venerdì 30 maggio 2014

Se il capitalismo diventa di sinistra di Diego Fusaro


Sul fatto che alle elezioni la sinistra, a ogni latitudine e a ogni gradazione, sia andata incontro all’ennesima sonante sconfitta, non v’è dubbio e, di più, sarebbe una perdita di tempo ricordarlo, magari con documentatissimi grafici di riferimento. Più interessante, per uno sguardo filosoficamente educato, è invece ragionare sui motivi di questa catastrofe annunciata. E i motivi non sono congiunturali né occasionali, ma rispondono a una precisa e profonda logica di sviluppo del capitalismo quale si è venuto strutturalmente ridefinendo negli ultimi quarant’anni. Ne individuerei la scena originaria nel Sessantotto e nell’arcipelago di eventi ad esso legati. In sintesi, il Sessantotto è stato un grandioso evento di contestazione rivolto contro la borghesia e non contro il capitalismo e, per ciò stesso, ha spianato la strada all’odierno capitalismo, che di borghese non ha più nulla: non ha più la grande cultura borghese, né quella sfera valoriale che in forza di tale cultura non era completamente mercificabile.

Non vi è qui lo spazio per approfondire, come sarebbe necessario, questo tema, per il quale mi permetto, tuttavia, di rimandare al mio Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo (Bompiani, 2012). Comunque, per capire a fondo questa dinamica di imposizione antiborghese del capitalismo, e dunque per risolvere l’enigma dell’odierna sinistra, basta prestare attenzione alla sostituzione, avviatasi con il Sessantotto, del rivoluzionario con il dissidente: il primo lotta per superare il capitalismo, il secondo per essere più libero individualmente all’interno del capitalismo. Tale sostituzione dà luogo al piano inclinato che porta all’odierna condizione paradossale in cui il diritto allo spinello, al sesso libero e al matrimonio omosessuale viene concepito come maggiormente emancipativo rispetto a ogni presa di posizione contro i crimini che il mercato non smette di perpetrare impunemente, contro gli stermini coloniali e contro le guerre che continuano a essere presentate ipocritamente come missioni di pace (Kosovo 1999, Iraq 2003 e Libia 2011, giusto per ricordare quelle più vicine a noi, avvenute sempre con il pieno sostegno della sinistra).

Dal Sessantotto, la sinistra promuove la stessa logica culturale antiborghese del capitalismo, tramite sempre nuove crociate contro la famiglia, lo Stato, la religione e l’eticità borghese. Ad esempio, la difesa delle coppie omosessuali da parte della sinistra non ha il proprio baricentro nel giusto e legittimo riconoscimento dei diritti civili degli individui, bensì nella palese avversione nei confronti della famiglia tradizionale e, più in generale, della normalità borghese. Si pensi, ancora, alla distruzione pianificata del liceo e dell’università, tramite quelle riforme interscambiabili di governi di destra e di sinistra che, distruggendo le acquisizioni della benemerita riforma della scuola di Giovanni Gentile del 1923, hanno conformato – sempre in nome del progresso e del superamento delle antiquate forme borghesi – l’istruzione al paradigma dell’azienda e dell’impresa (debiti e crediti, presidi managers, ecc.).

Il principio dell’odierno capitalismo postborghese è pienamente sessantottesco e, dunque, di sinistra: vietato vietare, godimento illimitato, non esiste l’autorità, ecc. Il capitalismo, infatti, si regge oggi sulla nuda estensione illimitata della merce a ogni sfera simbolica e reale (è questo ciò che pudicamente chiamiamo “globalizzazione”!). “Capitale umano”, debiti e crediti nelle scuole, “azienda Italia”, “investimenti affettivi”, e mille altre espressioni simili rivelano la colonizzazione totale dell’immaginario da parte delle logiche del capitalismo odierno. Lo definirei capitalismo edipico: ucciso nel Sessantotto il padre (l’autorità, la legge, la misura, ossia la cultura borghese), domina su tutto il giro d’orizzonte il godimento illimitato. Se Mozart e Goethe erano soggetti borghesi, e Fichte, Hegel e Marx erano addirittura borghesi anticapitalisti, oggi abbiamo personaggi capitalisti e non borghesi (Berlusconi) o antiborghesi ultracapitalisti (Vendola, Luxuria, Bersani, ecc.): questi ultimi sono i vettori principali della dinamica di espansione capitalistica. La loro lotta contro la cultura borghese è la lotta stessa del capitalismo che deve liberarsi dagli ultimi retaggi etici, religiosi e culturali in grado di frenarlo.

Dalla sinistra che lotta contro il capitalismo per l’emancipazione di tutti si passa così, fin troppo disinvoltamente, alla sinistra che lotta per la legalità, per la questione morale, per il rispetto delle regole (capitalistiche!), per il diritto di ciascuno di scolpire un sé unico e inimitabile: da Carlo Marx a Roberto Saviano. È certo vero che Berlusconi è il Sessantotto realizzato, come ha ben mostrato Mario Perniola in un suo aureo libretto: la legge non esiste, vi è solo il godimento illimitato che si erge a unica legge possibile. Ma sarebbe un errore imperdonabile credere che il capitalismo sia di destra. Lo era al tempo dell’imperialismo e del colonialismo. Oggi il capitalismo è il totalitarismo realizzato (a tal punto che quasi non ci accorgiamo nemmeno più della sua esistenza) e, in quanto fenomeno “totalizzante”, occupa l’intero scacchiere politico. Più precisamente, si riproduce a destra in economia (liberalizzazione selvaggia, privatizzazione oscena, sempre in nome del teologumeno “ce lo chiede l’Europa”), al centro in politica (sparendo le ali estreme, restano solo interscambiabili partiti di centro-destra e di centro-sinistra), a sinistra nella cultura. Sì, avete capito bene: a sinistra nella cultura. Dal Sessantotto in poi, la cultura antiborghese in cui la sinistra si identifica è la sovrastruttura stessa del capitalismo postborghese: il quale deve rimuovere la borghesia e lasciare che a sopravvivere sia solo la già ricordata dinamica di estensione illimitata della forma merce (essa stessa incompatibile con la grande cultura borghese). Di qui le forme culturali più tipiche della sinistra: relativismo, nichilismo, scetticismo, proceduralismo, pensiero debole, odio conclamato per Marx e Hegel, elogio incondizionato del pensiero della differenza di Deleuze, ecc.

