Chiedeva un amico su facebook: che cosa è il cretinismo economico? Ho risposto così:
“Cretinismo economico è tante cose. In primo luogo, l’idea che esista l’economia e non l’economia politica. Poi l’idea che gli economisti vadano al governo in qualità di economisti e non come sostenitori di una politica economica o che i giornalisti economici siano espressione di una pluralità di punti di vista e politiche economiche differenti, soltanto perché scrivono sul Corriere di Bazoli, la Stampa di Agnelli, Il sole24ore di Confindustria, La Repubblica di De Benedetti, o parlano dalle reti mediaset di Berlusconi, da la Sette di Tronchetti Proveira-Pirelli, dalle reti di Murdoch, dalla Rai unionista-confindustriale-globalista-filostatunitense. Poi l’idea che abbassare le tasse ai ricchi possa essere una cosa utile “per l’economia”, senza dare per scontato che si tratta di un’idea diffusa da un “paraculo”. Poi l’Idea che uno Stato sia come una famiglia e per sostenersi debba prendere denaro in prestito da qualcuno. Poi l’idea folle e ovviamente smentita dai fatti, che Monti, siccome “esperto”, ci avrebbe salvato. Poi ignorare il ruolo che ha assunto la Banca d’Italia nella politica Italiana (Carli, Ciampi, Dini, Siniscalchi, Draghi), senza riflettere sul significato storico dell’evento e la quasi unicità del caso Italiano. E moltissime altre cose. Viviamo avvolti dal cretinismo economico e la maggioranza degli italiani, “intellettuali” compresi, ne è impregnata”.
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