20 aprile 2015, Marta Moriconi
Strage di migranti. L’ennesima.
E’ guerra di dichiarazioni, è guerra a colpi di propaganda. Ma
l’immigrazione non si fermerà con le parole. Come valuta quanto sta
accadendo?
“Intanto mi dissocio
totalmente da questo utilizzo delle tragedie per racimolare voti. A me
interessa discutere filosoficamente su quanto accaduto. E quello che è
accaduto è la prova provata che l’immigrazione non è un fenomeno in sé
da elogiare e che i migranti sono sì da trattare dignitosamente e da
accogliere, ma dire che rappresentino un fenomeno positivo è una cosa
falsa. Penso che l’immigrazione nuoccia anzitutto ai migranti e anche ai
non migranti che faticano ad arrivare a fine mese loro, figuriamoci se
c’è spazio per aiutare altri”.
Parlando
di diritto alla felicità dei migranti, chi può dire se loro in questi
centri di accoglienza stiano più o meno bene rispetto ai luoghi da cui
scappano?
“Bisogna accogliere quando si
ha la possibilità di farlo, non siamo in grado di garantire una
decorosa accoglienza neanche ai nostri disoccupati, ed è difficile
garantirla a loro. E’ abbastanza oggettivo: li proiettiamo in un altro
inferno”.
Al di là degli interventi e
delle proposte, come per esempio intervenire in Libia, c’è il Mare
Nostrum delle ipocrisie in queste ore?
“Tenderei
a dire che siamo di fronte alla creazione di una nuova antropologia che
è quella del migrante. Dove in qualche modo la figura del migrante è il
nostro futuro, dobbiamo diventare migranti anche noi, ce lo ripetono
continuamente le ideologie dominanti. Gli stessi giovani europei sono
sempre più ridotti a migranti che devono abbandonare il proprio Paese
per andare a fare, magari come laureati, il lavapiatti a Sidney o a New
York. L’elogio del migrante non ha nulla se non l’ennesima retorica del
sistema economico che vuole fare dei giovani i nuovi migranti elogiando
questa migrazione come fenomeno positivo. Ma qui non c’entra nulla la
figura di Ulisse, quella del viaggiatore. Il migrante non è un
viaggiatore! E’ un disperato che se potesse starebbe a casa tua ci
starebbe”.
Come analizza questa
dichiarazione del presidente della Camera Laura Boldrini sui migranti
cristiani gettati in mare: “Non credo che a bordo queste persone abbiano
fatto una discussione teologica”.
“Io
voglio fare una difesa della Boldrini. Ossia non voglio immaginare che
sia così sciocca. Per me è qualcuno che ha messo lì un’immagine finta al
posto suo e la fa parlare e dire sciocchezze una dietro l’altra. Sembra
che dica le cose apposta per farsi odiare universalmente. Penso anche
alla stupidaggine dell’obelisco…".
Perché
sarebbe sciocca la richiesta della rimozione della parola Dux
dall’obelisco del Foro Italico? Lo chiedo al marxista, più che al
filosofo…
“Perché il passato non si
cancella. Non si possono cancellare le pagine della storia neanche
quelle più sgradevoli. Sarebbe come dire cancelliamo le piramidi egizie
perché le hanno fatte gli schiavi. Cancelliamo il Colosseo perché ci
morivano dentro degli esseri umani. E’ una sciocchezza che rivela
ingenuità e ignoranza da parte delle persone che si fanno portatrici di
queste idee. Non vuol dire che se c’è la scritta Dux bisogna essere
fascisti, vuol dire che quello fa parte del nostro passato, che è
incancellabile”.
A proposito di Liberazione e Resistenza, si aspetta molta retorica anche qui?
“E’
inutile ricordare la Resistenza se poi non c’è una resistenza oggi
rispetto agli invasori moderni. Non sono i fascisti i nuovi “invasori”,
ma i tedeschi della Troika, gli americani che occupano il territorio con
le basi americane. Se la Resistenza diventa solo una liturgia della
memoria non ha senso farla. Ha senso la Resistenza se serve a
risvegliare la nuova Resistenza. Perché nessuno resiste di fronte alla
basi americane sul nostro territorio? Nessuno ha il coraggio di dire che
quando ci fu la Resistenza finì fortunatamente una dittatura ma iniziò
subito un’altra. Iniziò quella americana”.
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