lunedì 30 novembre 2015

Le comunità resilenti cambiano il mondo

Fonte: comune-info.net 


Coordinato da Grove Harris, venerdì 16 ottobre di quest’anno, al Parliament of World’s Religions di Salt Lake City (Utah) c’è stato uno sfavillante incontro tra Vandana Shiva e Starhawk. Questa sessione del parlamento, fondato nel 1893 a Chicago da Swami Vivekananda, Charles Bonney e Susan B. Anthony con l’intento di portare a uno scambio permanente tra il pensiero religioso d’Oriente e d’Occidente e che ha continuato da allora a riunirsi in varie parti del mondo, aveva messo a tema quattro filoni di riflessione, su questioni molto attuali e realmente interreligiose: la dignità delle donne e i diritti umani, i conflitti interreligiosi, il cambiamento climatico e le culture delle comunità indigene.
È stata la prima volta che la spiritualità femminile ha avuto voce autonoma e il tavolo con Vandana Shiva e Starhawk ha intrecciato nel migliore dei modi possibili il pensiero delle donne con il pensiero della crisi ecologica.
Il titolo della discussione era “Comunità resilienti, pace giustizia cibo e acqua”. Vandana Shiva, potente reincarnazione di Durga che combatte contro i demoni, ha esordito con molta franchezza e determinazione sottolineando come ogni forma di “comunità” sia ciò che maggiormente viene ostacolato dai detentori degli attuali interessi economici e politici, a cui il mantenimento delle disastrose condizioni attuali è del tutto funzionale, non importa se alla fine resterà solo terra bruciata e miliardi di profughi ambientali. Distruggere le comunità esistenti e rendere difficile la formazione di nuove serve a ridurre le persone a singoli individui privi di terra, di tradizioni e di diritti e non è altro che la prima, vecchissima regola dei sistemi di dominanza. Perché le comunità sono ricche di relazioni e dalle relazioni tra persone nascono le soluzioni ai problemi, la forza, il coraggio e le energie che portano a risultati positivi.
org
Enumera quindi tre punti cruciali per comprendere dove ciascuno/a di noi si colloca e che ruolo siamo pronti/e a giocare: il primo, come ci relazioniamo alla terra? Attraverso il possesso o la cura? La terra dà i suoi doni nel ciclo della nascita, crescita e raccolto, ma sta a noi accoglierli nel modo giusto. Un modo giusto e indispensabile nel presente è difendere i semi come beni comuni che ci sono stati affidati dai nostri Antenati/e. Occorre anche chiederci se abbiamo finora saputo difenderli in maniera efficace. O se invece ci siamo fatti istupidire dai prodigi e dalle promesse delle tecnologie agroalimentari che assicuravano (e nel breve periodo garantivano) semi abbondanti come prima mai se ne erano visti.
Diventando dipendenti da una scienza che in realtà è profondamente stupida perché seguendo il successo a breve termine e l’illusione che ci saranno sempre nuove terre da usare e poi gettare, ha rovinato ovunque e continua a farlo il sottile strato fertile del suolo coltivabile, prodotto da millenni di sapiente accumulazione di scarti, rifiuti, materiali in decomposizione.
Come Barbara Mann della Toledo University ha mostrato in un’altra sessione del parlamento (“Colei che dà la vita, Colei che dà la forma”), le donne native americane, per esempio, sono state le creatrici della terra su cui camminiamo attraverso un paziente e sacro lavoro di “terraforming”. Gli studiosi europei solo da poco cominciano a capirlo, chiamando la terra composta dalle donne “Terra Scura”. Ma non si trattava soltanto di compost, bensì di una sapiente miscela che conteneva molte sostanze nutrienti, dall’azoto al fosforo. Le donne erano particolarmente attive nelle cosiddette terre “marginali”, come quelle delle argille rosse e compatte del Sudest Americano. Quando arrivarono, gli Europei trovarono una terra straordinariamente produttiva per uno spessore di una trentina di centimetri almeno. Dopo averlo sconsideratamente dissodato con i loro aratri a versoio, lo strato di terreno fertile è andato distrutto dallo sfruttamento intensivo con coltivazioni estremamente esigenti, come il cotone e il tabacco. Nell’arco di soli 60 anni, dal 1778 al 1840, gli Europei hanno sfruttato e consumato tutto lo strato fertile, lasciando solo il substrato di argilla rossa, senza capire che la Terra Scura era stata deliberatamente e accuratamente prodotta e conservata dalle donne indigene,alle quali apparteneva.
Le monoculture della mente, ripete Vandana Shiva da almeno vent’anni ovunque la invitino a parlare, producono le monoculture dell’agricoltura intensiva, deserti ordinati di filari di piante solitarie che per crescere hanno bisogno di concimi artificiali e di massiccia protezione dai parassiti, non contenuti da nessuna difesa da parte di altre piante che normalmente costituiscono la biodiversità naturale di un campo o di un bosco qualsiasi.
