sabato 30 marzo 2024

Da questo libro SCINTILLE DI VUOTO https://www.isabelladisoragna.com/wp-content/uploads/2024/03/29770_SORAGNA_IMPAGINATO_14X21_22022024.pdf

Se riusciamo a deprogrammarci, non si tratta di diventare zombie o fantasmi, ma di agire nella consapevolezza costante che stiamo vivendo un’ipnosi, che non è la nostra Vera Natura: è solo un film già girato che ci fa ridere o piangere, ma non intacca mai l’Essenza Immacolata inconoscibile che siamo. https://www.isabelladisoragna.com/wp-content/uploads/2024/03/29770_SORAGNA_IMPAGINATO_14X21_22022024.pdf

giovedì 15 febbraio 2024

9 prese di coscienza che cambiano il senso della realtà

Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto condizionato dalla percezione che è l’elemento piu manipolabile e “l’era covid e seguenti in corso”… lo stanno ben mostrando. “Non vedrò mai il mondo come lo vede un altro, il che significa che non vivrò mai nello stesso mondo di un altro; quindi non devo fare in modo che gli osservatori esterni siano l’autorità per ciò che sono e per come è veramente la vita per me.” ————————– La Mente 1. Non sei la tua mente Non ci potevo credere, che altro potevo essere?Avevo dato per scontato che il chiacchiericcio mentale nella mia testa fosse il mio “io centrale” a cui capitavano tutte le esperienze della vita. Ora vedo con chiarezza che la vita non è che esperienze che passano e che i miei pensieri non sono che una categoria in più di cose di cui faccio esperienza. I pensieri non sono piu’ fondamentali dell’olfatto, della vista e dei suoni. Come ogni altra esperienza, sorgono nella mia consapevolezza, hanno una determinata tessitura e poi lasciano spazio ad altro. Se puoi osservare i tuoi pensieri come puoi osservare altri oggetti, allora CHI sta osservando? Non rispondere frettolosamente. Questa domanda e la sua impronunciabile risposta, sono al centro di tutte le grandi religioni e tradizioni spirituali. 2. La vita si svolge solo in momenti Ovviamente! Nessuno ha mai fatto esperienza di qualcosa che non fosse parte di un singolo momento che si stava svolgendo. Significa che la sola difficoltà e sfida della vita è gestire quel singolo momento che proprio ora stai avendo. Prima di riconoscere questo, cercavo continuamente di risolvere tutta la mia vita, combattendo problemi che in realtà non stavano accadendo. Il singolo momento presente: l’unico punto di contatto con la vita e quindi non c’è altro che uno possa fare di utile. Nessuno puo’ affrontare il passato o il futuro, perché entrambi esistono solo come pensieri nel presente La Mente Estesa 3. La qualità della vita è determinata da come affronti i tuoi momenti e non da quali momenti accadono e quali no. Incredibile quanto tentante ancora sia aggrapparsi ad ogni circostanza, nel tentativo di ottenere esattamente cio’ che uno vuole. Incontrare una situazione indesiderabile e lavoraci sopra, è la nota che contraddistingue la persona saggia e felice. Immagina di aver bucato una gomma, di ammalarti nel momento sbagliato, di investire qualcuno… Non c’è nulla da temere se sei d’accordo con te stesso di gestire con volontà qualsiasi avversità si presenti. Ecco come rendere migliore la vita. Il tipico metodo di bassa leva è sperare di accumulare possibilmente potere sulle circostanze, per poter avere piu’ spesso cio’ che si vuole. 4. La piu’ parte della vita è immaginazione. Noi esseri umani abbiamo un costume di pensiero compulsivo cosi pervasivo , da perdere di vista il fatto che quasi sempre stiamo pensando. Quello con cui interagiamo non è il mondo stesso, ma i nostri pensieri e il nostro credo su di esso, la nostra aspettativa di esso ed i nostri interessi personali nella faccenda.. Abbiamo delle difficoltà ad osservare qualcosa senza confonderla con i pensieri che abbiamo avuto . Quindi la piu’ parte delle cose che sperimentiamo nella vita, sono cose immaginarie . Come disse Mark Twain: “Ho attraversato cose terribili nella mia vita ed alcune di esse sono veramente accadute ” Quale il trattamento