In questo timbro “totalizzante” risiede il tratto principale dell’ormai avvenuta estinzione dell’antitesi tra destra e sinistra, due opposti che oggi esprimono in forme diverse la stessa visione del mondo, duplicando tautologicamente l’esistente. Negli ultimi “trent’anni ingloriosi”, il capitale e le sue selvagge politiche neoliberali, all’insegna della perdita dei diritti del lavoro e della privatizzazione sfrenata, si sono imposti con uguale forza in presenza di governi ora di centro-destra, ora di centro-sinistra (Mitterand in Francia, Blair in Inghilterra, D’Alema in Italia, ecc.). Di conseguenza, l’antitesi tra destra e sinistra esiste oggi solo virtualmente come protesi ideologica per manipolare il consenso e addomesticarlo in senso capitalistico.

Destra e sinistra esprimono in forme diverse lo stesso contenuto e, in questo modo, rendono possibile l’esercizio di una scelta manipolata, in cui le due parti in causa, perfettamente interscambiabili, alimentano l’idea della possibile alternativa, di fatto inesistente. Vi è, a questo proposito, un inquietante intreccio tra i due apoftegmi attualmente più in voga presso i politici – “non esistono alternative” e “lo chiede il mercato” –, intreccio che rivela, una volta di più, l’integrale rinuncia, da parte della politica, a operare concretamente in vista della trasformazione di un mondo aprioristicamente sancito immodificabile.

Il paradosso sta nel fatto che la sinistra oggi, per un verso, ha ereditato il giacimento di consensi inerziali di legittimazione proprio della valenza oppositiva dell’ormai defunto partito comunista e, per un altro verso, li impiega puntualmente in vista del traghettamento della generazione comunista degli anni Sessanta e Settanta verso una graduale “acculturazione” (laicista, relativista, individualista e sempre pronta a difendere la teologia interventistica dei diritti umani) funzionale al capitalismo globalizzato. Il quotidiano “La Repubblica” è la sede privilegiata di questo processo in cui si consuma questa oscena complicità di sinistra e capitalismo. I molteplici rinnegati, pentiti e ultimi uomini che popolano le fila della sinistra si trovano improvvisamente privi di ogni sorta di legittimazione storica e politica, ma ancora dotati di un seguito identitario inerziale da sfruttare come risorsa di mobilitazione. Per questo, la sinistra continua inflessibilmente a coltivare forme liturgiche ereditate dalla fede ideologica precedente nell’atto stesso con cui abdica completamente rispetto al proprio originario “spirito di scissione” (la formula è del grande Antonio Gramsci), aderendo alle logiche del capitale in forme sempre più grossolane. È di Bersani la frase, pronunciata in campagna elettorale, “i mercati non hanno nulla da temere dal PD”: frase pleonastica, perché esprime ciò che già tutti sapevamo, ma che è rilevante, perché ben adombra come la sinistra continui indefessamente a lavorare per il re di Prussia, il capitalismogauchiste.

Lungo il piano inclinato che porta dalla nobile figura di Antonio Gramsci a personaggi come Massimo D’Alema o Vladimir Luxuria si è venuto consumando il tragicomico transito dalla passione trasformatrice al disincanto cinico – tipico della generazione dei pentiti del Sessantotto, la più sciagurata dal tempo dei Sumeri ad oggi – fondato sulla consapevolezza della morte di Dio, con annessa riconciliazione con l’ordo capitalistico. Con i versi di Shakespeare: “orribile più di quello delle erbacce è l’odore dei gigli sfioriti” (lilies that fester smell far worse than weeds). E questi gigli sono effettivamente sfioriti: sono l’incarnazione di quello che Nietzsche chiamava l’“ultimo uomo”. L’ultimo uomo sa che Dio è morto e che per ciò stesso tutto è possibile: perfino aderire al capitalismo e bombardare il Kosovo o la Libia.

È, del resto, solo in questo scenario che si comprende il senso profondo della dinamica, oggi trionfante, della personalizzazione esasperata della polemica con l’avversario. L’antiberlusconismo, con cui la sinistra ha identificato il proprio pensiero e la propria azione negli ultimi vent’anni, ne rappresenta l’esempio insuperato. La personalizzazione dei problemi, infatti, si rivela sempre funzionale all’abbandono dell’analisi strutturale delle contraddizioni, ed è solo in questa prospettiva che si spiega in che senso l’antiberlusconismo sia stato, per sua essenza, un fenomeno di oscuramento integrale della comprensione dei rapporti sociali. L’antiberlusconismo ha permesso alla sinistra di riciclarsi, ossia di passare dall’opposizione operativa al capitalismo all’adesione alle logiche neoliberali, difendendo l’ordine, la legalità (capitalistica) e le regole (anch’essere capitalistiche). L’antiberlusconismo ha indotto l’opinione pubblica a pensare che il vero problema fossero sempre e solo il “conflitto di interessi” e le volgarità esistenziali di un singolo individuo e non l’inflessibile erosione dei diritti sociali (tramite anche le forme contrattuali più spregevoli, che rendono a tempo determinato la vita stessa) e la subordinazione geopolitica, militare e culturale dell’Italia agli Stati Uniti.

Ingiustizia, miseria e storture d’ogni sorta hanno così cessato di essere intese per quello che effettivamente sono, ossia per fisiologici prodotti del cosmo a morfologia capitalistica, e hanno preso a essere concepite come conseguenze dell’agire irresponsabile di un singolo individuo. Per questa via, la politica della sinistra – con Voltaire, “mi ripeterò finché non sarò capito” – non ha più avuto quale referente polemico il sistema della produzione e dello scambio – ritenuto anzi incondizionatamente buono o, comunque, intrascendibile –, bensì l’irresponsabilità di una persona che, senza morale e senza onestà, ha inficiato il funzionamento di una realtà sociale e politica di per sé non contraddittoria.

