UN LUNGO SOGNO.
STORIA DI UN RISVEGLIO, viaggiando nel sud est asiatico,da cui è nato un libro.Cliccando nelle ETICHETTE,,,LIBRO FINE,,potrete leggere la parte finale del libro,il mio incontro con il GRANDE MISTERO.Cliccando LIBRO, invece si avra un lungo riassunto.Nel blog informerò su argomenti che i normali mass media non trattano.Una volta conosciuti se stessi,ci si diverte un mondo a conoscere la realtà,che chiunque proietta.
venerdì 17 novembre 2017
I CECCHINI DAI PIAZZA MAIDAN. E IL SILENZIO DEL GIORNO DOPO.
fonte https://www.maurizioblondet.it Dove sono i giornalisti,tutti a Ostia.
“Non avevamo molta scelta. Ci era stato ordinato di sparare sia sui
Berkut, la polizia, sia sui dimostranti, senza far differenza. Ero
totalmente esterrefatto. È andata avanti per quindici minuti…forse
venti. Io ero fuori di me, agitato, sotto stress, Non capivo niente. Poi
all’improvviso dopo 15, 20 minuti gli spari son cessati e tutti hanno
messo giù le armi”.
Chi parla è Alexander Revazishvilli: ex tiratore
scelto dell’esercito georgiano, conferma di essere stato uno di
quelli che hanno sparato il 20 febbraio 2014 a piazza Maidan, allo
scopo di creare il caos e precipitare il “cambio di regime” voluto dagli
americani in Ucraina. I cecchini a Piazza Maidan ammazzarono oltre 80
persone, poliziotti e dimostranti senza far distinzione.
Mamuka Mamulashvili consigliere militare di Saakashvili
Ora, grazie ad un’inchiesta del grande e vero giornalista Gian
Micalessin, sappiamo che gli sparatori erano georgiani e lituani,
arruolati da Mamuka Mamulashvili, un consigliere
militare dell’ex premier georgiano Saakashvili – colui che nel 2008
ingaggiò una breve guerra guerreggiata con i russi, e in cui fu
sconfitto.
Serghey Pashinsky, che oggi è presidente del parlamento di Kiev e
allora era un caporione dei manifestanti, è quello che portato
all’Hotel Ucraina, dove i cecchini erano muniti di passaporti falsi e
mille dollari a testa dall’organizzazione, avevano preso alloggio, le
borse con le armi “Sono stati loro a farle arrivare nella mia stanza” –
racconta Nergadze, un altro tiratore georgiano.
Pochi giorni prima della strage, Mamualashvili presenta ai tiratori
scelti “un tipo in uniforme.. lo presentò e ci disse che era un
istruttore, un militare americano”. Il militare americano si chiama Brian Christopher Boyenger ed
è un ex ufficiale e tiratore scelto della 101esima divisione
aviotrasportata statunitense. “Eravamo sempre in contatto con questo
Bryan – spiega Nergadze – lui era un uomo di Mamulashvili. Era lui che
ci dava gli ordini. Io dovevo seguire tutte le sue istruzioni”.
Brian Christopher Boyenger, cecchino della US Army’s elite 101st Airborne Division, ha dato gli ordini ai tiratori di Maidan.
Questo Boyenger è uno degli istruttori americani che hanno
addestrato le reclute ucraine; poi, ha preso parte direttamente alle
ostilità sul fronte del Donbas, dove Mamulashvili ha radunato una
Legione Georgiana coi reduci delle guerricciole anti-russe in cui il
georgiano Saakashvili è stato debellato. Quanto a Mamulashvili, in
Georgia è stato un elemento del ministero dell’Interno, “con ottime
relazioni coi media che lo collegano all’ambasciata Usa e a un
gruppetto di stranieri basati in Georgia, i quali forniscono sostegno
mediatico al regime di Kiev sotto la copertura di lavorare per varie
ONG”, ha scritto il giornalista Henry Kamens del New Eastern Outlook.
Quindi per la prima volta, grazie a Micalessin, questa verità
ostinatamente taciuta dalla “libera stampa” occidentale è apparsa su Il Giornale e soprattutto su Canale 5, Matrix, in un sevizio anche visivamente eccezionale, purtroppo trasmesso alle 23.30.
