giovedì 29 dicembre 2022

La Beatitudine dell’Inconoscibile Rajiv Kapur

Se c’è qualcosa che ci preoccupa costantemente come null’altra è l’incertezza del non sapere cosa ci accadrà nel futuro; che sia lavoro, denaro, salute, relazioni e persino i nostri progressi spirituali. Siamo continuamente alla ricerca di un senso di sicurezza per non affrontare la paura di un futuro sconosciuto; vogliamo avere il controllo sugli eventi e programmare la nostra vita in base ai risultati che auspichiamo. Per tutta la vita ci preoccupiamo di allontanare da noi l’ignoto tentando di arroccarci in una posizione in cui possiamo essere sufficientemente sicuri di cosa ci accadrà. Siamo alla continua ricerca di uno stato di completa sicurezza e assenza di incertezze. Ma di rado va in questo modo. Quello che invece succede è che pianifichiamo qualcosa, ma accade qualcos’altro; allora il ricordo delle volte che abbiamo fallito aumenta la nostra paura e agita i nostri pensieri e le nostre emozioni. Questa continua ricerca sfocia nell’avidità di conoscere sempre di più perché crediamo che più cose conosciamo, migliore sarà la nostra prospettiva di sopravvivenza in questo mondo. Cominciamo a dipendere dal conoscere quanto più possibile, e la nostra vita prende a ruotare intorno all’avidità di conoscere e alla paura dell’inconoscibile, e come risultato c’è l’INFELICITÀ. Infatti stiamo inseguendo un “falso amico”, che in realtà è un ingannatore. Il conosciuto è un falso amico che vi tradisce; non vi potete mai fidare di lui. Arriva senza che glielo chiediate, come alla nascita, e vi lascia senza preavviso, come alla morte. Tutto ciò che avete accumulato tramite la vostra conoscenza diventa polvere quando vi lascia. L’Inconoscibile invece supera la prova della vera amicizia. Voi venite da una fonte sconosciuta e vi rifondete in essa alla morte. L’Inconoscibile vi sta vicino all’inizio del vostro viaggio e lo ritrovate di nuovo alla fine, pronto a riaccogliervi. Voi non riuscite a riconoscere chi veramente vi appartiene, chi vi è veramente fedele, e questo è il motivo per cui la vita si trasforma in una lotta. Ma quello che non vedete è che anche se la conoscenza è la base per ogni conseguimento e appare prima di ogni realizzazione, ciò che precede tale conoscenza è l’Inconoscibile stesso! L’Inconoscibile è l’origine, il fondamento di ogni conoscenza. E allora? Potete invertire questo processo e procedere dal sapere verso il non-sapere invece di accumulare conoscenze diverse e aggrapparvi ad esse? Potete accogliere l’Inconoscibile nella vostra vita? Il che significa non preoccuparsi delle opinioni, le vostre e degli altri; significa mollare il controllore che sta dentro di voi; significa essere rilassati nel conoscere sempre di meno riguardo cosa questo mondo ha da offrirvi in termini di ricchezza, salute, denaro, lavoro, affari, sicurezza, amore, relazioni. Voi non dovete rifiutare ciò che la coscienza [intesa come manifestazione, ndt] vi porta: successo, sicurezza, relazioni…, avete solo bisogno di restare indifferenti a tali cose, dovete solo prestare sempre meno attenzione ad esse. Che ci siano o che non ci siano, non importa; voi non gioite quando appaiono e non diventate tristi quando scompaiono. Se potete far ciò dal nucleo più profondo del vostro cuore allora diverrete automaticamente fusi all’Inconoscibile. La benedizione che l’Inconoscibile vi dona è indescrivibile. Perciò fate amicizia con l’Inconoscibile ed esso si rivelerà a voi come l’eternamente libero e beato SÉ.

giovedì 1 dicembre 2022

LA LEGGE NATURALE

Link del fantastico sito,,https://monarchiainteriore.com/mark-passio-in-italiano/ Le informazioni più importanti in assoluto da apprendere per poter conoscere il modo in cui vivere in un mondo libero. QUESTE sono le informazioni più occultate e offuscate nel nostro mondo. Visione assolutamente FONDAMENTALE. La Legge Naturale – La VERA Legge dell’Attrazione & Come Applicarla Nella Vostra Vita Parte 1 di 3

venerdì 21 ottobre 2022

“Siete dei criminali”: nomi e volti di chi oggi dovrebbe chiudere scusa agli italiani

Hanno preso in giro per mesi e mesi i non vaccinati, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore hanno augurato loro, neanche troppo velatamente, di andare incontro a qualche grave problema di salute o peggio. Oggi tutte queste persone, e la lista è lunghissima, tacciono imbarazzate di fronte all’ammissione del responsabile commerciale di Pfizer, uno dei colossi che hanno prodotto e venduto i vaccini durante la pandemia, che ha spiegato di fronte agli europarlamentari: “Il nostro farmaco non è mai stato testato per prevenire l’infezione da Covid. E d’altronde nessuno ci ha mai chiesto di farlo”. La conferma di quanto tanti scienziati veri, non asserviti alla politica e alle multinazionali, sostenevano da tempo: vaccinarsi può essere utile per i fragili e gli anziani, ma visto che il farmaco non previene l’infezione né tutela gli altri è inutile parlare di obblighi. Ma ve le ricordate le facce e le espressioni di chi, dall’esplosione della pandemia in poi, ha puntato il dito contro i non vaccinati, definendoli come pericolosi criminali? Se la memoria vi fa difetto, eccovi una breve carrellata video dei protagonisti di una campagna d’odio senza precedenti nella storia del nostro Paese. A partire, ovviamente, dai virologi, le star assolute di quei mesi difficilissimi, onnipresenti sul piccolo schermo e sui social. Uno dei più celebri, Fabrizo Pregliasco, tuonava così: “”Non vaccinarsi potrebbe voler dire essere imboscati, come succedeva in guerra. E in tempo di guerra le persone venivano fucilate se rifiutavano di combattere”. Una follia della quale, oggi, in molti fingono di non esssere stati complici. E invece eccoli lì, marchiati a fuoco in modo indelebile, affinché nessuno li dimentichi. Il giornalista David Parenzo invitava a “trattare queste persone come fossero terroristi”, mentre Giuliano Cazzola affermava trionfante: “I non vaccinati meritano cenere e bastoni”. Una linea condivisa, nella sostanza, anche dai vertici delle istituzioni italiane, a loro volta decisi a portare avanti a tutti i costi l’opera di demolizione dei pericolosi “no vax”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci metteva la faccia spiegando: “Non si invochi la libertà per sfuggire alla vaccinazione”. Gli faceva eco il premier Mario Draghi: “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire”. (Continua a leggere dopo la foto) Tutto falso, invece, visto che i non vaccinati hanno la stessa identica probabilità di contagiarsi e contagiare degli altri. Rifiutare l’inoculazione, dunque, non significa affatto mettere in pericolo le persone che ci stanno intorno, come ammesso dagli stressi produttori dei farmaci anti-Covid. E pensare che il giornalista Andrea Scanzi aveva detto dei non vaccinati: “Sono persone ignoranti, persone analfabete, persone convinte di sapere tutto. Non li recuperi più”. Chi è, adesso, l’ignorante? Fonte Il Paragone

