venerdì 31 agosto 2012

Una presa di coscienza impersonale di Tony Parsons


18 settembre 2010
3ème Millénaire n. 66 – Traduzione della Dr.ssa Luciana ScalabriniSolo la Sorgente appare. Tutto ciò che si manifesta è sempre e unicamente una espressione della Sorgente: l’universo visibile, il mondo, la storia della vita, il corpo-mente, le sensazioni, il senso di separazione, la ricerca dell’illuminazione.
E’ l’Uno che si manifesta come due, la nessuna-cosa che appare come ogni cosa.  Il teatro della ricerca è assolutamente senza significato né scopo; è un sogno da svegli, non c’è un’intelligenza più fondamentale che tesse il destino, né scelta che si presenti a  un qualunque livello. Niente nasce e niente muore. Non sopraggiunge niente. Ma questo, così com’è, invita il ricercatore apparente a scoprire la sua origine. Quando l’invito non è accolto da nessuno, allora si è visto che solo la sorgente è, stato di quiete senza causa, immutabile, impersonale a partire dal quale sorge in celebrazione un amore incondizionato. E’ il prodigioso mistero.
D: Sono stato molto colpito quando avete detto che ogni cosa può semplicemente essere quello che è  perché nessuno è lì a prendere decisioni o scegliere una cosa diversa. Quando questo è visto chiaramente, una incredibile quantità d’elementi mentale diventa, in modo evidente, senza oggetto. Infatti nell’idea stessa di scegliere si nasconde quella del bene e del male, di me che fa meglio o peggio, di qualcun altro che non agisce correttamente, e la mente si perde in queste idee. E, mi sembra, una visione chiara  che questo porta una semplificazione nel corpo-mente verso un pensiero giusto, perché ogni pensiero o resistenza a ciò che è appare chiaramente ridicolo. Potete confermare nella vostra esperienza questa semplificazione della mente?

mercoledì 29 agosto 2012

Manifesto della Rete Bioregionale Italiana



Da http://retebioregionale.ilcannocchiale.it

Rete Bioregionale Italiana

La Rete Bioregionale Italiana, nata nella primavera del 1996,  è un insieme di gruppi, associazioni, comunità e singole persone che condividono l’idea bioregionale e in prima persona, nel proprio luogo, si danno da fare per praticarla.

La Rete  è un ‘terreno comune’ per condividere idee, informazioni, esperienze, progetti ma anche emozioni, al fine di sviluppare forme e pratiche - culturali, sociali, spirituali, politiche ed economiche - appropriate di vita in armonia con il proprio luogo, la propria bioregione, le altre bioregioni e l’intera terra.

La Rete è ispirata dal concetto di bioregione, aree omogenee definite dall’interconnessione dei sistemi naturali e dai viventi che le abitano. Una bioregione è un insieme di relazioni in cui gli umani sono chiamati a vivere e agire come parte della più ampia comunità naturale che ne definisce la vita.
 
Bentornati a casa!


Documento d'intesa della Rete Bioregionale Italiana

                                                                                  
La  bioregione è un luogo geografico riconoscibile per le sue caratteristiche di suolo, di specie vegetali ed animali, di clima, oltre che per la cultura umana che da tempo immemorabile si è sviluppata in armonia con tutto questo.

Per bioregionalismo si intende la volontà di ri-diventare nativi del proprio luogo, della propria bioregione. Possiamo fare tutte le scoperte possibili, usare la tecnica, la scienza; possiamo andare sulla luna e comunicare via satellite, ma alla base della nostra sopravvivenza fisica, psichica e spirituale vi sono questi alberi, queste erbe, questi animali, queste acque, questo suolo del luogo dove viviamo. L’evoluzione sociale e tecnologica è ecologicamente compatibile solo in “piccola scala”, localmente, e se rimane ancorata ad una visione olistica del sapere.

L’idea bioregionale consiste essenzialmente nel riprendere il proprio ruolo all’interno della più ampia comunità di viventi e nell’agire come parte e non a parte di essa, corregendo i comportamenti indotti dall’affermarsi di un sistema economico e politico globale, che si è posto al di fuori delle leggi della natura e sta devastando, ad un tempo, la natura stessa e l’essere umano.

Il bioregionalismo si rifà ai principi ecocentrici, riconoscendo che l’equilibrio ecologico esige una profonda trasformazione nella percezione che abbiamo come esseri umani riguardo al nostro ruolo nell’ecosistema planetario. Questa consapevolezza non è qualcosa di completamente nuovo, ma affonda le sue radici negli antichi saperi popolari delle popolazioni native e nelle grandi tradizioni spirituali occidentali e orientali.

Il modo più appropriato per iniziare a ri-abitare non è attraverso leggi o regolamenti imposti, ma ponendosi in prima persona in relazione al luogo in cui si vive: scoprendone i significati, gli scambi, individuandone i contorni, dedicandosi ad attività sostenibili con la propria bioregione.
Queste sono alcune delle prime cose da attuare e, in tale campo, siamo tutti apprendisti.
L’idea bioregionale punta ad inserirsi nelle pieghe della società; per riuscirci, diverse possono essere le modalità, i linguaggi e le forme, ma, al di là delle differenze, ciò che accomuna i bioregionalisti è la consapevolezza di essere parte interdipendente di un insieme senziente.

L’idea bioregionale è ispirata dai sistemi naturali selvatici; per sua natura, pertanto, si esprime attraverso la forma decentrata.

Nell’introdurre questo concetto, si richiede la sensibilità di esporlo in modo che ogni persona, gruppo o realtà sociale lo senta proprio e nel proprio luogo si organizzi per radicarlo.

martedì 28 agosto 2012

Gli Huntza, la popolazione più longeva al mondo


Con questo articolo completo la tematica iniziata tramite l’articolo “Digiuno terapeutico, nutrimento per l’anima”
Tempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti.
E’ il popolo degli Huntza: questa popalazione non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..
Vivono al confine nord del Pakistan all’ interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.
La nostra èlite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.
Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.
Digiuno e prodotti vegetali
Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno terapeutico”.   L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.
Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni. Fino a marzo però, quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.
Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.
Un Hunza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.
Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.
Il digiuno nel mondo animale
Anche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’ altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’ accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori. Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti benefici.
Acqua alcalina
L’ultimo elemento fondamentale per la forza, e la longevità di questo popolo fu la composizione dell’ acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali. L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e il ph rimane più stabile. Per quanto riguarda l’alimentazione ho già evidenziato che l’unico frutto a mantenere il ph umano stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.
Oggi il territorio degli Huntza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.
Conclusioni
Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere da bar che sentiamo comunemente:
“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”… 
“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”… 
“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”… 
“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”, ecc… 
“Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” ……….
Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?
Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in termpo”?
E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso?
Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.



un famoso discorso di Tommy Douglas del 1962 in Canada.


