giovedì 10 settembre 2015

Il documento fondativo di «Unità Popolare»

Occorre sostenere Unità Popolare (PU), che si pone in coerente continuità con il NO del popolo greco ai diktat dell’oligarchia euro-tedesca.

Unità Popolare chiama ad un grande fronte popolare per cancellare le condizioni dell’infame piano di salvataggio, ponendo fine alla servitù del debito  nazionalizzando il sistema bancario.
Unità Popolare afferma chiaramente che questo implica la rottura con il regime dell'euro emettendo una nuova moneta nazionale. Tutto ciò richiederà una rottura completa con le élite, rottura che potrà avvenire solo col pieno sostegno delle masse mobilitate e organizzate. In vista di tale trasformazione è necessaria un'assemblea costituente per passare dal regime eurocratico e neoliberista ad uno di democrazia popolare attiva.

Un successo elettorale di Unità Popolare darà una spinta enorme alle forze anti-sistemiche in Europa. Un successo che risulterà essere il migliore frutto di cinque anni di resistenza da parte delle classi popolari in Grecia.

Campo Antimperialista

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Alcune citazioni dal documento fondativo di Unità Popolare:

“Quello che ci serve è un grande fronte popolare patriottico, caratterizzato da credibilità, affidabilità e altruismo. Un fronte che farà rivivere le speranze tradite, che farà superare le paure, e fornirà una prospettiva di vittoria alla corrente popolare e giovanile del NO manifestatasi il 5 luglio".

“In questa iniziativa non ci sarà spazio per logiche monolitiche e le pretese di verità esclusiva. Una varietà di sensibilità sociali, tradizioni politiche, e preferenze ideologiche avranno il loro posto. Si tratta di un prerequisito per la sopravvivenza di questo fronte che il suo funzionamento sia democratico, centrato sugli attivisti stessi, le richieste e le risposte che essi avanzeranno”.

“Nazionalizzazione delle banche che funzioneranno in un regime di controllo sociale, con garanzie certe per i risparmi dei cittadini. Il nuovo sistema bancario nazionalizzato, liberato dalla morsa della Banca centrale europea (BCE), dovrà cancellare il debito per le famiglie stremate dalla crisi e fornirà la liquidità altrettanto necessaria per le piccole e medie imprese a rischio di chiusura”.

“Saranno necessarie politiche di pianificazione democratica a livello centrale e regionale, con la partecipazione e meccanismi di co-decisione che coinvolgano le comunità locali”.

“La richiesta di un'uscita dalla zona euro e di una rottura con le politiche neoliberiste e le scelte dell'Unione europea, che ha imboccato una traiettoria sempre più reazionaria e  antidemocratica, sarà posta all’ordine del giorno non come il prodotto di qualche ossessione ideologica ma nei termini di un decisivo realismo politico”.

“Quali che siano le inevitabili difficoltà dei primi mesi, nulla giustifica l'atteggiamento di quelle Cassandre che equiparano una tale mossa con il disastro economico e la rovina nazionale. Nel corso del XX secolo, sessantanove unioni monetarie sono crollate su questo pianeta senza che questo significasse la fine del mondo. L'introduzione di una valuta nazionale come prerequisito per l'attuazione di un programma progressista di ricostruzione e per l’uscita dal marasma, non è solo una valida opzione; è un'opzione di speranza, che renderà possibile avviare il paese su una nuova traiettoria di sviluppo”.

“Noi siamo contro la nuova "guerra fredda" e una nuova divisione dell'Europa con la costruzione di nuovi muri contro la Russia. Ci opponiamo alle opzioni  imperialiste e all’avventurismo militare della NATO. Ci impegniamo per l'uscita della Grecia da questa coalizione, una macchina da guerra che disintegra gli Stati, tiranneggia i popoli, e destabilizza un ampio arco geopolitico della nostra regione dall'Ucraina orientale al Medio Oriente. Faremo una campagna per la rimozione delle basi americane-NATO, per la non partecipazione della Grecia a qualsiasi organizzazione imperialista”.

“Lanceremo inoltre un'ampia consultazione sociale per una profonda revisione della Costituzione e del sistema politico e per eleggere una nuova assemblea costituente”.

“Per noi la conquista del potere governativo non è un fine in sé. Esso è subordinato all’obiettivo più generale di consegnare il potere politico alla più ampia alleanza popolare. Serve un programma per l’uscita immediata dall’impasse di oggi, cosa che può essere imposta solo da un governo sostenuto dal potere del popolo organizzato e dalle proprie istituzioni specifiche, dal movimento operaio, dal movimento giovanile, dai movimenti locali e ambientali e di solidarietà, dalle forme di autorganizzazione popolare”.

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