lunedì 8 agosto 2022

TUTTO E’ TE STESSO 20 Luglio 2022

FONTE https://www.isabelladisoragna.com/articoli/tutto-e-te-stesso/ Un famoso psichiatra, con clinica in Sud America , raccontava in una conferenza episodi di casi di schizofrenia e concludeva citandone qualcuno: si trattava in genere di persone che erano ancora nella fase antecedente…l’educazione parentale, il catechismo, la scuola e che facevano fatica ad adattarvisi. Avendo messo su di loro l’etichetta di malattia mentale grave, in genere si adottavano metodi drastici e allopatici per bloccare la manifestazione invece di integrarla. https://www.isabelladisoragna.com/traduzioni/accogliere-il-se-frammentato/ Lo schizofrenico – come lo era all’inizio lo sciamano nelle società più vicine alla natura, quando per lui si trattava di “vivere morte e rinascita” per poter aiutare i propri simili – è semplicemente in contatto con le vere forze profonde della vita, ma se non è capito, non solo può reagire male, ma ha difficoltà ad integrarsi con la cosiddetta’’normosi’’ di cui parlava appunto lo psichiatra sud-americano. In uno dei casi riportati, vi era una madre – col suo bambino…’’malato’’- che cercava aiuto per le sue strane tendenze inabituali. Seduto davanti a lui, in silenzio, ad un tratto il ragazzino sbottò: – Perché tieni un registratore, non lo voglio! – Il dottore stupito, rispose che non vi era nessun registratore! Finalmente poi si ricordò che in un cassetto della scrivania, c’era una borsa con dentro un registratore che però non era in funzione! Da quel momento però, cominciò a vedere e curare questi casi in modo diverso, anzi, utilizzando le loro facoltà di essere al corrente di quanto ‘’sotterraneo’’ ci poteva essere, meglio dei vari medium, guaritori extra-lucidi che si servivano di ‘’poteri occulti’’ per vantaggi propri. Era un’ennesima prova che NON vi è mai stata una vera separazione tranne che nel processo ‘’mentale’’, divisorio. Da bambina per me non c’era una vera divisione io-altro, tutto era Dio (ora la chiamano ‘coscienza pura’), altrimenti che Dio poteva essere? Era perfetto così, (come non esistessi come individuo separato) perché poi mi raccontarono che era diverso? Non lo dicevo, ma vedevo bene se qualcuno mi mentiva, o anticipavo un evento, se una piantina che mi aveva regalato un amico, sfioriva, vedevo subito che l’amicizia era finita… tutto era naturale. Poi mi tormentarono con educazione, catechismo ecc. e così mi ammalai con problemi endocrini curati naturalmente con dosi massicce di medicine allopatiche che aggravarono la situazione fisica, ma ero ridiventata ‘normosata’ pur rimanendomi un costante bisogno di ‘uscire da un’immaginaria prigione’!! A scuola la mia unica vera amica era una compagna, che molti anni dopo, decretarono…schizofrenica e rinchiusero in una clinica con dosi massicce di medicine antipsicotiche ecc. La rividi dopo anni e mi spaventò… sembrava un burattino ammaestrato e stra-parlava…Molti anni dopo mi telefonò, era uscita dal…’’carcere’’ e mi raccontò che era stata al porto della città in cui viveva e, avendo visto partire una grossa nave, era contenta perché sulla nave… c’era…anche lei!! Trovai difficile continuare la relazione anche a distanza e telefonicamente, ma non avevo ancora capito tutto il meccanismo implicato. Sia lei che io e chissà quanti altri non vivevamo la ‘’normosi’’ e quindi eravamo soggetti difficili da ri-educare. Vi furono alcuni che decretarono che Ma Ananda Moy era in effetti una…malata mentale! Per lei non ci fu mai separazione. O si parlava di misticismo, come di qualcosa di ”speciale.” Questa “normosi” non si applica solo a questa situazione mentale particolare, ma all’umanità intera ed è quello che oggigiorno sfruttano i “mass-media” pagati e sottomessi a “poteri” che in realtà sono solo effetti di una divisione intellettuale, che crea paure viscerali e inconsce e quindi bisogno di controllo enorme. S. Francesco che aveva avuto un seguito di frati, fu “santificato” per …includerlo nell’orbita ecclesiastica (come Padre Pio): troppi sostenitori di una semplice verità che metteva da parte il potere religioso vigente. Ecco perché vi sono tanti problemi di droghe: è il bisogno di andar oltre il dualismo, di ritrovare uno stato che riunisca le separazioni mentali, dopo il lavaggio del cervello ‘’sociale’’ per poter intravedere la Realtà, ma purtroppo con mezzi debilitanti. Il peyotle e l’ayahuasca dei popoli oltre-oceano erano rituali considerati “sacri” perché (come raccontava A. Huxley) ti fanno vedere-verificare … che tutto è in realtà TE STESSO, ma con le “cerimonie appropriate” che aprono alle dimensioni vere. Ora anche la scienza, la fisica quantistica e gli studi approfonditi sui meccanismi del sistema neuronale e anche l’astrologia transpersonale, la medicina cinese, l’omeopatia ecc. confermano questa tesi: siamo fatti di ’’vuoto’’ e tutt’al più di risonanze, tutto è il risultato di meccanismi già in atto prima di qualunque decisione e dunque di qualunque cosa, se NON la “nominiamo”. Questo fa cadere le tesi dualistiche di un IO e di ALTRO, di spazio-tempo e di un’origine… mai esistita! Non si tratta di “chiaroveggenza’’, se in un tema astrologico posso vedere già ‘’tutta la vita’’ di un individuo, o se tastando il polso di una persona s’individua il tipo di costituzione o di problemi, poiché siamo un ologramma che al concepimento – nascita contiene GIÀ tutto il gomitolo che nell’apparente spazio-tempo’’ si manifesterà a seconda delle energie in corso, che non sono ”fuori”(anche se li chiamiamo Plutone o Giove ecc.) ma in ognuno di noi e anche in tutto quello che ‘’osserviamo’’ e che si dimostra sempre nostro fedele specchio. Si tratta solo di saperne identificare il simbolo-tipo di energie particolari che risuonano in vari strati della vita, ma che poi si rivelano un’unità. Nessun “destino o karma “solo specchi nell’apparente spazio-tempo: tutto poi accade da sé o meglio sembra apparire! Continuiamo pure a servirci di nomi e di eventi ecc., ma possiamo ben vedere davvero che il nome è un’etichetta, (come il nostro nome o altra definizione) ma NON è la cosa e che non serve identificarsi a un corpo-mente-coscienza che è fatto di atomi…vuoti. Siamo INFINITO SENZA-TEMPO, ma possiamo accogliere anche il… tempo e lo spazio, senza dei quali (anche se fittizi) non vi sarebbe nemmeno la possibilità di contemplare un apparente ”esterno a noi’’- che funziona solo se le nostre percezioni sono attive, anche se anch’esse illusorie. Eppure basterebbe far ‘’parlare il …cuore’’ che tutto abbraccia, anzi È TUTTO, ma non si può…parlarne senza sminuirlo. Qual’è più reale ?

sabato 18 giugno 2022

venerdì 6 maggio 2022

“Vorrei che si dicesse alla gente, con brutalità o con dolcezza parimenti violenta, ricordati che hai un’anima e che un’anima può tutto”. Cristina Campo, un’intervista