Qualche risata,ma soprattutto molte riflessioni,
Tommy Douglas
un vero visionario,vedeva proprio lontano.
Un simpatico atto di accusa
contro le cosiddette libere elezioni.



lunedì 27 agosto 2012

Arcobaleno


Guardando un arcobaleno seguenti intuizioni.
Nello spazio si crea di tutto.
Noi siamo lo spazio creativo
dove si formano infiniti arcobaleni
tutti naturalmente illusorii
solo lo SPAZIO è
il famoso UNO.
Le forme si creano nello spazio
nell"UNO
e alla dissoluzione ritornano nello spazio nell"UNO
l"UNO lo SPAZIO,è DIO
è DAPPERTUTTO.
Non identificarsi con le forme,con le illusioni
ed allora si scopre che si è
LO SPAZIO
NOI INFATTI VIVIAMO RESPIRANDO SPAZIO
chi prana orgone,noi siamo questo
SPAZIO IMPRIGIONATO NELLA FORMA
per poter GIOCARE
con altri spazi imprigionati
AHAHAHAH

domenica 26 agosto 2012

Virgil e yolande



Avrei voluto continuare a postare il fantastico Virgil,ma subito dopo ho trovato questo cigno,questa bellissima donna,anche lei scomparsa illuminata ,o come dice U.G.Krishanamurti ha subito una calamità.Entrambi Virgil e Yolanda,mai avevano pensato alla religione alla spiritualita,anch"io prima della mia calamità,stavo in giro per il mondo a godermi la vita,senza la stessa chissa quanti altri paesi avrei conosciuto.Certo la mia vita era molto più leggera della loro,ma una grandissima cosa in comune l"avevamo,per noi la spiritualita non esisteva,è una fortuna essere pagine bianche in fatto di spiritualita,quando ti si imprime l"Inesprimile,non hai dubbi è di sicuro LUI,tu non lo avevi mai calcolato,era aldila della tua immaginazione.Grande fortuna aver letto,la gazzetta dello sport,mister no ,la repubblica,e aver riso in continuazione di chi mi parlava di miracoli,quando avvengono a te,capisci benissimo che ora gli altri i più rideranno di te,ma che importanza ha,ora sei in paradiso,,,ahahah.
Ecco un blog francese illuminante,http://eveilimpersonnel.blogspot.it/,,c"è moltissmo sul bellissimo cigno Yolande



Per 40 anni, come tutti, mi sono presa per i miei pensieri, per il mio corpo: mi prendevo per una persona. E poi c’è stato un capovolgimento. In un momento, spontaneamente, un silenzio nella mia testa. Non più pensieri: il silenzio, uno stupore, un meravigliarsi profondo che non lasciava spazio per nient’altro.
Allora mi sono messa ad osservare. Il mio funzionamento era cambiato. C’era il silenzio, “quella cosa”… e tutto il resto. Il resto, quello che chiamo l’io sono, cioè il contenuto dell’istante: ho visto che tutto appariva in quella cosa, d’istante in istante. Che tutto vi scompariva.
D.        Il tuo funzionamento era cambiato, dici?
Y.      C’era una leggerezza, un benessere. Mi sentivo in accordo con me stessa, come non lo ero mai stata. Le cose si presentavano, le situazioni, gli avvenimenti, anche quelli che mi avrebbero disturbato… non trovavo niente da ridire. In effetti non reagivo più. E quando due mesi dopo mio figlio morì in un incidente…la stessa cosa. Il silenzio, la tranquillità mi impediva di reagire, di essere una madre distrutta per la morte del figlio. Ho visto che la sofferenza non esisteva.
D.      La sofferenza non esiste?!
Y.      Non è la situazione che fa soffrire. Per me è il silenzio. La situazione non fa soffrire quando il silenzio, quella cosa, è lì.
D.    Quella cosa chi la vede? Yolande?
Y.      E’ quella cosa che vede. In lei appare la visione, la chiarezza che vede tutto ciò che appare. Infatti è simultaneo: in primo piano c’è quella cosa e… il resto, tutto ciò che appare, l’esistenza, in secondo piano.
Quella cosa è lo spazio che è prima di ogni cosa, ogni pensiero, ogni avvenimento. Non si può comprendere, è lei che comprende tutto, che ingloba tutto. Quella cosa, chiamiamola Silenzio, Potenza, Presenza, Amore, Ultima Realtà, in ogni caso  nessuna parola può definirla, questa cosa si può solo viverla. All’inizio credevo che fosse in fondo a me, ora vedo che è dappertutto. Essa è tutto. Non c’è niente altro, niente che non sia lei. Non c’è più da inquietarsi, da preoccuparsi.

venerdì 24 agosto 2012

Essere e sapere


Ripetiamo: la relazione tra il sapere e l'essere non cambia per un semplice
accrescimento del sapere. Essa cambia solamente quando l'essere
cresce parallelamente al sapere. In altri termini, la comprensione non
cresce che in funzione dello sviluppo dell'essere.
"Le persone, sovente confondono questi concetti e non afferrano
chiaramente quale è la differenza tra di essi. Pensano che se si sa di
più, si deve comprendere di più. Questo è il motivo per cui esse
accumulano il sapere o quello che chiamano così, ma non sanno come
si accumula la comprensione e non se ne preoccupano.
"Tuttavia una persona esercitata all'osservazione di sé, sa con certezza
che in differenti periodi della sua vita ha compreso una stessa
idea, uno stesso pensiero, in modo totalmente diverso. Sovente le
sembra strano, di aver potuto comprendere così male ciò che adesso
crede di comprendere così bene. E, ciononostante, si rende conto che
il suo sapere è rimasto lo stesso, e che oggi non sa niente più di ieri.
Che cosa dunque è cambiato? È il suo essere che è cambiato. Quando
l'essere cambia, anche la comprensione deve cambiare.
"La differenza tra il sapere e la comprensione ci diventa chiara
quando ci rendiamo conto che il sapere può essere funzione di un
solo centro. La comprensione, invece, risulta dalla funzione di tre centri.
Così l'apparecchio del pensiero può sapere qualcosa. Ma la comprensione
appare soltanto quando un uomo ha il sentimento e la sensazione
di tutto ciò che si ricollega al suo sapere.

