giovedì 28 febbraio 2013

Fiducia? What's fiducia?


Pierluigi Bersani Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo

 Quindi improvvisamene gli attivisti del Movimento Cinque Stelle si sarebbero bevuti il cervello. Tutti insieme. Dopo avere combattuto per anni il Pdl e il Pd-L, dopo avere mandato "affa" tutto e tutti, improvvisamente, giunti nelle segrete stanze del potere, colpiti dall'ebrezza di qualche carica alla Camera o al Senato, sarebbero tutti per votare la fiducia a Bersani & Co. Ovviamente parliamo dello stesso Pd che ci ha regalato la tassa da 4 miliardi servita a pagare i conti di Monte dei Paschi di Siena, grazie al controllo capillare delle fondazioni bancarie e in cambio di agevolazioni di vario tipo e della stecca sugli stipendi degli uomini piazzati nelle posizioni chiave (vedi donazioni da quasi un milione di euro da parte di Mussari). E parliamo dello stesso PD che non ha mai fatto la legge sul conflitto di interessi ma che ha inciuciato con Forza Italia prima e con il Pdl poi. Ed è sempre lo stesso PD accanito europeista che va a chiudere la campagna elettorale a Berlino dopo avere votato e difeso ratifiche di trattati di sterminio di massa, come il Fiscal Compact e ilMes, e che è il più accanito sostenitore degli Stati Uniti d'Europa. Lo stesso PD che copia le parlamentarie di Grillo ma riserva i posti chiave per le solite Bindi & Co. Lo stesso Pd di Violante, di D'Alema, del Copasir, quello che mandava i cinesi a votare alle primarie in Campania, quello di "abbiamo una banca", quello di Prodiche ci ha portato nell'Euro, quello della Goldman Sachs che lo sostiene apertamente, quello del golpe morbido di Giorgio Napolitano, quello che attraverso il leader Maximo lavorava da almeno due anni a un governo Monti e che ci ha preso per il culo (e continua a farlo) con la leggenda del Fate Presto e dellospread assassino, torcendo a proprio vantaggio la Costituzione, quello dellecommissioni bancarie ripristinate in men che non si dica, dopo che erano state azzerate insieme alle spese per i conti corrente dei pensionati (e si è capito poi perché). Quel PD lì, insomma...


 E questi duri e puri del Movimento Cinque Stelle, arrivati in Parlamento al ritmo di "vi apriremo come una scatoletta di tonno", al primo canto delle sirene di gente corresponsabile di tutto questo sfascio, si metterebbero a invocare l'accordo, addirittura la fiducia, come un qualsiasi partitucolo da prima repubblica? Ma lo sanno questi signori che, se votano la fiducia, si rendono corresponsabili di tutto quello che farà dal giorno dopo il Governo di Bersani & soci? Lo sanno che questi sono vecchi squali della politica, controllano i ministeri e conoscono tutti i trucchi possibili per fare tutto l'ostruzionismo di questo mondo, per cui, conoscendo la tattica della melina meglio di chiunque altro, avendola praticata per intere legislature, prometteranno per l'ennesima volta di tagliarsi gli stipendi, di togliere i rimborsi e tutto il resto, ma poi troveranno tutte le scuse per ritardare fino ad arenare ogni progetto di legge del Movimento Cinque Stelle, mentre cercheranno di far passare nuove ignominie ai danni del popolo italiano, e queste ignominie ricadranno sulla testa del Movimento Cinque Stelle? Ma davvero il popolo del "tutti a casa" è diventato improvvisamente così accondiscendente, così stupido o così ingenuo?

 Forse. O forse no. Forse i titoloni dei giornali, quelli che parlano di base spaccata basandosi su qualche commento su un blog e su una petizione in rete - e sono gli stessi giornalisti che non sanno distinguere "Twitter" da "Tweet", ripetendo grottescamente "ho letto un twitter di tizio e caio" ad ogni ospitata televisiva - sono solo l'ennesima strumentalizzazione giornalistica orchestrata dalla vecchia politica che cerca di tamponare l'ondata di cittadini all'arrembaggio delle istituzioni. 

 Forse questa Viola Tesi che all'improvviso spunta fuori dal nulla, con una petizione pro fiducia (pro Pd) in rete, guarda caso su un sito che nulla ha a che fare con il Movimento Cinque Stelle, raccogliendo magicamente decine di migliaia di firme, non è esattamente espressione della base del Movimento. Potrebbe mai esserlo una che fino a un paio di mesi fa almeno militava convintamente nella base del Partito Pirata? Lo stesso partito pirata che deve vedersela con quel Marco Marsili che proprio durante le scorse elezioni, sbugiardato da Anonymous o chi per essi,cospirava contro il Movimento Cinque Stelle cercando di distruggerlo?

Viola Tesi Partito Pirata
 
 Ed ecco, cliccando qui, una delle tante conversazioni che provano la sua partecipazione attiva nella base del Partito Pirata. Può una attivista convinta di un altro movimento, a uno o due mesi dalle elezioni, diventare come per magia espressione della base del Movimento Cinque Stelle ed essere rilanciata, in primis da Repubblica, il giornale della tessera numero uno del PD (De Benedetti), con la sua petizione pro Pd (adesso capite la ragione delle regole sulle candidature di Grillo)? E le 75mila firme raccolte, come per magia, in meno di 48 ore, sono della base del Movimento Cinque Stelle? Cosa dà cotanta sicumera ai signori giornalisti che fanno i titoli? Fanno le pulci a una che non conosce il numero esatto dei senatori della Repubblica, e poi sparano titoli così palesemente scollegati dai fatti (salvo poi venire a fare i sermoni ai blogger in rete se per caso non mettono le virgolette sul titolo di un post)? Già, perché è evidente che se una di un altro partito viene spacciata per una rappresentante della base del Movimento Cinque Stelle solo perché pubblica una lettera su un sito qualunque, con la stessa nonchalance si possono far votare decine di migliaia di militanti di un qualunque altro partito sotto a una petizione qualsiasi e poi spacciare le firme come la prova evidente che la base del Movimento Cinque Stelle (o quella dell'ultimo partito della Nuova Guinea) è compatta contro il suo leader. E si può perfino arrivare a colonizzare un intero blog, con iscrizioni mirate dell'ultima ora.

 Tant'è vero che alcuni, tra i firmatari, non si fanno neppure scrupolo di mascherare il fatto non solo di non essere appartenenti alla base del Movimento Cinque Stelle, ma neppure di essere espressione di quegli 8 milioni e mezzo di italiani che hanno condiviso e votato le proposte di Grillo:
 
 Firma petizione pro-fiducia 1
Firma petizione pro fiduca 2

 Cari "grillini" (a me questo termine potete passarlo): voi siete arrivati adesso con le valigie di cartone, ma questi conoscono l'arte di mettervelo in quel posto meglio di chiunque altro, avendo una lunga scuola alle spalle. Cercate di non farvi fregare e rimettete, con lucidità, ogni tassello al suo posto.

 Voi, per la vostra storia e per la natura radicale delle vostre rivendicazioni, che sono quelle che gli italiani vi hanno chiesto esplicitamente di portare avanti, non potete votare la fiducia a un partito che si è reso corresponsabile dello stato in cui versa questo Paese. Tutt'al più, se proprio Pd e Pd-L ci tengono alla governabilità, possono sempre votare - loro - la fiducia al primo Governo targato Movimento Cinque Stelle.
Da questo link,http://www.byoblu.com/post/2013/02/28/Fiducia-Whats-fiducia.aspx

mercoledì 27 febbraio 2013

IL VALORE DI GRILLO? PROMUOVERE UN CAMBIO DI CULTURA

Il valore di Grillo è nel promuovere un cambio di cultura. Un processo che ha bisogno di tempo, ma è già innescato.
Se si usa questo paradigma allora non è solo importante il successo suo ma il fatto che possa cambiare la cultura e i comportamenti di altri. Cioè che siano forzati a farlo.


Chi vuole o pensa ora che Grillo si accordi con PD secondo me ha compreso poco, poi magari sarò smentito (salvo ipotesi 2 vedi alla fine), ma per Grillo a mio avviso sarebbe la fine politica. Perchè non si regge certo sui "programmi" il suo movimento.
Di programmi Grillo, come ho già detto, non ha nulla pressapoco di reale.

Quel po' di fattibile che c'è è sulla PMI e infatti sono proposte loro e venute fuori solo verso la fine per dare un po' di contenuto. E poco altro.
Il resto sono idee e visuali ambiziose a lungo termine e che per essere pallidamente ipotizzabili hanno comunque un'architrave, cosa che non viene molto detta: taglio del debito, congelamento e ristrutturazione e traslazione degli interessi. Smantellamento di alcuni Trattati e uscita dall'EUR.


Altrimenti è aria fritta.
Prendiamo un cavallo di battaglia di Grillo. Reddito di cittadinanza. Un'idea giusta, ma non un programma.
Se dici reddito di cittadinanza di 1000 EUR alla gente è un'idea, se invece è un programma allora devi fare due conti. Sono 12.000EUR all'anno x 3 anni = 36.000 EUR per persona da finanziare. Per quante persone? Tutti i disoccupati cioè 3,3 milioni circa?

