In USA una sinistra allo
sbando è stata esortata a unirsi attorno a una banda di individui
mascherati detti 'Antifa', ossia 'antifascisti'. Etichetta usata per
silenziare il dibattito [Diana Johnstone
Nelle
ultime settimane una sinistra totalmente allo sbando è stata esortata
ad unirsi attorno ad una banda di individui mascherati detti “Antifa”, abbreviazione di “antifascisti”. Incappucciati e vestiti di nero, gli Antifa sono una variante dei Black Bloc,
noti per irrompere violentemente all’interno di manifestazioni
altrimenti pacifiche. L’etichetta di “antifascisti” è anche molto utile
per stigmatizzare coloro che li attaccano come “fascisti”. Nonostante il
nome tipicamente europeo, gli Antifa sono un altro esempio della
degenerazione politica in America.
ANTEFATTI STORICI
Gli Antifa sono saliti alle cronache per avere impedito alcune conferenze di personaggi legati alla destra all’università di Berkeley, ma il loro momento di gloria è avvenuto durante gli scontri di Charlottesville il 12 agosto, in buona parte perché Trump ha commentato che “c’erano buone persone da entrambi i lati”. I commentatori hanno colto l’opportunità di attaccare il Presidente per la sua “equivalenza morale”, dunque benedicendo gli Antifa.
Gli Antifa sono saliti alle cronache per avere impedito alcune conferenze di personaggi legati alla destra all’università di Berkeley, ma il loro momento di gloria è avvenuto durante gli scontri di Charlottesville il 12 agosto, in buona parte perché Trump ha commentato che “c’erano buone persone da entrambi i lati”. I commentatori hanno colto l’opportunità di attaccare il Presidente per la sua “equivalenza morale”, dunque benedicendo gli Antifa.
I
fatti di Charlottesville sono serviti per lanciare con successo sul
mercato il libro “Antifa: the Antifascist handbook”, il cui autore, Mark Bray,
è antifascista di nome e di fatto. Il libro, come ha dichiarato
l’editore Melville House, si è venduto rapidamente, con recensioni sul
New York Times, The Guardian e NBC. The Washington Post ha celebrato
Bray come il portavoce di “un movimento attivista emergente” e
evidenziato che “il contributo più importante di questo libro è di
mettere in luce i contributi dell’antifascismo nella storia recente, e
in particolare la lotta al suprematismo bianco“.
L’antifascismo di Bray presenta
il movimento come un diretto erede degli abolizionisti, nonostante
all’epoca non ci fosse il fascismo -e dunque non esistevano gli
antifascisti- e nonostante l’etichetta di “antifa” non si possa
applicare a tutti gli avversari del fascismo. Il fatto di dichiarare una
continuità con le Brigate Internazionali che combatterono Franco in
Spagna è una associazione fallace.
Il movimento antifascista delle origini nacque come tentativo dell’Internazionale Comunista di porre fine alle ostilità tra i partiti socialisti in Europa per fare fronte comune contro i movimenti di Mussolini e Hitler.
Il movimento antifascista delle origini nacque come tentativo dell’Internazionale Comunista di porre fine alle ostilità tra i partiti socialisti in Europa per fare fronte comune contro i movimenti di Mussolini e Hitler.
Tutto ciò è totalmente anacronistico.
Il fascismo esaltava la violenza, e la violenza era il suo modo di
imporre la propria ideologia. Sia i comunisti che i fascisti
combattevano nelle strade, e l’atmosfera di violenza aiutava il fascismo
a porsi agli occhi del popolo come argine contro il bolscevismo,
guadagando il supporto dei capitalisti e dei militaristi.
Dal momento che il fascismo storico non esiste più, l’antifascismo di Bray ha allargato la nozione di “fascismo” fino a includere qualunque cosa, dal “patriarcato” (un concetto pre-fascista) alla transfobia (un concetto, questo, post-fascista). Gli attuali antifascisti mascherati sembrano ispirarsi più a Batman che a Marx o Bakunin.
Dal momento che il fascismo storico non esiste più, l’antifascismo di Bray ha allargato la nozione di “fascismo” fino a includere qualunque cosa, dal “patriarcato” (un concetto pre-fascista) alla transfobia (un concetto, questo, post-fascista). Gli attuali antifascisti mascherati sembrano ispirarsi più a Batman che a Marx o Bakunin.
