mercoledì 20 settembre 2017

Manlio Dinucci - Il Venezuela si ribella al petrodollaro e Trump annuncia l'"opzione militare"

fonte http://www.lantidiplomatico.it
di Manlio Dinucci* - il Manifesto


«A partire da questa settimana si indica il prezzo medio del petrolio in yuan cinesi»: lo ha annunciato il 15 settembre il Ministero venezuelano del petrolio. Per la prima volta il prezzo di vendita del petrolio venezuelano non è più indicato in dollari.

È la risposta di Caracas alle sanzioni emanate dall’amministrazione Trump il 25 agosto, più dure di quelle attuate nel 2014 dall’amministrazione Obama: esse impediscono al Venezuela di incassare i dollari ricavati dalla vendita di petrolio agli Stati uniti, oltre un milione di barili al giorno, dollari finora utilizzati per importare beni di consumo come prodotti alimentari e medicinali. Le sanzioni impediscono anche la compravendita di titoli emessi dalla Pdvsa, la compagnia petrolifera statale venezuelana.






Washington mira a un duplice obiettivo: accrescere in Venezuela la penuria di beni di prima necessità e quindi il malcontento popolare, su cui fa leva l’opposizione interna (foraggiata e sostenuta dagli Usa) per abbattere il governo Maduro; mandare lo Stato venezuelano in default, ossia in fallimento, impedendogli di pagare le rate del debito estero, ossia far fallire lo Stato con le maggiori riserve petrolifere del mondo, quasi dieci volte quelle statunitensi.





Caracas cerca di sottrarsi alla stretta soffocante delle sanzioni,  quotando il prezzo di vendita del petrolio non più in dollari Usa ma in yuan cinesi. Lo yuan è entrato un anno fa nel paniere delle valute di riserva del Fondo monetario internazionale (insieme a dollaro, euro, yen e sterlina) e Pechino sta per lanciare contratti futures di compravendita del petrolio in yuan, convertibili in oro.

«Se il nuovo future prendesse piede, erodendo anche solo in parte lo strapotere dei petrodollari, sarebbe un colpo clamoroso per l’economia americana», commenta il Sole 24 Ore.

Ad essere messo in discussione da Russia, Cina e altri paesi non è solo lo strapotere del petrodollaro (valuta di riserva ricavata dalla vendita di petrolio), ma l’egemonia stessa del dollaro. Il suo valore è determinato non dalla reale capacità economica statunitense, ma dal fatto che esso costituisce quasi i due terzi delle riserve valutarie mondiali e la moneta con cui si stabilisce il prezzo del petrolio, dell’oro e in genere delle merci.

Ciò permette alla Federal Reserve, la Banca centrale (che è una banca privata), di stampare migliaia di miliardi di dollari con cui viene finanziato il colossale debito pubblico Usa – circa 23 mila miliardi di dollari – attraverso l’acquisto di obbligazioni e altri titoli emessi dal Tesoro.

In tale quadro, la decisione venezuelana di sganciare il prezzo del petrolio dal dollaro provoca una scossa sismica che, dall’epicentro sudamericano, fa tremare l’intero palazzo imperiale fondato sul dollaro. Se l’esempio del Venezuela si diffondesse, se il dollaro cessasse di essere la principale moneta del commercio e delle riserve valutarie internazionali, una immensa quantità di dollari verrebbe immessa sul mercato facendo crollare il valore della moneta statunitense.

Questo è il reale motivo per cui, nell’Ordine esecutivo del 9 marzo 2015, il presidente Obama proclamava «l’emergenza nazionale nei confronti della inusuale e straordinaria minaccia posta alla sicurezza nazionale e alla politica estera degli Stati uniti dalla situazione in Venezuela».

