TRAVAGLIO E LA QUESTIONE MORALE: "IL PD AL GOVERNO CON UN DELINQUENTE"
L'editoriale di oggi del giornalista del Fatto
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L'editoriale di oggi di Marco Travaglio dal Fatto Quotidiano:
Mettendo insieme tutti i "casi isolati" di esponenti del Pd nei guai con la giustizia, tutti i "compagni che sbagliano" beccati negli ultimi mesi viene fuori un quadro spaventoso. Che però spiega benissimo perché il vertice del partito non ha fatto alcuna fatica ad andare (anzi, a tornare) al governo con Berlusconi, dopo aver espulso dalla coalizione Di Pietro e tenuto a debita distanza Ingroia. Mentre la base e gli elettori vomitano, i massimi dirigenti hanno l'aria estasiata di chi assapora la Sacher Torte. Ora, per qualche ora, si parlerà della questione morale nel Pd di Taranto dopo l'arresto dell'ennesimo esponente al servizio dei Riva, il presidente della Provincia Giovanni Florido. Poi si dirà che in fondo l'han solo messo al gabbio, c'è la presunzione d'innocenza, aspettiamo fiduciosi la Cassazione fra una dozzina d'anni. Anzi, come fa notare a Ballarò parlando del processo Ruby il capogruppo Roberto Speranza, ultimo pollo di batteria uscito dalle serre bersaniane, bisogna separare la politica dalla giustizia, e poi sono altri i veri problemi degli italiani (già, peccato che da vent'anni i governi e i parlamenti non possano occuparsi mai dei veri problemi degli italiani perché sono appesi alle mazzette e al pisello del Cainano).
L'espressione "questione morale" suona ormai vuota: non basta più a descrivere la devastazione culturale, politica, etica, perfino semantica di un partito che non ha mai nulla di suo da dire su nulla, e dunque prende a prestito le parole del presunto avversario. È uno sterminio di pensieri e linguaggi che non riguarda solo il vecchio e bollito politburo che è riuscito a perdere le ultime elezioni già vinte, a fumarsi il padre fondatore Prodi, a lasciarsi scappare il treno di Rodotà, a tradire gl'impegni elettorali, a rispedire al Quirinale un signore di 88 anni che le dà sempre vinte a B. e dai tempi di Craxi si diverte a demolire ciò che resta del suo partito, infine a infilarsi nella trappola del governo Letta comandato a bacchetta da B. Ma investe, quello sterminio, anche il cosiddetto rottamatore Renzi, delle cui intenzioni nulla s'è capito durante le presidenziali e le consultazioni per il governo.
Avete mai sentito qualcuno dei vecchi o dei nuovi, da Renzi a Barca, dire qualcosa sulla qualità deprimente della classe dirigente al Sud, dove - a parte il pozzo nero di Taranto e dintorni- regnano ras screditati come il governatore lucano De Filippo (mezza giunta arrestata) e il suo degno predecessore Bubbico (appena promosso ministro), il sindaco di Salerno De Luca (appena promosso viceministro), il capataz di Enna Crisafulli (escluso dalle liste solo grazie alla battaglia del Fatto , e fra le proteste dello stato maggiore del Pd siciliano)? E, per salire al Nord, qualcuno dice qualcosa sui pizzini di Penati, ex capo della segreteria di Bersani, ora che si apre il suo processo per tangenti? Passano i segretari e le glaciazioni, ma ancora tocca leggere Violante, che nel giorno della requisitoria Ruby non trova di meglio che annunciare ad Avvenire "la riforma della giustizia", anzi dei giudici: non dice una parola sui tempi biblici e sulla piaga delle prescrizioni, ma vuole "studiare i sistemi con la discrezionalità dell'azione penale come quello francese" (dove i pm dipendono dal governo) e soprattutto far giudicare i magistrati in appello da una corte disciplinare formata per due terzi da politici.
Poi aggiunge che le sentenze non devono "ostacolare il governo" e "l'alleanza non può dipendere dalle sentenze". Cioè, se una sentenza stabilisce che B. è un "delinquente" specializzato in frodi fiscali, un partito che si rispetta che fa? Se lo tiene al governo e gliene lascia pure le chiavi. E l'interdizione dai pubblici uffici? "Se il problema si porrà, in quel momento potrà essere esaminata la situazione". E, di grazia, come si "esamina" un'interdizione? La si ignora per "non ostacolare il governo"? Idea per il movimento OccupyPd: occupy pure Violante.