La politica ridotta al tragicomico teatro identitario dell’opposizione tra berlusconiani e antiberlusconiani ha permesso di far passare inosservato lo scolpirsi del nuovo profilo di una sinistra che – nel nome della questione morale e nell’oblio di quella sociale – ha abdicato rispetto alla propria opposizione agli orrori che il capitalismo non ha cessato di generare. È in questo senso che l’antiberlusconismo rivela la sua natura anche più indecente, se mai è possibile, dello stesso berlusconismo.  In questo risiede la natura tragica, ma non seria dell’odierna sinistra, fronte avanzato della modernizzazione capitalistica che sta distruggendo la vita umana e il pianeta. La sinistra è il problema e, insieme, si pensa come la soluzione. Il primo passo da compiere per riprendere il perseguimento del programma marxiano dell’emancipazione di tutti dal capitalistico regno animale dello spirito consiste, pertanto, nell’abbandono incondizionato della sinistra e, anzi, della stessa dicotomia destra-sinistra. Tutto il resto è chiacchiera d’intrattenimento o, avrebbe detto Marx, “ideologia”

giovedì 29 maggio 2014

Quello che produco,o raccolgo

Cosi per gioco, elenco dei prodotti agricoli che passano dalle mie mani,senza intermediari.
Patate,la mia è la terra delle patate,è quello che produco di più,da 1 a 2 quintali,dipende,tutto a vanga e zampa,molti saggi tipo steiner,non ne parlano bene,sarà per questo che non diventero mai saggio,mangio troppe patate.
Ceci,30 kg l"anno,mi piacciono da morire,come la patata,si conservano senza problemi,precisiamo la patata bisogna eliminare i getti,una bella rottura di palle.Ceci e patate,li metto in una buca è li zappo rincalzo  una volta,non faccio altro.
Fave ,queste non riuso ancora i miei semi,perchè me le mangio tutte,ne semino un kg all"anno,penso che occhio e croce se ne raccolgono 100 kg.
Piselli ,ho un campo adattissimo,per le leguninose,amo moltissimo i piselli,come le fave,non li irriguo,il tempo difficilmente mi tradisce,30 kg.
Vino ,ho 2 filari,riempio una botte da 230 litri,di solito,mi tocca comprare una damigiana 50 litri di mosto,per il rimbocco,il vino è una passione di famiglia,mio nonno mi ha lasciato i due filari.
Non posso non parlare del mio fiore preferito di cui mangio le radici,il Topinambur,lo amo.
Bietole, spinaci,cicorie, insalate,aroscani,cotecacchi,tutte verdure per autoconsumo che coltivo,in piccoli pezzi di terreno,e che mangio spessissimo,insalate varie tutti i giorni.
Carote ci provo,ma non mi riescono molto.
Prezzemolo,salvia,rosmarino,non mi mancano mai.
Basilico,ne produco abbastanza per una trentina di vasetti di vetro sottolio il  famoso pesto.
Pomodori,proprio in questi giorni li sto mettendo,circa 60 piante,soprattutto ,san marzano,e occhio di bue.
Peperoni,solo 4 o 5 piante,melanzane,non le metto,non mi piacciono.
Zucchine,una diecina di piante,adoro moltissimo le zucchine ed i fiori,bisogna annaffiare moltissimo.
Zucche immense,e di vario genere,ho un amico che me le fa mettere in un suo  terreno ideale per le stesse,il risotto alla zucca mi piace moltissimo,in questo terreno metto anche qualche melone e cocomero.
Mais,ci provo,ma devo trovare il seme ideale,per ora niente da fare.
In inverno,ho sempre parecchi,cavoli,cavolfiori,finocchi,e radicchio
Fagiolini ne metto molti,la terra non mi manca,e l"acqua che costa cara,un poca la recupero,ma la maggior parte è dell"acquedotto.
Fagioli,vogliono troppa acqua,ho un pezzo di terra adatto,ma non è terra dei fagioli,la mia.
Ho un immensa pianta di gelso,le more non mi mancano.
A sttembre vado more selvatiche,la mia marmellata prediletta.
Ciliege,ne ho poche e scarse,ma ho degli amici di buon cuore.
Fragole,mi sto dando da fare,per quest"anno poca roba,cosi come i carciofi,ma dall"anno prossimo,non mancheranno.
Noci,e nocciole le ho e le scrocco vagando,cosi come le mele,quanta frutta viene sprecata.
Prugne albicocche,il padreeterno,non me le fa mancare mai,ma non sono mie.
Fichi,che palle mangiarli ne ho troppi,devo imparare a seccarli.
Visciole,ho un campo incolto,che mi produce solo visciole.
Mele cotogne,le rimedio per ora una pianta mi promette bene.
Castagne,rimedio quelle selvatiche,i marroni ne rimedio pochissimi,ma a me piacciono anche le piccole.
Cachi,ho una pianta magica,me ne fa intorno a 400.
Melissa,menta romana,e citronella limoncina ,le uso per fare il te,ma da quando ho il vino,preferisco ubriacarmi,ahahah
Funghi,non vado piu ad allucinogeni,faccio il portatore ,a dei vecchietti,che non se la sentono piu ad andare da soli,ma vagando a casaccio nei boschi,se li trovo,non li disdegno.Trovare i funghi in posti stabiliti,non è il mio forte,non mi perdo in giro per il mondo,ma in un bosco o in un immenso prato,vi assicuro non è facile ritrovare i stessi luoghi.
Cercasi qualcuno che mi regala le pere,mi mancano.
I cereali,pensavo che mi mancassero,ma dopo aver letto Mozzi,al diavolo i cereali,al massimo ,compro il grano per le galline.Pero effettivamente ,pane e pasta ne mangio troppa,e non la produco.
Finisco con gli asparagi,di animali meglio non parlare,ho qualche gallina,ovaiola,gli asparagi,sono la mia passione preferita,bisogna stare sveglissimi,e la mia meditazione preferita,le vipere mi tengono sempre  allerta.







