domenica 29 giugno 2014

Le origini del calcio, concepito allo scopo di distrarre le masse e dividerle



In questo articolo non vogliamo approfondire più di tanto anche perchè sarebbe un lavoro molto lungo e complicato e rischieremmo di annoiarvi. Cercheremo solo di darvi gli spunti per riflettere su cosa è il mondo del calcio, perchè è stato creato così e come mai riscuote tanto successo. Andiamo per ordine: La Football Association, la più antica e famosa federazione calcistica della storia sportiva mondiale, fu fondata da una dozzina di massoni nella Freemasons’ Tavern in Great Queen Street a Londra il 26 ottobre 1863. Il calcio, per come lo conosciamo, nacque quel giorno. (Fonte) Il Prince Edoardo fu Presidente della Football Association e fu Gran Maestro della Gran Loggia Unita d’Inghilterra e Primo Gran Principale del Supremo Gran Capitolo dell’Arco Reale massonico d’Inghilterra. (Fonte) A chi non ha la volontà di cercare e approfondire offriamo questo video.




venerdì 27 giugno 2014

Quando ti risvegli dove sono gli altri?

P.: Supponiamo che tu stia dormendo. Nel sogno vedi tantissime persone che aspirano alla liberazione. Seguono varie pratiche ed esercizi. Tu gli spieghi che cos'è la libertà... mentre gli stai parlando della libertà, improvvisamente ti svegli. Quando ti svegli dal sogno in cui sognavi persone che aspiravano alla libertà , che ne è di loro?
D.: Sono ritornate alla sorgente.
P.: Svegliandoti, non hai lasciato nessuno in catene. La schiavitù è soltanto una nostra immaginazione. Siamo tutti liberi. Coloro che sono schiavi stanno dormendo, sono tutti tue proiezioni...Quando ti risvegli, dove sono gli "altri"?

Poonja

Paura dei cani

Ieri ho avuto una discussione con un amico.
Il suo cane qualche giorno fa mi era saltato addosso,e mi aveva quasi ferito con la zampa.
Ogni volta che lo incontro,sono all"erta,lo fisso attentamente con gli occhi,è lui non mi si avvicina più,anzi mi abbaia.
Il mio amico mi dice di non fissarlo negli occhi,perchè per lui è una sfida.
Io gli rispondo,meglio questo,che il suo saltarmi addosso,non amo tutti i cani,soprattutto quelli che mi saltano addosso.
Lui mi dice che ho paura dei cani,io gli rispondo,forse è vero,spalanco gli occhi perchè non mi fido della loro bocca,ma soprattutto della bocca del suo cane,certi cani li accarezzo senza problemi,ma mettergli la mano vicino la bocca,non fa ancora per me.
Ricordo un mio viaggio nel nord"est tailandese,fui circondato da circa sei cani,fissandoli attentamente è non mostrando paura,li feci allontanare,ma mettere la mano nella bocca di un cane,mica sono un addestratore da circo,che mette la testa nella bocca del leone,preferisco divertirmi in altri modi.

giovedì 26 giugno 2014

La meraviglia della vita

A QUESTO punto l'Osservatore, o il testimone, Scompare . . Perchè L'Osservatore alla Scompare bene? QUANDO niente Vede niente, Cosa Resta? La meraviglia della vita. Nessuno è SEPARATO da nulla. C'e soltanto La Vita Che vive: udire, Toccare, VEDERE, odorare, Pensare. E 'lo Stato dell'amore o Compassione. Non "Sono io", ma "Sei tu".  

Charlotte Joko Beck
https://www.youtube.com/watch?v=v5NVhAY3EKE

Non abbiamo un Universo ma un Duoverso

Stiamo infliggendo Una grossa Ferita Al Mondo Che SI sta dissanguando. L'ABBIAMO Diviso in causa frammenti ineguali chiamati NOI Stessi e il RESTO, o ME e NON ME. Il risultato E il Che non ABBIAMO UN Universo ma ONU Duoverso, Una dualità non un'Unità. E non sorprende il Che Le Due parti Siano difettose, tragicamente malato, finchè la terribile Ferita non ê chiusa e Curata.

DE Harding

Il Presidente dell’Uruguay, José Mujica in fila in un ospedale pubblico come tutti gli altri cittadini.

“Una persona povera non è chi ha poco, ma chi ha bisogno infinitamente di più, e più e più. Io non vivo in povertà, io vivo in semplicità. Ho bisogno di molto poco per vivere”. José Mujica risponde così a chi lo definisce il presidente più povero del mondo, conosce bene cosa vuol dire non avere niente, essendo stato per 14 anni in prigione, due dei quali in isolamento in un pozzo sotterraneo. Era un guerrigliero politico, appartenente al movimento armato
di sinistra “Tupamaros”, fu arrestato più volte, evase di prigione ma, una volta catturato e con la dittatura militare del 1973, inziò a scontare la sua lunga pena. Per due di questi anni è stato uno dei cosiddetti “rehenes” (ostaggi), ovvero quei prigionieri Tupamaros che, in caso di azioni militari del gruppo, avrebbero potuto essere fucilati. Mujica nel 2009 è stato eletto presidente del’Uruguay a 74 anni, in questo caso non sono troppi poiché gli sono serviti a maturare esperienze che lo hanno portato.a riconoscere i propri errori, arrivando a questa età con la mentalità più aperta di un ragazzino. Josè ha combattuto con la violenza e con le armi, adesso però ha capito ed affermato più volte che non esistono guerre giuste e nobili, crede molto nei negoziati, “i quali porterebbero un esito non condiviso da tutte le parti ma infinitamente migliore per i deboli, i poveri e i sofferenti del mondo rispetto a qualsiasi soluzione militare”.


