lunedì 1 settembre 2014

La rivoluzione in Rojava(Siria)

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L'alternativa? Sovranità autonoma curda in Siria
I curdi sono noti per essere la più ampia nazione al mondo priva del proprio stato. La storia dei curdi viene spesso associata ad innumerevoli rivolte davanti all'oppressione sistematica degli stati nazione che controllavano le loro terre. Dalla creazione degli stati nazione dopo il collasso dell'Impero Ottomano per mano dei colonialisti britannici e francesi, il Curdistan è stato diviso tra quattro paesi: Iran, Iraq, Siria e Turchia. I curdi sono stati le prime vittime degli accordi coloniali.
L'accordo segreto Sykes-Picot nel 1916 ha ignorato il diritto di sovranità dei curdi sulla propria terra. Ciò ha portato a molti decenni di massacri, oppressione ed assimilazione. La lingua curda è stata bandita, i loro diritti negati, e sono stati sfollati dalle proprie terre ancestrali. I confini artificiali concordati sia nell'accordo Sykes-Picot che nel Trattato di Losanna del 1923 che stabiliva i confini della Turchia continuano a tormentare la popolazione curda che vi vive attorno.
Le persone bisognose di cibo e medicinali nella regione curda della Siria non possono ottenere nessun aiuto dalle loro famiglie che vivono dall'altra parte del confine. Mentre la maggior parte delle armi e dell'equipaggiamento militare sono stati forniti ai ribelli siriani attraverso la Turchia, il confine tra le due regioni curde è stato chiuso, e sono stati costruiti molti nuovi presidi militari.
Come summenzionato, la Siria sta attualmente assistendo alla manifestazione più terrificante di queste storiche politiche di divide et impera nel Medio Oriente. La situazione sociopolitica in Siria non lascia spazio all'immaginazione. Dunque il cercare un'alternativa e rafforzare il proprio fronte è cruciale per la sinistra. Con in mente la convinzione che nei posti pià inconsueti possano emergere le alternative più realistiche, la regione di Rojava in Siria (Rojava sta per “Occidente”, come nella locuzione "Curdistan Occidentale" — un termine utilizzato in riferimento alla regione curda della Siria) può proporre un'alternativa per il futuro dell'area.
I curdi in Siria hanno mostrato la propria abilità e volontà di essere una voce alternativa nel mezzo del tumulto della regione. Da quando il conflitto siriano si è intensificato e si è trasformato in guerra civile, il movimento curdo in Siria guidato dal PYD (Partito di Unione Democratica) ha preso il controllo della maggioranza della regione curda in questo paese. Nel novembre 2013, il PYD ha annunciato di avere ultimato tutte le preparazioni per dichiarare l'autonomia, ed è stata proposta una costituzione chiamata Carta del Contratto Sociale.
La rivoluzione popolare in Rojava ha prodotto la costruzione di una regione autonoma, divisa in tre cantoni autonomi - ciascuno con il proprio autogoverno democratico e autonomo. Il Cantone di Cizire (Al-Jazeera) ha dichiarato l'autonomia il 21 gennaio, seguito dal Cantone di Kobane il 27 gennaio, e dal Cantone di Efrin il 29 gennaio.
Il PYD insiste nel formare un'alternativa per tutti e non perseguire le rivendicazioni e gli interessi specifici di un qualsiasi gruppo etnico. Nel contempo, hanno rifiutato di prendere parte alla guerra civile in Siria, dichiarando che avrebbero utilizzato le proprie forze militari solamente per difendersi da qualsiasi assalto provenisse indistintamente dal regime di Assad o dai gruppi di opposizione sostenuti dalla NATO - inclusi i gruppi jihadisti come l'ISIS ed il Fronte Al-Nusra. Eppure, questi tre cantoni hanno subito innumerevoli attacchi da parte dell'ISIS.
Ad oggi, l'ISIS ha concentrato i propri attacchi sul cantone di Kobane in cui le forze di autodifesa curde dell'YPG (le Unità di Difesa del Popolo) stanno tenendo a bada i determinati militanti radicali dell'ISIS, in uno storico atto di resistenza.