"Abbiamo già parlato della meccanicità. Un uomo non può dire di
comprendere l'idea della meccanicità quando la sa soltanto con la testa.
La deve sentire, con tutta la sua massa, con l'intero suo essere. Allora
la comprenderà.
"Nell'ambito delle attività pratiche le persone sanno molto bene
fare la differenza tra il semplice sapere e la comprensione. Esse si
rendono conto che sapere e saper fare sono due cose del tutto diverse,
e che saper fare non è frutto del solo sapere. Ma fuori dal campo
della loro attività pratica le persone non comprendono più che cosa
significa : ‘comprendere’.
"Come regola generale, quando le persone si rendono conto che non
comprendono una cosa, cercano di trovarle un nome, quando hanno
trovato un nome, dicono che 'comprendono'; ma 'trovare un nome'
non significa comprendere. Purtroppo, la gente si soddisfa abitualmente
dei nomi e un uomo che conosce un gran numero di nomi,
cioè un gran numero di parole, ha la reputazione di comprendere molto,
eccetto naturalmente nella sfera delle attività pratiche in cui la sua
ignoranza non tarda a diventare evidente

Una delle ragioni della divergenza nella nostra vita fra la linea
del sapere e la linea dell'essere, in altri termini, la mancanza di comprensione
che è in parte causa e in parte effetto di questa divergenza,
si trova nel linguaggio parlato dalla gente. Questo linguaggio è pieno
di concetti falsi, di classificazioni false, di associazioni false. Soprattutto:
le caratteristiche essenziali del pensare ordinario, la sua vacuità e la
sua imprecisione fanno sì che ogni parola può avere migliaia di significati
differenti, secondo il bagaglio di cui dispone colui che parla, e
l'insieme di associazioni in gioco al momento stesso. Le persone non
si accorgono quanto il loro linguaggio sia soggettivo e quanto le cose
che dicono siano diverse, benché impieghino tutte le stesse parole.
Dalle pagine 78 79 80 di questo meraviglioso libro,,,Frammenti di un insegnamento sconosciuto




Detti dal vangelo di Tommaso



6. I suoi discepoli gli chiesero e dissero, "Vuoi che digiuniamo? Come dobbiamo pregare? Dobbiamo fare elemosine? Quale dieta dobbiamo osservare?"

6-b. Gesù disse, "Non mentite, e non fate ciò che odiate, perché ogni cosa è manifesta in cielo. Alla fine, nulla di quanto è nascosto non sarà rivelato, e nulla di quanto è celato resterà nascosto." 


 14. Gesù disse loro, "Se digiunate attirerete il peccato su di voi, se pregate sarete condannati, e se farete elemosine metterete in pericolo il vostro spirito.Quando arrivate in una regione e vi aggirate per la campagna, se la gente vi accoglie mangiate quello che vi offrono e prendetevi cura dei loro ammalati.Dopo tutto, quello che entra nella vostra bocca non può rendervi impuri, è quello che viene fuori dalla vostra bocca che può rendervi impuri."

18. I discepoli dissero a Gesù, "Dicci, come verrà la nostra fine?"

Gesù disse, "Avete dunque trovato il principio, che cercate la fine? Vedete, la fine sarà dove è il principio.Beato colui che si situa al principio: perché conoscerà la fine e non sperimenterà la morte." 


22. Gesù vide alcuni neonati che poppavano. Disse ai suoi discepoli, "Questi neonati che poppano sono come quelli che entrano nel Regno."
E loro gli dissero, "Dunque entreremo nel regno come neonati?"
Gesù disse loro, "Quando farete dei due uno, e quando farete l'interno come l'esterno e l'esterno come l'interno, e il sopra come il sotto, e quando farete di uomo e donna una cosa sola, così che l'uomo non sia uomo e la donna non sia donna, quando avrete occhi al posto degli occhi, mani al posto delle mani, piedi al posto dei piedi, e figure al posto delle figure allora entrerete nel Regno.


31. Gesù disse, "Nessun profeta è benvenuto nel proprio circondario; i dottori non curano i loro conoscenti."

 
33. Gesù disse, "Quanto ascolterete con le vostre orecchie, proclamatelo dai vostri tetti ad altre orecchie.Dopo tutto, nessuno accende una lampada per metterla in un baule, né per metterla in un posto nascosto. Piuttosto, la mette su un lampadario così che chiunque passi veda la sua luce."


36. Gesù disse, "Non vi tormentate, dalla mattina alla sera, al pensiero di cosa indossare."  

 
37. I suoi discepoli dissero, "Quando ci apparirai, e quando tornerai a visitarci?"

Gesù disse, "Quando vi spoglierete senza vergognarvi, e metterete i vostri abiti sotto i piedi come bambini e li distruggerete, allora vedrete il figlio di colui che vive e non avrete timore."


 39. Gesù disse, "I Farisei e gli accademici hanno preso le chiavi della conoscenza e le hanno nascoste. Non sono entrati, e non hanno permesso a quelli che volevano entrare di farlo.Quanto a voi, siate furbi come serpenti e semplici come colombe." 

 44. Gesù disse, "Chiunque bestemmia contro il Padre sarà perdonato, e chiunque bestemmia contro il figlio sarà perdonato, ma chiunque bestemmia contro lo spirito santo non sarà perdonato, né sulla terra né in cielo." 


  46. Gesù disse, "Da Adamo a Giovanni il Battista, fra quanti nacquero da donna nessuno è tanto più grande di Giovanni il Battista da non dover abbassare lo sguardo.Ma vi dico che chiunque fra voi diventerà un bambino riconoscerà il regno e diventerà più grande di Giovanni.

 
 49. Gesù disse, "Beati coloro che sono soli e scelti, perché troveranno il regno. Poiché da lì venite, e lì ritornerete."

 54. Gesù disse, "Beato il povero, perché suo è il regno dei cieli." 

 67. Gesù disse, "Quelli che sanno tutto, ma sono carenti dentro, mancano di tutto."


 77. Gesù disse, "Io sono la luce che è su tutte le cose. Io sono tutto: da me tutto proviene, e in me tutto si compie. Tagliate un ciocco di legno; io sono lì. Sollevate la pietra, e mi troverete." 


 
81. Gesù disse, "Lasciate che chi è diventato ricco regni, e che chi ha il potere vi rinunci."


 
95. Gesù disse, "Se avete denaro, non prestatelo a interesse. Piuttosto, datelo a qualcuno da cui non lo riavrete." 


 
107. Gesù disse, "Il regno è come un pastore che aveva cento pecore. Una di loro, la più grande, si smarrì. Lui lasciò le altre novantanove e la cercò fino a trovarla. Dopo aver faticato tanto le disse, 'Mi sei più cara tu di tutte le altre novantanove. "


 113. I suoi discepoli gli chiesero, "Quando verrà il regno?"
"Non verrà cercandolo. Non si dirà 'Guarda, è qui!', oppure 'Guarda, è lì!' Piuttosto, il regno del Padre è sulla terra, e nessuno lo vede.



 114.Simon Pietro gli disse, "Lasciate che Maria se ne vada, poiché le donne non meritano la vita." Gesù disse, "Io stesso la guiderò in modo da farla maschio, così anche lei potrà diventare uno spirito vivente somigliante a voi maschi.
Poiché ogni donna che farà se stessa maschio, entrerà il Regno dei Cieli." 