I più deboli sono tra i destinatari principali della sua politica, per questo ha deciso di dare il buon esempio vivendo in una modesta abitazione nelle periferia di Montevideo, utilizzando come “auto blu” il suo maggiolino di colore blu degli anni 70 e donando il 90% dello stipendio da presidente ad organizzazioni non governative. Mujica non capisce come può un politico guadagnare più dei suoi concittadini, ha rifiutato il palazzo presidenziale, si mette in fila all’ospedale come ogni altro cittadino, ha diminuito la corruzione e lotta da sempre contro gli abusi delle multinazionali. Da ex fumatore combatte contro le lobby del tabacco ( primo paese in America Latina a vietare il fumo nei luoghi pubblici) e ha legalizzato la marijuana, ma non per rendere l’Uruguay il paese dello sballo. Lo stato si è assunto la gestione e la distribuzione della marijuana, concede licenze ai privati per la coltivazione e la vende ad un prezzo bassissimo per sostituire il mercato illegale ed eliminare la criminalità legata alla cannabis. Questo è l’obiettivo della riforma, secondo il presidente “le dipendenze non sono buone” però è legittimo evadere ogni tanto, che sia con un pò di whiskey o con un pò di erba, l’importante è “non superare dei margini tollerabili”. Jose MujicaMujica crede fortemente in una cosa: la felicità umana. Quello che lo differenzia con molti politici è che la felicità a cui aspira non è solo la sua ma quella dei suoi concittaddini, ai quali cerca di regalare un paese libero con più diritti e meno burocrazia. Ha introdotto la legge sull’ aborto più liberale dell’America Latina, ha legalizzato il matrimonio tra gay, ritenendo il non riconoscimento di tale diritto come “un’ingiustificata tortura per molte persone”. Crede che “lo sviluppo non debba essere contrario alla felicità umana”, crede che la routine lavoro-mutui-tasse-lavoro rovini la vita di un uomo, non ha paura di urlare ai governi occidentali la loro ipocrisia nel parlare di rispetto dell’ambiente e rispetto dei più deboli chiedendo loro pubblicamente (memorabile il discorso al g20 di Rio de Janeiro) se “stanno governando la globalizzazione o è la globalizzazione a governare loro”. Mujica ha capito la negatività del mercato globalizzato e la sua spietata concorrenza, sta cercando di portare l’Uruguay fuori dalle regole capitaliste imposte dalle multinazionali, puntando su uno sviluppo ecosostenibile e sulle risorse che il paese ha da offrire. Perchè José Mujica detto “Pepe” è un presidente unico nel panorama mondiale? Perchè è semplicemente umano, è effettivamente al servizio del popolo e si ricorda ogni giorno che, tale popolo, è composto da persone in tutto e per tutto uguali a lui. Non vuole privilegi, ha bisogno di poco per vivere e tutto il resto (denaro ed energie) lo dona agli altri. Sarebbe il prototipo di politico perfetto, eppure guardo i nostri politici che non sembrano neanche più umani, che ripetono frasi fatte come i pappagalli, attaccati alla poltrona come le iene alla loro carcassa, che agiscono senza cuore come le macchine e capisco che Josè sia solo una piacevole eccezione.

mercoledì 25 giugno 2014

Vegetarianismo, povertà e immigrazione. Di Alessandro di Battista




Non riesco ad essere vegetariano del tutto. Riesco a rinunciare alla carne per mesi ma poi, puntualmente, ci ricasco. Ciononostante ho ridotto il consumo considerevolmente ed è un bene dal punto di vista fisico, mentale e politico.
Fisico perché se mangi poca carne stai meglio, mentale perché ingerire animali morti non è il massimo per l'anima e politico perché le conseguenze sociali ed economiche dell'abuso di carne sono inimmaginabili.
Vi sto scrivendo dal Cairo. Sono in missione con la Commissione Affari Esteri. Oggi ho incontrato leader di partiti, giornalisti, esponenti della società civile e il neo-presidente Al-Sisi al quale abbiamo chiesto ragguagli anche sulla condanna dei giornalisti di al Jazeera. Ebbene ho scoperto che alcuni scafisti che conducono i migranti verso le nostre coste sono ex-pescatori costretti al “contrabbando di uomini” dall'impoverimento del mare egizio. Tale impoverimento è anche dovuto a certe direttive della UE. Ovviamente approfondirò la questione (mi sto dedicando alle cause dell'immigrazione clandestina, dedicarsi soltanto agli effetti significa non voler risolvere il problema) tuttavia questo è un esempio che dimostra quanto le abitudini alimentari producano problemi sociali, economici o addirittura geopolitici.
Le mono-coltivazioni di cereali rivolte agli allevamenti intesivi sono una delle cause dell'abbandono delle campagne da parte dei contadini che si riversano nelle periferie degradate delle città per poi fuggire direzione UE o USA. Ci avevate mai pensato?
Avete mai pensato che gli allevamenti intensivi di bovini sono responsabili dell'effetto serra e di quei cambiamenti climatici che producono siccità e desertificazione ovvero cause dell'immigrazione clandestina?
Avete m
ai pensato a quanto il consumo occidentale di carne (per produrre una proteina animale ne occorrono 7 vegetali) abbia spinto classi dirigenti africane a disincentivare l'agricoltura di sussistenza la cui perdita causa povertà, altra responabile dell'immigrazione clandestina?
Avete mai pensato che molte guerre vengono combattute per il rifornimento idrico fondamentale per l'industria della carne?
Noi cittadini per essere davvero sovrani dobbiamo imparare a ragionare “di insieme”. Così come le riforme costituzionali non possono essere pensate tralasciando problematiche quali corruzione e conflitto di interessi così il tema dell'immigrazione clandestina (nei prossimi mesi sarà ancora più drammatico) non può essere analizzato senza considerare una sere di questioni quali persino l'educazione alimentare a livello globale.
Resto dell'idea che i cittadini africani (salvo rifugiati, studenti o lavoratori con contratto) devono stare a casa loro perché l'Africa è casa loro e perché paesi come l'Italia, ad oggi, hanno capacità di accoglienza limitate; resto dell'idea che i flussi migratori vadano regolarizzati e chi dice questo non è affatto uno xenofobo ma una persona intelligente e realista; allo stesso tempo studio la questione e ritengo che sia compito di tutti rimuovere gli ostacoli alla prosperità e allo sviluppo a livello globale. Ebbene la prosperità potrà esserci solo attraverso un nuovo (o forse antico) rapporto con la terra e una nuova (o forse antica) alimentazione basata soprattutto su cereali, legumi, frutta e verdura.
Mangiare meno carne è una scelta politica che ognuno di noi deve fare. E' difficile, per lo meno per me lo è ed è proprio per questo che il legislatore (le commissioni ambiente e agricoltura M5S si stanno occupando del tema con diverse proposte di legge) deve trattare urgentemente la questione. A riveder le stelle!

