lunedì 20 marzo 2017

Il capodanno persiano tra Storia e cucina



 Il capodanno che più sento mio.

Tavola imbandita per il Nowruz
La festa più importante dell’Iran è sicuramente il Nowruz, il capodanno persiano che cade in coincidenza con l’inizio della primavera. Riconosciuto patrimonio dell’UNESCO dal 2010, questa festa viene celebrata anche in tutta l’Asia Centrale, nel Caucaso, in Mongolia (su base regionale) ed ovunque esistano comunità di discendenza iranica. Le origini del Nowruz risalgono ad oltre 3mila anni e sono profondamente connesse alla religione zoroastriana, pratica in Persia prima dell’arrivo dell’Islam. Attraverso questa festa e le sue tradizioni si possono scoprire le radici stesse dell’Iran.
Ufficialmente il Nowruz si celebra il 21 marzo ma può cadere anche un giorno prima oppure un giorno dopo, in base ai calcoli matematici ed astronomici che ogni anno individuano il secondo in cui l’anno iniziano, ossia il Saal Tahvil. In Iran i festeggiamenti iniziano l’ultimo mercoledì dell’anno vecchio e proseguono per tredici giorni, un periodo più lungo rispetto agli altri paesi che festeggiano il capodanno persiano. Coincidendo con l’inizio della primavera, il Nowruz ha un significato profondamente legato alla rinascita ed alla luce che ritorna dopo il buio dell’inverno.
Prima del Nowruz gli iraniani amano comprare abiti nuovi e pulire le loro case. Per benedire il nuovo anno molte persone lasciano un Corano aperto, mentre altre preferiscono un libro del celebre poeta Hafez, nonostante al giorno d’oggi sia sempre più diffuso l’uso dello Shahnemeh, una famosa opera epica di Ferdowsi che narra le imprese degli antichi re persiani. Durante il periodo del Nowruz viene anche reso omaggio agli anziani che regalano ai più piccoli dolci e delle monete in modo da propiziare la fortuna, queste non verranno spese ma saranno conservate con cura.
Di tutto il periodo dei festeggiamenti un valore particolare ha il tredicesimo giorno, detto Sizdah Bedar, quando tutti escono dalle case per andare a trovare gli amici e fare dei pic nic. Il 13 nella cultura persiana è ritenuto un numero sfortunato, per questo gli iraniani credono in tale giorno non si debba rimanere in casa. Nel corso della giornata viene messo all’esterno anche il piatto in cui, dall’inizio del Nowruz, sono state conservati grano o lenticchie, che rappresentano la rinascita della natura. Tradizionalmente vengono liberati dei pesci rossi, ma questo non sempre accade.
Durante tutto l’arco del Nowruz sono molti i cibi che non mancano sulla tavola degli iraniani, dalla frutta alla frutta secca, dalle torte di riso ai biscotti ma particolare importanza ha il Sabzi Polo Mahi, ossia un piatto di pesce fritto oppure affumicato, servito con riso cotto insieme ad erbe fresche. Altri piatti tipici del Nowruz sono il Koukou Sabzi, ossia una frittata con erbe ed il Reshteh Polo vale a dire vermicelli e riso cucinati con cardamomo, coriandolo e zafferano di cui esistono numerose varianti regionali. L’elemento più tradizionale sulla tavola del Nowruz sono le sette s.
Gli studiosi ritengono l’usanza di mettere sul tavolo sette oggetti che,in persiano, iniziano con la lettera s abbastanza recente, tuttavia il numero sette ha un’antichissima valenza simbolica. Il sette arriva nella cultura persiana provenendo dalla Mesopotamia. Nell’impero persiano sette giudici amministravano la legge, sette generali guidavano l’esercito e sette erano gli dei dell’originario pantheon persiano. Gli oggetti che vengono messi sulla tavola possono variare, ma il loro significato rimane di estrema importanza per il Newroz. Eccone alcuni tra i più importanti:
  • Seeb (mela) rappresenta la bellezza
  • Sabze (erba verde) rappresenta la rinascita
  • Serke (aceto) rappresenta la pazienza
  • Samanoo (un piatto a base di grano) rappresenta la feritilità
  • Sonbol (giacinto) rapppresenta la primavera
  • Sekke (moneta) rappresenta la prosperità
  • Seer (aglio) rappresenta la buona salute
Oltre a questi sulla tavola iraniana durante il Nowruz possiamo trovare:
  • Somagh (sommaco) rappresenta l’alba
  • Senjed (frutta secca) rappresenta l’amore
  • Sham (candela) rappresenta l’illuminazione
  • Shirini (caramelle) rappresentano la dolcezza

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