venerdì 29 dicembre 2023

la Realtà è semplicemente la perdita dell’ego

Sri Ramana Maharshi, Discorso 146 In risposta alla signorina Lina Sarabhai, una colta e d’alto rango donna indiana, Sri Bhagavan disse: “Lo stato di equanimità è lo stato di beatitudine. L’enunciazione dei Veda ‘Io sono Questo e Quello’ [iti-iti], è solo un aiuto per ottenere l’equanimità della mente”. D. – Allora è sbagliato cominciare prefiggendosi uno scopo? M. – Se c’è uno scopo da raggiungere, non può essere permanente. Lo scopo dev’essere già presente. Noi cerchiamo di conseguire lo scopo con l’ego, ma lo scopo esiste ancor prima dell’ego. Ciò che si trova nello scopo è anteriore anche alla nostra nascita, cioè alla nascita dell’ego. Poiché noi esistiamo, anche l’ego sembra esistere. Se consideriamo il Sé come fosse l’ego allora diverremo l’ego; se pensiamo che sia la mente, diverremo la mente; se immaginiamo che sia il corpo, sentiremo di essere il corpo. È il pensiero che costruisce rivestimenti in così tanti modi. L’ombra riflessa nell’acqua si vede tremolare. Forse qualcuno può arrestare il tremolio dell’ombra? Se smettesse di tremolare voi non notereste l’acqua, ma soltanto la luce. Allo stesso modo, non prestate attenzione all’ego e alle sue attività, ma vedete soltanto la luce che vi è dietro. L’ego è il pensiero-io. Il vero ‘Io’ è il Sé. D. – È un passo verso la realizzazione? M. – La realizzazione è già presente. Lo stato libero da ogni pensiero è il solo reale. Non esiste un atto come la ‘realizzazione’. C’è qualcuno che non stia realizzando il Sé? Qualcuno può negare la propria esistenza? Parlare di realizzazione vuol dire postulare due sé: quello che deve realizzare e quello che dev’essere realizzato. Si cerca di realizzare ciò che non è ancora realizzato. Una volta che riconosciamo la nostra esistenza, com’è che non conosciamo il nostro Sé? D. – Per via dei pensieri, della mente. M. – Giusto. È la mente che fa da schermo e vela la nostra felicità. Come sappiamo di esistere? Se dite a causa del mondo che ci circonda, come fate a sapere di esistere durante il sonno profondo? D. – Come liberarsi della mente? M. – È la mente che vuol uccidere se stessa? La mente non può suicidarsi. Di conseguenza, ciò che dovete fare è scoprire la vera natura della mente. Allora scoprirete che la mente non esiste. Trovato il Sé, la mente non c’è più. Quando si dimora nel Sé, non ci si preoccupa più della mente. D. – Come liberarsi della paura? M. – Che cos’è la paura? E solo un pensiero. Vi sarebbe motivo d’aver paura se vi fosse qualcosa oltre il Sé. Chi vede questo qualcosa di esterno? Prima sorge l’ego che poi vede gli oggetti come cose esterne. Se l’ego non sorge, esiste soltanto il Sé e non vi è nessuna manifestazione esterna. L’esistenza di qualcosa di esteriore implica l’esistenza di un veggente interiore. Cercandolo non sorgeranno né dubbi né paura – e non sparirà soltanto la paura, ma anche tutti gli altri pensieri che ruotano intorno all’ego. D. – Questo metodo sembra più rapido di quello solito, che consiste nel coltivare le qualità ritenute necessario alla salvezza. M. – Sì. Tutte le qualità negative hanno per centro l’ego. Quando l’ego scompare, la realizzazione si produce spontaneamente. Nel Sé non vi sono né qualità positive né negative. Il Sé è libero da ogni qualità. Le qualità riguardano solo la mente. Il Sé trascende le qualità. Se vi è unità, vi sarà anche dualità. Il numero uno fa sorgere gli altri numeri. La Verità non è né uno né due. È così com’è. D. – La difficoltà è essere liberi dal pensiero. M. – Lasciate a se stesso lo stato libero dai pensieri. Non pensate che vi appartenga. Quando camminate, muovete le gambe senza pensarci. La stessa cosa accade durante le vostre attività, lo stato libero dai pensieri non è toccato dalle vostre azioni. D. – Qual è l’elemento che discrimina durante l’azione? M. – La discriminazione sarà automatica, intuitiva. D. – Allora conta soltanto l’intuizione; anche l’intuizione si sviluppa. M. – Coloro che hanno scoperto delle grandi verità, le hanno trovate nelle calma profondità del Sé. L’ego è come la nostra ombra proiettata sul terreno. Sarebbe sciocco cercare di seppellirla. Il Sé è uno. Quando è limitato, diventa l’ego. Se non lo si limita è infinito ed è la Realtà. Le gocce sono innumerevoli e differenti l’una dall’altra, ma l’oceano è solo uno. Allo stesso modo gli ego sono numerosi, mentre il Sé è uno soltanto. Quando vi si dice che non siete l’ego, realizzate la Realtà. Perché v’identificate ancora con l’ego? È come dire “Non pensare a questa o quella cosa, mentre prendi la medicina”. È impossibile. Lo stesso accade alla gente comune. Quando vi si dice cos’è la Realtà, perché continuate a meditare su Shivoham o Aham Brahmasmi? Bisogna scoprire e capire il significato. Non basta ripetere le semplici parole o rifletterci sopra. La Realtà è semplicemente la perdita dell’ego. Distruggete l’ego cercando la sua identità. Poiché l’ego non è un’entità, svanirà nel nulla e la Realtà splenderà spontaneamente. Questo è il metodo diretto. Tutti gli altri metodi sono praticati mantenendo l’ego; sollevano tanti dubbi e il vero problema rimane ancora da affrontare. In questo metodo, il problema finale è l’unico ad essere preso in considerazione, e si pone fin dall’inizio. Per impegnarsi in questa ricerca non è necessaria alcuna sadhana. Non c’è mistero più grande del fatto che, essendo noi stessi la Realtà, cerchiamo di realizzare la Realtà. Pensiamo che vi sia qualcosa che nasconda la nostra Realtà e che dev’essere distrutta prima di ottenerla. È ridicolo. Verrà un giorno in cui riderete dei vostri sforzi passati. Quello che ci sarà nel giorno in cui riderete esiste anche qui ed ora. D. – E dunque tutto un gioco di simulazione? M. – Sì. Nello Yoga Vasishta è scritto: “Quel che è reale ci è nascosto, e ciò che è falso ci appare vero”. In effetti, la sola cosa che sperimentiamo è la Realtà e tuttavia non lo sappiamo. Non è la meraviglia delle meraviglie? La ricerca ‘Chi sono Io?’ è l’ascia con cui recidere l’ego. Fonte https://www.itisnotreal.net

domenica 26 novembre 2023

Dohakosha-giti - Canto per il popolo (Saraha)