Significano cifre dell'ordine di 100 miliardi di EUR.

Devi dire dove li prendi.
Non puoi dire 1 miliardo dai rimborsi elettorali e 3 o 4 dall'abolizione delle Provincie perchè ci fai l'aperitivo con quelli. Poi in campagna elettorale va tutto bene e la gente tanto non è capace a fare un ragionamento proprio e due conti della serva.
Altrimenti dovresti dire "taglio 100 miliardi di spesa degli 800". E la sostituisco con questa spesa.


E devi dire dove tagli però. E questo, a parte tutto, non va nemmeno troppo bene in campagna elettorale per far consenso. E' solo un esempio.
Non ci sono molti programmi in realtà e Stiglitz non credo che abbia mai scritto nulla per loro, sinceramente. Forse una letterina. Una mail.

Sui problemi locali loro vanno già meglio. Sono più semplici.

Infine come qualità io ho visto bravissimi ragazzi finora, ma non è che me li vedo seduti all'Ecofin, tanto per dire.

Loro devono cambiare il costume, la cultura, poi di gente competente che cambia e salta sul carro del vincitore ne troveranno a bizzeffe, come sempre è stato. Solo che lo dovranno fare con un altro tasso di onestà e trasparenza che si spera saranno richiesti proprio perchè loro hanno cambiato cultura e costume.

E' ancora presto. Devono star fuori da ogni storia adesso. Il tempo lavora per loro. Stare dalla parte di chi denuncia le irregolarità, le disfunzioni, le corruzioni, ecc.. è molto più facile e redditizio. Con una base già così forte ora è più in discesa. Devono evitare errori. Intanto formano anche qualcuno o lo cooptano. Ma tanto se aumentano consenso nonostante la campagna contro che gli faranno immagino a partire da oggi, e se non ne vengono azzannati, poi ci sarà l'esodo.

Io ritengo che Grillo e Casaleggio abbiano abbastanza chiaro questo, e credo che questo spieghi anche meglio perchè cercano di far parlare meno possibile nel merito gli eletti, salvo dove possono spendere realtà, ad esempio localmente, e di avere una conduzione un po' "dittatoriale" come è stato sottolineato. Non mi stupirei di qualche "proibizione" futura ad andare in TV o rispondere nello specifico. Lui stesso glissa sempre nello specifico, riguardo ai programmi. Perchè il programma è un cambio culturale, e se poi si traducesse in programmi reali allora devi avere il 60% dei voti dalla tua, tuoi o con un'alleanza su tutte quelle questioni, non il 25%.


Per ridiscutere trattati, per magari uscire da EUR, per cambiare cose di fondo.
Tutto questo nella visuale che sia tutto onesto..


L'altra ipotesi, quella malevola, è che sia un modo di controllare una protesta in modo quieto e intanto tenerla fuori dalle decisioni, cioè di sterilizzarla prima e ricondurla poi dentro un sistema con poche concessioni, più apparenti che di sostanza. Un po' come la Lega di anni fa..
Allora è un altro discorso. Se fanno da stampella al PD ora lo si capisce anche fin da subito..

Mincuo
Fonte: www.comedonchisciotte.org

martedì 26 febbraio 2013

Perchè dovrei affliggermi ora

«
Tung Men Wu, vissuto a Wei, non si afflisse quando il figlio morì… Sua moglie rimase sconcertata e gli disse: “Nessuno al mondo amava il proprio figlio quanto te, perché non ti affliggi ora che è morto?”. Egli rispose: “Non avevo figli, e quando non ne avevo, non mi affliggevo. 
Ora che è morto tutto è come prima, quando non avevo alcun figlio. Perché dovrei affliggermi ora?”

MEDITATECI

Che è successo negli ultimi 30 anni

I primi anni di vita di un individuo sono fondamentali per comprendere la sua vita,egualmente il passato è fondamentale per capire l"oggi.
Grillo ha puntato gli occhi sulla casta,per spiegare l"oggi disastroso,ora che tantissimi sono in parlamento spero che approfondiscano questa cosa,CHI HA DIRETTO OCCULTAMENTE LA CASTA????

MPL (59) SÌ, QUESTA VOLTA FESTEGGIAMO!

Da questo blog,,,http://sollevazione.blogspot.it

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Risultati elettorali: gli euristi in minoranza nel paese e la fine della seconda repubblica 

Segreteria nazionale del Mpl


Sì, diciamolo subito: stasera per la prima volta possiamo festeggiare un risultato elettorale. Vediamo il perché, per grandi linee ed in maniera sintetica, pur mancando ancora i risultati definitivi. 


1. Calcolato l'astensionismo e i voti nulli, il tripartito che ha sostenuto per un anno il peggior governo della storia repubblicana (Pdl, Pd, Udc) è sotto il 50% del corpo elettorale. Una batosta con i fiocchi che non ha bisogno di altri commenti. Già questo fatto suona come la migliore smentita per chi, anche in ambiti a noi vicini, ha sostenuto la tesi della scarsa rilevanza di queste elezioni, che rappresentano invece un vero e proprio terremoto politico. 

2. L'asse amato dalla Merkel, il duo finto-litigante Bersani-Monti, è attorno al 40% dei voti validi. Nel nostro piccolo ci eravamo permessi di indicare l'obiettivo di portarli sotto il 50%. Eravamo stati troppo pessimisti: meglio così. Il voto italiano è una gigantesca sconfessione delle politiche europee. Esso disegna un quadro da incubo per gli eurocrati di Bruxelles e Francoforte, per non parlare del governo di Berlino. 

3. Mario Monti, il simbolo dell'asservimento italiano ai diktat europei, è il principale sconfitto di queste elezioni. Voleva sfondare il 20% e si è ritrovato a lottare per raggiungere il 10%. Pretendeva comunque di essere decisivo e si ritrova ad essere ininfluente anche nella determinazione della maggioranza al Senato. I centri del potere europeo e nord-americano che lo hanno voluto a tutti i costi in pista hanno di che mangiarsi le mani. 

4. Il Pd otterrà quasi sicuramente la maggioranza alla Camera, ma la disfatta del Senato, ed il modesto risultato del partito, mostrano un Pd quanto mai in crisi. Non parliamo poi del penoso 3% di Vendola. Egli doveva coprire a sinistra Bersani, ma la sua coperta si è rivelata un fazzolettino di carta. 

5. Ma il vero dato che da il segno della fine del bipolarismo, e della stessa seconda repubblica, è il successo del M5S, sul quale abbiamo scommesso fin da dicembre. Questo successo - attualmente, oltre il 25% alla Camera, rischiando addirittura di diventare il primo partito - è andato ben oltre le aspettative. Molti ci guardavano con scetticismo quando parlavamo di 100/150 parlamentari. Vedremo alla fine quale sarà l'attribuzione dei seggi, ma già da ora possiamo dire di essere stati fin troppo prudenti. 

6. Il successo del M5S non rappresenta solo una legittima, sacrosanta e più che necessaria protesta. Esso rappresenta la chiusura di un buio periodo di letargia popolare, ed il segnale dell'apertura di una nuova stagione di lotte, che questa volta - a dispetto di tanti pessimisti incalliti - arriverà forse a misurarsi davvero con la questione del governo e del potere. 

7. E' da rilevare poi un altro fatto di enorme importanza: la protesta contro il trasversale partito eurista non ha preso derive di destra. Il risultato di Forza Nuova, Casa Pound, La Destra e Fratelli d'Italia è fatto di tanti zerovirgola o poco più. A differenza di altri paesi europei - ed essenzialmente per merito del M5S - la protesta popolare ha preso ben altra direzione. Ed il pericolo non è oggi il fascismo, ma la volontà di dominio delle oligarchie finanziarie e del loro braccio politico di stampo tecnocratico. 

8. Certo, le elezioni da sole non bastano. Ma solo i ciechi possono non vedere quanto è cambiata la situazione con i risultati di oggi. E la nostra convinzione è che l'aver scompaginato i giochi politici delle élite non potrà che dare coraggio al popolo lavoratore, ed ai suoi settori più consapevoli sulla necessità di costruire un'opposizione sociale ed un'alternativa politica al governo eurista che in qualche modo metteranno in piedi.
9. Il blocco dominante cercherà in tutti i modi di reagire alla situazione. Ma come? Dal punto di vista degli equilibri parlamentari la situazione si è clamorosamente incartata. Chiunque vinca alla Camera (quasi certamente il centrosinistra, sia pure con un modestissimo scarto), non avrà la maggioranza al Senato. Attualmente (scrutinate 58.849 sezioni su 60.431) questa sarebbe la distribuzione dei seggi a Palazzo Madama: centrosinistra 113, destra 114, Monti 17, M5S 57. La maggioranza è a quota 158. Ne consegue che non potrà esserci maggioranza alcuna che non riveda insieme Pd e Pdl, come è stato nel disgraziato anno del governo Monti. 

