lunedì 18 agosto 2014

Non bastano SOLO libri e tomi di Psicologia per comprendere la Psiche umana


Jung alla tavola rotonda sulla terrazza di Casa Gabriella nel 1940. Coll. Eranos Foundation
«Chi vuol conoscere la psiche umana apprenderà ben poco dalla psicologia sperimentale. È meglio che appenda al chiodo la toga dello studioso, dica addio al suo gabinetto di consultazione e vada per il mondo, con cuore umano, a vedere coi propri occhi gli orrori delle carceri, dei manicomi e degli ospizi, le sordide bettole di periferia, i bordelli e le bische, i salotti della società’ elegante, le borse, i convegni dei socialisti, le chiese, i revival e le estasi delle sette, per sperimentare di persona amore e odio, la passione in tutte le sue forme, ritornerà molto più informato, sapra’ molto di piu’ di quanto gli insegnerebbero poderosi tomi alti un palmo e potrà essere per i suoi pazienti un vero psicologo.
(…) Nessun manuale può insegnare la psicologia; la si apprende tramite l’effettiva esperienza. (…)
In psicologia si possiede solo ciò di cui si è fatto esperienza nella realtà. Quindi una semplice comprensione intellettuale non è sufficiente, perché si apprendono solo i termini e non la sostanza interiore dell’evento in questione”.»
(Carl Gustav Jung – Elementi di psicologia)
« (…) un analista può aiutare il proprio paziente soltanto fino al punto in cui è arrivato lui stesso e non un solo passo di più.»
(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, Seminario tenuto nel 1932, Bollati Boringhieri, p.167)
«Credi forse che l’uomo che dedica la sua vita alla ricerca conduca un’esistenza spirituale e viva la sua anima in misura maggiore di un altro. Ma anche una vita del genere è esteriore, esattamente com’è esteriore la vita di una persona che vive le cose esteriori. Un simile studioso non vive dunque le cose esteriori, bensì i pensieri esteriori, quindi non vive se stesso, bensì il suo oggetto. [...] Si è buttati via in tutti quei libri e in tutti i pensieri formulati da altre persone. Per questo la sua anima è bisognosa, deve umiliarsi e andare nella stanza di ogni sconosciuto, per mendicare quel riconoscimento che lui le nega.
Perciò vedi quei vecchi studiosi correre a ottenere riconoscimenti, coprendosi di ridicolo e in maniera indegna. Si offendono se i loro nome non viene citato, sono tristi se qualcun altro dice meglio di loro la stessa cosa, implacabili con chi cambia di una virgola le loro opinioni. Vai a un convegno di dotti e vedrai questi miserevoli vecchi con i loro grandi meriti e le loro anime affamate, che anelano a riconoscimenti e non riescono mai a placare la loro sete. L’anima ha bisogno della sua ingenuità, non del tuo sapere.»
(C.G.Jung – Libro Rosso, p.267)
“Ci siamo arricchiti in sapere, ma non in saggezza.” (C.G.Jung)

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