traduzione dall'inglese di Daniel Odier 1 Ignorando il mistero profondo, i bramini recitano invano i Veda. 2 Cantano salmi, fanno l'offerta dell'acqua, della terra e del fuoco, bruciano l'erba kusa, con gli occhi arrossati dal fumo. 3 Con un'aria da Bhagavan, impugnano un bastone, si pavoneggiano e i fedeli si lasciano ingannare. Essi separano arbitrariamente il puro e l'impuro. 4 Nudi, coperti di ceneri, portano lo " chignon ", accendono una lampada ad olio e fanno tintinnare i loro campanelli. 5 Seduti nella posizione del loto, confidano segreti, abusano dei fedeli e vendono l'iniziazione alle vedove e alle monache. 6 Vagabondano nudi o vestiti di stracci, si lasciano crescere smisuratamente le unghie e trascurano il loro corpo. La loro liberazione non é altro che una parodia. 7 Se basta denudarsi per conoscere la liberazione, cani e sciacalli sono liberati! Se basta rasarsi il cranio per conoscere l'illuminazione, i fianchi delle donne sono più che illuminati! 8 Avere una coda non ha mai liberato nessuno. Guardate il pavone e lo yack! Se nutrirsi di rifiuti conduce alla conoscenza, l'elefante e il cavallo l'hanno raggiunta! 9 Saraha canta : nessuna liberazione per gli asceti che tormentano il loro corpo poiché si privano della Realtà. 10 I novizi, i monaci, i sanyasin, impressionati dagli Antichi, rinunciano al mondo, insegnano le scritture e si inaridiscono a forza di concentrazione. 11 Altri fanno appello al Grande Veicolo e ai testi sacri. Meditano sui chakra e i mandala, scindono la felicità in diverse tappe. 12 Essi non fanno altro che allontanarsi dalla via e si battono per sapere se essa sia spazio o vacuità. 13 Trascurare lo Spontaneo per discutere del nirvana é perdere di vista l'Assoluto. 14 Chi si allontana dallo Spontaneo non conoscerà la liberazione. A che servono meditazione, offerte di lampade ad olio, recitazione di mantra ? 15 A che servono l'austerità e i pellegrinaggi ? Non ci si libera tuffandosi nelle acque sacre. 16 Abbandona ogni attaccamento, rinuncia a contrastare le cose. La conoscenza perfetta é senza caratteristiche. Quando la Coscienza emerge, ogni cosa é liberata. 17 Dietro gli insegnamenti ed i trattati, le discussioni filosofiche e i testi sacri, non c'é null'altro che questa Realtà che si scopre ai piedi del Guru! 18 Che la sua parola penetri il tuo Cuore un solo istante e tu possa realizzare che il tesoro é nelle tue mani. Saraha canta che il mondo é soggetto all'illusione e che lo spirito ignora la sua propria natura. 19 Saraha canta : non meditare, non abbandonare il mondo, vivi in compagnia. Se tu non ti liberi prendendo un piacere profondo al mondo sensoriale, si può dire che la tua conoscenza sia perfetta ? 20 Se la Verità é manifesta, perché meditare ? Se la Verità é nascosta, tu non fai altro che camminare nelle tenebre! Saraha canta : l'eternità non é di dominio dell'essere né del non essere, dunque, tocca lo Spontaneo! 21 Saraha canta spontaneamente la profondità segreta del mondo, non rimanere prigioniero del gregge inebetito! Ciò che ci fa nascere, vivere e morire é il cuore del Supremo. 22 Il Supremo non medita, perché meditare su di lui ? Il Supremo é indicibile, allora taci! Gli esseri sono prigionieri del divenire e nessuno scopre la natura del Sé. 23 Abbandona i mantra, i trattati, gli oggetti di meditazione, la concentrazione! La Coscienza é immacolata, non inquinarla con la pratica! Smetti di tormentarti e dimora nell'intima felicità! 24 Deliziati dei cibi e delle bevande, sii felice, gioisci del piacere che offri alla discendenza dei maestri, é così che ci si libera! Il Maestro cammina sulla testa di coloro che si attaccano al mondo! 25 Saraha ti dice, rilassa la tua coscienza, risiedi nel Cuore, là dove non penetrano né il sole né la luna né tanto meno il soffio. 26 Abbandona la dualità, risiedi nell'unità. Che la tua conoscenza sia libera da distinzioni. Che il fremito del tuo amore non percepisca altro, nella totalità dei mondi, che il colore dell'Uno! 27 Allora non vi é più né nascita, né evoluzione, né fine. Il divenire si esaurisce. Il nirvana scompare. Nella Beatitudine suprema non vi é nessuna differenza tra te e il mondo! 28 Ovunque si diriga il tuo sguardo, niente altro che questa Realtà! Liberati dallo smarrimento e abbandona ogni ricerca! 29 Il Maestro ti dirà che all'estremità spaziale dell'organo di senso l'ego si dissolve e si manifesta allora il corpo dello Spontaneo. 30-31 Saraha canta il luogo in cui muore il pensiero e scompare il soffio, questo luogo é la Felicità Suprema. Non cercarla altrove! 32 Resta nell'acutezza, o yogi, dimora nell'intimità di questo riconoscimento, evita di identificarlo a qualunque cosa, scorri fluido, insieme al tuo pensiero che é della stessa natura del mondo. 33 Saraha canta, ascoltalo. Non c'é liberazione attraverso la meditazione. Non ti impigliare le membra nella rete dell'illusione! 34 All'origine il cielo é puro ma l'essere legato finisce per vederlo intorbidito. L'imperfezione delle cose dipende dal tuo stesso pensiero! 35 Il legame dell'ego nasconde la Realtà. Non criticare le diverse vie, sfuggi alla confusione del mondo riguardo la meditazione e vedi la tua stessa natura. 36 La sorgente della coscienza ti sfugge poiché tu ti allontani dallo Spontaneo per immaginare una tripla via. Non lasciare il luogo in cui tu vivi e muori. 37 Se ti interessi alla sorgente, l'insegnamento del Guru ti ci porterà. La diversità del ciclo della vita e della morte non é che una forma della Coscienza. 38 Nessuno può definire la tua natura ma il guru può rivelartela. Divorando il bene e il male, non resta più nessuna zona oscura. 39 Quando il tuo Cuore si é liberato dal pensiero, tu sei tutt'uno con il guru. Le sue qualità sono le tue. Io, Saraha, lo ho riconosciuto. Ho abbandonato mantra e tantra per cantare questo poema. 40 Attraverso l'atto legato al tempo, tu stesso ti intralci. Quando ti liberi dall'azione premeditata, il pensiero ritrova la sua sorgente e conosci la liberazione suprema. 41 La Coscienza é la sorgente vibrante di ogni fioritura e di ogni liberazione, é il tesoro nascosto a cui rendere omaggio. Allora, tu hai ciò che desideravi! 42 Quando la Coscienza é legata tu sei legato, quando la Coscienza é liberata tu sei liberato. Questo é certo! Ciò che incatena gli ignoranti, libera gli illuminati. 43 Il pensiero incatenato si slancia in tutte le direzioni. Liberato, rimane immobile, come un cammello. Questo paradosso é ovvio! 44 Oh yogi, non rimanere come una pietra priva di respiro a fissare la punta del tuo naso. Gioisci dello Spontaneo e smetti di legarti al futuro! 45 Abbandona il cavallo instabile del pensiero che modifica la sua corsa come il vento. Realizza la tua natura spontanea e il pensiero, di colpo, si immobilizzerà! 46 Quando il pensiero si corica, il corpo é liberato, tutto é abbandonato nel sapore dello Spontaneo. Non vi sono più distinzioni di casta, né bramini! 47 Davanti a te, i fiumi divini, il Gange e la Yamuna, Benares e Allahabad, luna e sole! 48 Ho visto i luoghi sacri ma nessun luogo é così ricolmo di beatitudine come il mio stesso corpo. 49 Puoi contemplare un fiore di loto e non vedervi altro che fiori, pistilli, foglie e steli. Abbandona queste distinzioni futili e vedi il fiore di loto. Non angosciarti, non tormentarti, abbandona l'inutile. 50 Abbandona i mantra, i testi e orienta la tua ricerca verso il luogo in cui gli dei si sfumano, allora tu sarai l'assoluto e ogni altro desiderio svanirà. 51 Riconosci questa ambrosia che si esprime a partire dal non-sapere. Coloro che si dedicano a spiegazioni non trovano la trasparenza in seno all'attività. 52 Oh discepolo, assaggia il sapore meraviglioso della Realtà la cui natura é indicibile. In questo luogo in cui l'immaginario smette di estendersi, tutto si immerge nella felicità. 53 In questo luogo l'intelligenza si abbandona, il pensiero si rilassa, l'ego si dissolve. Non utilizzare la meditazione per toccare mondi illusori. 54 Una cosa si manifesta e se ne va. Quando essa non é più, perché sorgerebbe di nuovo? Quando nulla si manifesta o scompare, rimani dove sei, dice il guru. 55 Utilizza i sensi, guarda, ascolta, tocca, gusta, senti, cammina, siediti ma fai tutte queste cose senza abbandonarti al dialogo interiore. Rimani nell'unità e abbandona il pensiero. 56 Se non ti abbeveri alla parola del maestro, che é un nettare di immortalità, rischi di morire di sete, perso nel deserto dei testi. 57 Abbandona totalmente il pensiero e il non-pensiero, sii come un bambino. Abbi una convinzione assoluta nella parola del maestro, allora lo Spontaneo indicibile ti sorprenderà come una tigre. 58 Una giovane vergine non può descrivere il piacere dell'unione sessuale. Senza linguaggio, l'ineffabile non può essere espresso. L'assoluto sfugge à ogni descrizione. 59 Totalmente liberato dall'essere e dal non-essere, l'universo si dissolve in Esso. Il pensiero si immobilizza, il ciclo del divenire si ferma. 60 Per ottenere il Corpo incomparabile, riconosci il Supremo in te stesso. Allora l'errore si dilegua e tu vedi il Sé. 61 Senza immaginare, libera il piacere sessuale dal pensiero e riconosci il Senso Supremo e immacolato del fremito. 62 Sebbene lei sia dentro la casa, lo sposo cerca la sposa all'esterno. Saraha canta : tu che ti perdi, conosci il Sé che non può essere l'oggetto di nessuna meditazione, di nessun mantra, di nessuna concentrazione. 63 " Il maestro spiega l'ultimo segreto? Senza discernimento, sarei forse liberato? " si dicono tra loro. Gli adepti vanno e vengono. Errano nelle loro pratiche e commettono l'errore di non riconoscere lo Spontaneo. 64 Godi del mondo sensibile senza essere ridotto dalla sensorialità. Cogli il fiore di loto senza creare onde sull'acqua, come uno yogi che é aperto alla sorgente delle cose e gode senza intralci. 65 Per quanto vedi un Dio e lo conosci, rimani comunque mortale e sottomesso al ciclo del divenire. Non c'é via d'uscita al di fuori della tua stessa liberazione. 66 " Il nostro venerato maestro raccomanda l'arresto del pensiero, la meditazione ad occhi aperti, il controllo del respiro " dicono gli smarriti. Ma quando il respiro si ferma da solo nel momento della morte, tu che fai? 67 L'atto trova la sua leggerezza solo nel momento in cui il sensibile si spegne. Si comprende questo mistero vedendo chiaramente dove ci si trova in questo stesso istante! 68 Gli eruditi commentano i trattati ma ignorano il Buddha nel loro corpo. Non hanno distrutto la fluttuazione mentale e pretendono con impudenza di godere della conoscenza. 69 Attraverso l'insegnamento del maestro, l'intelligenza si affina, é l'ultimo gioiello. Perché cercare di sfuggire alla vecchiaia e alla morte? 70 Colui che si rifugia nella vacuità senza godere del mondo attraverso la finezza dei suoi organi , é come un uccello che prende il volo da una barca in mezzo all'oceano, vola, si sfinisce nella vana ricerca della terraferma, e si posa di nuovo sulla barca. 71 Saraha canta : che il tuo godimento del mondo sensibile sia libero dall'attaccamento. Ignorante, guarda la farfalla, l'ape, il pesce, l'elefante e il daino. 72 Ciò che emerge dalla Coscienza é di una natura identica a colui che é cosciente. Le onde sono differenti dall'acqua? La natura indifferenziata del divenire é quella dello stesso spazio. 73 Chi parla? Chi ascolta? Chi annuisce? La polvere, in uno spazio chiuso, ricade continuamente, così ciò che emerge dal Cuore ricade nel Cuore. 74 L'acqua versata nell'acqua non ha che un solo sapore. Riconosci qualità e difetti come uguali poiché essi si toccano. 75 Senza attaccarti al vuoto, considera tutto con uguaglianza. Anche la scorza di un seme di sesamo ingoiata può causare lacerazioni e dolori. 76 " Io penso questo, io penso quello" La perla dell'azione soddisfa tutti i desideri. Strano che coloro che si dedicano alla conoscenza intellettuale operino la loro stessa rovina, mentre la grande felicità risiede nel loro Cuore. 77 In questa felicità ogni forma é lo spazio infinito. Colui che fissa il suo pensiero nell'uguaglianza della propria natura spaziale, spoglia il suo pensiero dalla cogitazione e gode della suprema Spontaneità. 78 Ovunque si parla di purezza, ma chi conosce la dimora della Grande Felicità? Saraha canta : il mondo non é altro che Coscienza e nessuno può comprendere la non-coscienza. 79 Il Divino é Uno, ma é rivelato diversamente da ogni tradizione, ciascuno lo percepisce secondo il proprio desiderio. 80 Ognuno crede che il Signore stia dalla sua parte e vede gli altri come nemici. Se si divora l'Uno, si consumano tutti gli altri. Non uscire alla ricerca della sposa! 81 Il Signore Supremo non avverte del suo arrivo e non dice se rimarrà. Riconosci l'immacolato, il senza onda. 82 Smetti di andare e venire, altrimenti come conoscerai la giocosa tutta fremente? 83 " La pura Coscienza si medita sul centro fra le sopracciglia ", dicono. Abbandona dunque ogni distinzione. Appena smetti di scindere il corpo e di separare la parola e il pensiero, tu godi della natura stessa dello Spontaneo. 84 Quando la donna divora spontaneamente l'uomo, l'altro non ha il tempo di sorgere! La yogini é incomparabile! 85 Lei divora l'uomo e gode dello spontaneo poiché il suo amore é al di là dei limiti dell'attrazione e della repulsione. Seduta accanto allo yogi con cui lei vive, questa yogini che ha volatilizzato la coscienza empirica mi é apparsa. 86 Si può bere e mangiare senza attività discorsiva poiché ciò che appare nella Coscienza é irraggiungibile e il pensiero si calma. La magia della yogini é senza pari! 87 In lei, notte e giorno, emerge il triplo mondo. La coscienza della yogini conosce la magia dello Spontaneo. 88 Allorché il mondo é tormentato dalla parola, quando ci si libera dalla parola la si fa turbinare. 89 Interiormente e esteriormente identico, saldamente impiantato, il senza sostanza é celato nel corpo. Sappilo e sii libero. 90 Ho fatto voto di successo ma l'acquavite mi ha fatto dimenticare. Conosco bene una parola ma ne ho dimenticato il suono. 91 Se tu ignori che ogni cosa é la tua propria essenza, come raggiungerai la grande felicità nel momento dell'unione sessuale? Come un daino assetato che, in preda ad un miraggio, corre verso una lontana distesa d'acqua, tu rischi di morire di sete senza toccare il liquido celeste! 92 Qual'é il miraggio? I mondi, gli organi di senso ed i loro oggetti mutevoli. Io non nascondo nessun segreto. 93 Che gli eruditi ascoltino queste parole senza ambiguità : ciò che la yogini mi ha insegnato, perchè mai ne farei un segreto? 94 Questi giochi amorosi tra donna e uomo, chi non vi trova piacere? C'é qualcuno nel triplo mondo, di cui non soddisfino i desideri? 95 Questi giochi possono essere quelli della felicità, della Via, o dell'unione dei due. Colui che li conosce attraverso la grazia straordinaria del suo guru é raro! 96 Di questa profondità immensa in cui non vi é più né se stessi né altrui, di questa esperienza intima, gioisci nella suprema felicità dello Spontaneo! 97 La luna, perla dell'oscurità, rischiara le tenebre come questa felicità suprema dissolve la sofferenza in un istante. 98 Quando il sole cessa di rischiarare l'agitazione, la regina delle stelle sorge e ogni manifestazione meravigliosa sembra magica, così é per i cerchi mistici e le ruote. 99 Cogli, in un istante fulmineo, ogni coscienza come Coscienza, oh ignorante, e abbandona subitamente ogni opinione. Nella Grande Felicità Suprema trova la profonda capacità di fare tutto. 100 Il re degli elefanti, la Coscienza liberata senza equivoci, fa che la montagna mobile dimori sulla riva del fiume e vi si abbeveri a suo piacimento. 101 Afferra gli organi di senso come la proboscide dell'elefante. Ciò che uccide l'individuo ordinario libera lo yogi che sfugge come un abile domatore. 102 Non immaginare nessuna distinzione tra il samsara e il nirvana, riconoscili come immacolati, senza fissazione. 103 Senza lasciare la tua dimora o rifugiarti nella foresta, conosci il tuo pensiero dovunque tu sia. Se risiedi nell'illuminazione dello spirito Uno, non vi é più né samsara né nirvana. 104 L'illuminazione non ha un luogo. Conosci questo mistero e sii non-mutilato nella natura originaria della tua coscienza immacolata. 105 " Ecco il mio corpo, ecco un altro corpo" dice l'ignorante. Abolisci questo legame con la separazione che ti imprigiona e liberati! 106 Non fare l'errore di distinguerti dall'altro poiché tutto é Buddha, immacolato e supremo, pura Coscienza nella sua natura autentica. 107 L'albero della Coscienza non-duale si stende sul mondo. I suoi fiori sono l'amore, i suoi frutti il dono. 108 L'albero del vuoto é pieno di fiori e di atti d'amore, i frutti appaiono spontaneamente perché la felicità non nutre il pensiero dell'altro. 109 L'albero del vuoto non conosce la compassione, é sprovvisto di rami, di fiori e di foglie e se tu li immagini, cadi giù! 110 Questi due alberi nascono da un unico seme e non danno che un solo frutto. Colui che non li oppone é liberato da tutto, anche dallo stesso nirvana! Da: http://www.danielodier.com/dohakosa_i.htm