9644455591_b421c3622d_b
Secondo: reclamare la biodiversità, perché tutto è interconnesso. Una scienza che ignora questo è una scienza ignorante. L’oggettività scientifica, che tanto ha imbonito le menti dei cittadini della modernità, semplicemente non esiste, perché non esistono”oggetti” in natura e anche le piante sono creature senzienti. Queste verità stanno ri-emergendo rapidamente alla consapevolezza dei tanti e le uniche vere risorse economiche che la stessa scienza appena nominata sta fornendo sono il prozac come rimedio all’ansia crescente, la chirurgia plastica per “disfare quel se stessi” in cui non ci si trova più a proprio agio e la vendita della merce “informazioni allarmistiche”. E chiude il suo intervento ricordando come già nel 2007 avesse scritto Soil not Oil (terra non petrolio) e oggi, in cui tutti cominciano ad andare in panico, lancia un altro slogan: Stop Panic Become Organic.
Ed è a questo punto che prende la parola Starhawk, con molta tranquillità e apparentemente sottotono: non a caso la moderatrice la introduce come the most uncommon common woman.
“Ho da poco finito di scrivere il seguito a La Quinta Cosa Sacra (testo amatissimo da un’intera generazione di ecofemministe), racconta, si chiama City of Refuge e raccontacome fare la rivoluzione”. E prosegue dicendo come non sia possibile parlare di sacralità della terra senza parlare di rifiuti (dirt): questa è la strada per evitare i gadgets con cui la scienza e il sistema cercano di rispondere al panico. E passa a parlare delle molte connessioni tra suolo e donne, di come le nostre priorità siano adesso “la terra, la gente, il futuro”. E, approfondendo il tema della comunità, invita a fare attenzione alla corretta accezione della parola: non ha più senso parlare solo di comunità umana, la parola comunità deve comprendere gli umani, gli animali, le piante, i batteri, i suoli ecc. ecc.
I batteri, prosegue, sono una stupenda manifestazione della Madre, e una comunità è fatta da tutti quanti vivono su uno stesso luogo della terra; si realizza pienamente nel momento in cui questa consapevolezza arriva alla coscienza e quando prendiamo decisioni che tengono insieme tutti questi aspetti di una comunità. È tempo di ragionare per “ecosistemi massivi” che includono tutti i sistemi viventi.
Noi sappiamo come rigenerare i suoli e le acque, abbiamo accumulato enormi abilità e capacità, non è questo sapere che ci manca per rispondere al panico, manca la volontà politica di mettere in atto ciò che sappiamo e possiamo fare da subito. Quando ci alziamo in difesa dei beni comuni, stiamo facendo un gesto sacro, proteggiamo noi e la sacralità della terra.
Infine, rispondendo ad alcune domande dei presenti, attenti e affascinati, a una domanda su Navdania Vandana Shiva risponde che, lungi dall’essere una consociazione brevettata di semi di piante indiane, nove è il numero che indica il più alto livello di diversità e quindi ogni luogo, ogni clima ha la sua combinazione esemplare di nove semi. E che acqua e suolo sono la stessa cosa. Il furto della terra (land grabbing) è il furto dell’acqua e viceversa, uno non esiste senza l’altra. Come piccolo ma chiaro exemplum finale ricorda che vari luoghi del pianeta si stanno difendendo dal saccheggio delle multinazionali agroalimentari dichiarandosi “zone coca cola free” e scuole che si proclamano “coca cola free”.
.
*Attiva nel movimento delle donne dagli anni Settanta, Luciana Percovich si è occupata di formazione presso la Libera Università delle Donne di Milano, ha diretto collane di saggistica (attualmente la collana Le Civette/Saggi per l’Editrice Venexia) e scritto su varie riviste occupandosi di medicina delle donne, scienza, antropologia, mitologia e spiritualità femminile (tra i suoi libri più importanti «Colei che dà la vita, Colei che dà la forma. Miti di creazione femminili, Venexia, 2009»). 
.
DA LEGGERE
Difende la sua terra dal business del petrolio, quindi va condannata
I frutti dispersi dai movimenti delle donne
C’è bisogno dell’empatia delle donne, per vedere e capire il mondo
È il mondo di tutti, dicono le donne Veronika Bennholdt-Thomsen
Una civiltà della post-crescita ha bisogno di un modo nuovo di pensare, in cui il cambiamento è concreto, corporeo, cooperativo, favorisce senso di responsabilità. E viene dal basso. Per farlo, lo slogan della decrescita deve intrecciarsi con una prospettiva di genere
La donne difendono la terra e creano un mondo diverso

Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it 

sabato 28 novembre 2015

Luther Burbank

Dopo tanto viaggiare,ho messo radici come le piante,dopo tante pratiche agricole,e infinite informazioni,http://unlungosogno.blogspot.it/2014/05/quello-che-producoo-raccolgo.html ecco uno che m"ispira moltissimo

Fonte http://www.erbatisana.it/laboratorio-di-erboristeria/luther-burbank/tutte-le-pagine

Luther Burbank è considerato il più famoso orticoltore americano, è nato a Lancaster, Massachusetts, il 7 marzo 1849.

Nonostante avesse ricevuto solo un'istruzione elementare, Burbank ha sviluppato più di 800 ceppi e varietà di piante, tra cui 113 varietà di susine e prugne secche, 10 varietà di frutti di bosco, 50 varietà di gigli, e la pesca Freestone.

Luther Burbank e la storia della patata

Volendo migliorare la patata comune irlandese, Luther Burbank si mise a coltivare e a studiare 23 piantine di patate provenienti dal genere Early Rose. Una piantina tra queste produsse 2-3 volte di più i tuberi e di una dimensione maggiore delle altre. La sua patata è stata introdotta in Irlanda per combattere l'epidemia di ruggine. La specie Burbank il ceppo coltivato e commercializzato dalla sua ditta (dal nome dell'inventore), venne adottata dalla gran parte dei coltivatori di patate negli Stati Uniti nel 1871. In seguito fu soprannominata la patata dell'Idaho.
Burbank vendette i diritti per la patata a 150 dollari, somma con la quale si recò a Santa Rosa, California. Qui ha fondato una vivaio, dotato di speciali serre, e la fattoria sperimentale che sono diventati famosi in tutto il mondo.


Frutta e vegetali famosi

Oltre alla famosa patata dell'Idaho, Luther Burbank si dedicò alla speriementazione nella coltivazione di: fiori come la margherita Shasta, pesche ( Burbank July Elberta Peach ) nettarine Gold Flaming che si diffusero in Virginia, prugne Santa Rosa e l'altrettanto famosa varietà Rutland, noci Royal, fragole Robusta, aglio gigante, e molte altre delizie .

Brevetti SULLE PIANTE

Le nuove piante non erano state considerate un'invenzione brevettabile fino al 1930. Di conseguenza, Luther Burbank ha ottenuto i brevetti sulle piante solo dopo tale data. Proprio in seguito alla pubblicazione del libro di Luther Burbank, "How Plants Are Treated to Work for Man" scritto nel 1921 si sviluppò il dibattito in cui le sue tesi ebbero un ruolo determinante nella promulgazione della legge per l'estensione del brevetto anche per gli ibridi vegetali il Plant Act del 1930.
E 'stato inserito nell'elenco nazionale americano delle persone famose e degli inventori nel 1986. In California, il suo compleanno è celebrato come Arbor Day e in quel giorno gli alberi sono piantati in sua memoria. Se Burbank fosse vissuto qualche decennio dopo, senza dubbio sarebbe stato da tutti considerato come il padre dell'agricoltura americana.
  



UN
BOTANICO
CALIFORNIANO


 
Il segreto per migliorare la riproduzione delle piante, a parte la conoscenza scientifica”, disse Luther Burbank, “è l’amore”. Soprannominato “il mago dell’orticoltura”, con la sua affermazione Burbank rivela la semplicità e l’umiltà con cui fece le scoperte più straordinarie. L. Burbank, un botanico americano nato nel 1849, spiegò che, semplicemente parlando alle piante, creava per esse uno spazio sicuro e pieno d’affetto. Usando questo metodo poco ortodosso, riuscì ad ‘incoraggiare’ un cactus del deserto a perdere le spine. Confortava la pianta dicendole: “Non hai nulla da temere. Non hai bisogno di queste spine per difenderti. Ti proteggerò io”.
Sviluppando una profonda comunione con il regno vegetale, Burbank entrò in quel mondo per migliorare fiori, frutti e vegetali comuni eliminandone le caratteristiche indesiderate. Egli creò nuove varietà di prugne, ciliegie, gigli, rose, mele, pesche, mele cotogne, pescanoce, patate, pomodori, mais, asparagi ed altre piante. Il suo stesso nome — Burbank — è diventato un verbo inserito nel dizionario per indicare il miglioramento delle piante attraverso una riproduzione selettiva, come nell’incrocio o nell’innesto. I Giardini Burbank sono stati conservati sino ad oggi a Santa Rosa, in California.


Un cactus modificò la sua forma


Un cactus modificò la sua forma convinto da qualcuno a farlo.
Uno dei ricercatori più di successo, l¹americano Luther Burbank, parlava alle sue piante come fossero sue buone amiche. Così facendo, egli riuscì ad ottenere un cactus privo di spine. Burbank confidò al famoso Yogi Paramahansa Yogananda, di parlare spesso con le sue cactacee per avvolgerle in un¹aura di amore, dicendo loro: ³non dovete avere paura, non avete bisogno delle vostre spine perché io vi proteggerò.
Ci vollero anni ma alla fine Burbank poté sfoggiare il suo cactus senza spine.