martedì 27 maggio 2014

Riflessioni dopo aver incontrato un branco di vacche


Son partito sotto un cielo plumbeo,con la bici,dopo un po mi è venuta la pelle d"oca,veramente freschino,arrivo dopo qualche km,nella valle della foto,trovo qualche asparago,pioviggina,che fare tornare,o farsi un bagno fuori programma,il mio intuito mi dice,non pioverà,e ci azzecco,continuo ad acchiappar asparagi.
Al ritorno,proprio vicino alla mia bici,una cinquantina di vacche,non ho paura delle vacche, se non c"è il toro,queste che sono molto piu grosse di me,e sono anche armate,cioè hanno le corna,alla mia vista,più mi avvicino,e più mi fanno strada,tranne una.
Questa non si muove,è da sola la strada è stretta,non si muove,la guardo negli occhi,gli dico devo passare,non molla,allora gli tiro un sasso,mi fa passare.
Dico ma come cazzo è che queste vacche immense,hanno paura di me piccolino,almeno rispetto a loro?
Saranno buone,perchè vegetariane,oppure sanno che non rappresento nessun pericolo per loro,e nella loro potenza nemmeno mi considerano,ma perchè allora ,malgrado la  loro potenza,si fanno comandare da me?
Da sempre,convivono coll"uomo,ora sono tutt"uno con gli uomini,ci vedranno forse come dei padroni,ma io non sono il loro padrone,perchè non m"incornano,bene ho male sto invadendo il loro territorio?
Sarà che mangiano l"erba,i vegetariani,probabilmente sono buoni rilassati naturalmente,tranne nel momento degli amori,e quando hanno i figli piccoli,allora meglio starne lontani.
Vorrei entrare nella testa di una vacca,per capire,le mie domande,ma meglio guardare le nuvole,molto più piacevole,tanto qualunque risposta ,non è la verita.

lunedì 26 maggio 2014

Dopo elezioni

Come si fa ha non condividere,questo post di Rocco Bruno
http://matrixunaparabolamoderna.blogspot.it/2014/05/analisi-del-risultato-elettorale-luomo.html

Ci piazzo anche a caso uno dei suoi numerosi video e dico ,semplice e sintetico,per chi non ha voglia di leggere e sentire parecchio.
L"uomo è addormentato,non si spiegherebbe tutte le cazzate in cui crede.
Si crede ancora nelle farmacie,il mio gatto sta benissimo di salute e non le usa.
La televisione altera la realta,ma quanti se ne sono accorti?
Lavorano per comprare cazzate,quando si ha a disposizione,l"infinita bellezza di questo pianeta.
Sesso  droghe e rock e roll,due fattori fondamentali del mio risveglio,ai più li rincoglionisce,ma non se ne accorgono.
C"imparano a lottare,e i più godono di questo,anche se i più perdono.
Piazzo questo stupendo video,sono stufo di scrivere per chi non può comprendere,parole interpretabili,capite il video e avrete capito tutto. https://www.youtube.com/watch?v=1bKt7iO6aWg

Guardate l"intero canale,è veramente fantastico.https://www.youtube.com/user/FacelessFilmsItaly/videos




16 Sintomi della Tua Schiavitù in Matrix

di Sigmund Fraud

Il mondo di oggi è uno strano posto. Fin dai primi anni di vitasiamo sommersi di input che ci incoraggiano a percorrere iter preconfezionati. Lungo il percorso ci mettono i paraocchi per ostacolare la nostra ricerca di alternative alle azioni e al pensiero della mandria.

Eppure se ci fermiamo un attimo a riflettere riusciamo a cogliere la complessità della vita. Riusciamo a realizzare che l'esperienza umana possa estrinsecarsi in un numero virtualmente infinito di possibilità e che forse il mondo oggi è in fiamme perché sempre più raramente gli individui si sono fermati a chiedersi come mai le cose non fossero fatte in una maniera più intelligente, etica e sensibile.

Questo articolo non vuole essere una critica di scelte di vita o situazioni personali di chicchessia. La seguente lista di 16 sintomi di schiavitù è stata pensata solo come approccio osservativo per aiutare a identificare il disegno con cui altri hanno pianificato la nostra esistenza.

Continuate a leggere, e vi prego di commentare qui sotto aggiungendo tutto quanto vi sembra opportuno.

1. Paghiamo le tasse a persone che vorremmo vedere in galera. Questo è forse il più netto indicatore che siamo schiavi di un Sistema. L'idea tradizionale di schiavitù evoca immagini di gente in manette costretta a lavorare nelle piantagioni per sostenere ricchi latifondisti in abiti coloniali. La versione attuale di tale sottomissione è incarnata dallatassazione iniqua con cui i nostri redditi sono automaticamente defalcati a prescindere dal fatto che approviamo o meno come quel denaro venga riutilizzato.

2. L'assistenza sanitaria moderna è purtroppo diventata un business per cui raramente siamo istruiti su una corretta alimentazione e un regime di vita che giovi alla nostra salute mentale e fisica; siamo invece invitati a consumare regolarmente farmaci e a sottoporci a costose procedure che comportano grossi introiti per l'industria sanitaria e farmaceutica.

3. Ci fanno scegliere la squadra democratica o quella repubblicana per poter discutere di 'politica' con gli amici, i familiari ed i colleghi di lavoro. E' una delle incarnazioni della strategia del divide et impera, con cui la nostra società viene controllata. Entrambi i principali partiti sono corrotti fino al midollo, ed i candidati indipendenti e di minoranza non vinceranno mai. Prendendo a cuore le sorti di una delle due fazioni facciamo la nostra parte nell'impedire che il popolo si unisca in maniera compatta contro il sistema corrotto.

