sabato 22 gennaio 2022

Siamo ciò che cerchiamo.

Fonte https://unicacoscienza.altervista.org/ Il pensiero kashmiro si articola in una serie di affermazioni semplici: Tu sei Shiva / Shakti. Shiva / Shakti è il Sè. L’universo è il gioco della tua coscienza. Da ciò consegue naturalmente che non esistono né impurità, né purificazione, né divinità esterna a sé, né pratica, né rituale e non vi è nulla da raggiungere che sia separato da noi. La coscienza è la totalità, la totalità è la coscienza. Tutta la ricerca è rivolta verso l’interno per lasciar emergere questa coscienza non frammentata, perfetta ed inalterabile, che è presente in ogni essere. Improvvisamente non c’è più intercessore, non c’è più distanza, non c’è più separazione. Si tratta allora di liberare la coscienza dalle opacità che ci fanno credere di essere un’entità separata, solitaria e indegna. […] La nostra paura principale, la paura della dissoluzione, di non essere nulla, ci impedisce semplicemente di comprendere che, quando pensiamo di essere una cosa in particolare, quindi isolati, non siamo che quella cosa e perdiamo tutto il resto. Accettando di non essere nulla, guadagniamo il mondo. Questo ragionamento logico è la chiave della visione tantrica e del ruolo creativo del desiderio e delle passioni, considerati i corrieri più veloci che, attraverso la sensorialità, ci conducono al Sé. Tutto ciò a condizione di comprendere come i tantrici considerino “desideri e passioni” e come le vivano in modo assoluto. Daniel Odier

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