sabato 16 settembre 2017

Introduzione alla bellezza

Venere di MiloMolte volte ho assistito a, e sono stato coinvolto in discorsi sulla bellezza e la conclusione di queste discussioni di solito è che “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace.”
Questa conclusione finale mette di sicuro tutti d’accordo, ma è poi la verità o la definizione di bellezza?
Da sempre non ho mai accettato una conclusione di cui non potevo verificare se le informazioni e i fatti presentati, una volta analizzati, avrebbero portato inequivocabilmente a tale conclusione.
E la conclusione che “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”, non mi ha mai soddisfatto veramente, perché mi sono state indicate come belle anche cose che a me parevano orribili e accettare tale conclusione sarebbe stato come ammettere che la bellezza è un concetto soggettivo che nella realtà oggettiva non esiste.
Ma un giorno ho imparato a riconoscere la bellezza percependo l’emozione che essa provoca in chi ne è colpito.

Cos’è la Bellezza oggettiva?

E’ la proprietà di causare elevate emozioni nell’osservatore che una cosa possiede avendo le parti che la compongono in armoniosa relazione l’una con l’altra. E’ ciò che fa ottenere il consenso generale alle vere opere d’arte.
E’ il genere di bellezza di cui intendo parlare in questo articolo e la chiamerò bellezza oggettiva, libera da ogni associazione.
Un esempio di un effetto che la bellezza oggettiva causa è una emozione che chi la subisce non è in grado di sopportarla completamente e sviene o prova una forte sofferenza interiore che non riesce a motivare. Fra coloro che l’hanno provata Stendhal è stato il primo che ne ha fatto una descrizione e da allora è chiamata, seppur lungi dall’essere una condizione patologica, sindrome di Stendhal, perché la scienza ufficiale tende a psichiatrizzare ogni comportamento che non corrisponda a quelli considerati normali per il suo homo sapiens.
Quando parliamo della bellezza entriamo nel campo dell’estetica, non inteso come branca della filosofia ma come spettro di vibrazioni.
I nostri sensi sono in grado di percepire uno spettro ben definito di vibrazioni che vanno da un numero minimo e massimo, di cui i valori e gli aspetti tecnici non è necessario entrare nei dettagli.
Per fare un esempio, nello spettro delle onde sonore, un cane può sentire un suono emesso da un fischietto ad ultrasuoni mentre per gli umani tale fischietto è muto.
Le onde estetiche fondamentali hanno frequenze molto elevate e normalmente non vengono percepite dai sensi degli esseri umani, tuttavia spesso essi sperimentano delle armoniche inferiori di estetica.
Succede però a volte che un insieme di forme, suoni, colori e movimenti colpiscano un essere spirituale direttamente, praticamente oltrepassando il filtro dei sensi fisici.
L’essere spirituale ha la capacità di vibrare a frequenze molto più elevate di quelle normalmente percepite dai sensi fisici.
L’armonia di elementi di una vera opera d’arte ovvero la sua bellezza, è in grado di far vibrare un essere spirituale alla frequenza fondamentale dell’Estetica e a quel punto tale essere sperimenta un’emozione molto elevata.
Per il corpo dello spettatore quell’emozione è troppo forte per essere manifestata come le altre normali emozioni che rientrano nella consuetudine dell’essere umano e i vari sistemi collassano provocando le manifestazioni tipiche della cosiddetta sindrome di Stendhal. Niente di patologico, tutt’altro.
L’arte oggettiva, universale ha delle particolari caratteristiche. Le opere che posseggono tali caratteristiche contengono gli stessi elementi armonici con cui l’intero universo è stato creato.
Tali opere sono senza tempo, sopravvivono alle varie mode che si alternano nel corso dei millenni, ricevono ininterrottamente ammirazione dal primo momento in cui sono state create fino alla purtroppo inevitabile consumazione.
Osservando una di tale opere riscontriamo che le proporzioni delle varie forme sono identiche a quelle che la Natura applica nei processi di creazione.
Questo rapporto proporzionale è rappresentato con chiarezza nella Sezione Aurea che era ben conosciuta nei Veda, in molte antiche civiltà dell’Asia Minore, dagli Egizi e dai grandi artisti del Rinascimento.
La sezione aurea è il risultato della divisione di una linea in un preciso punto che ci dà due frammenti A e B in cui A misura 1 e B invece 0,618 . E una proporzione speciale come puoi vedere dai risultati che si ottengono nei calcoli che seguono.
Chi vuole sbizzarrirsi può cercare altro materiale a riguardo, non volendo fare un trattato ne parleremo quanto basta per comprendere i vari concetti senza sconfinare nei verbosi livelli accademici.
I numeri delle proporzioni usate dall’architetto (o dagli architetti) dell’Universo sono 1,618, rappresentato dalla lettera greca Phi e 0,618, rappresentato dalla lettera greca phi (minuscola)
Un esempio dell’applicazione della Sezione Aurea la possiamo vedere nello sviluppo della spirale, che è il modello con cui le cose create si evolvono.
Le proporzioni sono 1 per il lato lungo e 0,618 per quello corto. La successione dei quarti di cerchio disegnati in ogni quadrato ci danno una spirale, il modello usato per la creazione.

