martedì 17 giugno 2014

Occhio dello Spirito - Ken Wilber

Prova ad ascoltarti, proprio ora - ascolta la chiara sensazione di essere te stesso - e nota che questo "te" non è altro che un altro oggetto nella consapevolezza. Non è neppure un vero soggetto, è un altro oggetto nella consapevolezza. Questo piccolo "io" con i suoi pensieri sfila in parata davanti a te proprio come le nuvole attraverso il cielo. Che cosa è allora il vero "te" che sta osservando tutto questo? Chi sta osservando il tuo piccolo io? Chi o che cosa è? Quando ti spingi indietro verso questa pura "soggettività", questo puro osservatore, non lo vedrai come un oggetto, perché non è un oggetto. Non è nulla che tu possa vedere. Piuttosto, se resti calmo in questa consapevolezza osservante - osservando la mente ed il corpo e la natura che fluiscono davanti a te - potresti incominciare a notare che quello che provi al momento è semplicemente una sensazione di libertà, una sensazione di distensione, di non essere legato a nessuno degli oggetti che tu stai tranquillamente osservando. Non guardi nulla, semplicemente risposi in questa vasta libertà. Di fronte a te le nuvole passano in parata, i tuoi pensieri passano in parata, le sensazioni fisiche passano in parata, e tu non sei loro. Tu sei il vasto espandersi della libertà attraverso il quale gli oggetti vanno e vengono. Tu sei un'apertura, un vuoto, un vasto spazio nel quale gli oggetti vanno e vengono Le nuvole vanno e vengono, le sensazioni vanno e vengono, i pensieri vanno e vengono, e tu non sei loro, tu sei il vasto senso di libertà, quel vasto "vuoto", in cui sorge la manifestazione, appare per un po' e se ne va. 
Così incominci a notare che "l'Osservatore" in te che è il testimone di tutti gli oggetti è, in sé stesso, solo un vasto "vuoto". Non è una cosa, un oggetto, non è qualcosa che puoi vedere o afferrare, è piuttosto una sensazione di ampia libertà, non essendo nulla che possa entrare nel mondo obbiettivo degli oggetti, della tensione e dello sforzo... Questo puro Testimone è il puro Vuoto nel quale tutti questi soggetti ed oggetti individuali si manifestano, stanno per un po' e passano. Così questo puro Testimone non è qualcosa che possa essere visto... Oggetti e soggetti possono indubbiamente essere osservati, ma l'Osservatore non può essere osservato. L'osservatore è assolutamente indipendente da loro, l'assoluta Libertà non può essere catturata dal trambusto, dai desideri, dalle paure e dalle speranze... Certamente tendiamo ad identificarci con quei piccoli soggetti ed oggetti ed è esattamente questo il problema! Noi identifichiamo l'Osservatore con gracili piccole cose che possono essere viste. Questo è l'inizio del coinvolgimento e della schiavitù. Siamo in realtà quest'ampia espansione di spazio libero, ma ci identifichiamo con oggetti e soggetti limitati, non liberi, che possono essere osservati, e tutti soffrono, e nessuno dei quali è ciò che noi siamo. Patanjali dette la classica descrizione della schiavitù come "l'identificazione dell'Osservatore con gli strumenti dell'osservazione" con i piccoli soggetti ed oggetti, invece che con l'apertura, la vastità, il Vuoto in cui tutto sorge e si manifesta... Così quando risiedi nel puro Testimone sei invisibile. Non puoi essere visto. Nessuna parte di te può essere vista perché tu non sei un oggetto. Può essere visto il tuo corpo, può essere vista la tua mente, la natura può essere vista, ma tu non sei nessuno di questi oggetti. Sei la pura sorgente della consapevolezza e non alcunché si manifesti in tale consapevolezza. Così tu rimani consapevolezza. Le cose sorgono nella consapevolezza, vanno e vengono... Sorgono nello spazio si muovono nel tempo. Ma il puro Testimone non va e viene. Non sorge nello spazio e non si muove nel tempo. E' sempre presente ed immutabile. non è un oggetto la fuori e quindi non entra mai nella corrente del tempo, dello spazio della nascita e della morte ... 
Molte tradizioni considerano (la consapevolezza di) questo stato di cessazione lo stato supremo, l'ultimo punto finale di tutto lo sviluppo e dell'evoluzione. Questo stato è considerato equivalente alla piena Illuminazione, l'ultimo abbandono, il puro nirvana. Non è invece considerato la fine della storia dalle tradizioni "Nonduali", perché ad un certo punto mentre stai investigando il Testimone, riposando nel Testimone, il senso di essere un Testimone "qui dentro" svanisce completamente e il Testimone diventa ogni cosa che viene osservata. Il Causale lascia il campo al misticismo "Senza Forma", ed il misticismo "Senza Forma" apre la strada al misticismo "Nonduale". Tecnicamente ti se disidentificato anche dal Testimone, e quindi l'hai integrato con tutta la creazione, la la realtà o "quiddità" di tutti i livelli, di tutti gli stati e tutte le condizioni. Questo è il più profondo significato del vuoto: non è uno stato discreto, ma la realtà di tutti gli stati, la quiddità di tutti gli stati. Sei passato dal Causale al Nonduale...

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