10. Possiamo immaginare quindi la riedizione di un'ammucchiata da tutti esclusa in campagna elettorale. Noi in realtà avevamo detto che sarebbe stata quantomeno necessaria una maggioranza da Vendola a Monti, e che se questa non fosse stata sufficiente si sarebbe ripescato in qualche modo Berlusconi. In realtà le cose a Berlusconi sono andate assai meglio, non tanto per un suo recupero - il centrodestra è sotto il 30% contro il 47% ed oltre del 2008 - quanto per il tonfo, grande quanto meritato, del centrosinistra. 

11. Su Ingroia, e sui sinistrati accolti sulla sua inutile Arca, abbiamo già scritto più volte. E chi è causa del suo mal pianga se stesso. L'impietoso 2,2% chiude ogni discorso: sul Prc, sulla piccola corte di Diliberto, sui Verdi meno credibili d'Europa, sul manettaro molisano, sulle idiozie arancioni, sulle visioni da Procura del candidato premier. 

12. Nuovi compiti ci vengono consegnati da questo esito elettorale. Non solo a noi, ma a tutti quelli che vogliono rovesciare l'esistente, lavorando per una sollevazione di massa in grado di dar vita ad un governo popolare d'emergenza. Da domani inizia davvero una nuova fase. Ma intanto festeggiamo, che questa volta ce n'è davvero motivo.

domenica 24 febbraio 2013

Non votare,non serve a niente,votare forse può cambiare molte cose

Alle 19,già il 47% degli elettori ha votato,non votare perciò non serve a niente,la maggioranza teleguidata accetta questa farsa che è la democrazia,,VOTATE



Beppe Grillo, i media e le «reti di fiducia»

Inviato da Redazione il 24/2/2013 1:00:00 (678 letture)
di Gennaro Carotenuto

Il fatto che Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle rifiutassero la stampa ieri a San Giovanni per il trionfo romano, è stato stigmatizzato in tutte le salse. Nella migliore delle ipotesi è stato considerato poco democratico, nella peggiore è stato dato loro del fascista. Da critico di Grillo non solo non condivido tali accuse ma ritengo indispensabile dire la mia in merito.

1) I media mainstream, quelli italiani nel 99% dei casi, rappresentano plasticamente quello che Noam Chomsky chiama «la fabbrica del consenso» e vivono in osmosi con il mondo politico e le classi dirigenti. Per compiere il loro lavoro di squadrismo mediatico (basti pensare a quello che hanno fatto con i movimenti, a Genova, con i NoTav o, allargando il campo, con la sistematica diffamazione dei governi progressisti latinoamericani) credono di poter demonizzare sistematicamente personaggi, movimenti, sistemi culturali per poi pretendere, con un cinismo senza pari, che chi hanno messo alla berlina fino a 30 secondi prima debba subito dopo comportarsi con fair play nei loro confronti. Non funziona così. Non stringerò la mano a chi mi avrà riempito di calci per tutta la partita o colpito sistematicamente sotto la cintura, con l’arbitro che fa finta di non vedere. Non siete neutrali, non siete più il quarto potere, la spina dorsale della democrazia, siete i tutori di un sistema informativo oligopolico chiuso a riccio nella difesa di un sistema di privilegi. Se giocate sporco nei miei confronti -ha detto Grillo- non è scritto da nessuna parte che debba porgere l’altra guancia ...

... anche e soprattutto perché con le nuove tecnologie -ed è il secondo punto- siamo usciti dalla dittatura mediatica per la quale o sono vostro sodale o siete in grado di condannarmi al silenzio. La società, la democrazia, l’opinione pubblica non può fare a meno di comunicare ma, oggi, può fare a meno di voi.

2) Quando l’11 marzo 2004 l’intero complesso mediatico spagnolo, destra e sinistra unite nella lotta, collaborarono a diffondere la menzogna di José María Aznar, che aveva interesse a raccontare che gli attentati di Madrid fossero stati commessi dall’ETA invece che da Al Qaeda, i cittadini si ribellarono ribaltando il risultato delle elezioni politiche della domenica successiva. Lo fecero con i «media personali di comunicazione di massa», utilizzando Internet, i blog, le reti sociali per informarsi, ma soprattutto facendo rete con il più diffuso e semplice di tali media, il telefonino. Lo fecero, secondo Manuel Castells, attivando quelle «reti di fiducia» per le quali «se io mando un SMS a dieci persone e ognuno di loro lo gira a dieci amici, nel giro di pochi minuti potremmo avere lo stesso o addirittura più impatto di quanto ne può avere la televisione perché tali reti sono selettive, si dirigono a persone che si conoscono». Rispetto alla pretesa dei disinformatori di professione di orientare a loro fini l’opinione pubblica, i cittadini spagnoli furono in grado di replicare spostando in poche ore il voto del 21% degli elettori sdegnati dalla manipolazione del governo e della stampa. Quella dell’11-14 marzo 2004, continua Castells «è stata una specie di rivolta etica che ha sorpreso tutti, inclusi gli stessi media. Non è stata una rivolta contro un partito o a favore di un altro. È stata una rivolta per la verità e contro la menzogna».

Quando vengono toccati i loro interessi i media tradizionali aggrediscono con la logica del branco il nemico accerchiandolo e colpendolo tutti insieme. Pensano che il loro grande potere sia tuttora in grado di ridurre al silenzio chiunque. Pensano di non essere il filtro tra notizia e opinione pubblica ma ritengono di incarnare essi stessi l’opinione pubblica. Demonizzano Grillo, reo di voler eliminare i contributi pubblici ai media commerciali, come demonizzano la Legge dei media di Cristina Fernández in Argentina, rea di voler disegnare un futuro nel quale diverse istanze sociali, e non solo le corporazioni commerciali, abbiano spazi di comunicazione e possibilità di disegnare una società meno dominata dal mercato. La «fabbrica del consenso» aggredisce, diffama, schiaccia chi tocca i loro privilegi per renderlo in condizione di non nuocere. Ma le «reti di fiducia» dei cittadini organizzati, in grado di agire contemporaneamente da recettori critici d’informazione e diffusori, sono già oggi un potere altrettanto grande.

Gennaro Carotenuto

Fonte

sabato 23 febbraio 2013

Risvegliarsi alla rivoluzione,da www.innernet.it


vimala thakar5.jpgCosa ha a che fare l’illuminazione con la crisi del pianeta e dell’umanità? Vimala Thakar è una maestra spirituale di indubbia saggezza e nello stesso tempo un’attivista apppassionata verso l’impegno e la responsabilità sociale. Una sintesi di J. Krishnamurti e del Mahatma Gandhi, da cui è stata profondamente influenzata.
L’illuminazione e la crisi mondiale: introduzione di Susan Bridle
La maestra spirituale Vimala Thakar, è nota in Europa e negli Stati Uniti come una grande e indipendente insegnante del risveglio spirituale. Di fatto, noi di “What is Enlightenment” riteniamo che sia forse la donna più illuminata esistente oggi al mondo. Ma quello che probabilmente molti non sanno è che Thakar è anche un’attivista sociale profondamente impegnata. Influenzata dagli insegnamenti sia di J. Krishnamurti sia del Mahatma Gandhi, Thakar personifica l’essenza della consapevolezza illuminata e della responsabilità sociale.
Le due correnti del risveglio individuale e dell’impegno sociale, di solito divergenti, si uniscono indissolubilmente nell’inarrestabile torrente della sua vita. E in entrambe le sfere, in modo non dissimile dai suoi mentori, Thakar è una grande rivoluzionaria. La sua vita e i suoi insegnamenti ardono del fuoco della rivoluzione interiore dello spirito, che secondo lei è l’unico, autentico fondamento di una rivoluzione della società.
Nata in una famiglia brahmina di classe media nell’India centrale, la passione di Thakar per la vita spirituale è cominciata presto. “La consapevolezza di «qualcosa al di là» si fece strada in me all’età di cinque anni”, scrive, raccontando come scappò di casa per andare nella foresta in cerca di Dio, implorandolo di rivelarsi.
Suo padre, un fiero seguace del libero pensiero, incoraggiò i suoi interessi spirituali e l’aiutò a visitare gli ashram, a studiare le scritture e a sperimentare le pratiche spirituali. Continuò la sua sincera ricerca spirituale per tutta l’adolescenza, arrivando a fare un ritiro prolungato in una caverna, all’età di diciannove anni. Le sue molte e insolite esperienze di questi primi anni hanno l’aura epica delle leggende del Mahabharata. Da giovane si unì al Movimento per il dono della terra di Vinoba Bhave, il successore spirituale di Gandhi, del quale cercò di realizzare la missione e l’ideale di un nuovo ordine sociale.
Lavorando a stretto contatto con Vinoba, considerato a sua volta un santo, Thakar ha assorbito la passione gandhiana per quella che descrive come “la trasformazione radicale della struttura della società umana e la rivoluzione radicale della mente dell’uomo”. L’impegno di Thakar nel Movimento per il dono della terra (il cui fine era ottenere la terra dai ricchi per distribuirla ai contadini poveri) è stato instancabile: per otto anni, ella ha percorso in lungo e in largo l’India, visitando ogni villaggio.
Nel 1960, Thakar fu invitata da un amico a seguire una serie di discorsi che un insegnante spirituale stava dando a Varanasi. L’insegnante era il leggendario J. Krishnamurti, il quale si accorse immediatamente della ragazza che ascoltava con insolita attenzione dal fondo della sala, e le offrì un incontro. Le loro conversazioni private sconvolsero profondamente Thakar, catapultandola in un profondo silenzio. “Qualcosa dentro di me si era liberato, e non poteva più tollerare alcun limite”, ha scritto. “L’invasione di una nuova consapevolezza, irresistibile e incontrollabile… Ha spazzato via ogni cosa”.

