giovedì 3 luglio 2014

Donna: oggetto del sistema, non dell'uomo.

Oggi voglio andare un po’ controcorrente, sento parlare sempre con più insistenza della violenza sulle donne da parte dell’animale-uomo. E’ stata indetta una giornata mondiale contro la violenza sulle donne, su cui non si può che essere d’accordo, sono state inasprite molto le norme a tutela delle vittime di violenze e anche su questo non è assolutamente possibile dissentire, la violenza non è mai ammessa e ancor meno sulle donne; si organizzano riunioni, congressi, qualche manifestazione pubblica e addirittura si è decretato per un nuovo reato: il femminicidio. Avrei qualcosa da dire, non in relazione al messaggio diretto sul quale credo che tutti siamo d’accordo, quanto piuttosto per le strumentalizzazioni di tali “operazioni sociali”.
Queste assillanti campagne pubblicitarie a favore della non violenza sulle donne, pur avendo un anima nobile che nessun essere umano si sognerebbe di ostacolare, appaiono uno strumento fin troppo esplicito contro l’unione della coppia e non solo. I dati statistici sbandierati hanno un sapore di eccessivo non solo per me, ma anche per diverse donne, vigili alla programmazione mentale mediatica, che io stesso ho potuto ascoltare ad un programma radiofonico(radiouno lo stesso giorno della giornata mondiale della violenza sulle donne); questo appare palese per chi conosce il sistema, per chi conosce come vengono raccolti, analizzati e interpretati i dati statistici, senza voler metterci del marcio vero e proprio dicendo che spesso sono manipolati per indurre le menti. Si sta combattendo realmente la violenza alle donne, l’animale uomo o c’è dell’altro? 

Siamo sicuri che si possa ridurre tutto il fenomeno sociale solo ad alcune sporadiche (non è che in fondo se ne conoscano altre oltre a quelle platealmente esposte alla pubblica fede) questioni raccapriccianti all’uopo esaltate come una pubblicità di una nuova auto o di un profumo? E’ chiaro che ci sono episodi svilenti che pongono l’essere maschio in una vergognosa situazione, questo però non giustifica la caparbia ostinazione ed esaltazione di un fenomeno che pur essendo in aumento(e questo non è inconfutabile) è molto lontano dalla diffusa percezione sociale che si sta inculcando. Chiaramente io sono il primo a schierarmi dalla parte delle vittime e contro i carnefici, come farei in qualsiasi altra circostanza e senza neanche conoscerne gli attori, questo non significa che debba accettare quello che mi viene imposto dai media, che ormai penso tutti sappiano a cosa servono.  

Il fatto di essere vicini(in ogni senso) a chi ha subito una violenza non significa averla subita, non significa che la si subirà, non significa aver bisogno di protezione, non significa essere in pericolo. E’ solo un’altra illusione sociale in atto tesa alla separazione dei sessi e delle persone, una vera e propria deflagrazione sociale che è lo scopo ultimo per poter giungere ai soliti biechi fini.
L’argomento che voglio affrontare non riguarda direttamente la violenza sulle donne, ma quello che viene ingenerato da tale assunto sociale ritenuto quanto mai grave ed attuale. Sono delle considerazioni poco diffuse poiché invisibili agli occhi, ma tangibili alle menti ed ai cuori. Ho preso spunto da diversi articoli trattati da diversi siti, ma anche da libri e da una trasmissione radiofonica(radio1 ore 12.45 del 25/11/2013) alla quale ho assistito per caso lo stesso giorno in cui ho iniziato la stesura di questo post, che storia eh!