lunedì 6 novembre 2023

Sia crocifisso Nole!

Blog Di Stefano Montanari Nov 05, 2023 Evidentemente c’è qualcosa che non funziona o che io non capisco. Fior di scienziati, vale a dire i virologi che si esibiscono in tibbù senza la seccatura di doversi informare su ciò che dicono, ci avevano assicurato che senza “vaccinazione”… Un presidente del consiglio che non aveva avuto il disonore di essere macchiato da un solo voto popolare aveva ammonito il popolo, sempre con la tacita approvazione della tacita magistratura: “Se non ti vaccini, muori!” E, invece… Invece Novak Djokovic, il tennista no-vax al quale tante partecipazioni a tornei sono state impedite per la sua vergognosa presa di posizione, ha stravinto ancora. Stavolta, al Master 1000 di Parigi, in poco più di un’ora e mezza, ha liquidato l’altro finalista: il bulgaro Dimitrov. Poi, ha interrotto l’intervista del dopo-gara per andare a consolare il malcapitato avversario. Parlando dei tornei di maggior prestigio mondiale, nessuno ha vinto più del “vecchio” Nole (36 anni compiuti il 22 maggio), e ora strapazza colleghi molto più giovani di lui. Ma come è possibile? - ci domandiamo noi che ci fidiamo della “scienza”. Questo signore è un abusivo della vita e non rispetta la “scienza”. Ergo: crucifige!

giovedì 21 settembre 2023

LA VISIONE DEL MONDO E’ REALE (O SOGGETTIVA) ? 10 Settembre 2023

-Tutto il vissuto rimane com’è, ma sei libero ”dentro”-. Che cosa significa quest’affermazione? Avendolo sperimentato di persona, e analizzato il processo, posso affermare che da bambini – molti lo dimenticano o riappare brevemente – non vi era separazione psichica tra madre e figlio, da gestante e feto e così rimane per qualche tempo in seguito. O riappare nonostante le ripetute ‘’istruzioni’’: -Tu sei Paolo o Concetta, il bambino che ora vedi allo specchio sei ‘’tu’’- l’uccello che vedi volare in cielo è Là… fuori, ecc.- Il mondo che appare alla visione infantile assume forme precise e nomi, si oggettiva, si ’’conosce’’ e quindi tutto appare FUORI, diviso, estraneo. Si esce dal paradiso terrestre dell’unità divina che siamo. Risultato? PAURA, che genera controllo, potere e autorità esterna. Per alcuni quest’unità totale col TUTTO-a cui danno il nome di DIO (coscienza unica ecc.) rimane. Nessuna separazione: tutto è Dio e me stesso incluso. Ma guai a ripeterlo altrove. Il risultato? Si va in psichiatria, diretti. Si diventa un robot senza emozioni, rovinati, ma da chi o che cosa realmente? Se crei un individuo separato dal mondo, assumi il controllo e questo ha fatto creare e degenerare le religioni (di amore e unità), ma ufficiali, in strumenti di potere, basati sulla paura – che è solo il sentirsi ‘’divisi’’ dal resto del creato. Qualche mistico ci ha provato a raccontarlo, ma appena avuti seguaci (come s.Francesco) ha dovuto poi sottomettersi al potere ecclesiastico in occidente ed… ecco l’hanno fatto SANTO = sei mio!- Inoltre nella vita attuale, il bambino che si sentiva “nulla e tutto’’ si è sottomesso e ha creato mille paure, malattie strane ecc. Una mia compagna di classe che si esprimeva sinceramente su questo e non si conformava al dictat scolastico e parentale, l’hanno rinchiusa come schizofrenica, imbottita di medicine e ne è uscita come un perfetto robot senz’anima. Altri casi davvero simili me l’hanno confermato. Un impiegato mandato in Portogallo per lavoro aveva spesso ‘’visioni di Dio’’ e felice, lo raccontava: risultato, l’hanno rinchiuso in una clinica psichiatrica per quindici giorni e ne è uscito totalmente senza più alcuna emozione, una marionetta o quasi. Mi scrisse disperato, non si riconosceva più, era rovinato in tutti i sentimenti e anche nella sua beatifica visione di… Dio!!! Certamente ci sono casi che mettono in pericolo il paziente e la famiglia, anche per altre ragioni, ma ogni caso va approfondito. Se vedi il mondo non totalmente come… tutti i cosiddetti normali(?) questo genera diffidenza e paura e non si va oltre. Anhaloniumm lewinii o peyote (che dà la vera visione) -Meglio tacere – ripetevo a me stessa, anche da ragazza. Un noto psichiatra franco-brasiliano – Pierre Weil, che aveva una clinica in Brasile, raccontava di un ragazzo venuto da lui con la madre e dichiarato schizofrenico. Dopo qualche scambio preliminare, il ragazzo esclamò che non voleva essere registrato! Weil assicurò che non aveva registratori di nessun tipo. Il ragazzo insisteva. Poi lo psichiatra aprì un cassetto e cosa vi trovò? Un registratore spento, ma presente! Questo cambiò molto la sua visione dei casi esaminati. Per lo schizofrenico non vi è vera separazione tra lui e il… resto del mondo circostante, ma è evidente che si tratta di modellare il sistema, in modo da poter vivere nel quotidiano e anche nel… reale sottostante. Si tratta di trovare una via di mezzo per funzionare nel quotidiano, pur accettando di fondo, la Realtà com’è realmente. Ma Ananda Moy fu perfino dichiarata schizofrenica da molti che non capivano i suoi strani improvvisi comportamenti!! È il mondo ‘’ normosato’’ e flagrante della società che vuol sottomettere – perché lo teme! – chi è DIVERSO o vede la realtà com’è davvero: etichetta il tutto e richiude in un cassetto. Tutto a posto. Per finire il discorso, ci sono infiniti ‘’medium’’, chiaroveggenti, sciamani ecc. che lo vivono, ma come specialità e ne fanno un gioco di potere, mentre è invece la nostra vera identità di NON-separazione. A cui ognuno può attingere senza timore di essere preso per pazzo! Nelle società cosiddette primitive, lo sciamano è uno schizofrenico che scende nel suo ‘inferno psico-fisico’ per poi uscirne, traendo l’energia utile e chiaroveggente per essere utile alla comunità. In Amazzonia (Perù e stati limitrofi) le antiche popolazioni eseguivano il rituale del peyotl, proprio per vivere almeno per qualche tempo la realtà del mondo com’è. Appunto erano rituali sacri, non passatempi per ricercatori di stati inebrianti, che poi finivano male! Conobbi europei che vi parteciparono in quei paesi e furono entusiasti come quelli che vissero l’esperienza dell ’ayahuasca, anche se molto dolorosa, ma purificante. (A. Huxley descrisse magnificamente la sua esperienza col peyotl in: Le porte della percezione). Inutile dire che a quest’apertura al REALE, si può arrivare senza questi estremi, ma è anche importante vedere che negli individui si può scorgere il riflesso del VERO anche se coperto dal velo del pensiero invadente. In realtà tutto accade da sé, inutile credere a nostre decisioni, causalità o simili, ma l’importante è “vedere, verificare il falso’’ e questi vari metodi hanno dimostrato le differenze e il modo di trascendere il conosciuto che si rivelava un concetto prodotto da memorie e false credenze. Ranjit Maharaj dice sempre:-Tutto quello che SAI è irreale, è reale solo quello che NON PUOI SAPERE! -Dal blog di Isabella di Soragna