Ulteriori esperimenti dimostrarono che le piante e le persone che si prendono cura di loro, sono legate da un rapporto molto stretto che permane anche a distanza. Una conoscente di Backster fece un viaggio di 3000 miglia attraverso l¹America e ad ogni atterraggio e successivo nuovo decollo, le piante reagivano alle sensazioni di paura della persona che le accudiva. Essa infatti aveva una paura incontrollata di volare. Backster decise quindi di spostare le piante e di metterle in una gabbia di Faraday, nonché in un contenitore di piombo isolato. Tutte queste schermature si rivelarono però completamente inutili, poiché nessuno di questi accorgimenti fu in grado di spezzare l¹unione tra questa persona e le sue piante.

Che spiegazione dare a questi esperimenti?

Le piante, gli uomini e gli animali, sono collegati tra loro attraverso i cosiddetti campi morfici. Il biologo H.C. Waddington, dedusse dalle sue ricerche sui campi morfogenetici che la natura possiede una memoria ed il naturalista Rupert Sheldrake confermò questa asserzione con i risultati delle proprie ricerche: esiste un collegamento di tipo telepatico che unisce tra loro tutti gli esseri viventi.

L'amicizia con Yogananda

Il potere dell'erba medica

Tra coloro che divennero i suoi studenti erano numerose figure di rilievo nel campo della scienza, delle imprese, e le arti, comprese orticoltore Luther Burbank, soprano Amelita Galli-Curci, George Eastman (inventore della macchina fotografica Kodak), poeta Edwin Markham, direttore d'orchestra e la sinfonia Leopold Stokowski . Nel 1927, è stato ufficialmente ricevuto alla Casa Bianca dal presidente Calvin Coolidge, che aveva iniziato a interessarsi nei rapporti quotidiani della sua attività.

Yogananda ha segnalato in alcune occasioni come l'erba medica, su suggerimento di Luther Burbank sia una pianta dotata di particolari virtù e proprietà nutritive. Per far capire l'importanza di questa pianta, Egli disse che, se per assurdo la terra fosse improvvisamente privata di ogni alimento, l'erba medica da sola sarebbe sufficiente a fornire all'uomo la giusta dieta per continuare a vivere tranquillamente.

Nei suoi scritti sull'alimentazione Yoga, Egli disse:

«Erba Medica. Il mio studente e amico personale, il defunto Luther Burbank, famoso mago delle piante, diceva che l'erba medica contiene alcune delle più importanti sostanze nutritive conosciute, e che sarebbe diventata il futuro cibo dell'uomo. L'erba medica è chiamata anche alfalfa, che è un antico nome arabo che significa "padre di tutti i cibi". Sta scritto che centinaia d'anni prima di Cristo i Persiani invasero la Grecia servendosi di cavalli che avevano avuto per foraggio dell'erba medica. Appare chiaro che il suo alto valore curativo e nutritivo può essere spiegato dal fatto che ha le radici più lunghe di qualsiasi altra pianta conosciuta, raggiungendo a volte i quindici metri di lunghezza. Perciò si capisce facilmente come una radice che si faccia strada così profondamente nelle viscere della terra sia destinata ad assorbire delle potenti qualità magnetiche, e ad estrarre probabilmente dei minerali di una forza più concentrata e intensa di quelli più prossimi alla superficie terrestre. Questo fatto, unito al suo sistema di coltivazione simile a quello del fieno e al suo processo d'essiccazione in cumuli, che la saturano letteralmente di vitamina D (la vitamina della luce del sole) forma all'interno della sua fibra una polarizzazione elettro-magnetica che produce una pianta più potente di quanto si possa immaginare. Contrariamente a quanto si crede, non appartiene alla famiglia del fieno. Come il pisello e il fagiolo appartiene alla famiglia delle leguminose e si nutre dell'azoto dell'aria, ricevendo in tal modo la sua grande percentuale di proteine (il ricostituente). È il più ricco di tutti i vegetali a foglia. Fino a poco tempo fa, in America era usata solo per nutrire e fare ingrassare i maiali; quando si scoprì che produceva ottimi esemplari nella struttura ossea e nella crescita in generale, e si notò pure la scomparsa delle solite malattie dei suini, alcuni pionieri intraprendenti pensarono che ciò che era buono per i maialini poteva avere lo stesso effetto sui bambini. Da allora ha guadagnato fama come alimento dotato di miracolose proprietà curative e ricostituenti per gli esseri umani. A causa del suo alto contenuto di potassio (37%) è particolarmente specifico per tutte le condizioni sfavorevoli femminili (come ricorderete, il potassio è l'elemento chimico femminile), e dov'essere usato liberamente dalla madre incinta e da quella che allatta, dalle ragazze mature e dalle donne di mezza età. Tuttavia le sue virtù non sono confinate a un solo sesso; ed è un rimedio altamente raccomandato per molti altri disordini. Inoltre contiene una grande quantità di cloro, noto come il lavandaio del corpo, perché distrugge il pus, previene la costipazione, favorisce le secrezioni, assiste nella secrezione dei succhi gastrici, previene la piorrea e la cancrena, neutralizza l'acidità nel corpo e ha molte altre qualità purificanti. Dall'alfalfa si può ricavare una bevanda deliziosa e molto salutare. Per ogni tazza desiderata, usate un cucchiaio di alfalfa. Mettetela nell'acqua fredda e portatela lentamente al punto di ebollizione. Lasciate in infusione. Scolate. Potete aggiungere del miele a piacere. Del succo d'arancia spremuto in essa gli dà un gusto e un aroma delizioso. Si può prendere un cucchiaino di alfalfa secco in polvere ogni giorno, sia annaffiato con un bel bicchiere d'acqua, o cosparso sull'insalata, o aggiunto al succo d'arancia.» (ParamahansaYogananda, Alimentazione Yoga, Edizioni Vidyananda).