Lo stesso motivo per cui il presidente Trump annuncia una possibile «opzione militare» contro il Venezuela. La sta preparando lo U.S. Southern Command, nel cui emblema c’è l’Aquila imperiale che sovrasta il Centro e Sud America, pronta a piombare con i suoi artigli su chi si ribella all’impero del dollaro.

sabato 16 settembre 2017

Introduzione alla bellezza

Venere di MiloMolte volte ho assistito a, e sono stato coinvolto in discorsi sulla bellezza e la conclusione di queste discussioni di solito è che “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace.”
Questa conclusione finale mette di sicuro tutti d’accordo, ma è poi la verità o la definizione di bellezza?
Da sempre non ho mai accettato una conclusione di cui non potevo verificare se le informazioni e i fatti presentati, una volta analizzati, avrebbero portato inequivocabilmente a tale conclusione.
E la conclusione che “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”, non mi ha mai soddisfatto veramente, perché mi sono state indicate come belle anche cose che a me parevano orribili e accettare tale conclusione sarebbe stato come ammettere che la bellezza è un concetto soggettivo che nella realtà oggettiva non esiste.
Ma un giorno ho imparato a riconoscere la bellezza percependo l’emozione che essa provoca in chi ne è colpito.

Cos’è la Bellezza oggettiva?

E’ la proprietà di causare elevate emozioni nell’osservatore che una cosa possiede avendo le parti che la compongono in armoniosa relazione l’una con l’altra. E’ ciò che fa ottenere il consenso generale alle vere opere d’arte.
E’ il genere di bellezza di cui intendo parlare in questo articolo e la chiamerò bellezza oggettiva, libera da ogni associazione.
Un esempio di un effetto che la bellezza oggettiva causa è una emozione che chi la subisce non è in grado di sopportarla completamente e sviene o prova una forte sofferenza interiore che non riesce a motivare. Fra coloro che l’hanno provata Stendhal è stato il primo che ne ha fatto una descrizione e da allora è chiamata, seppur lungi dall’essere una condizione patologica, sindrome di Stendhal, perché la scienza ufficiale tende a psichiatrizzare ogni comportamento che non corrisponda a quelli considerati normali per il suo homo sapiens.
Quando parliamo della bellezza entriamo nel campo dell’estetica, non inteso come branca della filosofia ma come spettro di vibrazioni.
I nostri sensi sono in grado di percepire uno spettro ben definito di vibrazioni che vanno da un numero minimo e massimo, di cui i valori e gli aspetti tecnici non è necessario entrare nei dettagli.
Per fare un esempio, nello spettro delle onde sonore, un cane può sentire un suono emesso da un fischietto ad ultrasuoni mentre per gli umani tale fischietto è muto.
Le onde estetiche fondamentali hanno frequenze molto elevate e normalmente non vengono percepite dai sensi degli esseri umani, tuttavia spesso essi sperimentano delle armoniche inferiori di estetica.
Succede però a volte che un insieme di forme, suoni, colori e movimenti colpiscano un essere spirituale direttamente, praticamente oltrepassando il filtro dei sensi fisici.
L’essere spirituale ha la capacità di vibrare a frequenze molto più elevate di quelle normalmente percepite dai sensi fisici.
L’armonia di elementi di una vera opera d’arte ovvero la sua bellezza, è in grado di far vibrare un essere spirituale alla frequenza fondamentale dell’Estetica e a quel punto tale essere sperimenta un’emozione molto elevata.
Per il corpo dello spettatore quell’emozione è troppo forte per essere manifestata come le altre normali emozioni che rientrano nella consuetudine dell’essere umano e i vari sistemi collassano provocando le manifestazioni tipiche della cosiddetta sindrome di Stendhal. Niente di patologico, tutt’altro.
L’arte oggettiva, universale ha delle particolari caratteristiche. Le opere che posseggono tali caratteristiche contengono gli stessi elementi armonici con cui l’intero universo è stato creato.
Tali opere sono senza tempo, sopravvivono alle varie mode che si alternano nel corso dei millenni, ricevono ininterrottamente ammirazione dal primo momento in cui sono state create fino alla purtroppo inevitabile consumazione.
Osservando una di tale opere riscontriamo che le proporzioni delle varie forme sono identiche a quelle che la Natura applica nei processi di creazione.
Questo rapporto proporzionale è rappresentato con chiarezza nella Sezione Aurea che era ben conosciuta nei Veda, in molte antiche civiltà dell’Asia Minore, dagli Egizi e dai grandi artisti del Rinascimento.
La sezione aurea è il risultato della divisione di una linea in un preciso punto che ci dà due frammenti A e B in cui A misura 1 e B invece 0,618 . E una proporzione speciale come puoi vedere dai risultati che si ottengono nei calcoli che seguono.
Chi vuole sbizzarrirsi può cercare altro materiale a riguardo, non volendo fare un trattato ne parleremo quanto basta per comprendere i vari concetti senza sconfinare nei verbosi livelli accademici.
I numeri delle proporzioni usate dall’architetto (o dagli architetti) dell’Universo sono 1,618, rappresentato dalla lettera greca Phi e 0,618, rappresentato dalla lettera greca phi (minuscola)
Un esempio dell’applicazione della Sezione Aurea la possiamo vedere nello sviluppo della spirale, che è il modello con cui le cose create si evolvono.
Le proporzioni sono 1 per il lato lungo e 0,618 per quello corto. La successione dei quarti di cerchio disegnati in ogni quadrato ci danno una spirale, il modello usato per la creazione.