giovedì 24 agosto 2023

MORIRE PRIMA DI MORIRE 11 Giugno 2023

Ovvero un sogno nel sogno: ecco l’esistenza terrestre Fonte https://www.isabelladisoragna.com/ Morire prima di morire, frasi e versi che hanno risuonato da secoli nei poemi e detti di tanti mistici di ogni provenienza. Scopriamo però che Quello che siamo veramente è già “prima del concepimento e della nascita” dove… nessun concetto è mai stato possibile. Solo congetture posteriori, al seguito di un ipotetico sistema neuronale, hanno potuto mettere in orbita la fede in un corpo, in una mente, sostenuta da una “coscienza” o senso di essere che ora appare ora scompare. Ma cos’è tutto questo, realmente? In ultima analisi vi sono solo atomi vuoti in un’illusoria, apparente solidificazione di …vuoto, cementata tuttavia da memorie, insegnamenti, inganni per poter …sopravvivere. La mente non può tollerare il vuoto (di concetti) altrimenti perde quota. Per la mente tutto questo non è affatto accettabile, perché dovrebbe dileguarsi, dato che la “comprensione “ con i suoi mezzi, è impossibile. Concepire il vuoto è irrealizzabile. Si tratta di verificare senza ombra di dubbio che tutto questo è davvero inesistente! Che cosa può temere di morire se non è mai nato? Un ego sottile e nascosto che teme di dissolversi e si esprime con frasi e concetti magnifici, che suonano bene e dànno una sensazione di verità, anche se, molto probabilmente, chi l’ha verificato davvero può certamente esprimersi così, per sintetizzare questa realtà – ma non chi lo ripete senza viverlo nel quotidiano (apparente)! Si tratta del… come ‘’sappiamo’’, ma non sempre verifichiamo fino in fondo. Quando qualcosa sopraggiunge che ci turba o peggio, si entra nel pozzo delle memorie dimenticate, si sprofonda nella melma dell’irreale, sempre pronto a infangarci di nuovo con apparenti verità. Solo quando l’adesione è totale, quasi un annegarsi nel non-detto o dimenticato, anche tragico a volte, lo riuniamo e l’annulliamo allo stesso tempo e quindi possiamo librarci oltre, senza nemmeno volerlo coscientemente: accade da sé. Non è un gioco psicanalitico o simile, solo un accogliere quanto è stato trascurato, soppresso per troppo dolore o altro, creando divisioni e blocchi che ci allontanano dalla Realtà unica, ineffabile, il paradiso terrestre prima della… ’’caduta ’’ dovuta alla conoscenza ispirata dal ‘diabolus’=divisione= menzogna. Tutto è uno, ma la mente (menzogna) divide. Del resto è essenziale liberarci dall’identificazione al corpo. Significa però che questo ”corpo” è percepibile solo(!) se mente e coscienza fanno il loro lavoro! Significa che anch’essi devono risultare altrettanto irreali. Chi riconosce un ’’corpo’’ se non un pensiero, fabbricato da neuroni, inculcato dai primi balbettii davanti a uno specchio che rimanda… un’immagine di qualcuno che non abbiamo mai né visto né sentito nominare? La mente, non contenta, se rimane anche ben occultata, troverà spazio per un’’io-naturale’’ e cercherà ancora e ancora di oggettivare, ossia conoscere … ’’l’Inconcepibile Oltre ‘’ o l’ Assoluto!! Impossibile! Il gioco quindi continua e così l’imbroglio perenne. Siddharameshwar Maharaj , maestro di Nisargadatta Maharaj, esprimeva bene, riferendosi al noto Dasbodh indiano, che l’Assoluto – oltre la coscienza (prima della nascita) è inconcepibile, se lo vuoi trovare ti elude, ti inganna. Perché ciò che da sempre siamo, è naturalmente introvabile, poiché, cercando di “concepirlo” facciamo il gioco della mente. Riporto alcune sue frasi da ‘’Vachanamrut o Paroles immortelles’’ (Parole immortali):- Un sogno in un sogno Sappiate che questa è l’esistenza terrestre (Dasbodh) -Non essendo nati e immortali, stavate solo dormendo e sognando. In quel sogno, avete fatto un altro sogno! Quel sogno nel sogno è quest’esistenza terrestre. Recandovi dal Maestro, avete fatto la distinzione tra l’essenza e la non-essenza. Poter pensare a ciò che è vero e a ciò che è falso, durante questo sogno nel sogno, è una fortuna inaudita. Ascoltando gli insegnamenti del Maestro, avete fatto l’esperienza dell’Aham Brahmasmi, che significa ”Sono l’Essere Supremo (Brahman)” e in quel momento vi siete svegliati dal sogno nel sogno. Con l’esperienza così ottenuta, siete sempre nel sogno originale. Vediamo com’é. Voi che dite: -Ho fatto l’esperienza di qualcosa – esistete sempre. Mentre il vero stato del Sé (swarupa) è questo:- -Non vi è sé nel Sé- Se un mango dice:- Ho gustato dello zucchero – allora non è un mango. Allo stesso modo:- Sono l’Essere Supremo – è sempre un ego sottile. Nello stato naturale (sahaja) del Sé, ogni ombra di “io” è una spina che deve sparire. Se ogni limitazione è soppressa, si diventa onnipresenti. In breve,”Io sono l’Essere Supremo”, questo ego accade a causa della Conoscenza che è un sogno, e dissolvendo la Conoscenza, siete allora totalmente risvegliati. Sperimentate davvero questo, non diventate un fonografo. Avete ascoltato, allora esaminate quel che avete ascoltato e afferrate la Verità…. Solo quelli che hanno davvero assimilato queste Verità, possono trasformare la ‘’persona’’ in Essere Supremo, solo questi esseri sono capaci di chiarire ed esprimere questa suprema verità. Tutto È l’Essere Supremo e solo Quello è il vostro Sé veritiero. Fermamente inteso questo, nessuna pratica, né austerità sono necessarie. La vera Felicità senza limiti è per la Coscienza universale (che siamo), la sofferenza è per la persona. Sviluppate questa fiducia in voi stessi…- ……………………………. Anche il “vuoto” si rivela un elemento mentale, immaginabile, quindi falso. Meglio assicurarci che non siamo mai stati “qualcuno”, ma SIAMO sempre e da sempre … QUELLO: inconoscibile, immutabile e perfetto, e…oltre la coscienza (che lega a mente e corpo). Allora CHI muore? E che cosa muore… prima di morire? Un sogno che svanisce.

lunedì 14 agosto 2023

L"anno più piovoso della mia vita

Non sono più portato per scrivere,oggi farò un eccezione. Il 27 AGOSTO dell"anno scorso,dopo mesi di siccita,ci fu un temporale di ben 120 millimetri,misurati con un semplice secchio d"acqua. Il 16 settembre ci fu la celebre alluvione marchigiana,qui al mio paese,vicino alle sorgenti dell"esino,registrai ben 300 mm dal 16 a fine mese. Il fiume torrente che ho sotto la mia casa,che controllo da una vita,il 20 settembre inizio a scorrere,ed OGGI 14 AGOSTO e di nuovo secco. Normalmente questo torrente quando va bene a meta novembre inizia a scorrere,per cessare di solito i primi di giugno. Una volta in vita mia,ho 59 anni,lo visto scorrere fino a meta luglio,ripeto solo una volta lo visto scorrere a luglio. Da qui l"eccezionalita dell"evento odierno,riporto anche che i dati dei mesi di maggio giugno e luglio. Maggio 130 mm giugno 200mm,luglio 80mm. Poi un"altro evento, qui da giugno fino ad oggi, a fatto un caldo micidiale solo per circa dieci giorni,per il resto questa è l"estate più fredda da moltissimi anni a questa parte. Tutto cio in barba al fantomatico riscaldamento globale

martedì 6 giugno 2023

IL CONCEPIMENTO E’ REALE? 4 Giugno 2023

Ecco una frase ripetuta spesso da Nisargadatta ‘’Cos’eri otto giorni prima del concepimento?’’ Si resta infatti senza …parole. Già… Cos’ero? ‘’Ciò che sei ora e sarai dopo la scomparsa del corpo’’ In fondo cos’è un concepimento? Un… concetto, quindi un pensiero costruito dal nostro sistema neuronale, ovvero falso! Non solo siamo il non-nato, ma perfino il ‘’non-concepito’’!!! Tutto quello che è oggettivabile significa divisione dovuta alla mente ed eccoci usciti dal Paradiso terrestre. Conoscere significa quindi dividere ed è falso, è il dia-bolus che facendoci uscire dalla realtà indivisibile e inconcepibile, ma REALE, ci avviluppa nel miraggio dell’esistenza presa per vera e tangibile. Né sono né non-sono, allora cosa accade? Tutto sparisce nel ’’non-so-che-non-so’’. Ecco che ci siamo ora e ci siamo sempre stati. Inconoscibile sì, ma REALE! ! Allora anche il Vuoto diventa un concetto!! Un concetto che cos`è? Una rappresentazione mentale, fabbricata da neuroni in attività e memorie di nomi imparati. Ma possono essere …reali? Siamo quindi solo un pacco di concetti che si dimostrano irreali, fabbricati fin dai primi balbettii e che ci fanno credere a oggetti solidi, materiali? Diventiamo come ‘’Alice nel paese delle meraviglie’’, che spazia tra mille mondi incredibili, irreali e di sogno, ma in fondo è proprio quello che viviamo tutti, ogni giorno, senza esserne davvero coscienti. La fisica quantistica ci annuncia che siamo fatti, cosmo compreso! di… atomi vuoti. Tutto questo l’abbiamo rivestito di memorie imparate e che si sono agglutinate, facendole credere personali, nostre e vere. Da dove provengono queste memorie? Dai primi mesi di vita, per mezzo di genitori, parenti, poi più tardi dalla parrocchia, dal professore e dal… capufficio che in realtà non fanno che rinvangare le nostre memorie già ben salde. Sono memorie di che cosa? Solo d’irrealtà! Inoltre è risaputo ormai dalla scienza che ogni nostra (creduta) decisione personale è GIÀ pronta nel sistema neuronale. Messo in cantiere tutto questo programma di rivalutazione del sistema cognitivo, per poter poi volare oltre, dove possiamo trovare una soluzione? La soluzione, dopo aver verificato tutto il falso (come ci insegna da sempre Nisargadatta), è di vanificarlo con l’assoluta certezza che non potremo mai ‘’oggettivare la Realtà’’ (v. stati trascendentali che ingannano ancora di più) lo siamo da sempre, ma è camuffandoci da persone anche molto intelligenti e altamente spirituali, che perdiamo piede e sprofondiamo nel fango mentale e allucinatorio. Per tornare al concepimento attribuito ai nostri genitori – o come esemplari prodotti da provette e simili, in un’epoca di robotizzazione di massa – , si tratta di strappare con coraggio! le etichette convenzionali antiche, di verificare che quanto si è manifestato in un’unione di cellule (ormai note come intrinsecamente vuote) è solo il certificato di concepimento e di nascita di un miraggio… nel deserto quantico. Questo si ripercuoterà sul comportamento psicologico, poiché anche se un film ci fa sorridere o piangere, siamo in fondo convinti che succeda sullo schermo e che i personaggi non sono persone autentiche. Realizzo che: NON sono il corpo, ma osservo qualcosa che definisco, nomino in tal modo, come qualunque altro oggetto apparentemente esterno e fatto di sensazioni, percezioni a cui si è messo un’etichetta dai primi mesi di vita e che ho memorizzato. NON sono la mente evidentemente, quella che mi è servita per definire l’apparato psicosomatico che sembra appartenermi. Essa è solo il risultato di un agglomerato di memorie, definizioni. NON sono la coscienza, – il senso di essere presente – e di un ipotetico pronome IO che tiene insieme l’involucro di sensazioni e memorie. Non è solo una sensazione fisica anonima, ma una definizione che autorizza a creare una persona separata. Ognuno la considera proprietà personale quando in realtà è TUTTO quanto ci circonda, come l’aria che respiriamo non è privata, individuale. Dimentichiamo che è comune ad ogni essere vivente. Se non c’è aria nei polmoni o altri organi simili in natura, NON c’è possibilità di vita. il cordone ombelicale è stato rimpiazzato dalla formula chimica H2O. Tutto questo ci dimostra ancora una volta come la “verifica” ci riveli come stanno veramente le cose. Se sono serio e mi pongo ancora la domanda: cos’è cambiato davvero dal “prima del concepimento’ NULLA ’?fonte https://www.isabelladisoragna.com/articoli/il-concepimento-e-reale/ N u l l a