Yogananda scrisse queste parole negli anni '40. Recenti studi di laboratorio condotti sull'erba medica confermano le intuzioni di Yogananda e sembrano concretizzare la " profezia" di Luther Burbank (a cui Yogananda dedica il capitolo dell'"Autobiografia di uno Yogi" intitolato "Un santo tra le rose"). E' notizia recente infatti che, nell'ambito di Fralupro, un progetto di ricerca avviato nel 1997 e cofinanziato dall'Unione Europea, è stato possibile estrarre dall’erba medica una proteina, denominata Rubisco, con un valore nutritivo uguale a quello del latte di mucca e superiore a quello della soia. Questa proteina contiene i nove principali aminoacidi. L'erba medica potrebbe costituire una validissima alternativa alla soia transgenica. "Il rubisco costituirebbe anche un possibile ingrediente per prodotti destinati all'alimentazione umana, aprendo prospettive interessanti per combattere la denutrizione e la malnutrizione, in particolare per quanto riguarda i bambini nei paesi in via di sviluppo".
LINK:

venerdì 27 novembre 2015

Riflessivo articolo dal blog di Blondet

In mancanza di fondamento metafisico la Liberté ha come esito l’individualismo, l’Egalité il totalitarismo, la Fraternité la globalizzazione in nome della quale giustificare, come osservava Carl Schmitt, la guerra contro i “Nemici dell’Umanità” ossia contro chi disturba l’ordine imposto a tutela del Mercato Mondiale, del Mammona che l’Occidente adora come proprio “dio”.
Qui l"intero post...http://www.maurizioblondet.it/per-quali-valori-ci-chiedono-di-combattere/

giovedì 26 novembre 2015

SE DOMANI ANDATE IN AUTO DAL DOTTORE, CAGATEVI SOTTO. ALTRO CHE ISIS

Ma quanto siamo scemi? Voglio dire, se stiamo sulla paura, adesso divenuta panico, che la morte anzi tempo ci stia soffiando sul collo ora perché chissà quanti assassini ISIS stanno nascosti nelle nostre città, bè allora siamo veramente scemi.
Se esco di casa, mi metto in auto e vado dal medico di famiglia (o mi ricovero) rischio la vita migliaia di volte di più del pericolo ISIS.
Nella nostra Europa 25.000 di noi muoiono ogni anno in incidenti stradali (3.788 in Francia). L’aperitivo e poi la serata drinks ci ammazzano in 10.000 all’anno. (Eurostat – EU Driving Safety Coucil)
Nella nostra Europa 200.000 di noi crepano all’anno perché i medici ci hanno prescritto il farmaco sbagliato (la 4a causa di morte fra gli occidentali, Commissione UE).
All’ISIS per ammazzarci così occorrerebbero, sempre all’anno, 1.822 attacchi come quello di Parigi.
Scusate eh, ma se devo aver paura di lasciarci le penne anzi tempo PER COLPE DI UN CRIMINALE (ubriaco al volante, uno a 180 in autostrada, o un medico indegno del camice), sinceramente il terrorismo islamico mi fa ridere. Allora perché la nostra allarmatissima classe politica, che dovrebbe proteggerci dai pericoli, sta per lanciare la terza guerra mondiale contro l’ISIS con l'intento di farci… vivere sicuri?
Se domani andate in auto dal dottore, cagatevi sotto, altro che Al-Baghdadi.

mercoledì 25 novembre 2015

lunedì 23 novembre 2015

Tutto quello che pensate delle tossicodipendenze è FALSO”