martedì 24 giugno 2014

Il Libro del Nulla

di SOSAN HSIN HSIN MIN 
Uno dei migliori libri da me letti
La Grande Via non é difficile per coloro che non hanno alcuna preferenza.
Quando Amore e Odio sono entrambi assenti ogni cosa diviene chiara e viene svelata.
Ma fai la più piccola distinzione, e paradiso e terra saranno infinitamente lontani.
Se desideri vedere la verità non parteggiare a favore o contro. La lotta tra ciò; che uno vuole ciò; che non vuole é la malattia della mente.
I
Quando il profondo significato delle cose non viene compreso la pace essenziale della mente é disturbata senza alcun vantaggio. La via é perfetta come un vasto spazio in cui nulla difetti e nulla sia in eccesso. In realtà, spetta a noi decidere se accettare o rifiutare il fatto che non vediamo la vera natura delle cose. Vivi né nelle trappole delle cose esterne, né nei sentimenti interiori di vuoto. Sii sereno senza forzare l'attività nell'interezza delle cose e tali erronee convinzioni scompariranno da sole. Quando provi a interrompere l'attività per conseguire la passività il tuo stesso sforzo ti pervade di attività. Fino a che rimani in un estremo o in un altro non conoscerai mai l'Interezza. Coloro che non vivono nella singola Via trascurano sia attività che passività, affermazione e negazione.
II
Negare la realtà delle cose é non cogliere la loro realtà;asserire la vanità delle cose é non cogliere la loro realtà. Più parli e pensi a ciò;, più ti allontani dalla verità.
Smetti di parlare e pensare e non ci sarà nulla che non sarai in grado di sapere.
III
Il ritorno alle origini serve a trovare il significato, ma basarsi sulle apparenze significa lasciarsi sfuggire la causa. Al momento dell'illuminazione interiore c'é un andare al di là dell'apparenza e della vacuità. I cambiamenti che apparentemente avvengono nel vuoto mondo noi li chiamiamo reali solo a causa della nostra ignoranza. Non cercare la verità; smetti solo di avere opinioni. Non rimanere in una condizione dualistica; evita con cura tale perseguimento.
Se vi é una traccia di questo o quello, il giusto e l'errato, la Mente-essenza verrà persa nella confusione.
Sebbene tutte le dualità provengano dall'Unico, non avere attaccamento nemmeno ad esso.
Quando la mente esiste indisturbata nella Via, niente al mondo può; nuocerle, e quando una cosa non può; più nuocere essa cessa di esistere nella vecchio modo.
Quando non sorgono pensieri discriminatori, la vecchia mente cessa di esistere.
IV
Quando gli oggetti del pensiero svaniscono, il soggetto pensante svanisce, poiché quando la mente sparisce, gli oggetti svaniscono. Le cose sono oggetti a causa del soggetto; la mente é tale a causa delle cose. Comprendi la relatività di questi due e la realtà basilare: l'unità della vacuità. In questo Vuoto i due sono indistinguibili e ognuno di essi contiene in sé il mondo intero. Se non fai differenza tra il grezzo e il fine non sarai tentato al pregiudizio e all'opinione.
V
Vivere nella Grande Via non é né facile né difficile, ma coloro che hanno punti di vista limitati sono timorosi e irrisoluti: più essi si affrettano, più lentamente essi vanno, e l'attaccamento non può; essere evitato: anche il mostrare attaccamento all'idea dell'illuminazione significa andare fuori strada. Semplicemente lascia che le cose siano così come sono e non vi sarà né andare né venire. Obbedisci alla natura delle cose (la tua stessa natura), e camminerai libero e indisturbato. Quando il pensiero é in catene la verità é nascosta, poiché tutto é confuso ed oscuro e la gravosa pratica del giudizio porta molestia e stanchezza.
Quali benefici possono derivare dalle distinzioni e separazioni? Se vuoi andare nell'Unica Via non disdegnare neppure il mondo delle sensazioni e delle idee. In verità, accettare pienamente essi é identico alla vera Illuminazione. L'uomo saggio non si sforza per il raggiungimento di alcun fine, ma lo stolto si ostacola da solo. Esiste un solo Dharma, verità, legge, non molti; le distinzioni nascono dal bisogno di attaccamento degli ignoranti.
Identificare la Mente con la mente discriminante é il più grande errore di tutti.
VI
Calma e inquietudine derivano dall'illusione; con l'illuminazione non vi é ciò; che si preferisce e ciò; che é sgradito. Tutte le dualità provengono da deduzioni inconsapevoli. Esse sono come sogni di fiori nell'aria; é sciocco cercare di afferrarli .Guadagno e perdita, giusto e sbagliato: questi pensieri devono finalmente essere eliminati immediatamente.
Se l'occhio non dorme mai, tutti i sogni cesseranno naturalmente.
Se la mente non discrimina, le diecimila cose sono così come sono, di sola essenza.
Comprendere il mistero di questa Unica Essenza significa essere liberati da ogni impedimento.
Quando tutte le cose sono considerate imparzialmente, l'Auto-essenza é raggiunta.
Nessuna comparazione o analogia é possibile stato privo di causa e relazioni.
VII
Considera fermo il movimento e l'immobilità nel movimento, ed entrambi gli stati di movimento e di quiete scompariranno. Quando tali dualità cessano di esistere l'Interezza stessa non può; esistere. A tale definitiva finalità non può; applicarsi nessuna legge o descrizione. er la mente unificata in accordo con la Via tutte le aspirazioni provenienti dal sé finiscono. Dubbi e indecisioni svaniscono e la vita in pura fede é possibile. Con un solo colpo siamo liberati dalla schiavitù; niente si attacca a noi e noi non tratteniamo niente.
Tutto é vuoto, chiaro, auto-illuminante, senza l'uso dell'energia della mente.
Qui pensiero, sensazione, conoscenza e immaginazione sono di nessun valore.
VIII
In questo mondo di Similitudine non esiste nemmeno il sé o l'altro-da-sé. Per entrare direttamente in sintonia con questa realtà quando i dubbi sorgono dì semplicemente "Non due."In questo "non due" niente é separato, niente é escluso. Non importa quando o dove, illuminazione significa penetrare questa verità.
E questa verità é al di là dell'estensione o diminuzione del tempo o dello spazio; in essa un singolo pensiero dura diecimila anni.
IX
Vacuità qui, Vacuità lì, ma l'universo infinito rimane sempre davanti ai nostri occhi.
Infinitamente grande e infinitamente piccolo; nessuna differenza, poiché le definizioni sono scomparse e non si vedono limiti. Così pure circa l'Essere e il non-Essere. Non perdere tempo in dubbi e discussioni che non hanno nulla a che vedere con ciò;.
Una cosa, tutte le cose: si muovono e si mescolano, senza distinzione. Vivere in questa realizzazione significa essere privi di ansietà circa la non-perfezione.
Vivere in tale fede é la strada al non-dualismo, poiché il non-duale é uno con la mente fiduciosa.
Parole! La Via é oltre il linguaggio, poiché in essa non c'é
Nessun ieri
Nessun domani
Nessun oggi.