Da Il Fatto Quotidiano del 16/05/2013.
Mettendo insieme tutti i "casi isolati" di esponenti del Pd nei guai con la giustizia, tutti i "compagni che sbagliano" beccati negli ultimi mesi viene fuori un quadro spaventoso. Che però spiega benissimo perché il vertice del partito non ha fatto alcuna fatica ad andare (anzi, a tornare) al governo con Berlusconi, dopo aver espulso dalla coalizione Di Pietro e tenuto a debita distanza Ingroia. Mentre la base e gli elettori vomitano, i massimi dirigenti hanno l'aria estasiata di chi assapora la Sacher Torte. Ora, per qualche ora, si parlerà della questione morale nel Pd di Taranto dopo l'arresto dell'ennesimo esponente al servizio dei Riva, il presidente della Provincia Giovanni Florido. Poi si dirà che in fondo l'han solo messo al gabbio, c'è la presunzione d'innocenza, aspettiamo fiduciosi la Cassazione fra una dozzina d'anni. Anzi, come fa notare a Ballarò parlando del processo Ruby il capogruppo Roberto Speranza, ultimo pollo di batteria uscito dalle serre bersaniane, bisogna separare la politica dalla giustizia, e poi sono altri i veri problemi degli italiani (già, peccato che da vent'anni i governi e i parlamenti non possano occuparsi mai dei veri problemi degli italiani perché sono appesi alle mazzette e al pisello del Cainano).
L'espressione "questione morale" suona ormai vuota: non basta più a descrivere la devastazione culturale, politica, etica, perfino semantica di un partito che non ha mai nulla di suo da dire su nulla, e dunque prende a prestito le parole del presunto avversario. È uno sterminio di pensieri e linguaggi che non riguarda solo il vecchio e bollito politburo che è riuscito a perdere le ultime elezioni già vinte, a fumarsi il padre fondatore Prodi, a lasciarsi scappare il treno di Rodotà, a tradire gl'impegni elettorali, a rispedire al Quirinale un signore di 88 anni che le dà sempre vinte a B. e dai tempi di Craxi si diverte a demolire ciò che resta del suo partito, infine a infilarsi nella trappola del governo Letta comandato a bacchetta da B. Ma investe, quello sterminio, anche il cosiddetto rottamatore Renzi, delle cui intenzioni nulla s'è capito durante le presidenziali e le consultazioni per il governo.
Avete mai sentito qualcuno dei vecchi o dei nuovi, da Renzi a Barca, dire qualcosa sulla qualità deprimente della classe dirigente al Sud, dove - a parte il pozzo nero di Taranto e dintorni- regnano ras screditati come il governatore lucano De Filippo (mezza giunta arrestata) e il suo degno predecessore Bubbico (appena promosso ministro), il sindaco di Salerno De Luca (appena promosso viceministro), il capataz di Enna Crisafulli (escluso dalle liste solo grazie alla battaglia del Fatto , e fra le proteste dello stato maggiore del Pd siciliano)? E, per salire al Nord, qualcuno dice qualcosa sui pizzini di Penati, ex capo della segreteria di Bersani, ora che si apre il suo processo per tangenti? Passano i segretari e le glaciazioni, ma ancora tocca leggere Violante, che nel giorno della requisitoria Ruby non trova di meglio che annunciare ad Avvenire "la riforma della giustizia", anzi dei giudici: non dice una parola sui tempi biblici e sulla piaga delle prescrizioni, ma vuole "studiare i sistemi con la discrezionalità dell'azione penale come quello francese" (dove i pm dipendono dal governo) e soprattutto far giudicare i magistrati in appello da una corte disciplinare formata per due terzi da politici.
Poi aggiunge che le sentenze non devono "ostacolare il governo" e "l'alleanza non può dipendere dalle sentenze". Cioè, se una sentenza stabilisce che B. è un "delinquente" specializzato in frodi fiscali, un partito che si rispetta che fa? Se lo tiene al governo e gliene lascia pure le chiavi. E l'interdizione dai pubblici uffici? "Se il problema si porrà, in quel momento potrà essere esaminata la situazione". E, di grazia, come si "esamina" un'interdizione? La si ignora per "non ostacolare il governo"? Idea per il movimento OccupyPd: occupy pure Violante.
Da Il Fatto Quotidiano del 16/05/2013.
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