migliore che ho trovato? Coltivare la presenza e l’attenzione Jung e lo Sciamanesimo 5. Gli esseri umani si sono evoluti dalla sofferenza e soffrire è cio’ che facciamo meglio di ogni altra cosa. Non sembra sia una scoperta molto liberatoria. Ero solito pensare che se stavo soffrendo significava che in me c’era qualcosa di sbagliato, che stavo facevo qualcosa di “sbagliato” nella vita. Ma soffrire è completamente normale e umano. Per quanto lugubre suoni, questa presa di coscienza è liberatoria perchè significa che: 1) la sofferenza non significa necessariamente che la mia vita stia andando nel verso sbagliato 2) la palla è sempre nel mio campo e quindi il grado della sofferenza, alla fine, dipende da me 3) tutti i problemi hanno la stessa causa e la stessa soluzione. 6. Le emozioni esistono per renderci prevenuti. Ero solito pensare che le mie emozioni fossero degli indicatori affidabili sulla stato della mia vita e potessero dirmi se ero sulla mia strada giusta o meno .. Gli stati di emozioni transitorie che hai , non possono misurare la tua autostima o la tua posizione nella vita, ma sono eccellenti nell’insegnarti cosa non sei in grado di lasciar andare. Il problema è che le emozioni ci rendono ancor piu’ pregiudizievoli e allo stesso tempo, ci forzano di piu’. Si tratta di un altro meccanismo di sopravvivenza con degli odiosi effetti collaterali. Supera la piccola mente, se vuoi trovare soluzioni e guarigione 7. Tutte le persone sono spinte da due motivazioni : soddisfare i propri desideri e sfuggire alla sofferenza. Imparare questo, mi ha fatto finalmente capire come le persone possano ferirsi a vicenda cosi terribilmente. La migliore spiegazione che avevo prima di questo, era che alcune persone sono semplicemente cattive . Ma…al di là del comportamento esibito, le persone si comportano nel modo piu’ efficace che conoscono (in quel dato momento) per soddisfare un desiderio o per alleggerirsi della sofferenza . Questi sono motivi che possiamo tutti comprendere. Variano solo nei metodi che ognuno di noi adotta e questo dipende dalla educazione ricevuta , dalla nostra esperienza di vita ed anche dal nostro stato di consapevolezza. Alcuni metodi sono abili ed utili, altri no e sono distruttivi; la piu’ parte del comportamento distruttivo è inconscio. 8. Le credenze non sono nulla di cui andare orgogliosi Sono cresciuto pensando che le varie credenze, fossero qualcosa di cui essere orgogliosi , ma non sono che opinioni che ci rifiutiamo di considerare. Le credenze sono cosa facile. Tanto piu’ sono forti , tanto meno sei aperto a crescere e diventare saggio, perché la “forza nel credere” è solo l’intensità con cui poni resistenza a fare domande a te stesso. Se diventi orgoglioso di un credo, non appena pensi che questo aggiunge qualcosa a cio’ che sei, ecco che lo rendi una parte dei tuo ego. Ovunque ci sia un credo c’è una porta chiusa. Prendi con te i credi per cui sei disposto a batterti con uno scrutinio umile e onesto e non avere mai paura di perderli . La Medicina della Consapevolezza nei trattamenti SCIO 9. L’oggettività è soggettiva La vita è una esperienza soggettiva a cui non si puo’ sfuggire. Ogni esperienza che ho incontrato giunge dal mio punto di vista personale. Cio’ che costruisco dipende dai libri che ho letto, dalle persone che ho incontrato e dalle esperienze che ho avuto. Significa che non vedrò mai il mondo come lo vede un altro, che significa che non vivrò mai nello stesso mondo di un altro e quindi non devo far si che gli osservatori esterni siano l’autorità per ciò che sono e per come è veramente la vita per me. La soggettività è l’esperienza primaria, è la vita vera e l’oggettività è qualcosa che ognuno costruisce nella propria testa, privatamente, per spiegarla. Queste parole hanno sicuramente un forte impatto sui ruoli della religione e della scienza, nelle vite di coloro che ad esse si attaccano. Ratto da: https://www.raptitude.com/?s=mind+bending Traduzione Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net