Non vedo il perché un evento di fortissimo impatto traumatico per una donna invece di essere sdrammatizzato ai suoi occhi al fine di una consentirgli una più rapida ripresa debba essere invece estenuantemente sdoganato in forma crudele ed agghiacciante a tutti, in particolare donne. Alla vittima di certo non fa bene, per ovvi motivi; alle altre donne fa assolutamente male dover vivere(accade proprio così nella mente) un trauma di rilevante entità che genera a livello inconscio solo ansia, diffidenza e paura di vivere e di confrontarsi col sesso forte(magari!); agli uomini genera un senso di inadeguatezza per la perdita del ruolo di protettore e colpa per un male che la maggior parte non commetterebbe mai, ma di cui da ora in poi dovranno sentirsi responsabili, anche in questo caso a livello inconscio ansie e paure nel confronto col gentil sesso saranno a portata di mano.
Vogliamo continuare? Questo mito(perché questo sta diventando) negativo della violenza sulle donne, secondo me, e so di non essere il solo, è finzione, funzionale al sistema, ne sono ancora più convinto dopo il programma radiofonico che ho poc’anzi citato, ove le stesse donne in linea parlavano di tale strumentalizzazione, di uno svilimento delle loro capacità di autodeterminazione, private della loro dignità, sminuite, sottomesse, trattate come piccoli esseri indifesi, ma soprattutto incapaci di gestire la vita ed un rapporto. Lo stato forte del fatto che ci sono dei sostanziali aumenti di gravi reati nel senso, si è preso la briga di difenderle a spada tratta e senza alcun consenso né avviso alle parti interessate, che in buona parte si sono sentite soverchiate da cotanta autorità imposta in loro salvezza. 

La struggente campagna pubblicitaria(è proprio il caso di dirlo) attuata da ogni media comporta un’accentuata percezione negativa di tali eventi, dei quali nessuno vuole negarne l’esistenza, generando, a livello inconscio, rapporti distruttivi tra i sessi opposti. Questo porta, alla lunga, a far sentire le donne serene solo con se stesse, e non più anche con gli uomini, ad annullare l’esigenza di avere al fianco un uomo poiché oramai è visto come padrone e violento che nel migliore dei casi creerà solo problemi. Vero?
Tale sensazioni che cominciano molto piano sino ad insinuarsi nel vissuto sociale si affiancano ad un forte desiderio di emancipazione sociale, tendenzialmente distruttiva nei rapporti di coppia/familiare. Dall’altra parte l’uomo, l’animale, il bruto, il deficiente guidato solo dagli istinti, tende a sentirsi “bastonato” dagli eventi poiché ferito nel suo ruolo di guerriero-protettore, ormai deviato totalmente dall’informazione ortodossa come ruolo di possessivo-violento, ruolo che non gli è mai piaciuto in quanto ha sempre voluto compiacere la sua compagna e ragione di vita.
Potrebbe essere vero che gli episodi di violenza siano in aumento, anche se personalmente non ci metterei la mano sul fuoco, questo tuttavia non è certo il metodo per arginare il fenomeno, né per agevolare una ripresa nelle vittime; spingere a fondo nella piaga tanto da generare dolore anche nelle persone non colpite dal fenomeno, è diabolico e quindi deleterio per i rapporti sociali; la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne tali atteggiamenti neanche li concepiscono, anzi per molti neanche esistono, tale è il loro valore morale.
Ma allora perché infierire? C’è un qualcosa di sinistro in questo voler far attecchire nelle nostre menti questo assunto di violenza inaudita in danno a povere donne, che posto in questi termini (cioè facendo leva sul dolore delle vittime e sull’ingiustizia del gesto) non po’ che essere assecondato; tale condizione di allarme sociale è estremamente dannosa in quanto ha molte e rilevanti controindicazioni-effetti collaterali che, come in molti farmaci, fa più male del rimedio. A cosa serve un allarme? Spesso a fare la guerra, ma stavolta la guerra e tra di noi, esseri creati gli uni per gli altri dalla natura e che ora si vuol dividere.
 
