lunedì 29 febbraio 2016

Le risposte della memoria ~ Sri Nisargadatta Maharaj

Visitatore: Alcuni dicono che l’universo è stato creato. Altri che è sempre esistito e che è in perenne trasformazione. C’è chi dice che è soggetto a leggi eterne e chi ne nega persino la causalità. Alcuni dicono che il mondo è reale, e altri che non esiste affatto.
Maharaj: Di quale mondo stai parlando?
V. Del mondo delle mie percezioni, naturalmente.
M. Il mondo che riesci a percepire è davvero molto piccolo e del tutto personale. Prendilo come un sogno e passaci sopra.
V. Come posso considerarlo un sogno? Un sogno non dura.
M. E quanto durerà il tuo piccolo mondo?
V. Dopotutto, il mio piccolo mondo è pur sempre una parte del totale.
M. L’idea di un mondo totale non fa forse parte del tuo mondo personale? L’universo non viene a dirti che tu ne sei una parte. Sei tu che hai inventato una totalità che ti contiene come una sua parte. Infatti, conosci soltanto il tuo mondo personale, per quanto tu lo abbia abbellito con immaginazioni e aspettative.
V. La percezione non è certo un’immaginazione!
M. E che altro? La percezione è un riconoscimento, no? Una cosa completamente sconosciuta puoi intuirla, ma non percepirla. La percezione implica la memoria.
V. Sicuro, ma la memoria non la rende un’illusione.
M. Percezioni, immaginazioni, aspettative, anticipazioni, illusioni, sono tutte basate sulla memoria. Non c’è quasi confine tra loro. Si fondono una nell’altra. Sono tutte risposte della memoria.
V. Però c’è la memoria a provare la realtà del mio mondo.
M. E quanto riesci a ricordare? Prova a elencare, a memoria, ciò che pensavi, dicevi e facevi il 30 del mese scorso.
V. E vero, ci sono dei vuoti.
M. Non è così grave. Anzi, ricordi molto: è la memoria inconscia che ti rende tanto familiare il mondo in cui vivi.
V. Ammetto che il mondo in cui vivo è soggettivo e parziale. Ma tu, in che mondo vivi?
M. Il mio mondo è esattamente come il tuo. Io vedo, ascolto, sento, penso, parlo e agisco in un mondo che percepisco, proprio come te. Ma per te è tutto, per me è quasi niente. Siccome so che il mondo è parte di me, non gli presto più attenzione di quanta tu ne dia al cibo che hai mangiato. Mentre lo prepari e quando lo mastichi è separato da te, e ce l’hai in mente; ma quando l’hai ingoiato, non ci pensi più. Io ho ingoiato il mondo e non ho più bisogno di pensarci.
V. E non diventi completamente irresponsabile?
M. Come potrei? Come posso far del male a ciò che è un tutt’uno con me? Al contrario, senza pensare al mondo, ogni cosa che faccio gli è di beneficio. Come il corpo si regola da solo, senza rendersene conto, così io sono incessantemente attivo nel regolare il mondo.
V. Tuttavia, sei consapevole dell’immensa sofferenza del mondo?
M. Certo che lo sono, e molto più di te.
V. E allora, che fai?
M. Lo guardo con gli occhi di Dio e trovo che tutto va bene.
V. Come puoi dire che tutto va bene? E le guerre, lo sfruttamento, il conflitto crudele tra stato e cittadino?
M. Tutte queste sofferenze sono create dall’uomo, ed è in suo potere porvi fine. Dio aiuta l’uomo mettendolo di fronte ai risultati delle sue azioni ed esigendo da lui che venga ristabilito l’equilibrio. Quella del karma è una legge che opera per la giustizia, è la mano guaritrice di Dio.
Nisargadatta Maharaj
Sri Nisargadatta Maharaj, tratto da “Io Sono Quello

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