Dal fantastico vangelo di Tommaso         Fonte 







mercoledì 22 agosto 2012

E’ la vigilanza! di Virgil


3ème Millénaire n. 82 – Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini
Oggi il nostro cervello è più confuso di quello del tempo delle caverne. Vi succedono troppe cose. Troppe informazioni ci vengono dagli studi, i media, internet, ecc. La nostra testa è ben piena!
Tutto ciò che esiste è energia.
Ma non si può acquistare l’energia interiore come si va in drogheria a comprare caffè o zucchero. E’ piuttosto con il processo d’osservazione di noi stessi, della nostra quotidianità, che si apre il libro della nostra vita. Ed è lì, disponibile in ogni momento. Non aspettate che in quell’incontro si manifesti un’energia, osservatevi! Non ascoltate per memorizzare le parole! Realizzate che il libro della vita è  ogni istante? E’ l’essenza della vita che conta. La materia è compatibile con l’essenza della vita. Una volta che l’apertura all’essenza sarà stabilita, sapremo cosa è la materia e ciò che c’è da fare e come. Sapremo fabbricare utensili ancora più sofisticati, per il bene dell’umanità e non per la distruzione e le stupidaggini che vediamo.
Lo scopo oggi è di vendere a ogni costo anche se è destinato alla pattumiera; non ce ne importa dell’uomo e della natura.
Guardate come, seguendo tutte quelle pubblicità, avete tendenza a procurarvi i prodotti… Che perdita di energia! E è 24 ore su 24 ! Ovunque andiate, c’è la pubblicità, perfino a casa vostra: tv, radio e internet… E’ sempre lì!
I miliardi di esseri umani si lamentano sempre e cercano… I giovani si accorgono che la tecnologia cambia in fretta: i computer, internet,  ecc. Non molto tempo fa non c’erano che i treni, gli  aerei e le auto. Non era necessario studiare per lavorare alla catena. I lavoratori avevano una buona paga, ma erano come automi. Oggi è più difficile. Prima non c’era l’incubo di trovare un impiego passando per la scuola. Oggi la scuola è dura: si promette tutto, ma alla promozione niente è assicurato. Allora i giovani sono scoraggiati per non potersi procurare la tecnologia sempre in cambiamento, e la paga rapida e facile diventa il loro rifugio: furto, truffa… Domandarsi di chi è la colpa, genitori, scuola, politici, è inutile. Noi non vediamo quello che facciamo. Parlarne è un tabù! Perché fa parte della finanza: bisogna inventare, creare industrie, ecc.
E ci se ne frega se ne conseguono problemi. Se ci sono problemi, nessun problema: ecco psichiatri, laboratori e cliniche per rimediare. Tutto è in connessione, tutto è legato come in una tela di ragno.
Voi credete che sia una lotta per la sopravvivenza. Ma è falso. Non è per la sopravvivenza che si lotta, ma per non essere poveri in questa ricchezza di oggetti!
Ho una grande compassione per i giovani, li si incolpa di tutto. Ma è il sistema che crea questo, e non lo si vede.
Il cervello è in disordine, lo vedete voi stessi. Cercate sempre qualcosa, ma non ne siete coscienti.

La spiritualità è la semplicità di Virgil



3ème Millénaire n.76 – Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini
Non c’è  niente di serio. Tutto è caricaturale. Quando una persona è seria, è per venderci qualcosa. Quando dite di un libro che è serio, volete dire che siete convinti del suo contenuto.
Nella spiritualità non c’è convinzione, ma piuttosto  semplicità.
Essere serio o no è sempre una dualità.
Quelli che non ci convincono non sono seri. E’ un gioco di parole. Degli amici dicono di preferire frequentarmi perché sono serio, e quando domando loro cosa vogliono dire con quella parola, rispondono che sono onesto, che dico la verità, non li prendo in giro e non provo a convincerli. Dunque hanno fiducia.
Ma questo non è di nessun vantaggio, perché la fiducia è vivere in sé. Non è la fiducia in un’autorità esterna, che sia io, Nisargadatta, Krishnamurti o un altro. Se la fiducia in sé non è vissuta, non succederà niente. Tutto è parole. Nel vissuto, le parole non contano più, non hanno importanza. Un giorno vi dite gioiosi: è una parola, un gioco. E tutti gira come voi.
Nella spiritualità, non si tenta di convincere nessuno. Si può dialogare. Si può dialogare per chiarire, ma non ci si perde nelle parole.
Non ci si mette a pensare che sia meglio dire questo o quello. Provare a convincere non è serio! Quando ascoltate un presidente o una personalità nota e dite che è seria, che Virgil per esempio è serio, vi attaccate alla persona. Allora è facile manipolarvi, ma io non lo faccio. Le persone credono che le respinga. Non respingo nessuno, ma è meglio così, per loro come per me. Infatti alla lunga le amicizie tendono all’attaccamento, alla ripetizione e non danno che una sicurezza illusoria. Pensate che a ogni incontro ci sia disponibilità di un’energia che renderà il lavoro interiore più facile. Ma è una trappola. Non tentate di acquistare una persona spirituale. Essere serio è essere sincero, onesto rispetto a ciò che si vive e non rispetto alle parole. Potete vedere la logica, la giustezza di ciò che è detto, ma riguardo a voi stessi, non volete cambiare. Il meccanismo, il condizionamento e le abitudini sono talmente potenti, che un minimo cambiamento vi fa paura. Il cambiamento non si fa per scelta, “perché voglio”.