domenica 28 maggio 2023

Non siamo mai soli…

«Il padre porta il figlio nella foresta, gli mette una benda sugli occhi e lo lascia lì da solo. Il giovane deve rimanere seduto su un tronco tutta la notte senza togliere la benda finché i raggi del sole non lo avvertono che è mattino. Non può e non deve chiedere aiuto a nessuno. Se sopravvive alla notte, senza crollare, sarà un UOMO. Non può raccontare della sua esperienza ai suoi amici o a nessun altro, perché ogni giovane deve diventare uomo da solo. Il ragazzo è chiaramente terrorizzato… sente tanti rumori strani attorno a lui. Ci sono senz’altro bestie feroci che lo circondano. Forse anche degli uomini malvagi che possono fargli del male. Il vento soffia forte tutta la notte e scuote il tronco su cui è seduto ma lui va avanti coraggiosamente, senza togliere la benda dagli occhi. In fondo, è l’unico modo per diventare uomo! Finalmente, dopo una notte terrificante, esce il sole e si toglie la benda dagli occhi. Ed è così che si accorge che suo padre è seduto su un altro tronco al suo fianco. È stato di guardia tutta la notte proteggendo suo figlio da qualsiasi pericolo. Il padre era lì, anche se il figlio non lo sapeva… Anche noi non siamo mai soli. Nella notte più terrificante, nel buio più profondo, nella solitudine più completa, anche quando non ce ne rendiamo conto, il Padre non ci abbandona mai, e fa la guardia… seduto sul tronco a fianco a noi». Fonte: https://www.facebook.com/rinomontefuscoministries Letto su: https://www.fisicaquantistica.it/spiritualita/non-siamo-mai-soli

domenica 30 aprile 2023

La fine della colpevolezza? di Wayne Liquorman

16 Gennaio 2011 | Categorie wayne liquorman | Etichette colpevolezza, lavoro interiore tradotto da 3emillenaire n°98 A cura di Luciana Scalabrini Primo intervento: Mi sono occupato dei membri della mia famiglia, e in particolare di mio fratello. Quando vedo le prove che ha incontrato sul piano fisico mi è difficile non essere in collera. Oggi, in certo modo, perde la testa. Ce l’ha con me e ho anche paura che si suicidi. Di fronte a questo non mi sento libero. Vorrei non sentirmi colpevole se si suicida… W.L. Nessuno vuol sentirsi colpevole. Non posso darvi una tecnica che impedisca al senso di colpa di manifestarsi. Ma l’insegnamento che viene qui, all’istante, può ridurre ciò da cui proviene la colpevolezza, poiché essa si manifesta a partire dal sentimento di essere responsabili di ciò che accade, cioè di esserne l’autore. Nella misura in cui diminuisce la convinzione di essere autore dei propri atti, la colpevolezza scompare in un modo naturale. La colpevolezza non ricompare, ma se dovesse succedere, quell’insegnamento si attualizza e spezza la possibilità di affliggervi. Realizzare che non avrei mai potuto agire diversamente da come ho fatto, non è una filosofia ma una convinzione; la colpevolezza è tolta alla radice quando giunge quella convinzione. Interlocutore: Capisco quello che dite, ma quella convinzione non c’è. W.L. Ma noi ci lavoriamo! Cercate sempre di vedere ciò che potete fare come autore dell’azione….Ed è ciò che stiamo facendo ora, in questo momento. Poi vedremo ciò che succede, ma la possibilità c’è. La breccia si è aperta. Secondo intervento: Possiamo prenderci per colui che agisce, è vero, constato che io non sono i miei pensieri o il tempo che passa e che non sono l’ego. Ma perché questa comprensione non mi libera dalle turbolenze del me? W.L. Nella mia metafora preferita dell’onda e dell’oceano, tutto ciò che è e che esiste è oceano. Le onde sono i movimenti dell’oceano e dunque tutti gli oggetti nell’universo sono onde. Le onde hanno un inizio, una durata e una fine. Voi e io siamo onde, e abbiamo un inizio, una durata e, mi dispiace di dovervi dire che avremo una fine. In quanto onde siamo sempre sia onde che oceano. E a volte abbiamo la sensazione di essere separate dall’oceano e abbiamo l’impressione di essere frammenti dell’oceano e tentiamo di ritornarci. Allora con pratiche spirituali immaginiamo di aiutarci a ritornare all’oceano o che questo accadrà alla nostra morte. Ma nella mia metafora, non c’è nessuna possibilità di separazione, perché tutto è oceano. Da nessuna parte può prodursi una separazione, perché l’oceano è dappertutto. Con la vostra esperienza il senso di separazione cade e sperimentate il senso di far parte del Tutto. Ma il senso errato di essere autore dei propri atti ritorna e vi sentite di nuovo separati. Con il senso di essere separati viene l’impressione di potenza, di essere capaci di fare. Quel sentimento sbagliato va e viene. Interlocutore: Ma perché nel momento in cui constato di non essere autore dei miei atti,quello non è così potente, così forte da fare esplodere la carcassa dell’ego? W.L. Non lo so. A volte lo è, a volte no. Non rispondo mai alle domande perché… Il perché è una storia che si sovrappone a ciò che è, ci sono moltissime storie… E allora ne prendete una ,quella che vi conviene. Nuovo intervento: Nella metafora dell’onda e dell’oceano, l’onda no ha coscienza di esistere, mentre io ho coscienza di esistere. W.L. Ma si, l’onda ha coscienza della sua esistenza come onda: “sono un’onda, sono nata il tal giorno, ho delle esperienze, dei ricordi, ho un sapere”, questo è il contenuto dell’onda, che le dà la sua forma e ciascuna è differente. Interlocutore: Ciò che volevo dire è che l’ego, il me, è un meccanismo. Si ha la libertà di vedere quel meccanismo e così mettervi un freno? W.L. A volte si, a volte quello capita. Primo interlocutore: Parlavate del senso errato di essere autore dei propri atti e di sentirsi potente. Ma ho l’impressione che lo stesso senso sbagliato può dare il senso di impotenza e forse la colpevolezza. W.L. Quel senso di impotenza è quello di essere una vittima ed è conseguente al senso di avere un potere. Si tratta perciò della stessa cosa, che implica la possibilità di avere potere o di non averlo abbastanza. Quando l’insegnamento evoca l’impotenza, parla dell’assoluta impossibilità di avere qualsiasi potere. Interlocutore. Nella mia esperienza sento qualcosa di rassicurante nel fatto di non essere più occupato dall’idea di avere o non avere un qualsiasi potere. W.L. La liberazione, è quello.

lunedì 20 marzo 2023

Alan Watts – Il sé esiste, ma solo per divertimento

Quando i filosofi induisti e buddhisti parlano di distacco, significa solo accordarsi al mondo e non resistere al cambiamento. Così facendo, ci si può permettere di restare in sintonia, cioè di mescolarsi alla vita, di innamorarsi e di farsi coinvolgere da un sacco di cose. Lo si può fare a patto di sapere che si tratta di un’illusione. Questo è il frangente in cui il termine di maya risulta cruciale. Sì, maya significa ‘illusione’, ma anche magia, arte, delineamento e misurazione. In lingua inglese i termini matter [materia; N.d. T.] e material [materiale; N.d. T.] si riferiscono a maya, ma quando oggi si dice «materiale» si pensa a qualcosa di molto concreto, per nulla illusorio. Ebbene, l’atto di misurazione è sicuramente illusorio, poiché non si trovano dei centimetri sparsi in giro, non si può prendere in mano un centimetro. Centimetri, chili, dollari e ore in realtà sono entità immaginarie, proprio come lo è il sé. Il vero sé non è materiale: «it doesn’t matter». Vale a dire che la sua esistenza non ha alcuno scopo, che esso non ha bisogno di esistere per alcuno scopo. Infatti, per quale scopo esisterebbe? Perciò, la cosa più importante dell’universo è proprio la cosa che non ha importanza, la cosa totalmente e completamente inutile e che nessuno è in grado di trovare. Una volta hanno chiesto a un maestro zen: «Qual è la cosa più preziosa al mondo?». Egli ha risposto: «La testa di un gatto morto». Perché? Perché nessuno è in grado di attribuirle un prezzo. Perciò il sé (Brahman) somiglia alla testa di un gatto morto. Ma se pensate di dover andarvi a cercare una testa di gatto morto perché rappresenta qualcosa di spirituale e vi sarebbe molto utile, state mettendo il carro davanti ai buoi. E se volete trovare il sé per diventare una persona migliore, o per piacere di più agli altri, o per essere socialmente più costruttivi, questo equivale a provare a far sì che la coda comandi il cane anziché il contrario. La conoscenza del sé (Brahman) non giova mai a nessuno, se si tenta di costringere il sé a giovare a se stessi. E come quando vi rilassate, cominciate a divertirvi e pensate: «Questo mi fa bene, è esercizio. E anche una pausa dal lavoro, e questo è un bene: mi aiuterà a lavorare meglio». Gli americani sono particolarmente fissati in questo genere di cose: tutto quel che si fa, dev’essere fatto per un serio motivo (questa è la coscienza protestante). Ma il gioco è qualcosa che si fa per farlo, per divertimento. E il sé (ātman, Brahman) esiste per divertimento. Da: Alan Watts, “Lo zen e l’arte di imbrogliare la mente“, Macro Edizioni, 2019.