La separazione dei sessi è in atto e la si può testare in ogni circostanza ed età, la tanto agognata emancipazione, instillata nelle menti sin dai tempi del dopoguerra, ha reso tutti più soli, più deboli, più malati, avendo perso nel rapporto con l’altra metà l’energia dell’unione e della completezza. Gli uomini sono diventati psicologicamente più sensibili, le donne più dure, quest’ultime ora più che mai si sentono libere dai vincoli che tenevano legate le loro nonne e madri, ma che con esse non si sono mai confrontate a fare una disamina degli aspetti complessivi della vita.
Ora si sentono libere di decidere, come se prima non decidessero già tutto loro, lo hanno sempre fatto e personalmente spero che continueranno a farlo; una volta lo facevano valutando appieno e rimanendo nel loro insostituibile ruolo di caposaldo della società primaria: la famiglia. Vi ricordate il detto”dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”?  E’ ancora valido e lo sarà per sempre tranne che per questi tempi qua e non voglio immaginare quel che sarà. Noi, uomini e donne, siano solo la metà di una unità composta dalla nostra unione, non dimentichiamocelo.
Il sostegno, l’indirizzo morale, le decisioni sensate delle donne “di casa” di una volta che trasmettevano al loro uomo ed ai loro figli si sono tramandate sino ai giorni nostri. Ora quali valori possiamo tramandare ai nostri figli, alla società, se ci viene tolta la base fondamentale di ogni civiltà esistente: la funzione originaria della donna? E alle donne cosa gli rimarrà se gli viene portato via il proprio ruolo senza che se ne rendano conto? Una nuova generazione nascerà, non avrà più i nostri valori perché gli uomini e le donne li stanno perdendo, sarà una generazione di individui soli e senza la capacità di unirsi agli altri, malati, soprattutto mentalmente, docili da gestire per il sistema di potere che sta portando avanti il suo programma devastante.
Il miglior supporto ed alleato dei mariti e dei figli non vogliono che sia più la stessa, non deve avere quel ruolo, ora verrà prepotentemente portata ad eccellere in altri ruoli, anche se nel suo ruolo naturale non potrà essere sostituita. Sono state destituite le fondamenta di una società di valori; alle donne è stato sempre detto di essere stata schiava di un ruolo che non la valorizzava, gli è stato detto che il suo futuro era fuori dalla famiglia, anche se senza di lei non ci sarebbe più stata una famiglia, questi ed altri discorsi erano la pillola addolcente di un succo molto amaro per l’umanità intera, di cui già stiamo vivendo gli effetti in ogni settore, soprattutto nei giovani disorientati e senza meta poiché senza valori e punti di riferimento.

E' bene precisare che la società com’è oggi strutturata non consentirebbe alla donna e all’uomo di riappropriarsi dei rispettivi ruoli e della loro dignità, l’inversione di marcia è ardua; rendendosene conto si può procedere ad una lenta destrutturazione del problema per ritrovare una serenità individuale, tra le parti e sociale che ormai è perduta.
Un sincero senso di solidarietà volgo a tutte le ragazze e donne che abbiano subito delle ignobili angherie, mai mia è stata l’intenzione di sminuire il loro dolore o mitigare l’operato degli animali-indotti, soprattutto con esse voglio condividere il mio pensiero poiché doppiamente vittime oltre che dall'ex amato ora anche dal sistema che infierisce sul loro dolore senza pudore al fine di stimolare la separazione delle metà.
Alcune donne sono risentite di tanto “affetto” ricevuto a forza(non è anche questa violenza?), avvedutesi della strumentalizzazione del loro dolore, si sono sentite donne-oggetto in mano al sistema e non più ad uomini insulsi. Molti uomini (anche famosi) dissentono da questo assurdo ed immotivato accanimento verso un fenomeno che appare una chiara scusa per attuare delle imposizioni sociali inusuali e che li cataloga - relega allo status di orchi cattivi, privi di controllo, guidati solo da istinti animali e dipinti da carnefici che non sono e mai lo saranno.

Ora mi domando, ma se certe considerazioni vengono in mente alle persone normali come mai chi ci protegge, chi ci insegna i valori (anche le religioni) non hanno sollevato il problema, non si sono minimamente espressi in merito? Al contrario pare che su tutti i fronti si stia calcando la mano sul “non discriminare” (o forse incentivare?) atteggiamenti innaturali perché? Qualcuno si pone queste domande? Qualcuno ha trovato delle risposte? Le tesi in circolazione giungono sempre alla stessa conclusione . . . . .
I piani per giungere a scopi disumani vengono portati avanti in maniera del tutto soft e anonima, nulla deve dare la parvenza dello scopo finale, solo i folli potrebbero pensare atali obbiettivi che però sono ormai ben dichiarati e pianificati.

Uomini, donne, nessuno verrà a salvarci dal sistema, esso ci vuole divisi è bene saperlo sin da subito se si vuol tornare a volersi bene.
Il mio è solo un invito a dubitare, a riflettere, ma soprattutto ad amare. 
Aprire gli “occhi” può servire a vedere.
Marcello Salas


Approfondimenti sul tema:
http://www.ilsitodelledonne.it/il-corpo-delle-donne-sotto-lalbero/ 
VIDEO: Il corpo delle donne film documentario - http://www.youtube.com/watch?v=5m4oM_gcZe4 
Lorella Zanardo: "Il corpo delle donne" - http://www.youtube.com/watch?v=fub2gepaZPI 

Lorella Zanardo - Senza chiedere il permesso - http://www.youtube.com/watch?v=fkQXo9-QXIg

FONTE

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