venerdì 20 giugno 2014

ELETTRICITÀ E COSCIENZA

L’elettricità non si accorge se dà luce a una lampada, a un frigorifero o a una centrale elettrica. Sembra una frase assurda, eppure è un esempio tangibile di quanto succede alla coscienza, al senso di esistere. Per uno strano meccanismo, al momento del risveglio improvviso dal sonno profondo, questa vaga sensazione legata al respiro, senza forma né colore, senza spazio né tempo, si accartoccia, prende forma in un ‘immagine di piccolo ‘’io’’ e il disco duro della memoria si mette in moto. Il corpo-mente è come la lampadina, il senso di essere l’elettricità. La radio o la tv non si mettono in testa di essere ”diverse o speciali”, dotate di autonomia e di volizione propria. L’entità “io”- a cui si aggiungono nomi e concetti a non finire – si carica invece del peso di infinite immagini e memorie – e perde l’immaterialità senza nomi o etichette della sua vera natura. Siamo talmente proiettati sul nostro schermo gigante che contiene mondi e galassie, regge e prigioni, assassinii e nascite, che non ci accorgiamo non solo che provengono dal nostro video interno – soprattutto quello che cerchiamo di tener nascosto, sia per apparire bravi ragazzi o il contrario, secondo l’immagine che abbiamo curato fin dalla nascita – ma che basta un colpo di spugna(stati di incoscienza) per annullare sia temporaneamente che per sempre un film amato o detestato. Pur sempre un film anche in 3D, che può dissolversi o infrangersi, come se una bomba producesse un enorme buco in un magnifico quadro gigante. Una specie di Truman show in cui navighi su mari calmi e burrascosi finché ti accorgi che sei arrivato… ad un muro: tutto era finto!
Siamo talmente inzuppati fin dalla nascita in questo super-show che ora moltiplichiamo attraverso la rete, la Tv, gli I-pod, smart-phone e oggetti simili, in una ragnatela così fitta che sembra invalicabile. Pochi hanno il coraggio di porsi la domanda che annullerà tutte le domande, per andare oltre: sono i disperati e i veri ricercatori, gli esploratori dell’impossibile. Un giorno dicono: “Basta!” e invece di ingarbugliarsi di più nei fili di ragno-maya(illusione primordiale)o prendono una spada e tagliano il nido di fili o tornano indietro del tutto.” Da dove sono venuto?” iniziano a chiedersi. “Chi o cosa sono veramente? Cos’ero prima di essere concepito?” Una volta iniziata questa ricerca, si è catapultati alla rovescia, sempre più all’interno, finché nella notte buia della mancanza di immagini e di concetti “qualcosa” di completamente imprevisto scardina tutto. Ci si rende conto che non si è caduti in nessun baratro, ci si ritrova solo solidamente ancorati – e di nuovo qui è un paradosso – a nessun punto di riferimento. Anche il senso di esistere si rivela falso, una stampella che non è mai esistita, eppure il senso di libertà è indicibile. Da nessuna parte quindi… dappertutto. E il corpo? E il mondo? E le galassie e i milioni di anni? Volatilizzati. Appaiono ancora, ma diventano come le scene dei film in cui non puoi chiedere all’attore di cambiare vicenda o discorso. Allo stesso tempo diventano inutili tutte le diverse pratiche, le meditazioni, le devozioni, servite solo a stabilizzare la folle mente ballerina che invano cercava di rimanere in sella, creando ansie e gioie, drammi e successi per distrarre dalla ricerca che avrebbe provato la sua inesistenza.
Si è usciti dal grembo materno e dal mondo amniotico, dove si respirava attraverso il cordone ombelicale per ricadere in un altro utero gigante, cosmico, ma sempre limitato in cui il cordone è rappresentato dal sottile filo d’aria e dal senso di esserci che ci accomuna. Il primo pensiero ‘’esisto’’ è considerato l’elemento “terra” dal sistema antico cinese, ossia la “madre” che partorisce il pensiero iniziale, la radice dello show.
Il grembo, la matrix, è quello del mondo attorno a noi, sia nella veglia che nel sogno notturno. Ora si tratta di prendere definitivamente il volo, quello vero e definitivo. I cosmonauti ne hanno una vaga idea, un’inconscia ricerca di andare oltre lo spazio. Uscire dall’utero dell’illusione-matrice.
Questa matrice poi si veste delle finzioni più strane. Diventa lo Stato, il gruppo, l’etnia, la religione, la società, il club, il calcio e le organizzazioni più o meno benefiche o spirituali, anche quelle new-age. Sono tutti ombrelli per difendersi dalla Realtà! Anche i neo-guru che si vantano di portare la buona novella e organizzano continui seminari e intrattenimenti, per dire che l’ego non esiste, tutto è o.k. e che siamo già illuminati o che l’illuminazione è inesistente (il che è vero), creano malgrado questo una sottile stampella e mantengono in un limbo “spirituale e intellettuale” dove la mente fa ancora da padrona: rimangono nel senso di essere, quindi solo sulla soglia e trascinano i loro discepoli, che li seguono senza sosta, a rimanere…allo statu quo, con gran soddisfazione dell’ego-mente e con la beffa di essere arrivati a destinazione.
I pochi che scoprono che il più grande inganno è la “creazione mentale” della coscienza, il pensiero “esisto”, il primo ologramma che contiene potenzialmente tutta l’ipnosi spazio-temporale, la rifiutano e entrando nel fondo di se stessi, scoprono la frode galattica. Dopo questa rivelazione, poco a poco crolla anche tutta la costruzione del corpo e del mondo come se lo sono costruito, fondato su questo inganno iniziale.
In un primo tempo è necessario rendersi conto con lucidità del problema emozionale, del conflitto che si è infiltrato nel nostro sistema e ci condiziona. Sono questi i nodi che la mente ha elaborato per anni e che la costante attenzione neutrale e la meditazione mettono a nudo. In seguito anche il fatto di “accettare” ciò che accade, mantiene la separazione fittizia, anzi la rende meno visibile. C’è qualcuno(io) che accetta qualcos’altro o che perdona o che si rassegna a soffrire: sono giochi dell’ego-mente. Si tratta di vedere, senza ombra di dubbio, che c’è un “io”(inventato ma imperante) che si erge a giudice e soprattutto che è il pensiero su un determinato evento, la definizione di un’emozione o di un malessere che crea la sofferenza, non la cosa in sé. Se dovesse accadere al nostro vicino, saremmo dispiaciuti forse, ma non soffriremmo.
A questo punto anche “gli altri” chi sono? Esistono veramente o sono solo figuranti che ci creiamo nel film? Anch’essi fanno parte delle etichette elaborate dal sistema nervoso e cementate dal meccanismo della memoria. Se togli i pensieri, ossia non dài loro importanza, l’aria e l’io-sono che sono gemelli, non creeranno più la separazione: è solo quella che ci fa soffrire. Anche se hai un dolore fisico, è l’interpretazione o il “voglio o non voglio” che genera sofferenza. Anche il pensiero “morte” non farà più paura perché si tratta in definitiva solo di un pensiero o immaginazione e del terrore di abbandonare l’io-sono. Il corpo è indifferente, che uno sia vivo o morto.
- Si dà tanta importanza, si cura e si coccola il corpo come qualcosa di prezioso, ma quando l’aria non vi passa più ci si affretta a buttarlo via!- così si esprimeva Siddharameshwar Maharaj, maestro di Nisargadatta Maharaj.
Ormai la fisica quantica, le neuroscienze, l’astrologia transpersonale e l’omeopatia unicista ci raccontano la stessa cosa. Viviamo solo le nostre percezioni e reagiamo ad esse di conseguenza. Ringraziando le nostre “ombre” e idealizzazioni, cancelliamo l’apparente separazione che è solo dovuta a un’interpretazione. Possiamo poi costatarlo in ogni momento o vicenda quotidiana. Ormai da tempo si è potuto verificare che un organo malato corrisponde esattamente ad una funzione psichica ignorata o soppressa, un trauma dimenticato. Se assisto a cataclismi in realtà o al cinema, -ormai sono esperienze verificate – sono solo reminiscenze vissute al momento del parto che porto come semi germogliati in me e che sviluppandosi, proietto sullo schermo della vita. Come accennavo, alla nascita, appena tagliato il cordone ombelicale con un sospiro enorme di sollievo, continuiamo a conservarlo attraverso il filo d’aria nella matrice cosmica. Se viene a mancare a tutti l’aria, dove sono finite le città, le vicende politiche e la coda alle poste? Siamo ancora e sempre nuotanti nel liquido amniotico universale, nell’atmosfera e i suoi paesaggi dipinti dai nostri neuroni. Anche questi e tutto il sistema nervoso e il corpo, si rivelano concetti, apparenze.
Un’analogia mi venne in mente mentre osservavo la luna piena riflessa sul grande lago distante. Ne vidi un’altra(?) nel piccolo stagno davanti a casa e poi nella fontana poco distante. Quante lune in tutte le pozzanghere che sparivano all’alba e quanti soli nei milioni di pozze d’acqua nel mondo che sparivano la notte? Uno solo o miliardi? E che cosa sono i numeri? Convenzioni che iniziano dallo zero e finiscono nello zero.
Ricordo anche la storia (simbolica) dell’uomo che aveva una stanza fatta di specchi dappertutto e con luci e scenari diversi dipinti qua e là. Lui sapeva che specchiandosi era sempre lui pur con mille riflessi e sfumature diverse. Un giorno lasciò la porta socchiusa e vi entrò il suo cane che cominciò ad abbaiare furiosamente contro tutti quei simili sempre più inferociti. Fu talmente esausto che morì.
Si sente dire sempre più spesso: ”Tutto è un’illusione”. Questa frase non è considerata nella sua realtà profonda. Rimane ancora ben presente l’IO che lo determina e così il senso di essere o coscienza. Invece tutto quanto è un’illusione, non ci possono essere mezze misure. Se parlo di un miraggio, significa che sembra esserci, ci posso anche credere, ma in realtà NON esiste! Se il corpo, il mondo e l’io-sono che li contiene, sono prodotti o riflessi di una finzione, anch’essi lo saranno altrettanto. La nostra nascita è la nascita del tempo. Se lo spazio-tempo si rivela una costruzione del sistema neuronale, tutto svanisce come una bolla di sapone.
E i mondi paralleli? E i “viaggi” indotti dalle droghe, i voli sciamanici, gli stati di pre-morte, le apparizioni di divinità, di Madonne o di demoni? Sono sempre prodotti da quel sottile senso di esistere che si diverte a cambiare scenografie, per illuderci ancora di più. Facciamo tutto da soli. È sempre lo stesso mago incantatore che ci tieni sotto ipnosi e ci fa credere che cambiando spettacolo possiamo trovare libertà e felicità. Non cambia mai nulla. Non succede, non è mai successo e non succederà mai nulla, solo apparizioni inconsistenti. Vederlo con certezza significa già esserne fuori.
Tempo fa, ferma a un semaforo in una piccola cittadina tedesca intravidi un cartello su una porta con caratteri incisi ben visibili. C’era scritto: “Qui il 25 febbraio 1627 non è mai successo nulla”.
Accanto, vicino a un’altra porta: ”Qui neppure”. Segnali di un faceto o di un saggio?