Per i piddini


Ah, già, dimenticavo: i piddini sanno di sapere...

Ecco, il loro sapere di sapere è una fabbrica di violenza, ma a loro questo non importa, perché preferiscono che crolli il tempio, seppellendo Sansone con tutti i filistei (loro), pur di non ammettere di esser stati dei totali, irrecuperabili, patetici fessi. Per questo ti ho esortato, nel presentar loro i documenti scientifici, a ricordar loro di quale pasta marrone siano fatti. Perché adesso basta, adesso devono fare autocritica, altrimenti il dialogo non ci può essere, come giustamente dice istwine, è una mera perdita di tempo (se interpreto bene il suo pensiero).

Minchia,questo lo votano gente di sinistra


Ero di sinistra,sentendo questo tipo,leader di gente di sinistra ,non posso che essere sempre più certo,destra e sinistra entrambi esistono per dividerci.
Ma come si fa ad essere,cosi giustizialisti,sapendo che le leggi odierne sono state fatte da una casta,di cui tu caro ometto,appartieni?
Mi tocca aime rivalutare la frase di berlusconi,l"unica cosa giusta che ha detto in questi anni.
  Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche.

Guardandolo attentamente,a me mi da proprio questa impressione,aveva ragione berlusconi
Caro tipetto,bisogna eliminare quasi tutte le leggi,non stanare gli evasori,che sotto sotto se pagassero tutte le tasse,manterebbero delle sanguisughe come te  e altrettanti statali.
Sentiamo un grande saggio LAO TZU
“Più si governa, meno si raggiunge il risultato desiderato. Più restrizioni e proibizioni ci sono al mondo, più povera sarà la gente… Più leggi vengono promulgate, più ladri e banditi ci saranno. (…)Quando le imposte sono troppo alte, il popolo ha fame; quando il governo è troppo invadente, il popolo si perde d’animo. Agite a vantaggio del popolo. Abbiate fiducia nel popolo, lasciatelo libero di agire. Governare una nazione grande è come friggere un pesciolino; attizzando troppo il fuoco lo  si rovina.”

venerdì 22 febbraio 2013

Trasformare un sistema

C"è poco da dire,chi è soddisfatto di questo sistema di vita vigente ,voti i soliti noti,cioè persone complici , personaggi famosi,che in tutti questi anni sono comparsi sulle tv.
La tv ha sostituito per lo più la religione,come sistema di schiavitù mentale,i primi anni di vita bloccano le nostre eccezionali capacita,grazie alla scuola,il colpo di grazia lo da la televisione.
Non votare,astenersi,avendo convissuto anzi essendo schiavi del sistema politico americano,dove pochissimi votano,non servirebbe a nulla,anche con un 40%,gli eletti si sentirebbero legittimati.
Secondo me,vi è solo una grande opportunita,un movimento immenso supportato da un risveglio collettivo,il MOVIMENTO 5 STELLE,anche Grillo è un personaggio nato dalla tv,ma i suoi ultimi vent"anni sappiamo benissimo,che ne è uscito fuori,le sue denuncie sull"orribile sistema vigente ,sono vecchissime.
Sono entrato da poco nel movimento 5 stelle,sinceramente non ho visto dei veri rivoluzionari,ma so bene che bastano pochissimi individui,con una visione è un autorita indiscussa,per dirigere le masse.
Grillo Casaleggio,hanno questa autorita,ed hanno scritto nel programma moltissime cose condivisibilissime,mandare in parlamento degli eletti,che dovranno seguire quel programma,come una bibbia,è l"unica cosa che noi che resteremo fuori dovremo controllare.
La situazione è esplosiva,solo cosi si spiega l"eccezionale consenso di Grillo,vi è un eccezionale crisi,


in cinese crisi,ha questo significato,,,
Wej-ji è l’ideogramma cinese del termine crisi. I cinesi compongono questo ideogramma attraverso la combinazione di due parole: pericolo e opportunità. In nessuna altra lingua è così ben condensato il significato del termine.

I grandi mutamenti sociali possono avvenire solo in questi particolari momenti,senza crisi,si sarebbe continuato a dormire senza problemi,la crisi è una sveglia,la casa sta bruciando DIAMOCI DA FARE.
Abbiamo una fantastica opportunità,di progredire o regredire,tutto dipenderà da noi come coscienza collettiva.
Grillo dice in continuazione che dobbiamo partecipare alla vita pubblica,sotto sotto è questo il motivo principale perchè lo voto,Grillo non può cambiare il sistema,è da vent"anni che sotto sotto dice le stesse cose,allora lo deridevano,oggi lo combattono,domani dipenderà da noi,dal risveglio della coscienza collettiva.
Senza risveglio,Grillo continuerà ad essere per pochi eletti,e sarà dura per loro,il vecchio modello di sviluppo questi 70 anni bene o male ha i giorni contati,cosa succederà,per fortuna non si sa,altrimenti che gusto ci sarebbe.
Come dice il grande saggio Rocco Bruno,questo è un momento propizio,ma bisogna darsi da fare.
https://www.youtube.com/watch?v=ja1WlbDceQk

giovedì 21 febbraio 2013

Psicopatici al potere,Dio è morto,anche il prossimo è morto.

I giochini la televisione sono creati in modo da prendere l"attenzione del bambino catturarla con effetti speciali ,hanno creato perciò un DOPING,che fanno si che gli insegnanti che  non hanno questi effetti speciali ,non riescono a farsi capire.In certe culture se tu non hai una grande capacita di ATTENZIONE VISIONE,non apprendi nulla,l"attenzione è la base della meditazione.
Aumento della consapevolezza,significa che sei capace di osservarti,ma se hai la testa piena di pensieri,che vuoi osservarti,è impossibile.
Guardate che in questo modo noi stiamo drogando i nostri figli,chi si assume la responsabilità di dire che bisogna cambiare tutto quanto???
Il sistema che si è creato,anche se cambi le persone i dirigenti,non può cambiare nulla,comandano le multinazionali,non i politici,ma le multiazionali,sono dirette è stato studiato a fondo da persone psicopatiche.
Differenza tra questi psicopatici che dirigono le multinazionali,e comuni delinquenti,quest"ultimi vanno in galera soltanto perchè non riescono a controllare i loro impulsi aggressivi,al contrario dei capi delle multinazionali.Nelle multinazionali sono migliori i più PSICOPATICI.
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Bel video da vedere tutto,qua sopra,ci sono alcuni spezzoni presi cosi a caso.
Possiamo votare,cambiare i politici quanto vogliamo,ma finche non distruggeremo cureremo questi psicopatici,che controllano il mondo,perchè fondamentalmente come un virus hanno infettato i più, se non guariremo,non riaquisteremo salute,saremmo come è oggi questo mondo,cioè un mondo senza empatia,senza gioia ed amore,gli psicopatici aime conoscono solo la violenza,ma se i più riusciranno ad essere amorevoli empatici,solo cosi potremo trasformarli guarirli.Quei psicopatici che dirigono le multinazionali,sono i migliori ma stai attento anche il tuo vicino di casa può avere quella malattia,solo la tua salute,se è vera salute può guarirlo.In questo momento,un onda di salute sta cavalcando il pianeta terra,cerchiamo di propagarla.


mercoledì 20 febbraio 2013

L'America Latina avanza, goleada di Rafael Correa

DI FULVIO GRIMALDI
fulviogrimaldi.blogspot.it

Quando si dirà in un qualsiasi paese del mondo: i miei poveri sono felici, né ignoranza, né carenze si trovano tra di loro, le mie prigioni sono vuote di detenuti, le mie strade libere da mendicanti, gli anziani non sono deprivati, le tasse non oppressive, il mondo razionale è mio amico perché io sono amico della sua felicità. Quando si possono dire queste cose, allora il mio paese potrà vantersi della sua costituzione e del suo governo. Thomas Paine) 

Noi qua ci dibattiamo tra i fanghi volanti di un’immonda campagna elettorale, i cui protagonisti sono tutti indistintamente burattini della criminalità finanziaria, religiosa e mafiosa organizzata e si dicono chierichetti del golpista Napolitano, a sua volta lustrascarpe della supermarionetta Obama. L’unico che esce dal coro  e si astiene da riverenze e baciamano, addirittura osa l’inosabile spernacchiando gli Usa e Israele, rifiutando le guerre e gli strumenti di guerra a cui i licantropi imperiali trascinano gli sguatteri spendibili, il “comico”, il “populista”, “l’antipolitico”, cioè l’unico non populista e seriamente politico, viene criminalizzato, sbeffeggiato, insultato, diffamato. Gente che non ha nulla da dire sullo sterminio di un popolo dopo l’altro nel Sud del mondo, sulle strategie di malattia e fame che falciano bambini e donne a milioni, si strappa le vesti per un’uscita infelice di Grillo sugli immigrati. Gente che considera il feldmaresciallo SS Obama, devastatore della costituzione americana, primatista guerrafondaio della storia Usa, creatore del più grande Stato di polizia del mondo, uno che con i droni assassini si è fatto insieme accusa, giudice e boia di chiunque gli faccia saltare la mosca al naso, nasconde il proprio asservimento a questa forma di tecnodittatura postnazista sotto gli alti lai per la sprovveduto apertura del Grillo a Casa Pound.    