Tra i reperti della Radiotelevisione Svizzera c’è un documento straordinario, pubblicato nel 1977. Si tratta di un colloquio tra Cristina Campo e Olga Amman, “etnologa, viaggiatrice e documentarista” (vedi qui), realizzato a Nervi, alcuni mesi prima della sua morte, accaduta il 10 gennaio 1977, a Roma. La Campo non era solita rilasciare interviste: con la Amman fece una eccezione, “accettò forse perché anch’io come lei ero convinta che le cose del mondo visibile sono meno numerose di quelle del mondo invisibile”. Il dialogo si può ascoltare integralmente qui; ne ho estrapolato, per punti, alcune parti, in lettura, lo spartito di un’anima rara. “Io traverso uno strano periodo, un poco sonnambolico, interrotto da momenti di acutissima veglia. Le chiavi continuano ad aprire porte inattese… Io non sono così innocente da penetrare in quei territori come Alice nello specchio – mi rendo conto che si può scoprire all’improvviso di trovarsi in foreste di orsi e di serpenti”, scrive la Campo, il 21 gennaio 1975, a ‘Mita’. Vigile nella solitudine, la Campo abita un doppio romitorio: fisico – ha rari contatti con il mondo – e metafisico – s’è scavata un monastero nel cuore, dove il volto è scatto di fiamma. La sua voce, allo stesso modo, è distante, da un regno blu, scandito da un tempo misurabile in candele, e viva, piena, pronta, qui, in salotto – la Campo è allo stesso modo monda e mondana, ha l’attenzione di chi è nudo e morde. Appena dopo la morte, nel numero di gennaio-marzo 1977 di “Conoscenza religiosa”, sono pubbliche le sue traduzioni da Efrem Siro, il grande poeta e sapiente della Chiesa vissuto nel IV secolo. È poema che brucia, trapunto di luce, un inno alla luce – “Se si congiunge a una fonte di luce/ l’occhio diviene luce/ sfavilla di quella luce/ si fa glorioso di quello splendore” – che infine acceca, fino a rendere visibile solo ciò che non si vede. *** Chi è Cristina Campo? “Ma scusi, ma a chi importa?… c’è pure quel matto che strisciava per terra un grosso zoccolo dicendo, ‘lo consumerò questo pazzo mondo’… sono un po’ perplessa di questa generosità, del loro tempo, eccetera, mi affido a lei, non so cosa dire… Spero bene di non saper mai parlare di me…”. Lo pseudonimo. “Il mio è uno pseudonimo… mi ricorda una persona saggia e antica che diceva: non dir mai il tuo vero nome, non dir mai la tua data di nascita e non regalare mai una tua fotografia… Da bambini si giocava a darsi dei nomi, avevo 15 anni e giocavo con una mia dolcissima amica che morì sotto la prima bomba che cadde su Firenze. Da allora questo nome dato per gioco mi diventò più caro del mio, e questo è tutto”. Il gioco delle maschere. “Considero Cristina Campo talmente poco importante che non mi pesa affatto… Cristina Campo è un personaggio a cui non penso mai, che bellezza, lei resta fuori…”. “Ha scritto poco e le piacerebbe aver scritto meno”. “La parola per me è una cosa terribile, è un filo scoperto, elettrico… con il verbo non si scherza… Possiamo fare un male terribile, dire immense sciocchezze di cui ci pentiremo dieci anni dopo. Possiamo educare, formare anime ancora tenere con una sicurezza bersagliera che dopo alcuni anni rimpiangeremo. Ho sempre avuto una gran paura della parola: ho scritto molte cose che non ho pubblicato e non me ne importa nulla. Domani, se stessi per morire, ne butterei nel fuoco molte. ‘Di ogni parola inutile sarà chiesto conto’, dice la Scrittura”. Cosa le importa? “La poesia mi importa molto. Qualcosa che mi importa più della poesia è la fonte della poesia. La poesia non ha senso se non nasce da una fonte metafisica, invisibile, come nelle fiabe. Queste sono le due cose che contano”. Credere nell’invisibile. “Credo pochissimo al visibile, credo molto all’invisibile ed è forse la cosa che mi interessa di più”. Fare cose proibite. “Sto facendo cose proibite, che ora sono diventate pericolose… Mi sono messa a studiare un po’ per noia del pluralismo nostrano, le liturgie non nostre, rimaste se stesse, ed è un mondo inimmaginabilmente bello e importante: mi sono accorta che non solo tutta l’arte ma anche le fiabe vengono da lì… Le due liturgie che più mi hanno impressionato sono l’etiopica e la bizantino-slava, e poi altre, una bellissima, caldaica, dove sentiamo le parole di Cristo come le ha dette”. Il Padre Nostro è una poesia. “Il Padre nostro è una poesia. La prima parte, che si svolge tra uomo e Dio, sui desideri a lode di Dio, è rimata; la seconda parte, quando si scende a chiedere il pane quotidiano, è una prosa ritmica, cala, richiama con risonanze la prima parte, è un capolavoro straordinario… Gli strumenti poi sono bellissimi: gli armeni hanno cembali e gong, gli etiopici hanno i tamburi e i sistri, sono meravigliosi. Ciò che avevamo una volta e che abbiamo gettato via, per ragioni certamente sublimi ma che io non afferro, sono conservati lì per aprire i cinque sensi, che diventano cinque porte per far entrare l’invisibile. I profumi di una chiesa armena non possiamo immaginarceli: il profumo del miron, il crisma dove hanno bollito per tre giorni e tre notti cinquantasette aromi diversi alla lettura continua del Vangelo in un fuoco scaturito da icone e alimentato dal vescovo è qualcosa di indicibile”. Sulle domande capitali: Chi sei? Che senso ha il mondo? “Non esco mai dalla minore età, spero sempre vanamente, perciò queste domande non le so immaginare, non posso pormi nel cervello dell’Essere, come faccio? Non mi sono mai posta il problema perché si vive? Per me un miracolo… Avere visto una lucertola che prendeva la buccia di una pera, stando sopra il mio piede, e la portava alla femmina, come un dono, mentre il sole tramontava. Ecco, che bello essere creati… o che cosa spaventosa in altri momenti. La domanda urgentissima, piuttosto, è: perché sei qui e cosa devi fare? A quella domanda quasi sempre rispondo ‘per scrivere’, con enorme presunzione. Testimoniare la bellezza, ecco, mi sembra una risposta. E poi amare alcune persone, potendo moltissime, tutto e tutti, ma è difficile”. La civiltà occidentale. “Questa non mi sembra più una civiltà, non ha più niente dei caratteri di una civiltà. La civiltà si trasmette con amore, questa è una cosa che si distrugge con furore”. Lavorare su se stessi, il “collettivo” non esiste. “Non credo in niente di collettivo, ognuno deve lavorare su se stesso. Ognuno irradia, collettivamente non si può far niente. Esistono uomini ‘realizzati’: questi uomini entrano e tutto va a posto. Io non ho fiducia in niente, ma ho incontrato persone mature, diciamo così, che hanno capito tutto, basta, chiuso, un 5 o 6 uomini e 7 o 8 donne, che è un numero stragrande per chi vive sola, come me, che non frequento un mondo. Vuol dire che ce n’è di questi uomini. Ho viaggiato poco, li ho conosciuti questi uomini e so che se si potesse permettere a questa gente di avere in mano la ferula, potrebbero scaturire dei miracoli”. Ricordati che hai un’anima. “Vorrei che si dicesse costantemente alla gente, con brutalità o con dolcezza parimenti violenta, come faceva Cristo, ‘ricordati che hai un’anima e che un’anima può tutto’”. Olga Amman Fonte https://www.pangea.news/cristina-campo-intervista/

martedì 29 marzo 2022

Vladimir Putin ha dichiarato la bancarotta …. del sistema monetario fiat

Fonte https://www.maurizioblondet.it Spiegazione del prof Sinagra: La Banca Centrale della Federazione Russa ha annunciato la reintroduzione della convertibilità in oro della sua moneta nazionale, il rublo. L’ancoraggio all’oro è fissato nella misura di grande convenienza di 5.000 rubli per un grammo di oro. Per la stessa ragione il Col. Gheddafi fu assassinato selvaggiamente dagli anglofrancoamericani. La Federazione Russa e Gazprom hanno deciso che gli Stati che hanno imposto sanzioni alla Russia dovranno pagare il gas (150 miliardi all’anno di mc verso la UE), in rubli e tale mezzo di pagamento è per di più previsto dai contratti di acquisto in vigore. Valutazione del Deutsche Wirtschafts Nachrichten; con questa mossa, Vladimir Putin ha dichiarato la bancarotta del sistema monetario fiat CUNEYT YILMAZ Il 16 marzo 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato durante una videoconferenza “sul sostegno socioeconomico agli stati costituenti della Federazione Russa”: “Il congelamento illegale di parte delle riserve valutarie della banca centrale russa segna la fine dell’affidabilità dei cosiddetti asset primari. In effetti, gli Stati Uniti e l’UE hanno fallito nei loro impegni nei confronti della Russia. Oggi tutti sanno che le riserve finanziarie possono essere facilmente rubate. E molti paesi potrebbero iniziare nel prossimo futuro – sono sicuro che accadrà – a convertire le proprie risorse cartacee e digitali in riserve reali di materie prime, terra, cibo, oro e altri beni reali, che causeranno solo ulteriori carenze in questi mercati Guiderà.” Il 3 marzo 2022, il Wall Street Journal , sotto il titolo “Se le riserve valutarie della Russia non sono soldi veri, il mondo è sotto shock”, ha riportato: “Le sanzioni hanno dimostrato che le riserve valutarie accumulate dalle banche centrali possono essere portato via.” Quella dichiarazione del Wall Street Journal coincide con la denuncia di Putin del 16 marzo 2022. La tua Nuova Caldaia a 0€! Come è possibile? Scoprilo Ad La tua Nuova Caldaia a 0€! Come è possibile? Scoprilo Ariel Energia Appropriato: il 15 ottobre 2020, il capo del FMI Kristalina Georgieva ha dichiarato l’inizio di un “nuovo momento di Bretton Woods“, che era una chiara indicazione che l’attuale sistema finanziario globale doveva essere rivisto. Basilea III: l’oro diventa un asset premium L’oro fisico, non l’oro cartaceo, è stato riclassificato da un’attività di livello 3 a un’attività di livello 1 il 28 giugno 2021 ai sensi dell’accordo internazionale di Basilea III. Ciò significa che dal 28 giugno 2021 l’oro fisico sarà classificato come capitale di classe 1 per le banche. I lingotti d’oro e le monete d’oro presso le banche possono quindi essere utilizzati come riserva per la concessione di prestiti. Harry Dent, James Rickards e Vladimir Putin La dichiarazione di Putin è molto importante perché sostanzialmente coincide con le dichiarazioni di esperti finanziari europei e statunitensi secondo cui l’attuale sistema di moneta legale sta per crollare. Il presidente della Russia afferma anche apertamente che la domanda di metalli preziosi e cereali aumenterà. Numerosi esperti di metalli preziosi ed esperti finanziari – come Harry Dent, James Rickards o Mike Maloney – predicano da molto tempo che i prezzi dell’oro e dell’argento potrebbero raggiungere livelli astronomici. Queste affermazioni sono fatte in connessione con una rivalutazione dell’oro e/o dell’argento, o in connessione con un grave crollo del mercato azionario. Tuttavia, se le affermazioni di Putin hanno un senso, il vero boom dei prezzi sul mercato dei metalli preziosi e su tutti gli altri mercati delle materie prime si verificherà quando le banche centrali e i governi “convertiranno i loro asset cartacei e digitali in vere riserve di materie prime, terra, cibo, oro e altri beni… reali”. Ad Agrometeorologia, Biometanizzazione: quali sono le innovazioni agricole di domani? Scopri i produttori di mele impegnati per una filiera sostenibile. Pink Lady Denaro-merce, appoggiato a beni reali, invece di denaro-debito: è davvero la fine dell’Occidente della speculazione e della plutocrazia improduttiva.

lunedì 21 febbraio 2022

Su La Testa!: SONO UN UOMO LIBERO!