venerdì 24 febbraio 2023

MAYAVADA SUTRA da questo blog https://www.isabelladisoragna.com

traduzione di Isabella di Soragna Traduzioni tratte da “L’insegnamento della non-esistenza del mondo”: Note di un senza-nome’’ – Edizione Hagenmüller Colui che è lo spettatore della manifestazione non è approdato alla saggezza: saggio è colui che non solo ha riconosciuto, ma integrato nel suo pensiero che non esiste una manifestazione. Il saggio poi è anch’esso un’illusione, ma la sua saggezza proviene dalla Realtà e svela la Realtà. LA REALTÀ ASSOLUTA è INDESCRIVIBILE, LA SI PUÒ SOLO INDICARE VIVENDOLA, INCARNANDOLA. Ciò che esiste è Consapevolezza pura, ciò che è visibile è solo apparenza: che esista un mondo è un’invenzione, che non esista un mondo è conoscenza diretta. Non esiste lo spazio, ma l’apparenza di spazio, non esiste tempo, ma l’apparenza di tempo, non esiste causalità ma solo l’apparenza della causalità. Il cambiamento ed il tempo sono le due facce di una medaglia apparente: non esiste cambiamento né tempo. Non esistendo il tempo non esiste nemmeno l’eternità, ma solo il “senza-tempo o atemporalità”. “L’atemporalità” significa che ciò che sembra passato è ancora presente, e ciò che pare futuro è già presente. Se dici che l’intelletto produce l’illusione del mondo, si può controbattere che l’intelletto fa parte dell’illusorio individuo, quindi è inesistente. Ciò che non esiste non può produrre nemmeno un’illusione. Poiché all’inizio non esisteva un mondo, non ve ne sarà uno alla fine, quindi non può esserci un mondo nemmeno nel presente. Quando si chiede a un fisico atomico di cosa è fatta la terra ti direbbe:’’ Praticamente di nulla’’, poiché se si comprimessero le particelle subatomiche di cui la terra appare fatta, non rimarrebbe praticamente nulla. Un giorno anche quelle particelle si volatilizzeranno, ma i fisici lo devono ancora imparare, e un giorno essi scopriranno ciò che i mistici hanno capito da sempre. Se è compresa l’irrealtà del mondo, tutte le scienze si rivelano solo occupazioni di una Fata Morgana. Esiste un’apparizione del mondo, ma il mondo non esiste realmente. Finché si vede “qualcosa” si è ancora ciechi, si vede solo quando …non si vede più nulla. La Realtà è aldilà degli opposti, mentre l’illusione del mondo è soggetto alla polarità: un polo implica un altro polo. Chi combatte il “male” diminuisce in tal modo il “bene” e chi aumenta il “bene” rinforza in tal modo il “male”. Non si può migliorare un’illusione del mondo. Si aiuta il mondo realizzando che non esiste. Chi vuol migliorare l’esterno ha in realtà bisogno di migliorare il proprio interno. Non si può migliorare la Realtà che è perfetta e il mondo non è migliorabile perché non esiste. Ciò che rimane quando il miraggio scompare, è la perfezione. Noi non siamo gli agenti di un’azione, siamo solo gli spettatori della persona con la quale ci identifichiamo. Che bisogno c’è di un libero arbitrio? Il libero arbitrio è un’illusione e la volontà vincolata è altrettanto illusoria: in realtà non abbiamo nessuna volontà. Sullo schermo appaiono pensieri che crediamo nostri, i sentimenti e gli impulsi che consideriamo nostri, come le nuvole sul cielo immobile. Il karma è solo una catena di quadri illusori, quindi nulla: una legge apparente per apparenti persone in un mondo apparente, quindi irrealtà. Non appena si riconosce il mondo come irreale anche il karma lo diventa. Chi riconosce che non vi è un “agente” si libera da ogni karma. Ciò che ci appare come disgrazia lo è dal punto di vista umano, dal punto di vista dell’Assoluto è solo immaginario. La morte: torniamo al punto da cui non siamo mai partiti. Parte solo l’immaginazione di un corpo materiale. Alla morte del corpo svanisce l’illusione di questo corpo, ma rimangono le illusioni del corpo astrale e causale: finché questa fede rimane, siamo soggetti all’inganno della reincarnazione. L’attaccamento alle cose materiali è il seme che ci fa prendere forma sul piano terreno. La fine della ricerca: colui che cerca non esiste e quello che esiste veramente non cerca. La Realtà è immutabile. Qualunque cosa uno cerchi di raggiungere – foss’anche l’Illuminazione – è un miraggio. Tutte le immagini fallaci dei Guru sono solo strumenti con cui l’Assoluto si serve per insegnare alle false immagini dei discepoli oppure… per prenderli per il naso. Tutto ciò che un Guru può fare è di insegnare al discepolo che né lui, il Guru, né lui il discepolo esistono. Se fa questo è utile, se non lo fa è un ciarlatano. Il Sat-guru (Vero Guru) è l’Assoluto. Quando l’immagine illusoria del vero Guru parla, è l’Assoluto che lo fa, attraverso i pensieri manifestati dalla bocca del vero guru. Non è il proferire di qualche mantra, ma il tacere, il mezzo per vivere la Realtà. In verità si tratta di dissolvere il meditante. L’asservimento è ignoranza e l’Illuminazione è anch’essa illusione. No vi sono illuminati né non-illuminati: l’individuo non può né diventare né essere illuminato, perché non esiste. La legge della Realizzazione del Sé dice che chiunque rinunci a tutto, guadagna tutto. La “rinuncia” non è “fisica”: non significa buttar via le cose materiali, ma accettare con mente serena se spariscono. Realizzarsi è semplice: significa annullare l’”IO”. Non appena l’”IO” è totalmente scomparso, l’Assoluto riempie subito la vacuità che si è creata. Siamo solo spettatori e non attori dei cambiamenti del mondo. Non serve agitarsi per delle immagini. Si rimane ad assistere la vita come ad un film. (Il teatro della mia vita) Non siamo nemmeno gli “abitanti” del nostro corpo, siamo l’osservatore unico di corpi. L’ascesi significa ritirarsi dal potere immaginario della coscienza. Chi ha riconosciuto il Sé non è giunto (per così dire) al traguardo, ma solo se Lo vive costantemente. Si può solo essere liberi dall’errore di essere un corpo che vive in un mondo materiale. Il corpo non sarà esente da mali e limitazioni, ma realizzeremo che non abbiamo nulla da fare con essi. Chi vede in un angolo della stanza una sedia e nell’altro angolo uno spazio vuoto, realizzando che sono la STESSA COSA, allora vive il Sé. Ecco MAYAVADA è l’insegnamento di maya – è il tentativo di descrivere qualcosa d’indescrivibile e di spiegare qualcosa d’inspiegabile. Nell’Assoluto immutabile eterno, emergono quadri che cambiano e poi spariscono. La fine di questo insegnamento: la comprensione di ciò che è, quando non c’è nulla. L’insegnamento di maya è la sola visione del mondo che rende sopportabili i terrori del mondo e le tragedie della vita. La verità è cercata dagli scienziati della natura, è afferrata dai filosofi, e trovata dalla maya. L’intera dismisura per quanto concerne il sapere umano, è falsa: più si sa, più si è poco intelligenti. I nostri sensi sono i più grandi impostori. Non possiamo vedere il mondo, vediamo in fondo un quadro del mondo che la nostra coscienza ci consegna esclusivamente. Tutto quello che le scienze naturali hanno scoperto finora, sono solo quadri che coprono la realtà, ma non sono la realtà. Gli uomini giudicano dalle apparenze, mai dall’essenza, ecco perché ogni giudizio è falso. Ciò che esiste non è descrivibile, quello che si può descrivere non esiste: sulla realtà si può solo mentire o tacere. Tutto ciò che cambia è pura apparenza, la realtà è immutabile, completa e perfetta. Ciò che esiste non scompare, ciò che scompare non esiste. Se si designa l’Assoluto come “qualcosa”, è sbagliato, se lo si designa come “nulla” è ancora falso: meglio dire “un nulla che è ancora nulla” (non-nulla). L’Assoluto non ha nulla a che fare con ciò che designiamo come coscienza: esso non dipende da nulla e non si basa su nulla. Tutti gli opposti sono illusioni. L’Assoluta Consapevolezza, la sola esistente, è al di là di ogni contraddizione. Ecco perché ogni logica si annienta e vige solo il paradosso. Il conoscitore, il conosciuto e la conoscenza sono la stessa cosa nell’Assoluto: esso è anche al di là dello spazio e del senza spazio. Dove c’è cambiamento vi è anche tempo, dove non c’è cambiamento non c’è tempo: tempo e cambiamento sono le due facce di una stessa medaglia. Nell’Assoluta consapevolezza non c’è tempo, quindi il cambiamento è impossibile. Non esiste nulla di quello che conosciamo, esiste solo quello che NON conosciamo. L’Assoluto è inconoscibile, ma lo si vive nel momento in cui l’illusione del mondo sparisce. Ciò che esiste è solo Pura Consapevolezza, tutto ciò che è visibile è in verità solo un simulacro. Cos’è irreale? TUTTO, tranne la Pura Consapevolezza, che è il vero substrato invisibile del mondo irreale. Il mondo non è una rappresentazione dell’individuo, poiché l’individuo stesso è una rappresentazione ed è finora inaudito che una rappresentazione possa produrre una rappresentazione. Perché l’Assoluto ha manifestato l’illusione del mondo? Come la natura del corpo umano è di respirare, distruggere vecchie cellule, ricrearne di nuove fino alla fine, così quella dell’Assoluto è di creare scene di universi, uomini e cose, per dissolverle in seguito. La sua attività è di pensare e rappresentare, ma ciò non cambia nulla, SEMBRA SOLTANTO che lo faccia. Si può solo trascendere il mondo riconoscendone l’irrealtà. Non può esserci un mondo poiché manca la sua origine. Un accadimento causale si rompe se manca un membro – il primo, o quello di mezzo o l’ultimo. Nell’ordine causale del mondo manca il primo membro. Anche se si parla di Big Bang (prima esplosione), questo non lo spiega veramente, poiché ci doveva essere “qualcosa” prima che potesse creare un’esplosione. Da dove proveniva il materiale che poi è esploso? Manca quindi l’origine – il primo membro – dell’esistenza del mondo. Questo fa concludere che il mondo visibile è solo un quadro fittizio. Nulla è mai successo e non esiste una storia del mondo. Non c’è speranza nel mondo, ma non c’è da temere, è solo fatto di quadri fittizi: l’insegnamento di maya è una consolazione poiché dimostra che tutto è irreale. La fine del mondo? Non c’è da agitarsi! Se ne va solo uno spettacolo illusorio. Il mondo si sta inabissando! – piagnucolate. – Non è mai esistito! – rispondo. La realtà è aldilà degli opposti, mentre l’illusione del mondo è sottoposta alla legge di polarità: un polo necessita l’altro. Chi combatte il “male”, diminuisce anche il “bene” e chi aumenta il “bene” aumenta di conseguenza il “male”. Gli opposti apparenti del mondo illusorio non hanno bisogno di equilibrarsi, ma di essere trascesi. Il malessere del mondo giace nel fatto che gli uomini combattono il male: se lo accettassero, nel mondo regnerebbe solo la pace. Se ognuno si occupasse dei propri problemi con lo stesso zelo con cui si occupa di quello degli altri, il mondo sarebbe più in equilibrio: in realtà chi vuole salvare o migliorare gli altri ha bisogno di farlo in sé stesso. La realtà non necessita miglioramenti poiché è perfetta, il mondo non ne ha bisogno perché non esiste e va trasceso. Maya significa non solo che il mondo è un’apparizione illusoria, ma anche che non ha nessun significato. Chi vede il male è prigioniero di un’allucinazione: i mali del mondo sono reali come quelli visti sulla scena di un teatro. Il mondo dev’essere imperfetto per poter adempiere al suo compito di trascenderlo. La differenza tra noi e le persone con cui ci identifichiamo (sono limitate) è che noi esistiamo – nell’illimitato Assoluto – mentre le persone con cui ci identifichiamo, non esistono e sono passeggere. Il Sé che siamo, non è mai nato ed è immortale: i corpi cui ci identifichiamo sono invece come le ombre proiettate dai nostri corpi alla luce del sole. Anche i corpi sottili, astrali e causali sono solo proiezioni del potere di immaginazione della Pura Consapevolezza e quindi irreali, solo il Sé, il substrato è reale. Il mistero nascosto nel profondo del mondo e dell’individuo, se lo proiettiamo o oggettiviamo, lo nominiamo Assoluta Consapevolezza, ma se lo riconosciamo nel profondo di noi stessi è il SÉ (o Atman). Siamo sempre oltre l’essere e il non-essere, ed è indescrivibile col linguaggio umano. Siamo quello che veglia quando il corpo dorme e che vive quando il corpo muore. Il Sé è oltre lo spazio-tempo e causalità: oltre lo spazio significa che non ha né forma né frontiere; al di qua del tempo significa immutabile, al di qua della causalità significa che non ha origine e imperituro. Poiché nulla esiste tranne l’Assoluta Consapevolezza, ne consegue che siamo quella Consapevolezza: senza frontiere, puri, immutabili e immortali, ecco quello che siamo realmente. Non siamo nel mondo, ma il mondo è dentro di noi – è un quadro fittizio nella coscienza che siamo e in cui appaiono persone immaginarie con cui ci identifichiamo falsamente. Tutto succede nell’illimitata Presenza che siamo: libertà senza frontiere, pace e gioia. Si tratta però di distinguere tra coscienza limitata e falsa che appartiene ancora alla persona illusoria e individuale e quella assoluta, senza traccia di personalità (ego), indescrivibile e inimmaginabile. Assoluto e il nostro sé