4. Lavoriamo sodo svolgendo mansioni che spesso odiamo, per guadagnare soldi fiat. Il lavoro è importante e il denaro fa pagare le bollette, tuttavia perdiamo i migliori anni della nostra vita facendo cose che odiamo, solo per avere dei soldi. La verità riguardo i soldi è che non abbiamo i soldi, ma valuta fiat che è di proprietà privata e manipolata.Dal momento che questa roba è ancora necessaria per campare in questo mondo, è meglio rinunciare ad una fetta di reddito e valorizzare il nostro tempo facendo qualcosa che ci piaccia o lavorando con persone che non disprezziamo. Vivere con pochi soldi è più facile di quanto si immagini; basta andare contro le credenze e dipendenze comuni, per rendersene conto.

5. Ci prestiamo ad accumulare debito personale per finanziare uno stile di vita orientato al consumo. Ogni volta che viene usata una carta di credito, l'operazione crea cifre sui bilanci delle stesse banche che sono artefici del saccheggio finanziario del mondo odierno. Queste cifre vengono poi moltiplicate elettronicamente dal sistema di riserva frazionaria vigente, e ciò fa si che il potere di tali apparati sia incrementato in modo esponenziale. Il fatto che partecipiamo a questo circolo vizioso per conservare un certo stile di vita è un esplicito indicatore che siamo stati ipnotizzati da uno dei principali dogmi sistemici: il consumismo.

6. Conversiamo tra persone reali degli eventi finti mandati in televisione. La televisione è il più potente mezzo di controllo mentale; essa ci somministra una 'programmazione mentale' finalizzata a instillare e consolidare determinati comportamenti tra le masse. Il culto dell'ego, la sessualizzazione di tutto, la glorificazione della violenza, l'induzione alla sottomissione alla falsa autorità sono le caratteristiche principali della televisione contemporanea. Accogliendo nelle nostre vite ciò che accade nello schermo televisivo facciamo la nostra parte nel sostenere l'immagine della realtà finta creata dal Sistema.

7. Non abbiamo nulla da nascondere alla sorveglianza totale. Se non ci da fastidio che qualcuno da qualche parte ci osservi a piacimento, ascoltando le nostre conversazioni e monitorando i nostri movimenti, senza saperlo stiamo ammettendo di essere degli schiavi ubbidienti. La sorveglianza invisibile è una forma assai insidiosa di controllo del pensiero, e quando utilizziamo la logica del 'non ho nulla da nascondere quindi ben venga la sorveglianza' stiamo implicitamente ammettendo la nostra sottomissione ad un padrone e la nostra rinuncia alla sovranità della nostra mente e del nostro corpo.

8. Ci siamo lasciati persuadere che il mondo sia più sicuro se l'uso delle armi da fuoco diventi prerogativa esclusiva dei governi. Tuttavia sappiamo che questo è un mondo violento e che il crimine esista ad ogni livello sociale, compreso quello istituzionale. Certo, in un mondo perfetto le armi non sarebbero necessarie, ma purtroppo il nostro è un mondo tutt'altro che perfetto, e le armi sono una forma efficace di protezione contro i criminali comuni e quelli che abusivamente prendono possesso delle istituzioni. La volontà di rinunciare al nostro diritto alla auto-difesa è un ulteriore evidente sintomo che abbiamo delegato la nostra tutela e quella dei nostri cari a qualcun altro. L'abdicazione di massa dalla responsabilità personale è uno degli aspetti più importanti sui quali si regge il loro controllo. Benvenuti in Matrix.

9. Beviamo consapevolmente acqua fluorizzata. Di tutti gli argomenti a tema sanitario dibattuti al giorno d'oggi, quello dell'acqua addizionata di fluoro è il più semplice da capire, dal momento che stiamo parlando di un sottoprodotto tossico di un processo industriale (v. correlati). La versione secondo cui l'acqua sarebbe arricchita di fluoro per la nostra salute dentale, già poco credibile di per se, costituisce comunque un abuso in quanto è una somministrazione di farmaci senza il consenso del paziente. Una volta che siamo pienamente coscienti di quanto appena detto, se continuiamo a bere acqua fluorizzata ammettiamo di essere alla mercé del Sistema.

10. Consumiamo consapevolmente prodotti velenosi come MSG ed aspartame (v. post correlati). Tali sostanze sono conosciute per essere tossiche per l'organismo umano. Continuando ad auto-avvelenarci con questi alimenti adulterati confermiamo che il Sistema ci ha programmati affinché sminuissimo l'importanza della nostra salute in cambio della gratificazione immediata.

11. Abbiamo affidato la nostra salute mentale al complesso industriale farmaceutico. L'uso di farmaci psicotropi è in rapido aumento nella nostra società perché le persone sono state persuase che determinati stati mentali siano delle malattie, mentre le verità sulla salute mentale naturale sono state oscurate dai media e dall'establishment medico. Se stai assumendo farmaci psicotropi, sappi che ti trovi sotto una delle forme più potenti di controllo mentale. Parte di questo controllo è quello di convincerti di non avere alcuna autorità sulla tua mente. Si tratta forse della bugia inventata dalla Matrix più dannosa per l'individuo. Assumendo di nostra spontanea volontà questi farmaci psicotropi ci sottomettiamo alla peggiore forma di schiavitù, ed inibiamo le risposte mentali ed emozionali naturali ai fattori di stress. Segnali che servono a farci capire che abbiamo bisogno di cambiare stile di vita e abitudini.

12. Continuiamo a guardare TV locali e nazionali. I media main-stream sono un mezzo di controllo e manipolazione, e continuando a prestare attenzione alle loro idee e visioni del mondo ci prestiamo ad essere manipolati da questa forma - neanche poi così sottile - di programmazione mentale. Anche le notizie locali sono sceneggiate a livello nazionale con il compito di plasmare le nostre opinioni sugli eventi.