Sezione della conchiglia di nautilo
Lo stesso avviene nella creazione delle galassie.
Nella Tavola Smeraldina, Ermete Trismegisto rivela come un fattore si riscontra ovunque nella creazione. Quel fattore è la Sezione Aurea, 1.618
Dalla Tavola Smeraldina di Ermes Trismegisto.
“Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della causa una.”
“E poiché tutte le cause sono e provengono da una, per la divisione di una, così tutte le cose sono nate da questa causa unica adeguandosi ad essa.”
Così in alto
Così in basso.
“Dio creo l’uomo a sua immagine e somiglianza” andrebbe esteso come concetto all’intera creazione. Significa che ogni cosa creata segue un preciso modello, dalle galassie che compongono l’universo all’atomo.
Le opere d’arte che sono tuttora oggetto di universale ammirazione contengono nelle proporzioni multipli o sottomultipli del numero aureo 1,618

Afrodite
Il corpo umano è proporzionato in base alla sezione aurea, come il resto dell’universo.
E così anche le singole parti
Anche Leonardo conosceva questo “segreto”
Agli amici che gli chiedevano perché non ne spiegava l’origine rispondeva che l’avversione del Clero per le verità che possono dischiudere i dogmi l’avrebbe condotto sul rogo, e che comunque coloro i cui occhi sanno vedere possono conoscere i segreti dell’Universo guardando le sue opere perché in esse vi è posta tutta la conoscenza.
La bellezza oggettiva è la proprietà dell’intero in cui le sue parti sono armoniosamente proporzionate secondo la sezione aurea.
Più tali proporzioni si discostano dalla Sezione Aurea, più la bellezza diminuisce, le vibrazioni si abbassano di frequenza e gli stati elevati dell’essere non ne vengono più affetti, ma solo gli stati inferiori, dell’individuo identificato con il suo corpo.
Quando parliamo di bellezza soggettiva a volte possiamo ottenere valori molto lontani da quella oggettiva se le aberrazioni di chi esprime il concetto sono rilevanti.
Vediamo spesso delle conduttrici di programmi televisivi che ostentano dei seni che sono sul punto di esplodere dalla “generosa” scollatura. Forse le varie TV le assumono per sopperire all’inconsistenza dei loro programmi. Ad alcuni sembrano belle proprio per quelle artefatte misure abbondanti. L’emozione che essi provano è commista al sesso, non si tratta di bellezza pura e, generalmente nella vita quotidiana, quando si parla di bellezza si sta parlando di capacità di attrarre sessualmente.
L’emozione sessuale, che spesso viene erroneamente chiamata amore, ha una frequenza molto più bassa e quando è unita alla bellezza, una frequenza molto elevata, la risultante è una frequenza di valore molto inferiore a quello della bellezza che potrebbe benissimo rappresentare l’attributo “sexy”.
Anche quando le proporzioni sono perfette, l’associazione con il sesso abbassa le vibrazioni rendendo impossibile che le emozioni elevate della bellezza pura possano essere sperimentate dal suo osservatore, come possiamo notare dall’esempio sotto.
La bellezza libera da associazioni appartiene al campo dell’Estetica, le cui vibrazioni hanno frequenze elevate e per percepirle è necessario riuscire ad oscillare al livello di quelle frequenze. Questo avviene quando riusciamo a distaccarci dalle armoniche inferiori della bellezza e dalle emozioni negative, che sono una zavorra che impedisce l’accesso ai livelli superiori di esistenza e di azione. Ai veri artisti la bellezza oggettiva è ben nota e viene trasmessa nelle loro opere. Il compito dell’artista è quello di ricordare all’uomo che esistono emozioni spirituali e che sono esse che lo elevano dal piano dei desideri meramente materiali. E la bellezza è uno dei mezzi per farlo.
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