Su La Testa!: SONO UN UOMO LIBERO!:   Sono un uomo libero: io non ho paura, neanche di morire. Non indosso - come tanti - mascherine di carnevale, ma soltanto la maschera subac...

mercoledì 16 febbraio 2022

Il mare e le onde

www.isabelladisoragna.com/articoli/mare-le-onde/ Meister Eckhardt(domenicano del 1300) lo spiegava chiaramente nel suo “Sermone della povertà”: …”Perciò io sono Causa originaria di me stesso secondo il mio essere che è eterno e non secondo il mio divenire che è temporale… perciò io sono non nato e secondo il modo del mio essere non-nato non posso mai morire.” E ancora ”… Se io non fossi, neanche Dio sarebbe: io sono causa originaria dell’ essere Dio, da parte di Dio; se io non fossi, Dio non sarebbe Dio”… “nell’irruzione in cui sono libero del mio proprio volere e del volere di Dio e di tutte le opere e di Dio stesso, là io sono al di sopra di tutte le creature e non sono né Dio né creatura, ma piuttosto quello che ero, che sarò ora e sempre”…”là sono una causa prima immobile, che muove tutte le cose(“.. che muove il sole e l’altre stelle”). Qui Dio non trova alcun luogo nell’uomo, perché l’uomo conquista con questa povertà quel che è stato in eterno” …”qui Dio è una cosa sola con lo spirito e QUESTA è LA POVERTA’ PIÙ VERA CHE SI POSSA TROVARE.” E aggiungeva spesso: ”Non importa se non capite”. (M. Eckhardt non conosceva certo Nisargadatta Maharaj, ma all’epoca, in Europa si rischiava la pelle a parlar così! Questo sermone (con gli altri) un giorno mi “arrivò per errore e mai richiesto’’ nella cassetta delle lettere: il pacco era destinato ad un lettore dell’Africa del sud).

