I russi sanno molte più cose di noi,sugli intrighi internazionali,
guardate cosa trasmettono in tv.
https://www.youtube.com/watch?v=8sVLCYMezi0&index=4&list=WL
Poi interessantissimo questo articolo,da leggere molto attentamente,per comprendere l"oggi.
Fonte http://www.gabrielesannino.com/
La Russia, vuoi per la sua storia, vuoi per il suo essere un Impero da sempre o quasi, non riesce proprio ad incastrarsi nell'attuale sistema mondiale... che prende il nome di "globalizzazione economica e politica" o (meglio dire) "Nuovo Ordine Mondiale".
Gia' durante la seconda guerra mondiale, infatti, quando la Germania e l'ex URSS arrivarono alle armi, la finanza globale a stelle e strisce spero' che Stalin richiedesse cospicui finanziamenti che poi lo avrebbero piegato ai diktat dei banchieri, ma le cose andarono diversamente, in quanto, anche se Stalin chiese mezzi tecnologici agli occidentali proprio per il nemico tedesco, non solo non contrasse debiti, ma non volle neanche diventare socio paritario in qualsiasi organizzazione globale post-bellica americana. Il suo carattere duro e autoritario, insomma, proprio non glielo permise.
Dopo la guerra, con la costituzione dell'ONU (l'Organizzazione delle Nazioni Unite) il piano americano fu quello di conferire all'Assemblea Generale il classico voto di maggioranza, cosa che non piacque all'ex URSS proprio per la capacita' di infiltrazione e penetrazione economica che gia' caratterizzava la finanza globale statunitense.
La posizione sovietica, dunque, fu quella di rendere non l'Assemblea ma bensi' il Consiglio di Sicurezza l'arbitro finale delle decisioni, attraverso alcuni membri che avrebbero avuto il diritto di veto, proprio come accade oggi sia per gli USA che per la Russia.
Cio' - a detta di molti globalisti - rese l'ONU de facto inutile per laffermazione del Nuovo Ordine, ordine che sarebbe stato capeggiato - ovviamente - dall'America e dai suoi poteri occulti.
Il rifiuto da parte della Russia degli aiuti del Piano Marshall, poi, segno' il vero e proprio inizio della guerra fredda, in quanto Stalin decise di chiudersi a riccio pur di mantenere il suo potere e quindi la sua sovranita'.
Un secondo piano di internazionalizzazione e globalizzazione nei confronti dell'URSS avvenne invece con il cosiddetto "Piano Baruch": il 14 giugno del 1946, infatti, un comitato del dipartimento di Stato americano e uno dei "cittadini" guidato dal banchiere e perenne consigliere presidenziale Bernard Baruch, redasse un piano davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per "un sistema di controllo internazionale dell'energia nucleare".
In sostanza, questo comitato avrebbe gestito e ispezionato tutte le strutture nucleari del mondo, punendone ogni abuso o violazione. Si aggiro' volontariamente il Consiglio, proprio per non avere il problema del veto che avrebbe paralizzato tutto, ma la Russia non volle sapere ragioni e alla fine il piano ando' a monte.
Ricordiamoci anche che un anno prima, nell'agosto del 1945, Hiroshima e Nagasaki furono bombardate proprio dagli americani, che utilizzarono le armi atomiche sulle masse per la prima volta - almeno - nella storia contemporanea dell'umanita'.
Lo scrittore Bertrand Russell, sempre nel '46, scrisse una lettera sul Bollettino degli scienziati atomici, dichiarando che "quando i piani americani per un governo internazionale saranno maturi, se la Russia accettera' di buon grado allora tutto andra' bene, mentre nel caso contrario si potranno esercitare pressioni - proprio come accade oggi! - fino al punto di rischiare una guerra." Russell continuava scrivendo che "un governo internazionale, se vuole perseguire la pace, deve essere l'unico a possedere le bombe atomiche, e l'esercito di ispettori deve entrare dappertutto e senza nessun preavviso", chiosando, infine, che "nel prossimo futuro una guerra mondiale, per quanto terribile, probabilmente finira' con la vittoria americana, e questa vittoria generera' senza dubbio un governo mondiale sotto l'egemonia degli Stati Uniti."
