Molte
volte ho assistito a, e sono stato coinvolto in discorsi sulla bellezza
e la conclusione di queste discussioni di solito è che “non è bello ciò
che è bello, ma è bello ciò che piace.”
Questa conclusione finale mette di sicuro tutti d’accordo, ma è poi la verità o la definizione di bellezza?
Da sempre non ho mai accettato una
conclusione di cui non potevo verificare se le informazioni e i fatti
presentati, una volta analizzati, avrebbero portato inequivocabilmente a
tale conclusione.
E la conclusione che “non è bello ciò
che è bello, ma è bello ciò che piace”, non mi ha mai soddisfatto
veramente, perché mi sono state indicate come belle anche cose che a me
parevano orribili e accettare tale conclusione sarebbe stato come
ammettere che la bellezza è un concetto soggettivo che nella realtà
oggettiva non esiste.
Ma un giorno ho imparato a riconoscere la bellezza percependo l’emozione che essa provoca in chi ne è colpito.
Cos’è la Bellezza oggettiva?
E’ la proprietà di causare elevate
emozioni nell’osservatore che una cosa possiede avendo le parti che la
compongono in armoniosa relazione l’una con l’altra. E’ ciò che fa
ottenere il consenso generale alle vere opere d’arte.
E’ il genere di bellezza di cui intendo
parlare in questo articolo e la chiamerò bellezza oggettiva, libera da
ogni associazione.
Un esempio di un effetto che la bellezza
oggettiva causa è una emozione che chi la subisce non è in grado di
sopportarla completamente e sviene o prova una forte sofferenza
interiore che non riesce a motivare. Fra coloro che l’hanno provata
Stendhal è stato il primo che ne ha fatto una descrizione e da allora è
chiamata, seppur lungi dall’essere una condizione patologica, sindrome
di Stendhal, perché la scienza ufficiale tende a psichiatrizzare ogni
comportamento che non corrisponda a quelli considerati normali per il
suo homo sapiens.
Quando parliamo della bellezza entriamo
nel campo dell’estetica, non inteso come branca della filosofia ma come
spettro di vibrazioni.
I nostri sensi sono in grado di
percepire uno spettro ben definito di vibrazioni che vanno da un numero
minimo e massimo, di cui i valori e gli aspetti tecnici non è necessario
entrare nei dettagli.
Per fare un esempio, nello spettro delle
onde sonore, un cane può sentire un suono emesso da un fischietto ad
ultrasuoni mentre per gli umani tale fischietto è muto.
Le onde estetiche fondamentali hanno
frequenze molto elevate e normalmente non vengono percepite dai sensi
degli esseri umani, tuttavia spesso essi sperimentano delle armoniche
inferiori di estetica.
Succede però a volte che un insieme di
forme, suoni, colori e movimenti colpiscano un essere spirituale
direttamente, praticamente oltrepassando il filtro dei sensi fisici.
L’essere spirituale ha la capacità di vibrare a frequenze molto più elevate di quelle normalmente percepite dai sensi fisici.
L’armonia di elementi di una vera opera
d’arte ovvero la sua bellezza, è in grado di far vibrare un essere
spirituale alla frequenza fondamentale dell’Estetica e a quel punto tale
essere sperimenta un’emozione molto elevata.
Per il corpo dello spettatore
quell’emozione è troppo forte per essere manifestata come le altre
normali emozioni che rientrano nella consuetudine dell’essere umano e i
vari sistemi collassano provocando le manifestazioni tipiche della
cosiddetta sindrome di Stendhal. Niente di patologico, tutt’altro.
L’arte oggettiva, universale ha delle
particolari caratteristiche. Le opere che posseggono tali
caratteristiche contengono gli stessi elementi armonici con cui l’intero
universo è stato creato.
Tali opere sono senza tempo,
sopravvivono alle varie mode che si alternano nel corso dei millenni,
ricevono ininterrottamente ammirazione dal primo momento in cui sono
state create fino alla purtroppo inevitabile consumazione.
Osservando una di tale opere
riscontriamo che le proporzioni delle varie forme sono identiche a
quelle che la Natura applica nei processi di creazione.
Questo rapporto proporzionale è
rappresentato con chiarezza nella Sezione Aurea che era ben conosciuta
nei Veda, in molte antiche civiltà dell’Asia Minore, dagli Egizi e dai
grandi artisti del Rinascimento.
La sezione aurea è il risultato della
divisione di una linea in un preciso punto che ci dà due frammenti A e B
in cui A misura 1 e B invece 0,618 . E una proporzione speciale come
puoi vedere dai risultati che si ottengono nei calcoli che seguono.