In America Latina invece…

Dedicando il trionfo elettorale a Hugo Chavez e ai caduti nella difesa del presidente e dell’ordine democratico, al tempo del colpo di Stato del 2010 che doveva culminare con l’uccisionedel Capo di Stato, sequestrato nell’ospedale della Polizia, Rafael Correa, in carica dal 2006, ha detto: “Abbiamo sconfitto i demagoghi e la stampa mercatista e renderemo irreversibile la relazione di potere a vantaggio della maggioranza e a scapito dei poteri di fatto. Qui non comanderanno la bancocrazia, le potenze mediatiche, qui non comanderanno gli Stati egemonici; con questa rivoluzione comanderanno le equatoriane e gli equatoriani. Continueremo con questa rivoluzione e si sappia che non falliremo. Potremo commettere, da esseri umani, molti errori, ma colui che afferma di non commettere errori e colui che non ha mai fatto niente nella vita. Non ipotecheremo la patria per consentire l’ingresso del capitale multinazionale e daremo al debito sociale la priorità su quello estero.   

Le prime felicitazioni al vincitore sono arrivate da Cuba, Nicaragua, Venezuela, Bolivia, Argentina, dallo schieramento dei paesi dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per le Americhe) di cui l’Ecuador di Correa è entrato a far parte (e non gli è andata storta come al presidente honduregno Manuel Zelaya, rovesciato da un golpe Usa), in particolare da Hugo Chavez in fase di convalescenza all’Avana.   

Alle elezioni presidenziali e parlamentari di domenica, il presidente Rafael Correa ha trionfato con quasi il 60% dei voti di oltre 11 milioni di elettori (secondo gli exitpoll), conseguendo 10 punti in più rispetto al 2009 e distanziando il rivale più accreditato, il banchiere sponsorizzato dagli Usa Guillermo Lasso, di più di 30 punti. A prefisso telefonico l’esito degli altri concorrenti, dal destro Lucio Gutierrez al sinistro Alberto Acosta, uno per il quale l’oramai del tutto normalizzato “manifesto” filo-vendolian-bersaniano ha voluto sbilanciarsi con soffietti elogiativi. In Parlamento il partito di Correa, Alianza Pais, avrà la maggioranza assoluta e potrà finalmente procedere a misure di salvaguardia ambientale e di democratizzazione di un’oligarchia mediatica asservita ai poteri economici e al diktat imperialista. 

Ho avuto il privilegio, a metà del decennio, di vivere e filmare quanto stava rovesciando nel suo contrario il paradigma di un America Latina “cortile di casa degli Usa”. Ho visto come si possono fare rivoluzioni vincenti nell’era della dittatura neoliberista e dell’offensiva imperialista finalizzate a succhiare quanto di plusvalore resta nei paesi già saccheggiati dal colonialismo. In Ecuador, alla rivolta degli indigeni nelle zone devastate dalla Chevron e da altri cannibali petroliferi, rispondevano a Quito i forajidos, l’equivalente dell’argentino que se vayano todos, con una mobilitazione di mesi e una risposta adeguata alla violenza del corruttissimo fantoccio Usa, Lucio Gutierrez. La rivolta culminò con l’occupazione del parlamento e la paralisi dello Stato. Aveva trionfato quella revolucion ciudadana che Correa, poco dopo, avrebbe istituzionalizzato con la nuova costituzione democratica, ecologica, partecipativa. Ancora una volta, come prima in Argentina, Venezuela, e poi in Bolivia e Nicaragua, sono state le masse, non a prendere il Palazzo d’Inverno, ma ad assediarlo, soffocarlo, disintegrarlo e, democraticamente, attraverso il processo elettorale sostenuto dalla mobilitazione rivoluzionaria, processo elettorale che fin lì era sembrato essere solo lo strumento della paradittatura del capitale e delle potenze coloniali, conquistare il potere.

Per la prima volta nella storia del pianeta un presidente ha fatto iscrivere nella Costituzione la personalità giuridica della Natura, ha cacciato su due piedi la base yankee di Manta, la più grande nell’America Latina, ha rivendicato al petrolio il diritto di essere pagato dagli Stati per essere lasciato sotto terra. Ai peggiori distruttori degli ecosistemi nell’Amazzonia dei giacimenti petroliferi è stato dato il benservito e, per via legale, se ne reclamano gli indennizzi. Al diavolo sono mandati gli avvoltoi del FMI e della BM, è stata ridotto il debito, con Chavez è stato respinto l’ALCA, il trattato di libro scambio con cui gli Usa intendevano spolpare l’America Latina. 

Cento erano gli obiettivi della Revolucion ciudadana, in massima parte realizzati durante i due mandati di Correa. Nel 2006 per ogni dollari investito nella spesa sociale, se ne investiva 1,8 nel debito estero. Nel 2011 di quel dollaro solo 33 centesimi andavano a pagare il debito. Puntando verso la piena occupazione, si é grandemente ridotta la disoccupazione, nell’ambito di una spesa per la sanità decuplicata si è ridotto di cinque volte il paludismo, malattia endemica. Di 8 volte si è aumentata la spesa per l’istruzione e la ricerca, l’investimento per lo Stato sociale per cittadino passava in cinque anni da 90 dollari a 446 e la povertà veniva ridotta di 12 punti. Sono aumentate le case popolari, è in corso un grande piano infrastrutturale per agevolare la comunicazione tra comunità e aree produttive, nel massimo rispetto dell’ambiente e dei popoli nativi. Presso la base di questi popoli Correa, come rivelano sondaggi e manifestazioni, gode di un vastissimo consenso. Non così nella loro massima organizzazione, la CONAIE. 

Correa, infatti, non ha dovuto soltanto affrontare la solita panoplia della guerra medatica, con i grandi giornali e le emittenti in mano all’oligarchia e le cannoniere occidentali, dalla BBC alla CNN e al Pais, impegnati alla morte con diffamazioni, annunci di brogli, le solite accuse di caudillismo autoritario e le manovre di destabilizzazione con tentativi di golpe e sabotaggi di varie corporazioni e Ong. Tra i più accaniti avversari di Correa e della rivoluzione sono stati dall’inizio i dirigenti della CONAIE. Un’opposizione che, ammantata di integralismo ecologico, assumeva antistorici  caratteri di etnicismo separatista. Avevo intervistato Luis Macas, all’epoca presidente della CONAIE, per sentirmi illustrare, sotto l’etichetta di Stato Multinazionale, il fantasioso e anacronistico progetto di una riunificazione dei popoli indigeni in entità autonoma, dal Perù alla Bolivia e all’Ecuador e a quali altri indios ci stessero. Il modello, dichiarò Macas, era l’impero Inca. Un riordinamento su base monoetnica che avrebbe comportato la dissoluzione degli Stati presenti e della loro sovranità. Con grandissima soddisfazione di un imperialismo in ritirata, ma non rassegnato. 

La CONAIE e la sua espressione partitica, il Pachakuti, avevano, a suo tempo, sostenuto e difeso fino all’ultimo il peggiore dei tiranelli neoliberisti e filo-Usa della parte finale del secolo scorso. Lucio Gutierrez, indio rinnegato e anche un po’ folle, primatista di corruzione e protagonista di uscite bislacche alla Berlusconi, uno che aveva steso il paese a zerbino sotto gli anfibi militari ed economici Usa, era poi stato defenestrato dai forajidos, eminentemente studenti, lavoratori e ceto medio urbano, mentre le organizzazioni indigeni erano rimaste alla finestra, o accanto a Gutierrez. Quando la revolucion ciudadana  cambiava paradigma sociale e costituzionale, aprendo a inediti riconoscimenti della particolarità indigena ed evidenziando, al confronto, il disastro sociale e i delitti personali di Gutierrez, i dirigenti Indios dettero segno di ravvedimento e di riconoscimento di quanto veniva messo in opera. 