Nel capitolo del libro INGANNATI che parla della Marijuana ho indicati numerosi motivi per cui questa pianta, vero dono di Dio all’umanità, dovrebbe essere reintrodotta e riabilitata per i numerosi usi che se ne possono fare: a livello terapeuticoalimentare ed anche industriale.
E se esiste una piccola percentuale di consumatori che ne fa un uso “ricreativo” (cioè, se la fuma, tanto per essere più chiari), inutile la proibizione: sia perchè non risultano essere registrati casi di morte a seguito dell’uso della cannabis, ma soprattutto perchè, da un punto di vista puramente economico (valutazione dei pro e dei controil proibizionismo, semplicemente, non funziona.Anzi, direi quasi che è un incentivo: forse non all’uso, sicuramente alla proliferazione di una fiorente attività criminale che trae enormi utili da  un commercio che potrebbe, se nn fosse illegale, essere di gran lunga inferiore.
Sono stato molto contento pertanto di trovare questa testimonianza su Ted.com (“Ideas worth spreading”: “idee che vale la pena di divulgare) che dice la stessa cosa, con intelligenti osservazioni derivate anche da esperimenti scientifici.
Copio e incollo sotto il testo integrale. Buon ascolto.

Translated byValentina Buda
Reviewed by Carlo Floris
00:11 In uno dei miei primi ricordi cerco di svegliare un parente senza riuscirci. Ero solo un bambino, quindi non capivo perché ma da grande ho capito che in famiglia c’era un problema di tossicodipendenza,inclusa quella successiva da cocaina.
00:24 Ci ho pensato molto ultimamente, anche perché ricorre il centenario da quando abbiamo iniziato a bandire le droghe in America e Inghilterra per poi imporre quel divieto al resto del mondo. È il centenario di quando abbiamo preso questa decisione fatale di prendere i drogati, punirli e farli soffrire, perché credevamo che questo li avrebbe incentivati a smettere.
00:47 Qualche anno fa guardavo alcuni drogati che amo e sono nella mia vita, e cercavo di capire se c’era un modo per aiutarli. Ho realizzato che c’erano moltissime domande fondamentali a cui non sapevo rispondere, tipo: qual è la causa della dipendenza?Perché continuiamo con questo approccio che sembra non funzionare? Potremmo provare qualcosa di meglio?
01:09 Ho letto un sacco sull’argomento senza trovare le risposte che cercavo, quindi ho pensato: “Ok, incontrerò persone di tutto il mondo che ci sono passate e che hanno studiato l’argomento, per parlarci, e vedere se possono insegnarmi qualcosa. All’inizio non pensavo che avrei fatto più di 50.000 km ma alla fine ho incontrato un sacco di gente diversa: da uno spacciatore di crack transgender di Brownsville, Brooklyn a uno scienziato che ha passato molto tempo a dare allucinogeni alle manguste per vedere apprezzavano — pare che apprezzino, in circostanze molto specifiche — fino all’unica nazione che ha decriminalizzato tutte le droghe dalla cannabis al crack: il Portogallo. Quello che ho realizzato e che mi ha sconvolto è che quasi tutto ciò che pensiamo di sapere sulla dipendenza è sbagliato, e se iniziamo ad accettare la realtà della dipendenza penso che dovremo cambiare molto più delle leggi sulle droghe.
01:57 Ma iniziamo da quello che pensiamo di sapere, che io pensavo di sapere. Pensiamo a questa fila centrale. Immaginate di assumere eroina per 20 giorni, 3 volte al giorno. Alcuni sembrano più entusiasti di altri all’idea. (Risate) Tranquilli, è solo un esperimento mentale. Immaginate di farlo, ok? Cosa succederebbe?Ci hanno raccontato per un secolo una storia su quello che succederebbe. Poiché nell’eroina ci sono delle sostanze chimiche che creano dipendenza,pensiamo che, prendendola per un po’, il nostro corpo ne diventerà dipendente, ne avrà fisicamente bisogno e alla fine di quei 20 giorni sarete tutti eroinodipendenti, giusto? Questo è quello che pensavo.
02:33 Ho cominciato a dubitare di questa storiaquando me l’hanno spiegata. Se alla fine di questo intervento venissi investito e mi rompessi un’anca,sarei portato in ospedale, dove mi darebbero un sacco di diamorfina. La diamorfina è eroina. Eroina migliore di quella che si compra per strada,perché la roba che vende uno spacciatore è contaminata. In realtà di eroina ce n’è molto poca,mentre quella roba del medico è pura. Supponiamo di assumerla per un periodo abbastanza lungo. C’è un sacco di gente qui, forse non lo sapete, ma avete assunto molta eroina. E succede anche a chiunque ci stia guardando, ovunque nel mondo. E se quello che crediamo è vero — quelle persone sono esposte a sostanze che creano dipendenza — cosa succederebbe? Dovrebbero diventare dei drogati. È stato studiato molto attentamente, e non succede: quando vostra nonna è stata operata all’anca non si è trasformata in una tossica. (Risate)
03:24 Quando l’ho scoperto mi è sembrato stranissimo,l’opposto di tutto quello che mi dicevano, che credevo di sapere, non ci credevo, finché non incontrai Bruce Alexander, un professore di psicologia di Vancouverche ha fatto un esperimento incredibile e credo possa davvero aiutarci a capire la questione. Il professor Alexander mi ha spiegato che l’idea, la storia che abbiamo in testa sulla dipendenza deriva in parte da una serie di esperimenti fatti all’inizio del XX secolo.Sono esperimenti semplici, potete farli a casa stasera se vi sentite un po’ sadici. Prendete un ratto, lo mettete in gabbia e gli date due bottiglie d’acqua. Una è solo acqua, l’altra è acqua addizionata con eroina o cocaina. Il ratto preferirà quasi sempre l’acqua drogata e quasi sempre si ucciderà piuttosto rapidamente. Ecco, questo è come pensiamo che funzioni. Negli anni ’70 il prof. Alexander guardò questi esperimenti e notò qualcosa. E disse: “Ah, noi mettiamo il ratto in una gabbia vuota, non ha niente da fare a parte drogarsi. Proviamo qualcosa di diverso”. Quindi costruì una gabbia che chiamò “Rat Park” e che è sostanzialmente il paradiso dei ratti. Un sacco di formaggio, palline colorate, tantissimi tunnel. Cosa fondamentale, avevano tanti amici. Potevano fare sesso a volontà. E avevano anche le due bottiglie di acqua normale e acqua drogata.Ecco la cosa affascinante: nel Rat Park, ai ratti non piace l’acqua drogata. Non la usano quasi mai. Nessuno di loro la usa compulsivamente.Nessuno di loro va in overdose. Si va da un 100% di overdose quando sono isolati a uno 0% quando vivono delle vite felici e connesse.

