sabato 26 luglio 2014

Uno schiavo puo’ veramente comprendere la libertà?

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Una persona nata in schiavitù puo’ mai veramente comprendere la santità della libertà?

Una persona nata in schiavitù puo’ mai veramente comprendere la santità della libertà?
Shin Dong-hyuk è l’unica persona ad essere fuggita da un campo di morte della Corea del Nord ed essere ancora vivo per raccontare la storia.
Dong-hyuk nacque dentro il campo di prigioniadi Kaechon (Camp #14) dove rimase per oltre 22 anni; fu testimone delle esecuzioni pubbliche della propria madre e fratello ed ha sofferto torture, botte, è stato vicino alla morte per denutrizione ed ha subito tutti i tipi di punizione inumana e crudele.
Ha rischiato la sua vita per fuggire dal campo e per disertare nella Corea del Sud; Dong-hyuk è ora un attivista per i diritti umani, che viaggia per il mondo parlando della dittatura stalinista della Corea del Nord e dei suoi campi di prigionia, tristemente noti, in cui sono incarcerati 200.000 prigionieri.
L’eccellente documentario Camp 14: Total Control Zone racconta della storia straziante di Dong-hyuk e mostra anche interviste con ex guardie del campo di detenzione, che descrivono come venisse dato loro il potere di torturare ed uccidere i prigionieri; tutto questo a loro discrezione.
escape camp 14 feature
Dong-hyuk descrive in modo raccapricciante come non sentisse emozioni nel vedere sua madre impiccata e il fratello ucciso, come risultato del fatto di aver informato le guardie, dopo aver sentito discutere i due famigliari su un loro piano di fuga. Dong enfatizza comel’indottrinamento incessante e la brutalità dello stato, nella sua forma piu’ selvaggia, ha persino il potere di obliterare la capacità di sentire e connettersi con concetti di famiglia e di amore.
In un’altra clip, Dong-hyuk spiega come un vecchio con cui condivideva la cella, gli salvo’ la vita prendendosi cura delle sue ferite dopo aver subito una barbara “seduta di tortura” per mano delle guardie del campo.
“Avevo 14 anni e fu la prima volta che sentii dell’affetto umano… Non avevo mai provato prima questi sentimenti, mai sentito che gli esseri umani potessero essere animali sociali”, ha detto Dong-hyuk, aggiungendo di non aver mai avuto l’esperienza di questi sentimenti fuori dal campo.
Tuttavia, l’aspetto pu’ incredibile della storia di Dong-hyuk è che in verità vuole ritornare nel campo di prigionia in cui è nato perchè preferisce la semplice esistenza in quel luogo, piuttosto che che la vita ultra-moderna della Corea del Sud.
“Vorrei tornare nella Corea del Nord – la mia patria- al campo di lavoro per i prigionieri….Voglio vivere nel campo dove sono nato. ” ha detto Dong-hyuk, aggiungendo che preferiva la sofferenza delle botte e della fame, alla sofferenza di non avere abbastanza denaro in Corea del Sud .
Facendo notare di non aver mai visto suicidarsi nessuno nel campo, mentre ogni giorno nei Tg in Sud Corea, invece, sentiva notizie di persone che si uccidevano, Dong-hyuk ha detto di avere nostalgia del campo.
“Mi manca l’innocenza [?? Sicuri sia questa?] e la mancanza di preoccupazioni che avevo nel campo. Dove vivevo, avevo un cuore puro, ero naive, non pensavo a niente,” ha detto Dong-hyuk, aggiungendo che: “Mi manca la purezza del mio cuore. Non so in che altro modo dirlo, mi manca il mio cuore innocente.”
La storia di Dong-hyuk serve ad illustrare una questione agghiacciante : chi ha conosciuto solo la schiavitù, puoi mai anelare alla libertà e comprenderne il suo significato?
La “mancanza di preoccupazione” che Dong-hyuk descrive, può tradursi nel contesto contemporaneo, in cui miliardi di persone sono contente di restare imprigionate nelle loro celle, celle che si sono autoimposte, per la paura di uscire dalla loro “zona comfort” (spazio sicuro) ed esercitare le loro libertà?
I sentimenti di Dong-hyuk rivelano il fascino dello statalismo nella sua espressione piu’ “pura”: la capacità di indurre nello schiavo, la forma piu’ potente della sindrome di Stoccolma, offrendogli totale protezione dalle influenze esterne e loro imprevisti e nel fare questo eliminando il bisogno dell’individuo persino di pensare che possa esercitare una qualche forma di libero arbitrio.
By Paul Joseph Watson, 
fontehttp://www.prisonplanet.com/can-a-slave-ever-truly-understand-freedom.html
Traduzione: Cristina Bassi
P.S. italico: l’on Razzi è noto per la sua massima cultura e dialettica e senso democratico. Non solo, o forse solo, anche per essere una delle massime tristezze di questo Parlamento italiano, nonchè emblema della affidabilità e acutezza degli elettori italiani. L'autorevole... politico,
viene intervistato – qui su youtube - da un giornalista “vero” , sulla Corea del Nord. Ne parla entusiasta, dipingendola molto simile alla “sua Svizzera”… Se avete stomaco e spirito forti, non perdetevi l’espressione dei suoi …ragionamenti? La parte piu’ bella? Il giornalista che sembra molto convinto della sua intervista. Il delirio razziano dura pochi minuti. Merita. Nel mentre tenete a portata di mano un google translator…
P.S. 2: inquieta e fa... pensare , pero', questa immagine che si trova in google,  del ragazzo fotografato con... Bush.Sembra perfetta per la propaganda, o per un lavaggio... non convenzionale? Vagamento ambiguoi tutto? Sguardo e foggia compresi?

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Si veda anche:

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