Fonte http://www.meditare.net/
“L’uomo crede di volere la libertà, in realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere decisioni e le decisioni comportano rischi. E poi quali sono i criteri su cui può basare le sue decisioni? L´uomo è abituato che gli si dica cosa deve pensare anche se gli si dice che deve essere veramente convinto di ciò che pensa. Ma l’uomo sa che questo è un trucco, perché ci si aspettano da lui cose ben determinate. Ciò dipende dalla situazione sociale. Deve cioè pensare ciò che è più utile al funzionamento della società esistente, non deve pensare ciò che può essere dannoso o che crea troppe frizioni. Certo, deve poter fare un pò di critica affinché non pensi che non abbia critiche da fare, ma ciò deve essere limitato (…)
(…) ha paura della libertà. Perché deve decidere lui stesso e ciò comporta dei rischi, può danneggiarsi, perché deve assumersi tutta la responsabilità. Se invece si sottomette ad una autorità allora può sperare che l’autorità gli dica ciò che è giusto fare. E ciò vale tanto più se c’è un’unica autorità, come è spesso il caso, che decide per tutta la società ciò che è utile e ciò che è nocivo.
(…) scopo della società d’oggi non è l’uomo, scopo della società è il profitto del capitale investito … lo scopo della società contemporanea, non è l’uomo, è invece il profitto non inteso come avidità, ma nel senso della massima economicità del sistema.
(…) una classe professionale ben precisa, si assume il compito di amministrare e regolare i pensieri degli altri. Per finire, i burocrati diventano i veri potenti, i dirigenti della società. Ma cosa li legittima? Quali capacità hanno se non ottusità, se non l’incapacità di essere vivi, se non la tendenza a incasellare, se non a voler far sempre le stesse cose? Hanno paura del nuovo, del fresco, dell’avventura, di tutto ciò che rende la vita interessante.
(…) qual’è lo scopo della vita? Diventare più umani o produrre di più? …”
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