Sezione della conchiglia di nautilo
Lo stesso avviene nella creazione delle galassie.
Nella Tavola Smeraldina, Ermete Trismegisto rivela come un fattore si riscontra ovunque nella creazione. Quel fattore è la Sezione Aurea, 1.618
Dalla Tavola Smeraldina di Ermes Trismegisto.
“Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della causa una.”
“E poiché tutte le cause sono e provengono da una, per la divisione di una, così tutte le cose sono nate da questa causa unica adeguandosi ad essa.”
Così in alto
Così in basso.
“Dio creo l’uomo a sua immagine e somiglianza” andrebbe esteso come concetto all’intera creazione. Significa che ogni cosa creata segue un preciso modello, dalle galassie che compongono l’universo all’atomo.
Le opere d’arte che sono tuttora oggetto di universale ammirazione contengono nelle proporzioni multipli o sottomultipli del numero aureo 1,618

Afrodite
Il corpo umano è proporzionato in base alla sezione aurea, come il resto dell’universo.
E così anche le singole parti
Anche Leonardo conosceva questo “segreto”
Agli amici che gli chiedevano perché non ne spiegava l’origine rispondeva che l’avversione del Clero per le verità che possono dischiudere i dogmi l’avrebbe condotto sul rogo, e che comunque coloro i cui occhi sanno vedere possono conoscere i segreti dell’Universo guardando le sue opere perché in esse vi è posta tutta la conoscenza.
La bellezza oggettiva è la proprietà dell’intero in cui le sue parti sono armoniosamente proporzionate secondo la sezione aurea.
Più tali proporzioni si discostano dalla Sezione Aurea, più la bellezza diminuisce, le vibrazioni si abbassano di frequenza e gli stati elevati dell’essere non ne vengono più affetti, ma solo gli stati inferiori, dell’individuo identificato con il suo corpo.
Quando parliamo di bellezza soggettiva a volte possiamo ottenere valori molto lontani da quella oggettiva se le aberrazioni di chi esprime il concetto sono rilevanti.
Vediamo spesso delle conduttrici di programmi televisivi che ostentano dei seni che sono sul punto di esplodere dalla “generosa” scollatura. Forse le varie TV le assumono per sopperire all’inconsistenza dei loro programmi. Ad alcuni sembrano belle proprio per quelle artefatte misure abbondanti. L’emozione che essi provano è commista al sesso, non si tratta di bellezza pura e, generalmente nella vita quotidiana, quando si parla di bellezza si sta parlando di capacità di attrarre sessualmente.
L’emozione sessuale, che spesso viene erroneamente chiamata amore, ha una frequenza molto più bassa e quando è unita alla bellezza, una frequenza molto elevata, la risultante è una frequenza di valore molto inferiore a quello della bellezza che potrebbe benissimo rappresentare l’attributo “sexy”.
Anche quando le proporzioni sono perfette, l’associazione con il sesso abbassa le vibrazioni rendendo impossibile che le emozioni elevate della bellezza pura possano essere sperimentate dal suo osservatore, come possiamo notare dall’esempio sotto.
La bellezza libera da associazioni appartiene al campo dell’Estetica, le cui vibrazioni hanno frequenze elevate e per percepirle è necessario riuscire ad oscillare al livello di quelle frequenze. Questo avviene quando riusciamo a distaccarci dalle armoniche inferiori della bellezza e dalle emozioni negative, che sono una zavorra che impedisce l’accesso ai livelli superiori di esistenza e di azione. Ai veri artisti la bellezza oggettiva è ben nota e viene trasmessa nelle loro opere. Il compito dell’artista è quello di ricordare all’uomo che esistono emozioni spirituali e che sono esse che lo elevano dal piano dei desideri meramente materiali. E la bellezza è uno dei mezzi per farlo.
5 (100%) 1 vote