Non c'e' dubbio che Russell fosse follemente intriso della propaganda comunista che da sempre trova terreno fertile negli USA, cosi' come e' palese che le sue paure atomiche e la fedelta' al modello americano (nonostante fossero stati proprio gli americani a usare l'atomica sul Giappone) lo stavano guidando verso posizioni ideologiche tutt'altro che democratiche e logiche, aggiungerei.
Oggi, dopo le aperture e le speranze globaliste di Gorbacev e Eltsin, Putin sembra essere tornato proprio al vecchio modello russo, un modello cioe' autoritario e nel contempo affamato di sovranita'.
Il CFR (Consiglio delle Relazioni Estere) ha redatto un documento titolato "la direzione sbagliata della Russia", dove dichiara apertamente che l'atteggiamento isolazionistico di Putin e in un certo senso non collaborativo (ma a cosa, esattamente?) sta causando e causera' problemi proprio agli Stati Uniti.
Sono molti ormai gli scrittori, i giornalisti e i politologi che vedono nell'Eurasia - guarda caso - il nuovo teatro di guerra per i giochi di potere e di ruolo di questa guerra silenziosa: dall'Iran all'Afganistan passando per l'Ucraina, difatti, le nazioni instabili intorno alla "madre Russia" sono sempre di piu'.
Non a caso il CFR auspica proprio l'integrazione di questi stati all'occidente, ed e' per questo che l'Europa (o meglio la BCE) ha versato 20 miliardi (20 miliardi, ma non siamo in regime di austerita'?) a Kiev... al fine di farla entrare in Europa.
Insomma, le cose non stanno minimamente come dicono oggi i mass media: la propaganda sulla Russia - nazione non perfetta, certo, ma chi lo e' per davvero? - e' tale che, non a caso, stiamo tornando a vederla come il nemico numero uno della nostra liberta' e civilta'.
Siamo davvero sicuri che sia cosi'? In questi ultimi anni, le guerre di aggressione con ideali - anzi pretesti - democratici, uniti a enormi interessi economici sono state TUTTE guidate e perseguite non dalla Russia, ma dagli Stati Uniti dAmerica.
Negare questo equivale a negare la realta' dei fatti e delle cose.
Fonte dati: Puntozero
guardate cosa trasmettono in tv.
https://www.youtube.com/watch?v=8sVLCYMezi0&index=4&list=WL
Poi interessantissimo questo articolo,da leggere molto attentamente,per comprendere l"oggi.
Fonte http://www.gabrielesannino.com/
La Russia, vuoi per la sua storia, vuoi per il suo essere un Impero da sempre o quasi, non riesce proprio ad incastrarsi nell'attuale sistema mondiale... che prende il nome di "globalizzazione economica e politica" o (meglio dire) "Nuovo Ordine Mondiale".
Gia' durante la seconda guerra mondiale, infatti, quando la Germania e l'ex URSS arrivarono alle armi, la finanza globale a stelle e strisce spero' che Stalin richiedesse cospicui finanziamenti che poi lo avrebbero piegato ai diktat dei banchieri, ma le cose andarono diversamente, in quanto, anche se Stalin chiese mezzi tecnologici agli occidentali proprio per il nemico tedesco, non solo non contrasse debiti, ma non volle neanche diventare socio paritario in qualsiasi organizzazione globale post-bellica americana. Il suo carattere duro e autoritario, insomma, proprio non glielo permise.
Dopo la guerra, con la costituzione dell'ONU (l'Organizzazione delle Nazioni Unite) il piano americano fu quello di conferire all'Assemblea Generale il classico voto di maggioranza, cosa che non piacque all'ex URSS proprio per la capacita' di infiltrazione e penetrazione economica che gia' caratterizzava la finanza globale statunitense.
La posizione sovietica, dunque, fu quella di rendere non l'Assemblea ma bensi' il Consiglio di Sicurezza l'arbitro finale delle decisioni, attraverso alcuni membri che avrebbero avuto il diritto di veto, proprio come accade oggi sia per gli USA che per la Russia.
Cio' - a detta di molti globalisti - rese l'ONU de facto inutile per laffermazione del Nuovo Ordine, ordine che sarebbe stato capeggiato - ovviamente - dall'America e dai suoi poteri occulti.