Virgil Hervatin da incorniciare



L’illusione è nella testa di Virgil
6 ottobre 2010
3ème Millénaire n. 87 – Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini
Come spiegarvi che tutto è illusione? Voi e me con tutto quello che viviamo, vediamo e facciamo! L’illusione è dappertutto. Come parlarne a qualcuno  che è lui stesso nell’illusione, pensa e sogna senza un istante di respiro? Comprenderà le parole, ma replicherà subito: “è logico, non è logico, va bene, non va bene…” E’ quello che la Bibbia chiama le tenebre, l’accecamento, il disordine.
L’illusione tuttavia è semplice da riconoscere. Basta vedere cosa succede in famiglia, nella coppia, per sapere come funziona il cervello. La nostra coscienza superficiale è manipolatrice.
Ma cercare di sapere cosa è la coscienza, cosa è l’inconscio, non cambierà niente nella vostra vita. Le teorie psicologiche più sofisticate sono primitive, sono come dei disegni sui muri delle caverne.
Quando dimenticate un numero di telefono, sapete che è da qualche parte nella vostra memoria. Ma sfugge alla vostra coscienza occupata da ciò che succede in superficie. Nello stesso modo nascondiamo ciò che non vogliamo mostrare agli altri, al punto che ci capita a volte di dimenticarne la stessa esistenza. Ma è sempre in noi. E’ una vibrazione che consuma moltissima energia. Così noi funzioniamo allo stesso modo, esteriormente e interiormente. Un politico dirà di essere onesto. La coscienza nasconde il suo contenuto… E’ la principale causa dei conflitti.
L’uccello non nasconde niente. E’ nel reale, nella sua vita. Dei ricercatori diranno che ciò che importa, per loro, è trovare la realtà universale, assoluta e non quella di un uccello, di un gatto o di un individuo… Ma non sarà che un insieme di parole e di credenze da aggiungere alle loro illusioni.
L’universale è la sorgente, è l’energia che si esprime… Non se ne può dire nulla. Si vive.
Viviamo nell’illusione. Il vostro mondo interiore vi dà il diritto di distruggere le foreste, di  sterminare gli animali, di torturare… Purchè resti intatto! Molti scienziati credono che tutto gli sia permesso, poco importa il risultato. Bisogna essere al loro livello per avere il diritto di  rivolgergli la parola! Il cervello, con le sue immagini e i suoi pensieri, è grande come l’universo. Per lui l’esterno non ha che il valore che gli si attribuisce. Non può vedere il male che fa. Questa è l’illusione.
“Sto attento mentre guido, evito gli incidenti, no sono nell’illusione”. Avete imparato a guidare e conoscete la strada. Ma siete ipnotizzato, le vostre paure e i vostri sogni sono sempre lì. E’ solo di fronte ad una nuova situazione  che siete un po’ attenti, e dura poco. Quando visitate una nuova città, siete attenti.
Ma l’ego ha bisogno di sognare; stare attento gli è doloroso.
Allora subito si adatta andando a paragonarlo con quello che sa. E’ più facile per lui restare come è, invece di cambiare. E’ come andare sotto le armi, ci si adatta alla vita militare, è la disciplina.
Allora, come fare comprendere a qualcuno che non vive che con le sue illusioni? Bhutto è stata  uccisa. E’ morta, finita. Ma per le persone che erano attorno a lei e che vivono nell’illusione, è l’occasione per fare avanzare i loro interessi, realizzare i loro desideri o la loro vendetta… Le persone della strada ascoltano i loro leader e seguiranno il più forte, il più convincente. Se lei fosse morta in un incidente, sarebbe stato un semplice dolore, ed è tutto. Se lei potesse tornare, direbbe loro: “Perché fate tutto questo? Non è per me che lo fate perché sono morta. ..”. E’ il cervello che orchestra tutto questo.
Per spingerci a nutrirci e a riprodurci, la natura ha trovato un mezzo irresistibile nel piacere. Senza piacere, non ci importerebbe! Ma ciò che il cervello  ne ha fatto, i fantasmi che non smette di creare e raffinare, è un disastro. E lo si insegna ai bambini nelle scuole…
C’è da domandarsi perché la natura, Dio o non so chi, ha prodotto il cervello. Perché è nel disordine più che nell’ordine? E come? Certi direbbero che è un mistero, un segreto. Il nostro cervello che è stato condizionato ad affrontare tutto come un problema da risolvere, crede che tutto ciò che non conosce sia un mistero! Ma non ci sono colpevoli nell’universo, non ci siamo che noi. L’interesse dei ricercatori è il loro guadagno e il loro prestigio. Se le loro ricerche non hanno per scopo i bisogni dell’umanità, esse fanno parte dell’illusione.
Così tutte le ricerche, che si dicono  così importanti, sul Big Bang, sull’origine della vita, sul futuro, ecc, non hanno niente a che vedere con l’essenza della vita o perfino con la nostra sopravvivenza.
Come i politici, ogni ricercatore secondo il suo parere o secondo la sua teoria, a cui bisogna credere! A cosa serve, per esempio, il progetto di studio del pianeta Mercurio? Andranno a vederlo più da vicino, studieranno la sua composizione, ecc. E quando questo sarà finito, passeranno a un’altra cosa. Saranno spesi miliardi, con la convinzione che più sappiamo, più diventeremo intelligenti e colti. Così quei poveri africani sono a piedi nudi perché non sanno! E’ ridicolo. Siamo bombardati tutti i giorni da quel genere di propaganda. Alla lunga finite per crederci.
Per me Mercurio e tutte le altre ricerche non valgono niente! Questo non esiste nemmeno. Sono immagini e basta. Se mi domandano se sono al corrente del progetto Mercurio, rispondo di si ed è tutto. I misteri e i segreti sono nella nostra testa, non nella natura.
Ad ogni progresso della tecnologia, aumentano le nostre illusioni. Siamo presi in trappola dall’attrazione che esercitano su di noi i nuovi gadget. Certi restano ore, o giorni in fila d’attesa, per essere i primi a comperare un nuovo gadget. E’ tutta la società che spinge: lavorate e avrete…
Il nostro sistema sociale è fatto in modo che le cliniche e gli ospedali sono pieni. Siamo spinti a credere che bisogna proteggersi da una malattia imminente o peggio che siamo già contagiati… In nome della sanità o del bene pubblico, i nostri scienziati spesso fanno ricerche del tutto inutili, dove degli animali subiscono inimmaginabili torture. Non lo vedono? Circa il 10% degli scienziati hanno la sensibilità di vedere ciò che succede. Ma è raro che si esprimano. La scienza ha una grande responsabilità. Lei è dappertutto: nel vostro piatto, nella vostra sedia…