Ma è durata poco. Al colpo di Stato di un gruppo di questurini, teleguidati dall’ambasciata Usa, ebbero la faccia di esprimere il proprio appoggio, per quanto smentiti dalla loro base. Con rivendicazioni di integralismo ambientalista, si opponevano a qualsiasi, pur prudente, opera che il governo attuava sul piano infrastrutturale per impedire che il paese sprofondasse nel limbo degli importatori totali. Ricordo la battaglia per l’acqua, che Correa voleva pubblica, ma organizzata da un ente di Stato per garantirne l’equa distribuzione tra chi ne aveva tanta e chi non ne aveva punta, a cui i dirigenti indigeni risposero con la pretesa di sapore leghista: “l’acqua a chi ce l’ha”. 

Il “manifesto” ha voluto commentare la campagna elettorale in Ecuador, dando ampio spazio a tale Alberto Acosta, leader di un “movimento di sinistra”, formato da maoisti, trotzkisti, radicali vari, alcuni accademici, che, da sinistra, contestava i provvedimenti del governo, qualsiasi settore riguardassero. Al progetto di Acosta hanno subito aderito i vertici delle organizzazioni indigene, la cui forza elettorale non era stata sufficiente a guadagnarsi spazi all’interno delle istituzioni rivoluzionarie. Visto che, a ben guardare, le differenze ideologiche tra questi gruppi e il partito di governo sono di scarsa rilevanza, è fondato il sospetto che si tratti di motivazioni personalistiche, da una parte, e di rivendicazioni etniciste dall’altra. Ed è un vero peccato che, in un processo di cambiamento drastico, con il conseguente passaggio di potere e di ricchezza da una minoranza di parassiti alla maggioranza della popolazione, vi siano queste divisioni. 

Che poi si possono vedere anche in altri paesi a indirizzo progressista, dove spesso le organizzazioni indigene sono impegnate, per effettivi  interessi corporativi, ma sotto il manto dell’assolutismo  ecologico-separatista, a destabilizzare governi invisi all’imperialismo e ai suoi fiduciari locali. Organizzazioni alle quali, del resto, non mancano il plauso e il fattivo impegno di numerose Ong del Nord del mondo, un po’, come USAIDS, autentici tentacoli del servizi segreti imperiali, un po’ soggetti dall’ispirazione caritatevole, la cui visione della questione indigena latinoamericana è adulterata da un romanticismo ascientifico e, soprattutto, interclassista ed etnicista. Alla Marcos, per intenderci. Episodio significativo di questo attrito visto con grande benevolenza dalle centrali neoliberiste fu la famosa questione della strada che avrebbe dovuto unire la Bolivia dal Brasile alla costa pacifica, attraversando una riserva naturale, Tipnis, abitata da alcune migliaia di indigeni. Opera indispensabile per la crescita del ruolo commerciale di una Bolivia  chiusa nel suo isolamento territoriale. Evo Morales aveva ripetutamente invitato tutte le parti al dialogo su eventuali correzioni di percorso, senza che l’invito venisse accolto. Continuavano invece le barricate. Ora il progetto è stato sospeso in attesa che i portatori della protesta si acconcino a discuterne con il governo e con le altre componenti sociali che della mancanza di comunicazioni soffrono gli effetti. 

Sia detto con assoluto rispetto e solidarietà per le realtà native che, con più matura coscienza politica, si battono nelle società neoliberiste, come nel  Cile i Mapuche o in Honduras gli indios e gli afrodiscendenti, insieme a tutti gli “sfruttati e oppressi” del loro paese.

Fulvio Grimaldi 
Fonte: http://fulviogrimaldi.blogspot.it
Link: http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2013/02/lamerica-latina-avanza-goleada-di.html#more 
18.02.2013

Non molliamo,tutto è possibile

Quando uno tzunami parte,travolge tutto.
La consapevolezza è un onda inarrestabile.
La massa critica è raggiunta,l"incredibile può diventare possibile.



martedì 19 febbraio 2013

Come funziona il capitalismo

Incredibile la chiarezza di questo video,assolutamente da vedere tutto intero,per comprendere il colossale imbroglio di cui siamo vittima ,per la sola IGNORANZA.
La conoscenza è potere,la non conoscenza è schiavitu,guardatelo non ve ne pentirete.
Solo pochissime visualizzazioni,è proprio vero i più sono tremendamente addormentati.
Questo  canale you tube,,https://www.youtube.com/user/circolodegliscipioni,non dimenticatelo mai,un grazie immenso a Nando Ioppolo


domenica 17 febbraio 2013

Stupenda trovata di Grillo.Si prende gioco delle Tv.Ahahah

Ci hanno fatto credere,che apparire in tv,sia lo scopo della vita,tutti i più importanti politici,spasimano per andarci.
Ma Grillo,non va,sono quelli delle tv ad inseguirlo,soltanto per sputtanarlo,è bellissimo questo risveglio delle coscienze,nemmeno le tv può fermarlo,la gente ha compreso le balle che le tv raccontano,solo cosi si spiegano le piazze stracolme.
La tv,chi è ipnotizzato dalla tv,tanto non potrebbe capire,sono strafelice che non è andato in tv,a mio parere questo è un incredibile vantaggio.
La tv è stata inventata soprattutto per informarci,INDOTTRINARCI,da quando uso internet,io non vedo più la tv,se la vedo noto solo colossali cazzate,sono scientifici per rincoglionirci.
Ecco in questi ultimi giorni attiviamoci,e facciamo capire questa cosa fondamentale,la TV ESISTE SOLO PER PORTARCI PER CULO,Grillo non ci va soprattutto perchè ha compreso questa incredibile per ora verità,le tv per lo più sparano solo CAZZATE.
Chi vede la tv ancora crede,ai dirottatori con taglierino dell"11 settembre,chi vede la tv è per lo più ancora un bambino,chi crede alla tv essendo bambino ha ancora bisogno di tutori,questi tutori sono stati i personaggi famosi ,noi del movimento cinque stelle invece diciamo UNO VALE UNO,non abbiamo bisogno di tutori.
Tra i candidati cinque stelle ci sono solo normalissimi cittadini,la cosiddetta casta ,vera sanguisuga d"italia,ha i giorni contati,sono esistiti perche eravamo rincoglioniti dalla tv.
Non è stata colpa delle sanguisughe,la colpa e solo stata nostra che non ce ne siamo accorti,ora che ce ne siamo accorti,eliminare le sanguisughe,è la cosa più facile del mondo.
L"ho fatta troppo facile,ma sono straottimista,non ci posso fare niente.La rete è libera,la televisione era buona ai tempi di rintintin,ahahah


Sondaggi esteri


Sondaggi esteri Grillo al 42% da http://24italia.it/completa.php?titulo=6552

Esito del sondaggio in Italia : Movimento 5 Stelle al 42 %.

Esito del sondaggio in Italia : Movimento 5 Stelle al 42 %.
La situazione politica italiana è estremamente confusa e complessa, soprattutto se vista da paesi esteri.Ci sono giunte moltissime email sia in Italia ma anche qui all'estero per fare chiarezza sul fenomeno Grillo e sulle sue reali quote politiche.Spinti da non deludere i nostri ormai numerosi lettori abbiamo dato incarico ad una nota agenzia di sondaggi estera di farne uno su un campione di 10.000 individui dislocati in tutta Italia.
L'esito ci letteralmente stupito in quanto nettamente in contrasto rispetto ai vari sondaggi nazionali che solo recentemente stanno cominciando a dare un piccolo rilevo a tale nuovo fenomeno politico. Tale esito trova però riscontro nel gran numero di lettori che ci chiedono di fare luce su una situazione da loro percepita distante dalla realtà.Infatti molti di loro non riescono a trovare una spiegazione razionale sufficientemente valida che chiarisca come sia possibile che nonostante molti amici, conoscenti e parenti parteggino per il Movimento Cinque Stelle, quest'ultimo sia così basso nei sondaggi e così poco citato. Al fine di non deludere i nostri lettori vi comunichiamo che il risultato dei sondaggi è stato che Grillo è il primo "movimento" politico in Italia con un netto 42%. Staccando di netto tutti gli altri partiti compreso il PD. Trova conferma anche dalle nostre reti sociali qui in Italia.