Similitudini intercontinentali
La Rojava sta divenendo il Chiapas del Medio Oriente? E' questa la domanda che pongo ogniqualvolta ascolto ulteriori storie provenienti da questa piccola regione, a proposito dell'unico barlume di speranza in mezzo a questo caos. Seppur difficilmente, accademicamente parlando, i curdi possano essere considerati un "gruppo indigeno", il loro status e la loro situazione politica nel Medio Oriente possono essere paragonati a quelle di alcune popolazioni indigene in America Latina.
Nonostante alcune differenze politiche tra l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) in Chiapas ed il movimento curdo guidato dal PYD in Siria, ci sono molte similitudini tra i due in termini di loro posizioni sia negli affari regionali che internazionali. Il perseguimento della creazione di un governo autonomo, l'ascesa delle assemblee popolari, l'enfasi sull'eguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne in ogni aspetto della vita politica e sociale, l'ideologia anti-imperialista ed anti-autoritaria, l'enfasi sulla salvaguardia dell'ambiente ed il rispetto per tutte le creature viventi, l'autodifesa e molti altri aspetti indicano come la rivoluzione di Rojava ricordi la resistenza degli zapatisti nel Sud del Messico.
La Carta del Contratto Sociale, come fondamento dei cantoni autonomi di Rojava è una svolta storica nella regione in termini di principi democratici che guidino la vita sociale e politica. La Carta, che sta venendo attualmente implementata in tutti e tre i cantoni autonomi, nasce come accordo democratico - inclusivo di tutte le parti coinvolte nel governo di Rojava. Senza esagerazioni, è la costituzione più democratica che la popolazione di questa regione abbia mai avuto.
Il primo paragrafo del preambolo della Carta afferma:
“Noi, popoli delle zone democratiche di auto-amministrazione; curdi, arabi, assiri (assiri caldei, aramei), turcomanni, armeni e ceceni, per nostra libera volontà, annunciamo la presente per assicurare giustizia, libertà, democrazia ed i diritti delle donne e dei bambini in accordo con i principi dell'equilibrio ecologico, della libertà di religione e credo e dell'eguaglianza senza discriminazione sulle basi della razza, della religione, del credo, della dottrina o del genere, per conseguire il tessuto politico e morale di una società democratica al fine di operare nella mutua comprensione e coesistenza nella diversità e nel rispetto per il principio di autodeterminazione ed autodifesa dei popoli.”
E continua,
“Le aree autonome dell'autogoverno democratico non riconoscono il concetto di stato nazione e lo stato basato sul potere militare, la religione ed il centralismo” (traduzione dell'autore).
Il Movimento della Società Democratica, o TEV-Dem come è noto in curdo, è il responsabile per l'implementazione di questi principi nella vita quotidiana. Senza dubbio una società ideale è ancora da conseguire, ed il movimento ammette che è tuttora impegnato nel processo di costruzione. Tenendo in mente che la regione di Rojava è stata sottoposta ad uno spietato isolamento da tutte le parti, tra cui le più importanti sono i governi siriani e turchi, i gruppi ribelli siriani ed il filo-occidentale governo regionale curdo in Iraq. I media occidentali, inclusi quelli indipendenti ed alternativi, hanno in larga parte ignorato la loro resistenza, od hanno altrimenti mancato di prestarvi attenzione. I curdi non hanno ricevuto la solidarità ed il sostegno che meritano.
Ertugrul Korkcu, un parlamentare turco del partito della sinistra filo-curda HDP (Partito Democratico del Popolo), ha affermato di recente che i curdi stiano giocando il ruolo dei russi in Europa nel dopoguerra del primo conflitto mondiale. Politicamente parlando, i curdi non sono un gruppo omogeneo, ma c'è della verità nell'affermazione di Kurkcu, dato che la situazione in Medio Oriente rievoca l'immagine dell'Europa nel primo ventesimo secolo. Più precisamente, i gruppi jihadisti sono diventati strumenti nelle mani delle potenze coloniali e dei regimi autoritari per stabilire e rinforzare la propria egemonia nella regione.
La Rojava può essere un'alternativa, dato che esibisce una potenziale forma di autogoverno che lancia una sfida esistenziale ai rituali oppressivi entro le comunità religiose e propone una traccia di lavoro di coesistenza con tutte le culture e le credenze della zona, senza violare i diritti di nessuna. L'esperienza di autonomia di Rojava può essere un modello per un confederalismo democratico nel Medio Oriente, in cui ogni comunità abbia il diritto all'autodeterminazione ed all'autogoverno. Inoltre, rappresenta un esperimento assai progressista, dato che le donne sono il principale motore del cambiamento. Hevi Ibrahim, a capo del cantone autonomo di Efrin, ne è solo un luminoso esempio.
L'alternativa di Rojava non è né immaginaria né utopica. Questa alternativa ha già provato la propria fattibilità attraverso soluzioni pratiche e la quotidiana realizzazione delle idee presentate nella Carta del Contratto Sociale. Di fatto, Rojava si propone come l'alternativa democratica più realistica nel più inconsueto dei luoghi. Esprimere solidarietà con la rivoluzione di Rojava è un compito urgente per chiunque abbia a cuore il futuro del Medio Oriente.
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"Kurde Azad Sinora Nasnake - I curdi liberi non riconoscono i confini"
Sardar Saadi è un attivista di base a Toronto e dottorando di ricerca in antropologia all'Università di Toronto.

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