Il rifiuto da parte della Russia degli aiuti del Piano Marshall, poi, segno' il vero e proprio inizio della guerra fredda, in quanto Stalin decise di chiudersi a riccio pur di mantenere il suo potere e quindi la sua sovranita'.
Un secondo piano di internazionalizzazione e globalizzazione nei confronti dell'URSS avvenne invece con il cosiddetto "Piano Baruch": il 14 giugno del 1946, infatti, un comitato del dipartimento di Stato americano e uno dei "cittadini" guidato dal banchiere e perenne consigliere presidenziale Bernard Baruch, redasse un piano davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per "un sistema di controllo internazionale dell'energia nucleare".
In sostanza, questo comitato avrebbe gestito e ispezionato tutte le strutture nucleari del mondo, punendone ogni abuso o violazione. Si aggiro' volontariamente il Consiglio, proprio per non avere il problema del veto che avrebbe paralizzato tutto, ma la Russia non volle sapere ragioni e alla fine il piano ando' a monte.
Ricordiamoci anche che un anno prima, nell'agosto del 1945, Hiroshima e Nagasaki furono bombardate proprio dagli americani, che utilizzarono le armi atomiche sulle masse per la prima volta - almeno - nella storia contemporanea dell'umanita'.
Lo scrittore Bertrand Russell, sempre nel '46, scrisse una lettera sul Bollettino degli scienziati atomici, dichiarando che "quando i piani americani per un governo internazionale saranno maturi, se la Russia accettera' di buon grado allora tutto andra' bene, mentre nel caso contrario si potranno esercitare pressioni - proprio come accade oggi! - fino al punto di rischiare una guerra." Russell continuava scrivendo che "un governo internazionale, se vuole perseguire la pace, deve essere l'unico a possedere le bombe atomiche, e l'esercito di ispettori deve entrare dappertutto e senza nessun preavviso", chiosando, infine, che "nel prossimo futuro una guerra mondiale, per quanto terribile, probabilmente finira' con la vittoria americana, e questa vittoria generera' senza dubbio un governo mondiale sotto l'egemonia degli Stati Uniti."
Non c'e' dubbio che Russell fosse follemente intriso della propaganda comunista che da sempre trova terreno fertile negli USA, cosi' come e' palese che le sue paure atomiche e la fedelta' al modello americano (nonostante fossero stati proprio gli americani a usare l'atomica sul Giappone) lo stavano guidando verso posizioni ideologiche tutt'altro che democratiche e logiche, aggiungerei.
Oggi, dopo le aperture e le speranze globaliste di Gorbacev e Eltsin, Putin sembra essere tornato proprio al vecchio modello russo, un modello cioe' autoritario e nel contempo affamato di sovranita'.
Il CFR (Consiglio delle Relazioni Estere) ha redatto un documento titolato "la direzione sbagliata della Russia", dove dichiara apertamente che l'atteggiamento isolazionistico di Putin e in un certo senso non collaborativo (ma a cosa, esattamente?) sta causando e causera' problemi proprio agli Stati Uniti.
Sono molti ormai gli scrittori, i giornalisti e i politologi che vedono nell'Eurasia - guarda caso - il nuovo teatro di guerra per i giochi di potere e di ruolo di questa guerra silenziosa: dall'Iran all'Afganistan passando per l'Ucraina, difatti, le nazioni instabili intorno alla "madre Russia" sono sempre di piu'.
Non a caso il CFR auspica proprio l'integrazione di questi stati all'occidente, ed e' per questo che l'Europa (o meglio la BCE) ha versato 20 miliardi (20 miliardi, ma non siamo in regime di austerita'?) a Kiev... al fine di farla entrare in Europa.
Insomma, le cose non stanno minimamente come dicono oggi i mass media: la propaganda sulla Russia - nazione non perfetta, certo, ma chi lo e' per davvero? - e' tale che, non a caso, stiamo tornando a vederla come il nemico numero uno della nostra liberta' e civilta'.
Siamo davvero sicuri che sia cosi'? In questi ultimi anni, le guerre di aggressione con ideali - anzi pretesti - democratici, uniti a enormi interessi economici sono state TUTTE guidate e perseguite non dalla Russia, ma dagli Stati Uniti dAmerica.
Negare questo equivale a negare la realta' dei fatti e delle cose.
Fonte dati: Puntozero
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