sabato 16 febbraio 2013

Criminali al potere


grecia.jpg



Da http://www.nocensura.com       MISERIA GRECA
di Gianni Fraschetti

In effetti non ci si capisce piu’ nulla, vai in rete e le ultime notizie che trovi della Grecia risalgono a Novembre del 2012. Non e’ successo piu’ nulla dopo ? Difficile crederci. Da  qualche giorno questo blog ha iniziato a diffondere notizie su quanto accade in Grecia, notizie raccolte in rete, quasi di straforo, prese per buone perchè conoscevamo le fonti. Persone serie. Qualcuno in Italia non l’ha presa bene, non e' piaciuto loro quanto andavamo dicendo, secondo questi tipi la Grecia e’ tranquilla, quasi fosse  soddisfatta della sua condizione miserabile o addirittura contenta di morire. Con qualcuno di questi tizi ho avuto anche da dire, un confronto aspro, di quelli che piacciono a me. A muso duro. sono volate parole grosse. Assai. E sono rimasto della mia idea,   credo piu’ alle fonti dove ho attinto le notizie che a gente come quella, che parla cosi’, tanto per aprire bocca  ma ho deciso comunque  di andare a fondo a questa storia. Per noi italiani e per i greci. Un mio collega del Giornale d’Italia, Federico Campoli,   e’ andato la', a vedere di persona, ed e’ ad Atene in questo momento per conto del nostro quotidiano.  Lo sento per telefono e mi racconta con la voce incrinata per la rabbia e  quel che mi racconta e’ quello che ha verificato, che  sta vedendo adesso con i suoi occhi e quello che ode con le sue orecchie. Non sono voci riportate, non e’ sentito dire, non sono “boatos” del Web, tipo il mandato di cattura per il Papa che ci ha deliziato tutto ieri, a riprova che non sanno piu’ cosa inventare per distrarci. E’ dolorosa  cronaca sul campo, dalla quale emerge lo spaccato di  una societa’ in totale disfacimento,  ferita a morte nei suoi punti vitali. In molte delle cose descritte si  vede chiaramente un pezzo dell’Italia di oggi ed in altri si intravede un pezzo dell’Italia di domani, di quella che verra’. Di quella in preparazione da parte del benemerito Partito Unico dell’Euro e dei suoi seguaci in Italia. Se qualcuno intende smentire  e minimizzare per non guastare la kermesse elettorale in corso da noi,  che prenda un aereo e vada giu’ a verificare prima di aprire bocca. Altrimenti taccia.