Non hai i libri di Ehret? eccoli: opera omnia di Arnold Ehret
linea orizzontale grafica
Medicinenon.it e Arnoldehret.it sono due siti di Luciano Gianazza.
Medicinenon.it è da molti anni un punto di riferimento per chi vuole liberarsi della disinformazione e poi acquisire la corretta conoscenza.
ArnoldEhret.it è il sito ufficiale degli insegnamenti di Arnold Ehret, raccolti nei suoi libri, fra i quali Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco è un best seller internazionale. Arnold Ehret ha ritrovato il sentiero, di cui si era persa ogni traccia secoli fa, che porta all'alimentazione naturale dell'Uomo e alla salute perfetta in quanto ripristina la naturale capacità del corpo umano di disintossicarsi da tossine e veleni. In questo mondo avvelenato, il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco fornisce i fondamenti per un'alimentazione e stile di vita che sono essenziali per la buona riuscita dei vari protocolli di disintossicazione.
Tutti i libri originali di Arnold Ehret sono reperibili sul sito www.arnoldehret.it | Libri

domenica 10 settembre 2017

Nasciamo senza portare (N. Nur-ad-Din)

fonte http://www.lameditazionecomevia.it/testi.htm
 
Nasciamo senza portare
nulla, moriamo senza poter
portare nulla, ed in mezzo,
nell'eterno che si
ricongiunge nel breve
battito delle
ciglia, litighiamo per
possedere qualcosa.

domenica 3 settembre 2017

Guerra tra poveri: chi ci guadagna?