domenica 7 gennaio 2024

LA MORTE NON ESISTE 12 Dicembre 2023

(brani tradotti dal libro di Stéphane Allix * : “La mort n’existe pas’’) Fonte https://www.isabelladisoragna.com/ L’esperienza della sensazione che si possa ‘’non’’ esistere non è né immaginaria né simbolica. Questo terrore che invade è per la morte dell’ego e corrisponde a un meccanismo cerebrale che le neuroscienze hanno già messo in evidenza studiando gli effetti degli psichedelici sul cervello in vari paesi del mondo. Essi mirano a studiare gli effetti terapeutici degli psichedelici in vari campi, dall’ansia alla dipendenza a droghe e alcool, alla depressione, ai problemi di comportamento alimentare, all’accompagnamento di pazienti cancerosi in fase terminale, alle persone in lutto, ecc. Come mai gli psichedelici suscitano tanto interesse nei ricercatori sul piano terapeutico? Perché hanno effetto sulla… mente. Esse permettono alla persona che ne fa l’esperienza, di avere accesso a sensazioni e a zone del suo inconscio che altrimenti non potrebbero rivelarsi. Di solito si ha un varco verso queste zone, tramite i sogni e dopo lunghe terapie psicanalitiche: in questo modo invece si ha accesso a questi spazi, immediatamente e durante alcune ore, grazie a queste sostanze che in qualche modo permettono al lato conscio e inconscio di avere scambi con una chiarezza inedita. Esse cambiano la maniera in cui circolano le informazioni a livello del nostro sistema nervoso. La terapia assistita da psichedelici permette di riconnettersi col corpo, di sciogliere nodi psicologici e emozionali della nostra infanzia, ecc. La MDMA (metilenediossimeamfetamina o Ecstasy) ne è un esempio – è una sostanza che accresce la produzione di serotonina – un neurotrasmettitore che implicato nella gestione degli stati emozionali nel cervello, il cui aumento diminuisce l’ansietà – agisce sull’amigdala, sede della paura e del terrore, ‘’disattivando’’ questa parte del cervello, favorendo quindi una guarigione dagli effetti nocivi di un traumatismo. Gli psichedelici quindi sono sostanze che agiscono fisicamente sul nostro corpo a livello di serotonina, ormoni, dopamina, oxitocina e ci aiutano ad essere più in contatto con il mondo emozionale interno. Inoltre per molti terapeuti che utilizzano queste sostanze come accompagnamento, la dimensione spirituale è ugualmente centrale. Questo è un accesso a quello che molte tradizioni nominano ’’il regno dei morti” . Grazie a queste sostanze – permette una sorta di apertura di comunicazione con quelle dimensioni. Questo fa dire a Stanislas Grof, riguardo piuttosto all’LSD, con il quale ha lavorato a lungo a partire dal 1967 all’università J. Hopkins:- L’importanza potenziale dell’ LSD per la psichiatria e la psicologia è paragonabile all’importanza del microscopio per la biologia e la medicina, o del telescopio per l’astronomia. Il microscopio ha rivelato l’esistenza del microcosmo e il telescopio quella della profondità dell’universo, campi fin lì inesplorati. L’LSD permette di studiare i processi profondi della psiche, normalmente non osservabili. – Ecco in maniera sommaria, alcune ragioni che motivano la ripresa di molte ricerche su grande scala da qualche anno, sul DMT ( dimetil-triptamina) presente notoriamente nell’ayahuasca, la mescalina estratta dal cactus come il peyotl, la psilocibina, estratta da varie specie di funghi, l’LSD e la MDMA (metilenediossimeamfetamina o Ecstasy) Alcune di queste stanno provocando una vera rivoluzione nelle neuroscienze. Nelle varie università e Centri di ricerche psichedeliche da una decina di anni, si fanno studi sugli effetti di queste sostanze. Questi studi hanno dimostrato che molti tipi di queste sostanze, come DMT, psilocibina, ketamina o anche l’LSD, inducono impressionanti stati di estasi che hanno somiglianze con alcuni aspetti dell’esperienza di morte imminente. Sono paragonabili alle esperienze mistiche, che possono apparire spontaneamente, a volte in una EMI (esperienza di morte imminente) come anche a persone che fanno pratiche intense di meditazioni. Queste esperienze si caratterizzano, grazie a un sentimento di unità ineffabile, di risveglio, spesso accompagnato da un accesso intuitivo di grande chiarezza, a una conoscenza profonda, la connessione a una coscienza più larga di quella che noi sperimentiamo nel quotidiano. Da studi anteriori abbiamo saputo che le esperienze indotte da sostanze psichedeliche sono indiscernibili da quelle vissute spontaneamente! Ecco le ricerche avanzate in alcune università e grazie a volontari, per capire quello che succede al cervello durante queste esperienze. Un