sabato 29 settembre 2012

Essere innanzitutto perfettamente naturali ARNAUD DESJARDINS

Cerchiamo di essere innanzi tutto perfettamente naturali prima di aspirare al soprannaturale. «Colui che tradisce la terra non raggiungerà mai il cielo», questo famoso motto è eloquente.


Chi non sa godere è di solito portato per l"economia


L"economia la matematica,è tutta nella tua testa.Avete presente i fumetti,quelle nuvolette piene di pensieri,ecco la matematica,ti divide,tu sei quello, i tuoi pensieri.
Hai completamente dimenticato,il mondo circostante,sei diviso dal mondo circostante,mentre i piaceri più alti DIPENDONO DALLA FUSIONE CON IL MONDO CIRCOSTANTE.
In natura non esiste ECONOMIA,MATEMATICA,non ne ha  bisogno.
Addirittura,chi è preso da quelle nuvolette quei pensieri,ha perso la CONNESSIONE,con il resto del creato. Il colonialismo,è nato soprattutto in Inghilterra,uno dei paesi ,meno goderecci del mondo.Chi non sa godere,è simile ad un robot.
Robot,significa essere telecomandato,ti comanda il tuo ego,opportunamente installato dal potere,chi sa godere,non puo essere telecomandato,la fusione con la vita soprattutto con il vivente,ti fa essere tutto meno che un robot,bensi con la gioia ed il piacere sviluppi la vera intelligenza naturale.
Le nuvolette non servono,tu vivi,e rispondi alla vita,le nevrosi le lasci a chi è preso dall"ingranaggio inesorabile dei propri pensieri,che gli impedisce di godersi DIO,cioè il QUI e ORA.
Consiglio vivamente la lettura del libro, Papalagi ,facilmente trovabile in rete,in particolare il capitolo terzo dal titolo,,Del tondo metallo e della carta pesante
http://freaknet.org/martin/libri/Papalagi/papalagi.html#cap3

venerdì 28 settembre 2012

La scienza del vedere che non è scienza (Fernando Pessoa)


Sono un guardiano del gregge
Il gregge sono i miei pensieri
E i miei pensieri sono tutti sensazioni.
Penso con gli occhi e con le orecchie
E con le mani e coi piedi
E con il naso e con la bocca..
Pensare un fiore, è vederlo e respirarlo.
E mangiare un frutto è saperne il senso.
Ecco perché quando un giorno di caldo
Mi sento triste di goderne tanto,
E mi stendo completamente nell'erba,
E chiudo gli occhi che bruciano,
Sento che tutto il corpo è steso nella realtà,
So la verità e sono felice.

Tu dici, vivi nel presente;
Vivi solo nel presente.
Ma io non voglio il presente, voglio la realtà:
Voglio le cose che esistono, non il tempo
Che le misura.

Cos'è il presente?

È qualcosa di relativo al passato e al futuro.
È una cosa che esiste in funzione dell'esistenza
Di altre cose.
Ma io voglio la sola realtà, le cose senza presente.

Non voglio includere il tempo nel mio schema.
Non voglio pensare le cose in quanto presenti:
Le voglio pensare in quanto a cose.
Non le voglio separare da esse stesse,
Trattandole come presenti.

Non dovrei nemmeno trattarle come reali.
Non dovrei trattarle affatto.

Dovrei solo vederle, semplicemente vederle;
Vederle fino al punto di non poterle pensare,
Vederle fuori dal tempo, fuori dallo spazio,
Vederle con la facoltà di toglier tutto tranne il visibile.
Ecco la scienza del vedere, che non è scienza.