Chi vuole sbizzarrirsi può cercare altro
materiale a riguardo, non volendo fare un trattato ne parleremo quanto
basta per comprendere i vari concetti senza sconfinare nei verbosi
livelli accademici.
I numeri delle proporzioni usate
dall’architetto (o dagli architetti) dell’Universo sono 1,618,
rappresentato dalla lettera greca Phi e 0,618, rappresentato dalla
lettera greca phi (minuscola)
Un esempio dell’applicazione della
Sezione Aurea la possiamo vedere nello sviluppo della spirale, che è il
modello con cui le cose create si evolvono.
Le proporzioni sono 1 per il lato lungo e
0,618 per quello corto. La successione dei quarti di cerchio disegnati
in ogni quadrato ci danno una spirale, il modello usato per la
creazione.
Sezione della conchiglia di nautilo
Lo stesso avviene nella creazione delle galassie.
Nella Tavola Smeraldina, Ermete
Trismegisto rivela come un fattore si riscontra ovunque nella creazione.
Quel fattore è la Sezione Aurea, 1.618
Dalla Tavola Smeraldina di Ermes Trismegisto.
“Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della causa una.”
“E poiché tutte le cause sono e
provengono da una, per la divisione di una, così tutte le cose sono nate
da questa causa unica adeguandosi ad essa.”
Così in alto
Così in basso.
“Dio creo l’uomo a sua immagine e
somiglianza” andrebbe esteso come concetto all’intera creazione.
Significa che ogni cosa creata segue un preciso modello, dalle galassie
che compongono l’universo all’atomo.
Le opere d’arte che sono tuttora oggetto
di universale ammirazione contengono nelle proporzioni multipli o
sottomultipli del numero aureo 1,618
Afrodite
Il corpo umano è proporzionato in base alla sezione aurea, come il resto dell’universo.
E così anche le singole parti
Anche Leonardo conosceva questo “segreto”
Agli amici che gli chiedevano perché non
ne spiegava l’origine rispondeva che l’avversione del Clero per le
verità che possono dischiudere i dogmi l’avrebbe condotto sul rogo, e
che comunque coloro i cui occhi sanno vedere possono conoscere i segreti
dell’Universo guardando le sue opere perché in esse vi è posta tutta la
conoscenza.
La bellezza oggettiva è la proprietà dell’intero in cui le sue parti sono armoniosamente proporzionate secondo la sezione aurea.
Più tali proporzioni si discostano dalla
Sezione Aurea, più la bellezza diminuisce, le vibrazioni si abbassano
di frequenza e gli stati elevati dell’essere non ne vengono più affetti,
ma solo gli stati inferiori, dell’individuo identificato con il suo
corpo.
Quando parliamo di bellezza soggettiva a
volte possiamo ottenere valori molto lontani da quella oggettiva se le
aberrazioni di chi esprime il concetto sono rilevanti.
Vediamo spesso delle conduttrici di
programmi televisivi che ostentano dei seni che sono sul punto di
esplodere dalla “generosa” scollatura. Forse le varie TV le assumono per
sopperire all’inconsistenza dei loro programmi. Ad alcuni sembrano
belle proprio per quelle artefatte misure abbondanti. L’emozione che
essi provano è commista al sesso, non si tratta di bellezza pura e,
generalmente nella vita quotidiana, quando si parla di bellezza si sta
parlando di capacità di attrarre sessualmente.
L’emozione sessuale, che spesso viene
erroneamente chiamata amore, ha una frequenza molto più bassa e quando è
unita alla bellezza, una frequenza molto elevata, la risultante è una
frequenza di valore molto inferiore a quello della bellezza che potrebbe
benissimo rappresentare l’attributo “sexy”.
Anche quando le proporzioni sono
perfette, l’associazione con il sesso abbassa le vibrazioni rendendo
impossibile che le emozioni elevate della bellezza pura possano essere
sperimentate dal suo osservatore, come possiamo notare dall’esempio
sotto.
La bellezza libera da associazioni
appartiene al campo dell’Estetica, le cui vibrazioni hanno frequenze
elevate e per percepirle è necessario riuscire ad oscillare al livello
di quelle frequenze. Questo avviene quando riusciamo a distaccarci dalle
armoniche inferiori della bellezza e dalle emozioni negative, che sono
una zavorra che impedisce l’accesso ai livelli superiori di esistenza e
di azione. Ai veri artisti la bellezza oggettiva è ben nota e viene
trasmessa nelle loro opere. Il compito dell’artista è quello di
ricordare all’uomo che esistono emozioni spirituali e che sono esse che
lo elevano dal piano dei desideri meramente materiali. E la bellezza è
uno dei mezzi per farlo.
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