«Chi vuol conoscere la psiche umana apprenderà ben poco dalla psicologia sperimentale. È meglio che appenda al chiodo la toga dello studioso, dica addio al suo gabinetto di consultazione e vada per il mondo, con cuore umano, a vedere coi propri occhi gli orrori delle carceri, dei manicomi e degli ospizi, le sordide bettole di periferia, i bordelli e le bische, i salotti della società’ elegante, le borse, i convegni dei socialisti, le chiese, i revival e le estasi delle sette, per sperimentare di persona amore e odio, la passione in tutte le sue forme, ritornerà molto più informato, sapra’ molto di piu’ di quanto gli insegnerebbero poderosi tomi alti un palmo e potrà essere per i suoi pazienti un vero psicologo.
(…) Nessun manuale può insegnare la psicologia; la si apprende tramite l’effettiva esperienza. (…)
In psicologia si possiede solo ciò di cui si è fatto esperienza nella realtà. Quindi una semplice comprensione intellettuale non è sufficiente, perché si apprendono solo i termini e non la sostanza interiore dell’evento in questione”.»
(Carl Gustav Jung – Elementi di psicologia)
(…) Nessun manuale può insegnare la psicologia; la si apprende tramite l’effettiva esperienza. (…)
In psicologia si possiede solo ciò di cui si è fatto esperienza nella realtà. Quindi una semplice comprensione intellettuale non è sufficiente, perché si apprendono solo i termini e non la sostanza interiore dell’evento in questione”.»
(Carl Gustav Jung – Elementi di psicologia)
« (…) un analista può aiutare il proprio paziente soltanto fino al punto in cui è arrivato lui stesso e non un solo passo di più.»
(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, Seminario tenuto nel 1932, Bollati Boringhieri, p.167)
(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, Seminario tenuto nel 1932, Bollati Boringhieri, p.167)
«Credi forse che l’uomo che dedica la sua vita alla ricerca conduca un’esistenza spirituale e viva la sua anima in misura maggiore di un altro. Ma anche una vita del genere è esteriore, esattamente com’è esteriore la vita di una persona che vive le cose esteriori. Un simile studioso non vive dunque le cose esteriori, bensì i pensieri esteriori, quindi non vive se stesso, bensì il suo oggetto. [...] Si è buttati via in tutti quei libri e in tutti i pensieri formulati da altre persone. Per questo la sua anima è bisognosa, deve umiliarsi e andare nella stanza di ogni sconosciuto, per mendicare quel riconoscimento che lui le nega.
Perciò vedi quei vecchi studiosi correre a ottenere riconoscimenti, coprendosi di ridicolo e in maniera indegna. Si offendono se i loro nome non viene citato, sono tristi se qualcun altro dice meglio di loro la stessa cosa, implacabili con chi cambia di una virgola le loro opinioni. Vai a un convegno di dotti e vedrai questi miserevoli vecchi con i loro grandi meriti e le loro anime affamate, che anelano a riconoscimenti e non riescono mai a placare la loro sete. L’anima ha bisogno della sua ingenuità, non del tuo sapere.»
(C.G.Jung – Libro Rosso, p.267)
Perciò vedi quei vecchi studiosi correre a ottenere riconoscimenti, coprendosi di ridicolo e in maniera indegna. Si offendono se i loro nome non viene citato, sono tristi se qualcun altro dice meglio di loro la stessa cosa, implacabili con chi cambia di una virgola le loro opinioni. Vai a un convegno di dotti e vedrai questi miserevoli vecchi con i loro grandi meriti e le loro anime affamate, che anelano a riconoscimenti e non riescono mai a placare la loro sete. L’anima ha bisogno della sua ingenuità, non del tuo sapere.»
(C.G.Jung – Libro Rosso, p.267)
“Ci siamo arricchiti in sapere, ma non in saggezza.” (C.G.Jung)
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