La
maniera in cui le nostre compagnie ferroviarie, dell’energia e
dell’acqua sono state gestite da quando sono state privatizzate dai
conservatori è uno scandalo assoluto. L’impegno del Manifesto dei
Laburisti a riprendere il controllo dell’acqua e delle ferrovie, e ad
intervenire per correggere il mercato dell’energia, è decisamente
emozionante e porterà a un vero cambiamento. Quando queste industrie
furono privatizzate da Margaret Thatcher, ci fu promesso che
l’efficienza sarebbe aumentata, che la proprietà si sarebbe allargata e
che il processo avrebbe generato investimenti. Ma è accaduto l’esatto
contrario. E anziché imparare dai propri errori, i governi conservatori
hanno venduto anche il Servizio Postale per una frazione del suo valore,
danneggiando i contribuenti ed estendendo ulteriormente l’influenza
delle compagnie private e della finanza
sulla vita di tutti i giorni. A quasi trent’anni dalla vendita della
gestione dell’acqua, la proprietà delle azioni è oggi saldamente in mano
a un piccolo gruppo di investitori internazionali – molti dei quali
hanno sede in paradisi fiscali. Nel frattempo, i prezzi sono aumentati
del 40% e più di un quarto di quanto i consumatori pagano in bolletta
finisce a ripagare gli interessi sui debiti delle società private e in
dividendi agli azionisti.
I
nuovi investimenti sono stati finanziati con nuovo debito anziché coi
soldi degli azionisti. Quando l’acqua è stata privatizzata, il governo
si è generosamente fatto carico di tutto il debito del settore – 4,9
miliardi di sterline – in modo da lasciare i nuovi proprietari senza
debiti. I nuovi proprietari ne hanno approfittato, accumulando sino al
2016 l’incredibile ammontare di 46 miliardi di sterline di debiti.
Mentre accumulavano debiti a discapito dei contribuenti, le compagnie
private dell’acqua pagavano miliardi agli azionisti in dividendi. Il
totale di 18,8 miliardi di profitti al netto delle tasse
degli ultimi 10 anni è stato tutto distribuito agli azionisti, salvo
700 milioni di sterline. Ciò significa che più di 18 miliardi di
sterline sono entrati nelle tasche degli azionisti anziché essere
utilizzati per diminuire le bollette e migliorare i servizi. Tre società
hanno addirittura pagato più dividendi di quanto siano stati i loro
profitti al lordo delle tasse. Si tratta di una situazione semplicemente insostenibile.
Questa
rapina alla luce del sole sta avvenendo anche nel settore energetico.
Nel 2016-17, la Rete Nazionale ha ottenuto un profitto di 1,9 miliardi
di sterline sulla distribuzione dell’elettricità e del gas. Circa 660
milioni sono stati usati per pagare dividendi, cosa che rappresenta un
costo nascosto per i consumatori del 12%. I benefici promessi grazie
alla concorrenza del mercato non si sono mai visti: le grandi “sei
sorelle” dell’energia hanno sfruttato i consumatori, addebitando agli
utenti nel 2015 ben 2 miliardi di sterline. Le persone non vogliono
essere costrette a vagliare le diverse opzioni per trovare un contratto
decente; vogliono soltanto energia sicura e a un prezzo accessibile.
Dobbiamo fare cambiamenti drastici nel nostro sistema energetico entro
pochi anni se vogliamo avere la possibilità di affrontare i cambiamenti
climatici. Trasferendo la proprietà e la responsabilità delle nostre
utilities a organismi di proprietà pubblica e alle comunità locali che
devono rispondere ai cittadini, saremo in grado di creare un sistema
energetico sostenibile e a basso utilizzo di carbone, adatto al
ventunesimo secolo.
