lunedì 18 agosto 2014

C.G.Jung e il suo rapporto con la POLITICA

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«Ogni situazione politica è espressione di un parallelo problema psichico presente in milioni di individui. Problema che è in gran parte inconscio (il che lo rende particolarmente pericoloso!)… le forze distruttive sono anche in noi, più esse sono inconsce, più sono pericolose…»
(C.G. Jung – Lettere)
«Oggi si vuol sentire parlare di grandi programmi politici ed economici ossia proprio di quelle cose che hanno condotto i popoli ad impantanarsi nella situazione attuale, ed ecco che uno viene a parlare di sogni e di mondo interiore…tutto ciò è ridicolo, che cosa crede di ottenere di fronte ad un gigantesco programma economico, di fronte ai cosiddetti problemi della realtà. Ma io non parlo alle nazioni, io mi rivolgo solo a pochi uomini. Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male, perciò, per essere ragionevole, l’uomo dovrà cominciare con l’esaminare se stesso, e poiché l’autorità non riesce a dirmi più nulla, io ho bisogno di una conoscenza delle intime radici del mio essere soggettivo. E’ fin troppo chiaro che se il singolo non è realmente rinnovato nello spirito neppure la società può rinnovarsi poiché essa consiste nella somma degli individui.»
(C.G.Jung – Ricordi, Sogni, Riflessioni – Autobiografia)
«Come psicologo sono profondamente interessato ai disturbi mentali, in particolare quando contagiano intere nazioni. Voglio sottolineare che dipsrezzo la politica di tutto cuore: non sono nè un bolscevico, nè un nazista, nè un antisemita. Sono uno svizzero neutrale e perfino nel mio paese non mi interesso di politica, perchè sono convinto che per il novantanove per cento la politica sia solo un sintomo e che tutto faccia tranne che curare i mali sociali. Circa il cinquanta per cento della politica è detestabile perchè avvelena la mente del tutto incompetente delle masse. Ci mettiamo in guardia contro le malattie contagiose del corpo, ma siamo esasperatamente incauti riguardo alle malattie collettive, ancora più pericolose, della mente.
Faccio questa dichiarazione per scoraggiare sin dall’inizio ogni tentativo di coinvolgimenti in qualsivoglia partito politico. Ho delle buone ragioni per farlo: il mio nome è stato più volte portato nella discussione politica anche, come ben sapete, si trova attualmente in uno stato febbrile. E’ soprattutto a causa del fatto che mi occupo delle incontestabili differenze all’interno della psicologia nazionale e razziale che si è verificata una serie di fraintendimenti quasi fatali e di errori pratici nelle relazioni internazionali e nelle frizioni sociali interne. In un’atmosfera come questa, politicamente avvelenata e surriscaldata, è diventato praticamente impossibile condurre una discussione scientifica sana e spassionata su questi problemi così delicati eppure estremamente importanti. Discutere pubblicamente questi problemi avrebbe più o meno la stessa efficacia di un direttore di manicomio che si mettesse a discutere le particolari fissazioni dei suoi pazienti proprio in mezzo a loro. Vedete, il fatto tragicomico è che tutti sono convinti della loro normalità, esattamente come il dottore stesso è convinto del proprio equlibirio mentale…»
(C.G.Jung – Comunicato stampa in occasione di una visita negli Stati Uniti – 4 ottobre 1936)
«L’unica rivoluzione possibile è quella interiore.»
(J.Krishnamurti)
«…il vero portatore di vita è soltanto il singolo. Non esiste una “vita” di milioni di persone, bensì milioni di singoli portano la vita; sono essi, in definitiva, la realtà.»
(Marie Louise Von Franz – Il mito di Jung, p.243)
«Non esiste l’umanità. Io esisto, voi esistete. L’umanità è soltanto una parola.»
(Brano tratto dal volume “Jung parla”, Adelphi Edizioni, Milano, 1995 pag 114.

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