Sogniamo di giorno, di notte, nei mondi paralleli, nei viaggi sciamanici e negli stati alterati di coscienza, finché c’è un filo d’aria che gira nei polmoni: è il nostro cordone ombelicale che non lasciamo andare. Ma chi sogna non è reale neppure quello. Fa parte del sogno. Questo spaventa il nido intricato chiamato mente che non molla la presa finché il fuoco della vera natura non riprende tutta la scena. Era sempre presente, prima del concepimento, milioni di anni fa e fra milioni di anni luce, ma era oscurata dal bozzolo dello spazio-tempo, invaghita dalle immagini olografiche belle o brutte della maga Circe potente e subdola o dalle sirene. Ecco perché Ulisse si fece incatenare all’albero della nave: voleva ascoltare, esserne cosciente, ma non farsi ammaliare e seguirle.
Al mercato rionale di un paese di lingua francese, colmo di bancarelle ben fornite di ortaggi e ogni ben di Dio, spicca uno strano banco vuoto con un cartello:
“Qui si vende vento”. Sincronicità o riflesso della realtà sempre presente?

giovedì 19 giugno 2014

Brasile: mondiali e la solita aggressione mediatica

Concludendo il Forum “Congiura Mediatica contro il Venezuela”, il vicepresidente della repubblica bolivariana, Jorge Areaza, genero di Hugo Chavez, ha espresso chiaramente il suo appoggio al governo di Dilma Rousseff di fronte alla campagna politica mediatica internazionale contro il Brasile, che tenta di far credere che la Coppa del Mondo sarebbe un insuccesso.