Fernando Pessoa

giovedì 27 settembre 2012

Attento alla medicina ufficiale,molto attento


LA CONTROSCIENZA – UNO SQUARTO DAL PONTE 
Articolo di Rita Pennarola [ 17/09/2011]
Fonte:] http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=442
Inauguriamo una serie di articoli “tosti” sulla scienza killer. Ovvero, le menzogne assassine dei colossi ufficiali della medicina smascherate dai coraggiosi ricercatori di Science and Democracy.
E’ ormai da qualche anno che a New York un allarme silente e’ scattato nelle case. Attenti: quando chiamate il 118 per un familiare in gravi condizioni potrebbero arrivare le “squadrette della morte”: giungono in un baleno e, prima ancora di verificare se le sue condizioni siano recuperabili, gli praticano una fiala di eparina, poi effettuano un crash cerebrale, una pratica definita in gergo “Minnesota”, con annientamento del cervello sul piano cognitivo, ma non su quello metabolico. In pochi minuti ecco trovato un nuovo donatore di organi, pronto a colmare la fame di fegati, cuori, reni e cornee che negli Stati Uniti (ed oltre) letteralmente dilaga. Per questo “geniale” procurement l’èquipe ricevera’ qualcosa come 100mila dollari. Cash. Visto che non ci sara’ nemmeno bisogno di convincere i parenti a donare gli organi.
La rivelazione arriva da un chirurgo di fama internazionale, Rocco Maruotti. Lui e’ un foggiano di origine, vive da sempre a Londra ed ha esercitato per decenni la sua attivita’ nelle sale operatorie di Pittsbourgh. Oggi, dopo un atroce dramma familiare, e’ entrato nella crescente schiera di ricercatori ed intellettuali afferenti a Science and Democracy, centinaia di uomini e donne che in tutto il mondo si battono per restituire dignita’ e diritti ad esseri umani sempre piu’ massacrati e mercificati dalle logiche del profitto, in medicina ed oltre.
«Quando si arriva in ospedale con un familiare gravissimo o questo viene soccorso in casa dall’ambulanza, in genere sono anche i familiari a perdere ogni barlume di lucidita’. Sopraffatti dal panico, diventano la preda ideale per la speculazione. Lo sanno bene i professionisti dell’e-procurement, che studiano per anni le tecniche di marketing da applicare in questi casi. Primo: non bisogna dare ai familiari nemmeno un istante per pensare; secondo: evitare in qualsiasi modo l’approccio diretto col malato, niente carezze o tentativo di risveglio. La persona in trauma cranico o colpita da ictus e’ gia’ un ammasso di organi da espiantare, nulla deve ricondurre alla sua personalita’, a sentimenti come amore o speranza». Piuttosto, tutto deve confluire nei messaggi propagandistici intorno al concetto di eternita’.
Fra le slides mostrate da Rocco Maruotti ce n’e’ una che agghiaccia piu’ delle altre. E’ la locandina di una pubblicita’ affissa in diversi posti degli States e mostra una giovane e bella ragazza dallo sguardo ammiccante. La scritta: “C’e’ un solo modo che voi avete per entrare dentro questa ragazza, donarle i vostri organi». In basso, le modalita’ di acquisto della “Donor card”.
IL BOIA DELL’ ESPIANTO
Non usa mezzi termini, il professor Maruotti. E va giu’ ancor piu’ duro: «il donatore di organi e’ atteso da una morte tripla. La prima, quando subisce il trauma cranico. La seconda, quando viene artificiosamente “resuscitato” per essere curarizzato e subire l’espianto; la terza quando gli vengono amputati i grossi vasi per prelevare i suoi organi mentre il cuore batte». Maruotti parla di una «agonia prolungata» che non trova eguali nella storia dell’umanita’. E ricorda quel boia dei penitenziari statunitensi, che si vantava di uccidere in meno di 9 secondi per accorciare il tempo della sofferenza. O ancora il genocidio dei nazisti, «che almeno non chiedevano alle vittime o ai loro familiari di apporre una firma di assenso al proprio omicidio». Nei trapianti non e’ cosi’: «tu firmi e l’agonia dura non meno di 24-48 ore». La “colpa”, quella dannata “colpa”, e’ degli air bag, che salvano ogni anno la vita a centinaia di migliaia di persone coinvolte in incidenti stradali. Per esempio, il tasso di mortalita’ sulle autostrade italiane e’ passato dall’1,14% del 1999 allo 0,52 del giugno 2010. E il Progetto Mister della Regione Emilia Romagna ci ricorda che gli incidenti stradali rappresentano infatti la prima causa di morte per la popolazione di eta’ compresa tra i 14 e i 29 anni.
Senza contare le regole per la sicurezza sul lavoro, i caschi obbligatori agli operai nei cantieri… Cosi’ vanno “perse” altrettante giovani vite in grado di donare organi e i reparti ospedalieri rischiano la chiusura. Che facciamo? Scendiamo in piazza per salvare i posti di lavoro ai chirurghi trapiantisti rimasti disoccupati? O vogliamo organizzare una colletta per rimpinguare le casse di Big Pharma, i cui farmaci anti-rigetto (in primis la Cyclosporina della Novartis) restano ad ammuffire per mesi negli scaffali? I ricercatori di SeD ricordano in proposito che l’industria farmaceutica spende il 75% in attivita’ di marketing, mentre mediamente solo il 20% e’ dedicato alla produzione e appena il 2% alla ricerca.
QUEL SALAME COSI’ UMANO
E cosi’ l’orrore non ha fine. Maruotti racconta cosa ha visto con i suoi occhi in Cina: un salame di carne umana. Carne scadente, naturalmente, visto che si tratta di muscoli e grasso dei detenuti, condannati ad esecuzioni capitali, non senza essere stati prima accuratamente espiantati. Loro erano cattivi (magari avevano osato protestare nelle piazze contro gli abusi del regime). Ma gli organi, beh, quelli dovevano essere buonissimi: prima l’espianto, poi l’esecuzione capitale. Infine, siccome del maiale non si butta via niente, ecco con gli avanzi di quei prigionieri una serie di belle collane di salami. A Pechino e dintorni pare ci sia chi le acquista. Magari solo come souvenir.
«Il principio – riprende Maruotti – come e’ stato giustamente affermato da diversi antropologi, e’ quello del cannibalismo. Ecco, l’espianto-trapianto e’ una forma di cannibalismo non orale, una situazione in cui riusciamo a non sentirci in colpa, martellati come siamo dai condizionamenti medico-mediatici. E’ insomma in atto un processo di de-umanizzazione, compresa la tendenza a concepire i diversi, e quindi anche gli ammalati gravi, come non-umani. Cosi’ accadeva al popolo che assisteva alle esecuzioni capitali nelle piazze, incitando il boia».
LA RIVOLTA DEI CAMICI
A fronte di una spesa crescente per le attivita’ di procurement, ivi comprese le sempre piu’ sofisticate tecniche di persuasione dei familiari, ad infliggere un duro colpo alle frenesie trapiantistiche sta provvedendo una presa di coscienza – tanto inattesa, quanto generalizzata – estesa alla intera classe medica. In Italia il Sistema Informativo Trapianti annesso al Ministero della Salute fino a tutto luglio 2011 segnala che sono stati effettuati 1.100 trapianti su 1.111 donatori. Mancano alcuni mesi alla fine dell’anno, ma il calo appare gia’ sensibile rispetto al 2010 (2.875 trapianti) e al 2009 (2.322).
Un gruppo di chirurghi australiani ha affermato categoricamente che c’e’ un solo modo per sottrarsi alla pratica dell’espianto: ribellarsi con ogni mezzo, anche a costo di “dare di matto”, quando il familiare arriva in ospedale in gravi condizioni. «Urlate, minacciate, denunciate!», e’ la loro esortazione.
La levata di scudi da tempo coinvolge anche anestesisti ed infermieri di questi reparti, cui la legge italiana non riconosce alcuna possibilita’ di obiezione. Per quasi tutti, la scelta e’ quella, quando e’ possibile, di chiedere il trasferimento ad un’altra unita’ ospedaliera. Soprattutto da quando le piccole voci, che una volta denunciavano in totale isolamento questi fenomeni, stanno diventando un coro. La notizia e’ sempre quella: non esistono medici donatori di organi. E se ci sono, cio’ avviene solo sulla carta. Lasciate che a donare siano gli altri: il loro motto resta sempre quello.
A Rocco Maruotti il cuore dal petto e’ stato strappato per davvero. Se oggi dedica la sua vita a contrastare, da luminare della scienza, la pratica «aggressiva ed estorsiva» dei trapianti, e’ perche’ lui, proprio lui, il famoso chirurgo di Pittsbourgh, un dannato giorno del 2009 si e’ trovato a passare dall’altra parte. Era tornato da Londra con la famiglia per trascorrere qualche giorno in provincia di Foggia. Con lui il piccolo Sacha, 5 anni, la gioia attesa da una vita. Durante la visita ad una famiglia di amici il bambino si sporge troppo, cade, batte la testa.
Racconta Rocco: «Sono morto io, in quel momento. Me lo hanno portato via. Ero come paralizzato, non sono riuscito ad oppormi all’espianto».
Cosi’ lui, che peraltro di trapianti nel corso della sua lunga professione non ne aveva mai eseguiti, ha trovato la forza per studiare e far conoscere al mondo tutti gli osceni dettagli di questa pratica mortifera, fino a descrivere minuziosamente le tecniche adottate per conferire ai familiari piu’ titubanti quella «magnifica sensazione d’immortalita’ che si acquista donando gli organi dei propri cari». Da li’ partono quelle oceaniche manifestazioni celebrative che sono poi il cuore di tutte le organizzazioni dei cacciatori di organi, lautamente finanziate dai governi. «A queste manifestazioni – aggiunge il chirurgo – non vengono pero’ mai invitati i familiari dei donatori, bensi’ solo i trapiantati. Servono essenzialmente ad oscurare la tragedia della morte, a negare la sofferenza umana. E a sancire il concetto per cui un corpo diventa denaro». Inutile dire che i chirurghi dissenzienti vengono espulsi dalle organizzazioni scientifiche “istituzionali”. Se giovani, restano generalmente senza lavoro.
Per contrastare il linguaggio orweliano della propaganda trapiantistica, Rocco Maruotti adotta nelle sue conferenze in giro per il mondo i termini brutali che i medici usano in questi casi fra loro. Niente “doni”: solo squartamento ed eviscerazione di pazienti ancora vivi.
LA CASTA SCIENZA
La sezione italiana dell’associazione internazionale Science and Democracy e’ guidata da un matematico, il professor Marco Mamone Capria dell’Universita’ di Perugia. Decisamente una bella testa e una mente ancor piu’ illuminata. A proposito del diritto che i cittadini hanno di criticare la scienza, ecco cosa scrive Mamone: «Se si possa criticare la scienza senza per cio’ stesso meritarsi l’accusa di irrazionalismo e’ questione non solo dotata di intrinseco interesse, ma cruciale per chi e’ interessato al problema del controllo democratico della scienza. La tesi oggi maggiormente diffusa al riguardo e’ negativa, e la si puo’ riassumere come segue. La scienza e’ un’attivita’ dotata di una forte ed essenziale componente specialistica, che impedisce al non specialista di intervenire in maniera significativa sulle sue produzioni. (…)». Percio’, «chi pensa di poter criticare la scienza senza “farne parte”, e’ un illuso; bisogna isolarlo perche’, rifiutando la razionalita’ scientifica, egli mette a repentaglio i fondamenti del consorzio civile e apre la strada a un ritorno alla barbarie».
Cosi’ nasce quella “casta” che dalla medicina dei trapianti alle sciagure nucleari, fino ai disastri ambientali, sta mettendo a repentaglio i destini del pianeta e della stessa umanita’, senza che nessuno, dall’esterno, possa avere a che dire alcunche’. Altro che magistrati o politici, sembra dirci Mamone: la casta piu’ pericolosa e’ proprio quella della scienza per cosi’ dire canonizzata e ufficiale.
Un ottimo motivo per passare dall’altra parte e aderire a Science and Democracy, che ad aprile scorso ha celebrato in Italia i suoi primi dieci anni con l’arrivo di ricercatori fuori dal coro provenienti da universita’ ed istituti di ricerca di mezzo mondo. In prima fila, anche Rocco Maruotti.
Di una scienza «oligarchica e autoritaria», come la definisce Mamone, oltre che plutocratica, i segnali non mancano. A partire da quella modulistica che oggi il ministero italiano pretende per concedere i (sempre piu’ rari) finanziamenti alla ricerca. Una modulistica in cui si e’ tenuti ad indicare “cosa si intende scoprire” e quanti “anni/uomo” impieghera’ la ricerca. E’ il “peer review system” anglosassone, che nei paesi in cui vige da decenni e’ stato piu’ volte criticato. «Ma – fa osservare Mamone – risulta particolarmente gradito ai governi, perche’ possono cosi’ razionalizzare a fini pubblici le proprie decisioni mediante l’avallo di un’opinione scientifica gia’ in partenza irreggimentata e piu’ facilmente controllabile».
R. P.

martedì 25 settembre 2012

La politica della carenza,di Paolo Barnard

EconomiaDI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info

Io qui parlo di ciò che colpisce al cuore i diritti umani e la dignità umana riscattati dopo 5.000 anni di abietta schiavitù in Europa. E quanto segue è terribilmente importante, per chi sa capire. Non sono molti questi ultimi. Il fatto è che la stragrande maggioranza degli intellettuali sceglie di ignorare gli aspetti più micidiali della recente evoluzione storico-economica europea per un motivo, che non è sempre convenienza o asservimento a un Potere, ma è qualcosa di molto più umano: terrore.