13. Siamo più interessati allo sport televisivo o altre distrazioni frivole che a quello che stanno facendo al nostro habitat. La Deepwater Horizon, Alberta Tar Sands, l'aumento del fracking, il sacrificio del Rio delle Amazzoni, Fukushima sono eventi che rischiano di cambiare radicalmente il nostro futuro. Il fatto che siamo semi-indifferenti a tutto ciò mentre ci informiamo sulle notizie sportive o le storie di gossip, è un chiaro sintomo che il nostro istinto di auto-conservazione è stato soppresso e sostituito con una tendenza impulsiva alla banalità e all'evasione.

14. Siamo scettici verso ogni aspetto della realtà che non sia stato preventivamente discusso e convalidato dalla scienza moderna. L'essenza della scienza è l'indagine dell'ignoto, il che implica che fino a quando essa non afferri qualcosa, quel qualcosa sia inesistente. Screditando o ridicolizzando i resoconti di chi ha vissuto esperienze che trascendono la comprensione scientifica, come premorte, omeopatia, ecc. stiamo pedissequamente riducendo la nostra comprensione del mondo a una gamma molto ristretta di possibilità. La Matrix è tenuta in piedi da tutti quelli che non sono disposti a pensare fuori della scatola.

15. Non dubitiamo della versione divulgativa della storia antica e delle origini della civiltà. Sussistono molte domande senza risposta circa le origini della specie umana, le quali mettono in luce molti aspetti non trattati nei programmi scolastici (v. correlati).Prendendo come oro colato le versioni ufficiali in merito alla nostra origine avalliamo molti sistemi di credenze e punti di vista ristretti promossi dal Sistema.

16. Non abbiamo ancora realmente realizzato di essere creature spirituali impegnate a vivere un'esperienza umana. 

Se ci riconosciamo in uno qualsiasi dei sintomi esposti in questo elenco, vuol dire che la Matrix ci possiede, e che è nostro dovere impegnarci seriamente per conquistare la nostra libertà.
Ogni integrazione o obiezione a questa lista sarà utile e gradita. Usate pure la sezione commenti qui sotto, e se potete condividete con i vostri amici.

Articolo in lingua inglese, pubblicato sul sito Waking Times
Link diretto:

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David Icke

domenica 25 maggio 2014

Douglas Harding La Divina Commedia

3ème Millenarie n. 76 – Traduzione di Luciana Scalabrini

In fin dei conti, all’ultimo, la Realtà sorride, non aggrotta le sopracciglia. Asciuga tutte le lagrime del mondo.
Ecco qualche esempio della profonda relazione tra l’Humor e l’Amore, la luce, la Gioia:
1) in inglese, la parola light ha due significati differenti:
a)      luce, luminoso, raggiante, brillante, splendente
b)      leggero, non pesante, forse serio ma non severo né greve, in ogni caso non solenne.
A dire il vero, considero il doppio significato della parola light come una profonda rivelazione del Mistero e della Potenza (e della gloria) all’origine di ogni cosa. In altri termini, lontano dall’essere un semplice accidente linguistico, è una fanfara cosmica che proclama l’interdipendenza dell’amore e dell’humor, del senso dell’esistenza e di ciò che costituisce la vera felicità in teoria e in pratica  e che ci dà accesso alla natura ultima della Realtà.
La parola spirituale viene dal latino spiro da cui inspiro-espiro, cioè il soffio, il soffio di Vita. E dal latino spiritus da cui deriva spirito in opposizione a materia, a ciò che è denso e pesante. Lo Spirito non è sottomesso alla legge della pesantezza.
Vivere una vita spirituale dovrebbe significare assaporare il Soffio di Vita, l’Amore e la Luce.

2) Per esplorare l’humor, perché non far ruotare la freccia della vostra attenzione di 180 gradi e guardare a partire da cosa guardiamo? Ecco il grande scherzo: non siete Qui, al centro di voi stessi, quello che sembra che voi siate dal di fuori, non è vero?
Visto dal lato da dove ci si guarda, questa piccola persona nello specchio con tutti i suoi condizionamenti, non vi fa sorridere e perfino ridere per tutti i suoi errori e le sue debolezze? Quando si osserva il proprio piccolo me dal punto di vista della Coscienza infinita al Centro di se stessi, si sviluppa  un certo senso dell’humor in rapporto a sé.
Si può continuare a identificarsi a questa apparenza e a prenderla così sul serio? In questo modo non è “disattivata”? E sorge alla fine la compassione per questa piccola persona e per tutte le altre piccole persone in tutti gli specchi del mondo. Perché qui, al centro, come siamo realmente, siamo tutti uniti in una sola e stessa Realtà.
Ciò che è più divertente è che in effetti non abbandoniamo mai, nemmeno per un solo istante, la nostra vera casa di luce. Guardate ora ciò che vi è dato da queste parole impresse, questo luogo a partire dal quale sono viste. Potete ispezionare il Cosmo per secoli, mai troverete uno Spazio così spazioso come questo, così profondo, così alto, largo e chiaro.
Silenzio! E’ il trono del Re di tutti i re, il re dell’Amore e della Luce.
Le apparenze sono fatte per essere amate, la Realtà è fatta per essere vissuta.

3) Questo si accorda perfettamente con la saggezza umana tradizionale. Prendete per esempio, la tradizione secondo la quale il corpo ritorna alla terra mentre lo spirito sale al Cielo attraverso un tunnel. C’è un numero sempre crescente di testimonianze da persone che si sono trovate sulla soglia della morte, ma, non avendola mai oltrepassata, sono tornate a dirci che questa esperienza consiste in due elementi. Alla fine del tunnel:
a)  si incontrano i parenti morti;
c)      ci si fonde nella luce che è là, infinitamente brillante, ma mai abbagliante. Nella maggior parte delle lingue europee c’è ora una letteratura sempre più voluminosa sull’Esperienza pre-morte, e abbiamo tutta la convenienza a prenderla sul serio se si desidera la vita eterna. Se volete ignorarla, lo fate a vostro rischio e pericolo! Ogni esperienza prossima alla morte è unica. Certe esperienze non sono state abbastanza apprezzate. Ma la stragrande maggioranza delle testimonianze non potrebbe essere più positiva. Non si tratta di coltivare e nemmeno di celebrare la gioia che nasce da quella visione. E’ semplicemente data! Non rifiutatela!
Ma l’importante nell’esperienza vicino alla morte non è ciò che succede agli altri. E’ la mia esperienza personale. Ogni volta che faccio la mia passeggiata (quasi 1 km) sono “meravigliato” che per me non sia ancora il momento di fondermi col Divino. La prossima volta forse.