di GIANLUCA BALDINI (FSI Pescara)
Anni fa conobbi Saïd.
Veniva dal Marocco, aveva il viso angelico di un bambino, la voce squillante, gli occhi grandi e tondi che quasi la sua testolina non li conteneva. Carnagione olivastra da fototipo magrebino, capelli corti ricci neri come il petrolio. La sera stavamo insieme, gli offrivo spesso da mangiare e da bere. Adorava il panino con la frittata e lo mandava giù alla velocità della luce con una lattina di Coca Cola. Saïd mi inteneriva solo a guardarlo, piccolo, implume e innocuo. Poco dopo scoprii che aveva qualche anno più di di me, ma continuavo a trattarlo come un cuginetto da accudire. Mi raccontò la sua storia, un film drammatico che ambiva a concludersi con un lieto fine. Saïd aveva raggiunto l’Europa illegalmente dalla Spagna, viaggiando in un vano sotto il semirimorchio di un camion. Un viaggio attaccato alla vita con l’asfalto che correva sotto a cento all’ora. Mi diceva di essere ospite di alcuni ragazzi che lo avevano aiutato una volta raggiunta l’Italia in un appartamento vicino lo stadio, che però non volle mai farmi vedere. Passò da Roma e si ritrovò a Pescara per puro caso, nel suo vagare senza meta. Saïd le giornate le passava per strada, con gli altri diseredati nordafricani che bazzicano la stazione. Non passò molto tempo, forse un paio di mesi, prima di iniziare ad assistere alla sua trasformazione. La strada è una scuola di vita, dove non esistono i compiti in classe, i voti, gli esami. Si affrontano prove ben più faticose e rischiose. O sopravvivi, o muori. Questo è il metro di valutazione. Sono certo che Saïd volesse sopravvivere e che, se avesse potuto, avrebbe scelto un’altra strada. Fatto sta che di lì a poco mi avrebbe incrociato per strada ignorandomi, con gli occhi sbarrati e iniettati di sangue e la camminata dinoccolata strafottente da ras del quartiere. Avevo capito tutto. Una sera lo incontrati col suo gruppo di “amici” e lo avvicinai per salutarlo e chiedergli come andasse. Mi rispose “sciao belo, fumo, coca…?”. Il “lieto fine” di questa storia purtroppo si è consumato nel carcere di San Donato. Non ho più saputo nulla di Saïd e francamente non ci ho neanche più pensato, sono passati più dieci anni ormai.
Stamattina però mi è tornato in mente Saïd. L’ho rivisto negli occhi di Samuel, un ragazzo nigeriano che è arrivato un mese fa in città. Aspetta seduto su una cassetta della frutta rotta all’ingresso di un noto bar del centro dove vado a fare colazione ogni mattina. Samuel sembra un angelo, come Saïd. Ha un viso delicato e lo sguardo che parla da solo. Le sofferenze e la voglia di riscatto gliele leggi negli occhi. Sembra un bambinone, ma ha poco più di vent’anni. Quando lo incrocio gli chiedo se vuole fare colazione. Solo la prima volta ha accettato di buon grado, ma ormai mi dice sempre che ha già fatto, così all’uscita gli lascio due euro. “Dio ti benedica, grazie, buona giornata”. Per due euro, Cristo! “Dio ti benedica”. Perché per lui due euro sono oro. La sofferenza e la marginalità ti portano ad accettare tutto, a sopravvivere di fronte alle difficoltà e ad accogliere qualsivoglia tipo di aiuto come una benedizione dal cielo. Quanto durerà? Quanto tempo passerà prima che questo bambinone faccia la fine dell’amico venuto dal Marocco? La delinquenza nigeriana non ha nulla da invidiare alle altre. Molte prostitute di colore sono nigeriane e sappiamo che vengono portate qui con la promessa del paradiso e poi finiscono per strada sfruttate e ricattate con rituali voodoo, perché i nigeriani sono per lo più animisti e credono nella magia nera. Gli sfruttatori nigeriani sono i più efferati, arrivano a praticare mutilazioni e vessazioni di ogni tipo. E, benché specializzati nel mercato del sesso a pagamento, non disdegnano il business della droga. Quando Samuel verrà avvicinato da questi bastardi subumani sarà troppo tardi anche per lui, ma certe storie sono tutte uguali, dall’incipit al finale. Se vivi per strada, tra l’altro in un paese straniero, la lotta per la sopravvivenza ti porta a fare scelte che non avresti mai voluto fare. È inevitabile.
Ecco perché dico che l’accoglientismo scriteriato, le porte aperte a tutti, il mondo senza frontiere, la fratellanza universale… sono belle parole per descrivere un inferno senza fine. Samuel, che è un angelo, probabilmente farà una brutta fine. La sua storia sarà strumentalizzata per alimentare il razzismo più becero. L’intolleranza monterà fino al limite dell’odio sociale, mentre aumenteranno sempre di più i casi di giovani bravi ragazzi stranieri assoldati dai peggiori criminali loro connazionali.
Contemporaneamente gli italiani che vivono condizioni di marginalità si sentiranno depredati delle risorse che spetterebbero loro, perché nell’attuale sistema economico, in regime di pareggio di bilancio, le risorse destinate a un utilizzo sono sottratte ad altro. I quattro miliardi di euro l’anno impiegati per la gestione dei migranti (cui l’UE aggiunge una miseria, 90 milioni) sono risorse che potrebbero essere destinate per esempio all’edilizia residenziale pubblica per coprire l’emergenza abitativa di quanti risiedono in italia (italiani e immigrati regolari) e non hanno alloggi disponibili.
In questa guerra tra poveri perdono tutti. I migranti, utilizzati per alimentare un business e sbattuti da una parte all’altra senza garanzia alcuna sulla fine che faranno. Gli immigrati regolari che risiedono e lavorano in Italia, che pagano con la diffidenza o anche l’odio sociale le politiche di importazione di uomini che stanno generando tensioni crescenti. Gli italiani più poveri, che si sentono saccheggiati dallo straniero e nei quali viene dunque inoculato il virus del razzismo.
Per capire chi desidera tutto ciò, fatevi una domanda: se tutte queste categorie di persone, che costituiscono le fasce deboli, ci perdono, chi ci guadagna?

Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...