IL BRACCIO ARMATO DEL NEOLIBERISMO
Dal momento in cui Mark Bray ha “trasportato” l’antifascismo europeo sugli Antifa americani, è opportuno evidenziare cosa sono gli Antifa in Europa.
Dal momento in cui Mark Bray ha “trasportato” l’antifascismo europeo sugli Antifa americani, è opportuno evidenziare cosa sono gli Antifa in Europa.
In Europa gli Antifa prendono essenzialmente due forme. Gli attivisti Black Bloc invadono
le manifestazioni di sinistra per creare disordini. Questi esaltati
sono una minoranza politica che non fa altro che giustificare la
presenza della polizia ed è spesso sospettata di avere al proprio
interno infiltrazioni dei servizi segreti. Per esempio, il 23 settembre
diverse dozzine di Black Bloc hanno tentato di irrompere al convegno del
politico Jean-Luc Mélenchon,
capo del maggiore partito di sinistra in Francia. Il messaggio che
volevano lanciare era: “nessuno è abbastanza rivoluzionario per noi”. Si
pongono come una auto-conclamata inquisizione morale.
Nel 2010 una donna di nome Ornella Guyet arrivò
a Parigi in cerca di lavoro come giornalista in diverse testate di
sinistra. Secondo l’ex direttore di Le Monde Diplomatique Maurice
Lemoine, che non si fidava troppo di lei quando la assunse come
collaboratrice, “cercava di infiltrarsi ovunque”. Viktor Dedaj,
direttore di uno dei maggiori siti di sinistra in Francia, Le Grand
Soir, è stato tra coloro che ha tentato di aiutarla, solo per ricevere
una brutta sorpresa qualche mese dopo. La Guyet si
pose come una inquisitrice, dedita a “denunciare il cospirazionismo,
l’antisemitismo e il rossobrunismo su internet” con attacchi personali
verso individui che reputava colpevoli. Significativo notare che tutti i
suoi bersagli si opponevano alle guerre di NATO e Stati Uniti in Medio
Oriente. Tra i suoi obiettivi c’erano lo stesso Viktor Dedaj, così come
Michel Collon, scrittore e attivista del Partito dei Lavoratori del
Belgio; e François Ruffin, regista e editore del giornale di sinistra
Fakir, recentemente eletto nella Assemblea Nazionale del partito di Mélenchon. E così via.
La lista è lunga, ma tutti hanno una cosa in comune: l’opposizione alle guerre di aggressione.
La tecnica degli antifa è la colpa per associazione. Il più grande dei peccati è la critica all’Unione Europea, la qual cosa è associata al “nazionalismo”, il quale è associato al “fascismo”, il quale è associato all’ “anti-semitismo”, e così via. Nel giugno 2011 il partito antieuropeista Union Populaire Républicaine diretto da François Asselineau fu bersaglio di un articolo pubblicato su molti siti antifascisti, firmato da “Marie-Anne Boutoleau” (uno pseudonimo di Ornella Guyet).
La tecnica degli antifa è la colpa per associazione. Il più grande dei peccati è la critica all’Unione Europea, la qual cosa è associata al “nazionalismo”, il quale è associato al “fascismo”, il quale è associato all’ “anti-semitismo”, e così via. Nel giugno 2011 il partito antieuropeista Union Populaire Républicaine diretto da François Asselineau fu bersaglio di un articolo pubblicato su molti siti antifascisti, firmato da “Marie-Anne Boutoleau” (uno pseudonimo di Ornella Guyet).
Temendo
degli assalti, gli organizzatori del partito hanno cancellato un
incontro che doveva tenersi a Lione. UPR ha fatto una piccola indagine,
scoprendo che Ornella Guyet era tra gli speaker di una conferenza
tenutasi nel 2009 a Parigi organizzata dal Centro per gli studi di
comunicazione internazionale della George Washington University. Una
cosa curiosa, per una così zelante combattente dei “rosso-bruni”. La
morale della storia è molto semplice: gli autodichiarati rivoluzionari
sono la migliore psicopolizia del
partito della guerra neoliberista. Non sto suggerendo che tutti gli
Antifa sono agenti dell’establishment, ma che molti di essi possono
essere manipolati o infiltrati proprio perché possono agire alla luce
del giorno.
