domenica 13 dicembre 2015

Mi sento un po anarchico

Uno spezzone di questo splendido libro anarchico.
http://www.tempadelfico.com/wp-content/uploads/2015/05/Malatesta-fra_contadini.pdf
Da pagina 17 e 18

Beppe. — Ma allora, quando non vi fossero più si ­
gnori, come si farebbe a campare? Chi ci darebbe da la ­
vorare?
Giorgio. — Pare impossibile! Come! voi lo vedete
tutti i giorni; siete voi che zappate, che seminate, che
falciate, che battete e portate il frumento nel granaio,
siete voi che fate il vino, l'olio, il formaggio e mi do ­
mante come fareste a campare senza signori? Domanda­
te piuttosto come farebbero a campare i signori se non
vi fossimo noi poveri imbecilli, lavoranti di campagna e
di città, che pensiamo a nutrirli, e a vestirli e... sommini­
striamo loro le nostre figlie, perchè possano divertirsi!
Poco fa, volevate ringraziare i padroni perchè vi dàn­
no da vivere. Non capite che sono essi che campano sul ­
le nostre fatiche e che ogni pezzo di pane che essi met ­
tono in bocca, è tolto ai nostri figliuoli? che ogni regalo
che essi fanno alle loro donne, rappresenta la miseria, la
fame, il freddo, forse la prostituzione delle donne no­
stre?
Che cosa producono i signori? niente. Dunque tutto
quello che consumano è tolto ai lavoranti.
Figuratevi che domani sparissero tutti i lavoranti di
campagna: non vi sarebbe più chi lavora la terra e si
morrebbe di fame. Se sparissero i calzolai, non si fareb­
bero scarpe; se sparissero i muratori, non si potrebbe far
case, e così via via per ogni classe di lavoranti che ve ­
nisse a mancare, sarebbe soppresso un ramo della pro ­
duzione e l'uomo dovrebbe privarsi di oggetti utili e ne­
cessarii.
Ma che danno si risentirebbe se sparissero i signori?
Sarebbe come se sparissero le cavalette.
Beppe.— Sì, va bene che noi produciamo tutto, ma
come ho a fare io a produrre il grano se non ho terra, nè
animali, nè semi. Via, te lo dico che non c'è modo: biso ­
gna per forza star soggetti ai padroni.
Giorgio.— O Beppe, c'intendiamo, o non c'intendia­
mo? Eppure mi pare d'avervelo detto che bisogna levar­
glielo ai padroni quello che serve a lavorare e a vivere:
la terra, gli arnesi, le sementi e tutto.
Lo so anch'io che fino a quando le terre e gli strumen ­
ti da lavoro apparterranno ai padroni, il lavorante dovrà
star sempre soggetto, e non avrà che schiavitù e miseria.
Perciò, tenetelo bene in mente, la prima cosa che biso­
gna fare è quella di levare la roba ai signori: se no, il
mondo non s'accomoda.

OGGI DIREI CHE BISOGNA LEVARE HAI PADRONI IL POTERE MONETARIO,
CHE HANNO ACQUISITO CON L'INGANNO.

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