sabato 29 gennaio 2022

Satsang con Ramesh Balsekar

Fonte www.innernet Immagina, se vuoi, che un mattino ti svegli in un altro mondo. Appena ti stropicci gli occhi per abituarti alla luce splendente del sole, vedi che sotto molti aspetti non è un mondo molto diverso da questo. Sei circondato da creature che, ai tuoi occhi, appaiono identiche agli esseri umani con cui di solito condividi il mondo. Li osservi mentre si muovono nelle loro attività giornaliere, vivono le loro vite, s’intrattengono a conversare con gli altri, prendendo le miriadi di scelte e decisioni inerenti alle richieste della vita. Il quadro sembra rassicurante, familiare e normale. Ma presto scopri che in questo mondo le cose non sono necessariamente come appaiono. Perché questi non sono esseri umani. No, questi sono “organismi corpo/mente” che, a differenza delle loro controparti umane, non hanno la facoltà di scegliere tra più possibilità o di prendere decisioni. Infatti, questi organismi non hanno niente che assomigli lontanamente a quello che chiameremmo libero arbitrio. Le trame delle loro vite furono scritte sulla pietra, molto tempo prima che nascessero, lasciando loro solo la possibilità di compiere meccanicamente degli atti per rappresentare la loro programmazione. Questi, in apparenza delle creature umane, sembrerebbe, non sono diversi dalle macchine. Mentre apparentemente sembrano comportarsi come normali individui dal pensiero libero, indaffarati nelle loro attività quotidiane, stranamente quando gli viene chiesto, sostengono che non stanno facendo proprio niente. Infatti, in questo mondo peculiare, affermano che non ci sono “coloro i quali agiscono”. Per di più, nessuno in questo mondo è mai ritenuto responsabile di qualcosa. Anche quando sembra che uno di questi esseri faccia del male ad un altro, non viene percepito nessun rimorso e non viene assegnata nessuna colpa. Se ti capitasse di chiedere a uno di questi organismi corpo/mente qualcosa a proposito, la risposta sarebbe che non c’era nessuno che aveva fatto niente. L’etica è un concetto sconosciuto da queste parti. Le leggi di natura non sembrano applicabili in questo mirabile nuovo mondo. O forse qui sono state riscritte, dal momento in cui gli esseri sembrano osservare alcune strane leggi. Ti chiedi in quale luogo della Terra potresti essere. Ma non sei sulla Terra, sei atterrato sul Pianeta Advaita. Sono venuto a Bombay a intervistare Ramesh Balsekar, uno dei più conosciuti insegnanti dell’Advaita Vedanta attualmente in vita. Vive nel cuore di questa vasta, caotica città, in un’esclusiva zona di fronte al mare, che, mi ha informato il mio tassista, è dove abitano molti vip. Il portiere della sua casa, deducendo automaticamente che come occidentale dovessi essere venuto a visitare Ramesh Balsekar, mi diresse ad un piano superiore, dove c’è la spaziosa e ben ammobiliata residenza di Balsekar. Balsekar fu un padrone di casa molto cortese, accogliendomi calorosamente, nel suo immacolato, tradizionale abbigliamento indiano. Il suo atteggiamento era raggiante e vivace, e mi è stato difficile credere che avesse ottant’anni. Ramesh Balsekar proviene da un ambiente insolito per un guru indiano. Istruito in occidente, ebbe una carriera di successo come dirigente e andò in pensione dalla sua carica di presidente della Banca dell’India all’età di sessant’anni. E mentre afferma di essere sempre stato incline a credere nel destino, fu solo dopo il suo ritiro dal lavoro che iniziò la sua ricerca spirituale, una ricerca che lo condusse velocemente dal suo guru – il rinomato maestro di Advaita Vedanta Sri Nisargadatta Maharaj. Nisargadatta era un’insegnante impetuoso che divenne famoso in Occidente negli anni ’70 quando fu pubblicata una traduzione inglese dei suoi dialoghi intitolata I Am That (Io sono quello, Astrolabio, Milano, 2001) – un libro che è diventato un classico spirituale moderno. Entro meno di un anno dall’incontro con Nisargadatta, accadde improvvisamente a Balsekar quello che lui ha definito “la comprensione finale” – l’illuminazione – mentre stava traducendo per conto del suo guru. Secondo il racconto di Balsekar, Nisargadatta lo autorizzò ad insegnare appena prima di morire, e da allora, ha costantemente condiviso il suo messaggio come successore di questo maestro molto rispettato. Balsekar ha pubblicato molti libri dei suoi insegnamenti ed ha insegnato in Europa, negli Stati Uniti e in India. Tiene satsang [udienze con un maestro spirituale] ogni mattina nel suo appartamento, e un flusso costante di ricercatori quasi esclusivamente occidentali va a Bombay per vederlo. All’inizio volevamo intervistare Balsekar, sia perché è un popolare e influente insegnante Advaita – adesso ha autorizzato dei suoi studenti all‘insegnamento – e sia perché è considerato, da molti, il successore di uno dei più riconosciuti insegnanti Advaita dell’era moderna. Nello studiare gli scritti di Balsekar, abbiamo presto realizzato che stava insegnando una forma dell’Advaita insolita e possibilmente eccentrica che induceva, francamente, a nostro parere, a conclusioni opinabili e perfino disturbanti. Sebbene il pensiero indiano sia stato a lungo criticato per le sue inclinazioni deterministiche, sembrava che Balsekar avesse portato questo fatalismo a un estremo senza precedenti. Fu sia un desiderio di esplorare questi spazi inquietanti, sia di proseguire con il nostro interesse soprattutto per gli insegnamenti Advaita, che alla fine mi portò a Bombay a parlare con lui. E mentre arrivai immaginandomi un incontro impegnativo, guardando a posteriori, mi è chiaro che, mentre ci fu offerto il caffè e ci sistemammo comodamente nel suo soggiorno, non avrei avuto nessuna possibilità di prepararmi al dialogo che stava iniziando. Chris Parish: Sei sempre più noto come insegnante dell'Advaita Vedanta sia in India sia in Occidente. Puoi descriverci cosa insegni? Ramesh Balsekar: Posso davvero dirlo con una sola frase. La frase su cui si basa il mio intero insegnamento è: “Sia fatta la tua volontà”. O come lo dicono i Musulmani, Inshallah –“Il volere di Dio.” O nelle parole di Buddha: “Gli eventi accadono, le azioni sono compiute, non c’è alcun individuo che agisce”. Vedi, il conflitto di base nella vita è: “Faccio sempre tutto nel modo giusto quindi mi aspetto la mia ricompensa; egli o ella fanno sempre qualcosa di sbagliato e quindi dovrebbero essere puniti”. Questa è la vita, non è cosi? Chris Parish: Certamente, accade spesso. Ramesh Balsekar: Questa è la base di ciò che ho osservato. L’intero problema sorge perché qualcuno dice: “Io ho fatto qualcosa e mi merito una ricompensa, o egli ha fatto qualcosa e perciò lo voglio punire per quello che ha fatto”. Chris Parish: Come conduci le persone a questo – che “non c’è colui che agisce”? Ramesh Balsekar: È molto semplice. Se analizzi ciascuna azione che consideri la tua azione, scoprirai che è una reazione del cervello ad un evento esterno sul quale non hai alcun controllo. Un pensiero arriva – non hai controllo sul pensiero in arrivo. Qualcosa viene visto e udito – non hai controllo su ciò che vedrai e udrai in seguito. Tutti questi eventi accadono senza il tuo controllo. E poi che succede? Il cervello reagisce al pensiero o alla cosa vista, udita, gustata, odorata, o toccata. La reazione del cervello è ciò che chiami “la tua azione”. Ma, di fatto, è solamente un concetto. Chris Parish: Qual è la differenza, quindi, fra i pensieri, le sensazioni e le azioni di una persona illuminata e di una non illuminata? Ramesh Balsekar: Succede la stessa cosa. La sola differenza è che il saggio capisce che quello è ciò che sta accadendo. Perciò sa che non c’è niente che egli stia facendo – semplicemente le cose accadono. Il saggio sa che “io non sto facendo niente”. Ma l’uomo comune dice: “Io faccio delle cose e loro fanno delle cose. Perciò voglio la mia ricompensa e voglio che loro siano puniti”. La ricompensa o la punizione derivano dal fatto che io, lui, o lei facciamo delle cose. Chris Parish: Posso capire attraverso la mia esperienza che non abbiamo controllo sui pensieri e le emozioni che affiorano. Ma qualche volta un’azione segue e talaltra no, e mi sembra che c’è una grande differenza tra quando un pensiero si manifesta solamente e quando viene intrapresa un’azione che coinvolge un’altra persona. Ramesh Balsekar: L’azione che accade è il risultato della reazione del cervello al pensiero. Se si è soltanto testimoni del pensiero e il cervello non reagisce a quel pensiero, allora non c’è azione. Chris Parish: Ma, se come tu dici, non c’è nessuno che decide come rispondere, chi è che causa il manifestarsi o meno di un’azione? Ramesh Balsekar: Un’azione accade se è nel volere di Dio che accada. Se non è nel suo volere, non accade. Chris Parish: Vuoi dire che ogni azione che si manifesta è per il volere di Dio? Ramesh Balsekar: Sì – è il volere di Dio. Chris Parish: Che agisce attraverso una persona? Ramesh Balsekar: Sì, attraverso una persona. Chris Parish: Sia che questa persona sia illuminata oppure no? Attraverso ognuno, in altre parole? Ramesh Balsekar: Esatto. La sola differenza, come ho detto, è che l’uomo comune pensa: “ È la mia azione”, laddove il saggio sa che è l’azione di nessuno. Il saggio sa che “le azioni sono compiute, gli eventi accadono, ma non c’è un colui individuale che agisce”. Per quanto mi riguarda questa è l’unica differenza. La sola differenza tra un saggio e una persona comune è che la persona comune crede che ogni individuo fa ciò che accade attraverso quell’organismo del corpo/mente. Così dal momento che il saggio sa che non esiste azione che egli compia, se si produce un’azione che ferisce qualcuno, farà tutto ciò che gli è possibile per aiutare quella persona – ma non ci sarà nessun senso di colpa. Chris Parish: Vuoi dire che se un individuo agisce in modo da ferirne un altro, la persona che l’ha compiuto, o, come dici, l’”organismo corpo/mente” che l’ha agito, non è responsabile? Ramesh Balsekar: Quello che sto dicendo è che sai che: ”io” non l’ho fatto. Non dico che non sei dispiaciuto di aver ferito qualcuno. Il fatto che qualcuno è stato ferito indurrà un sentimento di compassione e il sentimento di compassione risulterà nel mio tentativo di fare il possibile per lenire la ferita. Ma non ci sarà senso di colpa: io non l’ho fatto! L’altra faccia della medaglia è che accade un’azione lodata dalla società che mi premia per questo. Non dico che non ci sarà felicità causata dalla ricompensa. Così come la compassione si è manifestata a causa della ferita, un sentimento di soddisfazione o felicità può sorgere a causa di una ricompensa. Però, non ci sarà orgoglio. Chris Parish: Ma intendi letteralmente dire che se io vado a colpire qualcuno, non sono io a farlo? Voglio semplicemente essere chiaro a questo proposito. Ramesh Balsekar: Il fatto iniziale, il concetto originario, rimane ancora: tu hai colpito qualcuno. Sorge il concetto aggiuntivo che qualsiasi cosa accada è il volere di Dio, e la volontà di Dio relativa ad ogni organismo corpo/mente è il destino di quell’organismo corpo/mente. Uso la parola “programmare” in riferimento alle caratteristiche inerenti all’organismo corpo/mente. La “programmazione” per me significa i geni più i condizionamenti ambientali. Non hai potuto scegliere i tuoi genitori, perciò non hai avuto scelta per quanto riguarda i tuoi geni. Allo stesso modo, non hai avuto voce in capitolo riguardo all’ambiente di nascita. Chris Parish: Quindi potrei soltanto dire: “Beh, ho agito per volontà di Dio, non è colpa mia”. Ramesh Balsekar: Certo. Un atto accade perché è nel destino di quest’organismo corpo/mente, e perché è il volere di Dio. E le conseguenze di quell’azione sono anch’esse il destino di quell’organismo corpo/mente. Se accade una buona azione, quello è il destino. Per esempio, prendiamo Madre Teresa. L’organismo corpo/mente conosciuto come Madre Teresa era stato così programmato affinché accadessero solo buone azioni. Quindi il manifestarsi di buone azioni era il destino dell’organismo corpo/mente chiamato Madre Teresa e le conseguenze furono un premio Nobel, ricompense, onorificenze e donazioni per le varie cause. Tutto questo era il destino di quell’organismo corpo/mente chiamato Madre Teresa. Dall’altro lato c’è un organismo psicopatico che è programmato in modo tale - dalla stessa Sorgente – che accadano solo azioni cattive o perverse. La manifestazione di queste cattive azioni perverse è il destino di un organismo corpo/mente che la società chiama psicopatico. Ma lo psicopatico non ha scelto di essere tale. Infatti, non c’è uno psicopatico; c’è solo un organismo corpo/mente psicopatico, il cui destino è produrre azioni cattive e perverse. E anche le conseguenze di tali azioni sono il destino di quell’organismo