"Le parole piu’ frequenti che sento dire dagli ambientalisti ovunque sono: “siamo fottuti” .
La piu’ parte di questi ambientalisti stanno combattendo ovunque disperatamente, usando ogni mezzo a loro disposizione, o meglio qualsiasi strumento legale abbiano - ovvero qualsiasi mezzo sia loro consentito dai potenti, il che significa che qualsiasi siano tali mezzi alla fine saranno inefficaci- per cercare di proteggere un pezzo di terra, cercare di fermare la produzione o la emissione di veleni o cercare di fermare degli umani civilizzati dal tormentare qualche gruppo di animali o piante. A volte si riducono a proteggere giusto una pianta.
Francamente, non ho molta speranza. Ma penso che questo sia una buona cosa. La speranza è cio’ che ci tiene incatenati al sistema, il conglomerato di persone, idee e ideali che sta causando la distruzione della Terra.
Tanto per cominciare, c’è la falsa speranza che improvvisamente e in qualche modo il sistema possa cambiare inspiegabilmente. Oppure che la tecnologia ci salverà. O che lo farà la Grande Madre. O gli Esseri da Alpha Centauri. O Gesu’ Cristo o Babbo Natale. Tutte queste false speranze conducono ad una non azione. Non di meno ad una inefficacia.
Qualcuno forse pensa che la Monsanto smetterà di fare la Monsanto perchè glielo chiediamo gentilmente? Ah se solo ci fosse quel democratico alla Casa Bianca, le cose sarebbero ok… Fesserie. Le cose non andranno meglio. Le cose non sono ok già ora ed andranno peggiorando.
Ci hanno insegnato che la speranza in una condizione futura— come la speranza in un paradiso futuro— è e deve essere il nostro rifugio dal dolore del presente. Sono certo che ricordate la storia di Pandora, a cui fu data una scatola ben sigillata e le fu detto di non aprirla mai. Ma siccome era curiosa, lo fece e ne uscirono pestilenze, dolore e dispetti. Troppo tardi per chiudere il coperchio. Una sola cosa rimase nella scatola: la speranza. La speranza, continua la storia, era l’unica cosa buona che lo scrigno teneva tra i molti mali e fino ai giorni nostri resta l’unica consolazione nella disgrazia.
Non si fa menzione qui della azione, come consolazione nella disgrazia, o di fare qualcosa veramente per eliminare la propria disgrazia.Tanto piu’ comprendo la speranza, tanto piu’ mi rendo conto che merita di stare nella scatola con le pestilenze, il dolore e i dispetti; che serve per certo i bisogni dei potenti come un credo in un paradiso lontano, che la speranza non è veramente nulla di piu’ che una modo secolare per tenerci in riga.
La speranza è, infatti, una maledizione, una sventura. Non lo dico solo in funzione del bel detto buddhista “La speranza e la paura si rincorrono le code,” non solo perchè la speranza ci porta lontano dal presente, da dove e da chi siamo proprio ora e verso un futuro stato immaginario
Piu’ o meno tutti si lagnano infinitamente della speranza. Non crederete —o forse si- a quanti editori di riviste mi hanno chiesto di scrivere sulla apocalisse, per poi lasciare nei lettori un senso di speranza. Ma cosa è precisamente la speranza? In una conferenza che tenni la scorsa primavera, qualcuno mi chiese di definirla. Rimisi la domanda al pubblico ed ecco la definizione con cui ne uscimmo tutti: la speranza è una anelito verso una condizione futura sulla quale non avete pegno , ovvero siete totalmente impotenti".
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