venerdì 22 febbraio 2019

Gli indizi del sogno sono presenti dappertutto; avresti dovuto o almeno potuto riconoscerli prima.


Il seguente brano è tratto dal capitolo 11 del libro “Lo Straniero Misterioso” di Mark Twain. Il personaggio di nome Satana non si riferisce a quello della religione cristiana, ma è soltanto un nome fittizio dato ad personaggio che, nel racconto di Twain, rappresenta un messaggero di un sapere talmente forte e profondo da essere stato occultato dalla mente ordinaria.
Per quasi un anno Satana ha continuato queste visite, ma alla fine è venuto con meno frequenza. Questo mi ha reso più solitario e malinconico. Sentivo che stava perdendo interesse per il nostro piccolo mondo e potrebbe in qualsiasi momento abbandonare completamente le sue visite.
Quando un giorno finalmente venne da me, ero molto felice, ma solo per un po’. Era venuto a dire addio, mi ha detto, e per l’ultima volta. Aveva investigato ed esplorato ogni angolo dell’universo, e questo lo avrebbe tenuto occupato fino al suo prossimo ritorno.
“E tu stai andando via e non tornerai più? “
“Sì,” ha detto. “Abbiamo chiacchierato a lungo insieme ed è stato piacevole per entrambi; ma devo andare ora e non ci vedremo più. “
“In questa vita, Satana, ma in un altra si? Ci incontreremo in un altra vita, vero? “
Poi, tutto con tranquillità e sobrietà, mi ha dato una strana risposta, “non c’è nessun’altra vita”.
Una sottile influenza soffiò sul mio spirito dal suo, portando con sé una vaga, fioca, ma benedetta e fiduciosa sensazione che le sue parole incredibili potrebbero essere vere.
“Non hai mai sospettato questo, Theodor? “
“No. Come potevo? Ma come può essere vero ciò che dici…? “
“È vero”.
Una raffica di gratitudine fiorì nel mio petto, ma subito emerse un dubbio mai sorto prima e ho detto: “Ma poco fa abbiamo visto la probabile vita futura”.
“È stata soltanto una visione – non aveva alcuna esistenza”.
Riuscivo a malapena a respirare per la grande speranza che mi stava circondando. “Una visione? –una vi… “
“La vita stessa è solo una visione, un sogno”.
Era elettrizzato. Oh mio Dio! Avevo avuto quel pensiero mille volte durante le mie riflessioni!
“Nulla esiste; tutto è un sogno. Dio, l’uomo, il mondo, il sole, la luna, il deserto, le stelle… sono un sogno, tutto un sogno; non hanno alcuna esistenza. Nulla esiste salvo lo spazio vuoto e tu!
“Io!”
“E tu non sei tu, non sei il tu che credi di essere – non sei il corpo, né il sangue, né le ossa, tu sei solo un pensiero. Io stesso non ho alcuna esistenza; io sono solo un sogno – il tuo sogno, una creatura della tua immaginazione.
In un attimo avrai realizzato questo, poi verrò escluso dalle tue visioni e io mi dissolverò nel nulla da cui tu mi hai fatto… Sto morendo già adesso – sto crollando – sto passando via, mi sto dissolvendo. In poco tempo rimarrete soltanto tu e lo spazio vuoto.
A te rimarrà solamente un pensiero, l’unico pensiero davvero esistente, dalla natura inestinguibile, indistruttibile. Mentre io, il tuo povero servo, ti ho rivelato a te stesso, ho rivelato la tua vera natura e così ti ha reso libero. D’ora in avanti puoi sognare altri sogni, migliori di questo!
Strano! che tu non abbia sospettato già anni fa – secoli, millenni fa! – di questo sapere. Te ne saresti dovuto accorgere, perché sei sempre esistito, senza compagnia, attraverso tutte le eternità. Strano che tu non abbia sospettato che il tuo universo e il suo contenuto fossero solo sogni, visioni, finzione!
Strano, perché questi contenuti sono così francamente e istericamente folli – proprio come tutti i sogni…
Tu percepisci, ora, che queste cose che ti circondano in questo mondo sono tutte possibili soltanto in un sogno. Percepisci che si tratta di fantasie puerili, allucinazioni, creazioni di un’immaginazione che non è consapevole delle grottesche illusioni – in una parola, percepisci che sono un sogno e tu sei il creatore di esso. Gli indizi del sogno sono presenti dappertutto; avresti dovuto o almeno potuto riconoscerli prima.
Fidati, è vero, quello che ti ho appena rivelato; non c’è Dio, nessun universo, nessuna razza umana, nessuna vita terrena, nessun paradiso, nessun inferno. È tutto un sogno – un sogno grottesco e decisamente sciocco. Non esiste nulla, eccetto te stesso. E tu sei solo un pensiero – un pensiero ambulante, un pensiero vuoto, un pensiero vagabondo senzatetto, che vaga nella vacua eternità!”
Dopo questa rivelazione scomparve e mi lasciò sgomento; perché sapevo e avevo ben capito che tutto quello che aveva detto era vero.
Fonte: https://www.animalibera.net/2019/02/gli-indizi-del-sogno-sono-presenti.html