Quando posti di fronte a ricerche molto ben documentate come la mia, o, molto più autorevoli sono quelle degli studiosi che mi accompagnano, essi, gli intellettuali, si fanno prendere dal panico, un terrore incontenibile e intimo causato dal fatto che in effetti le cose stanno veramente come noi diciamo. Essi non sono equipaggiati per affrontarle, e la violenza della loro reazione – siamo complottisti, pagliacci, prezzolati, dementi ecc. – è proporzionale a quel terrore. Per voi pochi capaci di reggere la realtà, eccola.


Il saggio politico di fama mondiale più scentrato dell’epoca moderna è di certo La Fine Della Storia di Francis Fukuyama. Se c’è una cosa che si è evoluta in aspetti inediti, e agghiacciati se si vuole, negli ultimi 20 anni è proprio la Storia. Fukuyama, un Neoconservatore americano, pensò che col crollo dell’Unione Sovietica la partita della Storia fosse stata vinta del capitalismo del libero mercato, quello dei consumi in veste democratica, e che in effetti non vi sarebbe stata altra significativa evoluzione. A parte l’aver clamorosamente mancato il cosiddettoScontro della Civiltà (Samuel P. Huntington) insorto dopo la nascita dell’islamismo radicale negli tardi anni ‘80, Fukuyama non ha saputo vedere quale abisso di oscurantismo si stava aprendo in Europa, che avrebbe portato all’attuale Eurozona e alla crisi di cui tutti siamo preda. Questo, credo con quasi certezza, è accaduto perché l’intellettuale americano vive in quella parte del mondo, e come quasi tutti gli americani non capisce niente di Europa, proprio non ce la fanno a capirci.
Lascio Francis, di cui ci interessa poco, e vengo al punto. Ciò che tutti voi state osservando come crisi dell’euro, crescente disoccupazione, pressione per aumentare la produttività diminuendo i redditi, tagli alle spese sociali e aumenti delle tasse, fallimenti aziendali a catena, montante insicurezza economica, crescente e inaudita povertà, perdita di sovranità di Stati e parlamenti – le Austerità in altre parole – non è altro che la veste attuale di un’evoluzione micidiale del Vecchio Continente che io chiamo la Politica della Carenza. Essa trova le sue radici nel lavoro di uomini legati a doppia mandata al Vaticano negli anni ’30, e oggi è fermamente nelle mani dell’Opus Dei e dei maggiori ‘rentiers’ europei, coi favori vaticani non troppo distanti, anche se traballanti (vedi la corrente gesuita). La Politica della Carenza è un mostro, di gran lunga peggiore del fascismo, perché essa ha compiuto il prodigio dell’essere supinamente accettata da 27 Stati sovrani e da milioni di persone senza necessitare l’uso di armi o di squadre della morte, e i danni che sta portando sono immensamente superiori al fascismo (si pensi solo che le perdite finanziarie della disoccupazione negli ultimi 20 anni superano quelle di tutte le guerre della Storia). Infine, mentre le dittature erano facilmente identificabili e quindi colpibili, la Politica della Carenza no, anzi, è vista e propagandata come virtù economica. E la gente ci casca.
Ma cos’è esattamente? Come ho scritto nel mio saggio Il Più Grande Crimine 2011, dopo l’avvento della democrazia e dopo il conseguente riscatto di enormi masse verso un’esistenza più agiata ma soprattutto tutelata da diritti, l’obiettivo primario delle elites finanziarie e grandi industriali (Neomercantili), e in particolare dei ‘rentiers’ europei – cioè gli apparati di potere che per ‘diritto divino’ estraevano immense ricchezze dal lavoro altrui – fu uno solo: tornare a sottomettere quelle masse immense di esseri umani che, da poco più che mandrie di semi-animali totalmente asservite ai lussi dei ‘rentiers’, avevano acquisito istruzione, diritti, e soprattutto avevano assaggiato l’agio dei consumi. Questo, i ‘rentiers’, non l’accettarono mai, perché è ovvio che se la persona acquisisce i mezzi per rivendicare una fetta della ricchezza comune, e se queste persone divengono centinaia di milioni, la fetta di ricchezza che non andrà più ai ‘rentiers’ è enorme, e a loro questo non andò mai giù. Non solo: questi cittadini erano divenuti ‘arroganti’, ardivano reclamare sempre più diritti con sempre maggiori risorse, e i ‘rentiers’ si chiesero allarmati “ma di questo passo che ne sarà di noi?”. Non solo: il Vaticano vide sciami di fedeli staccarsi dai suoi ignobili ricatti superstiziosi, quindi dal suo controllo, proprio perché quelle persone stavano acquisendo una sicurezza economica e un’istruzione superiori al passato. Era finita l’epoca in cui la parola del parroco, e non di rado il suo diritto assoluto a stuprare le figlie del contadino/bracciante, erano la condicio sine qua non per l’assunzione di quell’uomo presso il latifondista, cioè la sottomissione in schiavitù di milioni di famiglie alla Chiesa. Era finita l’epoca in cui l’ignoranza sorella della povertà spingeva centinaia di milioni di esseri umani a subire senza fiatare le ignobili angherie della vampiresche elites benedette dal diritto divino sancito dai Papi.
Questi cambiamenti epocali a svantaggio di ‘rentiers’ e della Chiesa più retriva avevano ricevuto un impulso formidabile non solo da Illuminismo, Socialismo, Relativismo e altre correnti di pensiero europee, ma in epoca più recente anche da un’altra formidabile fucina sociale: gli Stati Uniti d’America. Negli USA il capitalismo dei consumi era divenuto un volano di una potenza incontenibile. Tutti, anche se solo vagamente, sappiamo come si sia edificato: il Sogno Americano era quello della famiglia che ha lavoro, casa, ferie, tv, shopping, svaghi, sport e che promette alle generazioni successive la medesima cosa, di più. Sappiamo che questo schermo nascondeva un’avidità mostruosa di profitti delle Corporations, una democrazia di plastica e parrucchini, e imprese coloniali intrise di sangue nel Terzo Mondo. Ma si faccia molta attenzione. Il capitalista americano doveva per necessità concedere alle masse almeno una cosa: sufficiente agio e democrazia affinché questi spendessero, oliando così una portentosa macchina di produzione, consumi e profitti. Le parole chiave sono SUFFICIENTE AGIO E DEMOCRAZIA. Esattamente ciò in cui i ‘rentiers’ e il Vaticano videro l’origine del loro incontenibile declino fra l’inizio del ‘900 e il boom del dopoguerra. Presero così ad odiare il modello americano, e a pensare a come distruggerlo qui in Europa, dove si era affermato in modo totale.
Non sto ora a riscrivere ciò che ho già pubblicato ne Il Più Grande Crimine (2011), cioè come si evolse il piano dei ‘rentiers’ e del Vaticano. Ricordo solo i passaggi principali. L’idea era dunque di riportare le masse europee a uno stato di povertà e carenza di diritti tale da ridurle alla sottomissione, quell’ordine sociale perduto ormai da decenni. Bisognava trovare il modo di costringere intere nazioni alla “singola ideologia del sacrificio” (Parguez, 2010), a una deflazione dell’economia su scala gigantesca, là dove si sarebbero ricreati gli “eserciti di riserva dei disoccupati” (Marx), con la creazione di sacche di nuova povertà su scala inaudita, e dove il mondo ideale degli economisti Neoagrari avrebbe trionfato, quel mondo dove i governi sono cartoline di rappresentanza privi di ogni potere reale, e dove non esiste la moneta nelle mani dello Stato, perché tutto si regola magicamente negli equilibri dei mercati (Ricardo, Walras, Jevons, Menger). Ecco nascere la Politica della Carenza.
Come si schiacciano milioni di persone sotto un volere e sotto interessi che esse non hanno mai votato e che le penalizzano a favore di pochi privilegiati? Con una psicosi di massa, semplice. Gli anni dal 1950 al 1989 sfornarono le psicosi del pericolo rosso sovietico, la Guerra Fredda, la strategia della tensione in Italia, poi quelle delle guerre balcaniche, poi quelle delle epidemie di massa Aids, Sars, Aviaria, Mucca Pazza ecc., poi quelle della Jihad planetaria di Al Qaida. Era nata la Politica della Paura, dove i consensi e quindi la sottomissione di intere popolazioni contro i loro reali interessi venivano ottenuti perché gli elettori, preda di ansie mediatiche, si arrendevano alla promessa di ‘protezione’ dei partiti forti. Ciò permise a diversi temi d’interesse strettamente elitario – dal complesso militare industriale, al mostro della farmaceutica, a quello della colonizzazione neoliberista dell’Est Europa, fino all’esecuzione capitale di una sfilza di diritti civili in diversi Paesi avanzati – di propagarsi con velocità fulminea sotto i nostri nasi. I ‘rentiers’ e il Vaticano capirono già dagli anni ’30 che la via più efficace per riconquistare il mondo feudale perduto – milioni di esseri umani intimoriti e indifesi per mancanza di reddito e quindi di diritti, da guidare alla sottomissione più abietta – era di creare un’altra psicosi di massa. La psicosi della crisi, di una crisi enorme, talmente travolgente da costringere alla resa anche gli Stati stessi, che quindi proclamassero l’INEVITABILITA’ della “singola ideologia del sacrificiodella deflazione dell’economia su scala gigantesca, là dove si sarebbero ricreati gli “eserciti di riserva dei disoccupati”, con la creazione di sacche di nuova povertà su scala inaudita, e dove il mondo ideale degli economisti Neoagrari avrebbe trionfato, quel mondo dove i governi sono cartoline di rappresentanza privi di ogni potere reale, e dove non esiste la moneta nelle mani dello Stato”.