Più
importante ancora, la proprietà pubblica metterebbe fine al flusso di
denaro dei contribuenti che va a sostenere i profitti privati delle
società e dei loro azionisti, mentre i prezzi aumentano, i servizi
peggiorano, e i debiti si accumulano. Riportare le utilities sotto
controllo pubblico rimetterebbe i profitti nelle tasche dei cittadini e
nei servizi stessi, abbassando la bolletta media di 220 sterline
all’anno per famiglia e consentendo di investire altri risparmi nelle
infrastrutture e per migliorare i servizi. Inoltre, ponendo un freno
agli aumenti dei biglietti dei treni – che sono aumentati del 27% a
partire dal 2010 – i laburisti farebbero risparmiare ai passeggeri una
media di 1.014 sterline all’anno sui biglietti. Si è molto parlato di
quanto costerebbe tutto questo, ma i commentatori, pronti a sparare
grandi cifre, mostrano tutta la loro ignoranza in economia, e anche in storia. Quando nel 1977 l’industria
della costruzione navale venne nazionalizzata, questo fu fatto
scambiando le azioni con titoli di Stato – una mossa che non ebbe alcun
effetto sull’erario.
Nel
mondo negli ultimi anni c’è stata un’inversione del processo delle
privatizzazioni. Negli Stati Uniti, l’85% delle forniture di acqua
proviene dal settore pubblico, e l’80% della rete di distribuzione
elettrica tedesca è ora posseduta e gestita dalle autorità regionali e
locali.
Una
delle più grandi beffe della privatizzazione britannica – che fu
dettata da una profonda perdita di fiducia nella capacità dello Stato di
gestire queste cose – è che molti dei nostri tesori nazionali sono
finiti nelle mani di società pubbliche straniere. I piani di
rinazionalizzazione dei laburisti assicureranno la supervisione
democratica locale sui servizi, mettendo il potere nelle mani delle comunità. Al di là delle chiacchiere sul rigore
dei conti, i conservatori sono più interessati ad aiutare i ricchi
evasori a fare soldi facili di quanto non lo siano a fermare l’emorragia
di soldi del popolo britannico. Come ho recentemente sottolineato
durante un dibattito con Damian Green all’Andrew Marr show, questa
posizione ha qualcosa a che fare con il fatto che molti finanziatori dei
conservatori, ed effettivamente anche alcuni parlamentari e ministri
conservatori, hanno ottenuto profitti dalle privatizzazioni. E’ tempo di
mettere fine a questa truffa dei conservatori. I laburisti chiuderanno
il rubinetto che versa miliardi di sterline nelle tasche degli azionisti
e si assicureranno che questi servizi vitali siano gestiti
nell’interesse della maggioranza, non di pochi.
(John McDonnell, “La privatizzazione dei servizi pubblici nel Regno Unito: storia di un fallimento”, dall’“Independent” del 6 giugno 2017; articolo tradotto e riproposto da “Voci dall’Estero”).
La maniera in cui le nostre compagnie ferroviarie, dell’energia e
dell’acqua sono state gestite da quando sono state privatizzate dai
conservatori è uno scandalo assoluto. L’impegno del Manifesto dei
Laburisti a riprendere il controllo dell’acqua e delle ferrovie, e ad
intervenire per correggere il mercato dell’energia, è decisamente
emozionante e porterà a un vero cambiamento. Quando queste industrie
furono privatizzate da Margaret Thatcher, ci fu promesso che
l’efficienza sarebbe aumentata, che la proprietà si sarebbe allargata e
che il processo avrebbe generato investimenti. Ma è accaduto l’esatto
contrario. E anziché imparare dai propri errori, i governi conservatori
hanno venduto anche il Servizio Postale per una frazione del suo valore,
danneggiando i contribuenti ed estendendo ulteriormente l’influenza
delle compagnie private e della finanza
sulla vita di tutti i giorni. A quasi trent’anni dalla vendita della
gestione dell’acqua, la proprietà delle azioni è oggi saldamente in mano
a un piccolo gruppo di investitori internazionali – molti dei quali
hanno sede in paradisi fiscali. Nel frattempo, i prezzi sono aumentati