SILENZIARE IL DIBATTITO SULL’IMMIGRAZIONE
Uno di quelli sinceri è certamente Mark Bray. Lo si capisce leggendo il suo libro: “La soluzione finale di Hitler uccise sei milioni di ebrei […] Circa un ebreo su tre nel continente fu ucciso, inclusi alcuni miei parenti”
Uno di quelli sinceri è certamente Mark Bray. Lo si capisce leggendo il suo libro: “La soluzione finale di Hitler uccise sei milioni di ebrei […] Circa un ebreo su tre nel continente fu ucciso, inclusi alcuni miei parenti”
Questa storia personale spiega perché Mark Bray è
così appassionatamente antifascista, è comprensibile la paura che
“possa succedere di nuovo”. Tuttavia anche le più giustificate
preoccupazioni emotive non contribuiscono al dibattito. Siamo in un
momento di grande confusione politica. Etichettare qualunque
manifestazione “politicamente scorretta” come fascista non aiuta a fare
chiarezza. La scarsità di fascisti –
veri – è stata compensata identificando la critica all’immigrazione con
il fascismo. Questa identificazione prende molta della sua forza
emotiva dall’ancestrale paura delle comunità ebraiche di essere escluse
dalle nazioni in cui vivono.
Bisogna fare un distinguo tra immigrati e immigrazione.
Gli immigrati sono persone, che meritano considerazione. L’immigrazione
è una scelta politica che deve essere valutata. Si dovrebbe poter
discutere della cosa senza essere accusati di odiare gli stranieri;
dopotutto i sindacati sono sempre tradizionalmente opposti
all’immigrazione non per razzismo, ma perché può essere una strategia
dei capitalisti per abbassare gli stipendi.
Rendendo il tema dell’immigrazione il punto focale per decidere se qualcuno è fascista o meno, gli Antifa impediscono un dibattito proficuo. Senza dibattito, il tema si polarizza su due argomenti: pro o contro. E chi vincerà tra i due?
Rendendo il tema dell’immigrazione il punto focale per decidere se qualcuno è fascista o meno, gli Antifa impediscono un dibattito proficuo. Senza dibattito, il tema si polarizza su due argomenti: pro o contro. E chi vincerà tra i due?
Un recente sondaggio mostra che l’immigrazione è sempre più impopolare nei
paesi europei. La maggioranza degli europei reputa che sia un obbligo
ospitare i profughi, ma si oppone all’immigrazione di massa. Per il 60%
degli intervistati l’immigrazione è negativa per il paese; una sinistra
che si vota alla causa dei confini aperti diventerà sempre più
impopolare.
LA CACCIA ALLE STREGHE
La cosa peggiore degli Antifa statunitensi è il loro sforzo di condurre la sinistra americana verso una caccia alle streghe per braccare fascisti immaginari, invece di lavorare a un programma comune. Negli USA le persone davvero pericolose sono a Wall Street, nei think tank di Washington, nell’industria militare, senza contare i media mainstream che adottano un atteggiamento benevolo verso gli “antifascisti” perché utili nella lotta contro Trump.
La cosa peggiore degli Antifa statunitensi è il loro sforzo di condurre la sinistra americana verso una caccia alle streghe per braccare fascisti immaginari, invece di lavorare a un programma comune. Negli USA le persone davvero pericolose sono a Wall Street, nei think tank di Washington, nell’industria militare, senza contare i media mainstream che adottano un atteggiamento benevolo verso gli “antifascisti” perché utili nella lotta contro Trump.
Gli Antifa, “resistendo” contro cause perse -l a Confederazione e il suprematismo bianco – stanno distraendo la lotta contro l’establishment neoliberale.
L’uso facile del termine “fascista” impedisce di identificare i veri
nemici dell’umanità. Nel caos contemporaneo, la più grande minaccia è
l’imperialismo globale: il capitalismo finanziario, il complesso
industriale militare, le manie ideologiche degli Stati Uniti e la
megalomania dei leader occidentali. Si potrebbe chiamare imperialismo,
se non fosse che è molto più vasto e distruttismo dell’imperialismo storico dei secoli passati.
La
fissazione di impedire il risorgere di una forma di tirannia morta
ottant’anni fa, in circostanze completamente diverse, impedisce di
vedere la mostruosa tirannia di oggi. L’elezione di Donald Trump è
un grave sintomo di decadenza del sistema politico americano, governato
dal denaro, dalle lobbies, dal complesso militare-industriale e dai
media. Queste menzogne minano le basi della democrazia. Gli Antifa
stanno combattendo l’unica arma ancora disposizione del popolo: il
diritto di parola e di assemblea.
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