Potete leggere il servizio integrale su Gli Occhi della Guerra,
questa audacissima iniziativa di inviati speciali di guerra che, per
andare in prima linea, a rischiare la vita, chiedono di pagare le
spese non agli editori, ma ai lettori:
Micalessin
Sono verità che abbiamo raccontato a suo tempo, noi disprezzati
“complottisti” per i grandi media ufficiosi – che la sanno e la
tacciono. Non ci sentiamo vendicati. Quello che viene documentato da
Micalessin è un crimine di Stato a firma statunitense, una strage
ordinata a freddo per ottenere cambio di regime e favorire un golpe con
metodi delinquenziali, del resto apertamente dichiarato da Victoria
Nuland e da John McCain in varie occasioni.
E’ la prova che la UE è un regime criminale
E’ un’accusa da tribunale penale internazionale – e ce ne dovrebbe
essere uno dalle parti dell’Aia – ma ovviamente non c’è alcuna speranza
che si occupi dei delitti dell’America sotto dominazione neocon. Anche
perché a questi crimini hanno collaborato Merkel e Hollande, Barroso e
Tusk, Stoltenberg, la NATO e Mogherini, tenendo bordone alla Nuland
nella sua sovversione dell’Ucraina, fornendo sostegno politico ed
economico concreto al regime golpista, promettendo agli ucraini
l’annessione alla UE, e soprattutto accusando Putin e imponendo
sanzioni alla Russia come se fosse stata la Russia a destabilizzare ed
ingerirsi delle faccende interne di Kiev: prendendo quel tono di
superiorità morale e di dare una lezione di etica e libertà a Putin,
che forse è la cosa più intollerabile del regime eurocratico. No, Merkel e Mogherini non hanno alcun diritto di alzare il ditino.
Sapevano tutto dei cecchini pagati, fin da subito: dal ministro degli
esteri estone Urmas Paet che era in piazza Maidan il giorno della
sparatoria e – evidentemente ancora inesperto dei metodi dell’Unione
Europea a guida neocon – telefonò agghiacciato alla predecessora di
Mogherini, la commissaria europea Catherine Ashton, e
le disse che dalle autopsie dei cadaveri risultava che poliziotti e
dimostranti erano stati uccisi dagli stessi cecchini, con gli stessi
proiettili (standard NATO) , e quindi che dietro i cecchino non c’era il
premier cacciato, Yanukovich, bensì “la nuova coalizione” golpista.
La Ashton risponde con balbettii e imbarazzi che sono di per sé
un’ammissione di colpa. La conversazione fu intercettata dai russi e
diffusa: silenzio da parte di ogni esponente politico europeo. Silenzio totale dai grandi e liberi media europei.
Quindi no, Mogherini e Merkel, e no, quando fate la lezione di
morale a Putin e a tutti noi, dovete solo vergognarvi. Avete
trascinato il nome d’Europa nel fango di piazza Maidan, vi siete
sporcati di quel sangue e continuate ad essere complici del delitto, un
tipo di crimine di cui nemmeno Hitler – il Male Assoluto, come voi ci
insegnate continuamente – si macchiò. Ora sappiamo esattamente cosa
siete, cosa avete ridotto la UE: un regime totale e brutalmente
criminale, un regno della menzogna – moralmente inferiore al nazismo
e forse, pari al giudeo–bolscevismo sovietico. Siamo governati da
criminali di guerra e contro l’umanità, secondo gli stessi principi che
loro stessi hanno scritto nei loro trattati.
La prova è nei silenzi del giorno dopo. Dopo il servizio di
Micalessin, non un giornale “progressista o conservatore”, non una tv,
non una radio, non un altezzoso inviato speciale dei media meglio
pagati nella loro rassegna stampa (in corso a RadioRai 3), hanno citato
l’inchiesta, hanno riconosciuto a Micalessin di aver reso un
coraggioso servizio alle verità e alla libertà. No. Silenzio. quindi,
censura. Hanno scelto il totalitarismo del momento, lo hanno
introiettato, adottato e fatto proprio, messo al posto della coscienza
– che non hanno mai avuto.
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