“Il Brasile è diventato un bersaglio perché la Coppa si svolge in un paese di CELAC, di UNASUR, di MERCOSUR, e anche membro dei BRICS, e che inoltre ha una politica estera antimperialista, di solidarietà a Cuba e al Venezuela e che difende l'integrazione latinoamericana.

Dilma sta provando sulla pelle gli artigli del vampiro imperiale”, ha dichiarato.

La presa di posizione del dirigente venezuelano, ribadita dal presidente Nicolas Maduro, ha avuto un'indiscutibile espressione fisica nella presenza dei presidenti Rafael Correa, dell'Ecuador, e Evo Morales, della Bolivia, che hanno partecipato alla cerimonia di apertura, a Itaquera, in cui Dilma è stata insultata in maniera infima, turpe e ingiustificabile dagli occupanti della tribuna VIP, dove l'ingresso costa 990 reais (circa 325 euro).

Rafael e Evo hanno dichiarato di stare in Brasile per manifestare solidarietà al governo di Dilma, un governo che, continuando quello di Lula, ha sottratto circa 40 milioni di persone alla condizione di miseria.
Correa ha affermato che segmenti dell'ultrasinistra minoritaria e settaria, esattamente come nel suo paese, ricevono oscuri appoggi finanziari dall'estero, agiscono in modo coordinato contro Dilma, fornendo argomenti che possano essere sfruttati dalla manipolazione mediatica contro il Brasile, organizzando minoritarie e violente manifestazioni contro la Coppa.
Anche Maradona, un altro bolivariano amico di Chavez, che si trova a Rio come commentatore del programma De Zurda, di Telesur, ha difeso Dilma sostenendo che coloro che si accaniscono contro di lei non sono rappresentanti del popolo brasiliano. Le affermazioni di Pelé, ancora una volta, tanto per cambiare, sono quelle di un reazionario (Pelé è stato ministro dello sport con il governo liberista di Cardoso, ndt).
Nella settimana che ha preceduto la Coppa, Dilma ha inaugurato una ferrovia di 855 chilometri, che collega Palmas ad Anapolis, il metro di Salvador, la via Expresso Sul di Brasilia, il BRT Transcarioca che collega la Zona Est di Rio all'aeroporto di Galeao, che ha anche visto opere di ampliamento.
In queste opere sono state concentrate le risorse pubbliche!In una di queste cerimonie, accennando agli attacchi subiti, Dilma ha mostrato la sua levatura ricordando le torture bestiali a cui fu sottoposta durante la dittatura da quella stessa classe sociale che oggi esibisce al mondo, via satellite, la sua bassezza morale e l'incapacità di dirigere la nazione.

“Ho sopportato aggressioni fisiche al limite dell'insopportabile e nessuna di queste mi ha mai fatto cambiare strada”, ha dichiarato, senza abbassarsi al livello degli aggressori, che devono rimpiangere amaramente di non avere eliminato fisicamente, quando ne avevano avuto la possibilità, l'attuale capo della Nazione.
Beto Almeida, del Direttorio di Telesur altamiroborges.blogspot.com.br | www.marx21.it
visto su CDC

SEGNALO CHE IN CONTEMPORANEA ALL'INIZIO DEI MONDIALI IN BRASILE SI E' TENUTO UN VERTICE AL DI FUORI DEL CONTROLLO DEI PADRONI DEL MONDO, EVENTO CHE E' STATO COMPLETAMENTE OSCURATO.


Discorso di Raul Castro aL G77+Cina
www.cubainformazione.it 

Cari Presidenti: 

Fratelli boliviani: 

Ho il privilegio di conoscere il cuore del Sud America, la nazione fondata dal Libertador Simon Bolivar, da cui prende il nome. 
Da tempo dobbiamo questa visita alla Bolivia. Noi cubani ammiriamo la storia centenaria della lotta del popolo boliviano, per vivere bene, in armonia con la Madre Terra, la Pachamama. 
Conosciamo la giusta ribellione dei boliviani che mai si sottomisero agli invasori né si rassegnarono a che svuotassero le loro montagne per estrarre i minerali, come fecero con la famosa collina di Potosi. 

Siamo venuti a unirci a voi in questo Vertice del Gruppo dei 77 più Cina. 

Siamo più di 130 nazioni che hanno problemi comuni. Insieme, costituiamo un importante attore internazionale. Possiamo influire, se lo vogliamo, nelle decisioni delle Nazioni Unite in materia di pace e di sviluppo, nella salvaguardia dell’ambiente. E’ stato molto importante essere qui, con voi, sostenendo la leadership e l’esempio del compagno Evo Morales e della Bolivia. 

Vogliamo ringraziamo i boliviani per la generosità e solidarietà. Soprattutto per aver accolto, come in famiglia, centinaia di collaboratori cubani, e perché siete i protagonisti di un processo di cambiamento senza precedenti nel vostro paese, avete realizzato un invalutabile contributo al processo di lotte di Nostra America, come la chiamò José Martí, per una definitiva indipendenza e integrazione di tutti i nostri popoli. 

Evo mi ha raccontato dettagli delle lotte contadine in questo paese, dei popoli indigeni, dei cocaleros, quando lui era leader sindacale là nel Chapare. Abbiamo anche parlato dei minatori, i cui sindacati sono tra i più combattivi della regione. Gli ho detto, guidato dalla nostra esperienza a Cuba: le masse lavoratrici unite, con la coscienza politica e di classe che hanno acquisito, con la combattività accumulata nelle loro lotte, sono realmente invincibili. 

Questa è l’esperienza di molti dei nostri paesi fratelli. Si noti che l’imperialismo e l’oligarchia la prima cosa che fanno è attaccare l’unità del popolo, dividere il popolo, esaspera le differenze, che ci sono sempre, inimicare amici e fratelli. A tale strategia di divisione solo si può rispondere con l’unità, unità e più unità. 

Oggi il Venezuela merita il nostro più convinto sostegno. L’imperialismo e gli oligarchi, che non poterono contro il Presidente Chávez in 18 elezioni, il colpo di stato e il golpe petrolifero, pensano che sia giunto il momento di distruggere la Rivoluzione Bolivariana e rovesciare il governo del Presidente Maduro, con l’impiego di metodi di guerra non convenzionale. 

