli umani. E’ possibile vedere murales anche molto grandi, 4 m per 12, a colori densi, rosso bruni, ottenuti macinando polveri naturali pressate nelle incisioni fatte sulla pietra. Alcune delle pitture rupestri sono state datate 18.000 anni fa. Molti di questi esseri alieni sembrano portare tute spaziali o caschi da astronauta e non hanno fattezze umane. Notiamo anche come le pitture più antiche, a capo York, si presentino a 4 m dal suolo della grotta su una parete inaccessibile.
Ma l’altro mondo di cui parlano i miti degli aborigeni non è situato su un altro pianeta ma è integrato con questo e si sviluppa in una dimensione parallela alla nostra, viene chiamato il ‘Tempo dei Sogni’.
Il tempo dei sogni si sviluppa in tre parti: prima viene ‘Il Tempo Prima del Tempo’, poi 'Il Tempo in cui la Terra fu Creata’, infine ‘Il tempo Attuale’. Ma questi tre tempi non si allungano storicamente, sono compresenti in una realtà atemporale che tutti li accoglie e li vivifica. Il rito ripercorre queste fasi e, ciò facendo, ne partecipa e le alimenta. Il mito della Genesi non è situato nel passato ma avviene continuamente ora.
Nello sciamanesimo australiano le visioni del sogno sono ricercate come varchi dell’essere ampliative della conoscenza sacra e si rivelano particolarmente ricche, secondo una vera e propria magia onirica, una potenza del conoscere che si origina attraverso il sogno lucido, generando un sapere magico-sapienziale che è tra i più antichi del mondo. Grazie alle particolari condizioni di isolamento storico-geografico dell'Australia, abbiamo un popolo che non si è evoluto più di tanto e che in parte si è salvato dalla contamianzione con civiltà diverse, conservando inalterate fino ai nostri giorni forme rituali antichissime. Per decenni l’ottusità degli invasori occidentali non solo ha ignorato la cultura animica degli aborigeni ma l’ha addirittura disprezzata e repressa, compiendo un genocidio materiale e culturale.
Lo sciamano australiano, o karadji, è detto ‘uomo d’ingegno’ (similmente ai Celti che chiamavano i Druidi ‘gente di talento’) e collega conoscenze, malattie o disgrazie al Tempo del Sogno Primordiale, in cui è l’essenza della Genesi. Per entrare in questo mondo ultraterreno, le vie privilegiate sono il sogno e la trance.
Attraverso i sogni si contattano i ‘Maestri venuti dal Cielo’. Gli aborigeni non parlano di divinità in senso tradizionale, ma di esseri extradimensionali, che vivono in un mondo parallelo e sembrano visitatori extraterrestri o alieni. Questi esseri primordiali, esseri di energia, hanno grande potere, la loro vibrazione è diversa dalla nostra ma essi esistono in un mondo compresente, anche se in un ‘Altro Tempo’, il ‘Tempo delle origini’. Le leggende dicono che, oltre questa realtà terrena, c’è una realtà ultraterrena, ‘il Mondo del Sogno’, separato dal nostro ma compresente; è possibile contattarlo in luoghi particolari, in genere caverne, che diventano varchi per un’altra dimensione, porte del sogno. Ci sono caverne per uomini e caverne per donne, perché la loro energia è diversa.
Uno dei varchi extradimensionali per l’età del sogno è nel cuore dell’Australia, a Ayers Rock, un gigantesco monolite rossastro di arenaria, lungo due km e mezzo e alto 335 m. che si eleva minaccioso e cupo sopra la distesa rossa del deserto. Gli aborigeni pensano che esso segni il confine tra Tempo degli Uomini e Tempo del Sogno; ogni sua fessura o caverna è sacra. Oggi la zona è stata sconsacrata dal business del turismo ed è diventata meta privilegiata dei viaggiatori, vi si possono vedere impressi strani disegni e strane incisioni, molti considerati di origine aliena.