sabato 21 novembre 2015

Il Terrore | SILENZIO ASSENSO | Salviamo i bambini da queste menzogne |


Ho idea che siamo alle solite, se si tace e nessuno dice “no”, passa la logica del “terrore”, in na parola: Silenzio Assenso. Come direbbe il mio Baba (Marco Savio), per me è: “no”! Il “terrore” è l’ennesima manipolazione. Ho idea che siamo alle solite, se si tace e nessuno dice “no”, passa la logica del “terrore”.
Come” – qualcuno dirà – “con che coraggio ci si permette di dire che questa cosa del terrore è una terribile manipolazione”? “Dopo i morti che ci sono stati“? “Vergogna”! Bene è proprio a questa logica che bisogna ribellarsi. Basta farlo dentro, basta farlo in se stessi, più individui capiscono che è tutto un gigantesco inganno, perpetrato, tanto per cambiare, con l’ausilio dei media, e meno potranno portare avanti le loro logiche; è una questione di dimensioni di manifestazione della realtà. Se uno ha un briciolo di volontà non può accettare in se stesso questa farsa del “terrore”.
L’altra sera alla fine dell’incontro del mercoledì una dei presenti mi ha mostrato il compito dato a scuola elementare, da una maestra a sua figlia, su questo fantomatico “terrore”. La bambina (presente) era spaventata, non sapeva cos’era il terrore, ma era allo stesso tempo spaventata. La maestra ha detto che è parte del programma scolastico: “dobbiamo spiegare ai bambini cos’è il terrore, devono saperlo per potersi difendere” – avrebbe detto.
Io mi preoccuperei di difenderli da adulti del genere, il problema è che la cazzata del “terrore” (perchè è una cazzata!!!) creata appositamente per montare nuovi scenari geopolitici, attecchisce un pò ovunque e non solo sui media, le persone parlano solo di quello e di come dovrà cambiare la loro vita per questo.
L’altra sera Matteo Salvini diceva alla Gabbia su La7 che – “chi non condanna il “terrorismo” e gli attentati deve andare in galera a pane e acqua”. La stessa puntata hanno fatto passare prima un servizio del signor “nessuno” che diceva pressappoco quello di questo articolo del fatto quotidiano che sta girando sui social (Attentati Parigi: le (orribili) verità che ci vengono nascoste), e poi un servizio sulla polizia che ha armi antiquate e auto fuori servizio per contrapporsi ai terroristi. Ed ancora a darci dentro col giubileo e le minacce terroristiche.
Non do il consenso, niente silenzio assenso qui. Il terrore come lo state raccontando non esiste, è una pagliacciata studiata a tavolino per muovere scenari nuovi a livello geo-politico. Non me la bevo. Poi è ovvio che ci sono dei morti, ma la responsabilità è di chi alimenta tutto questo fervore.
Non avrei mai detto che l’avrei detto, ma sto giro l’altro Matteo, quello Renzi, intendo, sembra quello più acuto, si limita a sminuire la cosa, limita i toni, non pompa sulla notizia anzi tutt’altro, sarà anche per codardia, ma attualmente è l’atteggiamento, personalmente, più adeguato da adottare: ribadire che l’Italia non si mischia con cazzate colonialiste, non facciamo una seconda Libia ci sta tutta. Poi avrà i suoi vantaggi o forse meglio dire che come Italia (dato che Renzi rappresenta comunque degli interessi prima che se stesso) avremo i nostri vantaggi a tenere un atteggiamento simile, ma va capito che ISIS è un invenzione occidentale, sono sempre le stesse logiche coloniali di sempre, tenete i bambini lontani da tutto questo, è migliaia di kilometri lontano e solo i politici di un paese per loro opportunismo ed utilità possono decidere di lasciare che una cosa come questi terroristi ridicoli possano fare quello che hanno fatto a Parigi.
Sono tutti sempre allertati, eppure lasciano che le cose accadano, perché gli serve così, è la politica gestita da chi ha interessi economici e strategici che crea il terrore.
Isis è Iside, ed ISIDE è il mito egizio, il mito di Nut, si Nut la “voluttà”, … troppo mediatico e massonico allo stesso tempo!!!
