“Invece, un incidente ci sarebbe stato se Roma non avesse risposto alle richieste di Astana, poiché il ‘perseguitato politico’ in questione, appunto Mukhtar Abljazov, è sì ben perseguitato in Kazakhstan, Paese da cui è fuggito. Ma è fuggito nel Regno Unito dopo aver sottratto diversi miliardi di dollari della BTA Bank, la banca che aveva contribuito a fondare in Kazakhstan grazie alla privatizzazione di una ex-banca pubblica. In sostanza, Abljazov è l’ennesimo speculatore che ha saccheggiato l’economia di una delle Repubbliche dell’ex-URSS. Ed infatti, per far comprendere chi detta i toni di quest’ennesima storielletta sui ‘diritti umani violati’, ecco Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL), la radio gestita dalla CIA e da George Soros, elogiare l’eroica figura di Abljazov, ex-tecnocrate del processo avviato da Nursultan Nazarbaev, presidente del Kazakhstan, per modernizzare la nazione: “Abljazov a gli altri avevano rotto i ranghi, adducendo a motivo il disincanto per la corruzione endemica che prosperava nelle cerchie che si muovevano attorno a Nazarbaev”. Va ricordato che Nazarbaev, una decina di anni fa, espulse tutte le ONG legate agli USA e allo speculatore miliardario statunitense George Soros, da cui l’acrimonia di questi paladini della ‘democracy&liberty’ e dei relativi dipendenti verso Nazarbaev e il Kazakhstan.
Nel novembre 2001, Abljazov e altri suoi colleghi banchieri fondarono la Democratic Choice of Kazakhstan (DCK), movimento di opposizione al governo Nazarbaev. La DCK era composta da boss politici e ricchi affaristi che rivendicavano soprattutto il ‘decentramento del potere politico’, ovvero la balcanizzazione del Kazakhstan. Nel luglio 2002, Abljazov fu dichiarato colpevole di “abuso di potere compiuto in qualità di ministro” (accusa più che fondata, vista la carriera successiva di questo ennesimo eroe di cartone della democracy-export) e condannato a sei anni di prigione. Ovviamente i soliti Parlamento europeo e Amnesty International si mobilitarono, su ordine di Soros, per salvare la quinta colonna statunitense in Kazakhstan. Comunque, il ‘perseguitato politico’ Abljazov, già nel 2003 era a Mosca, e nel periodo 2005-2009 fu il presidente del consiglio di amministrazione della BTA Bank. Insomma, contrariamente a quello che ci raccontano e ci racconteranno le varie agenzie di propaganda atlantiste, Abljazov non è mai stato in carcere; anzi Abljazov avrebbe speso “milioni di dollari per finanziare gruppi di opposizione e mass media indipendenti” in Kazakhstan, secondo un altro agente d’influenza al servizio di Washington, Evgenij Zhovtis, capo del Kazakhstan International Bureau for Human Rights and Rule of Law.
Con Abljazov, i prestiti effettuati dalla BTA Bank dal 2005 al 2009 crebbero rapidamente, ma non altrettanto i depositi bancari, trascinando la banca nell’insolvenza. Tra il 2003 e il 2007, i crediti insoluti della BTA Bank crebbero del 1.100%.
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Nel novembre 2001, Abljazov e altri suoi colleghi banchieri fondarono la Democratic Choice of Kazakhstan (DCK), movimento di opposizione al governo Nazarbaev. La DCK era composta da boss politici e ricchi affaristi che rivendicavano soprattutto il ‘decentramento del potere politico’, ovvero la balcanizzazione del Kazakhstan. Nel luglio 2002, Abljazov fu dichiarato colpevole di “abuso di potere compiuto in qualità di ministro” (accusa più che fondata, vista la carriera successiva di questo ennesimo eroe di cartone della democracy-export) e condannato a sei anni di prigione. Ovviamente i soliti Parlamento europeo e Amnesty International si mobilitarono, su ordine di Soros, per salvare la quinta colonna statunitense in Kazakhstan. Comunque, il ‘perseguitato politico’ Abljazov, già nel 2003 era a Mosca, e nel periodo 2005-2009 fu il presidente del consiglio di amministrazione della BTA Bank. Insomma, contrariamente a quello che ci raccontano e ci racconteranno le varie agenzie di propaganda atlantiste, Abljazov non è mai stato in carcere; anzi Abljazov avrebbe speso “milioni di dollari per finanziare gruppi di opposizione e mass media indipendenti” in Kazakhstan, secondo un altro agente d’influenza al servizio di Washington, Evgenij Zhovtis, capo del Kazakhstan International Bureau for Human Rights and Rule of Law.
Con Abljazov, i prestiti effettuati dalla BTA Bank dal 2005 al 2009 crebbero rapidamente, ma non altrettanto i depositi bancari, trascinando la banca nell’insolvenza. Tra il 2003 e il 2007, i crediti insoluti della BTA Bank crebbero del 1.100%.
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Ma nonostante tutto, e forse grazie al fatto di aver formulato accuse indimostrate contro Nazarbaev, Abljazov si vide attribuire l’asilo politico nel Regno Unito. La richiesta di estradizione proveniente dal Kazakhstan fu quindi ignorata. Nel novembre 2012, una corte britannica ingiunse ad Abljazov di versare 1,63 miliardi di dollari e relativi interessi, disponendo “contro Abljazov nuovi blocchi giudiziari dei beni per un ammontare illimitato e nuovi ordini di blocco in relazione ad alcuni altri imputati“. Difatti Abljazov vive a Londra in una casa di lusso, protetto dall’imperialismo inglese in vista di future possibili rivoluzioni colorate in Asia centrale. In effetti, la vicenda del rimpatrio da Roma della moglie e della figlia del bancarottiere ‘democratico’, non a caso viene collegata, proprio dalla stampa inglese, ai buoni rapporti economico-commerciali che l’Italia ha stabilito con il Kazakhstan. Un nuovo tentativo di far subire all’Italia un’altra debacle strategica, e questa volta mortale, poiché dopo la Libia, restano all’Italia quali fonti energetiche disponibili l’Algeria e il Kazakhstan, appunto. L’inconsistenza di questo governo, pieno di anime belle e guidato da una nullità come Enrico Letta, nipotino di suo zio Gianni, non promettono nulla di buono per il Paese.
Abljazov, infatti, attraverso un’intervista a La Stampa del 5 luglio 2013, ha chiesto ad Enrico Letta di far luce sull’episodio. Il servizievole Presidente del Consiglio dei ministri non si è fatto attendere nel rispondere positivamente alle pretese del criminale protetto da Londra. Il premier ha dichiarato di aver chiesto privatamente delucidazioni al ministro dell’Interno e vicepremier Angelino Alfano. Non avendo ottenuto risposta, Letta ha reiterato la richiesta pubblicamente. Emma Bonino, ministro degli Esteri, ha definito la vicenda una “figura miserabile” per l’Italia, opportunamente dimentica la figura miserabile racimolata da lei e dal suo governo con il Presidente boliviano Evo Morales, al cui velivolo hanno negato il passaggio nello spazio aereo italiano. Ma si sa, nel canile italiano i cagnetti dirittumanitaristi vengono addestrati ad eseguire gli ordini del padrone e a ringhiare contro i suoi nemici. Compiti in cui eccellono i meticci di sinistra.”
Da L’oligarca processato, i noti amici e Letta di Alessandro Lattanzio.
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