del 40% e più di un quarto di quanto i consumatori pagano in bolletta
finisce a ripagare gli interessi sui debiti delle società private e in
dividendi agli azionisti.I nuovi investimenti sono stati finanziati con nuovo debito anziché coi soldi degli azionisti. Quando l’acqua è stata privatizzata, il governo si è generosamente fatto carico di tutto il debito del settore – 4,9 miliardi di sterline – in modo da lasciare i nuovi

Questa rapina alla luce del sole sta avvenendo anche nel settore energetico. Nel 2016-17, la Rete Nazionale ha ottenuto un profitto di 1,9 miliardi di sterline sulla distribuzione dell’elettricità e del gas. Circa 660 milioni sono stati usati per pagare dividendi, cosa che rappresenta un costo nascosto per i consumatori del 12%. I benefici promessi grazie alla concorrenza del mercato non si sono mai visti: le grandi “sei sorelle” dell’energia hanno sfruttato i consumatori, addebitando agli utenti nel 2015 ben 2 miliardi di sterline. Le persone non vogliono essere costrette a vagliare le diverse opzioni per trovare un contratto decente; vogliono soltanto energia sicura e a un prezzo accessibile. Dobbiamo fare cambiamenti drastici nel nostro sistema energetico entro pochi anni se vogliamo avere la possibilità di affrontare i cambiamenti climatici. Trasferendo la proprietà e la responsabilità delle nostre utilities a organismi di proprietà pubblica e

Più importante ancora, la proprietà pubblica metterebbe fine al flusso di denaro dei contribuenti che va a sostenere i profitti privati delle società e dei loro azionisti, mentre i prezzi aumentano, i servizi peggiorano, e i debiti si accumulano. Riportare le utilities sotto controllo pubblico rimetterebbe i profitti nelle tasche dei cittadini e nei servizi stessi, abbassando la bolletta media di 220 sterline all’anno per famiglia e consentendo di investire altri risparmi nelle infrastrutture e per migliorare i servizi. Inoltre, ponendo un freno agli aumenti dei biglietti dei treni – che sono aumentati del 27% a partire dal 2010 – i laburisti farebbero risparmiare ai passeggeri una media di 1.014 sterline all’anno sui biglietti. Si è molto parlato di quanto costerebbe tutto questo, ma i commentatori, pronti a sparare grandi cifre, mostrano tutta la loro ignoranza in economia, e

Nel mondo negli ultimi anni c’è stata un’inversione del processo delle privatizzazioni. Negli Stati Uniti, l’85% delle forniture di acqua proviene dal settore pubblico, e l’80% della rete di distribuzione elettrica tedesca è ora posseduta e gestita dalle autorità regionali e locali. Una delle più grandi beffe della privatizzazione britannica – che fu dettata da una profonda perdita di fiducia nella capacità dello Stato di gestire queste cose – è che molti dei nostri tesori nazionali sono finiti nelle mani di società pubbliche straniere. I piani di rinazionalizzazione dei laburisti assicureranno la supervisione democratica locale sui servizi, mettendo il potere nelle mani delle comunità. Al di là delle chiacchiere sul rigore dei conti, i conservatori sono più interessati ad aiutare i ricchi evasori a fare soldi facili di quanto non lo siano a fermare l’emorragia di soldi del popolo britannico. Come ho recentemente sottolineato durante un dibattito con Damian Green all’Andrew Marr show, questa posizione ha qualcosa a che fare con il fatto che molti finanziatori dei conservatori, ed effettivamente anche alcuni parlamentari e ministri conservatori, hanno ottenuto profitti dalle privatizzazioni. E’ tempo di mettere fine a questa truffa dei conservatori. I laburisti chiuderanno il rubinetto che versa miliardi di sterline nelle tasche degli azionisti e si assicureranno che questi servizi vitali siano gestiti nell’interesse della maggioranza, non di pochi.
(John McDonnell, “La privatizzazione dei servizi pubblici nel Regno Unito: storia di un fallimento”, dall’“Independent” del 6 giugno 2017; articolo tradotto e riproposto da “Voci dall’Estero”).