E’ grave che gli scienziati non lo vedano. Allora cosa cercano? Di comperare un’auto  da  40.000$? Una Ferrari o una Rolls? Allora la vita sarà più bella, più sicura, di qualità superiore? E di quale qualità? I loro geni e le loro cellule saranno allora superiori? O non sono che illusioni?
Osservate, guardate come funzionate. Se le vostre illusioni stanno bene,  le vostre cellule staranno meglio? Per niente, non sentono nemmeno ciò che succede nella vostra testa.
Loro continueranno a essere deboli, senza difesa e la malattia può sempre arrivare. Non si tratta di non fare più niente. Osservate solo che  questo non fa parte dell’essenza, del respiro della vita.
Perché sperperare? Gettate una sedia, anche in buono stato, perché non è di moda. E credete che la vostra vita vada meglio. Una nuova televisione vi mostrerà immagini migliori, ecc. E credete di essere più avanti. Invece siete ancora gli stessi. Non è che l’esterno che è più avanti.
Al supermercato avete l’impressione che siano gli oggetti  a dirvi di comperarli e non voi; voi vi dite: “Che bello!” Bello per chi? E’ la vostra vita vista attraverso le illusioni del cervello…
Così sono le guerre, l’amore, le famiglie, gli affari. E’ così che funzionate. Avete la stessa attitudine  verso tutto, anche quando si tratta di una cosa così enorme  come quella di andare verso la luna. Certi diranno che questo crea lavoro. Non si potrebbe essere semplici senza queste fantasie, senza tutte quelle atrocità e questo enorme spreco? Non vedete che questo fa parte dell’illusione?
La base dell’illusione è la memoria, l’immagine.
Quando ricordate una bottiglia di Champagne o un pollo, è l’immagine della bottiglia o del pollo della pubblicità che avete in mente. Ma mi direte che avete diritto di avere quella immagine, e che è grazie alle immagini che sono state create le scienze e le arti e hanno potuto svilupparsi. Senza immagini saremmo restati al tempo delle caverne. E’ falso. E’ una risposta normale  del sistema che difende quella logica. Il pensiero è una funzione naturale. Per fare un mestiere, essere idraulico, parrucchiere, fare dei calcoli da ingegnere ecc, avete bisogno di immagini che avete memorizzato. E’ assolutamente normale.
Ma il problema è che lo applichiamo dappertutto, tanto che il 95% di ciò che facciamo è illusione.
Questa intelligenza è falsa, funziona senza mai potersi fermare anche quando è necessario. La passiamo di generazione in generazione e inventiamo nuovi metodi per trasmetterla ancora più in fretta e più efficacemente ai bambini. Ma questa non è che l’illusione che si rinforza e si cristallizza. Non abbiamo bisogno di sogni per inventare e fabbricare le macchine necessarie.
Osservate come funziona il vostro cervello. Uscire dal disordine è staccarsi dalle nostre innumerevoli e inutili immagini. Per andare a cena, cercate il ristorante che corrisponde di più alla vostra immagine di una buona mangiata e al vostro portafoglio. Ma quando vivete la pace, andate dove c’è un cibo sano. E’ tutto.
Nonostante che viviamo in società, non siete sensibili e interessati che a quello che vi concerne… Se il vicino ha un problema, siete felici che non sia toccato a voi. Avete, senza accorgervene, una sorta di fierezza che voi non potete cadere in quella situazione. E’ così che funzionate.
Le vostre azioni sono il prodotto delle vostre illusioni. Mi domando spesso perché agite così. “Ma io quando scrivo con la tastiera del mio computer, è obbiettivo, è reale”. Si, la tastiera e il computer sono lì. Ma il perché del suo utilizzo, il perché della vostra passione al punto da esserne prigionieri non ha niente a vedere con ciò che vivete, con la sopravvivenza.
Le vostre domande sono tutte psicologiche e le mie risposte non vi faranno avanzare.
Captate le mie parole con il vostro mondo di illusioni. Per voi è come fare un dolce, usate gli stessi ingredienti e paragonate poi il gusto, la consistenza ecc. con quelli di un altro dolce!
La marca commerciale di numerosi cosiddetti guru è trasmettere energia alle persone presenti. Si creano così molte illusioni. Ciascuno di quei guru è un canale più o meno aperto alla energia.  Ma a che pro dare energia che sarà quasi subito consumata e non porterà le persone che a richiederne?
Io me ne sono accorto molto presto dopo l’apertura. Essere rimasto lì, è cristallizzarsi, fissarsi in quella funzione. I grandi artisti, i grandi scienziati e i grandi pensatori sono anche loro canali di energia nel loro ambito. Ma le loro paure, le loro ansie, i desideri e le illusioni rimangono lì, non ne sono liberi.
Quando in una coppia le accuse che l’altro non ascolta continuano, può esserci un’esplosione. Una volta dallo psicologo, diranno che una volta andava bene, ma che l’altro è cambiato. Come se l’altro cambiasse o decidesse di cambiare di testa propria! Spesso la ragione è che i due non si piacciono più. Sono sempre le stesse storie. E’ tragico per i bambini. Nessuna cultura, nessuna disciplina può cambiare questo. Potranno tutt’alpiù nasconderlo. Non c’è né metodo, né modello, né lezione. Nessun speranza se l’individuo non cambia. Una comprensione intellettuale qui non conta niente, sarà presto dimenticata.
Le parole sono codici per comunicare. Servono solo a comprendere e a funzionare nel sistema. Sono come le carte magnetiche che servono ad aprire le porte. Ogni carta ha il suo codice che apre una porta e non un’altra. Così sono le parole.
Le funzioni del cervello non riguardano che la materia. Ma la materia è anche lei illusione? La materia, quella tavola, non è illusione.
E’ il cervello che proietta le sue illusioni sulla materia.
Ma certi insegnamenti dicono che la materia è illusione, non esiste. E che se battete la testa contro il muro, il vostro dolore è illusione… Molti allora hanno l’impressione che la persona che ne parla sia molto avanzata spiritualmene, soprattutto se porta una veste arancione o appartiene ad una tradizione! L’illusione è nella sua testa. Nella apertura il corpo intero vive la sua vera natura, non è più limitata alla testa. Allora non ci sono più immagini, più illusioni. Tutto quello che è percepito è reale.
Voi captate ciò che dico col vostro pensiero. E’ illusione contro illusione.
Ascoltare come se fosse una lezione, non serve a niente. Non fate che ripetere le parole, e resterete nell’illusione. Guardate come funziona il cervello. E’ talmente oscuro, come mezzanotte senza luce! Sapete? Tutto ciò che fate, camminare, fare il bagno, meditare, tutto è nella testa, assolutamente tutto! L’umanità bagna in un oceano di illusioni!