4) Alla fine, la Gioia è il risultato della libertà e della imprevedibilità. E’ il frutto della necessità e non dovrebbe essere coltivata.
Mi rimane l’immagine di una divinità che, per il dono totale di Sé stessa, asciuga le lacrime negli occhi del mondo.
Niente di strano se il poeta e veggente italiano Dante Alighieri concluda la sua Divina Commedia (parola giusta) con una visione del Cielo come un Grande Sorriso.




sabato 24 maggio 2014

Fermare il Pd, il partito che ha fatto più danni all’Italia


 Attenti agli applausi: quelli che Grillo ha rimediato a Torino, nella straripante piazza Castello. Secondo il blog marxista “Contropiano” è utile prendere nota di cosa enstusiasma i seguaci: dalla battaglia No-Tav all’“euro-nazismo” di Schulz, che dimentica i meriti dell’Urss («Non avesse vinto Stalin, oggi Schulz avrebbe una svastica sulla fronte»). E c’è anche il fantasma buono di Enrico Berlinguer, evocato da Giuseppe Zupo per dire che il Movimento 5 Stelle è «l’unico erede, oggi in Italia, della battaglia berlingueriana per la “questione morale”», cioè istituzioni pulite come argine necessario contro la tentazione della violenza, di fronte alla rabbia per uno Stato dilaniato dalla corruzione di casta. Un’élite così moralmente fragile da farsi “comprare”, a poco prezzo, da chi vuol finire di mangiarsi l’Italia in un sol boccone: votare 5 Stelle, dice un ex esponente di Rifondazione Comunista come il professor Aldo Giannuli, storico e politologo, significa punire la classe politica (Pd, in primis) che ha tradito l’elettorato di sinistra per fare politiche di destra, al servizio esclusivo dei poteri forti.
Grillo non ha (ancora) un vero e proprio “piano-B” per uscire dal tunnel depressivo di una crisi che distrugge tutti, tranne i privilegiati? Non è vero, Aldo Giannulidice Giannuli: il primo passo del “piano-B” non può che essere questo, fare piazza pulita dei “collaborazionisti” che hanno ininterrottamente cospirato con la cupola finanziaria eurocratica e neoliberista per la rovina dell’Italia dei lavoratori. Populismo? Anche, ma «ogni processo di rivolta contro il sistema ha sempre avuto esordi di tipo populista». Oggi, però, la polemica contro il populismo «è la foglia di fico dietro cui queste miserabili élite nascondono le loro incapacità, la loro voracità, i loro ignobili privilegi». Questo aiuta a capire da che parte stare, in un momento così cruciale, in cui peraltro «le cosiddette élite stanno dando il peggio di sé: dopo un ventennio nel quale hanno preparato il disastro presente, si apprestano a svendere questo paese», mettendo all’asta «pezzi pregiati di Eni, Finmeccanica, porti, patrimonio immobiliare e artistico, Ferrovie, Cdp».
«Tutto sta per essere svenduto», continua Giannuli, «e alla fine ci ritroveremo con lo stesso debito, ma molto più poveri». Ricordate la svendita delle Partecipazioni Statali degli anni ‘90, che dovevano servire ad abbattere il debito – come se il debito pubblico fosse un peccato mortale? Il debito del Giappone è pari al 250% del Pil, ma il Giappone non teme attacchi speculativi perché è protetto dalla moneta sovrana, grazie alla quale – come gli speculatori ben sanno – in qualsiasi momento è in grado di far fronte al deficit. In Italia, dopo vent’anni di eurocrazia reale mascherata dalla finta alternanza tra centrodestra e centrosinistra («stessa cultura politicaliberista, stesso uso cinico delle tecniche surrettizie di raccolta di consenso, stessa moralità politica») per Giannuli «è arrivato il momento di rovesciare questa classe dirigente in tutte le sue “varianti”». Mentre «la specie berlusconiana sembra felicemente avviata all’estinzione», il macigno che ingombra la libertà italiana si chiama Pd: «E’ il partito che ha fatto più danni sul piano della democrazia».
Leggi elettorali maggioritarie e senza preferenze, riforma del titolo V della Costituzione nel 2001, riforma dei servizi segreti del 2007. Il Pd è quello «che sta svendendo la Banca d’Italia, che ha sempre espresso il maggior grado di asservimento agli Usa, che in 20 anni non ha svolto alcuna azione di contrasto alla corruzione, che non ha fatto alcuna legge sul conflitto di interesse chiedendo i voti per farla». E’ il partito che ha fatto di più per far sparire il lavoro: «Per i giovani propone solo e sempre maggiori periodi di lavoro gratuito (servizio civile, praticantato post-laurea, lavoro in azienda durante il periodo scolastico), inoltre con il pacchetto Treu ha dato il via alla demolizione dei diritti dei lavoratori, e in più ha difeso la legge Fornero». Ora, l’ascesa di Renzi «è il punto di arrivo finale della degenerazione di quello che fu un grande partito di sinistra ed è oggi un piccolo covo di intriganti e faccendieri». Se su Grillo possono esserci perplessità, «in compenso ho la certezza che il Pd di Renzi sia il nemico da battere e punire», conclude GrilloGiannuli, e il Movimento 5 Stelle «è lo strumento più efficace per colpire questa classe politica».
Non solo: un voto europeo a Grillo, continua il professore dell’ateneo milanese, è una possibilità concreta per contribuire a «mandare in frantumi questa Europa dei finanzieri e dei tecnocrati», l’Europa delle banche, senza lasciare campo libero, su questo tema, «alle formazioni fasciste, xenofobe, di destra». E, a proposito di democrazia, resta in primo piano la legge elettorale: se l’Italicum verticalizza ulteriormente il potere, escludendo gli elettori dalla selezione della classe dirigente, l’alternativa è “una testa, un voto”. «Il M5S è l’unica forza politicadichiaratamente proporzionalista», e inoltre una forte affermazione dei 5 Stelle «avrebbe l’effetto immediato di paralizzare l’abominevole legge Renzi-Berlusconi che è in discussione in Parlamento. E’ sufficiente che il M5S emerga come secondo polo per far passare qualsiasi velleità di legge maggioritaria a doppio turno: già questa sarebbe da sola una ragione sufficiente per votare 5 Stelle». E se i “malpancisti” del Pd non riuscirebbero mai a votare Grillo, chiosa Giannuli, possono sempre consolarsi con Tsipras: è ancora ambiguo sull’euro, ma – se supererà il quorum – diventerà un alleato prezioso per la comune battaglia democratica che ci attende.