sembrano due in apparenza, ma sono un’unica realtà. Nell’Assoluto tutti i contrari sono risolti, non c’è né parte, né che l’Assoluto sia “intero”, altrimenti potremmo credere di poter cambiare il movimento del mondo, cosa impossibile. Alla domanda del nostro rapporto con l’Assoluta Consapevolezza, il Buddha ha dato la sola risposta valida: è rimasto in silenzio. Non ci sono relazioni: una relazione implica dualità, quando in realtà c’è solo identità e nessun”altro”. Guarda dietro una pietra e vedi TE, guarda dietro una pianta e vedi TE, guarda dietro un animale e vedi TE, guarda dietro una persona e vedi TE: guarda dietro di te e vedi TE. Che i nostri corpi si manifestino come “realizzati” o non-realizzati, siamo sempre lo stesso. I nostri corpi sono come nuvole passeggere nel cielo sempre azzurro. Sul piano del mondo apparente non sembriamo liberi, in quello Assoluto siamo oltre gli opposti di libertà e di prigionia. La prigionia è illusoria. Possiamo liberarci solo dalla falsa credenza di essere imprigionati: non lo siamo mai stati. Non possiamo essere “liberati”, come dicono gli ignoranti, ma ognuno È già libero: la libertà è il nostro essere vero e non può esserci né data né tolta. Lo yoga non può portarci in generale, anche dopo anni e anni di sforzi fino alla morte, alla liberazione. Mayavada è la “Via” di chi la segue, per poter constatare la propria libertà da un secondo all’altro. Il Sé che siamo, è il testimone o osservatore sia della veglia – nella persona apparente – sia del sogno, sia del sonno profondo: il cosiddetto “quarto stato” (turiya) e quello che è indescrivibile, turiyatita, che assiste a questi stati, è il solo stato del Sé in cui siamo sempre veramente immersi. Cos’è l’uomo? Un fantasma, nient’altro e così i suoi dolori e le sue gioie. Tutti i problemi sono illusioni; se non ci sono illusioni, non ci sono problemi. I suoi tre corpi-sottile, astrale, causale (apparenti) sono solo immagini fittizie nella Pura Coscienza che è. Crediamo che essa sia legata ai corpi, mentre sembra soltanto esserlo. Il termine “avidya” è la falsa credenza che esista un mondo con dei corpi in esso. Nessuno è sprofondato in avidya, è solo immaginazione, apparenza. I mali del mondo non sono l’ignoranza, ma di credere nella realtà del falso. Si tratta di abbandonare le conoscenze basate sul falso, quindi non si tratta di imparare, ma di dis-imparare. Più si sa e si conosce, più ci allontaniamo dal reale. Il nostro unico compito è di verificare che siamo solo marionette manovrate dall’ ignoto (che siamo). Se non esistono individui, che libero (o non libero) arbitrio potrebbero avere? Crediamo di agire, invece assistiamo solo alle azioni della persona illusoria cui ci identifichiamo: a che serve quindi un libero arbitrio? È basso esoterismo anche credere di non potere agire secondo volontà, mentre in realtà non vi è mai stata una volontà. Chi accoglie l’insegnamento di maya viaggia nella vita senza bagagli o sensi di colpa. La nascita significa che è apparsa un’illusione e la morte che un’illusione sparisce: quello che sta in mezzo ad esse è altrettanto immaginario. Non siamo mai nati e quindi immortali. Siamo nati in un corpo apparente e in un mondo apparente: nulla è mai successo. Non ci sono ignoranti né saggi, né criminali né santi: sono solo immagini fittizie come la gioia e il dolore e noi siamo al di qua di esse. Facciamo solo quello che è nel programma. Sul palcoscenico, lo sfondo che accoglie la “persona” *, appaiono pensieri, sentimenti, reazioni che crediamo nostri, come nuvole nel cielo puro. La più grande saggezza è quindi lasciar accadere la vita. Il karma è una catena di quadri falsi: le cosiddette colpe karmiche si appoggiano sui corpi sottili, ma il nostro vero Sé non ne è minimamente toccato. Finché lo crediamo ne siamo coinvolti. Al momento della morte sembra che qualcosa accada, in realtà …nulla. Siamo ora come quando non eravamo ancora nati e lo saremo dopo la morte. Non vi è in realtà nessun mutamento. Alla morte sparisce l’illusione di un corpo fisico, ma rimane quello degli altri corpi sottili. È un’immaginazione falsa che l’anima lasci il corpo alla morte: il corpo è nel Sé e alla morte il Sé spinge via un corpo (apparente). In realtà torniamo da dove non siamo mai partiti. La morte è una benedizione perché se ne va l’imbroglio del mondo fisico. È la nascita e la prigionia in un corpo fisico che è da temere. La morte dovrebbe generare gioia. Solo l’ignorante teme la morte, l’intelligente desidera la morte, ma al saggio non fa differenza che abbia un corpo o non ne abbia. Chi non ha più desideri, non è più sottoposto al desiderio di reincarnarsi. Il senso della vita? Ciò che non esiste non può avere un senso. Possiamo definirlo il senso di un gioco, un passatempo, ma un gioco che ci può risvegliare da un sogno. Che senso ha dunque quello di migliorare, di perfezionare ciò che non è mai esistito? Gli stati di samadhi sono altrettante illusioni che non peggiorano né migliorano, ma non portano alla realtà. Se ci sono ancora desideri intensi (qualunque siano) essi allontanano dalla realtà sempre presente. La fine della ricerca: colui che cerca non esiste e colui che esiste non cerca. Il desiderio d’illuminazione impedisce il riconoscimento che siamo, siamo stati e saremo sempre al di qua o oltre degli opposti di illuminazione e ignoranza. Nessuna azione o pratica spirituale potrà liberarci dalla falsa credenza che ci sia un mondo materiale e che il praticante sia un individuo in esso che possa subire un cambiamento, mentre invece queste rafforzano l’errore e ne impediscono la liberazione. La pratica di rituali e cerimonie per raggiungere il traguardo della vita, non solo è inutile, ma anche dannoso. Tutti gli ashrams sono monumenti dell’illusione, mentre la realizzazione del Sé è invece la liberazione da tutte le illusioni. Più ci si sente bene in un ashram e più questo è un ostacolo, più ce ne si allontana e più ci si avvicina alla realizzazione. Non si ottiene la liberazione attraverso le pratiche, ma malgrado questi esercizi spirituali. Siamo al mondo per imparare, ma l’ultima lezione è quella che tutto è stato un teatro, che nulla è migliorato e che tutto quanto è stato imparato era inutile. L’unica cosa che può fare un guru è di comunicare al discepolo che né lui, il guru né il discepolo esistono. Se lo fa, è utilizzabile, se non lo fa, è un ciarlatano. Non ci sono mai stati filosofi, maestri o illuminati, né Sankhara né Buddha, ecc. ma solo immagini fittizie di quelli: solo l’Assoluto ha parlato attraverso di essi. Non solo gli insegnamenti, ma anche i falsi insegnamenti derivano dalla Consapevolezza Assoluta. Tutti i Maestri esterni sono solo cartelli indicatori del vero Maestro in ognuno di noi. Nessuno ha un Guru, ognuno È il Guru della persona che uno NON è. Non c’è differenza tra un vero maestro e un vero discepolo, solo identità. La meditazione è senza senso, perché chi medita non esiste, ed è inutile perché quello che esiste veramente è immutabile e quindi non ha bisogno di meditazione. Non è il pronunciare dei mantra, ma il silenzio, il modo di riconoscere la realtà: il meditante deve sparire. Finché si crede di meditare, si è impantanati nel fango dell’illusione: se ci si accorge che è solo la persona illusoria che medita e che assistiamo alla meditazione della persona, siamo nella luce della Consapevolezza Assoluta. Chi siamo realmente non fa esperienze. La realizzazione del Sé non è un’esperienza: finché c’è ancora “qualcuno” che fa esperienze, è ancora lontano dalla realizzazione. Tutti gli stati di samadhi, anche il più alto (nirvikalpa) sono stati illusori e passeggeri: è lo stesso fenomeno di chi assiste alla manifestazione del mondo e dei suoi oggetti. Finché si vede ancora qualcosa, non si realizza la verità: chi la realizza NON vede più NULLA. Essere prigionieri dell’ignoranza è un’illusione, e così l’illuminazione. L’illuminazione avviene all’interno dell’universo illusorio ed è quindi anch’essa un’illusione. L’immagine fittizia di un buon Guru porta alla comprensione che siamo sempre stati e saremo nel senza-tempo, al di qua d’illuminazione e non-illuminazione. Gli individui non potranno mai essere illuminati, perché non esistono. Quando avremo compreso che siamo già immutabile Consapevolezza, non possiamo più preoccuparci se le persone che appaiono nel mondo si manifestino sia come saggi sia come ignoranti. Il Sé che siamo si trova su un piano di non-dualità, oltre ogni opposto: l’illuminazione – contrapposta all’ignoranza è quindi ancora nella dualità. Chi sa quello che è veramente, non è né illuminato né cerca illuminazione. Ci sono molti illuminati, ma pochissimi realizzati. Moksa significa al di qua dell’illuminazione e dell’ignoranza. La ricerca del Sé è la via al patibolo: la realizzazione costa … la propria testa. Non ci sono sacrifici da fare tranne quello del proprio IO. Più si cerca all’esterno e più si è ipnotizzati da materia, mondo e individui. L’infinito in noi ha la nostalgia dell’infinito: le depressioni sono la nostalgia della nostra vera patria. Vita e dolore sono sinonimi. Essere felici in questo mondo d’ipnosi è la più grande disgrazia, ma in essa lavora già l’assoluta Consapevolezza. Chi ha intrapreso il cammino spirituale ha come medicina i dispiaceri che non sono mancanze, ma gradini verso il Sé: essi guariscono perché distruggono la persona illusoria. Anche le medicine buone hanno spesso un sapore amaro. Il Sé che siamo non è mai toccato né da mancanze, né da dolori, né da angosce. Chi se ne duole non è ancora toccato dalla propria vera natura. Il saggio non ha pietà, ma solo compassione. La legge della vera saggezza dice che chi rinuncia a tutto, guadagna tutto: significa essere già morto prima di morire. Rinunciare a tutto non si tratta di gettar via i propri beni, ma accettare di buon grado se spariscono. Non appena l’IO sparisce, l’Assoluto ne prende subito il posto vacante. Se in ogni occasione della vita si comprende che l’IO a cui si era identificati non esiste e che il Sé che siamo non è mai commosso da nessun avvenimento, abbiamo raggiunto l’apparente traguardo della vita. Nessuna richiesta, nessun desiderio, né di beni materiali né di assenza di malanni: il senso di pace dell’assenza di desideri ne è la prova. Cerca la presenza di saggi realizzati se puoi, ma chi è solo ha tutto il mondo per sé. L’animale nell’uomo cerca il branco, il divino cerca la solitudine; per guadagnare il cielo si deve abbandonare il mondo. Vivere come se non si vivesse. Tutto quello che si costruisce o nasce nel mondo è destinato a sparire. Se riconosciamo il Sé, non abbiamo più bisogno del mondo. Non siamo il corpo, siamo l’osservatore del corpo e delle sue azioni, come un film che passa: l’ascesi significa ritirarsi dalle false immaginazioni. Il più grande ostacolo alla realizzazione è l’intelletto. Tutto dev’essere liquidato. Non dobbiamo accettare la verità da qualcun altro, ma trovarla in noi stessi e abbandonarsi alla grazia. Morire prima di morire significa riconoscere profondamente che la persona individuale non esiste. Chi ha riconosciuto il Sé non è ancora arrivato al traguardo: lo è (in apparenza) se lo vive totalmente, in ogni occasione. Essere liberi non significa essere esenti da limitazioni, malanni e disgrazie, ma considerarli come fatti con cui non abbiamo nulla a che fare: la vera felicità non la si troverà mai nel mondo. Se uno è felice senza ragione, è sulla buona via. Non dobbiamo raggiungere l’Assoluto, lo siamo sempre anche oltre l’eternità. L’ignorante vive nel passato o nel futuro, l’intelligente vive nel presente, il saggio nell’assenza di tempo: in esso nulla cambia e nulla avviene. È vivo chi non ha ancora realizzato la propria vera natura, il realizzato è già morto, il suo unico compito che rimane, è quello di lasciar cadere il suo corpo. Dove l’uomo comune vede una persona, il saggio vede solo un’ombra, attraverso la quale vede…e che cosa? Sé stesso! Né niente né non-niente, né essere né non-essere: ossia…è indescrivibile. Il saggio vede la propria vita e la manifestazione, come se assistesse a un film cui non reagisce più. Egli non ha più bisogno né di guarire o migliorare, perché ha riconosciuto che tutto va bene così com’è. Non ha bisogno di aiutare il mondo, perché per lui il mondo non esiste più. Non desidera né chiede più nulla: non si rallegra né si dispiace per qualcosa, non ha tentazioni, ma assiste soltanto alla manifestazione illusoria. Il saggio e il suo corpo sono come una coppia che vive insieme, ma non ha più nulla da dirsi. Amore è un bisogno di soddisfazione sentimentale o sensuale: è l’opposto di odio: chi potrebbe amare colui che non ha più oggetti da amare o odiare? Ci dovrebbe essere uno che ama e un altro che è amato, ossia una dualità. Egli esiste solo come un fantasma (o ologramma) senza traguardi, poiché non ha mai lasciato la méta. Egli è un quadro immaginario, ma comunica la realtà ultima. L’ultimo insegnamento del saggio: IL SILENZIO. 888888888

