Fonte http://bioregionalismo-treia.blogspot.it
Sono ancora troppo poche in Italia le persone che sanno cosa sia il
TTIP (Trattato Transatlantico di libero scambio), un accordo bilaterale
tra Unione Europea e Stati Uniti che riguarda il commercio e gli
investimenti e avrà, se stipulato, ricadute pesantissime su quasi tutti
gli aspetti della nostra vita.
Scuola, sanità, cultura, trasporti, diritti del lavoro, commercio
agroalimentare, industria energetica, brevetti, movimenti capitali:
quasi niente resterà fuori da regole imposte da chi sta conducendo oggi,
in segreto, la fase preliminare delle trattative, ovvero le grandi
multinazionali che, in epoca di crisi e con il supporto di una classe
politica prona, si stanno attrezzando per conquistare nuovi mercati.
Perché il TTIP prevede il superamento delle norme dei singoli Stati, in quanto ostacoli al libero commercio. Chi investe godrà di una piena liberalizzazione di beni e servizi che abbatte gli standard di salute, sicurezza e diritti.
Perché il TTIP prevede il superamento delle norme dei singoli Stati, in quanto ostacoli al libero commercio. Chi investe godrà di una piena liberalizzazione di beni e servizi che abbatte gli standard di salute, sicurezza e diritti.
Nel settore alimentare, ad esempio, si consentirà il trattamento
delle carni con ormoni, si introdurranno OGM, si permetterà l’uso di
pesticidi oggi vietati, e tanti saluti alle norme di tutela della salute
vigenti oggi in Italia. Anche per sanità, trasporti, istruzione,
servizi idrici e energia il TTIP limita il potere degli Stati, mentre in
ambito finanziario si elimina la possibilità di controllo sui movimenti
di capitali e su speculazioni bancarie, e le tutele contenute nella
legislazione sul lavoro verrebbero considerate ‘barriera tariffaria’ e
quindi ulteriormente attaccate.
Per rendere tutto ciò efficace, si permetterà alle multinazionali di
intentare causa a uno Stato per ‘lesi diritti economici’ e di chiedere
compensazioni in base alla loro previsione di perdita di profitti se
fossero fatte valere normative restrittive votate dal Parlamento eletto.
Un’aberrazione concettuale, un colpo definitivo alle già indebolite
democrazie occidentali.
Per contrastare tutto questo è partita la campagna internazionale Stop TTIP (http://stop-ttip-italia.net)
per bloccare l’accordo, come già è avvenuto con successo nel 2003 al
WTO di Cancùn e nel 1998 con la campagna contro l’AMI, quando furono
fermati accordi meno pervasivi del TTIP. Un trattato che, oltre a quanto
detto, distruggerebbe le filiere di piccola e media industria e tutta
l’agricoltura non industriale, e che per questo vede altri oppositori
oltre ai movimenti che animano la campagna.
Aldo Nardini – Campagna per l’Agricoltura Contadina
Di questo e simili temi se ne parlerà durante la tavola rotonda “Riciclaggio della memoria” prevista a Treia il 31 ottobre 2014:
http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/10/treia-31-ottobre-2014-messaggio.html
http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/10/treia-31-ottobre-2014-messaggio.html
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