corpo/mente. Chris Parish: Ritieni che tutto sia predestinato? Che tutto sia programmato dalla nascita? Ramesh Balsekar: Sì. Uso la parola “programmare” in riferimento alle caratteristiche inerenti all’organismo corpo/mente. La “programmazione” per me significa i geni più i condizionamenti ambientali. Non hai potuto scegliere i tuoi genitori, perciò non hai avuto scelta per quanto riguarda i tuoi geni. Allo stesso modo, non hai avuto voce in capitolo riguardo all’ambiente di nascita. Perciò non hai avuto scelta riguardo i condizionamenti dell’infanzia che hai ricevuto in quell’ambiente, che include i condizionamenti a casa, nella società, a scuola e in chiesa. Gli psicologi affermano che la somma dei condizionamenti ricevuti entro i tre, quattro anni d’età è il condizionamento di base. Ci saranno condizionamenti ulteriori, ma il condizionamento di base che crea la personalità è la somma dei geni più il condizionamento ambientale. La chiamo programmazione. Ogni organismo corpo/mente è programmato in un modo unico. Non ci sono due organismi corpo/mente uguali. Chris Parish: Sì, ma non è forse vero che due persone possono avere un assortimento di condizionamenti simile eppure essere completamente diverse l’una dall’altra? Ramesh Balsekar: Certo. Per questo motivo uso due termini: uno è la programmazione dell’organismo corpo/mente stesso; l’altro è il destino. Il destino è il volere di Dio riguardo a quell’organismo corpo/mente, impresso al momento del concepimento. Il destino di un concepito può essere di non nascere affatto – nel qual caso sarà abortito. Tutto questo è un concetto, non ti sbagliare. Questo è il mio concetto. Chris Parish: Affermi che questo è un concetto e, di sicuro tutte le parole sono concetti, ma come facciamo a sapere che questo concetto rappresenta la verità? Tendo a pensare che ognuno abbia delle responsabilità individuali e che, sebbene ci sia una certa quantità di condizionamenti che ereditiamo, possiamo tuttavia scegliere la risposta. Un individuo può trascendere gli aspetti del suo condizionamento, mentre un altro può rimanerci bloccato tutta la vita. Dal momento che questo accade, direi che è dovuto alla volontà dell’individuo di trascendere i condizionamenti, e di aver successo. Ramesh Balsekar: Ma se questo accade può accadere se non è nella volontà di Dio? Supponiamo che ci siano due persone: una cerca di superare i suoi limiti e ce la fa; l’altra non ce la fa. Quello che intendo è: sia colui che ha successo, sia colui che fallisce lo fa perché quello è il destino del suo organismo corpo/mente – che è la volontà di Dio. Chris Parish: Ma non potremmo più semplicemente dire che è nella volontà di Dio dare ad ogni individuo la libera scelta di prendere le sue decisioni? Ramesh Balsekar: No. Vedi, la mia domanda è: quale delle due volontà prevale? Quella dell’individuo o quella di Dio? Secondo la tua esperienza fino a che punto il tuo libero arbitrio ha prevalso? Chris Parish: Penso che, a volte, la volontà dell’individuo possa certamente prevalere. Ramesh Balsekar: Nei confronti della volontà di Dio? Quando vuoi qualcosa e ti dai da fare per averlo e lo ottieni, lo ottieni perché la tua volontà coincide con quella di Dio. Chris Parish: Prendiamo l’esempio di un individuo che diventa un tossicodipendente e rimane tale tutta la vita. Uno, può altrettanto facilmente argomentare, che ha fatto questa scelta per andare contro la volontà di Dio e ha avuto successo – precisamente perché c’è il libero arbitrio. Ramesh Balsekar: Ma sia che tu lo accetti o no di per sé è la volontà di Dio, non lo vedi? Che tu accetti la volontà di Dio o che tu non accetti la volontà di Dio, è la stessa volontà di Dio! Chris Parish: Affermare che tutto è programmato anticipatamente, che tutto è destino, che non c’è libera scelta, sembra una forma molto estrema di riduzionismo. Secondo questa visione gli esseri umani sono come computer; tutto ciò che ci riguarda è completamente predisposto. Ramesh Balsekar: Sì, precisamente. Chris Parish: Ma questa mi sembra una visione senza cuore. Allora siamo soltanto delle macchine – tutto ci accade. Non c’è niente che possiamo agire, niente che possiamo cambiare. Ramesh Balsekar: Sì, esattamente. Chris Parish: Ma questo potrebbe facilmente condurre ad una profonda indifferenza verso la vita. Ramesh Balsekar: Sì, e se accadesse, allora sarebbe ottimo! Chris Parish: Davvero? Ramesh Balsekar: Ma questo è il punto! Certo. Poi puoi dire che qualsiasi cosa accada viene accettata. Allora non c’è infelicità; non c’è miseria, non c’è colpa, orgoglio, odio, invidia. Che c’è di sbagliato in questo? E come già ti ho detto, le azioni accadono attraverso questo organismo corpo/mente, e se questo individuo scopre che un atto ha ferito qualcuno, nasce la compassione. Chris Parish: Ma non appare un po’ strano prima ferire qualcuno e poi provare compassione? Non sarebbe meglio, in primo luogo, non ferirlo? Ramesh Balsekar: Ma non è sotto il tuo controllo! Se lo fosse stato, in primo luogo non lo avresti mai fatto. Chris Parish: Ma se uno crede di poter esercitare il controllo opponendosi alla credenza che afferma il contrario, potrebbe scegliere di non farlo. Ramesh Balsekar: Allora perché l’essere umano non esercita il controlla su ogni azione che si manifesta? Lascia che ti faccia una domanda. È evidente che l’essere umano possegga un intelletto straordinario, un intelletto tale che un piccolo essere umano è stato capace di spedire un uomo sulla luna. Chris Parish: Sì, è vero. Ramesh Balsekar: E ha anche l’intelletto per comprendere che se fa certe cose, altre cose terribili accadranno. Ha l’intelletto per sapere che se produce armamenti nucleari o armi chimiche, poi saranno usate e succederanno cose terribili nel mondo. Ha l’intelletto – dunque se possiede il libero arbitrio, allora perché lo fa? Se possiede il libero arbitrio, perché ha ridotto il mondo in queste condizioni? Chris Parish: Ammetto che la situazione che descrivi è ovviamente malsana. Ma suggerirei che dipenda dal fatto che le persone hanno una volontà debole. E credo che possano cambiare se lo vogliono – se ci tengono. Ramesh Balsekar: Allora perché non l’hanno fatto? Chris Parish: Alcune persone cambiano, ma, come ho detto, sfortunatamente sembra che i più abbiano una volontà debole. Il libero arbitrio da solo non ci assicura che agiremo con intelligenza. Come nell’esempio che hai appena portato, è chiaro che la gente spesso scelga di fare delle cose abbastanza dannose. Ramesh Balsekar: Se dici che abbiamo il libero arbitrio di distruggere il mondo, significa, in altre parole, che stiamo distruggendo il mondo perché lo vogliamo – sapendo benissimo che il mondo sarà distrutto! Il libero arbitrio significa che vuoi farlo. Chris Parish: Penso che il problema stia più nel fatto che le persone, di solito, non si assumano le conseguenze delle loro azioni. Spesso pensano solo a loro stesse, senza considerare dove possano condurre le loro azioni. Ramesh Balsekar: Ma l’essere umano è straordinariamente intelligente. Perché non pensa nei modi che tu proponi? La mia risposta è – perché non è previsto che lo faccia. Chris Parish: Quando dici “non è previsto”, che significa? Ramesh Balsekar: Non è nella volontà di Dio che gli esseri umani pensino in questi termini. Non è nella volontà di Dio che gli esseri umani siano perfetti. La differenza tra il saggio e la persona comune è che il saggio accetta che sia come Dio vuole, ma – e questo è importante – che ciò non gli impedisca di fare quello che crede che debba essere fatto. E quello che ritiene di dover fare è basato sulla programmazione. Chris Parish: Ma perché il saggio ”farebbe quello che crede debba essere fatto” se, come hai già spiegato, sa che, in primo luogo, non è lui a pensare? Ramesh Balsekar: Vuoi dire, come accade l’azione? La risposta è che l’energia all’interno dell’organismo corpo/ mente compie l’azione secondo la programmazione. Chris Parish: Quindi l’azione, come tu la descrivi, si manifesta solo attraverso la persona. Ramesh Balsekar: Sì, fluisce. L’azione accade. Pertanto, questo è il punto di ciò che dico – tornando indietro, di nuovo, alle parole del Buddha: “Gli eventi accadono, le azioni sono compiute”. Chris Parish: Da quello che conosco sul pensiero del Buddha, anch’egli sentiva fortemente che gli individui erano personalmente responsabili delle loro azioni. Non è questa la base del suo intero insegnamento sul karma, sulla causa ed effetto? Ramesh Balsekar: Non il Buddha! Chris Parish: È la mia impressione che Buddha insegnò un bel po’ la “retta azione”. Sembrava che gli stesse molto a cuore quello che la gente faceva, e poneva molta enfasi sulle persone che s’impegnano in modo appropriato per cambiare se stesse. Ramesh Balsekar: Questa è un’interpretazione successiva del Buddismo. Le parole del Buddha sono molto chiare. Chi ha il controllo di ciò che accade? Dio ha il controllo! Questa è la base di tutte le religioni, come abbiamo visto. E perché ci sono delle guerre religiose se questa è la base di tutte le religioni? Sono coloro che interpretano, la causa di queste guerre! E, ancora, come potrebbe succedere se non fosse nella volontà di Dio? Chris Parish: È chiaro che tu creda che tutto quello che facciamo, lo facciamo a causa della volontà di Dio. Mi sembra, però, che questo abbia un senso soltanto nel caso di un individuo che sia giunto alla fine del suo cammino spirituale – che abbia concluso con l’ego – perché le azioni di questa persona non sono al servizio di se stessa, e quindi, non ci sarebbe nessuna deformazione della volontà di Dio. Ma fino a quel punto, se un individuo agisce male verso un altro, potrebbe essere solo una reazione compulsiva perché si sente egoista. Se quella fosse la causa, allora ciò che dici potrebbe effettivamente essere usato come una giustificazione per un comportamento spiacevole o aggressivo. Potrebbero semplicemente dire: “Tutto è volontà di Dio. Non ha importanza!” Ramesh Balsekar: Lo so, ma quella è la verità. La tua vera domanda è: “Perché Dio ha creato il mondo in questo modo?”. Vedi, però, un essere umano è solo un oggetto creato che è parte della totalità della manifestazione che è stata generata dalla Sorgente. Così la mia risposta è: “Un oggetto creato non può in alcun modo conoscere il suo creatore!”. Lascia che ti porti una metafora. Immaginiamo che dipingi un quadro, e in quel quadro dipingi una figura. Poi quella figura vuole conoscere, numero uno, perché tu, quale pittore, hai dipinto quel particolare quadro, e, numero due, perché hai fatto la figura così brutta! Vedi, come può un oggetto creato arrivare mai, in alcun modo, a conoscere la volontà del suo creatore? Comunque il mio punto di vista è che questo non t’impedisce di fare ciò che pensi vada fatto! Accettando che niente accada senza la volontà di Dio non impedisce a nessuno di fare ciò che crede vada fatto. Puoi fare altrimenti? Chris Parish: Ma basandomi su questa linea di ragionamento, come ho già detto, penserei che sarebbe piuttosto facile concludere: “D’accordo è tutto nella volontà di Dio; non ha importanza quello che accade”. E poi semplicemente lasciar perdere tutto quanto. Ramesh Balsekar: Vuoi dire: “Allora perché non stare a letto tutto il giorno”? Chris Parish: Appunto, perché continuare a fare degli sforzi? Ramesh Balsekar: La risposta è che l’energia all’interno di questo organismo corpo/mente non permetterà a questo organismo corpo/mente di rimanere inattivo neanche per un momento. L’energia continuerà a produrre qualche azione, fisica o mentale, ogni attimo, secondo la programmazione dell’organismo corpo/mente e il destino dell’organismo corpo/mente, che è la volontà di Dio. Ma questo non t’impedisce, pensando ancora di essere un individuo, di fare ciò che credi vada fatto. Per cui quello che dico, di fatto, è: “Ciò che tu pensi che dovresti fare in ogni situazione, in quel particolare momento, è precisamente ciò che Dio vuole che tu pensi vada fatto! In definitiva l’accettare la volontà di Dio non t’impedisce di fare ciò che pensi vada fatto. Vedi? Infatti, non puoi fare a meno di farlo! Chris Parish: Ho letto qualcosa su un opuscolo scritto da numerosi tuoi studenti che sembra rilevante a questo proposito. Dice: “Quello che ti piace può essere solo ciò che Dio vuole che ti piaccia. Niente può accadere senza la Sua volontà”. L’opuscolo aggiunge anche: “Non sentirti in colpa neanche se accade un adulterio. Tu, la Sorgente, sei sempre puro”. Ramesh Balsekar: Questo l’ha detto Ramana Maharshi. Chris Parish: La Sorgente può essere sempre pura, ma, di nuovo, mi sembra che questo potrebbe essere facilmente preso come il permesso di agire senza coscienza. Potresti dire: “Non ha importanza se commetto un adulterio, non ha importanza se faccio del male ai miei amici, perché quell’azione semplicemente accade”. Può essere facilmente preso come il permesso di agire secondo il desiderio, solo perché mi succede di avere quel desiderio. Ramesh Balsekar: Ma non è proprio quello che accade? Chris Parish: Accade, certamente, ma… Ramesh Balsekar: Vuoi dire che succederebbe più di frequente? Chris Parish: Potrebbe, con facilità, succedere più spesso. Potrei dire: “Ecco, non ha importanza quel che faccio adesso. Non devo far caso a frenarmi se sento un desiderio”. Ti è chiaro quel che intendo? Ramesh Balsekar: La domanda comunemente formulata è: “Se in realtà io non faccio niente, che cosa mi impedisce di prendere una mitragliatrice e andare fuori ad uccidere venti persone?”