dottore ricercatore volontario che non aveva mai assunto droghe, subì un’iniezione di psilocibina endovenosa e, assistito da altri scienziati, visse quello che definì la ’’perdita dell’ego’’- esperienza che di solito non si fa quando si studia la coscienza. Altrimenti sarebbe stato come vivere la visione dei colori di qualcuno che non ha mai visto i colori: si possono averne descrizioni dettagliate, identificare i neurotrasmettitori ecc. ma vedere è altra cosa. L’ingestione di psilocibina provoca una riduzione dell’attività di talamo, corteccia anteriore, posteriore e pre-frontale ecc. e questo provoca una più o meno grande riduzione di attività, mostrando l’intensità o meno degli effetti personali riportati dai soggetti. Più l’attività di queste strutture decresce, più il soggetto riferisce gli effetti della sostanza. Ma cosa sappiamo di questo circuito neuronale? Vi sono numerose capacità. Ragionamenti personali, memorie vissute, proiezioni nel futuro, potenzialità… in breve un circuito che lavora in permanenza e prepara anche l’individuo a cambiamenti del suo ambiente. Ecco la rete dell’… ego. Questa rete restringe la cognizione, per proteggere l’individuo da un flusso di stimoli che sorpasserebbero la sua capacità di trattarli e che lo sommergerebbero. Un esempio è il malato di Alzheimer che perde la propria storia e la sua identità. Avviene che la sostanza provoca un indebolimento della funzione di questa rete e quindi un’alterazione di ciò che si chiama la ”coscienza di sé”: ecco che toglie la costrizione e provoca un’espansione della coscienza. In breve si assiste all’apertura di ciò che si chiama ‘’la porta della percezione’’ (v. Aldous Huxey). Queste scoperte provocarono un colpo di fulmine nel mondo della neuroscienza che si aspettavano un forte aumento dell’attività cerebrale: quello sperimentato dai volontari fu esattamente il contrario. Le manifestazioni derivate dall’ingestione di psichedelici non sono causate da un’attività cerebrale, ma al contrario da una cessazione di attività. Cercando la sorgente dell’estasi, si è appreso che il cervello non c’entrava affatto. Il nostro cervello anzi blocca le nostre capacità extra-sensoriali, ma quando si osserva una diminuzione di questa attività neuronale che sottintende un ego… allora si aprono le porte della percezione. La morte corrisponde a un arresto irreversibile del cervello: gli psichedelici permettono di fare un’esperienza che si avvicina, ma è reversibile! – mettendo in uno stato di veglia la parte del nostro cervello che filtra la realtà materiale – quella che al momento della morte si arresterà per prima: la rete del ’’modulo per difetto’’. Da qui il terrore che sopraggiunge. L’ego è lo spettatore che guarda seduto comodo al cinema e totalmente assorbito dalla storia, s’identifica con tale intensità a uno dei personaggi sullo schermo che crede di essere lui il personaggio e che null’altro esiste. L’ego non sopporta che il film si fermi e dimentica che… è solo al cinema. Per lui che è appassionatamente identificato all’attore, questo sta per sparire. Ora gli psichedelici fermano il film: ecco l’angoscia. Si deve convincere l’ego-personaggio che la sua sparizione momentanea è senza pericoli per la coscienza che è camuffata. La buona novella è che si può educare il proprio cervello. È malleabile. Inoltre vi è la pratica intensa della meditazione che può rendere normale un depresso. Lo studio sui meditanti ha mostrato una grande somiglianza con l’ingestione di psilocibina. Inoltre essa agisce con più dolcezza! Ê una rieducazione cerebrale perenne. L’arresto delle funzioni cerebrali non porta all’incoscienza, al nulla, ma al contrario, ci apre un mondo infinito e a un campo di percezioni extrasensoriali reali! Devo quindi calmare l’ego, rassicurarlo, pur vedendone l’inconsistenza, per non avere intralci e liberarmi da questo circuito neuronale della paura! 88888 (N.B. Se realizzo davvero che non sono mai nato e che quanto “osservo” è solo un gioco di memorie filmate al concepimento e che in definitiva NON mi riguardano, come e “chi” potrà mai avere ancora paura?) Stéphane Allix è un giornalista francese che viaggiava da giovane col fratello in Afghanistan per intervenire-aiutare il blocco del traffico di droga: lì il fratello morì in un incidente d’auto. Disperato cercò ovunque se vi era un mondo oltre la…morte: finì spesso in Amazzonia tra rituali di ayahuasca e sciamani e poi fra i saggi di questo mondo.

Se riusciamo a deprogrammarci, non si tratta di diventare zombie o fantasmi, ma di agire nella consapevolezza costante che stiamo vivendo un...