Per l’ennesima volta dall’ormai lontano 2011, quando è uscita la prima edizione di “Ingannati“, stanno finendo le copie che avevo fatto stampare e, con grande disperazione della moglie, che sperava di liberare una volta per sempre quel pezzo di garage adibito a magazzino, mi sto per apprestare a ordinarne una ristampa. A dire il vero devo ringraziare alcuni amici che, spontaneamente, si sono fatti promotori e me ne ordinano in gran numero, dalle 10 alle 20 copie per volta (qualcuno anche 60!), perchè gli ordini spontanei da Internet si contano sulle dita di due mani al mese, e le presentazioni ultimamente sono state poche. Ma va bene così. In occasione di questa ristampa mi è venuta la tentazione di inserirne un altro nuovo capitolo, quello relativo alla Cannabis, e chiedo il parere degli affezionati lettori perchè mi rendo conto che l’argomento suscita sentimenti contrapposti anche violenti. Non che l’AIDS o i vaccini siano argomenti “facili“, ma il lavaggio del cervello che ci è stato fatto fin da piccoli ci ha portato ad associare l’argomento al concetto di droga e quindi deviazione, abbandono, sporcizia, contrapposizione alla società e all’ordine costituito, criminalità e via dicendo. E certi stereotipi sono difficili da eradicare.
Premetto innazitutto che non ho mai fumato in vita mia: non uno spinello, ma neanche una sigaretta. Addirittura alle medie, già piccolo attivista rompiballe, mi ero fatto carico di una raccolta firme in tutta la scuola per vietare il fumo in tutti i locali (allora non era vietato come oggi ed era normale che un professore fumasse in classe). Quando facevo atletica sentivo (e mal sopportavo) il fumo di sigaretta anche in campo aperto, anche se fosse stato al lato opposto del campo (100 mt.). Non beno vino nè alcolici, e non prendo medicine da oltre 20 anni. Sono convinto delle teorie di Hamer (ogni malattia deriva da un conflitto) e, con Gesù, dico: “non è quello che entra nell’uomo che lo dannneggia, ma quello che esce dal di dentro”.
Fatta questa doverosa premessa, riconosco che esistono casi in cui non si può non mettere in atto una soluzione “urgente” e temporanea. Come dire: per la maggior sicurezza di chi va in mare sarebbe meglio saper nuotare, ma se la barca affonda e uno non sa nuotare non è che gli fai un corso accellerato: gli dai un salvagente, punto e basta. Quindi, viste e riconosciute le proprietà terapeutiche della Marijuana (*), in particolare del THC ma non solo, mi domando: perchè non renderlo disponibile e accessibile a tutti? Ricordate l’intervista fatta ai ragazzi di LapianTiamo? Provate a dire a queste persone che, in assenza di quella medicina, devono stare su una sedia a rotelle totalmente dipendenti dagli altri, e con il THC possono avere una vita quasi normale, che la sostanza fa male: vi diranno: prova tu a stare come sto io!
Ma la droga fa male – dirà qualcuno! E invece ecco alluni fatti incontrovertibili che forse non sapete:
- non è vero che il THC uccide le cellule cerebrali. Il famoso esperimento sulle scimmie spesso citato, analizzato meglio, rivelava che il fumo di 80 spinelli o giù di lì veniva messo in una maschera a gas e causava sì una morte delle cellule cerebrali, ma questo era un effetto del soffocamento (assenza di ossigeno al cervello!), nond del THC;
- non è vero che aumenta il tumore ai polmoni: statistiche alla mano, l’incidenza del tumore ai polmoni fra i fumoatroi di marijuana è inferiore a quella nei non fumatori;
- non esiste un solo morto a causa della marijuana (mentre ne esistono a decina di migliaia – all’anno – fra fumatori di sigarette, fra alcolisti, ecc.;
La realtà, come ben illustrato da Massimo Mazzucco nel suo documentario “La vera storia della Marihuana“, è che questa pianta miracolosa, bene dell’umanita da migliaia di anni, aveva un sacco di nemici nelle corporazioni e, nella metà del secolo scorso, fu resa illegale proprio per lasciare campo aperto ai farmaci di sintesi, all’industria del petrolio e della carta e della plastica. Troppo difficile combattere contro un dono di natura dalla caratteristiche così preziose e soprattutto non brevettabile: meglio renderne la coltivazione, il commercio e il consumo illegali tout-court, in tutto il mondo. E se adesso abbiamo un’isola grande come mezzi Stati Uniti, nel pacifico, fatta solo di plastica, non possiamo che complimentarci con noi stessi e con le nostre scelte moto poco lungimiranti.
Insomma, lancio questa provocazione a chi passa da queste parti: lo mettiamo, questo capitolo sulla Marijuana, nella prossima edizione del libro?
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Fonte http://www.ingannati.it/ Che dire,criminalizzare la coltivazione di una specie vegetale,è una delle cose più stupide compiute dall"umanità.Siamo troppo addormentati,per non renderci conto di questa colossale sciocchezza.
(*) alcuni documentari disponibili in rete:
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