sabato 2 febbraio 2019

Povera Patria

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La sera del 25 Gennaio 2019, poco prima di mezzanotte, è andata in onda la prima puntata di Povera Patria. Una data che rimarrà uno spartiacque nella storia della tv pubblica italiana. In questi ultimi anni abbiamo visto nascere e morire decine di talk-show. Nonostante i nomi dei programmi e dei conduttori cambiassero, si è sempre avuta la sensazione di guardare lo stesso, identico show. A parte rare eccezioni, solitamente soppressi (come La Gabbia), il talk-show base italiano ha sempre offerto la medesima solfa. Quale? Conduttore adepto del pensiero unico globalista, servizi orientati in tal senso, ospiti non allineati messi in minoranza e ricoperti di fango, ospiti allineati accolti con riverenza. Una schifezza alla quale ci hanno abituati, spacciata ogni volta per civile ed illuminata disamina dei fatti. L’abisso di servilismo e conformismo è stato raggiunto da La7, un canale divenuto inguardabile per chiunque coltivi il dubbio. E la Rai? Non è stata da meno. Agorà, #cartabianca, Porta a Porta, Mezz’ora in più, Che Tempo che Fa… una sfilza di salotti permeati dalla stessa visione di mondo dipinta come imprescindibile. Covi di serpi pronte ad avventarsi sulle voci dissonanti, con domande tese esclusivamente ad affibbiare etichette e suscitare paure irrazionali nello spettatore. Carlo Freccero ha voluto rompere questa vergognosa tradizione. La sua Rai2 ha cominciato a prendere forma. Dapprima con un Tg che non fosse un pamphlet del Nazareno, poi con il talk Povera Patria. […]

