Sto tornando a Roma.
Ho passato un bellissimo fine settimana in giro per l’Italia. Fine settimana di lavoro? Non so, non so se questo che stiamo facendo e’ “lavoro” e’ passione, e’ voglia di fare!
Ieri a Taranto ascoltavo i miei colleghi pugliesi parlare ai cittadini tarantini di come rilanciare, assieme, una città bella, una città che si conosce solo per l’Ilva ma che ha tutto e potrebbe essere un paradiso. Vedevo gli occhi di Diego, un deputato come me, occhi lucidi di chi combatte e si scontra con i muri di gomma di un sistema morente che ha l’arroganza di voler portarsi nella fossa migliaia di cittadini. Venerdì sera sono stato in piazza a Martellago, in Veneto.
Rispetto alla Puglia sembra un altro mondo. Eppure le sofferenze sono le stesse, le macerie sono le stesse. Anche la speranza e’ la stessa, la speranza che partecipando si possa cambiare.
Ho passato due giorni in giro, ho dormito a casa di persone che non conosco che mi hanno accolto come fossi un figlio. Mi sono ricordato del Latino America, di come giravo in autostop e finivo a dormire a casa di persone che mi davano un pasto caldo e una coperta. Che bello.

Prendere in mano la propria vita, capire che la sola salvezza siamo noi tutti (non 160 parlamentari che sono cittadini come voi e che da soli non ce la faranno mai), scegliere la strada dell’attivismo e’ quel che più difficile esiste al mondo. Ma ti fa sentire vivo!
Ho perso degli amici in questi mesi, quando ti schieri e’ inevitabile, qualcuno mi vede cambiato quando sono sempre lo stesso, anzi sono una persona migliore grazie a questa comunità. Ma ne ho acquisiti di nuovi, e oggi sono imprescindibili.
Mi sento parte di un progetto immenso. Sara’ vincente? Naufragherà? Boh, non ne ho idea! Ma ci stiamo provando. Dal Veneto alla Puglia ho conosciuto decine di attivisti che sono uno spettacolo, mi fanno sentire orgoglioso di essere italiano. Mi fanno camminare a testa alta, mi danno la forza per rispondere (per la milionesima volta) a chi ci chiede “perche’ non avete dato la fiducia a Bersani”.
Vi ringrazio di cuore, un grazie a chi mi ha ospitato e mi ha fatto il letto con le lenzuola di topolino, a chi mi ha scarrozzato per Polignano, a chi mi ha parlato della propria soluzione alla tragedia Ilva e a chi mi ha insegnato a mangiare le cozze con formaggio e vino rosso.

E’ un post confuso questo di oggi, perché sono confuso. La testa viaggia come questo treno, si ferma non si sa perche’, balla, sfreccia, e’ in ritardo, ma arriverà. Cosi’ come arriveranno i giorni del cambiamento. Basta partecipare. La partecipazione e’ la chiave.
Ieri a Taranto ho detto due parole, non ho parlato di Ilva, i miei colleghi pugliesi conoscono la questione, io sono andato ad informarmi. Ho parlato di partecipazione. Ricordo quando alcuni giornalisti mi volevano per forza far dire “abbiamo perso alle ultime elezioni”.
Beh non e’ vero. Non abbiamo perso, l’ho visto a Martellago e a Taranto. Cosa abbiamo perso? alcuni voti? Ok, e allora? Possibile che non si voglia capire quel che stiamo provando a costruire? Due attivisti “conquistati” da un meetup valgono piu’ di 1000 voti dati e poi dimenticati. Ne siamo convinti. Cos’e’ un voto? E’ una X? E’ una delega? E’ qualcosa di importante, ovvio. Ma non sono i voti che ci hanno dato B. per vent’anni?
Non sono i voti ad averci dato una falsa opposizione per vent’anni? I voti sono importanti e vanno conquistati uno ad uno, ma per noi conta altro. Conta convincere una persona a partecipare, ad attivarsi, a smettere di lamentarsi e fare qualcosa. Questi sono i nostri obiettivi, e abbiamo gia’ vinto. A riveder le stelle!
Alessandro Di Battista
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