Difendendo il Venezuela, difendiamo la Bolivia e tutta Nostra America. Il Venezuela è ora il fronte avanzato della difesa della nostra indipendenza, libertà e dignità. 

Sarebbe un duro colpo se si frenasse il processo di vera integrazione in attuazione, a cui partecipano diverse organizzazioni e il cui punto culminante è la CELAC. 

Guardate cosa ha fatto la Bolivia: ha nazionalizzato gli idrocarburi e li ha posti al servizio di tutti i boliviani/e. Ha finito con l’esclusione e lo sfruttamento della maggioritarie comunità indigene e contadine del paese. Ha ridistribuito la ricchezza nazionale a beneficio di tutto il popolo, soprattutto dei settori più vulnerabili. Ha ridotto l’estrema povertà del 20%. Si è proclamata territorio libero dall’analfabetismo. 

I bonus per le donne incinte e i neonati, per le famiglie con bambini nella scuola elementare, la colazione a scuola e il reddito per gli anziani sono importanti conquiste. Più di 6500 boliviani poveri hanno studiato corsi universitari, per lo più medicina o si sono qualificati come lavoratori sociali. Si sono costruiti decine di centri sanitari integrali, centri oculistici al servizio della salute della gente umile della Bolivia. In soli dieci anni, si sono forniti milioni di visite mediche nel Programma “La mia salute”, e più di 600mila boliviani hanno recuperato la vista. 

Si costruiscono fabbriche, si sviluppa la cultura, lo sport e le scienze, s’incrementa l’interscambio commerciale tra i nostri paesi. Si é ridotto il tasso di disoccupazione e l’economia boliviana cresce costantemente di oltre il 6%. 

Evo: 

ti auguriamo successo in questo immenso compito, come lo desideriamo di tutti voi, cari fratelli e sorelle boliviani. 

Costruiamo insieme la Patria Grande, difendiamo la nostra unità. Permettetemi, anche, che dica qui, come il Che Guevara, “Hasta la victoria siempre!”. 

Molte grazie. 

Altro discorso di Raul Castro G77+cina
www.cubainformazione.it 

15 Giugno 2014 

Compagno Evo Morales Ayma, Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia e Presidente del Gruppo dei 77 più Cina: 

Eccellenze 

Ringrazio il compagno Evo Morales Ayma, Presidente e rappresentante di spicco dei popoli originari della nostra regione, per la convocazione di questo importante Vertice. 

Alla fine della prima Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, nel giugno 1964, un gruppo di paesi in via di sviluppo, consapevoli delle enormi sfide che avrebbero dovuto superare, decise marciare insieme per far fronte ad un sistema economico mondiale che già da allora si manifestava diseguale ed ingiusto. 

A questo gruppo si deve la preparazione, negoziazione ed approvazione, il primo maggio 1974, 40 anni fa, di uno dei documenti programmatici più importanti nella lotta contro il sottosviluppo e per la realizzazione della giustizia economica internazionale: la Dichiarazione ed il Programma d’Azione per l’Istituzione di un Nuovo Ordine Internazionale, (e cito testualmente) “basato sull’equità, l’eguale sovranità, l’interdipendenza, l’interesse comune e la cooperazione tra tutti gli Stati, indipendentemente dai loro sistemi economici e sociali che permetta correggere le diseguaglianze e rimediare le ingiustizie esistenti, eliminare il divario crescente tra i paesi sviluppati e i paesi in via di sviluppo e per garantire alle generazioni presenti e future uno sviluppo economico e sociale che vada accelerandosi, nella pace e giustizia (… ) “. (Fine citazione). 

Poco dopo, si ottenne l’approvazione della Carta dei Diritti e dei Doveri Economici degli Stati, che sancisce l’esercizio della sovranità degli Stati sulle risorse naturali e l’attività economica nel loro territorio. 

Questi importanti documenti mantengono piena validità, ma il gran paradosso è che oggi non si vuole parlare di loro. Li si qualifica come “arretrati” e “superati dai fatti”. 

Tuttavia ora si amplia il divario tra nord e sud, e una profonda crisi economica globale, derivante dall’irreversibile fallimento del neoliberismo imposto dai principali centri di potere, con un impatto devastante per i nostri paesi, si é convertito nel più lunga e complessa delle ultime otto decadi. 

Quando quasi si conclude il ciclo previsto per gli Obiettivi di Sviluppo concordati al Vertice del Millennio dell’anno 2000: 

• 1200 milioni di persone, nel mondo, vivono in condizioni di povertà estrema. Nell’Africa sub-sahariana, il numero dei poveri è aumentato costantemente, passando da 290 milioni, nel 1990, a 414 milioni nel 2010. 
• Una ogni otto persone nel mondo soffrono di fame cronica. 
• Il 45% dei bambini morto prima di compiere i cinque anni, muore per malnutrizione. 
• Il debito estero registra livelli senza precedenti, nonostante gli enormi pagamenti che abbiamo fatto per il suo servizio. 
• Si aggrava il cambiamento climatico, generato – principalmente – dai modelli di produzione e consumo irrazionali e spreconi dei paesi industrializzati che, se mantenuti, sarebbero necessari, per il 2030, risorse naturali equivalenti a due pianeti. 

Alla luce di queste realtà, conserva piena validità il principio delle responsabilità comuni ma differenziate nell’ affrontare il cambiamento climatico ed altre sfide ambientali. 

Come ha detto il compagno Fidel Castro, “Esistono le risorse per finanziare lo sviluppo. Ciò che manca è la volontà politica dei governi dei paesi sviluppati”. 

E’ giusto esigere un nuovo ordine finanziario e monetario internazionale e condizioni commerciali giuste per produttori e importatori ai guardiani del capitale, accentrati nel Fondo Monetario Internazionale e la Banca mondiale, ai difensori del neoliberismo, raggruppati nell’ Organizzazione Mondiale del Commercio, che cercano di dividerci. 

Solo l’unità ci permetterà di far prevalere la nostra ampia maggioranza. 

Così dovremo fare se vogliamo che l’Agenda per lo Sviluppo dopo il 2015, che dovrà comprende gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, offra risposte ai problemi strutturali delle economie dei nostri paesi, generare cambi che permettano uno sviluppo sostenibile; sia universale e che risponda ai diversi livelli di sviluppo. 