Che cos"è la ricchezza


Dalla moneta merce alla moneta cartacea. Il desiderio e il potere. La ricchezza come rapporto sociale. Ricchezza e abbondanza. Dalla scarsità all'abbondanza.
Domenico De Simone

lunedì 24 settembre 2012

Pianta di mele e io



Al diavolo il computer riprendiamo la vecchia penna,guardando la mia pianta di mele scriviamo.
L"anno scorso ho dedicato un post alla mia amata,oggi rifaro altrettanto.
Le mele,le piante,sono tentatrici,non solo per Eva,anche per me,ho rischiato parecchie volte la galera,in italia va in galera chi ruba una mela,non miliardi.
Ma come posso non rubare una mela,se me la incontro?
Le mele vogliono essere mangiate,esistono per questo,le mangiano tutti gli animali selvatici,ed io cosa sono,ma sono furbo come una volpe,e non sono stato mai impallinato,ahahah.
Scrivo della pianta,ma non sono io soltanto che scrivo,è soprattutto la pianta che vuole parlare,per Eva era il serpente che parlava,ma per me è stata la pianta,tutto è divino,anche il diavolo,perciò anche piante e serpenti.
Bisogna solo saperli ascoltare,ma i più sono frastornati dai loro pensieri,e non sentono.
La mela la pianta e io,siamo tutt"UNO,se non ci fossero queste componenti,non ci sarebbero questi pensierini,nascono dall"UNIONE,io non posso farci niente.
Da solo ,non conoscerei niente,tutto ciò che è illusorio è mio amico perenne.
A Newton,una mele ha fatto scoprire la legge di gravita,a me ha ricordato chi sono,cioè INCOLLATO a terra,sono tutt"UNO,con la stessa,saltello,volo,ma ricado sempre li,sono appiccicato,sono tutt"UNO con la stessa,è ovvio ma dimenticato.
La pianta è la terra,la mela è come me,si stacca quando è matura,ma dove va,da nessuna parte,ridiventa pianta e mela nell"anno prossimo,se non la mangio io e vado al cesso,ahahah.
La mela si stacca se è matura,senza sforzo,muore senza sforzo,non c"é problema sono una mela anch"io siamo tutti una mela.
Ma aime la pianta quest"anno mi dice,l"innaturalita ha prodotto molte mele immature,sono cascate quasi tutte anzitempo,mangiarle non è un piacere sublime.
L"umanita è immatura,non matura sulla terra,sulla pianta,continuano a maturare lontano dalla terra,dalla pianta,vanno negli OSPIZI,ma non maturano,marciscono ,e io piango.
Con un semplice distacco,si riaquistata la naturalita,non si conosce sofferenza,si è impallinati dalla vita,la dea kali ,ci si porta via,si ritorna all"UNITA.
Chi non matura,soffrira,maturare nell"innaturalita è sofferenza.
Concludo,la pianta quest"anno mi ha dato solo 5 o 6 mele mature,per fortuna non credo nelle profezie,grande innaturalita,poca maturita,ma tutto è un gioco,anche le mele non mature tornano all"UNITA.il loro percorso è solo più sofferente.
Ma anche chi è maturato,come Gesu ,ha dovuto soffrire,(padre perchè mi hai abbandonato)ma è tutto un gioco, allegria.
Tutto è UNO ,se non ci sono pensieri personali,questi pensieri qui sono solo accadimenti,Tutto è accadimento.Il pensiero personale divide,e ci fa dimenticare l"ovvieta,l"UNITA di TUTTO

domenica 23 settembre 2012

Budda che ride


Prima di studiare lo zen, i monti erano i monti e le acque erano le acque; quando cominciai a studiare lo zen, i monti non erano più i monti e le acque non erano più le acque. Dopo l’illuminazione, i monti sono tornati ad essere monti e le acque sono tornate ad essere acque.

"Quando ti svegli da un sogno, vai forse in cerca di persone presenti nel sogno per offrir loro una tazza di te? Se lo facessi, saresti veramente svegliato dal sogno? Per il Sé chi è l’altro?"



AHAHAHAH

sabato 22 settembre 2012

Isabella Di Soragna,Illuminante


Fantastico veramente Eccezionale questo libro della stessa,,,LIBRO DEL RISVEGLIO

Il paradiso terrestre ed il peccato originaledi Isabella di Soragna
Il paradiso terrestre non è una favola.
Il peccato originale è un dato d fatto.
Questo è quanto cercherò di spiegarvi.