Ed ecco il racconto di Campoli e spero di avere reso al meglio il suo pensiero con la mia prosa. E' difficile tradurre in parole le emozioni di un'altra persona e vorrete perdonarmi se non ci saro' riuscito perfettamente.
" Non siamo in Uganda o nel Darfur. Siamo in Grecia, più precisamente nella capitale, Atene, e una roba così non si vedeva dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Un camion si ferma in una delle tante strade della capitale. Apre i portelloni. Le persone a bordo cominciano a tirare fuori frutta e verdura. La distribuiscono gratuitamente alle decine di persone che si sono raccolte attorno al mezzo. Tra loro ci sono persone anziane, donne con bambini in braccio, ma anche giovani, ragazzi dal viso pulito non più grandi di 30 anni. Insomma, tutta gente che ha grosse  difficoltà ad arrivare a fine giornata. Dopo pochi minuti la calca comincia a farsi sempre più pressante. Volano spintoni, qualche insulto, poi parte la scazzottata per chi arriva primo a prendere il cibo. Il giornalista della Bbc, che sta riprendendo la scena, viene colpito nella ressa. A distribuire frutta e verdura sono  i ragazzi di “Alba Dorata” che girano incessantemente per i quartieri piu’ poveri tentando di portare un minimo di conforto ai propri concittadini che ormai vivono di stenti. Una persona su quattro in Grecia è disoccupata.  Molti di quelli che riescono a mantenere il proprio posto di lavoro non riescono comunque ad arrivare a fine mese. I  lavoratori hanno assistito impotenti ad una riduzione del salario del 22% solo nell’ultimo anno. Il salario  medio ora arriva a 586 Euro al mese. Ben al di sotto della soglia di poverta’. Da Bruxelles continuano ad arrivare i cosiddetti “aiuti europei”, ma ognivolta che viene sbloccata una nuova tranche le cose vanno peggio di prima. Adesso, i signori dell’Ue non possono più mentire. La Grecia è praticamente fallita. La penisola ellenica è a un passo dal crollo definitivo, a causa del peso dei debiti contratti per salvarsi.  Hanno preso cento miliardi e sono peggiorati di centotrenta. E’ la ricetta dell’FMI. Qualcuno se ne e’ accorto anche  al Consiglio d’Europa e alla Bce e sta timidamente suggerendo l’ uscita della grecia dall’euro, con una conseguente svalutazione della dracma del 20-30%. Ma  sono in pochi ad avere sale in zucca o ad essere in buonafede. La maggior parte ragiona come Jeroen Dijsselbloem, nuovo presidente dell’eurogruppo, l’alfiere del "cauto ottimismo” che ha avuto la faccia di bronzo di affermare in una recente intervista di essere favorevole all’austerity e ai “conti in pareggio" e di compiacersi della "stretta collaborazione tra il Governo ellenico e la troika" per concludere poi affermando di aver individuato “alcuni segnali tali da giustificare un certo ottimismo”. Mi guardo intorno per coglierne i segnali, se si compiace dovrebbe essere facile individuarli, ma le uniche differenze visibili rispetto alla Grecia allegra e solare che ricordavo sono i reparti antisommossa che presidiano  gli incroci ed una cappa  asfissiante di fumi misti a cenere che avvolge la capitale, dalla collina del Ligabetto giu' fino al Pireo. Ormai da qualche mese Atene vive coperta da una  fitta coltre  di smog puzzolente,  prodotto dal fumo dei camini e delle stufe a legna. I suoi miasmi impregnano persone e cose. Niente piu' odore di mare, di spiedini arrostiti, di mousaka, di salse allo yogurth con aglio. Solo questa puzza terribile che ti entra nella bocca e non va piu' via. La puzza della morte stessa, la morte di un popolo. Non è un fenomeno  solo ateniese, ma di tutta la Grecia le città sono avvolte da un odore acre dei  fumi della  legna e della cenere, mischiati a tutti i tipi di sostanze tossiche bruciate. Questa è una delle piaghe sociali arrivate con il “salvataggio”, è il risultato diretto dell’austerità selvaggia imposta dalla troika e dal governo greco che non è mai stato capace di proteggere i suoi cittadini. La troika ha chiesto,  e il governo greco ha eseguito, aumentando le tasse sul gasolio da riscaldamento, quello che usano in quasi tutti gli edifici greci, portandolo allo stesso prezzo del  gasolio-auto. Già il prezzo di un litro di benzina alla pompa in Grecia era il più alto d’Europa, nel rispetto degli ordini ricevuti dalla troika. In Grecia il prezzo del gasolio è salito di oltre il 50% dal 2009, soprattutto per l’aumento delle accise. Questo fatto, combinato con un calo del reddito medio reale del  40-50%, ha determinato una diminuzione delle entrate fiscali  sul gasolio per un miliardo e mezzo di euro, visto che adesso il combustibile per riscaldamento è diventato un lusso che la maggior parte della gente non può piu’ permettersi,  il  crollo dei consumi è sceso fino all’80%.  Quindi quasi tutti hanno dovuto trovare alternative al riscaldamento centrale e  molti hanno preso  stufette  elettriche, griglie a benzina o altre soluzioni pasticciate che costano meno del gasolio anche se, bruciando qualsiasi cosa nei camini o nella vecchie stufe a legna, si produce un degrado ambientale incredibile ed  a volte  anche tragiche conseguenze per le persone.  Fa male,  malissimo, alla lunga e nemmeno tanto, uccide,ma la gente, quando ha veramente freddo, brucia mobili, plastica, materiali da costruzione e persino le scarpe vecchie  pur di riscaldarsi,  e tutto questo rende ancora più micidiale e dannoso per la salute il mix tossico dei fumi che avvolgono le maggiori città. Dovreste vedere a cosa e' ridotta l'atmosfera qui. Sky TV   ieri sera ha  ammonito: “Un gruppo di scienziati di sette centri di ricerca entro il 20 febbraio dovranno analizzare lo smog in diverse città per valutare l’impatto ambientale di un maggior uso di camini e stufe a legna.  Gli scienziati, insieme al Centro per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione, hanno verificato che bruciare legna in casa provoca un inquinamento dell’aria 30 volte maggiore rispetto all’utilizzo di combustibili bruciati in caldaie con manutenzione controllata.  Hanno scoperto  anche che le concentrazioni di particolato di fumo da legna nell’atmosfera è aumentato del 200% da dicembre 2010 a dicembre 2012, e di notte ancora di più. Il Centro di Controllo è preoccupato perché l’aumento dell’inquinamento dell’aria può provocare problemi respiratori e allergie che aggravandosi arrecano danni al sistema neurologico e riproduttivo.” Il prezzo della legna da ardere,  naturalmente, è raddoppiato rispetto all’anno scorso e l’incentivo ad abbattere gli alberi di foreste e parchi è grande, tanto che sia i parchi che le riserve naturali hanno già subito gravi perdite.  Per effetto delle rigide temperature invernali, questa tendenza si sta assestando un duro colpo all’ambiente e le colline diventano sempre più spoglie mentre nuvole di smog si sprigionano dagli incendi che avvelenano l’aria di Atene e delle altre città con tutti i rischi che possono provocare sulla salute pubblica. Il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato che il numero di casi di disboscamento illegale è aumentato a dismisura nel 2012, come documentano le oltre 3.000 denunce e il sequestro di  13 mila tonnellate di alberi tagliati illegalmente. Un disboscamento così esteso in Grecia avvenne solo durante la brutale occupazione nazista del 1940, a questo punto hanno portato i cinque anni di recessione e le drastiche misure di austerità messe in atto.I distributori di carburante protestano per  un calo delle vendite del 75-80% nell’ultimo trimestre 2012, rispetto al 2011,  e come logica conseguenza c’è stato anche un crollo delle entrate fiscali per  400 milioni di euro solo per le mancate vendite di gasolio per riscaldamento. Il Ministro delle Finanze, Yiannis Stournaras, professore di economia e banchiere, tanto per cambiare, ed ex capo della IOBE, l’Associazione Economica degli industriali greci , è stato comunque irremovibile, pur avendo un quadro della situazione economica  greca molto chiaro, continua a negare l’agghiacciante evidenza che appare  ormai evidente  a qualsiasi cittadino del paese:  rifiuta ancora qualsiasi aiuto anche per le famiglie più povere, ma consiglia di “essere pazienti per un altro anno” e di aspettare che il freddo passi. Aspettare che il freddo passi..... geniale davvero! Ma poi ha anche detto che il crollo delle entrate sui carburanti per riscaldamento è dovuto all’”accumulo fatto lo scorso anno”, senza dare importanza al calo delle vendite dell’ 80%. Ovviamente il culto del suo credo economico, che lo fa tanto rassomigliare a Mario Monti ed ai suoi stolti discepoli, non gli consente di prendere atto di alcuni effetti collaterali, ad esempio sulla salute, sui rischi di incendio e sul taglio illegale dei boschi. La troika sembra comunque soddisfatta dei risultati che ha ottenuto, quindi , come si permettono le vittime delle sue scelte politiche di non essere d’accordo e protestare ?  Gia'----perche' bisogna anche soffrire in silenzio ed anche morire tacendo se occorre. Poveri carabinieri d'Europa. Per le persone che adesso consumano più energia elettrica per il riscaldamento, c’è in ogni caso anche la possibilità di godersi  pure  un pizzico dell’effetto della “liberalizzazione del settore dell’energia”, ( in Italia lo stiamo attendendo come il decantato salvatore ) tanto che la spesa sta diventando insostenibile, e le bollette hanno subito un aumento del 9%  (di più per i piccoli consumi, di meno per i consumi maggiori, secondo la vecchia regola del togliere di piu' a chi ha di meno che ben conosciamo anche da noi ), in attesa dell’aumento del 20%, che dovrebbe essere approvato entro quest’anno. Intanto le società che forniscono l’energia pubblica, ogni mese stanno tagliando  gas e luce a 30.000  utenti  che non possono pagare le bollette! Mille famiglie al giorno….In pratica in Grecia  da 300 a 500 mila famiglie vivono  già letteralmente al buio. Saranno questi i segnali incoraggianti di Jeroen Dijsselbloem ? Di contro  il prof. Hans Werner Sinn, consigliere personale di Angela Merkel,  insieme ad altri 50 nomi del mondo dell’economia e sostenuto da Moorald Choudry, vice-presidente della Royal Bank of Scotland (la quartabanca del mondo) ha presentato un rapportourgente al Consiglio d’Europa  ealla Bce sostenendo la tesi della fuoriuscita, almeno temporanea. Non solo, ma nel rapporto si legge testualmente che “l’economia (greca) è arrivata ad un punto di tale degrado da poter essere considerata come tragedia umanitaria e quindi si può cominciare aventilare l’ipotesi di chiedere l’intervento dell’Onu”.Intanto, è iniziato il diciassettesimo giorno di protesta per gli agricoltori, incredibile ma e’ cosi’, stanno veramente protestando ed anche veementemente  ed oltre a distribuire cibo al popolo  chiedono la riduzione del prezzodel gasolio per i mezzi agricoli, un abbassamento dell’Iva e, soprattutto, chiedono che le banche rilascinocredito. Ma non sono solo gli agricoltori che regalano i propri prodotti. Molte aziende alimentari distribuiscono gratis in piazza, tramite Alba Dorata, quello che non sono riusciti a vendere. In teoria, la cosa sarebbe illegale  ma arrivati a questo punto sono in molti ad operare una netta  distinzione tra ciò che è legale e ciò che è giusto. La situazione si fa sempre più disperata. La sensazione che ho e’ molto nitida, mai come ora la Grecia  rischia la guerra civile. E i numeri confermano l’inarrestabile crescita del disagio sociale ed economico. Le rapine,negli ultimi mesi, sono aumentate del 600%. In parecchi inoltre si danno al saccheggio di metallo, da rivendere per qualche spicciolo. La gente e ridotta alla fame e si vede ed ormai farebbe qualsiasi cosa per mettere in tavola qualcosa di caldo da mangiare. Ammesso che si abbia ancora una tavola o un tetto sotto il quale stare.  Anche il numero dei senzatetto è aumentato in maniera spropositata. Le ultime stime parlano di 40mila persone costrette a vivere nei cartoni agli angoli delle strade. Ne ho visti tanti passeggiando per le vie di una Atene spettrale, fredda ed avvolta da una cappa fetida. Una delle immagini più significative ritrae un antico anfiteatro greco, sulle cui scalinate dormono decine di senzatetto, avvolti da scatoloni di cartone. Anche Amnesty International ha stilato il suo rapporto, in cui denuncia le condizioni di estrema povertà della gente e degli abusi ricorrenti di una polizia male attrezzata, che tenta di mantenere il controllo  di una nazione ormai alla deriva e ben avviata verso la guerra civile. Insomma, nè le strabilianti cifre di denaro elargite del trio Fmi-Bce-Ue, né le varie direttive della  razza padrona che ci tiranneggia da Bruxelles sono riuscite a ristabilire le sorti del popolo greco, né tanto meno, dello Stato. Ma non era questo che volevano, infatti.  Ovviamente, i soldi sono finiti nelle mani delle banche e da lì non sembra si siano mai mossi. La scusa è sempre la stessa ed è quella abusata che usano anche da noi. Salvare le banche per salvare il popolo. Viene veramente da piangere a guardarsi intorno, i risultati dell’ideologia della ricapitalizzazione bancaria sono devastanti ed insopportabili allo sguardo. Ma oltre ai soliti istituti di credito ci sono anche altri che sono riusciti a trarre un profitto da questa situazione. La crisi ha portato infatti ad una netta riduzione del costo del lavoro, nonché ad una liquidazione coatta  dei diritti dei lavoratori.  Tra i vari tagli operati dal governo rientrano quelli per l’indennità di fine rapporto dei lavoratori, la malattia e gli straordinari.  Insomma, le multinazionali nord europee stanno realizzando una piccola Cina, nel cuore dell’Europa, governata direttamente da loro. Ecco il fine ultimo del lavorio frenetico della Troika, tornare ai tempi della “Compagnia delle Indie” e farlo in Europa. Proprio dove e' nata la civilta' occidentale: Atene e Roma. Distruggere la nostra cultura ed anche il ricordo di cio' che fummo. Questi lavoratori vengono  pagati una miseria, senza che siano assicurati  loro nemmeno i diritti fondamentali. Come se non bastasse, il 95% dei prodotti di queste società finiscono all’estero. In pratica, la penisola diventa semplicemente una base di produzione a basso costo da cui far partire le proprie merci verso i mercati che ancora sono in condizione di consumare ".
Il racconto di Campoli finisce qui ma proseguira' nei prossimi giorni, nel frattempo su internet è esplosa la contesa sulla veridicità di alcune notizie (come quella degli assalti ai supermercati) e sul fatto che i media ufficiali in Europa stiano tacendo sulla drammatica situazione ellenica. C’è chi grida ad una manovra studiata ad hoc. Ninete di piu' facile.  In Italia siamo in campagna elettorale e non farebbe comodo a nessuno dei grandi partiti il fatto che le misure europee abbiano condotto un paese allo sfacelo. E non farebbe comodo nemmeno ad Hollande principale fautore delle politiche comunitarie. Senza parlare della Merkel, dato che in Germania il principale motivo di protesta riguarda la questione dei soldi dei “paesi ricchi” che finiscono nellebanche di “quelli poveri”. Insomma, effettivamente la questione greca non fa comodo a nessuno. Che muoiano dunque in silenzio, senza disturbare le prossime vittime. Non ci credete che e’ cosi’ ? Venite a vedere.


Fonte: http://informare.over-blog.it/article-grecia-siamo-andati-a-vedere-ecco-cosa-succede-115339371.html


4 commenti:

Anonimo ha detto...
Vivo in Grecia proprio ad Atene le cose sono cosi come ha descritto il suo colega.Ci sono 1.700.000 senza lavoro 50.000 dormono nei portoni delle case o negozi.Sono contenta che finalmente qualcuno dall'Italia ha scritto due parole.
La gente in Grecia non ha piu speranza che le cose possono cambiare.Purtroppo e cosi.
Ultima barzeletta i stipendi andranno a euro 286,00 o 320,00
per aiutare la crescita economica
del paese!!!!Avrei tante cose da raccontare ma forse non vi interessano.Grazie dell ospitalita.

de
Anonimo ha detto...
Questa e la fine che fara l'talia fra qualche anno se non faranno niente nessuno come si vede ora.........

Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...