14 maggio 1998 (Parigi)
Domanda: Quando sono in sua presenza sono commosso e mi sento meno
attaccato al mondo. Questo distacco provoca una certa tristezza in me. Poi ho
l’impressione di sapere qualcosa e sento che l’ego è presente.
Maharaj:Quando dimentichi tutto provi tristezza perché non sai ancora cosa devi
fare. Tutti passano attraverso questa tristezza, questo vuoto. La maggior parte
arriva fino al punto zero, poi torna indietro. Tu devi andare oltre lo zero,
trascendere lo spazio.
Sei tanto sottile! Provi tristezza e vuoto perché non capisci. Quando capisci che
tutto è illusione, allora tutto si dissipa. Ti chiedi che cosa devi fare, vuoi sempre
conoscere qualcosa. Voler sapere è abitudine della mente. Ma chi conoscerà? Ecco
perché la tristezza ti invade.A questo punto è necessario un maestro che ti porti a destinazione. Non dovresti
provare questo vuoto, questa tristezza: questo stato è dovuto all’ignoranza, allo
zero. Hai dimenticato te stesso, che fare adesso? Perciò ti devi spingere al di là
dello zero. Zero significa niente, e tu sei triste per questo? Hai paura perché
desideri che ci sia qualcosa. E’ normale che la mente senta il pericolo perché sta per
morire e, a questo punto, non c’è più alcuna entità. La dualità persiste finché c’è la
mente, devi dunque capire senza la mente. La mente vuole sempre qualcosa di
esterno, un oggetto, ma il maestro ti guida verso la comprensione che non è una
conoscenza oggettiva. In questa comprensione non c’è né gioia né tristezza, ci sei
solo tu e nient’altro è necessario. Si chiama unità. Non c’è più dualità, significa che
non c’è né tristezza né vuoto. Quando ti svegli la mattina sei fresco e riposato.
Questa freschezza proviene dal fatto che hai dimenticato il mondo, ed una vera
allegria penetra il tuo spirito. La tristezza si dilegua.
E’ naturale sentirsi bene in presenza del maestro ed anche chiedersi: ‘’Come fare
senza di lui?’’ Il maestro ti conduce al posto giusto e la mente deve seguire. Allora
tutto andrà bene, anche se sei lontano da lui fisicamente. Il problema è che la mente
non vuole morire, così si rivolge alle cose del mondo; gli manca sempre qualcosa,
vuole oggetti tangibili. Ma quando capisci che tutto quello che fai è niente, che cosa
ti può portare il ‘’di più ’’? In questo modo il maestro non ti può dare niente perché
tutto è niente. Tu sei la Realtà.
Hai dimenticato te stesso, ecco perché il maestro ti dice tutto ciò. La Realtà è che
tu ed il maestro siete una cosa sola. Quando non c’è niente, cosa resta? Te stesso.
Dimentica l’ego, l’io, e mai più proverai tristezza. Tutto è la Realtà, ecco tutto: lo
chiamano stato senza stato, o Realtà senza pensiero. Tu cerchi la gioia ed il piacere,
ma là più niente rimane. La gioia e la tristezza fanno parte del funzionamento della
mente. Dimentica la mente perché, se non l’abbandoni, non sarai mai felice. Non c’è
niente da ottenere, devi solo conoscere te stesso. E’ la conoscenza a creare tutti
questi stati, ma essa stessa è soltanto un pensiero. Finché provi qualcosa significa
che la mente non è sparita del tutto. L’illusione deve essere eliminata
completamente ovvero, quello che non è deve sparire. Allora soltanto potrai capire.
Tutto si è sovrapposto alla Realtà: il mondo intero non è altro che la sua ombra. Se
capisci questo che cosa resta da compiere o da ottenere? L’ombra non è reale, è
quello che sta alla base che è reale. La tristezza proviene dall’amore per l’illusione;
non appena vuoi qualcosa di più significa che hai dimenticato te stesso. Non c’è
niente da acquisire, in questo stesso momento tutti sono la Realtà. Una volta
eliminati i concetti sbagliati, la comprensione chiara e penetrante si rivela. Il
maestro deve essere abbastanza forte per condurti a questo punto. Quando sei
stato lontano da casa per molto tempo sei contento di tornare a casa. Qui è la
stessa cosa: per numerose vite hai dimenticato la tua origine e quando ritrovi te
stesso sei contento: ‘’Non sono né questo né quello, ma la Realtà.’’ Allora non ti crucci
più di niente.
Quando hai lavorato per anni aspiri alla pensione e, quando sei in pensione, ti chiedi
come occupare il tempo. La mente cerca sempre uno stato diverso e vuole solo
quello che non ha. E’ necessaria dunque la morte della mente, dell’ego.