Siamo abituati a considerare queste due affermazioni bibliche sia come un dogma, se siamo credenti, sia come una leggenda che rievoca i tempi felici dell'innocenza e la colpevolezza che deriva dalla disubbidienza all'autorità'. Se percorriamo anche superficialmente i test delle principali religioni e le tradizioni orali d molti popoli primitivi, c'e' sempre una storia d felicità estrema rotta da qualche avvenimento improvviso che annienta questa pace. Gli aborigeni australiani e gli abitanti del deserto di Kalahari tramandano un'altra storia: il mondo, lo stiamo sognando, o meglio l'universo è solo il sogno di un dio.
A prima vista queste due versioni cosmologiche sembrano differenti: da un lato uno stato di grazia, di beatitudine interrotto da una caduta, da un errore limitante, dall'altra addirittura un'illusione, un sogno che non ci riguarda nemmeno perché sognato da un dio. Cerchiamo di scoprire il nesso tra le due versioni a cui potremmo aggiungere una parentesi tratta dalla mitologia greca (Prometeo). Esaminiamo ora brevemente la storia d'Adamo e d' Eva dalla creazione alla cacciata dal paradiso.
Dall'indifferenziato totale e silenzioso c'e' un movimento:un fremito sulle acque (ELOHIM). Dio(coscienza ) - cerca un oggetto(mondo) ossia Dio - la coscienza crea il mondo a sua immagine e somiglianza. Per ultimo crea l'uomo dalla cui costola sinistra forma la donna: questo mostra chiaramente la parte yang, conscia e attiva da cui viene separata (in realtà significa che la matrice e' la stessa) la parte yin, inconscia e passiva(sinistra). Questi elementi appaiono ancora in stretta connessione con il Creatore e non sentono alcuna separazione. Vi e' un unico divieto per poter rimanere in questo stato paradisiaco senza tempo. Non mangiare il frutto dell'albero della conoscenza: la conoscenza del bene e del male, ossia della polarità. Conoscere, sapere, implica dunque divisione, separazione tra creatore e creatura, tra soggetto ed oggetto e perciò sofferenza. Chi è l'agente della tremenda caduta ed allontanamento da Dio? Il Maligno, sotto forma di serpente, simbolo archetipo di forza creativa ma anche di perfidia, di inganno. Cos'e' dunque il Diavolo? Pochi sanno che e' semplicemente la mente, il pensiero che definisce, separa e tradisce! Per i greci era Mercurio, dio della comunicazione, il messaggero ma anche il ladro ed il bugiardo per eccellenza. Tien in mano il Caduceo con i due serpenti attorcigliati, simbolo dei due poli riuniti. Pensare, comunicare e' dunque inganno? Il fatto di chiudere in una forma limitante - che è sempre mentale - anche se appare come solida all'esterno - e' travisare l'essenza che e' per sempre incomunicabile, divina. Il divino contiene i due poli e li considera non opposti, ma complementari: una presa di corrente non genera forza elettrica proprio perché ha due poli? Diablico e' dunque conoscere, separare e vivere, credere in una polarità, anche quella cosiddetta buona! Quando si parla della mente si parla della riflessione, quindi è un riflesso, uno specchio della realtà, non la Realtà che e' indivisa ed incommensurabile (concetto anche questo poiché della Realtà non si può nemmeno parlare, è inconcepibile). Ecco la prima divisione, ma come dice anche Ken Wilber, l'immagine rispecchiata e l'originale sono un'unica cosa, non sono due. Nell'istante in cui l'uomo si è convinto attraverso la sua parte femminile, inconscia ed istintiva (Eva) che vuol emergere - a ''mangiare il frutto della conoscenza", la polarità potenziale ancora indivisa diventa ''attuale''. ''Essi allora scoprono la loro nudità", perdono la loro innocenza e sono perciò esclusi dal paradiso. Il peccato originale è stato commesso. Ogni istante della nostra vita continuiamo a commetterlo con l'uso della mente personale. Ogni notte ritorniamo nel paradiso del sonno profondo e rientriamo nel sogno ad occhi aperti, che chiamiamo realtà quotidiana. Quando ci abbandoniamo nelle braccia di Morfeo, lasciamo tutto , proprietà, drammi, gioie e preoccupazioni: entriamo nel nostro paradiso privato dove non c'è più posto per concetti e dunque divisioni. La malattia dell'uomo è l'autocoscienza o ego.
Quando ci svegliamo non abbiamo un ricordo sgradevole del sonno profondo, ma un senso di rigenerazione, di beneficio di unità vera da cui siamo cacciati, esclusi dagli eventi stressanti ed ipnotizzanti del vissuto quotidiano. Ogni notte avviene il ritorno al paradiso ed ogni mattina ne siamo allontanati- o almeno è così che lo immaginiamo! E chi o che cosa ce ne allontana contro la nostra volontà? L'identificazione ad una forma, ad un nome, ad un'entità separata rispetto ad altre entità, oggetti e situazioni. La mente, il Maligno, o Mercurio ovvero il primo concetto iniziale ''io esisto'' separato da Dio, ecco l'autocoscienza, l'ego, la nostra prima vera sofferenza. Se io esisto è perché lo so, lo conosco:ecco la radice del peccato originale, ho creato la divisione tra conoscitore e conosciuto ,tra soggetto ed oggetto, tra creatore e creatura.
Qui si può parlare di due miti che sono poi archetipi senza età: Lucifero e Prometeo. Lucifero,condannato e cacciato dal paradiso perché porta la luce agli uomini e con questo trasgredisce cioè ''taglia''la Realtà divina, unica, separando la luce indifferenziata in luce frazionata tra molteplici entità. Prometeo figlio di Zeus-Giove, possessore unico della folgore che illumina, gli rapisce il fuoco e lo porta agli uomini. Anch'egli viene condannato ad essere legato per l'eternità ad una roccia mentre un'aquila(simbolo divino) gli mangia quotidianamente e per l'eternità, il fegato, simbolo di fede e legato all'archetipo di Giove. In Prometeo alcuni - come Dethlefsen - vedono il simbolo del senso di colpa originato dalla separazione (peccato originale) dall'unita' divina. Da un lato il bisogno di sentirsi individui, dall'altro la perduta unità con il divino, eterno dilemma. C'e' forse un modo di riunire queste fratture? Siamo in un mondo di molteplicità, abbiamo forme e nomi diversi e ci aggrappiamo a queste apparenze così differenti tra loro. Ci attacchiamo ad un personaggio limitato e sofferente alla continua ricerca della felicità perduta.
Alcuni mistici dell'Occidente e dell'Oriente e le tradizioni orali di alcune società primitive sono andati più in fondo ancora alla questione. Inoltre da più di mezzo secolo la fisica quantica lo conferma in pieno. Questo universo così vasto e splendente e' alla base piuttosto un grande Pensiero che una macchina (J. Jeans). Siamo fatti delle stesse particelle delle stelle. La percezione avviene come in un vistavision tridimensionale proiettato dal nostro cervello o bio-computer. Se non ci fosse la valutazione dell'intelletto non potremmo definire il pieno e il vuoto che in realtà non esistono, sono costruzioni mentali - come dimostrano i fisici moderni. ''Il vuoto su scala quantica e' pieno ''! (B. Niculesco) Ciò che può venir descritto dall'intelletto fa parte del conosciuto, del sapere e non ha nulla a che vedere con la Realtà. Alcuni scienziati vanno anche oltre: non solo il mondo è frutto del funzionamento del nostro bio-computer, ma affermano anche che la natura e' informe, incolore e noiosa. (Alfred Withead). Sono le nostre "macchine viventi" a creare onde cerebrali che producono le forme. O meglio si parla di "partecipazione tra osservatore ed osservato" e non di un mondo che è lì ad aspettarci. Sono i nostri genitori ad insegnarci ciò che ci circonda e la memoria mantiene saldo questo film e così un falso senso di continuità dovuto al primo pensiero ''io - sono'' , io esisto e vivo, che è la nostra ossessione. Senza di quello, cioè l' autocoscienza - che da sempre e' il nostro vanto - saremmo come le piante o gli animali che ''non sanno'' di esistere. Ecco di nuovo ...il Maligno. IO SO! e sapendo mi separo e soffro.
Anche in omeopatia - la scienza medica introdotta da Hahnemann (secondo le leggi di Paracelso) - si parla di "male primordiale" la Psora, il primo dei cosiddetti miasmi che ne derivano e che e' appunto il senso di separazione. Possiamo - se togliamo l'elemento spazio-tempo - vedere il feto nel ventre materno come in un paradiso senza tempo o eterno, ma eccolo separato dal taglio del cordone ombelicale. Ogni istante viviamo la separazione e la riunione. Miliardi di anni fa è… adesso se - come affermano gli scienziati - lo spazio-tempo è relativo: se i mistici hanno visto bene, e' la mente a creare LA CONVENZIONE DEGLI ANNI E DEI SECONDI. NELL'OLOGRAMMA DELLA COSCIENZA OGNI ISTANTE E' TUTTI GLI ISTANTI. Tutto questo non e' forse simile ad un sogno? In pochi attimi (controllati dopo!) avvenimenti apparentemente lunghi si svolgono e poi si rivelano illusioni al risveglio. MA SE CI RISVEGLIASSIMO DAL SOGNO DELLA VITA QUOTIDIANA vedremmo che ognuno di noi - infimo pezzetto di ologramma - produce il suo sogno e ci crede. Dio ci sta forse sognando? Non lo abbiamo forse inventato noi Dio, al momento in cui siamo diventati coscienti a qualche mese dalla nascita e abbiamo imparato di esistere? Dio è coscienza , è ''sapere di essere'' ed ognuno per questo è Dio e sogna il mondo ed infiniti universi a seconda del funzionamento psichico, della cultura e delle allucinazioni da droghe o meditazioni eccessive. LO STATO DI VEGLIA E' UNO DEI TANTI SOGNI CHE APPARE LUNGO E SOLIDO PER LA MAGGIORANZA e che noi ritroviamo dopo il sonno notturno . I sogni ad occhi chiusi, le altre allucinazioni non potrebbero essere più simili a ciò, che chiamiamo realtà quotidiana? Perché arrogarci il diritto alla 'realtà' solo perché il nostro sistema nervoso funziona in modo simile in una cosiddetta maggioranza? Non abbiamo il coraggio di andare fino in fondo anche se tanta gente autorevole e sana ci ha dimostrato il contrario.
- Novalis:'' Il più grande mago sarebbe quello che stregasse se stesso al punto di accettare le sue fantasmagorie quali apparizioni autonome.'' Non è forse il nostro caso? Credi di si. Noi abbiamo sognato il mondo. L'abbiamo sognato durevole, misterioso, visibile, onnipresente nello spazio e stabile nel tempo, ma abbiamo consentito a tenui ed eterni intervalli di illogicità nella sua architettura così da sapere che è falso. - J.L. Borges
''Non è che il mondo delle apparenze sia falso; non è che non ci siano oggetti là fuori, ad un certo livello di realtà. E' che se penetrate in esso e guardate l'universo attraverso un sistema olografico, voi arriverete ad una realtà diversa. E quest'altra realtà può spiegare cose che finora sono rimaste inspiegabile scientificamente: i fenomeni paranormali, le sincronicità. L'apparente coincidenza degli eventi.'' (Karl Pribram)
Essere separati e' una sensazione come quella del corpo, un'abitudine inculcata. Dopo queste osservazioni come conciliare il paradiso ed il senso di perdita e scissione e di colpa che ci rende infelici? Usando una frase nota ai filosofi dell'Advaita Vedanta, l'antica dottrina della non-dualita': il mondo e' figlio di una donna sterile. Il mondo dunque ce lo siamo creato, rappresentato, pensato e poi l'abbiamo preso per vero ed abbiamo separato creatore e creatura; quindi per paura cerchiamo di dominarlo. Lo facciamo ad ogni istante e ad ogni istante il Maligno e la memoria ci bisbigliano:''Sei Qualcuno, sei un individuo unico!!'' Crediamo quindi ingenuamente che l'individuo possa arrivare a vivere l'immortalità fisica. Abbiamo creato un Golem* o Tulpa** e ci e' sfuggito di mano. Per annullarlo dobbiamo ...VEDERE che e' una produzione mentale. La mente serve a funzionare in modo pratico e naturale in questo mondo di percezioni fuggevoli, ma noi l'abbiamo divinizzata ed è per questo che soffriamo....
Sta quindi a noi - se così ci è concesso (in realtà tutto è già nel film della vita, giacché lo spazio-tempo è relativo al cosiddetto "sogno da sveglio") - riconoscere il Tentatore e non accettare le sue lusinghe. IL peccato è effettivamente ''originale'' ed è - come dice la Bibbia - dovuto all'orgoglio ed alla disubbidienza, che sono soltanto il frutto di un'immaginaria separazione. Se traccio una linea nel bel mezzo di un foglio bianco separo veramente la pagina in due parti? E' l'idea che separa, non la riga. Lo spazio mi separa dal resto del mondo o mi unisce?
  • *Golem è un fantoccio creato con appropriate meditazioni e canti che però finisce per sfuggire all'incantatore, un po' come Topolino apprendista stregone,nel film ''Fantasia''.
  • ** Tulpa è la stessa cosa nella tradizione tibetana. Ne parla Alexandra David-Neel in uno dei suoi libri.