Come agire allora? Come fare per rasarsi, per esempio? E’ una questione psicologica. Il corpo per funzionare non ha nessun problema, ha imparato come radersi e lo fa, ha imparato come camminare e non pensa  ad ogni passo ciò che deve fare. Come quando percorrete una strada che conoscete, sapete dove andate. E’ la stessa cosa per tutto, la natura sa, non ha bisogno di immagini. E’ diventata, come si dice, una seconda natura. Così nell’apertura c’ è l’essenza della vita, la vostra natura, che si serve della materia e non il contrario. Allora tutto è visto chiaramente: il perché dell’abito, il perché della famiglia, il perché dell’economia, ecc. Mentre con le immagini siamo ciechi.
Ogni  credenza è illusione e sofferenza, ma noi non smettiamo di crearne. Allora, come essere nel reale? Qual è la realtà? Cercate una realtà in rapporto all’illusione, un ordine in rapporto col disordine. Perché creare degli opposti? Come se dovesse esserci un’altra realtà?
L’ego resiste, non vuole vedere. Le sue innumerevoli immagini mentali fanno uno schermo attraverso cui tutto è visto e con cui non smette di parlare e di negoziare. Ma lo schermo non può rispondervi, le immagini non possono rispondervi. Un’immagine mentale è come una foto, è muta! E’ sottile da afferrare. Lo svolgersi, così rapido, del pensiero ve lo impedisce.
Non ci sono modelli nella spiritualità. Questa chiarezza non può derivare da nessuna disciplina.
Essa si vive, è la vostra natura. E’ quello che vedete e toccate, senza l’interferenza delle immagini. Non toccherete mai il pianeta con una foto. E’ illusione, quando non la vedete che con la memoria. Ma avete la convinzione che i pianeti  siano reali come questa sedia. Ma anche questa sedia è illusione, perché non la vedete e non la toccate che con l’intrusione delle vostre immagini, dei vostri valori e preferenze…
Osservare è una funzione del corpo e di ciò che esso vive. Quando interviene il pensiero, non c’è più la sensazione. Allora, come farla incominciare? Come non pensare più alla sensazione pur sentendo? Quando andate a nuotare, potete chiedervi se l’acqua è fredda o piacevole. Ma, una volta entrati nell’acqua, non ne avete più coscienza. Lo stesso è con le sensazioni. Ci si getta nella sensazione senza pensieri, senza aspettative…
Per me è facile, è quello che vivo. Ma per voi è difficile, voi siete attaccati ai vostri pensieri.
La scienza e la società non fanno che incoraggiarvi a coltivarli. Eppure è così semplice, è quello che vivete ad ogni istante. Quando ogni momento è accettato senza giudizio, è presto dimenticato. Allora siete disponibili per l’istante seguente.
La verità è nell’istante presente.
Accettate la vostra vita. Se capita un problema, accettatelo. Infatti il problema non sorge che per l’intervento del passato. Perché siamo più portati a ricordarci del male che del bene. Ma il male non esiste.
Tutto è accettabile.
Ciò che pensate che sia un problema, non lo è. Posso trovarmi nella stessa vostra situazione, ma per me non è un blocco. Non è una rassegnazione. Semplicemente non ci sono reazioni. Se non posso, non posso. E’ chiaro e tutto finisce lì.
Questo può sembrare inumano, ma non si tratta però di lasciar cadere gli altri. E’ che le nostre inquietudini, ansie, complicazioni e altre banalità ci hanno lasciato. Questo non esiste più.
Il pensiero non può comprendere che cosa è la spiritualità. Pace interiore o spiritualità significano la stessa cosa.
Siate onesti con voi stessi, l’onestà di vedere chiaramente ciò che pensiamo, come ci lamentiamo e critichiamo tutto il tempo coi pensieri e con le parole.
Ma cercare di essere onesti con gli altri senza essere onesti con noi stessi è un gioco.
Provando a comprenderli, ad ascoltarli, senza vedere le vostre proprie motivazioni,  non riuscirete che a manipolarli meglio e a giudicarli! Voi siete fatti così. L’onestà con se stessi comprende tutto: compassione, spiritualità, pace, amore, ecc. Allora sono tutti identici E’ quello che vivete. Non c’è separazione.
Allora cosa è essere spirituali? Bisognerebbe radersi la testa, portare una veste arancione ed elemosinare? E’ ancora l’illusione… Bisogna astenersi dal fumo, dal bere, dal fare sesso e pregare per essere spirituali? E solo allora è giusto? Anche al tempo di Cristo c’erano queste cose. Come essere perfetti? E chi è perfetto? Il papa? Chi? Sono ancora delle immagini di ciò che deve essere la perfezione e la spiritualità. Non si fa che appiccicare ad una persona una parola.
Non ci sono sacrifici da fare. Potete lasciare tutto e rimanere ciò che siete! Un alcolista per esempio che smette di bere non sarà necessariamente trasformato.
E’ l’interno che è da lasciare, sono le immagini che sono da abbandonare.
Il pensiero è strettamente connesso con le cose pratiche, non può toccare l’essenza della vita. Quando vi aprite, la parola spirituale non vi dice più niente. E’ tutt’altro. E’ un distacco totale. La parola non ha niente a che vedere con il fatto di vivere in pace.
“Ma senza immagini la vita è noiosa. Non c’è più nessun divertimento”. Senza immagini la vita è intensa in altro modo. Tutto è visto come nuovo, vivo, senza il velo del pensiero. Tutto vi parla…
Mettete in pratica ciò che è detto, non sognate. La pratica è essere nel presente. Non può esserci altra pratica che il presente. Ma io sono impotente, ciò che dico non vi aiuta per nulla.
Sono anni che mi ascoltate, oltre a conoscere tanto di insegnamenti spirituali. Ma voi non ne fate niente.
Non si può creare la sete in voi. Questa deve venire da voi.
Senza apertura, non potete sapere cosa è l’illusione. Tutto resterà sogno, voi, me, tutto… Quando siete liberi dal mondo illusorio nella vostra testa, il mondo esterno allora è lì. Ben reale. Una mosca o un ragno non sarà più unicamente la forma che vedete. E’ una vita, un’essenza. E’ del tutto differente.
Sta a voi vedere. Questa libertà esiste, non è follia o anarchia, o passività o un’immagine.
La vita è bella ora. Mentre vi parlo, sono qui. Tutto il corpo è lì. In nessun momento sono altrove. Però mi sento dappertutto, pur essendo qui. Non ho nessuna immagine o pensiero  di quei luoghi lontani. Ho così l’impressione di avere a portata di mano  l’Africa, l’America o non so quale altro posto. Non ci sono frontiere. E’ come una piovra i cui tentacoli sono dappertutto. Ma non è fisico. E’ un sentire sostenuto dall’energia, dall’essenza della vita. E’ la pace. La vita è inestimabile, immensa, grandiosa. Non volete viverla?