Sciamano è chi riesce a passare nell'altra dimensione, dove può conoscere spiriti particolari, Esseri Superiori, le forze che hanno dato ai clan i territori, i miti, le tradizioni, e soprattutto i canti. Tali esseri non sono umani e non hanno fattezze umane. Gli aborigeni li chiamano ‘Quelli di Prima’. Credono che, nelle grandi pietre, ci siano varchi o aperture (buchi neri o tunnel spazio-temporali), che portano a immensi universi pieni di vita, paralleli ai nostri, dove vivono queste strane creature filiformi, solo vagamente antropomorfiche, abbastanza simili alle visioni che Castaneda dice di aver avuto nel deserto messicano, chiamandole 'gli Alleati'. Qualche volta i Maestri vengono dalla loro dimensione alla nostra per insegnare agli uomini cose utili alla vita; i loro insegnamenti vengono comunicati in forma vibrazionale, come canti, perché i Maestri conoscono le vibrazioni che creano tutte le cose e dunque i canti simulano le vibrazioni di energia che, al tempo delle origini, crearono il paesaggio, gli animali, le pietre, le piante ecc. Non diversamente i mantra induisti sono vibrazioni che imitano i suoni dell’Essere divino e la Genesi induista dice che il mondo fu creato da una vibrazione, come la Bibbia parla di un Verbo di Dio che crea il mondo.
I canti che gli aborigeni australiani dicono di ricevere sono le vibrazioni sacre che descrivono il territorio. Tutta l’Australia viene descritta in queste mappe di canti sacri, secondo una vera topografia sacra vibrazionale, una rete di canti che avvolge tutta l'Australia, in cui il ritmo e le vibrazioni vocali o del didjeridou imitano le vibrazioni che crearono il territorio, gli sconvolgimenti tellurici che produssero deserti e montagne, sorgenti e canions. Ogni tribù ha un canto che domina un preciso territorio e permette alla tribù di muoversi con sicurezza lungo un percorso; il canto descrive la via, le sorgenti, le caverne, i monti… da un lato è una mappa descrittiva di un viaggio, dall’altro la sua vibrazione è morfogenetica, cioè guida e mantiene la forma di un territorio. Là dove finisce il canto di una tribù comincia il canto di un’altra, così che tutti i canti si intrecciano e si uniscono dando luogo all’intera Australia.
L’iniziazione dunque avviene nelle caverne, là dove sono i varchi extradimensionali per penetrare l’Altro Mondo. Tutte le religioni più antiche, anche nel bacino del Mediterraneo, ci danno culti aderenti alla Terra e ai suoi luoghi profondi e comprendono l’incubazione onirica sacra delle sacerdotesse che, dormendo, comunicavano con le energie della Terra.
In un racconto australiano, l’iniziato viene trasportato da una corda su una roccia, che si apre inghiottendolo e si ritrova in un ambiente di luce, sulle cui pareti risplendono cristalli di rocca, alcuni di questi cristalli gli vengono consegnati con l’insegnamento di come servirsene. I cristalli di rocca sono elementi importantissimi nello sciamanesimo australiano come in quello di tutto il mondo, perché sono rappresentano ‘luce pietrificata’. Sia in Australia che in altri territori, Oceania come due Americhe, gli sciamani vengono immersi in un’acqua sacra e potente fatta con quarzo liquefatto, essa è un bagno di luce celeste, che dovrebbe modificare la vibrazione costitutiva dell'essere umano. I quarzi sono considerati pietre sacre che permettono anche di compiere voli della mente, attivando poteri superiori. Sono stati trovati manufatti impressionanti di origine ignota di popoli che hanno usato il quarzo per scopi che non sappiamo, probabilmente rituali. Michell Hedges, un avventuroso archeologo, trovò nel 1927 un teschio a grandezza naturale scolpito nel cristallo di rocca in Honduras, nelle rovine di una città maya, aveva 3.600 anni e veniva probabilmente usato dai sacerdoti per celebrare particolari riti magici, ma i Maya sono posteriori (290 a.C. circa) per cui il manufatto ha origini inquietanti. L’oggetto avrebbe richiesto 150 anni di lavoro a scalpello. Ma il fatto più curioso è che a Londra un museo possiede un teschio gemello di questo, che sembra costruito dalla stessa mano, salvo che la mandibola è fissa e non mobile.