La conduttrice non trasuda la bile che rende le Gruber e i Fazio insopportabili. O la supponenza che trasforma i Formigli e i Floris in ridicoli inquisitori. O l’ostilità di chi difende uno schieramento politico/ideologico a prescindere dai fatti che si ritrova in molti conduttori, dall’Annunziata fino alla Berlinguer e via dicendo. Il confronto è tutto sommato pacato. Ognuno riesce a dire la sua e l’intervista finale, pur non condividendone personalmente i contenuti, è piacevole. Ma la svolta più eclatante sta nei temi trattati. Qui accade qualcosa di inaspettato. Viene lanciato un servizio che, tramite una semplice infografica, tocca l’argomento tabù per eccellenza: la natura del Debito Pubblico. Il quale viene mostrato non come divina spada di Damocle, non come colpa blasfema degli italiani, bensì come l’effetto di precise scelte politiche ed economiche.  Viene citato il nefasto divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro avvenuto nel 1981, ad opera di Andreatta e Ciampi. Ovvero l’inizio della perdita della sovranità monetaria e del controllo sul debito pubblico stesso. Una scelta suicida di cui paghiamo le conseguenze tutt’oggi. Apriti cielo! La reazione alla messa in onda di tale servizio è l’esplosione di rabbia incontenibile da parte dei pasdaran neoliberisti. Due minuti di disegnini animati fanno impazzire la “sinistra” finanziaria, gli europeisti anti-italiani e la claque lobotomizzata a seguito. Come si osa parlare in questi termini del debito pubblico? I social sono presi d’assalto dalle mute di cani sguinzagliate per sbranare il dissenso. I giornaloni si apprestano ad urlare alla “fake news”. Immancabili arrivano le invocazioni alla lotta ai mulini a vento del totalitarismo sovranista. Trombettieri e giullari di corte, orfani del loro castello, strepitano in coro. Un sempre più imbarazzante Marattin (“signore con la barba che blatera” come l’ha giustamente apostrofato Mohamed Konare) fa una disamina del video appigliandosi a tutti i luoghi comuni dell’anti-sovranismo. La testa dell’eretico Freccero viene chiesta su un piatto d’argento. Ma cosa è avvenuto? Molto semplice: si è abbandonato il racconto fallace sul debito pubblico ripetuto come un mantra negli ultimi anni. La filastrocca la conosciamo tutti: lo Stato Italiano è come una famiglia che si è indebitata sperperando denaro ma è stata salvata da Sant’Europa da Bruxelles. Un’ignobile menzogna che usa la metafora (fuorviante) della famiglia senza soldi per colpire allo stomaco un intero popolo. E convincerlo di meritare politiche di austerity, privatizzazioni, cessioni di sovranità, tagli indiscriminati e un lento impoverimento. Una sorta di giusta punizione per una gestione dissennata dei propri denari, a differenza dei “virtuosi” vicini tedeschi e francesi. Insomma: la bugia regina, dalla quale si dipana tutto il resto del racconto europeista. Povera Patria, in pratica, ha tolto il velo di Maya sulla vera natura del debito pubblico. E lo ha fatto senza neppure andare in profondità, dato che l’infografica fa un sunto a grandissime linee di quello che successe nel 1981. Se nelle prossime puntate l’argomento verrà approfondito ulteriormente, questa sarà la bomba atomica televisiva del 2019 (e non solo).

E non finisce qui. Perché nella seconda metà della puntata viene lanciato un servizio sulla mafia nigeriana. Un altro tabù dei nostri giorni. Un pericolo in costante espansione, alimentato proprio dall’immigrazione scriteriata che ha contraddistinto gli anni passati. Un cancro che si sta espandendo in zone dove già operano le mafie nostrane. Riuscendo a prendere il controllo di interi paesi con una violenza inaudita. Soprattutto, un argomento spesso celato all’opinione pubblica per gli interessi economici legati al business dell’accoglienza, oltre a misere prese di posizione ideologiche. Non si tratta di un argomento del tutto sconosciuto, tuttavia finalmente lo si pone come problema reale, serio, impellente. Lo si mette sul tavolo del confronto, finora riempito di patetismo e propaganda immigrazionista da quattro soldi. Tutto questo avviene in simbiosi con l’approfondimento sul Franco CFA andato in onda proprio su Rai2, in Night Tabloid. Mafia nigeriana e assenza di sovranità monetaria delle ex (ex?) colonie francesi. Due temi dirompenti che cestinano il semplicistico e bambinesco “scappano dalle guerre”, con cui una certa parte politica liquida il problema dell’immigrazione di massa. A Carlo Freccero non posso dunque che fare i miei complimenti. Nel giro di una manciata di giorni, la sua Rai2 ha girato la testa degli italiani verso un’altra prospettiva. E lo ha fatto con metodica convinzione, incurante delle reazioni dei nemici del pluralismo in tv. Anzi, proprio le urla scomposte di certi personaggi e di certi ambienti sono la miglior prova della bontà del progetto Povera Patria. Gli attacchi saranno sempre più duri. Il fango arriverà a secchiate. L’idea che qualcuno inizi a narrare la realtà in modo dissimile dal passato fa imbestialire chi, proprio da quella narrazione, ha tratto maggior giovamento. Confido nella tenacia di Freccero e nel rinnovato interesse del pubblico. Se il direttore di Rai2 saprà resistere e tenere la barra dritta, il suo lavoro getterà le fondamenta di una nuova tv. Ho soffiato via la polvere dal tasto numero 2 sul telecomando. Cosa che ritenevo francamente impossibile. E invece ora mi ritrovo a canticchiare sottovoce: Sì che cambierà, vedrai che cambierà…

Matteo Brandi+

Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...