venerdì 21 settembre 2012

Isabella Di Soragna

Da questo fantastico sito che consiglio vivamente,,http://www.isabelladisoragna.eu/site/?lang=italiano

Quando sei sul punto di svegliarti al mattino sei ancora in un mondo che è sfumato, innocente. Poi il tuo video mette a fuoco l’obbiettivo del sistema neuronale e crea al momento del risveglio il mondo circostante. Sei sempre stato convinto che il mondo e la gente erano già lì pronti ad aspettarti, come una culla sempre accogliente ed è invece la tua macchina da presa che comincia ad agitarsi e a filmare convulsamente istante dopo istante quanto il tuo cervello produce o per lo meno è partecipe della produzione cinematografica. Le comparse che si avvicendano dalla nascita in poi, i genitori, i conoscenti, gli amici e quant’altri ti confermano di continuo la loro presenza con i loro nomi e concretizzano le ombre fuggevoli in entità che prendono corpo. Il lavaggio del cervello non te lo fanno loro in realtà, ma tu stesso. Infatti è il tuo programma di nascita che si perpetua per mezzo dei video ripetuti in un continuo ‘surplace’: anche se appaiono diversi, la loro ricetta di base è la stessa, con salse più o meno gustose. Le comparse che sembrano volerti condizionare i neuroni, sono schede tue che prendono corpo: puoi sempre prendertela con la pubblicità che ti obbliga a comprare un dopobarba o col guru che ti induce a seguirlo, sei solo tu nel panorama, con tanti burattini appesi ad un unico soffio vitale.
In seguito le attività quotidiane, cementate dalle repliche incessanti delle azioni, ti coinvolgono, facendoti dimenticare che tutto questo è sorto da un minuscolo punto di luce. L’ologramma creato dal tuo cervello ha preso proporzioni gigantesche, cosmiche, ma sono “della stessa stoffa del sogno” di qualche ora notturna poco prima.
Questo piccolo “io esisto” è solo una definizione legata al corpo, una riunione di sensazioni a cui si attribuisce un nome. E’ un’insieme di funzioni corporali complesse che a loro volta – se si indaga a fondo – spariscono nel vuoto del non-essere.
Questo tulpa o golem * chiamato essere umano, prende una tale forza proprio dal nostro accanimento a conservarlo, che diventa imperatore o dittatore togliendo qualunque libertà. Poi nel corso di questo filo di vita, troveremo mille modi di lotta per la libertà e infinite dittature da abbattere, mentre la sola dittatura è la nostra idea di essere omuncoli separati in coscienze frammentate. La tua natura originaria è così potente da dare realtà poi a qualunque cosa tu incontri, invece di indentificarti ad un misero corpo, perché non identificarti all’infinito che sei oltretutto?
L’aria è una sola eppure le bocche sono tante! Perché non vedersi come aria da cui pendono fasci di colori e suoni che ruotano nella giostra, si animano e poi scompaiono: l’aria rimane, non si cura della loro apparizione e nemmeno della loro sparizione.
L’aria che respiriamo è però solo un’immagine riflessa della nostra vera dimora, la patria a cui tutti aspiriamo di tornare, mentre nel quotidiano ci inventiamo invece patrie fittizie con confini geografici. E non dobbiamo nemmeno ritornarci, perché ci siamo già e l’aria da cui dipendiamo tutti non dobbiamo andare a cercarla, é lì, gratuita e onnipresente.
In apparenza dunque questo fantasma che appare al nostro risveglio ci separa dagli altri fantasmi, mentre in realtà è come un sogno che svanisce all’alba della rinuncia a qualunque identificazione.
Quanti hanno il coraggio di accettare che non c’è via d’uscita per questo pupazzo temporaneo? L’abbiamo ideato, costruito, e poi ci siamo infilati nei suoi contorni con costanti rappresentazioni di noi stessi in infinite situazioni, rinforzandolo in questo modo, poi abbiamo gridato alla prigionia e ci siamo inventati anche una liberazione altrettanto allucinatoria. Ora si tratta solo di smontarlo con pazienza. Quando smonti un apparecchio televisivo o qualunque congegno completamente, funziona forse ancora?                                               Isabella di Soragna