In Australia, dunque, caverne speciali servono ai riti di iniziazione, il candidato dorme nella caverna dopo riti appositi e digiuni, affidandosi ai Mastri del Tempo del Sogno che lo uccideranno, squarteranno e modificheranno. Gli Arunta sognano che gli Spiriti del Mondo dei Sogni gli scagliano contro una lancia invisibile che gli trafigge la testa da parte a parte, spaccandogli la lingua (troviamo spesso nello sciamanesimo il simbolo della lancia). Lo Spirito toglie poi gli organi interni e li scambia con altri, conficca dei cristalli di quarzo nei polsi e nel terzo occhio, così l’uomo vedrà direttamente la verità o avrà poteri di guarigione. Anche nel mondo tibetano ci sono riti iniziatici per i veggenti che prevedono il conficcamento di una scheggia di osso nel terzo occhio per aprire la sua visione sottile. Attraverso il rito, l’uomo muore e rinasce modificato, diventando uno sciamano (le visioni di Krishnamurti, il più grande mistico indiano, parlano di analoghe sostituzioni di organi, che per lui avvengono eccezionalmente nell’arco lunghissimo di 70 anni).
In Australia, l’iniziazione ha luogo spesso attraverso sogni straordinari, con i quali si raggiunge la via sacra, si abolisce il tempo storico e si ritrova il tempo mitico.
La trasformazione viene simboleggiata dal mito del serpente Arcobaleno. La leggenda dice che una volta l’arcobaleno si trasformò in un grande serpente colorato che scese sulla terra e, strisciando col suo corpo di luce, formò fiumi, ruscelli e montagne. Un giorno il serpente Arcobaleno riparò due ragazzi dalla pioggia ma, senza volerlo, li inghiottì, trasformandoli in uccelli. Il serpente arcobaleno simboleggia un grande fiume di energia creativa, l’energia cosmica, la vibrazione che nel profondo della terra scuote gli strati rocciosi e crea la configurazione del mondo. Chi si immerge in questa energia si trasforma e rinasce in forma diversa con un diverso potere.
Lo sciamano, nel suo viaggio astrale, immagina di essere ridotto a scheletro, rende piccolissimo l’albero del mondo, lo mette in un sacchettino e si arrampica sul Serpente Arcobaleno, cioè sulla immane energia della Terra. Là metterà nel suo corpo dei quarzi o piccoli arcobaleni per cambiare i suoi poteri.
Il simbolo dell’arcobaleno è molto diffuso in tutto il mondo, come ponte tra terra e cielo; in Polinesia c’è un eroe che visita il cielo usando l’arcobaleno o un cervo volante; Buddha scende sulla terra con un arcobaleno; in altri luoghi troviamo come simbolo di ascensione la renna o ancora il cervo o l’aquila. I miti ci dicono che un tempo c’era comunicazione tra cielo e terra, ora la comunicazione è interrotta per un peccato delle origini ma lo sciamano può ricostituirla, risalendo l'arcobaleno; anche nell’Apocalisse il trono di Dio è circondato da un arcobaleno e i tamburi sciamanici a volte lo portano disegnato.
Lo sciamano aborigeno impara a sognare e ad usare il sogno lucido (come nello yoga tantrico); attraverso il sognare consapevole comunica con i ‘Rai’, spiriti disincarnati, o con i ‘Mimi’, fantastico popolo di esseri bizzarri dotati di grandi poteri (simile al piccolo Popolo che vive sotto terra che gli Irlandesi ereditarono dai Celti o al piccolo popolo dei Sardi che vive nascosto ed ha costruito le 'domus de janas'); grazie ai nuovi poteri, lo sciamano impara a vedere col terzo occhio o occhio della chiaroveggenza, si aprono in lui facoltà sconosciute, come vedere all’interno dei corpi (endoscopia), conoscere le energie interne della vita o conoscere cose che avvengono lontano. In modo non dissimile in Tibet nel 1100 sorsero le famose Scuole dei Maestri del Sogno; essi meditavano attraverso sogni lucidi e li usavano per accelerare l’illuminazione, apprendendo anche l’arte della chiaroveggenza o della diagnosi e guarigione
I dipinti nelle caverne australiane rappresentano spesso queste visioni intracorporee o endocorporee generate durante la trance, si vedono per es. animali o uomini entro cui sono tracciate linee simili ai meridiani cinesi, linee di scorrimento dell’energia; queste pitture parlano del peccato originale, di un paradiso terrestre da cui l'umanità venne cacciata per una violazione della legge, che interruppe il contatto con gli spiriti superiori, non diversamente da quanto avvenne nell’Eden perduto di cui parla la Bibbia.
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