domenica 7 gennaio 2024

LA MORTE NON ESISTE 12 Dicembre 2023

(brani tradotti dal libro di Stéphane Allix * : “La mort n’existe pas’’) Fonte https://www.isabelladisoragna.com/ L’esperienza della sensazione che si possa ‘’non’’ esistere non è né immaginaria né simbolica. Questo terrore che invade è per la morte dell’ego e corrisponde a un meccanismo cerebrale che le neuroscienze hanno già messo in evidenza studiando gli effetti degli psichedelici sul cervello in vari paesi del mondo. Essi mirano a studiare gli effetti terapeutici degli psichedelici in vari campi, dall’ansia alla dipendenza a droghe e alcool, alla depressione, ai problemi di comportamento alimentare, all’accompagnamento di pazienti cancerosi in fase terminale, alle persone in lutto, ecc. Come mai gli psichedelici suscitano tanto interesse nei ricercatori sul piano terapeutico? Perché hanno effetto sulla… mente. Esse permettono alla persona che ne fa l’esperienza, di avere accesso a sensazioni e a zone del suo inconscio che altrimenti non potrebbero rivelarsi. Di solito si ha un varco verso queste zone, tramite i sogni e dopo lunghe terapie psicanalitiche: in questo modo invece si ha accesso a questi spazi, immediatamente e durante alcune ore, grazie a queste sostanze che in qualche modo permettono al lato conscio e inconscio di avere scambi con una chiarezza inedita. Esse cambiano la maniera in cui circolano le informazioni a livello del nostro sistema nervoso. La terapia assistita da psichedelici permette di riconnettersi col corpo, di sciogliere nodi psicologici e emozionali della nostra infanzia, ecc. La MDMA (metilenediossimeamfetamina o Ecstasy) ne è un esempio – è una sostanza che accresce la produzione di serotonina – un neurotrasmettitore che implicato nella gestione degli stati emozionali nel cervello, il cui aumento diminuisce l’ansietà – agisce sull’amigdala, sede della paura e del terrore, ‘’disattivando’’ questa parte del cervello, favorendo quindi una guarigione dagli effetti nocivi di un traumatismo. Gli psichedelici quindi sono sostanze che agiscono fisicamente sul nostro corpo a livello di serotonina, ormoni, dopamina, oxitocina e ci aiutano ad essere più in contatto con il mondo emozionale interno. Inoltre per molti terapeuti che utilizzano queste sostanze come accompagnamento, la dimensione spirituale è ugualmente centrale. Questo è un accesso a quello che molte tradizioni nominano ’’il regno dei morti” . Grazie a queste sostanze – permette una sorta di apertura di comunicazione con quelle dimensioni. Questo fa dire a Stanislas Grof, riguardo piuttosto all’LSD, con il quale ha lavorato a lungo a partire dal 1967 all’università J. Hopkins:- L’importanza potenziale dell’ LSD per la psichiatria e la psicologia è paragonabile all’importanza del microscopio per la biologia e la medicina, o del telescopio per l’astronomia. Il microscopio ha rivelato l’esistenza del microcosmo e il telescopio quella della profondità dell’universo, campi fin lì inesplorati. L’LSD permette di studiare i processi profondi della psiche, normalmente non osservabili. – Ecco in maniera sommaria, alcune ragioni che motivano la ripresa di molte ricerche su grande scala da qualche anno, sul DMT ( dimetil-triptamina) presente notoriamente nell’ayahuasca, la mescalina estratta dal cactus come il peyotl, la psilocibina, estratta da varie specie di funghi, l’LSD e la MDMA (metilenediossimeamfetamina o Ecstasy) Alcune di queste stanno provocando una vera rivoluzione nelle neuroscienze. Nelle varie università e Centri di ricerche psichedeliche da una decina di anni, si fanno studi sugli effetti di queste sostanze. Questi studi hanno dimostrato che molti tipi di queste sostanze, come DMT, psilocibina, ketamina o anche l’LSD, inducono impressionanti stati di estasi che hanno somiglianze con alcuni aspetti dell’esperienza di morte imminente. Sono paragonabili alle esperienze mistiche, che possono apparire spontaneamente, a volte in una EMI (esperienza di morte imminente) come anche a persone che fanno pratiche intense di meditazioni. Queste esperienze si caratterizzano, grazie a un sentimento di unità ineffabile, di risveglio, spesso accompagnato da un accesso intuitivo di grande chiarezza, a una conoscenza profonda, la connessione a una coscienza più larga di quella che noi sperimentiamo nel quotidiano. Da studi anteriori abbiamo saputo che le esperienze indotte da sostanze psichedeliche sono indiscernibili da quelle vissute spontaneamente! Ecco le ricerche avanzate in alcune università e grazie a volontari, per capire quello che