giovedì 20 settembre 2012

Douglas Harding,,visione senza testa



Essere spazio di accoglienza di Douglas Harding
24 settembre 2010
3ème Millénaire  n. 80 – Traduzione della Dr.ssa Luciana Scalabrini
D: Invitate il lettore alla visione senza testa, che consiste nel rivolgere la freccia dell’attenzione dall’esterno verso se stessi, verso la propria interiorità. Allora la visione senza testa è la visione con il cuore, che permette di essere in relazione con un’altra persona senza che ci siano interferenze della persona condizionata.
D.H.: Quando sono con qualcuno, sono spazio d’accoglienza per quella persona. E’ impossibile essere faccia a faccia con qualcuno perché c’è sempre un viso là fuori e uno spazio qui, al centro. Non si può essere faccia a faccia. E’ qualcosa di ridicolmente evidente. Non ho nemmeno bisogno di ricordarmi che guardo il mondo con un unico occhio, o di coltivare questo. Installare due occhi al centro del mio viso e trasformarli in un occhio unico non ha più alcun senso, perché è evidente che osserviamo il mondo con un occhio unico e senza limiti, più vasto del mondo. Si tratta del nostro stato naturale, ordinario, d’essere. Vedere che non c’è viso dalla nostra parte: siamo spazio d’accoglienza per il mondo.
Ogni persona che guida un’auto in mezzo alla campagna non guida un’auto in mezzo alla campagna statica. Non può che vedere alberi, case, pali elettrici, montagne sfilare mentre resta immobile. Vediamo tutto questo mentre vediamo ciò che guardiamo con un unico occhio. E’ il nostro stato naturale, lo facciamo tutti, ma non ci facciamo attenzione. Il mio scopo è di mostrare fino a che punto è semplice e naturale, evidente. Non è un affare di stato, ma un rilassamento in ciò che ci è donato. E’ l’umiltà di fronte all’evidenza. E’ ricevere ciò che ci è donato invece di resistergli, di discutere o di perdersi in pratiche interminabili. Si tratta di abbandonarsi a ciò che ci è donato, come fa  nel villaggio d’Inghilterra quello che si chiama l’idiota del villaggio. Ma con la differenza che dobbiamo farlo in modo intelligente. Chiamo il mio modo di vedere l’idiota sveglio.
D: La visione senza testa è la visione senza osservatore a livello dei sensi, delle emozioni, dei pensieri? Ciò che è visto non è colto da un osservatore?
D.H.: No. Nella visione, solo il visto. Nel sentito, solo il sentito. Nel non importa cosa, il non importa cosa. Trovare qualsiasi cosa qui, al centro, sarebbe una tragedia, l’inferno ultimo.
D: Questo inferno ultimo  è quello che condividono tutti nella vita quotidiana.
D.H.: La cecità umana di fronte all’evidenza è davvero straordinaria. Per questo un mezzo secolo della mia vita è stato dedicato alla condivisione di quella visione, con più gente possibile.
D: Si può sentire un richiamo verso la visione senza testa, che è liberazione dalle manifestazioni dell’ego. Ma si può anche sentire una resistenza a vivere una visione senza testa. Come ancorare quel modo d’essere in noi?
D.H.: C’è attrazione verso la vacuità, ma anche paura della vacuità. Stabilizziamo la visione senza testa lavorandoci continuamente, ritornando a noi. Ogni ritorno a noi, qui, al centro, in quel luogo che non abbiamo mai lasciato, rende il cammino  più facile. Al punto che se vi dedichiamo abbastanza considerazione e pratica, l’ancoraggio avviene. Per certi di noi l’ancoraggio può richiedere molto tempo, per altri è più rapido: siamo tutti diversi, ma se ci si dedica totalmente, viene un momento dove non si ha più bisogno di praticare perché ci si è installati in quella visione. Una nuova abitudine si è creata, ma è una abitudine benefica, incredibilmente preziosa: quella di essere assente. Non si fa l’esperienza che di ciò che è qui, al centro, cioè la vacuità, il vuoto, risvegliato a se stesso. Spazio cosciente, infinito, vuoto, ma sempre pieno, colmo del mondo. Non si può separare l’uno dall’altro: sono serviti insieme e non separatamente. Per esempio, io VEDO chiaramente in questo istante che la vacuità QUI è;  piuttosto che contenere, essa E’ queste forme e questi colori, tutta questa stanza e questi amici. Come si dice nello zen, “la forma è il vuoto e il vuoto è la forma”. Quell’assenza cosciente di sé in quanto assenza è assolutamente inesplicabile e meravigliosa. Quella visione che consiste nel portare la nostra attenzione costantemente nelle due direzioni (contenente e contenuto ) poco a poco s’installa se ci si dedica costantemente.
D: Si radica in modo graduale o all’improvviso?
D.H. Ogni volta che arrivate a quel niente, la rottura è totale con le abitudini e la vita quotidiana. E’ come un interruttore elettrico, acceso o spento. E’ improvviso e completo, è la sola cosa che non puoi fare a metà. Farla è farla in modo perfetto. Quel capovolgimento è una meraviglia e una gioia.
D; Perché ci sembra difficile?
D.H. Per una ragione semplice. Senza le complicazioni e le difficoltà apparenti, non ci sarebbe nessuna storia. Abbiamo bisogno di una storia, e la storia ha bisogno di buoni e cattivi, di eroi ed eroine. Le storie non sono fatte per essere credute, ma sono fatte per distrarci.
D: Una vita di coppia è possibile nella visione senza testa? Come vivere in due?
D.H. Gli esseri umani sono talmente differenti. Come pronunciarmi per gli altri? Per me è una gioia immensa vivere con mia moglie. Facciamo un viaggio meraviglioso. Ma altri hanno bisogni diversi.
In questa relazione si tratta di una pratica costante del “faccia” a “non faccia”, del “faccia” a “spazio”. Sono sposato da tempo e non sono mai stato faccia a faccia con mia moglie. La sua presenza è sempre la mia assenza. E’ così semplice, semplice e bello. In termini più sentimentali, si può dire che questo significa morire per la persona che amate, scomparire senza lasciar traccia di fronte a quella persona. Dare la propria vita per lei. Non si può che essere molto felici in questo.

martedì 18 settembre 2012

Bioregionalismo - Salviamo l'agricoltura contadina dalle rapaci mani delle multinazionali del cibo


Nutrire con amore - Collage di Vincenzo Toccaceli
La Ue e con lei le lobbies dell'agribusiness contro l'agricoltura contadina.

Non se ne può più, ogni mese, quasi  ogni settimana, ogni giorno? Hanno cominciato condannando l'associazione francese e internazionale Kokopelli nella vertenza che l'aveva vista contrapposta lla ditta sementiera Baumaux, la corte costituzionale ha deciso che non è possibile la commercializzazione delle sementi non iscritte nel catalogo ufficiale delle varietà.
Poi hanno continuato con l'imposizione ai governi del mais Ogm, quindi, il governo Monti, in Italia ha dato addosso all'agricoltura a km zero... cos'altro aspettiamo? Che ci vietino di fare l'orto e che sia obbligatorio mangiare l'insalata del supermercato?
Leggo tante prese di posizione, di informazione nei siti "alternativi" ce n'è anche troppa, si susseguono le parole e i buoni propositi, a me pare che una riflessione seria, approfondita , foriera quindi di una risposta il più possibile forte e condivisa non sia ll'orizzonte.
Sui temi della sovranità alimentare, dei beni davvero comuni che sono quelli inalienabili come l'acqua, il cibo non è possibile limitarsi a mettere un "mi piace" su Fbook.
Davvero occorre che tutta una pluralità di soggetti si mobiliti.
Primo: a Bruxelles esiste una rete di lobbisti che lavora incessantemente solamente per questo: fare gli interessi delle grosse corporation e ostacolare, impedire in ogni modo qualunque rinascita, qualunque risorgimento di un mondo contadino autonomo, libero, centrato su propri valori e su proprie pratiche di sostenibilità e il più distante possibile dal mercato globalizzato, fuori dalla mercificazione plastificata e , invece, molto prossimo a pratiche di baratto, di autoaiuto e condivisione di cose e di saperi.
E' ovvio che se ci scambiamo le sementi e che queste siano buone sementi riproducibili, esenti da qualunque brevetto, tutto ciò alle corporation non può che nuocere.
Ora siamo una nicchia ma chi può dirlo? La crisi spinge tanta nuova gente all'orto, se non altro per risparmiare e, sappiamo benissimo, che per gli strateghi del mercato anche uno spostamento del virgola qualcosa, nei grandi numeri, significa perdita elevate per chi comanda il vapore dell'agribusiness, oggi.
Si dicono liberisti in tutto, vogliono privatizzare scuola, sanità, pensioni e... vogliono guardare nel mio orto?
Sono dei falsi liberisti e dei pessimi liberali, i governi asserviti a queste lobbyes, incluso il nostro, cianciano di "preservazione e difesa della biodiversità": chiacchiere, nei fatti sono solamente chiacchiere che nascondono, ed i fatti lo dimostrano, la loro totale soggiacenza ad interessi altri, molto forti.
Facile obiettare che si può continuare a far finta di niente, che si può continuare a riprodurre la propria semente come si è sempre fatto e che difficilmente si vedranno i marescialli bussare all'uscio del nostro orto. Questo è un ragionamento miope, se coltivi mais lo devi sapere che i pollini Ogm volano e possono contaminarti il tuo granoturco a 2 km di distanza  e, attestato nella Valle del Rodano, anche a 4.
Come fai a difenderti dall'inquinamento dei campi Ogm dei tuoi vicini?
Non puoi certo alzare reti di 10 metri e non tutti hanno la fortuna che io di vivere in una valle dove il mais non lo coltivano che in pochi e non hanno interesse all'Ogm solamente perchè su superfici troppo limitate e dunque non redditizie.
Ci vuole una levata di scudi collettiva, occorre una riflessione comune per una risposta forte che sia : primo, disobbedienza civile , chiara e manifesta, noi non ci stiamo e dichiariamo pubblicamente, tramite i giornali locali, noi in Vallassina l'abbiamo fatto sul nostro quotidiano più letto, che continueremo a coltivare le antiche varietà e ce ne infischieremo di ciò che dice la Ue. Nell'ambito delle associazioni di cui facciamo parte, la Rete Semi Rurali, Civiltà Contadina ne fa parte, la Rete Bioregionale, in tutti i forum e le occasioni possibili, anche rimbeccando e rinfacciando il politico della nostra zona in parlamento: tu cosa fai per contrastare queste schifezze?
Cosa fanno gli eletti a tutti i livelli per salvaguardare la biodiversità locale che è poi, sommandole, la biodiversità italiana ed europea?
In Francia si continua con il movimento dei liberi falciatori di Ogm, ero a Valence a fine agosto ed erano in prima pagnia sul Dauphinè Libèrè, in azione contro mais Ogm nella zona del Rodano. Qui si dorme? La contaminazione da Ogm è inquinamento, ciò che provoca è noto e sono noti anche gli studi indipendenti, oltre che quelli commissionati dalle stesse corporation e che valgono per buone per i politici dell'Unione Europea.
Lobbisti, multinazionali, governanti a destra e sinistra assortiti, questi fanno bene il loro sporco lavoro, vicendevolmente alimentando il loro business, siamo noi, galassia ecologista, libertaria, persone e reti non eterodirette, siamo noi che leviamo o non leviamo neanche flebile una risposta.
Direi che è il casi di alzare la voce e che in Italia abbiamo un patrimonio troppo grande, immenso di biodiversità, di piccola agricoltura locale ancora debordante di buoni sapori, di buone pratiche da difendere e salvaguardare con le unghie con i denti. Non aspettiamo il nostro Josè Bovè, siamo tutti Josè Bovè! Per chi  lo avesse dimenticato era  il contadino francese che entrandovi dentro con un trattore  devastò un Mc Donalds e poi, con la sua Confèdèration Paysanne ha dato l'avvio alla distruzione dei campi coltivati ad Ogm, attualmente è deputato europeo per Europe Ecologie.