Ma ce l’abbiamo un idea? Attentatori con i documenti di identità che poi perdono per strada, o che non potendo entrare allo stadio si fanno saltare per aria al di fuori? Ma quanto è ridicola questa cosa? Ventenni disadattati che vivono nelle periferie delle nostre città, uomini barbuti che urlano, senza ne capo ne coda, nel deserto. Ma possono essere dei credibili antagonisti di Paesi che posseggono arsenali atomici in grado di far saltare il pianeta decine di volte? Ma riprendiamoci. Ci stanno togliendo la civiltà, anzi voglio portarci ad una guerra di civiltà o così la pongono. Sembra di assistere al film V per Vendetta con la storia del falso attentato alla Saint Mary, fatto e guidato dal cancelliere stesso.
Poi, certo, se li si arma, intendo i barbuti del deserto, qualcosa faranno. L’odio lo nutrono dato che li hai pestati per secoli, si chiama colonialismo, poi li manipoli, alla fine si fanno anche saltare per aria. Ma quale miglior killer c’è meglio di quello che poi compiuto il suo mandato muore senza lasciare traccia? Karma: causa ed effetto. Ma la causa non è il colonialismo, quello come Karma deve ancora arrivare, lo dobbiamo ancora pagare, la causa è quello che fanno credere a questi poveracci per indurli a farsi saltare per aria. Qualcuno mi dice cosa c’entra tutto questo col mettere insieme una guerra di culture, di civiltà? Cosa c’entra col fare un macello in medio oriente? Stanno radendo al suolo la Siria, c’è persino la Russia di mezzo con 200 bombardamenti al giorno e noi veramente vogliamo farcela raccontare ancora? Mancava l’antagonista, adesso c’è, prima era il “comunismo”, adesso i comunisti collaborano contro il “terrore”, e via un altro giro di ruota.
I primi da mettete al riparo sono i bambini. Mettete i vostri figli al riparo da questa visione scellerata, da questa incosciente delinquenza, da questa televisione, da questi giornali, da questi media, da questi professori, insegnanti e maestre ignari di comportarsi da perversi depravati. Chi sostiene il terrore e pensa che i bambini debbano in qualche modo essere messi al correte è un depravato, non lo fa per proteggerli o perché ha paura, ma lo fa per puro sadismo, anche se non lo so e non lo capisce. C’è un sottile piacere nel provocare paura negli altri, nel farli sentire inadeguati e a disagio.
La vera depravazione, la vera delinquenza e perversione è voler inculcare nei bambini queste cose sul “terrore”. Il vero “terrore” ed i veri terroristi delinquenti sono tutti coloro che alimentano questa follia geo-politica spacciandola per minaccia, giustizia e libertà, … non fatevi imbambolare. I delinquenti stanno in casa nostra e non fuori, l’ingiustizia la compiamo assecondando questa visione scellerata e autodistruttiva, la libertà si realizza lasciandoli andare, non dobbiamo difenderci da niente che non sia la paura stessa.
So che non potete o non volete prendervi l’onere di non mandarli più a scuola, ma dovete far qualcosa affinché queste orrende effigi non entrino nella loro psiche, e dovete farlo senza avere il terrore o la paura di non essere capaci di farlo, o con la paura di fallire. Dovete per primi voi non sentire “terrore”, non sentire “timore” per ogni cosa. Dite ai bambini che sono stupendi, dite loro che non c’è nulla di cui aver paura, e che non devono dare retta a queste persone, perché sono solo invidiosi del fatto che loro sono ancora liberi dal terrore, dal terrore che costoro hanno della loro stessa inutile esistenza. Dite loro che il mondo è un bel posto anche se di quando in quando qualcuno fa del male ad altri, dite loro che non serve avere paura, dite loro che non aver “paura” è la cosa che fa la differenza tra uno schiavo ed un uomo libero. … Anzi, … non dite loro niente!!! Lasciateli in pace!

Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...