succede al cervello durante queste esperienze. Un dottore ricercatore volontario che non aveva mai assunto droghe, subì un’iniezione di psilocibina endovenosa e, assistito da altri scienziati, visse quello che definì la ’’perdita dell’ego’’- esperienza che di solito non si fa quando si studia la coscienza. Altrimenti sarebbe stato come vivere la visione dei colori di qualcuno che non ha mai visto i colori: si possono averne descrizioni dettagliate, identificare i neurotrasmettitori ecc. ma vedere è altra cosa. L’ingestione di psilocibina provoca una riduzione dell’attività di talamo, corteccia anteriore, posteriore e pre-frontale ecc. e questo provoca una più o meno grande riduzione di attività, mostrando l’intensità o meno degli effetti personali riportati dai soggetti. Più l’attività di queste strutture decresce, più il soggetto riferisce gli effetti della sostanza. Ma cosa sappiamo di questo circuito neuronale? Vi sono numerose capacità. Ragionamenti personali, memorie vissute, proiezioni nel futuro, potenzialità… in breve un circuito che lavora in permanenza e prepara anche l’individuo a cambiamenti del suo ambiente. Ecco la rete dell’… ego. Questa rete restringe la cognizione, per proteggere l’individuo da un flusso di stimoli che sorpasserebbero la sua capacità di trattarli e che lo sommergerebbero. Un esempio è il malato di Alzheimer che perde la propria storia e la sua identità. Avviene che la sostanza provoca un indebolimento della funzione di questa rete e quindi un’alterazione di ciò che si chiama la ”coscienza di sé”: ecco che toglie la costrizione e provoca un’espansione della coscienza. In breve si assiste all’apertura di ciò che si chiama ‘’la porta della percezione’’ (v. Aldous Huxey). Queste scoperte provocarono un colpo di fulmine nel mondo della neuroscienza che si aspettavano un forte aumento dell’attività cerebrale: quello sperimentato dai volontari fu esattamente il contrario. Le manifestazioni derivate dall’ingestione di psichedelici non sono causate da un’attività cerebrale, ma al contrario da una cessazione di attività. Cercando la sorgente dell’estasi, si è appreso che il cervello non c’entrava affatto. Il nostro cervello anzi blocca le nostre capacità extra-sensoriali, ma quando si osserva una diminuzione di questa attività neuronale che sottintende un ego… allora si aprono le porte della percezione. La morte corrisponde a un arresto irreversibile del cervello: gli psichedelici permettono di fare un’esperienza che si avvicina, ma è reversibile! – mettendo in uno stato di veglia la parte del nostro cervello che filtra la realtà materiale – quella che al momento della morte si arresterà per prima: la rete del ’’modulo per difetto’’. Da qui il terrore che sopraggiunge. L’ego è lo spettatore che guarda seduto comodo al cinema e totalmente assorbito dalla storia, s’identifica con tale intensità a uno dei personaggi sullo schermo che crede di essere lui il personaggio e che null’altro esiste. L’ego non sopporta che il film si fermi e dimentica che… è solo al cinema. Per lui che è appassionatamente identificato all’attore, questo sta per sparire. Ora gli psichedelici fermano il film: ecco l’angoscia. Si deve convincere l’ego-personaggio che la sua sparizione momentanea è senza pericoli per la coscienza che è camuffata. La buona novella è che si può educare il proprio cervello. È malleabile. Inoltre vi è la pratica intensa della meditazione che può rendere normale un depresso. Lo studio sui meditanti ha mostrato una grande somiglianza con l’ingestione di psilocibina. Inoltre essa agisce con più dolcezza! Ê una rieducazione cerebrale perenne. L’arresto delle funzioni cerebrali non porta all’incoscienza, al nulla, ma al contrario, ci apre un mondo infinito e a un campo di percezioni extrasensoriali reali! Devo quindi calmare l’ego, rassicurarlo, pur vedendone l’inconsistenza, per non avere intralci e liberarmi da questo circuito neuronale della paura! 88888 (N.B. Se realizzo davvero che non sono mai nato e che quanto “osservo” è solo un gioco di memorie filmate al concepimento e che in definitiva NON mi riguardano, come e “chi” potrà mai avere ancora paura?) Stéphane Allix è un giornalista francese che viaggiava da giovane col fratello in Afghanistan per intervenire-aiutare il blocco del traffico di droga: lì il fratello morì in un incidente d’auto. Disperato cercò ovunque se vi era un mondo oltre la…morte: finì spesso in Amazzonia tra rituali di ayahuasca e sciamani e poi fra i saggi di questo mondo.

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