lunedì 20 agosto 2012

Massimo Fini: miserabile denaro, è lo sterco del nulla


Nella società attuale l’impresa è centrale. Perché qualsiasi cosa produca, sciocchezze o mine antiuomo come l’Oto Melara o qualcosa di utile, dà lavoro e quindi stipendi o salari che permettono il meccanismo produzione-consumo-produzione (ma oggi sarebbe più esatto dire: consumo-produzione-consumo) su cui si regge tutto il sistema. Ecco perché in questa fase di crisi non solo il governo Monti, ma tutte le lead occidentali cercano di sostenere in ogni modo l’impresa a costo di passare per il massacro di chi ci lavora. L’impresa dipende però dai crediti delle banche per i suoi investimenti. E qui c’è già una stortura. Il mercante medievale, che è l’antesignano dell’imprenditore moderno, investiva denaro proprio, non chiedeva prestiti.
E questa buona creanza si è mantenuta a lungo, anche dopo la Rivoluzione industriale, se è vero che nel 1970 Angelo Rizzoli senior sul letto di morte Massimo Finiraccomandava al figlio e ai nipoti “non fate mai debiti con le banche” (i discendenti non lo ascoltarono e si è visto com’è andata a finire). Ma, per la verità, il vecchio Rizzoli era ormai un uomo fuori dai tempi. Se le imprese dipendono dalle banche noi dipendiamo dalle imprese. Siamo tutti, o quasi, come scrive Nietzsche, degli “schiavi salariati” che è un concetto più omnicomprensivo del marxiano proletariato che riguarda gli operai di fabbrica. Non siamo più padroni di noi stessi mentre l’uomo medievale, almeno economicamente, lo era. Perché, contadino o artigiano che fosse, viveva sul suo e del suo. Anche i famigerati “servi della gleba”, detti più correttamente servi casati, è vero che non potevano lasciare i terreni del feudatario, ma non potevano neanche esserne cacciati. La disoccupazione non esisteva. Illavoro non era un problema.
La sussistenza di ciascuno era assicurata dalle servitù comunitarie, cioè a disposizione di tutti, che gravavano sulla proprietà e sul possesso (servitù di legnatico, di acquatico, di seconda erba, eccetera). Era il regime dei “campi aperti” (open fields) che teneva in un delicato ma straordinario equilibrio il mondo rurale. Per un secolo e mezzo le case regnanti inglesi dei Tudor e degli Stuart si opposero ai grandi proprietari terrieri che volevano recintare i campi (enclosure) perché ne avrebbero tratto maggior profitto, capendo benissimo che questo avrebbe buttato milioni di contadini alla fame. Col Oliver Cromwellparlamentarismo di Cromwell, preludio dellademocrazia, fu invece introdotta l’enclosure (quei parlamenti erano zeppi di proprietari terrieri, di banchieri, di mercanti e di altri furfanti similari).
Tutti questi processi sono stati enfatizzati dalla trasformazione del denaro, nella sostanza e nella forma. Da utile intermediario nello scambio per evitare le triangolazioni del baratto (c’è un bel geroglifico egizio che mostra, come in un fumetto, un tale che per procurarsi una focaccia deve fare tre passaggi) diventa a sua volta merce. All’inizio è oro o argento o bronzo. Non che l’oro rappresenti davvero una ricchezza, è una convenzione come un’altra (i neri africani e i polinesiani gli preferivano le conchiglie cauri) ma ha almeno una consistenza materiale. Poi diventa banconota, poi segno su carta, infine impulso elettronico e quindi totalmente astratto.
Per questo enormi masse di tale denaro virtuale possono spostarsi in pochi attimi da una parte all’altra del mondo. Se dovesse spostare dobloni d’oro, la speculazione non esisterebbe. Infine, per scendere dalla luna sulla terra, non si capisce perché fra tante misure inutili non si vieta almeno, in Borsa, la compravendita allo scoperto dove uno vende azioni che non ha o le compra con denaro che non possiede, lucrando sulla differenza. E con ciò gonfiando ulteriormente la quantità di denaro virtuale e facendone una massa d’urto che puntando su un obiettivo lo determina, anche per il trascinamento psicologico che comporta, e può così strangolare paesi e intere aree geografiche.
(Massimo Fini, “Denaro, sterco del nulla”, da “Il Fatto Quotidiano” del 28 gennaio 2012).

domenica 19 agosto 2012

Chiamo l"acqua

Scruto il cielo sereno,e t"invoco,sorella pioggia

È giusto cambiare molti maestri?

Nisargadatta Maharaj.: Perché no? I maestri sono come pietre miliari. È naturale muovere dall'uno all'altro. Ognuno ti indica la direzione e la distanza, mentre il sad guru, il maestro eterno, è la via stessa. Appena comprendi che la via è la mèta, e che sei sempre in cammino, non per raggiungerla ma per godere della sua bellezza e sapienza, la vita cessa di essere un'impresa penosa e diventa semplice e naturale, un'estasi in sé.


giovedì 16 agosto 2012

Veeresh La libertà DI ESSERE SE STESSI



Veeresh, discepolo di Osho da molti anni e fondatore della famosa comunità terapeutica olandese Humaniversity, parla di come ha vissuto tre aspetti fondamentali della vita: libertà, autorità e responsabilità.

A SCUOLA DI MENZOGNE
Ho un ricordo di quando avevo circa otto anni: mi vedo uscire dal confessionale, dove il prete mi ha detto di dire dieci Ave Maria e dieci Padre Nostro per i peccati che ho commesso. Vado all’altare per inginocchiarmi, ma sono arrabbiato, perché non posso uscire a giocare e devo stare in chiesa. Decido allora di sfidare dio e la sua autorità; comincio a ripetere sottovoce: “Vaffanculo dio! Vaffanculo dio! Vaffanculo dio!” E poi sto lì ad aspettare che un fulmine colpisca la chiesa.
Questa fu la mia prima reazione all’autorità spirituale.
Recentemente ho avuto l’occasione di parlare con mia madre e lei mi ha ricordato che, più o meno a quell’età, le avevo chiesto: “Perché mi hai battezzato?” Lei mi sembrò un po’ confusa e poi disse che l’aveva fatto perché era cattolica, come tutta la nostra famiglia, e pensava che fosse un bene per me. Io non mi diedi per vinto e chiesi: “Com’è che non l’hai chiesto prima a me?” Mi disse che non ci aveva mai pensato.
Ogni volta che i miei genitori mi chiedevano cosa stavo facendo, non dicevo mai la verità – che rubavo, che andavo in giro con una banda di teppisti. Dicevo solo che ero stato fuori con gli amici e la conversazione non andava mai oltre. Quando qualche insegnante mi chiedeva delle cose, mentivo; era una procedura standard. La mia posizione era: non dire mai la verità. L’avevo imparato a casa con i miei genitori,  a scuola e nel vicinato. C’era un codice, non espresso a parole, e io lo feci mio: mai parlare con qualcuno; mai dire la verità; mai mettere nei guai qualcuno.
Questo era il mio sistema di valori all’età di 14 anni, quando cominciai a drogarmi.

mercoledì 15 agosto 2012

Dal blog di beppe grillo.La crisi è uno stato mentale - U. Marco Cali'



"Vi voglio insegnare una strategia che potrà farvi migliorare la vostra condizione lavorativa e finanziaria, le aziende che vanno bene sono quelle che “prevendono”."
U.Marco Calì, consulente finanziario indipendente
Istruzione finanziaria (espandi | comprimi)
Buongiorno, un saluto a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo, sono Marco Calì, mi occupo di istruzione finanziaria. Il modello "vai a scuola, prendi bei voti che ti troverai un posto di lavoro e sarai a posto per tutta la vita" è definitivamente fallito.
Calcolare bene il rischio (espandi | comprimi)
Nella stragrande maggioranza dei casi questa strategia va bene in qualsiasi settore, posso portare alcuni esempi in maniera molto veloce. Poco tempo fa un imbianchino mi chiede “Ma cosa posso fare? Sono in cassa integrazione non so come vincere questa crisi”, 

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E' talmente ovvio che quello che manca sono i soldi,perciò questo post,è pura fantascienza.
Guardate questo video,associatelo al post ,e capirete,che tutta la fantasia del mondo non può niente,sulle leggi MATEMATICHE.
Molte  proposte di Grillo sono condivisibili,ma se non si svela la truffa economica,nessun debito sarà possibile ripagare.
Qualcuno con questo giochetto del post effettivamente si può salvare,ma per la legge dei numeri,si salverà a discapito di chi invece fallirà.

martedì 14 agosto 2012

Nisargadatta Maharaj,chiarissimo,limpidissimo

I.: Il karma non mi ha costretto a diventare ciò che sono?
M.: Nulla costringe. Sei come credi di essere. Smetti di credere.


Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...