. Questo è ciò che intendi chiedere, non è così? Chris Parish: Beh, questo è un esempio estremo Ramesh Balsekar: Sì, prendiamo un esempio estremo! Chris Parish: Ma io credo sia più interessante prendere in considerazione l’esempio dell’adulterio, perché molte persone non farebbero davvero un gesto così estremo come mitragliare delle altre. Ramesh Balsekar: Va bene. È la stessa cosa quando parliamo del commettere adulterio. Ho letto che gli psicologi e i biologi, basandosi sulle loro ricerche, sono giunti alla conclusione che se inganni tua moglie, non dovresti fartene una colpa. Sempre di più gli scienziati stanno arrivando alla conclusione che i mistici hanno sempre sostenuto – che qualsiasi azione accada sia rintracciabile nella programmazione. Chris Parish: Mi rendo conto che in alcuni casi questo potrebbe essere vero, ma diciamo, per esempio, che ho l’urgenza di commettere un adulterio. Potrei dire: “Deve essere nella volontà di Dio che accada, quindi lo farò”. Oppure, potrei trattenermi e non causare un bel po’ di sofferenza ai miei amici. Non sarebbe meglio se mi trattenessi? Ramesh Balsekar: Allora, chi è che ti impedisce di trattenerti? Fai quello che ti pare! Che cosa t’impedisce di trattenerti? Trattieniti! Chris Parish: Il mio punto di vista è che è meglio fare così! Ramesh Balsekar: Anche il mio. Ricercare è il più grande ostacolo a causa della presenza del ricercatore. Il ricercatore è l’ostacolo – non il ricercare; il ricercare accade da solo. Il ricercare accade perché l’organismo corpo/mente è programmato per ricercare. Chris Parish: Ma secondo la tua visione, potrei altrettanto facilmente dire: “Se sento un desiderio è in virtù del volere di Dio”. E poi non trattenermi. Ramesh Balsekar: Affermi che sai che dovresti trattenerti – allora perché non ti trattieni? Se un organismo corpo/mente è programmato per non ingannare la moglie, qualsiasi cosa dicano gli altri non lo farà. Se sei programmato per non alzare una mano su nessuno, cominceresti ad uccidere le persone? Ora, se ci fosse una legge che ti permettesse di picchiare tua moglie senza correre alcun rischio, cominceresti a picchiare tua moglie? No, senza che l’organismo corpo/mente sia programmato per farlo, e se è programmato per farlo, succederebbe in ogni caso. Così come ho detto, accettare la volontà di Dio non t’impedirà di fare qualsiasi cosa pensi che vada fatta. Falla! Fai esattamente quello che pensi che debba essere fatto! Chris Parish: Alla fine, tuttavia, come possiamo dire che sappiamo che si tratta del destino o della volontà di Dio? Tutto quello che sappiamo è che certi eventi si manifestano. In seguito, possiamo rivedere ciò che abbiamo fatto e ammettere: “È successo, semplicemente”. E se ci piace possiamo chiamarlo destino. Ma non è più accurato dire che in realtà non sappiamo se si tratti del destino oppure no? Dire che non lo sappiamo è diverso dal dire che: “Sappiamo che è il volere di Dio”. È diverso dal dire che sappiamo che tutto è già predestinato. Vedi, mi sembra che tu voglia affermare che sai che tutto è nella volontà di Dio. Ramesh Balsekar: Non lo sappiamo, e questo è il dato di fatto; così se preferisci, puoi abbandonare il concetto di destino e dire che nessuno, in realtà sa niente su nulla. Bene. Non c’è bisogno del concetto di destino. Dopotutto, se accetti che qualsiasi cosa accada non sia nelle tue mani, poi chi rimane a preoccuparsi del destino? Chris Parish: Dal momento che molti ricercatori spirituali vengono da te per ricevere consiglio sul cammino spirituale, vorrei chiederti, quale valore vedi, se ce n’è, nella pratica spirituale come strumento verso l’illuminazione? Ramesh Balsekar: Se la sadhana [la pratica spirituale] è necessaria, un organismo corpo/mente è programmato per fare sadhana. Chris Parish: In altre parole se deve accadere accade? Ramesh Balsekar: Giusto. Le persone talvolta mi chiedono: “Se niente è nella mie mani (se non posso intervenire su niente), dovrei meditare oppure non dovrei?”. La mia risposta è molto semplice. Se ti piace meditare, medita; se non ti piace, non forzarti a farlo. Chris Parish: La ricerca spirituale, allora, è un ostacolo all’illuminazione? Ramesh Balsekar: Sì, ricercare è il più grande ostacolo a causa della presenza del ricercatore. Il ricercatore è l’ostacolo – non il ricercare; il ricercare accade da solo. Il ricercare accade perché l’organismo corpo/mente è programmato per ricercare. Così se il ricercare l’illuminazione accade, allora l’organismo corpo/mente è stato programmato per ricercare. L’ostacolo è il ricercatore che dice: “Voglio l’illuminazione”. Chris Parish: Allora perché tanti saggi hanno parlato dell’importanza del ricercare? Ramana Maharshi ha detto che il ricercatore deve volere l’illuminazione così intensamente come un uomo che sta annegando vuole l’aria – con tale livello di concentrazione e sincerità. Ramesh Balsekar: Certo. Quello che vuole dire, quindi, è che ci debba essere quel tipo d’intensità nel ricercare. Ma ha anche detto: “Se vuoi fare uno sforzo, devi fare uno sforzo; ma se è destino che lo sforzo non debba essere fatto, lo sforzo non sarà fatto”. Ramana ha detto questo. Così, vedi, se uno ricerca o non ricerca non è sotto il suo controllo. Se la ricerca di Dio o la ricerca del denaro accade, non è né un tuo merito né una tua colpa. Chris Parish: In uno dei tuoi libri hai scritto che uno ha raggiunto una certa profondità di comprensione quando può dire: “Non m’importa se l’illuminazione accade o non accade a questo organismo corpo/mente”. Ramesh Balsekar: È vero. Quando raggiunge quello stadio, allora significa che il ricercatore non c’è più. È estremamente vicino all’illuminazione perché se non c’è nessuno ad interessarsene, allora non c’è più nessun ricercatore. Chris Parish: Ma il risultato non potrebbe essere soltanto un’indifferenza straordinariamente profonda – che non è l’illuminazione? Ramesh Balsekar: Quello potrebbe condurre all’illuminazione! Chris Parish: Ho ancora una domanda. Spesso affermi che dovremmo “solo accettare ciò che è” Ramesh Balsekar: Sì, se ti è possibile farlo – e questo non è sotto il tuo controllo! Epilogo Mentre passai barcollando accanto al portiere e uscii nelle strade affollate di Bombay la mia mente vacillava. Come poteva essere, mi chiesi mentre mi facevo largo tra la folla, che un uomo intelligente ed educato come Ramesh Balsekar potesse veramente credere che ogni cosa è predestinata, che prima di essere nati, il nostro destino è già inciso in una sorta di granito etereo? Poteva essere veramente serio nella sua insistenza che la nostra intera vita, con il suo apparente flusso senza fine di scelte e decisioni, di precarie opportunità per sistemarne il corso per il meglio o per il peggio, sia veramente, dal primo respiro, un destino? Mentre traversavo il marciapiede alla ricerca di un caffè nel quale trovare ristoro dal caos, i difficili passaggi del nostro breve dialogo mi vorticavano in testa. Si, “Così sia” è l’essenza della maggior parte delle religioni, pensavo tra me e me, ma per i più grandi mistici e saggi che avevano fatto queste affermazioni nella storia, l’arrendersi alla volontà di Dio ha significato molto di più del semplice accettare che non c’è nulla che si possa fare per influenzare le circostanze della vita. Certamente quello che tradizionalmente è stato riportato come “volontà di Dio” è quello che uno scopre quando ha completamente abbandonato l’ego, quando tutte le motivazioni egoistiche sono state bruciate, lasciandolo completamente arreso ad eseguire la volontà di Dio, qualsiasi essa sia! Per un Gesù, o un Ramakrishna o un Ramana Maharshi dire che si era arreso alla volontà di Dio era un fatto. Ma dire che questo sia vero per tutti sembrava riflettere, al momento, una forma pericolosa e particolare di pazzia e di un tipo che poteva essere usato per giustificare le più estreme forme di comportamento. L’affermazione di Balsekar “Quello che pensi di dover fare in ogni situazione… è precisamente ciò che Dio vuole che tu pensi che debba essere fatto” significa che per lui il Buddha illuminato non sta facendo in misura maggiore la volontà di Dio, di un serial killer che sta attaccando la sua prossima vittima. Ero venuto all’intervista aspettandomi qualche disaccordo, ma in qualche modo perfino i libri di Balsekar sui quali tutte queste idee sono ripetutamente e chiaramente espresse, non mi avevano preparato all’incontro con l’uomo stesso. Come gli erano venute queste idee? Mi chiedevo. E perché? I miei pensieri giravano e rigiravano, richiamando ogni fatto della sua rabbrividente affermazione che perfino quando facciamo del male a qualcuno, non abbiamo bisogno di sentirci in colpa, perché non siamo responsabili delle nostre azioni - “che perfino Hitler fu un mero strumento attraverso cui gli orribili eventi che dovettero accadere accaddero” - alla sua dichiarazione, che andava oltre il buon senso, che non abbiamo il potere di controllare il nostro comportamento o perfino di influenzare quello degli altri. E tutto ciò nel contesto della sua descrizione fantascientifica di tutti noi come degli “organismi corpo/mente” che recitano la loro ”programmazione”. Improvvisamente la benvenuta vista di un the shop apparve tra lo smog, e mentre mi facevo largo per entrare, provai sollievo nel trovare quel tipo di oasi quieta nella quale avevo sperato. Fu lì, a uno dei molti tavolini vuoti, mentre il primo sorso di tè al latte dal sapore dolce e vellutato scivolava tra le mie labbra, che, in un flash, mi colpì. Non stavo bevendo quel tè! Non ero seduto a quella tavola! Infatti, non ero quello che era entrato nel the-shop. E non ero quello che si era appena tormentato per un’ora discutendo con un uomo che in quel momento cominciava ad assomigliare ad un individuo sano. Infatti, non avevo fatto nulla. Era come se un peso che avevo portato per tutta la vita si fosse sollevato improvvisamente nel cielo grazie ad un pallone (ad aria calda), spedito lontano, per non ritornare più. Tutti quegli anni avevo combattuto per diventare un essere umano migliore, più onesto e generoso – tutto quello sforzo che avevo fatto per rinunciare alle mie inclinazioni di superiorità, egoismo e aggressività – sono stati tutti una folle impresa, tutti stupidamente e senza necessità basati sull’idea importante che avevo un qualche controllo sul mio destino, e la meschina presunzione che quello che facevo importasse agli “altri”. Come avevo potuto essere così fuori strada? Ma aspetta, non ero io neppure colui che fu condotto fuori strada! Come se si separassero le nuvole, all’improvviso ora vedo chiaramente, che quello che avevo pensato come “la mia vita” era stato solo un processo meccanico. La persona che pensavo di essere era solo una macchina. Ed il mondo nel quale pensavo di vivere non era, come avevo dedotto, un mondo di complessità umana, ma uno di meccanicistica semplicità, di ordine perfetto, un matematico svolgersi di programmi in movimento dall’inizio del tempo. Come la clinica perfezione del piano scientifico di Dio iniziò ad aprirsi davanti a me, l’estatico trillo della libertà assoluta – dalla preoccupazione, dall’occuparsi, dall’obbligo, dalla colpa – iniziò a correre attraverso le mie vene come un torrente di fiumi senza argini. E con quello sopraggiunse una pace avvolgente, risuonante, un’assoluta mancanza di tensione, nel riconoscimento che non importa quale ambiguità apparente o quale incertezza potessi incontrare da lì in poi, non importa quali decisioni apparentemente difficili potessi incontrare, potevo sempre riposare con la certezza che qualsiasi scelta facessi era esattamente la scelta che Dio voleva che io facessi. Il misterioso senso di uno Sconosciuto che mi aveva trascinato per così tanto tempo era evaporato. Gli altri nel caffè voltarono la testa mentre ridevo rumorosamente, una lunga risata di pancia, e riflettevo tra me e me che gioco fantastico sarebbe la vita se tutti capissero come va veramente, se ognuno potesse avere almeno un bagliore di come saremmo liberi, se vivessimo tutti sul Pianeta Advaita.