Teodoro Margarita, salvatore di semi. 
Rete Bioregionale Italiana 

Complottismo e sistema in cui viviamo. Parte 1. Linee generali.



di Paolo Franceschetti dal blog www.paolofranceschetti.blogspot.it

1. Il sistema in cui viviamo e i suoi pilastri. 2. La corruzione. 3. L’istruzione. 4. Il sistema fiscale. 5. La giustizia. 6. La scienza e la medicina. 7. La letteratura le arti e l’informazione. 8. Conclusioni.

1. Il sistema in cui viviamo e i suoi pilastri.
Con questo articolo voglio precisare alcune cose sul termine “complottismo” oggi in vigore, e sul sistema in cui viviamo.



Dunque. Complottista secondo la definizione comune è la persona che:
a) pensa che le sorti del pianeta siano rette da poche persone (principalmente i grandi banchieri e le multinazionali);
b) pensa che queste poche persone scatenino guerre e uccidano intere popolazioni.
c) pensa che queste poche persone manipolino l’informazione, l’istruzione, e utilizzino ogni mezzo per tenere le persone inconsapevoli assoggettate.

La prima precisazione da fare è proprio sul termine utilizzato, cioè la parola “complottismo”. Dire “complotto” evoca alla mente l’idea di una gruppo (più o meno grande) di persone che cospirano tra loro per raggiungere i loro scopi. Ovverosia un gruppo di persone consapevoli, che seguono le direttive di un piano prestabilito, di cui conoscono i fini, i mezzi, e i vari passaggi intermedi.
Evoca altresì l’idea dei cittadini, estranei a questo gruppo dominante, assoggettati a loro insaputa.
Infine, implica l’idea che coloro che complottano siano in qualche modo in una posizione di privilegio rispetto a quelli estranei al complotto.

domenica 16 settembre 2012

Riflessioni per un mondo migliore

Dal blog di www.paolofranceschetti.blogspot.it
Stranamente nel mio blog,non avevo mai parlato di massoneria,copierò e incollerò qualche post ,di un grande esperto,Paolo Franceschetti.




Ovvero: Solange si gratta la topa tutto il giorno.

1. Premessa. 2. Storicizzare e relativizzare il problema. 3. Riconoscere che questo sistema nuoce a tutti, massoni e non, potenti e non. 4. Capire che questo sistema è voluto da tutti noi, comprese le vittime e i loro familiari. 5. Iniziare ad applicare le regole che già esistono. 6. Togliere al potere le sue armi. 7. Piccole e grandi cose da fare. 8. Alcuni esempi di cose da non fare. 9. Riassumendo.


1. Premessa.
C’è una domanda che mi pongo da quando con le mie ricerche e il mio lavoro ho capito come è strutturato il sistema. Che fare?
E la stessa domanda mi viene rivolta da molti lettori, o da chi ascolta i convegni cui ho partecipato.
E spesso mi si accusa di terrorizzare i lettori, senza dare soluzioni. Qualcuno mi ha detto che leggendo il nostro sito, si perde ogni motivo di continuare a vivere.
Allora voglio provare a mettere per iscritto le mie riflessioni.

sabato 15 settembre 2012

SacroProfanoSacro: Una nave scuola.

Interessantissimo blog.
SacroProfanoSacro: Una nave scuola.:


Una nave scuola.


Inizio delle trasmissioni, mercoledì 16 settembre 2009 – ore 23.51

Un saluto di cuore a tutta la ‘rete’…

Perché questo blog si chiama in questo modo? Lo scrivo subito perché, ovviamente, ‘nulla è per caso’ e tale titolo o motto circoscrive anche il mio pensiero portante ( e ampiamente mutato nel corso degli ultimi 3 anni abbondanti )… l’umanità ‘vive’ in un riflesso della realtà ( ossia della vera natura delle ‘cose’ ) in uno stato di coscienza alterata. Perché? Il motivo per il quale siamo volontariamente giunti sulla Terra ( l’anima che si incarna in forma fisica ) è unicamente a scopo evolutivo, e la Terra stessa altri non è, dunque, che una enorme ‘nave’ scuola… È chiaro anche ai sassi che il ‘sistema’ o meglio, ‘l’antisistema’ ( in quanto riflesso del ‘sistema’ o realtà iperfisica – si veda a tal punto l’allegoria della caverna di Platone http://it.wikipedia.org/wiki/Mito_della_caverna ) che guida questa nave è un po’ particolare… infatti non sembra essere in equilibrio con tutte le sue parti, anzi sembra essere più in equilibrio con le proprie ristrette logiche di interesse personale piuttosto che con l’interesse comune. Il ‘primo senso’ che si coglie è di una palese ma sottile, velata ( perché sfuggevole ) forma di ingiustizia sociale, di una non equità strisciante persino nella più benestante cerchia della popolazione dell’occidente sviluppato. ‘C’è qualcosa che non va’ – si è sempre in procinto di pensare e, film come Matrix hanno saputo ben inquadrare quel vago senso di ansia, impotenza, e senso del tempo che fugge… il ‘primo senso’ è pulsante, ondivago come ogni aspetto tridimensionale, infatti si alterna con un altro ‘primo senso’, il quale suggerisce che, invece, ‘È tutto a posto! Cosa mi manca?

venerdì 14 settembre 2012

La UE e il governo Monti proscrivono anche la sovranità alimentare


Da http://andreacarancini.blogspot.it/
Dopo aver perso la sovranità nazionale stiamo perdendo anche la sovranità alimentare.
Questo è quanto si desume da due notizie che nei giorni scorsi mi hanno particolarmente colpito.
La prima è il divieto impartito dalla Corte di Giustizia della UE contro lacommercializzazione (e lo scambio!) delle sementi tradizionali:
La seconda è il ricorso del Governo Monti alla Corte Costituzionalecontro l’agricoltura a “chilometro zero”:
Il governo ricorre alla Corte Costituzionale contro la legge sul “chilometro zero”:
Il motivo del ricorso del Governo contro la Regione Calabria? La “violazione del principio della libera circolazione delle merci”.
 
 
Quanto sia speciosa questa motivazione lo si può riscontrare anche dal fatto che, proprio riguardo al divieto delle sementi tradizionali, l’Avvocato Generale – nell’esprimere la sua contrarietà al provvedimento – aveva parlato di violazione “della libera circolazione delle merci” (vedi il secondo link da me citato).
Più che di libera circolazione, si dovrebbe parlare quindi  di circolazione a corrente alternata (sempre a favore delle multinazionali alimentari).
È chiaro che gli eurocrati non si limitano a volere ridurre in miseria la popolazione civile: vogliono anche, impedendo alla gente di mangiare come meglio crede, e come più le garba, spezzarne ogni forma di resistenza.
Non si peritano neppure di proscrivere esempi come quello di Vandana Shiva! 
Salvo riservare, magari, i prodotti locali di qualità ai ristoranti extra lusso!

La torta al pistacchio di Bronte

L’assessore alle Risorse agricole della Regione Puglia si è dichiarato pronto a “dar battaglia”:  
Agricoltura: commercio sementi tradizionali; Stefàno: assurdo il divieto:
C'è da fidarsi?

Aggiornamento del 3 settembre 2012:

Il comunicato stampa del governo che include la presa di posizione contro l'agricoltura a chilometri zero:http://www.semirurali.net/modules/documentazione/index.php?content_id=27

L'intervento del Ministero per le Politiche agricole e forestali a sostegno della sentenza della Corte di Giustizia europea riguardo alle sementi tradizionali:http://www.confagricoltura.it/ita/comunicazioni_news/anno-2012/sentenza-della-corte-di-giustizia-sulla-registrazione-delle-sementi-interviene-il-mipaaf.php

Il Ministero rimanda al decreto legislativo n°267 del dicembre 2010, con cui è stata recepita l'apposita direttiva della Comunità Europea. Rispetto a tale decreto, e alle difficoltà di applicazione per gli agricoltori locali, vedi le obiezioni della Rete Semi Rurali:http://www.semirurali.net/modules/documentazione/index.php?content_id=27 

Carlo Petrini (presidente internazionale di Slow Food): se ci seibatti un colpo!

"Non crescerà cibo che non ci appartiene"

Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...