Fonte questo fantastico libro. http://www.isabelladisoragna.eu/ebooks/Illusione-o-realta.pdf
Domanda: Quando sono in sua presenza sono commosso e mi sento meno
attaccato al mondo. Questo distacco provoca una certa tristezza in me. Poi ho
l’impressione di sapere qualcosa e sento che l’ego è presente.
Maharaj:Quando dimentichi tutto provi tristezza perché non sai ancora cosa devi
fare. Tutti passano attraverso questa tristezza, questo vuoto. La maggior parte
arriva fino al punto zero, poi torna indietro. Tu devi andare oltre lo zero,
trascendere lo spazio.
Sei tanto sottile! Provi tristezza e vuoto perché non capisci. Quando capisci che
tutto è illusione, allora tutto si dissipa. Ti chiedi che cosa devi fare, vuoi sempre
conoscere qualcosa. Voler sapere è abitudine della mente. Ma chi conoscerà? Ecco
perché la tristezza ti invade.A questo punto è necessario un maestro che ti porti a destinazione. Non dovresti
provare questo vuoto, questa tristezza: questo stato è dovuto all’ignoranza, allo
zero. Hai dimenticato te stesso, che fare adesso? Perciò ti devi spingere al di là
dello zero. Zero significa niente, e tu sei triste per questo? Hai paura perché
desideri che ci sia qualcosa. E’ normale che la mente senta il pericolo perché sta per
morire e, a questo punto, non c’è più alcuna entità. La dualità persiste finché c’è la
mente, devi dunque capire senza la mente. La mente vuole sempre qualcosa di
esterno, un oggetto, ma il maestro ti guida verso la comprensione che non è una
conoscenza oggettiva. In questa comprensione non c’è né gioia né tristezza, ci sei
solo tu e nient’altro è necessario. Si chiama unità. Non c’è più dualità, significa che
non c’è né tristezza né vuoto. Quando ti svegli la mattina sei fresco e riposato.
Questa freschezza proviene dal fatto che hai dimenticato il mondo, ed una vera
allegria penetra il tuo spirito. La tristezza si dilegua.
E’ naturale sentirsi bene in presenza del maestro ed anche chiedersi: ‘’Come fare
senza di lui?’’ Il maestro ti conduce al posto giusto e la mente deve seguire. Allora
tutto andrà bene, anche se sei lontano da lui fisicamente. Il problema è che la mente
non vuole morire, così si rivolge alle cose del mondo; gli manca sempre qualcosa,
vuole oggetti tangibili. Ma quando capisci che tutto quello che fai è niente, che cosa
ti può portare il ‘’di più ’’? In questo modo il maestro non ti può dare niente perché
tutto è niente. Tu sei la Realtà.
Hai dimenticato te stesso, ecco perché il maestro ti dice tutto ciò. La Realtà è che
tu ed il maestro siete una cosa sola. Quando non c’è niente, cosa resta? Te stesso.
Dimentica l’ego, l’io, e mai più proverai tristezza. Tutto è la Realtà, ecco tutto: lo
chiamano stato senza stato, o Realtà senza pensiero. Tu cerchi la gioia ed il piacere,
ma là più niente rimane. La gioia e la tristezza fanno parte del funzionamento della
mente. Dimentica la mente perché, se non l’abbandoni, non sarai mai felice. Non c’è
niente da ottenere, devi solo conoscere te stesso. E’ la conoscenza a creare tutti
questi stati, ma essa stessa è soltanto un pensiero. Finché provi qualcosa significa
che la mente non è sparita del tutto. L’illusione deve essere eliminata
completamente ovvero, quello che non è deve sparire. Allora soltanto potrai capire.
Tutto si è sovrapposto alla Realtà: il mondo intero non è altro che la sua ombra. Se
capisci questo che cosa resta da compiere o da ottenere? L’ombra non è reale, è
quello che sta alla base che è reale. La tristezza proviene dall’amore per l’illusione;
non appena vuoi qualcosa di più significa che hai dimenticato te stesso. Non c’è
niente da acquisire, in questo stesso momento tutti sono la Realtà. Una volta
eliminati i concetti sbagliati, la comprensione chiara e penetrante si rivela. Il
maestro deve essere abbastanza forte per condurti a questo punto. Quando sei
stato lontano da casa per molto tempo sei contento di tornare a casa. Qui è la
stessa cosa: per numerose vite hai dimenticato la tua origine e quando ritrovi te
stesso sei contento: ‘’Non sono né questo né quello, ma la Realtà.’’ Allora non ti crucci
più di niente.
Quando hai lavorato per anni aspiri alla pensione e, quando sei in pensione, ti chiedi
come occupare il tempo. La mente cerca sempre uno stato diverso e vuole solo
quello che non ha. E’ necessaria dunque la morte della mente, dell’ego.
Fonte questo fantastico libro. http://www.isabelladisoragna.eu/ebooks/Illusione-o-realta.pdf
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