sabato 22 gennaio 2022

Siamo ciò che cerchiamo.

Fonte https://unicacoscienza.altervista.org/ Il pensiero kashmiro si articola in una serie di affermazioni semplici: Tu sei Shiva / Shakti. Shiva / Shakti è il Sè. L’universo è il gioco della tua coscienza. Da ciò consegue naturalmente che non esistono né impurità, né purificazione, né divinità esterna a sé, né pratica, né rituale e non vi è nulla da raggiungere che sia separato da noi. La coscienza è la totalità, la totalità è la coscienza. Tutta la ricerca è rivolta verso l’interno per lasciar emergere questa coscienza non frammentata, perfetta ed inalterabile, che è presente in ogni essere. Improvvisamente non c’è più intercessore, non c’è più distanza, non c’è più separazione. Si tratta allora di liberare la coscienza dalle opacità che ci fanno credere di essere un’entità separata, solitaria e indegna. […] La nostra paura principale, la paura della dissoluzione, di non essere nulla, ci impedisce semplicemente di comprendere che, quando pensiamo di essere una cosa in particolare, quindi isolati, non siamo che quella cosa e perdiamo tutto il resto. Accettando di non essere nulla, guadagniamo il mondo. Questo ragionamento logico è la chiave della visione tantrica e del ruolo creativo del desiderio e delle passioni, considerati i corrieri più veloci che, attraverso la sensorialità, ci conducono al Sé. Tutto ciò a condizione di comprendere come i tantrici considerino “desideri e passioni” e come le vivano in modo assoluto. Daniel Odier

Se riusciamo a deprogrammarci, non si tratta di diventare zombie o fantasmi, ma di agire nella consapevolezza costante che stiamo vivendo un...