Compagno Presidente: 

Allo stato attuale, viene violata la sovranità degli Stati, si violano in modo crudo i principi del Diritto Internazionale e i postulati del Nuovo Ordine Economico Internazionale, s’impongono concetti che cercano di legalizzare l’ingerenza, si usa la forza e si minaccia il suo utilizzato impunemente, si utilizzano i media per promuovere la divisione. Risuona ancora nelle nostre orecchie quella minaccia contro “60 o più oscuri angoli del mondo”, del presidente degli Stati Uniti George W. Bush, naturalmente tutti i paesi membri del Gruppo dei 77. 

Dobbiamo esercitare la nostra solidarietà con coloro che sono minacciati di aggressione. Oggi, il caso più evidente è la Repubblica Bolivariana del Venezuela, contro la quale s’impiegano i mezzi più sofisticati di sovversione e destabilizzazione, compresi i tentativi di golpe, secondo i concetti della guerra non convenzionale che gli USA oggi applicano per rovesciare governi, sovvertire e destabilizzare società. 

Da oltre 50 anni, siamo stati vittime di un genocida blocco USA; d’azioni terroristiche che sono costate la vita a migliaia di nostri cittadini e causato ingenti danni materiali. L’assurda inclusione di Cuba nella lista degli “Stati Sponsor del Terrorismo Internazionale”, è un affronto al nostro popolo. 

Come abbiamo denunciato, è crescente la promozione di azioni illegali, segrete e sovversive, così come l’uso del cyberspazio per cercare di destabilizzarci, non solo a Cuba, ma nei paesi i cui governi non accettano ingerenze o tutele. In tal modo ogni nazione può essere oggetta di attacchi informatici volti a fomentare la sfiducia, l’instabilità e potenziali conflitti. 

Durante tutti questi anni, ci a sempre accompagnato la ferma solidarietà dei membri del Gruppo dei 77 più la Cina, li ringrazio a nome del popolo cubano. 

Colgo questo 50° anniversario del Gruppo dei 77 per rinnovare il nostro comune impegno di concertare sforzi e serrare le fila per costruire un mondo più giusto. 

Molte grazie. 

mercoledì 18 giugno 2014

Come è divisa la ricchezza nel mondo

Testo del video: 

Oggi si parla molto dell'ineguaglianza, e del fatto che l'1% dei più ricchi abbia così tanto di più di tutti gli altri. Il discorso però è focalizzato soprattutto sugli Stati Uniti, mentre sembra che la situazione dell'ineguaglianza sia molto simile anche a livello globale.

Questi sono i risultati di una serie di ricerche fatte su fonti affidabili, come ad esempio le Nazioni Unite.

Mentre risulta che le cose siano decisamente sbilanciate negli Stati Uniti, la situazione è addirittura peggiore se si guarda al mondo intero.

Cominciamo con questo grafico, che rappresenta una distribuzione perfettamente equilibrata delle ricchezze fra tutte le persone viventi, divise in cinque gruppi uguali fra loro.

Vediamo adesso quanto ciascun gruppo veramente possiede rispetto agli altri. L'80% della popolazione mondiale non ha praticamente nessunaricchezza. È addirittura difficile vederli, nel grafico.

Mentre il 2% fra i più ricchi possiede più ricchezze di metà del resto del mondo.

Guardiamo il grafico in un altro modo. Prendiamo l'intera popolazione mondiale, 7 miliardi di esseri umani, e riduciamola ad un numero di 100 individui che li rappresentino tutti. Eccoli qua. La gente più povera è a sinistra, la più ricca a destra. Vediamo ora come è distribuita la ricchezza totale del mondo, circa 223 mila miliardi di dollari.

La stragrande maggioranza della gente non ha praticamente nulla. Nulla con cui pagare l'educazione ai propri figli, nulla con cui comprarsi le medicine più essenziali. Mentre l'1% dei più ricchi ha accumulato il 43% di tutta la ricchezza mondiale.

L'80% alla base, nel frattempo, dispone di circa il 6% delle ricchezze mondiali, da dividersi fra loro.

Ma nemmeno questo mostra quanto estrema sia diventata la situazione. Le 300 persone più ricche di questa terra hanno la stessa ricchezza dei 3 miliardi di persone più povere della terra. In altre parole, un gruppo di persone che può stare dentro un aereo di medie dimensioni, possiede piùricchezza dell'intera popolazione dell'India, della Cina, degli Stati Uniti e del Brasile messe insieme

La differenza si vede anche geograficamente, con uno scarto sempre maggiore tra le poche nazioni più ricche e il resto del mondo.

Per la maggior parte della storia, le cose sono state molto più equilibrate. Duecento anni fa le nazioni più ricche erano soltanto tre volte più ricche di quelle più povere. Alla fine del colonialismo, negli anni 60, erano 35 volte più ricche. Oggi sono circa 80 volte più ricche.

Le nazioni più ricche cercano di compensare la differenza, offrendo aiuto alle nazioni più povere: circa 130 miliardi di dollari all'anno, che sono una bella cifra. Ma allora, perché lo scarto a livello mondiale continua a crescere?

Uno dei motivi è che le grandi corporation tolgono alle nazioni più povere circa 900 miliardi di dollari all'anno, attraverso una forma di frode fiscale basata sulla manipolazione dei prezzi nel commercio.

Oltre a questo, le nazioni più povere pagano circa 600 miliardi di dollari all'anno di debito alle nazioni più ricche, su prestiti che vengono ripagati molto più di una volta. E poi ci sono i soldi che le nazioni povere perdono a causa delle regole sul commercio imposte delle nazioni più ricche, che grazie a queste regole hanno un più facile accesso alle loro risorse e ad una manodopera a basso costo.

Gli economisti dell'università del Massachusetts hanno calcolato che questo venga a costare alle nazioni più povere circa 500 miliardi di dollari all'anno.

Se si mette tutto insieme, risultano circa 2 mila miliardi di dollari che fluiscono ogni anno dalle nazioni più povere verso quelle più ricche.

I governi delle nazioni più ricche amano dire che vogliono aiutare le più povere a svilupparsi, ma chi sta veramente aiutando chi a svilupparsi, a questo punto?

Questo fa pensare che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato nelle regole fondamentali dell'economia globale.

Non può essere giusto che la ricchezza del nostro pianeta sia stata tutta concentrata in questo modo nelle mani di un numero così ridotto di persone.

L'unica soluzione ragionevole, e l'unica speranza, sembra essere quella di cambiare le regole.

Fonte THERULES.ORG

Traduzione di Massimo Mazzucco per luogocomune.net

Scritto da Cristina Bassi Ripropongo un vecchio articolo da Raptitude.com perchè ha a che fare con il senso della realtà, che è cosi tanto c...