lunedì 13 febbraio 2023

Rivoluzionari confusi

da https://luogocomune.net di Andrea B. Nardi Dappertutto abbiamo movimenti anti-sistema, partiti contestatari, gruppi e associazioni contro il potere, grida, urli, comizi, cortei e manifestazioni, però, inevitabilmente, nessuno di questi riesce a ottenere l’appoggio decisivo e duraturo dei popoli: perché? Il motivo è semplice: sbagliano a scegliere il problema contro cui lottare. Se non si conosce il problema sarà impossibile risolverlo e, tanto meno, farlo conoscere alle masse, convincendole a lottare per esso. È la scelta della corretta strategia – ossia l’individuazione dell’obiettivo da colpire – a dare un senso alla guerra, mentre la tattica si limiterà a utilizzare mezzi e modi atti a raggiungere quel fine. La Gran Bretagna, per esempio, ha, sì, vinto la battaglia per uscire dalla UE e liberarsi della BCE – di cui, peraltro, non aveva adottato l’euro – ma ha perso la guerra restando comunque sotto lo scacco della Bank of England, ossia il lievito madre del peggior morbo che abbia mai colpito l’umanità, fin dal 1694, regina e artefice dell’associazione a delinquere di stampo mafioso chiamata circuito bancario privato internazionale. Una rivoluzione, questa inglese, abortita sul nascere, e un’ottima occasione persa, con gran piacere dei dominanti. D’altra parte, il potere criminale finanziario, che da trent’anni è riuscito a vincere la sua lotta contro la democrazia, assoggettando tutte le repubbliche occidentali e non – corrompendone governi, media, politici – resta timoroso della rivoluzione, dacché sappiamo che, nella Storia, anche il più assurdo, iniquo, crudele, forte e duraturo sistema liberticida può essere abbattuto (col feudalesimo medievale ci abbiamo messo mille anni, ma poi ci siamo riusciti, salvo poi buttare tutto alle ortiche). Pertanto, per eliminare dalla propria strada ogni tendenza sovversiva, è lo stesso regime a indicare ai popoli gli obiettivi insulsi con cui giocare alla rivoluzione: l’ambiente, l’ecologia, il riscaldamento globale, diritti individuali diversi a seconda della sessualità delle persone, l’educazione transgender per i bambini, l’eliminazione del maschile e del femminile nel linguaggio, l’abbattimento dei monumenti, l’imbrattamento delle opere d’arte, la distruzione delle auto di lusso e dei piccoli negozi privati durante la finta guerriglia urbana. Tutto ciò non è rivoluzione, ed è, invece, perfettamente funzionale al regime, che non ha nulla da temere da queste idiozie isteriche e infantili. Le nuove generazioni, che per una questione biologica sarebbero, a quell’età, naturalmente portate a combattere il regime, in una sorta di parricidio edipico, anche per la disponibilità di tempo nullafacente che attanaglia i giovani, loro malgrado disoccupati, sono distratte dai golem che il regime stesso getta loro in pasto, facendogli rincorrere le battaglie stupide di cui sopra, al seguito, per esempio, di una bambina psicotica e ignorante che sproloquia cretinate prive di senso, fantoccio di una messinscena mediatica il cui business frutta miliardi al suo entourage, o di innumerevoli bloggers e cantanti, i quali convincono i ragazzi che essere ribelli significhi coprirsi di tatuaggi, piercing, vestirsi da deficienti, e urlare luoghi comuni ai concerti. Sull’altro lato, pure i partiti e i movimenti politici anti-sistema sbagliano completamente le loro lotte: Podemos, Cinque Stelle, Syriza, Italexit, Occupy Wall Street, Verdi/Destre/Sinistre anti-governative di ogni compagine nazionale, ognuno di loro ha avuto un seguito popolare riottoso, e ognuno, immancabilmente, l’ha perso. Qual è il motivo? La risposta è che nei loro programmi anti-regime c’era dentro di tutto, in un minestrone confuso, la cui assenza di precisione ha impedito alle popolazione di capire per cosa, effettivamente, stessero lottando e quale fosse il vero nemico da combattere. Il mondo degli adulti, impegnati a non affondare nella propria vita, non può permettersi di perdere tempo dietro nonsense e proteste farraginose, e lo stesso dicasi per quella classe media di lavoratori, già troppo tradita dai politici. A queste masse nazionali, per poterle far arrivare ad appoggiare, anima e corpo, una causa di lotta, occorre chiarire in modo assolutamente esatto il problema da risolvere, denunciarlo, insegnarlo, e spiegarne la soluzione, senza mischiarlo con mille altre questioni. Solo così si può sperare di conquistare la popolazione alla lotta. Finché si fanno programmi politici generalizzati, dove si incita all’uscita dalla UE, al sovranismo, contro i mercati, contro la corruzione, contro la dittatura sanitaria, contro le ideologie (liberismo, capitalismo, statalismo, welfare…), oppure troppo particolaristici, come le battaglie contro una determinata imposta o provvedimento governativo, contro la privatizzazione di quel determinato ente, contro il bancomat o la raccolta differenziata… L’uomo della strada, il popolo, la stragrande maggioranza dei cittadini non verrà coinvolta nella rivoluzione, poiché, per quanto favorevole a detti provvedimenti, non li capirà a pieno. Perché, in fondo, devo uscire dalla UE? Cosa me ne viene? E che significa, poi, sovranismo? E se tornassimo alla lira non sarebbe un casino? E le tasse ci sono sempre state, quindi? I politici diventano corrotti appena eletti, non c’è da aspettarsi che questi siano diversi. E se poi non faccio il vaccino e muoio? E che significa liberalismo? E ancora a parlare di comunismo…? Ecco, quindi, la disillusione borghese, la rassegnazione, la tanto amata – dal regime – resilienza. La rivoluzione, invece, si fa dichiarando un obiettivo unico, chiaro, comprensibile a chiunque, spiegando come esso sia l’origine di tutti i problemi e il suo raggiungimento sia l’inizio della soluzione di tutti i suddetti. Se si insistesse fino alla nausea a denunciare un preciso obiettivo da colpire, insegnando quali tragedie esso abbia provocato e quali miglioramenti ne sorgerebbero una volta eliminato, allora il popolo prenderebbe coscienza. Coscienza di classe, coscienza del problema, coscienza di lotta. E nessuno può fermare un popolo che abbia capito quant’è stato ingannato per generazioni. Ora, qual è il problema primordiale che affligge l’umanità, la tragedia fondamentale che aleggia sui popoli? La continua penuria di denaro da parte degli Stati. Ciò è stato causato in passato dall’idiozia di ancorare il denaro a un qualche materiale scarso e limitato e, oggigiorno, all’ulteriore follia di aver delegato la creazione della moneta alle banche private, esautorando gli Stati sovrani dalla sacrosanta prerogativa di emettere da sé moneta fiat, ossia creata dal nulla come semplice unità di misura del valore del lavoro. Viviamo in un’epoca in cui gli Stati piangono miseria, martoriano i cittadini di tasse inique e li abbandonano in balia delle privatizzazioni e delle proprie rovine, mentre le banche centrali private elemosinano ai Governi denaro da esse creato dal nulla, imprestandoglielo col contagocce dietro interessi e ricatti, salvo poi trovare, d’incanto, mille miliardi di dollari per salvare le banche private nel 2008, e centinaia di miliardi di euro per sostenere un presidente ucraino sanguinario e cialtrone. Nessuna compagine politica che voglia sovvertire il criminale sistema di potere finanziario che attualmente governa il mondo può prescindere dall’individuare come suo primo obiettivo, suo capitale, essenziale, basilare obiettivo, l’abbattimento del meccanismo delle banche centrali private, la messa fuorilegge delle stesse, la riappropriazione della sovranità statale nell’emissione di moneta, e la creazione di un parallelo circuito di risparmio e prestiti totalmente pubblico, estraneo ai mercati privati. Confiscare, espropriare, condannare e neutralizzare i banchieri privati dalla gestione del denaro pubblico dev’essere emblema e bandiera di qualsiasi progetto politico che voglia restituire libertà e benessere ai popoli, ed è un obiettivo facile da comprendere, con un nemico facile da far odiare alle masse, ben definito nella lotta di classe, e determinante per le sorti della prospettiva politico-economica. Essendo le banche, da oltre un secolo – almeno dal 1913, anno di fondazione della sciagurata FED – la causa principale dei mali del mondo, guerre mondiali comprese, “Morte ai banchieri!” potrebbe essere il provocante e colorito, quanto interessante slogan di questa lotta. Senza questo, tutti gli altri propositi politici sono fuffa. Tratto da: “Lo Stato senza tasse” di Andrea B. Nardi – Robin Edizioni

Se riusciamo a deprogrammarci, non si tratta di diventare zombie o fantasmi, ma di agire nella consapevolezza costante che stiamo vivendo un...