venerdì 23 maggio 2014

LA DITTATURA DELL'ILLEGITTIMITA' - di Ida Magli


DI IDA MAGLI
Italiani Liberi
Finalmente “Renzi il Giovane” è riuscito ad inaugurare la nuova Era, quella del primato dei giovani. 

L’eliminazione del Senato, il più antico consesso romano di governo degli Anziani (Seniores)  significa – ed è – soprattutto questo, gridato a gran voce, simbolicamente ma anche concretamente: “Via i vecchi”! 

Il Ministro del lavoro sta pensando ai prepensionamenti per dare lavoro ai giovani ed è sicuramente inutile fargli notare che soltanto con il sistema di certi popoli “primitivi”, quello di abbandonarli senza acqua né cibo in luoghi disabitati, sarà possibile oggi liberarsi dei vecchi dato che è la maggiore conquista della nostra civiltà aver allungato di oltre un terzo la durata media della vita sconfiggendo il tifo, la tubercolosi e la mortalità per parto.


Probabilmente la signora Madia non sa che le donne morivano giovanissime perché affrontavano partorendo un rischio di morte talmente alto che la Chiesa l’aveva equiparato a quello dei soldati in battaglia emanando per le partorienti lo stesso obbligo di confessarsi, all’inizio delle doglie, in vigore per i soldati prima del combattimento.
Lo stato di salute e la durata della vita dei cittadini è il dato primario che connota una società: non è capace di governare chi non se ne rende conto al punto di credere di poter tenere una parte del gruppo fuori dal gioco.

Se accantoniamo però questa constatazione sul modo farsesco con il quale siamo governati, non possiamo non rimanere stupiti della facilità con la quale, malgrado la lunga esperienza storica che ne abbiamo alle spalle, è possibile in Italia a chi abbia un minimo di disinvoltura e di potere instaurare una dittatura. 

Sono nate quasi sempre così le dittature in Europa: sfruttando i momenti di mancanza o di sospensione delle regole e affermando che è necessario, appunto, instaurarne di nuove.

Dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi non c’è mai stata però una situazione di reale vuoto e di illegittimità conclamata delle istituzioni come quella in cui viviamo e nella quale Renzi nuota a suo piacere. 

L’incostituzionalità della legge elettorale è diventata, invece che una debolezza, il suo maggiore punto di forza in quanto è ormai passato così tanto tempo dalla sentenza della Consulta che si possono considerare come nulle anche le decisioni della massima Magistratura. 

D’altra parte Renzi sa di poter contare su un’assoluta certezza: i suoi colleghi non si faranno mai sbalzare fuori dalle proprie poltrone andando alle elezioni e Berlusconi gli manterrà il suo appoggio perché non ha altro modo per rimanere nel gioco politico. 
Accantonato quindi con disinvoltura il progetto di una nuova legge elettorale, il nostro piccolo Mussolini si dedica a sistemare l’Italia in vista del potere in Europa.

È l’Europa, infatti, che ha guidato Napolitano nell’escludere il ritorno alle elezioni per potere instaurare i governi di Monti, di Letta e di Renzi ed è per questo motivo, la sottomissione all’impero europeo, che nel diluvio di commenti che accompagna le imprese di Renzi nessuno accenna, né giornalisti né politici, al primato dell’Europa che le domina. 

La pseudo cancellazione del Senato serve infatti, oltre al piacere di togliere di mezzo un’istituzione “vecchia”, a indebolire lo Stato e disintegrarne l’unità:eliminare gli Stati nazionali è indispensabile all’unione politica dell’Europa.
 

Renzi odia il popolo italiano quanto e più (di più perché ride mentre lo tradisce) di quanto l’abbiano sempre odiato i suoi politici e governanti lungo tutta la sua storia, salvo la brevissima pausa del Risorgimento. 

Il dovere principale per il quale si batte è rispettare Maastricht e la moneta euro

A felicitarsi di questa fedeltà è venuta in Italia la Regina Elisabetta II e ne aveva ben donde: nella sua qualità di massimo capo della massoneria mondiale e di partecipante alla Banca Centrale Europea, così come a tutte le altre Banche Centrali, sta gioiosamente seduta sulla montagna di soldi che ha spremuto e spreme ai poveri europei, ai poveri italiani, agli imprenditori suicidi, ai milioni di lavoratori rimasti disoccupati da quando i loro governanti hanno adottato la moneta euro. 
È una spietata strozzina, come sono spietati strozzini i Re di Spagna, d’Olanda, del Belgio, i Rothschild, i Rockfeller e tutti gli altri azionisti delle Banche Centrali.

Ancora una volta, però, giornalisti e politici hanno mantenuto il silenzio sull’obbrobriosa personalità di questa donna, dedicandosi a commentare il tenero colore dei suoi cappelli. 

È questo silenzio che permette agli usurai d’Europa di portare i popoli alla rovina.

Ida Magli

Fonte: www.italianiliberi.it

Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...